Nella nostra traduzione da LifeSiteNews (16 maggio 2019) continua la nostra condivisione di osservazioni e pareri - e questo finora è il più autorevole - sulla Lettera Aperta ai vescovi del 30 aprile, i cui firmatari, inizialmente 19, sono ora saliti a 87. Il cardinal Müller in sostanza aggira il problema. Tuttavia, pur evitando una risposta chiara sull'eresia, non disapprova l'iniziativa dei fedeli.
Il Cardinal Gerhard Müller, ex-prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha affermato di ritenere che Papa Francesco non sia eretico, ma che la Lettera Aperta del 30 aprile firmata da eminenti prelati e studiosi che accusano il papa di essere caduto in eresia merita comunque una “risposta” da Roma.
Il prelato tedesco ha dichiarato in un'intervista a Regina Einig, giornalista di Die Tagespost, che gli autori della lettera sono “teologi di spicco”, e che pertanto “è importante che il Santo Padre faccia emettere una risposta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, e non dal Segretario di Stato o dai giornalisti o teologi a lui prossimi”.
Per il Cardinal Müller l'accusa di eresia mossa contro Papa Francesco nella lettera aperta ai vescovi è “l'evento peggiore” che “possa verificarsi” all'interno della Chiesa cattolica, poiché “il Papa, in qualità di Vescovo di Roma, è il successore di San Pietro, su cui Nostro Signore ha costruito la Sua Chiesa”.
Nella stessa intervista egli ha aggiunto: “Per quanto le preoccupazioni di questi teologi [che criticano il papa] siano comprensibili, va anche detto che bisogna scegliere i mezzi opportuni per raggiungere l'obiettivo legittimo di ottenere maggiore chiarezza su alcune dichiarazioni di Papa Francesco”.
Replicando all'argomento secondo cui ci sono già stati in passato papi che hanno insegnato, su singoli punti, l'eresia, il cardinale tedesco ha affermato: “In questo caso [quello della lettera aperta], le accuse vanno ancora più in là: secondo tali accuse si starebbe sradicando l'intero edificio della fede cattolica nei suoi principi di conoscenza e in alcuni dei suoi contenuti fondamentali. Io non sono d'accordo”.
Secondo il Cardinal Müller, il “problema è radicato piuttosto in un approccio sbagliato che sostiene che la Chiesa sia rimasta indietro e che la fede debba essere modernizzata, facendo sì che le contraddizioni che sorgono in ambito morale a causa del compromesso con le forze imperanti del mondo occidentale non emergano chiaramente in tutta la loro pericolosità”.
“Nella fazione degli 'amici' del papa”, egli ha aggiunto, “si mischia la fede con un'ideologia neo-marxista e neo-liberale”. E i cattolici si chiedono perplessi perché, in primo luogo, Papa Francesco scelga amici del genere.
Il prelato ha esortato Papa Francesco a far sì che le controversie ottengano un chiarimento: “È ormai ora che Papa Francesco pronunci parole chiare per il bene dell'unità di tutti i cattolici nella fede rivelata. Ai cattolici non è richiesta l'obbedienza cieca a un ordine dettato dalla linea di partito del momento, ma di aver fiducia nel papa e nei vescovi, loro stessi consapevoli dei limiti e delle caratteristiche dell'autorità ecclesiastica”.
“Un insegnamento non è vero – né i cattolici sono tenuti a obbedirgli ciecamente – per il mero fatto che un vescovo ordini qualcosa (semplicemente per la sua autorità formale), bensì perché le istruzioni delle autorità della Chiesa si fondano sulla Sacra Scrittura, sulla Tradizione e sull'insegnamento dottrinale definito della Chiesa”.
Come esempio, il Cardinal Müller ha menzionato la comunione ai coniugi protestanti di cattolici, introdotta l'anno scorso da molti vescovi tedeschi. Müller afferma: “Per esempio, l'ordine di un vescovo di dare la Santa Comunione a un fedele non cattolico è contrario alla fede e può non essere obbedito. Le sanzioni che [il vescovo] può prendere contro questa [disobbedienza] sono invalide e devono essere annullate dal papa e dai suoi tribunali”.
Il Cardinal Müller ha messo in risalto la minaccia che grava sulla Chiesa: “La Chiesa si trova davvero in una delle crisi interne ed esterne più gravi di tutta la sua storia. Cesserà di esistere se continuerà ad essere trasformata in un'ONG religioso-politica e se l'insegnamento della fede e della morale, così come ci è stato rivelato da Cristo, continuerà ad essere relativizzato o verrà abbandonato del tutto”.
