In vista del vertice che si terrà in Vaticano dal 21 al 24 febbraio sugli abusi nel clero, il National Catholic Register ha organizzato un Simposio [qui], Abuse and The Way To Healing, al quale intervengono il cardinale Wilfrid Napier (arcivescovo di Durban), Marie Collins (già membro della Pontificia commissione per la tutela dei minori), il cardinale Gerhard Müller (prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede), Janet Smith (docente di teologia morale al Sacred Heart Major Seminary di Detroit), l’arcivescovo di Filadelfia Charles Chaput, Robert Royal (presidente del Faith & Reason Institute di Washington), l’arcivescovo Carlo Maria Viganò (già nunzio apostolico negli Stati Uniti), padre Roger Landry (diocesi di Fall River, Massachusetts) e Al Kresta (presidente di Ave Maria Communications).
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Testo dell’arcivescovo Viganò
Grazie per avermi invitato a partecipare a questo simposio su Abuso e via di guarigione in previsione del prossimo Vertice dei vescovi in Vaticano. Il mio contributo attingerà alla mia esperienza personale di cinquantuno anni di sacerdozio.
È evidente a tutti che una causa primaria dell’attuale terribile crisi di abusi sessuali commessi dal clero ordinato, inclusi i vescovi, è la mancanza di un’adeguata formazione spirituale dei candidati al sacerdozio. Questa mancanza, a sua volta, è ampiamente motivata dalla corruzione dottrinale e morale di molti formatori dei seminari, una corruzione che è aumentata esponenzialmente a partire dagli anni Sessanta.
Sono entrato in un seminario pontificio a Roma e ho iniziato i miei studi all’Università Gregoriana quando avevo venticinque anni. Era il 1965, pochi mesi prima della fine del Vaticano II. Non potei fare a meno di notare, non solo nel mio stesso collegio, ma anche in molti altri a Roma, che alcuni seminaristi erano notevolmente immaturi e che queste case di formazione erano segnate da una generale e molto seria mancanza di disciplina.
Saranno sufficienti alcuni esempi. A volte i seminaristi passavano la notte fuori dal mio seminario, poiché la supervisione era tristemente inadeguata. Il nostro direttore spirituale era favorevole all’ordinazione sacerdotale ad tempus – l’idea che il sacerdozio ordinato potesse essere uno status meramente temporaneo.
Alla Gregoriana uno dei professori di teologia morale favoriva l’etica della situazione. E alcuni compagni di classe mi confidarono che i loro direttori spirituali non avevano obiezioni al fatto che si presentassero all’ordinazione sacerdotale, nonostante i loro peccati irrisolti e continui gravi contro la castità.
Certamente coloro che soffrono di un’attrazione profondamente radicata per persone dello stesso sesso non dovrebbero mai essere ammessi al seminario. Inoltre, prima che qualsiasi seminarista sia accettato per l’ordinazione, egli non deve solo cercare la castità, ma realizzarla realmente. Egli deve già vivere casto il celibato in modo pacifico e per un periodo di tempo prolungato, perché, se questo manca, il seminarista e i suoi formatori non possono avere la necessaria sicurezza che sia chiamato alla vita celibe.
I vescovi hanno la responsabilità fondamentale della formazione dei candidati al sacerdozio. Qualsiasi vescovo che abbia coperto abuso o seduzione di minori, adulti vulnerabili o adulti sotto la cura pastorale di un sacerdote, inclusi i seminaristi, non è adatto a tale responsabilità o per qualsiasi ministero episcopale e dovrebbe essere rimosso dal suo ufficio.
Prego intensamente per il successo del vertice di febbraio. Sarei davvero felice se il vertice avesse successo, ma le seguenti questioni rivelano che non vi è alcun segno di una genuina disponibilità ad affrontare le vere cause della situazione attuale:
Perché l’incontro si concentrerà esclusivamente sull’abuso di minori? Questi crimini sono davvero i più orribili, ma le crisi negli Stati Uniti e in Cile, che hanno in gran parte accelerato il prossimo vertice, riguardano gli abusi commessi non solo contro i minori, ma contro giovani adulti, inclusi seminaristi. Quasi nulla è stato detto sulla cattiva condotta sessuale verso gli adulti, che è essa stessa un grave abuso di autorità pastorale, indipendentemente dal fatto che la relazione fosse “consensuale” o meno.
Perché la parola “omosessualità” non compare mai nei recenti documenti ufficiali della Santa Sede? Questo non significa affatto che la maggior parte di coloro che hanno una inclinazione omosessuale siano abusatori, ma resta il fatto che la stragrande maggioranza degli abusi è stata commessa da chierici omosessuali nei confronti di ragazzi in età post-puberale. È mera ipocrisia condannare l’abuso e pretendere di simpatizzare con le vittime senza affrontare onestamente questo dato di fatto. La necessaria rivitalizzazione spirituale del clero resterà inefficace se non si affronterà questo problema.
