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martedì 21 maggio 2019

Incontro con Cristo - don Elia

L’errore oggi più diffuso, riguardo alla vita spirituale, è uno dei capisaldi del modernismo: è l’idea che la fede nasca da un’esperienza soggettiva, piuttosto che dall’adesione della coscienza alla verità rivelata da Dio e insegnata dalla Chiesa. È innegabile che la fede vissuta conduca ad una certa esperienza di quanto creduto, ma ciò richiede dapprima l’accoglienza di una dottrina che la ragione riconosce credibile e alla quale la coscienza obbliga ad aderire. L’esperienza mistica, in altre parole, è un punto d’arrivo, non un punto di partenza – e non potrebbe essere altrimenti. La fede, infatti, è anzitutto una forma di conoscenza; il suo contenuto supera la razionalità umana, ma non la elimina e richiede quindi l’assenso della ragione, il quale presuppone a sua volta l’esame degli argomenti razionali che lo giustificano (i cosiddetti praeambula fidei).

Individuare il fondamento dell’atto di fede in un preteso incontro con Cristo significa porre tutta la vita cristiana su una base incerta e malferma, in quanto fatto puramente soggettivo e imponderabile. Il più delle volte, in realtà, si tratta di un’esperienza emotiva ottenuta artificialmente, creando un contesto psicologico capace di toccare bisogni affettivi elementari e di scatenare così reazioni di tipo sentimentale che innescano un meccanismo di reiterazione. Di fatto, poco o nulla è cambiato in ciò che l’uomo ha di più proprio e che lo costituisce come persona, ossia l’intelletto e la libera volontà: non si è verificata alcuna presa di coscienza né si è assunta alcuna risoluzione pratica, ma ci si è limitati a godere di una sensazione esaltante o consolatoria di breve durata, che occorrerà inevitabilmente riprodurre a scadenze regolari. Non c’è niente di soprannaturale in tutto questo; siamo ancora sul piano della natura decaduta, chiusa ed estranea alla grazia.

Tale tentativo di salvarsi da sé, questa sorta di autoredenzione che fa un uso strumentale di nomi e termini propri della fede cristiana (ai quali però, per mancanza di cognizione, manca un contenuto preciso) si rivela oltretutto una sottile e invasiva forma di manipolazione psicologica. Chi va in chiesa, normalmente, non si aspetta che qualcuno faccia leva sulle sue ferite e carenze affettive al fine di creare in lui una dipendenza dalla proposta “spirituale” offerta. A prescindere dalla buona fede soggettiva dei propagandisti, che ne sono a loro volta vittime, è di per sé un modo di procedere profondamente disonesto, poiché aggira la coscienza dell’individuo per spingerlo a dare un assenso non adeguatamente riflettuto e consapevole, quindi non abbastanza libero. Proprio questo, tuttavia, è il meccanismo sfruttato da quasi tutte le iniziative di pastorale giovanile, animazione vocazionale o reclutamento nei movimenti ecclesiali… della “primavera” postconciliare.

L’illusione di una conversione a buon mercato, che non esige alcuna seria revisione di vita ed effettiva rinuncia al peccato, rende le persone vieppiù refrattarie alla grazia, sorde ai richiami della verità, insensibili al peccato, anche grave. La presunzione di aver già raggiunto, d’un sol balzo, il culmine dell’esperienza cristiana impedisce ogni crescita reale nella vita interiore e nella pratica delle virtù, mentre la moralità di questi ferventi proseliti si degrada progressivamente, di scusa in scusa e di compromesso in compromesso. Quei comportamenti peccaminosi che, fino a sei anni fa, dovevano ancora ipocritamente mimetizzarsi, ora vengono anzi sbandierati come conquiste evangeliche della nuova èra. Vivere in adulterio permanente o praticare la sodomia “da cristiani”, con la gioia fasulla di sentirsi continuamente perdonati, pur senza pentimento ed emendazione delle colpe, sembra esser diventato l’obiettivo del secolo.