Il prelato tedesco ha inoltre criticato aspramente il principio della “sinodalità” [qui] recentemente promosso dicendo: “La Chiesa sarà presto irriconoscibile se l'adeguamento al declino della morale continuerà ad essere presentato come un processo sinodale. Non solo essa sarà differente, ma cesserà di esistere del tutto, almeno in quelle regioni in cui i falsi profeti dettano legge”. È probabile che il Cardinal Müller alludesse al “cammino sinodale” lanciato lo scorso marzo dai vescovi tedeschi, che mantiene sotto scrutinio temi come il celibato e la morale sessuale della Chiesa.
In un altro momento dell'intervista, il cardinale ha menzionato i vescovi tedeschi – o, più specificamente, il Cardinal Reinhard Marx – commentando: “Non è ammissibile che, en passant, un consigliere [del papa] possa estorcere al pontefice la concessione in forza della quale ogni vescovo può decidere che i cristiani che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica – e non solo quelli in pericolo di morte e in presenza di requisiti spirituali indispensabili – siano autorizzati a ricevere la Santa Comunione”. Il prelato ribadisce che “il singolo vescovo non può rescindere l'insegnamento dottrinale vincolante decidendo caso per caso: [semmai] può solo determinare se siano soddisfatte certe condizioni”.
Nell'intervista il Cardinal Müller ha anche detto che, pur avendo “difeso” l'esortazione apostolica sul matrimonio e sulla famiglia Amoris Laetitia di Papa Francesco, non può fare a meno di ritenere “che alcune rielaborazioni dell'insegnamento della Chiesa necessitino chiarimenti”. [vedi]
“Anche dopo aver lasciato il mio incarico di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ho difeso l'Amoris Laetitia”, ha affermato; “mi fa piacere che il papa si avvicini in modo pastorale anche ai cattolici che si trovano in situazioni coniugali irregolari, ma ritengo che alcune rielaborazioni dell'insegnamento della Chiesa necessitino chiarimenti”.
“Anche dopo aver lasciato il mio incarico di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ho difeso l'Amoris Laetitia”, ha affermato; “mi fa piacere che il papa si avvicini in modo pastorale anche ai cattolici che si trovano in situazioni coniugali irregolari, ma ritengo che alcune rielaborazioni dell'insegnamento della Chiesa necessitino chiarimenti”.
Cercando di spiegare meglio la natura del documento di Papa Francesco, Müller ha detto: “Succede spesso che lo aiutino a preparare i suoi documenti confidenti che non hanno né in virtù del loro ufficio né da un punto di vista teologico la preparazione necessaria per farlo, e che in questo modo si rendono rei di una grave colpa provocando tumulti che pregiudicano il papa e il papato”.
In una frase molto severa, il Cardinal Müller ha commentato: “Il fatto che persone che sfigurano [la fede] accusino coloro che professano la fede cattolica è un segno di decadenza intellettuale e morale e di disobbedienza al papa e ai vescovi, nonché un atto di istigazione al conflitto e allo scisma”.
Infine, l'intervistatrice Regina Einig ha sollevato la questione della dichiarazione di Abu Dhabi firmata da Papa Francesco, che contiene una frase che afferma che la “diversità delle religioni” è “voluta da Dio”. [vedi]
Il Cardinal Müller, pur appoggiando l'operato di Papa Francesco per raggiungere una “convivenza pacifica” tra persone di religioni differenti, afferma: “Dev'essere tuttavia chiaro anche se de facto abbiamo in comune coi musulmani la fede in un solo Dio, noi cristiani, grazie alla fede soprannaturale che è data dalla Rivelazione e dalla Grazia, crediamo anche nell'Unico e Vero Dio nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. La Santa Trinità non è una semplice “postilla accidentale a un generico monoteismo”, ha aggiunto, “bensì la sostanza della fede salvifica dei cristiani nell'Unico Dio e Creatore del mondo e dell'uomo”. La religione stessa è una “virtù morale”, ha spiegato: fa parte “della natura umana orientata all'adorazione di Dio”.
“Ma i miti specifici e i relativi riti delle 'religioni' storiche non sono voluti dal Dio di Abramo e dal Dio Padre di Gesù Cristo come espressioni della Sua Auto-rivelazione per la salvezza dell'uomo, bensì, al massimo, solo come preparazione al Vangelo di Cristo”, ha aggiunto Müller.
“Ma i miti specifici e i relativi riti delle 'religioni' storiche non sono voluti dal Dio di Abramo e dal Dio Padre di Gesù Cristo come espressioni della Sua Auto-rivelazione per la salvezza dell'uomo, bensì, al massimo, solo come preparazione al Vangelo di Cristo”, ha aggiunto Müller.
