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venerdì 4 gennaio 2019

O la Tradizione o il nulla

Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 1 - Gennaio 2019

Non c'è alternativa alla Tradizione.

Sì, è proprio così, nella Chiesa Cattolica non si dà altra possibilità che quella di vivere il Cristianesimo nella sua forma tradizionale. L'alternativa? è l'autodistruzione della Chiesa stessa.

Guardate cosa è accaduto in questi decenni: l'autorità della Chiesa si è messa alla ricerca di una nuova interpretazione del Cattolicesimo che si adattasse al mutamento dei tempi; e lo ha fatto eliminando gli elementi transitori, secondari a detta di molti, gli elementi derivati da una certa situazione storica, dicendo di voler conservare solo i pilastri fondamentali... e facendo così il Cattolicesimo romano è di fatto svanito.
A furia di dire “questo è essenziale, questo no”, la Chiesa cattolica ha cambiato volto, per poi confondersi con qualsiasi congregazione protestante e scomparire nell'indifferenza generale.

Proprio perché la fede creduta e vissuta ti è consegnata da altri, dalla Chiesa che c'è prima di te; proprio perché la fede è un dono di Dio ma dentro questa consegna di altri che la fede l'hanno vissuta, l'hanno praticata prima di te; proprio per questo l'operazione essenziale/secondario è pericolosissima e in ultimo ingannevole e falsa.

La fede non è una tua elucubrazione personale, il Cattolicesimo è un fatto comunicato da una presenza cattolica prima di te, che ti abbraccia e alla quale tu decidi di appartenere e che a tua volta, se sarai stato fedele, consegnerai ad altri. Per questo un fatto dato, una vita data, una storia che ti raggiunge, la si segue ripetendola con fedeltà anche nei suoi gesti più piccoli ed esteriori, pena il perdere la comunicazione del fatto stesso.
Ad esempio come distinguere nettamente la fede nella presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucarestia dalle genuflessioni? Certo che le genuflessioni sono un fatto esterno, un'espressione di usi storici contingenti derivati da una certa cultura, un'espressione secondaria, ma toglietele o diminuitele e vedrete che la fede nella presenza eucaristica muterà in sostanza, come è mutata di fatto nel cattolicesimo di oggi. Allora, si può davvero distinguere essenziale da secondario? E se fosse il secondario a portare l'essenziale? E nei secoli è proprio salvando il secondario che il Cattolicesimo romano ha salvato il deposito della fede!

Potremmo al riguardo estendere il ragionamento a mille aspetti della vita della Chiesa, Papa-Vescovi-Sacramenti-Disciplina-Vita dei fedeli, e la conclusione non cambierebbe. Lo sa bene ogni buon padre e madre, che se vuole salvare la santità della sua famiglia e della vita dei figli, deve custodire con rigorosa precisione la compostezza dignitosa della conduzione della sua casa: ogni cedimento sulle piccole regole ha conseguenze devastanti.

All'inizio di un anno nuovo dobbiamo dunque implorare la grazia di essere fedeli al secondario, che secondario poi non è, per salvare la fede, la fede cattolica.

Fedeli al “secondario essenziale”, cioè ai gesti che la Chiesa compie con semplice fedeltà, là dove emerge per noi la presenza della Chiesa che non ha buttato il secondario sfigurando il suo volto.
Fedeli al centro di messa tradizionale che ci è dato, fedeli alla vita concreta che sgorga come dono in questo luogo, secondo i gesti puliti della Tradizione: Messa quotidiana, Messa cantata la domenica, la Dottrina per i grandi prima e per i piccoli poi, l'amore al canto liturgico, la preghiera personale e la regolarità nei sacramenti, la lettura e lo studio del tesoro cristiano, la carità vicendevole capace di tenerezza e di responsabile severità.
Tutto qui, fedeli a quello che la Chiesa ha sempre fatto, senza stancarsi, e nella forma con cui l'ha fatto, quella forma che cresciuta e purificata nei secoli è la sola ad essere capace di trasmettere in modo vivo la fede e la grazia di sempre.

Se non saremo fedeli nel concreto, una consegna si spezzerà e allora non potremo parlare di Tradizione, perché la Tradizione non è un'idea ma una consegna!

È sempre stato così, in tutti i tempi della Chiesa.

Parlando della difficile epoca delle invasioni barbariche, Christopher Dawson dice dei monaci:
“E benché il monachesimo a prima vista sembri poco adatto a resistere alla spietata mania di distruzione in un'epoca di violenza e di guerra, dimostrò di possedere una straordinaria forza di recupero. Su cento monasteri, novantanove potevano essere distrutti e i monaci uccisi o scacciati, e pur tuttavia l'intera tradizione poteva ancora essere ricostruita dall'unico sopravvissuto, e i luoghi devastati potevano essere ripopolati da nuovi contingenti di monaci, i quali avrebbero di nuovo riallacciato le interrotte tradizioni, seguendo la stessa regola, celebrando la stessa liturgia, leggendo gli stessi libri e avendo gli stessi pensieri dei loro predecessori” (Christopher Dawson, Il cristianesimo e la formazione della civiltà occidentale, BUR Rizzoli, 1997, pag.86).
Non è forse questa anche la nostra storia? Dentro la barbarie del mondo cristiano che ha abbandonato Cristo, tra i ruderi lasciati dal cattolicesimo liberale sempre più agnostico, ricominciare costantemente a vivere i gesti della fede consegnata, e viverli dentro un luogo dato.

