Non voglio neppure andare a controllare, non mi interessa. E soprattutto non ha importanza, lo spazio che oggi la stampa riserva o non riserva alla notizia della morte di Paolo Bonzi, mancata ieri a 77 anni per l’improvviso aggravarsi di una malattia. Non ha importanza perché la grandezza di questa donna cieca, da 35 anni anima del Centro Aiuto alla Vita della Mangiagalli di Milano, è già scritta nei numeri della sua colossale opera. Numeri che parlano di 22.633 bambini strappati all’aborto, di altrettante mamme salvate, di decine di migliaia di vite che hanno sprigionato una bellezza che la morte si sarebbe portata via, se l’ascolto amorevole di Paola e degli altri volontari di quel Cav non fosse arrivato a seminare speranza, a tendere la mano, ad offrire l’abbraccio decisivo.
Basterebbe questo, da solo, a descrivere la statura di un donna che però – come si diceva – difficilmente verrà riconosciuta fino in fondo. Basti pensare a quanto accaduto sei anni fa, quando a Milano decisero di assegnarle l’Ambrogino d’oro: la sinistra militante insorse e non ci pensò due volte a definire quella premiazione «un insulto» e «un’offesa». Il motivo? Ma è ovvio: le «idee medioevali» di questa donna che, pur non potendola vedere, della luce era diventata credibile ambasciatrice. Una luce che si fatica a vedere, ormai, perfino in un mondo cattolico dove «salvare vite» è diventato sinonimo di benedizione dei barconi Ong. Tutto il resto ciao, viene dopo. Chiunque però venga a conoscenza di quelle 22.633 vite salvate davvero, non potrà che rendere omaggio a questa grande donna dell’Italia di oggi, già esempio per quella di domani. (Giuliano Guzzo)
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PAOLA BONZI: STRUMENTO DI UN MIRACOLO
Impossibile rendere in poche righe l’enormità della presenza che è stata e che continuerà a essere Paola Bonzi nella vita di tante persone. Quello che si può sicuramente dire è che Paola Bonzi è stata strumento di un miracolo. Meglio, migliaia di miracoli. La stessa nascita del Cav all’interno della Mangiagalli, e cioè nella la clinica che fu l’epicentro della battaglia a favore dell’aborto in Italia, è una piccola storia grandiosa che andrebbe ricordata come merita.
Qualche prezioso accenno si trova in una intervista a Giorgio Pardi, il primo medico a eseguire un’interruzione di gravidanza legale in Italia che poi, anche grazie all’incontro con Paola Bonzi, pur continuando a difendere la legge 194 assunse posizioni molto distanti da quelle dei paladini dell’aborto come “diritto”.
Paola Bonzi e gli eroici volontari del suo Cav hanno fatto nascere in 35 anni 22.702 bambini che senza di loro sarebbero stati abortiti. Ventiduemilasettecentodue. Ognuno dei quali aveva per Paola un valore infinito. Quanto fa 22.702 volte infinito? Fa tantissimo, tutto, troppo. Troppo per mollare anche solo un centimetro.
Per questo Paola Bonzi nei 35 anni di servizio al Cav ha sempre combattuto quando c’è stato da combattere. Con impareggiabile serenità, con grande discrezione, con eleganza di gran signora perfino, tuttavia ha sempre gridato quando bisognava gridare, stretto la cinghia quando ha dovuto stringerla, preso gli sputi e gli insulti dei nemici quando era meglio lasciarli sfogare il loro odio ideologico.
Era pronta a tutto, Paola Bonzi, per dare un aiuto a quelle mamme in difficoltà e una chance di vita a quei bambini.
L’anno scorso, rispondendo all’ennesima incomprensibile aggressione mediatica contro l’opera del Cav, aveva riassunto bene per Tempi la fatica che lei e i suoi volontari si sono sobbarcati per oltre tre decenni nella pressoché totale indifferenza di quello Stato che ha pure avuto la faccia tosta di chiamare la 194 una legge «per la tutela sociale della maternità».
«Il mio colloquio professionale viene pagato 19 euro e 11 cent. Il nostro bilancio annuale ammonta a 1 milione 600 mila euro. I rimborsi dell’Ats ne coprono un terzo. Ma noi abbiamo oggi abbiamo in carico più di 2.500 donne e forniamo loro: colloquio mensile fino all’anno del bambino, partecipazione a gruppi di donne allo stesso periodo di gravidanza, se serve accoglienza gratuita in un alloggio per il periodo della gravidanza e dopo la nascita, corso di preparazione al parto, quando il bimbo nasce incontro con ostetrica, massaggio del neonato, gruppi bebè, colloqui mensili che negli ultimi 6 mesi diventano scuola di genitori, e a ciascuna mamma diamo magari un bel sussidio mensile che il pubblico non dà, una “borsa della spesa” e poi tutto ciò che serve al bambino, corredino, attrezzature, passeggino, marsupio, fornitura di pannolini fino all’anno di età, guardaroba fino ai 18 mesi. Un terzo i rimborsi: eccoli i soldi intascati per far funzionare la 194. Non sto qui a perdere tempo ad “istruire sulle colpe morali”: 21.330 bambini nati, e nessuno mi ha mai maledetto per averli aiutati».