“Una preparazione teologica più solida avrebbe sicuramente evitato tanti fraintendimenti su questo punto”. Questa dichiarazione di accordo con “un'autorità non cattolica non fa” nemmeno “parte del mandato del magistero di preservare fedelmente la fede cattolica”.
“Un professore cattolico che esamina in modo accademico la dichiarazione congiunta [di Abu Dhabi] e la critica – in modo corretto o meno – non può assolutamente essere censurato: ciò rappresenterebbe un ampliamento dell'autorità della Chiesa e un esempio lampante di abuso di potere ecclesiastico”, ha affermato Müller.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
https://www.lastampa.it/2019/01/10/vaticaninsider/zingaretti-in-udienza-dal-papa-francesco-sempre-attento-alla-domanda-di-giustizia-nel-mondo-6PWEPv3SjPMEnIJYNu2RbI/pagina.html
RispondiEliminaHabemus Papam politicum, questa è la frase corretta! Purtroppo il latino sta diventando sconosciuto anche ai cristiani fedeli alla retta dottrina!!
EliminaOT
RispondiEliminaConvegno:
http://www.scienzaevita.org/?email_id=647&user_id=11667&urlpassed=aHR0cDovL3d3dy5zY2llbnphZXZpdGEub3JnL2ZpbmUtdml0YS10cmEtZGlyaXR0by1lZC1ldGljYS8%3D&controller=stats&action=analyse&wysija-page=1&wysijap=subscriptions-2
E il card. Mueller ha anche "sbloccato" LNBQ, che finalmente ha riportato la notizia:
RispondiEliminahttp://www.lanuovabq.it/it/mueller-papa-eretico-no-ma-alla-lettera-deve-rispondere
sì.... ma quanti appelli meritavano una risposta e non l'hanno ricevuta, da quanti anni ?
RispondiElimina
RispondiEliminaIl card. Mueller e mons. Schneider sulla Lettera Aperta, due atteggiamenti diversi
Ma è giusto dire che con i musulmani "abbiamo in comune la fede in un solo Dio"?
Forse che il Dio ci cui parla Maometto è lo stesso che si è rivelato nel Verbo
incarnato, il Dio Uno e Trino? E se non lo è, come è vero che non lo è e non
potrebbe certamente esserlo, allora non bisognerebbe dire che non crediamo affatto
nello stesso Dio? Il nostro monoteismo (fede nella Divina Monotriade, testimoniata
dalle Scritture, basta leggere il Vangelo di Giovanni) è incompatibile con quello
professato da Ebrei e Musulmani, anche se questi due monoteismi non si possono mettere
sullo stesso piano (ma questo è un ulteriore aspetto).
Ad ogni modo l'atteggiamento di Mueller circa la Lettera Aperta non è di condanna a priori. Lui respinge l'accua di eresia rivolta al Papa in quanto accusa al Papa di in pratica sovvertire l'intero impianto della dottrina cattolica, accusa, precisa, molto più grave di quelle di eresie rivolte in passato ai Papi nei pochi casi ben noti. Non è d'accordo su un' accusa così grave, vasta e globale (vedi intervista del prof. Rist, che la conferma, l'accusa, e per questo ha firmato ed io pure, si parva licet..). Tuttavia, afferma con onestà intellettuale della quale bisogna dargli atto, la Lettera Aperta è stata scritta da teologi di spicco, gente preparata, e il Papa dovrebbe rispondere tramite la Congr. per la Dottrina della Fede. Una forma di apertura, non tanto alla accusa di eresia, quanto ad una discussione autorevole sul contenuto della Lettera. Il che non è poco, direi. Si noti: senza volerlo si invita il Papa a difendersi dall'accusa, tramite l'organo competente che dovrebbe qui non tanto emettere condanne quanto dimostrare l'infondatezza dell'accusa.
Delusione invece per la presa di distanza di mons. Schneider dalla Lettera Aperta, ieri, in un'intervista televisiva con un importante sito cattolico americano. Mons. Schneider ha ribadito la necessità per il Papa di chiarire (e rettificare) le ambiguità che gli vengono imputate, ma ha detto che la Lettera fa il passo più lungo della sua gamba pretendendo di accusare il Papa di eresia in senso formale: certe dichiarazioni del Papa restano ambigue ma non sono tali da configurare l'eresia in senso formale.
Diversi quindi gli atteggiamenti dei due eminenti prelati. E'normale che sia così. Sull'eresia in senso formale, mi sembra che il concetto non sia univoco, che venga usato in due sensi diversi, se non mi sbaglio (lo si deduceva anche dall'intervista del prof. Pierantoni). Bisogna forse chiarire o meglio spiegare con chiarezza per il pubblico la nozione esatta di eresia "in senso formale".
