Lo Stato non contiene in sé e non aduna meccanicamente in un dato territorio un'agglomerazione amorfa d'individui. Esso è, e deve essere in realtà, l'unità organica e organizzatrice di un vero popolo.
Popolo e moltitudine amorfa o, come suol dirsi, « massa » sono due concetti diversi. Il popolo vive e si muove per vita propria; la massa è per sé inerte, e non può essere mossa che dal di fuori. Il popolo vive della pienezza della vita degli uomini che lo compongono, ciascuno dei quali — al proprio posto e nel proprio modo — è una persona consapevole delle proprie responsabilità e delle proprie convinzioni. La massa, invece, aspetta l'impulso dal di fuori, facile trastullo nelle mani di chiunque ne sfrutti gl'istinti o le impressioni, pronta a seguire, a volta a volta, oggi questa, domani quell'altra bandiera. Dalla esuberanza di vita d'un vero popolo la vita si effonde, abbondante, ricca, nello Stato e in tutti i suoi organi, infondendo in essi, con vigore incessantemente rinnovato, la consapevolezza della propria responsabilità, il vero senso del bene comune. Della forza elementare della massa, abilmente maneggiata ed usata, può pure servirsi lo Stato: nelle mani ambiziose d’un solo o di più, che le tendenze egoistiche abbiano artificialmente raggruppati, lo Stato stesso può, con l’appoggio della massa, ridotta a non essere più che una semplice macchina, imporre il suo arbitrio alla parte migliore del vero popolo: l’interesse comune ne resta gravemente e per lungo tempo colpito e la ferita è bene spesso difficilmente guaribile.
Da ciò appare chiara un’altra conclusione: la massa — quale Noi abbiamo or ora definita — è la nemica capitale della vera democrazia e del suo ideale di libertà e di uguaglianza.
In un popolo degno di tal nome, il cittadino sente in se stesso la coscienza della sua personalità, dei suoi doveri e dei suoi diritti, della propria libertà congiunta col rispetto della libertà e della dignità altrui. In un popolo degno di tal nome, tutte le ineguaglianze, derivanti non dall’arbitrio, ma dalla natura stessa delle cose, ineguaglianze di cultura, di averi, di posizione sociale — senza pregiudizio, ben inteso, della giustizia e della mutua carità — non sono affatto un ostacolo all’esistenza ed al predominio di un autentico spirito di comunità e di fratellanza. Che anzi esse, lungi dal ledere in alcun modo l’uguaglianza civile, le conferiscono il suo legittimo significato, che cioè, di fronte allo Stato, ciascuno ha il diritto di vivere onoratamente la propria vita personale, nel posto e nelle condizioni in cui i disegni e le disposizioni della Provvidenza l’hanno collocato.
In contrasto con questo quadro dell’ideale democratico di libertà e d’uguaglianza in un popolo governato da mani oneste e provvide, quale spettacolo offre uno Stato democratico lasciato all’arbitrio della massa! La libertà, in quanto dovere morale della persona, si trasforma in una pretensione tirannica di dare libero sfogo agl’impulsi e agli appetiti umani a danno degli altri. L’uguaglianza degenera in un livellamento meccanico, in una uniformità monocroma: sentimento del vero onore, attività personale, rispetto della tradizione, dignità, in una parola, tutto quanto dà alla vita il suo valore, a poco a poco, sprofonda e sparisce. E sopravvivono soltanto, da una parte, le vittime illuse del fascino appariscente della democrazia, confuso ingenuamente con lo spirito stesso della democrazia, con la libertà e l’uguaglianza; e, dall’altra parte, i profittatori più o meno numerosi che hanno saputo, mediante la forza del danaro o quella dell’organizzazione, assicurarsi sugli altri una condizione privilegiata e lo stesso potere.
(Pio XII, dal Radiomessaggio ai popoli del mondo intero, 24 dicembre 1944)
In un popolo degno di tal nome, il cittadino sente in se stesso la coscienza della sua personalità, dei suoi doveri e dei suoi diritti, della propria libertà congiunta col rispetto della libertà e della dignità altrui. In un popolo degno di tal nome, tutte le ineguaglianze, derivanti non dall’arbitrio, ma dalla natura stessa delle cose, ineguaglianze di cultura, di averi, di posizione sociale — senza pregiudizio, ben inteso, della giustizia e della mutua carità — non sono affatto un ostacolo all’esistenza ed al predominio di un autentico spirito di comunità e di fratellanza. Che anzi esse, lungi dal ledere in alcun modo l’uguaglianza civile, le conferiscono il suo legittimo significato, che cioè, di fronte allo Stato, ciascuno ha il diritto di vivere onoratamente la propria vita personale, nel posto e nelle condizioni in cui i disegni e le disposizioni della Provvidenza l’hanno collocato.