Paola Bonzi non ha mai avuto il monumento che avrebbe meritato. Anzi, anche quando, nel 2013, la città di Milano l’ha insignita con la sua massima onorificenza, l’Ambrogino d’oro, perfino allora Paola Bonzi ha dovuto superare la resistenza dei suoi odiatori. E se alla fine l’avesse avuta vinta la sinistra, contraria alla sua candidatura per il prestigioso riconoscimento, be’, avrebbe scrollato le spalle e sarebbe andata avanti come prima a incontrare donne, abbracciare neonati, soccorrere famiglie. Perché non le interessavano le battaglie ideologiche o politiche. Non voleva passare per icona o martire della solidarietà. Per lei davvero contava soltanto salvare vite.
da TEMPI, 10 agosto 2019
Ricordiamo Paola anche attraverso una sua vecchia intervista, in cui mette a nudo il suo bisogno d'infinito, la nostalgia da cui tutta la sua vita è stata mossa: “Non mi manca la vista, mi manca l’infinito” [qui].
Grazie Mic. Un fulgido esempio di una vita spesa bene. Che il Signore la accolga nel Suo Regno!
RispondiEliminaE non dimentichiamo Bibbiano, con questa riflessione:
"Sappiamo che il femminismo fin dalle origini è stato sponsorizzato dalle élite, come la Rockefeller foundation.
Esiste in rete un filmato in cui il regista Aaron Russo afferma che, in un dialogo avuto con Nick Rockefeller, gli confidò le reali ragioni perché avevano scelto di sovvenzionare il femminismo.
Le reali ragioni erano due e una di queste è che, togliendo la donna dalla casa, i bambini potevano essere sottratti facilmente all’educazione dei genitori e indottrinati dallo stato, fin dalla più tenera età.
In questo modo sarebbe stato più facile imporre, attraverso l’indottrinamento dei bambini, un nuovo ordine sociale, in cui la famiglia non ci sarebbe stata più e i bambini sarebbero stati dello stato, così come avevano immaginato sia Orwell e sia Aldous Huxley nei loro racconti distopici."
Potete vedere il video qui:
https://www.youtube.com/watch?v=xTf0Q8z8GkQ
Oggi 77 anni non sono tanti, si arriva benino a compierne 90 e più. Ma Paola Bonzi doveva andare a combattere dal cielo la battaglia in difesa dei piccoli, anche quando piccoli piccoli non sono più, a combatter la battaglia per la donna madre, la battaglia per l'uomo padre. Anche in cielo si stanno radunando le schiere di anime, uomini e donne, che la vita l'hanno amata, rispettata e per essa hanno combattuto. La nostra battaglia continua su questa dura terra, Paola Bonzi continua dal cielo secondo i compiti che le sono stati ora assegnati, insieme ad una vista d'aquila, che il suo cuore grande ormai pieno solo dell'amor di Dio ha ricevuto in dono.
RispondiEliminaPaola Bonzi, prega per noi. Ciechi.
22mila "grazie" a Paola Bonzi, Madre spirituale di oltre 22mila Bambini che ha aiutato a nascere salvando altrettanti MADRI che, colte impreparate dalla VITA che nasceva in loro, senza il suo aiuto, sarebbero morte dentro, con i loro BAMBINI......
RispondiEliminaPaola è morta, a 75 anni e dopo 35 anni di vita CONSACRATA ALLA VITA DEGLI ALTRI.... il sottobosco che cresce senza clamori, senza aiuti... senza riflettori mediatici, ma di certo CON L'AIUTO DI DIO..... Una storia che tutti devono conoscere e prenderne atto!
Grazie Paola.
In Paradiso ti accompagnino gli angeli, al tuo arrivo ti accolgano i martiri, e ti conducano nella santa Gerusalemme
Réquiem aetérnam dona eis, Dómine,
et lux perpétua lúceat eis.
Requiéscant in pace. Amen
Questa è una grande italiana non la Bonino.Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene…..
RispondiEliminaSe e quando torneremo a votare, basta che vi rammentiate dei misfatti di Bibbiano, di chi ha fatto finta di non vedere e di chi, invece, ha condannato senza se e senza ma quel mostruoso sistema di affari camuffato da tutela dei più deboli. Basterà questo per scrivere la parola FINE alla sopravvivenza politica dei orchi sinistri e dei loro sodali.
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