PP
Ma il card. Müller non era proprio quello che ai tempi dei Dubia diceva che nella Chiesa non vi erano problemi e che quindi gli stessi non avevano fondamento?
RispondiEliminaIl card. Mulller non si smentisce (veramente) mai ! Il suo intento, vero e reale, è di salvare il CVII e la sua, supposta, continuità. Ma la "continuità" del CVII è perfettamente coerente con ciò che è continuato, da allora in poi, nella Chiesa, NON esiste una "continuità" tra il Concilio di Trento e il CVII (è tanto per fare un esempio...), per cui mi rifiuto, per quello che mi riguarda di prendere in considerazione e di discutere le sue elucubrazioni.Ovvio che non ci sia un'eresia "formale" se si parte dal CVII, ed è per questo che si sente il rumore delle unghie sul vetro e a me dà alquanto fastidio. Continuo a pregare, a pregare il Rosario e a digiunare il venerdì e ovviamente, a leggere e a scrivere ma preferisco ignorare queste ecclesistiche sciocchezze perchè, a meno di un miracolo, non credo ne valga la pena. Almeno per me.Scusate lo sfogo, probabilmente assai poco diplomatico, ma ci sono momenti in cui è bene dire quello che si pensa fino in fondo.
RispondiEliminaVescovo Schneider: Francesco "sbaglia", "contraddice la dottrina della Chiesa" ma "non è eretico"
RispondiEliminaL'affermazione di Papa Francesco che la pena di morte sia immorale è una "contraddizione" e non uno "sviluppo" della dottrina Cattolica, ha detto il vescovo Athanasius Schneider a EWTN il 16 maggio.
Ha proseguito spiegando che la Dichiarazione di Abu Dhabi di Francesco è sbagliata perché afferma che Dio vuole la diversità positiva dei sessi e la diversità negativa di religioni nello stesso modo. Schneider chiede una correzione pubblica perché questa affermazione è "sbagliata".
Nondimeno, la Lettera Aperta che accusa Francesco di eresia, per lui va "troppo oltre". È convinto che le dichiarazioni [sbagliate] di Francesco sul matrimonio "non raggiungono il di eresia".
Presenta la strana teoria che Francesco neghi la verità "in pratica" ma "non a parole".
La presenza [ovvia] della eresia formale nelle dichiarazioni di Francesco è per lui solo "ambiguità" che contribuisce "praticamente" alla diffusione di "falsi insegnamenti".
Sembra evidente che Schneider considererebbe le stesse "ambiguità" come "eresie" se fossero pronunciate da qualcuno che non è un papa.
Un altro campione di cerchiobottismo contende il primato a Muller, ambiguo e altalenante vuole spaccare il capello suddividendo l'eresia in una sfumatura infinita di differenze senza guardare a livello generale il disegno di una chiesa secolarizzata che bergoglio e molti altri nella chiesa con lui e prima di lui stanno portando avanti in modo che la chiesa attuale non si riconosce più in quella
RispondiEliminaSecondo la FSSPX la Lettera aperta è una perdita di tempo.
RispondiEliminahttps://www.radiospada.org/2019/05/la-fsspx-la-lettera-ai-vescovi-contro-bergoglio-e-una-perdita-di-tempo-che-dimentica-il-cvii/
Qui l'articolo della FSSPX in italiano.
RispondiEliminaC'è da dire che la SPX possiede un'indiscutibile chiarezza grazie alla sua pluridecennale lotta all'eresia.
Tuttavia la sua granitica e fondata posizione viene snobbata da coloro che solo ora scoprono l'acqua calda e che si ritengono davvero à la page.
https://apostatisidiventa.blogspot.com/2019/05/un-colpo-di-spada-nellacqua.html?m=1
Deludente la lettera della FSSPX sulla Lettera Aperta. L'unico argomento invocato: la prudenza, con in seconda battuta l'inutilità. Sì, finché non si affronta il problema del Concilio non si va in profondità, lo sappiamo. Ma, nella situazione attuale, per arrivare (per gradi) al Concilio bisogna prima passare per le forche caudine di questa denuncia contro il papa fedifrago.
RispondiEliminaSalvini Milano 18 maggio Le Pen – Va dritta al punto e taglia corto, Marine Le Pen: la leader del Front National sostiene che questa – quella riunitasi oggi in piazza Duomo a Milano sotto l’egida di Matteo Salvini – sia una rivoluzione “pacifica e democratica”, e che siamo di fronte a un “risveglio dei nostri popoli”.