Non ci interessa se non questo, non chiedeteci altro perché questo è l'essenziale, che purtroppo a troppi sembra ancora secondario.

11 commenti:

  1. pur tuttavia l'intera tradizione poteva ancora essere ricostruita dall'unico sopravvissuto

    E per questo loro sanno che non basta metterci in minoranza... devono distruggerci sino all'ultimo sopravvissuto per vincere.

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  2. "...Fedeli al centro di messa tradizionale che ci è dato, fedeli alla vita concreta che sgorga come dono in questo luogo, secondo i gesti puliti della Tradizione: Messa quotidiana, Messa cantata la domenica, la Dottrina per i grandi prima e per i piccoli poi, l'amore al canto liturgico, la preghiera personale e la regolarità nei sacramenti, la lettura e lo studio del tesoro cristiano, la carità vicendevole capace di tenerezza e di responsabile severità..."

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  3. Stefano Fontana:

    La questione principale davanti a questi evidenti cambiamenti su cui, come ripeto, sono stati già scritti libri e libri, è se dietro questo mutamento di linguaggio ci sia anche un mutamento nella concezione del papato stesso. Il linguaggio non è mai solo linguaggio. Quando si usano parole nuove per indicare le cose di prima vuol dire che è nata una nuova dottrina che le vede in modo diverso. Specularmente, se si vuole far nascere un nuovo modo di pensare bisogna parlare in modo diverso. In questo senso il linguaggio di papa Francesco è l’estremizzazione coerente del passaggio iniziato col Vaticano II dalla dottrina alla pastorale, dalla natura alla storia, dalla metafisica all’ermeneutica. E ciò non poteva non finire per riguardare anche il ruolo del papa nella Chiesa.

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  4. L'autoritarismo di Bergoglio è il mezzo per arrivare al fine, ossia la democratizzazione della Chiesa. Un lato oscuro che suscita molte domande. Come pure lo slogan "costruiamo ponti e non muri": ma come possono ergersi i ponti senza i muri (la dottrina e i sacramenti)? Ma si può continuare a lungo sugli atteggiamenti poco ortodossi e sulle battute ambigue di questo papa che sta seminando confusione e smarrimento tra i cattolici?

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  5. Appena pubblicato da MiL sull'ultimo delirio architettonico:

    http://blog.messainlatino.it/2019/01/le-nuove-chiese-trasparenti-in-olanda.html

    "A seconda dell’angolo di prospettiva, la chiesa può essere percepita come una struttura tradizionale, ma con il cambiamento di prospettiva le pareti apparentemente solide sembrano dissolversi nel paesaggio, davanti agli occhi. Una analoga visione si presenta quando si guarda al paesaggio della campagna circostante, che viene ridefinito dalle linee astratte dell’architettura della chiesa. Il gioco di luci e ombre è un altro aspetto interessante che viene colto solo quando lo spettatore si trova all’interno della chiesa. Nei diversi momenti del giorno, l’interno della chiesa cambia a seconda della posizione del sole e della direzione della luce solare."

    Più segno di così! Da lontano sembra una chiesa tradizionale e concreta, ma se ti avvicini... si dissolve nell'aria. E muta aspetto con il passar del tempo.

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  6. "...Messa quotidiana,

    Messa cantata la domenica,

    la Dottrina per i grandi prima e per i piccoli poi,

    l'amore al canto liturgico,

    la preghiera personale e la regolarità nei sacramenti,

    la lettura e lo studio del tesoro cristiano,

    la carità vicendevole capace di tenerezza e di responsabile severità..."

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  7. Valeria Fusetti04 gennaio, 2019 12:12

    Fabrizio Giudici ha detto "devono distruggerci sino all' ultimo sopravvissuto per vincere " , be se fosse una lotta tra noi e loro ti darei ragione, ed è quello che cercano di farci credere. Ed è comprensibile che ogni tanto cadiamo in questa trappola, e ci sentiamo anche scoraggiati: ogni giorno ce n'è una... quando non ce ne sono anche di più ! Ma la prospettiva vera è che la lotta è tra loro e Gesù Cristo, che pensano di aver detronizzato. Si ripete sempre la stessa storia: avevano pensato di aver risolto la situazione, giudei e romani, uccidendolo ma Gesù è risorto... ed è per sempre Il Risorto. Anche ora è Il Risorto, ed è il nostro adorabile ed amato Signore, che ha dichiarato che il Suo potere è tale che se chi dovrebbe parlare tace Lui può suscitare fedeli che parlano anche dalle pietre. Il Verbo si è fatto carne, ma È il Verbo ed "ogni cosa è stata fatta per mezzo di Lui" Egli è il Re dei Re ed il Signore dei Signori, l'Alfa e l' Omega, il primo e l'ultimo. Continuiamo a dichiararlo anche con il cuore (momentaneamente) oppresso, e il nostro orizzonte ci sembra tempestoso, poiché con Lui ed in Lui, qualsiasi cosa possa succedere siam più che vincitori.

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  8. ed è quello che cercano di farci credere

    Prima di tutto è quello di cui sono convinti, e dobbiamo tener conto di questo loro convincimento per cercare di comprendere come si muovono.

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  9. Fabrizio questo si, più che legittimo è doveroso, hai ragione.

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  10. https://www.maurizioblondet.it/elogio-dei-30omila-adolescenti-russi-che-occupano-il-tempo-libero-cosi/

    ELOGIO DEI 30OMILA ADOLESCENTI RUSSI CHE OCCUPANO IL TEMPO LIBERO COSì.
    Maurizio Blondet 5 Gennaio 2019 0 commenti

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