Ma chi hanno realmente incontrato quelle persone? Gesù Cristo o, nel migliore dei casi, un oggetto della loro fantasia malata? Come possono credere in chi neanche conoscono? In tutte le conversioni autentiche è necessaria almeno una conoscenza iniziale di Lui; in quelle straordinarie, nel caso essa manchi, viene infusa per via soprannaturale. Nel peggiore dei casi, invece, ci si è imbattuti nel demonio travestito da angelo di luce o piuttosto da manipolatore della psiche, con le sue ciarle suadenti e i suoi modi accattivanti. In realtà, per fare esperienza – come dicono – dell’incontro con qualcuno che non si vede né si ode fisicamente, bisogna necessariamente servirsi di quella mediazione che Egli stesso ha stabilito, cioè della Chiesa. Solo mediante il suo Magistero e la grazia dei suoi Sacramenti si viene a contatto con Cristo in modo certo, reale e oggettivo; a mano a mano che si consolida e approfondisce l’unione con Lui, poi, sarà altresì possibile sviluppare una relazione personale che sia oggetto, in certo qual modo, di esperienza diretta.

Proprio per evitare che il credente, a questo riguardo, si smarrisca nella selva dell’immaginazione, scambiando per fatti soprannaturali fenomeni meramente psicologici o addirittura patologici, Dio ha disposto che la via della vita mistica attraversi più fasi di dolorosa purificazione, mentre l’autorità ecclesiastica ha sempre effettuato un discernimento accurato, almeno fino a mezzo secolo fa. I falsi misticismi si riconoscono subito dalle manifestazioni di superbia, presunzione e disobbedienza che denunciano lo stato di un’anima non purificata e nemmeno disposta a passare per il crogiuolo del fuoco divino. Chi volesse esemplificazioni pratiche oggi ne trova a iosa, sia perché la gerarchia non vigila più né sui fenomeni straordinari né sulla qualità degli itinerari proposti dalle aggregazioni cattoliche, sia perché il clima generale, rapidamente delineato all’inizio, favorisce le mistificazioni. In certi casi, queste ultime hanno dato luogo a movimenti mondiali che coinvolgono milioni di persone; si impone allora la domanda: quante di esse, seppure in buona fede, si sono “convertite” a questa o quella esperienza, anziché a Gesù Cristo?

Non è una disquisizione di natura accademica, ma una questione di primaria importanza per il bene spirituale di tante anime che rischiano di avvelenare la propria vita di fede con surrogati nocivi. Il diavolo è riuscito addirittura a spacciarsi per la Madre di Dio – benché imitandola in modo goffo e maldestro – per tempi prolungati; ma le sue contraffazioni non sono mai perfette e si tradiscono regolarmente per qualche difetto più o meno vistoso. Se la mancanza di un’adeguata formazione in materia non ci consente di discernere in modo autonomo (visto che la gerarchia è latitante), esiste un criterio ben chiaro che chiunque può applicare da sé: non bisogna giudicare un fenomeno in base a quel che ognuno prova soggettivamente, bensì a partire dalle sue caratteristiche oggettive, che devono rispettare in tutto l’assoluta santità e perfezione di Dio; qualsiasi difetto o anomalia deve pertanto metterci salutarmente in guardia e farci decidere, come minimo, di sospendere il giudizio.

Qualora si rilevino evidenti errori dottrinali o indizi di immoralità (come disobbedienza, menzogna, interesse di lucro o abuso della credulità popolare), è obbligatorio negare l’assenso e smettere di frequentare luoghi e presunti veggenti, poiché si è responsabili davanti a Dio non soltanto di aver acconsentito all’inganno, ma anche di averlo pubblicamente ratificato con la propria partecipazione. Deus non irridetur: non ci si prende gioco di Dio; prima o poi se ne pagano le conseguenze. Per andare sul sicuro, prediligiamo i santuari ufficialmente riconosciuti dall’autorità competente prima che scoppiasse la crisi nella Chiesa, nei quali la Madonna accoglie i Suoi sinceri devoti senza lasciarli nell’incertezza, anzi accendendo in loro il desiderio della perfezione e colmandoli maternamente di tutte le grazie necessarie a raggiungerla.

10 commenti:

  1. ...L’esperienza mistica, in altre parole, è un punto d’arrivo, non un punto di partenza – e non potrebbe essere altrimenti...