RispondiElimina“Quello di oggi è l’atto fondativo di una rivoluzione democratica. Dobbiamo rispondere ora all’appuntamento che la storia ci fissa”. Così la leader del Front National francese, Marine Le Pen, intervenendo dal palco di piazza Duomo a Milano in occasione della manifestazione sovranista promosta dal leader della Lega e ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“La nuova armonia europea che stiamo costruendo si appoggia sul valore di ogni popolo. La nostra Europa non è quella nata sessanta anni fa, ma è figlia di Atene e Roma, è figlia di contadini e marinai, di chi ha costruito il Duomo e Notre Dame, di Leonardo e Giovanna d’Arco. Non accetteremo mai che ci venga tolto questo patrimonio materiale e immateriale”.
Le Pen ha anche citato il primo verso dell’inno francese, che ha modificato ad hoc per l’occasione con la frase: “Andiamo figli delle patrie, la gloria è arrivata”, invece che “andiamo figli della patria”.
https://www.tpi.it/2019/05/18/salvini-milano-18-maggio-le-pen/
È probabile che a una buona parte dei militanti e soprattutto dei dirigenti leghisti che dell' affidamento alla Madonna e dei patroni d'Europa freghi ben poco. Eppure resta, anche nel caso fosse strumentale e retorico e pur con le evidenti contraddizioni che contiene, un atto politicamente pedagogico ed esplicitamente significante l'indelebile riconoscimento che l'identità europea è Cristiana, anzi Cattolica. Quindi, non islamica, non pagana, non atea né spiritualmente indifferente. La cosa più difficile è che all'interno della Lega (e lo stesso Salvini) ne traggano le dovute conseguenze. Detto ciò, oggi Salvini ha espresso concetti che i cattolici "di professione" o non dicono più o se li esprimono lo fanno autoreferenzialmente al riparo del proprio minuscolo circolino pseudoparrocchiale.
RispondiEliminaIn curiosa concidenza con la lettera della FSSPX
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2019/05/leconomo-generale-o-ex-della-fraternita.html
https://www.lifesitenews.com/news/bp.-schneider-open-letter-accusing-pope-francis-of-heresy-went-too-far
RispondiEliminaDa un certo punto di vista è meglio che la FSSPX non abbia approvato la Lettera. Altrimenti i soliti coriferai e turibolari e giornalai avrebbero subito detto e scritto che gli autori sono "lefebvrianI", etichetta che, nell'ambiente cattolico "standard", vale come "fascisti, razzisti, nazisti".
RispondiEliminaQuindi meglio. Ognuno con le sue posizioni.
Sarebbe certo stato diverso, se gli autori avessero chiaramente scritto: "aveva ragione Monsignor Levebfre, quello che oggi vediamo, è il risultato dello sciagurato CVII".
Ma a quesa dichiarazione si arriverà, forse, solo troppo tardi.
Mi colpisce di più la presa di posizione, negativa, di Monsignor Schneider.
Direi che dalla lettura delle frasi del card.Muller emergono 2 possibilità : il papa è eretico (e quindi va destituito in quanto non cattolico, fuori della Chiesa, anche dannoso e non solo inutile), e col suo silenzio parlante conferma l'eresia voluta, oppure è deficiente e non capisce quello che fa, e va destituito per "pazzia" (morte, dimissioni, eresia e pazzia, le 4 cause di cessazione papato).
RispondiEliminaPP 10,32, concordo al 100%, come concordo con "delusione ha detto", e Valeria sul rumore di unghie sui vetri. Infatti i 2 cardinali Muller e Schneider di fatto, prassi (va di moda), evidenziano le eresie del Francesco attuale. Se le cose stanno come dicono, e così stanno, l'eresia vi è tutta formalmente e stra-formalmente. Ma...sono post concilio e forse hanno qualcosa ancora a cui sono attaccati anche loro, non riescono a dire che l'inizio è molto prima, diciamo pure dal concilio pubblicamente: si deve ammettere di aver errato ad averlo difeso, meglio farlo tardi che mai, il bubbone va estirpato dalla radice. Eresia formale e dichiarazione formale dell'eresia sono cose diverse, se si continua a tergiversare i veri cattolici non avranno più clero a cui rivolgersi, perché ormai si sta volgendo alla gnosi in loco, mentre in alto si è ancora solo protestanti espliciti e totali, il progetto è stato studiato alla perfezione: la periferia eretica, prassi, poi il vertice dichiara come pastorale, prassi, ed avanti di demolizione in demolizione. Quindi si adorerà il portatore di luce Lucifero, signore dell'universo sostituito al vero, credendo di adorare Dio. O volendo illudersi di...E la dichiarazione formale di ciò che è eretico formale da decenni non ci sarà mai, ed i guai continueranno fino all'annientamento totale.