Perché Papa Francesco mantiene e chiama addirittura come suoi stretti collaboratori persone che sono notoriamente omosessuali? Perché si è rifiutato di rispondere a domande legittime e sincere su queste nomine? In tal modo ha perso credibilità circa la sua reale volontà di riformare la Curia e combattere la corruzione.
Nella mia terza testimonianza [qui] ho pregato il Santo Padre di far fronte agli impegni che egli stesso ha si è assunto quando è diventato Successore di Pietro. Ho fatto notare che si è assunto la missione di confermare i suoi fratelli e guidare tutte le anime nel seguire Cristo lungo la via della croce. L’ho esortato allora, e ora lo esorto di nuovo, a dire la verità, a ravvedersi, a mostrare la sua disponibilità a seguire il mandato dato a Pietro e, una volta convertito, a confermare i suoi fratelli (Luca 22:32).
Prego che i vescovi riuniti a Roma ricordino lo Spirito Santo, che hanno ricevuto con l’imposizione delle mani, e si facciano carico della loro responsabilità di rappresentare le loro Chiese particolari chiedendo fermamente, e insistendo, una risposta alle domande di cui sopra durante il vertice.
Prego inoltre perché non tornino nei loro paesi senza risposte adeguate a queste domande: fallire su questo punto significherebbe infatti abbandonare il proprio gregge ai lupi e permettere a tutta la Chiesa di subire conseguenze terribili.
Nonostante i problemi che ho descritto, continuo ad avere speranza, perché il Signore non abbandonerà mai la sua Chiesa. - Fonte
Arcivescovo Carlo Maria Viganògià nunzio apostolico negli Stati Uniti
Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington, 88 anni, è stato ridotto allo stato laicale.
RispondiEliminaLa Congregazione per la dottrina della fede rende noto oggi in un comunicato che il decreto conclusivo del processo penale a carico di McCarrick è stato emanato l’11 gennaio scorso.
L’accusato “è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in Confessione e violazioni del sesto comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere, pertanto gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale”.
“Il 13 febbraio, la Sessione ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la dottrina della fede ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso del ricorrente e ha deciso di confermare il decreto del Congresso. Questa decisione è stata notificata a Theodore McCarrick in data 15 febbraio. Il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso”.
Quello che mi lascia più sgomento è che molti chierici non si vergognano a dichiararsi tali quando praticano l'omosessualità.
RispondiEliminaMi dice chi cerca incontri in chat gay che ci sono preti e frati non nascondono il loro stato; potrebbero dire di essere insegnanti. Impiegati, professionisti, invece...
Sembra quasi che godano dall'infangare il sacerdozio e la vita religiosa.
Non ho capito una cosa: mons. Viganò si recherà di persona al convegno?
RispondiEliminaDa quello che ho capito ha fatto pervenire il testo che il National Catholic Register ha diffuso in anticipo...
RispondiEliminaNel prossimo vertice sugli abusi previsto in Vaticano dal 21 al 24 febbraio si gioca tutta la credibilità della Chiesa Cattolica agli occhi del mondo, anche facendo seguito alle parole durissime di Gesù (cfr. Matteo 18, 6 e seguenti).
RispondiEliminaIo credo che tutti noi cattolici, tradizionalisti o progressisti, dovremmo pregare affinché questa riunione sia produttiva e faccia piena luce su tutte le opacità del passato, ma soprattutto che serva a proteggere i minori in futuro.
Il gesuitismo bergogliano colpisce ancora: mentre riduce allo stato laicale McCarrick, dopo averlo inviato in importanti missioni diplomatiche dal 2014, allo stesso tempo fa Camerlengo l'amicone Cardinal Farrell.
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RispondiEliminala Stampa di Torino pubblica con grande evidenza che: in America la Chiesa locale ha pubblicato la lista di altri 100 preti resisi ragionevolmente colpevoli di pedofilia.
L'originale inglese dice che si tratta di preti "accusati", non ancora giudicati, anche se le accuse sembrano credibili. Non dice che sono verosimilmente colpevoli.
In ogni caso, la grancassa batte i colpi secondo copione: pedofilia sì, omosessualità no.
La "pedofilia" come si sa è, per il politicamente corretto, sessualmente neutra.
La riduzione di McCarrick allo stato laicale è una misura scontata, dopo quello che era emerso. Il Papa si è deciso ad isolare il malcapitato solo quando sono stati provati suoi rapporti sessuali con minori. Il rapporto omosessuale tra adulti consenzienti non è reato in nessuna legislazione occidentale oggi. Solo quello con minori, come nei rapporti c.d. eterosessuali. Anche la Gerarchia attuale cerca di adeguarsi, di cancellare il reato di omosessualità dal Codice di Dir. canonico. Mantenerlo e applicarlo per far piazza pulita nella Gerarchia, vorrebbe dire mettersi contro i Poteri Forti attuali, omofili e abortisti.
Vorrebbe dire andare incontro alla persecuzione.
Invece si profila una persecuzione all'interno della Chiesa per quelli che vogliono restare fedeli alla vera dottrina.