In contrasto con questo quadro dell’ideale democratico di libertà e d’uguaglianza in un popolo governato da mani oneste e provvide, quale spettacolo offre uno Stato democratico lasciato all’arbitrio della massa! La libertà, in quanto dovere morale della persona, si trasforma in una pretensione tirannica di dare libero sfogo agl’impulsi e agli appetiti umani a danno degli altri. L’uguaglianza degenera in un livellamento meccanico, in una uniformità monocroma: sentimento del vero onore, attività personale, rispetto della tradizione, dignità, in una parola, tutto quanto dà alla vita il suo valore, a poco a poco, sprofonda e sparisce. E sopravvivono soltanto, da una parte, le vittime illuse del fascino appariscente della democrazia, confuso ingenuamente con lo spirito stesso della democrazia, con la libertà e l’uguaglianza; e, dall’altra parte, i profittatori più o meno numerosi che hanno saputo, mediante la forza del danaro o quella dell’organizzazione, assicurarsi sugli altri una condizione privilegiata e lo stesso potere.
(Pio XII, dal Radiomessaggio ai popoli del mondo intero, 24 dicembre 1944)
« [...] gl'imperi non fondati sulla Giustizia non sono benedetti da Dio. La politica emancipata dalla morale tradisce quelli stessi che così la vogliono.»
RispondiEliminaPio XII, Radiomessaggio del 24 agosto 1939.
Falsamente dicono che i populisti abbiano per forza bisogno di un nemico.
RispondiEliminaI nemici della convivenza pacifica nella nostra società, ci sono senza bisogno di inventarseli, del resto tutti abbiamo dei nemici, e più bene fai e più nemici hai.
Solo chi si traveste alla maniera di zelig di Woody Allen, facendo l'islamico con gli islamici, il buddista con i buddisti, il tribale con gli africani, meno che il cristiano con i cristiani, può illudersi di non avere nemici, ma se non puoi servire a due padroni, perché o ne odierai uno o ne amerai l'altro, figuriamoci come si possono conciliare decine di padroni diversi insieme, e allora prima o poi, i nemici che ti illudevi di non avere ti presenteranno il conto del giuda.
La mistificazione è che i populisti abbiano le fobie/paure immotivate, islamiche o omo che siano, ma fino a prova contraria, solo le destre hanno il coraggio di opporsi all'invasione islamica, con tutti i rischi che ciò comporta, dimostrando con i fatti di non avere nessuna fobia o paura, ma anzi coraggio.
Gli unici ad avere veramente fobie e paura, sono invece le sinistre e i catto-buonisti, che si sottomettono all'islam per colpa della loro debolezza morale.
Distinti Saluti,
Fabio Riparbelli.
Happy Pacelli Day!!!
RispondiElimina“All’inizio del cammino, che conduce all’indigenza spirituale e morale dei tempi presenti, stanno i nefasti sforzi di non pochi per detronizzare Cristo, il distacco dalla legge della verità, che egli annunziò, dalla legge dell’amore, che è il soffio vitale del suo regno. Il riconoscimento dei diritti regali di Cristo e il ritorno dei singoli e della società alla legge della sua verità e del suo amore sono la sola via di salvezza […] Davanti a queste apocalittiche previsioni di sventure imminenti e future, consideriamo Nostro dovere elevare con crescente insistenza gli occhi e i cuori di coloro, in cui resta ancora un sentimento di buona volontà verso l’Unico da cui deriva la salvezza del mondo, verso l’Unico, la cui mano onnipotente e misericordiosa può imporre fine a questa tempesta, verso l’Unico, la cui verità e il cui amore possono illuminare le intelligenze e accendere gli animi di tanta parte dell’umanità, immersa nell’errore nell’egoismo, nei contrasti e nella lotta, per riordinarla nello spirito della regalità di Cristo” (Enciclica “Summi Pontificatus”, 20 ottobre 1939)
RispondiEliminaComunicato alla massa inerte:
RispondiEliminaPio XII, dal Radiomessaggio ai popoli del mondo intero, 24 dicembre 1944
Elias Canetti, Masse und Macht,(Massa e Potere), Claassen Verlag Hamburg, 1960
(Adelphi Edizioni, 1981)
Catholicus.2
Happy Pacelli Day!!!
irina
Santo Eugenio Pacelli, prega per la Chiesa e per il mondo intero!
"nefasti sforzi di non pochi per detronizzare Cristo" : ciò è frutto dell'accecamento spirituale, del tradimento di NSGC (più o meno consapevole), di utopie cervellotiche da psicopatologia freudiana, che i neomodernisti si tirano dietro da oltre 60 anni. Un atto di vero coraggio, invece, è necessario per proclamare la regalità di Cristo, in Cielo ed in terra, anche a livello di interi Stati, come fatto dal presidente della Polonia, Andrzej Duda (https://www.radiospada.org/2016/11/alla-presenza-del-presidente-la-polonia-proclama-n-s-gesu-cristo-come-suo-re/).
RispondiEliminaSul tema del Regno Sociale di Cristo è appena uscito un mio articolo su Una Vox (mi scuso per l'autocitazione) : http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2853_Catholicus_Combattenti_degli_ultimi_tempi.html
"Qui sibi nomen imposuit Pium!"