RispondiElimina
RispondiEliminaAncora sulle dichiarazioni di Mueller e Schneider e della FSSPX
-- Se ho letto bene, la dichiarazione della FSSPX non entra nel merito delle
accuse di eresie a Bergoglio. Ne fa una questione di opportunità. La lettera sarebbe stata inopportuna ed inutile, quanto ai suoi probabili
effetti pratici. Sugli effetti pratici è forse ancora presto per pronunciarsi. INutile, perchénon si risolverà mai la crisi della Chiesa se non si affronterà il problema del
Concilio. Su quest'ultimo concetto non posso che essere d'accordo, sono tanti anni
che lo dico in scritti di vario tipo, ancor prima delle prese di posizione della
FSSPX sul tema. Tuttavia, ciò non mi ha impedito di firmare la Lettera. La
richiesta di aprire il doveroso discorso sul Concilio sbatte contro un muro
invalicabile, cominciamo allora dai rami, sempre più aridi, per vedere se si
riuscirà ad arrivare al tronco.
--Le dichiarazioni più interessanti sono quelle del card. Mueller. Egli ha detto che
"non condivide" l'impostazione della lettera ("Das teile ich nicht"). Ma in che senso non
la condivide? Non condivide il fatto che questa lettera accusi il Papa di scardinare l'intera struttura delle fede e dei suoi principi teoretici e in alcuni casi i suoi contenuti essenziali. Tutto ciò sembra al card. Mueller eccessivo. Tuttavia, invece di condannare la Lettera dice che è stata fatta da teologi di valore (cito a memoria) ai quali dovrebbe rispondere la Congr. della Dottrina della Fede. La conclusione finale del cardinale dovrebbe far riflettere chi rigetta la lettera come dilettantesca, irrispettosa, offensiva e assurdità del genere. Il card. Mueller ci dice che la Lettera va presa con estrema serietà.
--Mons. Schneider si concentra sull'aspetto formale del delitto canonico di eresia. Dov'è che la Lettera avrebbe sbagliato? Nell'accusare il papa di essere eretico in senso formale senza riuscire a provarlo. DA notare quanto sia diversa questa critica dalla valutazione del card. Mueller. Ma questo è un punto che va affrontato e sicuramente (credo) lo sarà dai teologi che hanno elaborato la Lettera. Al momento si può appuntare questo: per Schneider,uno degli argomenti è: l'autorizzazione del papa ai vescovi argentini di dare la comunione agli adulteri risposatisi vale solo per la regione di B. Aires non per l'intera chiesa. Replica: mons. Schneider non valuta nel giusto modo, a mio avviso, le conseguenze dell'aver il papa ordinato la pubblicazione sugli AAS della sua autorizzazione oggettivamente in contraddizione con il can. 11 della sess. XIII del Tridentino, sull'Eucaristia. Con tale atto il Papa non voleva che valesse per l'intera Chiesa?
Ma la discussione è solo all'inizio. Chiediamo l'aiuto dello Spirito Santo, per avere i giusti concetti.
PP
PP ma... anche valesse solo per la regione di Buenos Aires, questo è un concetto che contraddice il credo cattolico: la Chiesa è UNA perché UGUALE nel tempo e nello spazio, non è che il Papa in quanto Papa possa approvare l'adulterio pe runa ragione e la sodomia per un'altra (in questo caso magari vale la categoria), o la poligamia altrove. NO, è illecito, antivangelo. Appunto la riserva spaziale contraddice ulteriormente la retta dottrina di 2000 anni voluta da Cristo.
RispondiEliminavale solo per la regione di B. Aires non per l'intera chiesa.
RispondiEliminaScusate la domanda tecnica: ma se Lutero avesse detto che le sue tesi valevano solo a nord delle Alpi o se Ario avesse promosso l'homoioùsios solo per i Germani, allora non sarebbero stati eretici?
RispondiEliminaAncora su mons. Schneider e la sua critica alla Lettera Aperta [I].
Bisognerà attendere il testo in italiano di Schneider. Quello che lui vuol metter in rilievo è questo:
- quando si accusa di eresia, bisogna mettere in rilievo diversi livelli.