    Ognuno ha la sua strada; molti, tipo San Paolo, hanno iniziato con un'esperienza mistica, in questo caso proprio una locuzione del Signore, restando pur vero che Saulo era un credente, aveva quindi coltivato sinceramente in se stesso l'uomo religioso. So di altre persone che, pur essendo digiune di qualsiasi retaggio religioso e non volendo poi saperne nulla, all'improvviso sono state profondamente toccate ed hanno creduto. Come ho già citato altrove, Roberto Calasso nel saggio introduttivo al libro di Kraus, Detti e Contraddetti, parla dei Santi come dei grandi schizofrenici, usando un termine scientifico che indica una patologia, quindi il fatto mistico appaiato, uguagliato al fatto patologico. Non è così ma, può essere così. Può essere così sia in ambito religioso, sia in qualsiasi altro ambito. Credo che gran parte degli esseri umani abbiano questa patologia e/o questa marcia in più, questa sensibilità, questa apertura verso ciò che non vediamo, non percepiamo con i nostri cinque sensi. Ed è qui che vengono in aiuto la Dottrina, il Dogma, i Vangeli, la Sacra Scrittura, le regolari devozioni, la partecipazione al culto, un aiuto che è volto alla preparazione, alla guida verso il saper discernere gli spiriti, verso il riconoscere le potenze dell'aria dagli esseri angelici, da NSGC, dala Santa Vergine. Questo per essere in grado di non cadere nell'inganno.

    Credo che il grande inganno in cui è caduta la chiesa, da un secolo a questa parte, sia proprio la patologia schizofrenica, coniugata con le tecniche orientali che portano alle esperienze fuori dal corpo fisico. Molti sacerdoti ed alti prelati, sono, quasi, certa che praticano queste tecniche, che peraltro non richiedono quasi nulla sul piano morale. Ecco dunque l'abbandono del dogma, la superficialità di un'accoglienza indiscriminata di peccatori ed idolatri, ecco dunque che il potenziale schizofrenico diventa patologia illuminata dalla tecnica di un certo tipo di meditazione, di certe diete ed altro che non so, che gli conferiscono esperienze fuori dal corpo.
    Ricordo il titolo di un film, Senti Chi Parla! Ecco discernere le potenze dell'aria vuol dire anche riconoscere chi sta parlando, e come il male qui scimmiotta il bene di qui, così accade con visioni, locuzioni che vengono dal mondo delle potenze dell'aria.
    Il Santo è umile, viene trasportato oltre se stesso dal Signore, non solo spazialmente ma, sul piano cognitivo e volitivo, e il vincolo che unisce il Santo al Signore è un vincolo d'Amore, vincolo nel quale si fondono la libertà del Santo che va verso NSGC e la Grazia del NSGC che gli va incontro. Questa sola è la strada stretta, sicura che mette le ali ai nostri piedi, senza bruciarle, appena spuntate, insieme alla nostra anima.
    Oserei dire che tutto questo dilagare di schizofrenici bastardi è stato reso possibile dalla superbia umana, diventata follia di massa, causa l'alterigia con cui si è cercato, accolto, propagato il progresso scientifico e tecnologico. Ebbri, l'uomo oggi è ebbro, così sono la gerarchia gnostico-cattolica ed i potentati gnostico-finanziari. Ci siamo posti sull'autostrada dell'alta velocità, abbiamo abbandonato la via stretta ed in salita, per arrivare prima nel posto che non è quello che NSGC ha preparato per noi.

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  2. Mio Dio, io credo in Voi. Ma so, a causa delle tenebre che ancora circondano il mio spirito, di non credere quanto e come dovrei e vorrei; per questo ricorro a Maria, Vergine fedele, affinché mi ottenga la fede sua purissima.
    Mio Dio, io Vi adoro. Ma so, a causa della mia meschina tiepidezza, di non adorarVi quanto la Vostra Divina Maestà meriterebbe; per questo ricorro a Maria, Modello di vera pietà, affinché sia mia Maestra nel culto da tributare a Voi.
    Mio Dio, io spero in Voi. Ma so, a causa della mia debolezza, che talvolta sono preda della disperazione; per questo ricorro a Maria, Madre della Speranza, perché m'ispiri la fiducia che la Vostra Sovrana Bontà si attende da me per compiere le opere Sue in me.
    Mio Dio, io Vi amo. Ma so, a causa delle umane concupiscenze, che troppo spesso la mia mente e il mio cuore sono distolti dalla contemplazione dell'ardente fornace di carità che è il Vostro Cuore, Centro di tutta l'opera di Redenzione. Per questo ricorro a Maria, Madre della Carità, affinché tenga sempre accesa in me la fiaccola del Divino Amore, alimentandola senza posa con la fiamma del Suo Cuore Immacolato.
    E Vi chiedo perdono per chi non crede in Voi, non Vi adora, non spera in Voi e non Vi ama. Così sia.
    Servus Mariae