RispondiEliminaLXXX anniversario dell'elezione di Eugenio Cardinal Pacelli al Soglio Petrino, oltre ad anniversario del suo genetliaco
Iraq: a Mosul prima Messa per la pace dopo il conflitto
RispondiEliminaCelebrazione eucaristica nella chiesa siro cattolica di san Tommaso presieduta dall’arcivescovo Boutros Moshi a più di un anno e mezzo dalla liberazione di Mosul. La chiesa - saccheggiata dai jihadisti durante l’occupazione - era stata danneggiata ma non completamente distrutta durante il conflitto
A proposito di corruzione del linguaggio e dell'opinione pubblica, avete notato che i "signori delle parole", i padroni dell'informazione, i liberal ecologisti si sono inventati una nuova espressione falsificatoria e ingannatrice: "economia circolare"? E' il seguito dell'altrettanto falsa espressione "economia sostenibile", iscrivibile alla miserabile e antiumana ideologia della "decrescita felice". Un tentativo per giustificare la falsa credenza dell'origine antropica del presunto "cambiamento climatico", contestata da numerosissimi scienziati (in Italia, tra gli altri, il professor Franco Battaglia). Così, in Europa migliaia di cretinetti scioperano nelle scuole medie contro non si sa bene cosa (ma certamente contro la cultura) in nome "dell'ambiente".
RispondiEliminaQuindi un invito a tutti: quando sentite l'insensata, insignificante, antiscientifica, falsificante espressione "economia circolare", portate - metaforicamente - la mano alla pistola. Facciamo una scommessa: vedrete che l'espressione diventerà, nel prossimo futuro, un vero e proprio tormentone, oggetto di trasmissioni televisive, di articoli di giornali, di programmi di partiti politici.
Già: i potentati occulti ci vogliono non solo invasi da masse di allogeni che ci sostituiscano, non solo impoveriti e sottopagati, non solo privati con la violenza e le leggi delle nostre credenze e delle nostre culture, ma anche privati di ogni possibile benessere dovuto allo sviluppo. Perché questa è la miserabile "economia circolare": farci mangiare la merda che produciamo. E chiedo sinceramente scusa per la volgarità: ma non trovavo espressione più efficace.
Silente
https://circololiturgicopio7.blogspot.com/2019/03/santa-messa-votiva-della-bvm-roma.html
RispondiEliminaOgni primo sabato del mese ore 17 a Sant'Anna in Laterano
https://www.ilmessaggero.it/AMP/vaticano/pedofilia_abusi_papa_francesco_oggi_ultime_notizie-4334974.html
RispondiEliminaScrive Stefano Fontana dell’Osservatorio internazionale cardinale Van Thuân sulla Dottrina sociale della Chiesa: “Un processo migratorio incontrollato ed avente come scopo una società multiculturale e multireligiosa da superare in una successiva fase con una religione universale sincretista sembra anche funzionale al progetto di secolarizzazione e di eliminazione della religione cattolica. In questa prospettiva essa dovrà perdere la pretesa di unicità e specificità e confluire in una religione dell’Onu o in una Onu delle religioni. Si è a conoscenza di progetti pensati appositamente a questo scopo e di dichiarazioni di intenti a ciò espressamente finalizzate”.
RispondiEliminaMentre il consiglio dei diritti umani dell'ONU attacca l'Italia, ieri in Francia continuavano a sparare proiettili di gomma in faccia alla gente. L'ONU, l'UE, e tutti coloro che marciano per un razzismo che non c'è, si devono solo vergognare per non denunciare i crimini di Macron.
RispondiEliminaLa gerarchia ecclesiastica ha assunto una posizione faziosa su temi come la invasione. Appoggia di fatto un partito come il PD che vuole diffondere la droga, distrugge la famiglia, chiede l'omicidio nel non consenziente malato e promuove l'omosessualità. Per questo è meno autorevole quando chiede alla Lega di non scendere per la stessa china attraverso la mercificazione della donna e il sostegno alle pillole abortive. Anche questo è un problema.
RispondiEliminaMentre il consiglio dei diritti umani dell'ONU attacca l'Italia, ieri in Francia continuavano a sparare proiettili di gomma in faccia alla gente. L'ONU, l'UE, e tutti coloro che marciano per un razzismo che non c'è, si devono solo vergognare per non denunciare i crimini di Macron.
RispondiEliminaAlmeno tre persone, tar cui uan giovane donna poco più che ventenne, hanno perso un occhio a causa di quei proiettili di gomma sparati ad altezza d'uomo. Persino a Bruxelles si sono posti il problema se sia giusto e sicuro usarli o no, ma Macron tira dritto. Lui può, lui è un "eletto".
Papa Francesco: «Politici privi di saggezza causano danni alla comunità»
RispondiEliminaIl Santo Padre nell'Angelus domenicale: «Tante volte è più facile o comodo scorgere e condannare i difetti e i peccati altrui, senza riuscire a vedere i propri con altrettanta lucidità»
https://www.diariodelweb.it/italia/articolo/?nid=20190303-538257