O.
RispondiEliminaInteressanti le testimonianze di mons. Viganò sull'ambiente dei Seminari nel 1965. Stava finendo il Concilio e l'atmosfera di lassismo e rivoluzionaria provocata dal Concilio si era evidentemente rapidamente diffusa nei seminari. Certo, professori che insegnavano eresie più o meno velate dovevano essere in cattedra già da alcuni anni. Bisognerebbe conoscerne i curricula. Il neomodernismo, con le sue devastanti implicazioni per la morale, era in ripresa nella Chiesa, dalla fine degli anni Venti,agendo in parte nell'ombra in parte mediante opportune sfumature nell'insegnamento, in parte sostanziale indirettamente, per esempio con il criticare il tomismo, con il sostituirvi la filosofia dell'azione di Blondel, con l'esegesi biblica di tipo razionalista, ripresa dai protestanti etc.
Ma l'atmosfera di lassismo deve esser cominciata già con l'ascesa al soglio di Giovanni XXIII, che ha subito cominciato a parlare di adattamento della dottrina al mondo, nei modi opportuni, si capisce. E'cominciata nel 1958-9. Sessanta anni fa. Adesso siamo agli sgoccioli, si stanno raccogliendo i frutti più amari, quelli dell'abiezione più compleeta della Chiesa visibile, ricoperta di fango dai suoi membri degeneri mentre la suprema autorità non sembra affatto intenzionata ad andare al fondo dei problemi.
E mentre la maggioranza ancora sana (ma quanto sana, c'è a questo punto da chiedersi) resta in sostanza a guardare, avendo finora espresso timide reazioni individuali, con l'eccezione di mons. Viganò appunto e di pochissimi altri.
....Si tratta a nostro avviso, di un caso di “fuoco amico” straordinariamente interessante; anche perché se c’è qualcuno di cui Frederic Martel parla bene, quando non entusiasticamente, nella sua lunga opera, è proprio papa Bergoglio. Martel, come sappiamo, è stato aiutato e ospitato in Vaticano, per svolgere il suo compito. In un’intervista televisiva ha accennato ad almeno quattro alti prelati vicini al Pontefice che lo hanno favorito e incoraggiato. Ha detto di avere incontrato più volte il Direttore della Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro sj; nel libro c’è un’intervista a Spadaro, e un’intervista al cardinale Lorenzo Baldisseri, il grande regista dei Sinodi (più o meno taroccati) sulla famiglia e sui giovani. Cioè un famiglio del Pontefice, un suo uomo di fiducia. Quindi dobbiamo credere a Martel, in particolare perché mette fra virgolette la frase centrale. Ecco il piccolo brano che abbiamo tradotto:
RispondiElimina<…cardinali e vescovi della Curia romana e dell’episcopato americano che, secondo lui, presero parte in questa enorme copertura: è una lista senza fine di nomi di prelati, fra i più importanti in Vaticano, che furono così “outed” (fecero outing), giusto o sbagliato che fosse. (Quando il papa respinse le accuse, il suo entourage mi ha indicato che Francesco ‘fu inizialmente informato da Viganò che il cardinale McCarrick aveva avuto relazioni omosessuali con seminaristi non minori, ma che questo non era abbastanza ai suoi occhi per condannarlo’)>.
Se Martel scrive il vero – e non c’è motivo di credere il contrario, visto che non è certamente un conservatore omofobo fariseo moralizzatore e ipocrita – si impongono alcune considerazioni.
.....
Un’ultima considerazione riguarda il cinismo sottinteso alla reazione del Pontefice.
Per alleggerire un tema drammatico, chi ha la mia età si ricorda dei cortei degli anni ’70. Parafrasando uno slogan di allora possiamo dire: “È il Papa – che lo ha insegnato – molestare un prete – non è reato (o peccato, se siete rigidi e farisaici)”.
https://www.maurizioblondet.it/conto-sul-un-altro-sacco-roma-so-non-manchera/
RispondiEliminaArriva mito di 650 pagine sponsorizzato dalla fazione gay in Vaticano
RispondiEliminaUn attivista omosessuale francese*, vicino al partito socialista francese, ha scritto una storia mitologica gay di 650 pagine, presto pubblicata, contro la Chiesa.
Tra l'altro, insulta il cardinale Raymond Burke paragonandolo a una "drag-queen”.
L'omosessuale è entrato in contatto con 41 cardinali, 52 vescovi e prelati e 45 nunzi, tutti troppo pronti a collaborare con un propagandista gay, che diffonde falsità.
L'unica informazione interesante contenuta nel libro è copiata dal arcivescovo Viganò, che ha testimoniato di aver informato Francesco già nel 2013 sulle molestie commesse da McCarrick. L'omosessuale aggiunge solo che questo "non è stato abbastanza" perché Francesco condannasse il cardinale McCarrick.
Il giornalista italiano Marco Tosatti definisce questo attacco contro Francesco "fuoco amico" in quanto l'omosessuale parla per il resto con entusiasmo di Francesco.
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