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  3. IL PAPA DA’ IL VIA LIBERA AL NUOVO MESSALE IN ITALIANO

    Durante la prima giornata di lavori dell’Assemblea generale della Cei, il cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha annunciato ai vescovi italiani che il Papa ha autorizzato la promulgazione della nuova edizione in italiano del Messale Romano dopo che è giunta la confirmatiodella Santa Sede. Non c’è ancora una data fissata. Pertanto è ancora prematuro sapere quando cambieranno alcune formule con cui viene celebrata l’Eucaristia nella lingua italiana. Probabilmente saranno necessari ancora diversi mesi.

    La traduzione italiana della III edizione del Messale Romano era stata approvata lo scorso novembre dall’Assemblea generale straordinaria della Cei. Fra le novità introdotte quella sul Padre Nostro: non diremo più «e non ci indurre in tentazione» (Dio non può indurre in tentazione), ma «non abbandonarci alla tentazione». E intoneremo il Gloria sostituendo al classico «pace in terra agli uomini di buona volontà», il nuovo «pace in terra agli uomini, amati dal Signore». Sono due tra le più significative modifiche che giungono al termine di un percorso durato oltre 16 anni. Un arco temporale in cui «vescovi ed esperti hanno lavorato al miglioramento del testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico, nonché alla messa a punto della Presentazione del Messale». Nelle intenzioni della Cei, infatti, la pubblicazione della nuova edizione non è solo un fatto “editoriale”, ma «costituisce l’occasione per contribuire al rinnovamento della comunità ecclesiale nel solco della riforma liturgica». L’entrata in uso del nuovo Messale verrà accompagnata con una sorta di «riconsegna al popolo di Dio», tramite un sussidio che rilanci l’impegno della pastorale.
    Fonte:
    Avvenire
    https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/incontro-cei-mediterraneo-papa-a-bari

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  4. Grazie del lucido e illuminante articolo. Ma non si contempla la possibilità dell'azione satanica anche lì dove è genuina la fonte. Sto parlando di Medjugorje, dove pur senza errori dottrinali o immoralità dei veggenti si è intorbidito il fenomeno forse perché fin troppo autentico. E poi se è vero che dai frutti si riconosce l'albero, lì c'è davvero l'azione di Dio.

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  5. Io penso che parlare di Medjugorje è ormai inutile, la Chiesa ha fatto tanto caos sul fenomeno che non sapremo la verità prima che sia troppo tardi (personalmente ritengo possa essere in parte vero ed è certamente in parte falso, ma è difficile stabilire un confine). Comunque gli errori dottrinali ci sono ed evidenti.

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  6. Comunque mi par di capire che Don Elia si riferiva anche ai movimenti carismatici.

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  7. Infatti, caro Fabrizio, sono anni che su Medjugorie, come su tutte le altre apparizioni private, la chiudo lì.
    Si rischia di alimentare discussioni che sfociano nel fanatismo e non portano da nessuna parte....

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  8. Difendere Medjugorje non equivale necessariamente ad essere fanatici, così come avere legittime perplessità su questa o quella apparizione non vuol dire avere il cuore chiuso. Avevo ben capito che don Elia si riferiva ai movimenti carismatici, ma anche lì il rischio è quello di creare fazioni. Una cosa è certa. Leggere i messaggi che la nostra madre ci invia infonde molta speranza senza eludere la gravissima situazione in cui ci troviamo. Spero non aver urtato la sensibilità di chi voleva chiudere assolutamente la discussione.

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  9. Credo ut intelligam , intelligo ut credam
    Sant'Agostino

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  10. Le fazioni le hanno già create i movimenti carismatici - anzi, i movimenti in generale...

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