[infatti, ricordo, si distingue tra eresia in senso materiale - il contenuto dell'errore, che può anche essere inconsapevole - e in senso formale, rilevabile in genere dall'ostinazione nell'errore nonostante i ripetuti avvertimenti pubblici]
C'è poi l'eresia come definita dal Codice di dir. canonico e secondo la teologia. Di diritto essa è la negazione o il dubbio ostinati di una verità insegnata dalla Chiesa come verità di fede divina e cattolica (dogma). Ma poi i teologi devono determinare c o m e avviene questa negazione: immediatamente, direttamente, indirettamente? Con una patente dichiarazione contro il dogma: p.e. al tempo di Lutero e Calvino gli Antitrinitari negavano appunto la Trinità e volevano tornare al Dio unico del Giudaismo. Ora, una dichiarazione del genere può essere fatta in modo diretto o indiretto, per induzione logica da un'altra dichiarazione. Allora, se l'eresia la ricavo da una dichiarazione che magari non è direttamente eretica, possiamo parlare di errore "prossimo all'eresia" ma non di eresia in senso proprio. Mi rendo conto che queste distinzioni, richiamate sinteticamente, possono sembrare troppo scolastiche, farci cadere nell'eccesso di distinzioni e sottodistinzioni che veniva rimproverato agli Scolastici. Ma non è così. Qui, certe distinzioni e sfumature sono importanti e comunque vengono opposte alle tesi della Lettera Aperta, per cui ddobbiamo studiarcele.
Nel libro del P. Giovanni Cavalcoli, "La questione dell'eresia oggi", Viverein, 2006, al cap. III (Essenza e caratteristiche dell'eresia) si spiegano i vari tipi di eresia (pp. 61-124). Non è una lettura semplice, data la complessità del tema. E'comunque valido per una prima introduzione al concetto.
Per capire meglio la critica di mons. Schneider, veda n. II
PP
RispondiEliminaAncora su mons. Schneider, fine [II]
Continuo. Per illustrare la sua posizione come appare dalla teleintervista rilasciata ad Arroyo e ripresa da LSNews.
Circa l'approvazione bergogliana all'interpretazione dei vescovi argentini sul dare la comunione ai divorziati risposati, mons. Schneider dice:
che non si può parlare di eresia in senso formale, da come si sono svolti i fatti.
"no, perché un'eresia è una dichiarazione formale che nega con linguaggio esplicito [formal speech] l'autentica verità [di fede]". (Il carattere "formale" qui non dipende dall'ostinazione nell'errore ma dal linguaggio esplicito - nb).
Il papa non ha negato pubblicamente ed esplicitamente l'indissolubilità del matrimonio, ha detto, quindi non può esser accusato di eresia.
Papa Francesco ha poi dato il famoso permesso ai vescovi argentini, contraddicendo la Familiaris Consortio; la AL concede ai divorz. rispos. l'accesso al sacr. della Riconc. e all'Eucaristia dopo un "percorso di discernimento".
"Tuttavia, precisa mons. S., è vero che con questa approvazione delle norme dei vescovi argentini - che in certi casi concedono agli adulteri di ricevere la S. Comunione - il Papa in pratica nega la verità [si intende: di fede, he in practice is denying the truth]".
Allora? Allora niente perché, continua mons. S., Francesco agisce "non con le parole" ed inoltre "in modo specifico per una [sola] regione". Conclusione: "Egli non ha emanato una norma generale per l'intera Chiesa. Dobbiamo distinguere questi diversi livelli".
Forse, mi chiedo, per mons. Schneider quanto fatto dal Papa è solo "prossimo all'eresia"?
La negazione della verità di fede ce l'abbiamo. Si tratta di catalogarla nel modo dovuto.
Alla conclusione finale di mons. Schneider, possiamo credo opporre queste osservazioni:
1. Come intendere la frase: "egli non ha agito con le parole"? Ha pur detto, concludendo la lettera ai vescovi argenti: "non esiste un'altra interpretazione". Ha fornito lui l'interpretazione autentica, che è quella del Legislatore e fa autorità assoluta, una volta data. L'interpretazione contraria alla verità di fede dei vescovi arg. è l'unica valida, parola del papa, nero su bianco.
2. Tanto è l'unica valida, che il Papa ha ordinato di trascrivere quest'interpretazione negli AAS. E'stato fatto? In ogni caso, questo ordine del Papa non mostra la volontà del Papa di volere che quanto affermato dai vescovi argentini valga per tutta la Chiesa?
Bisognerebbe vedere come è stato messo negli AAS questo ordine del Papa. Ma qui in ogni caso si discute sul significato che bisogna dare a quest'ordine dato dal Papa, che mostra la volontà di conferire significato normativo all'interpretazione eterodossa dei vescovi arg. perché considerata dal Papa l'unica valida, invece di essere respinta come eretica o prossima all'eresisa o in odor di eresia!
PP
A me paiono questioni di lana caprina, o come diceva Valeria, di dover udire rumore di unghie sui vetri. E' come dire discutere su un cadavere affermando che quella parte del piede non è ancora rigida del rigor mortis o come quando mi sento dire di un alcolizzato defunto:non è morto per il bere ma per il cuore,..... già il cuore si ferma anche in un incidente quando ci si presenta al Giudice. Che un'eresia sia immediata, diretta o indiretta poco cambia, il concilio magari è stato indiretto, ma Paolo VI è stato diretto, immediato già allora "finalmente il culto del Dio che si fa Uomo si incontra col culto dell'uomo che si fa dio e ciò è avvenuto tranquillamente,senza protesta alcuna", a tutto il corpo ecclesiale a fine concilio, esplicito ed immediato, lo ha ribadito, pertinace, all'ONU (governo mondiale neanche tanto ombra) ed ora siamo giunti ai peli dell'uovo, che non ci sono. L'eresia c'è pertinace, pubblica, universale, particolare contro il dogma dell'UNA, come figura di vertice, formale…. si tratta di una nuova religione, nella nuova religione certamente allora ci possono essere tanti distinguo quanto necessita ancora onde portare alla pubblica adorazione totale al nemico. Siamo nella religione cattolica e non nella gnosi.
RispondiElimina
RispondiEliminaEvitiamo di semplificare e di essere superficiali
Le questioni in discussione possono certamente diventare di "lana caprina" ma liquidarle
in blocco come questioni di lana caprina è del tutto sbagliato.
Che l'attuale papa professi eresie in vario modo è convinzione che, se vogliamo venga (per il bene della Chiesa) condivisa almeno da una minoranza di ecclesiastici, deve esser difesa dagli attacchi e argomentata in valide controversie, per le quali bisogna prepararsi e studiare.
Prendiamo esempio dagli Apostoli. Nelle Lettere di S. Paolo, p.e., troviamo forse solo affermazioni apodittiche? Egli proclama sì la verità che il Signore stesso gli rivelava ma sempre argomentando, discutendo, studiando. Sissignore, anche studiando. Lo si capisce dalla conoscenza della letteratura pagana che il suo Discorso sull'Areopago rivela. Fa sempre appello all'intelligenza degli ascoltatori (vedi gli Atti degli Apostoli).
Non bisogna dimenticare che ciò che appare semplice e ovvio a chi, per grazia di Dio, ha mantenuto una fede integra o l'ha recuperata in modo chiaro e completo, appare oscuro o confuso agli occhi di tanti, anche sacerdoti, cresciuti all'ombra delle pseudo-dottrine che allignano nella Chiesa a partire dal Vaticano II.
Per noi cattolici c'è poi il problema dell'obbedienza al Papa, che ha un significato quasi mistico. La gran maggioranza, anche dei chierici, segue ciecamente il Papa, qualsiasi cosa egli dica o faccia. Se quella cosa non sembra buona, ne dà la colpa "a quelli che gli stanno attorno". Al Papa, mai. Questa è la forma mentis prevalente e da secoli, se vogliamo essere realisti.
Chi ha firmato la Lettera Aperta sa di essersi esposto all'odio non solo del mondo ma anche della maggioranza dei fedeli. E quest'odio lo si comincia a percepire in certi commenti, per ora nascosto dietro il dileggio e il disprezzo verso i quattro gatti che "hanno osato accusare il papa". Ma noi confidiamo nello Spirito Santo, perché ci dia coraggio, converta gli erranti a comincaire da Bergoglio, ci ispiri anche nel retto ragionamento, che certo con le nostre sole forze non saremmo capaci di sviluppare come si deve, avendo a che fare con una matassa imbrogliata dalle arti dello Spirito delle Tenebre, molto più sottili delle nostre.
PP
Oggi, lunedì 20 maggio 2019, papa Francesco ha rimosso Monsignor Vitus HUONDER dall’incarico di vescovo della diocesi di Coira (CH), nominando un amministratore in attesa dell'elezione del successore.
RispondiEliminaConformemente ad un desiderio espresso da molto tempo, Monsignor Huonder si è ritirato in una casa della Fraternità San Pio X. Il solo ed unico fine di questa decisione è di quello di dedicarsi alla preghiera e al silenzio, celebrare esclusivamente la Messa tradizionale e di lavorare in favore della Tradizione, unico mezzo di rinnovamento per la Chiesa.
La Fraternità di San Pio X apprezza la decisione coraggiosa di Monsignor Huonder, ed è lieta di potergli fornire l’ambiente spirituale e sacerdotale che intensamente desidera. Possa questo esempio essere seguito da altri, per "restaurare ogni cosa in Cristo".
20 maggio 2019
Mons. Vitus Huonder
Vescovo emerito di Coira
Don Davide PAGLIARANI
Superiore Generale FSSPX