Nella nostra traduzione dal testo originale tedesco [qui] una nuova preghiera scritta recentemente da Joseph Ratzinger per la diocesi di Burgenland Eisenstadt, uscendo ancora una volta dal suo silenzio. Interpretabile in riferimento allo smantellamento della vera Chiesa. Può essere utile consultare l'indice degli articoli dedicati ai "due papi" e alle molteplici analisi dell'inedita e anomala situazione.
Apprendiamo dal BenedettoXVIblog che il vescovo di Eisenstadt Ägidius Zsifkovics, nella sua prefazione all’Annuario del Burgenland, descrive la preghiera come teologicamente scaltra e toccante Lo scritto di Benedetto XVI è del giugno scorso; ma contiene elementi significativi anche in relazione agli eventi più recenti, tenendo anche conto che il discusso testo dell'Instrumentum Laboris del Sinodo Amazzonico era in quel momento già noto.
Ricordiamo un precedente scritto particolarmente significativo: le Note [qui] vergate in occasione della riunione dei presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per discutere sul tema degli abusi, convocata in Vaticano (24-29 febbraio 2019). Il documento fu reso pubblico nel successivo mese di aprile dimostrando come le sue osservazioni non fossero state tenute in alcuna considerazione.
Non posso tacere la mia delusione nel non trovare alcun cenno, insieme all'Incarnazione e alla Resurrezione, alla Redenzione che il Signore ha compiuto a caro prezzo... il "segreto del chicco di grano" rimane pur sempre un infinito segno di amore, ma non c'è traccia dell'espiazione. (ne parlavo qui) E dunque ancora una volta, insieme alle luci, ritroviamo le ombre di un inesorabile cuneo modernista, da tempo presente, ma penetrato nella Chiesa attraverso il concilio.
La preghiera di Benedetto
Ricordiamo un precedente scritto particolarmente significativo: le Note [qui] vergate in occasione della riunione dei presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per discutere sul tema degli abusi, convocata in Vaticano (24-29 febbraio 2019). Il documento fu reso pubblico nel successivo mese di aprile dimostrando come le sue osservazioni non fossero state tenute in alcuna considerazione.
Non posso tacere la mia delusione nel non trovare alcun cenno, insieme all'Incarnazione e alla Resurrezione, alla Redenzione che il Signore ha compiuto a caro prezzo... il "segreto del chicco di grano" rimane pur sempre un infinito segno di amore, ma non c'è traccia dell'espiazione. (ne parlavo qui) E dunque ancora una volta, insieme alle luci, ritroviamo le ombre di un inesorabile cuneo modernista, da tempo presente, ma penetrato nella Chiesa attraverso il concilio.
La preghiera di Benedetto
Benedictus XVI Papa emeritus[Traduzione per Chiesa e Post-Concilio di Antonio Marcantonio]
Signore Gesù Cristo,
sono passati più di 1900 anni da quando Tu, il Verbo eterno di Dio, sei entrato nel tempo e Ti sei fatto carne – Ti sei fatto uomo. Non hai dismesso la Tua natura umana come un vestito dopo averla assunta per poco tempo. No, fino alla Tua morte sulla croce Tu l’hai assunta, l’hai attraversata e l’hai sofferta e rimani, dopo essere risorto, per sempre uomo. Nella parabola, Ti sei paragonato al chicco di grano, che cade nella terra e muore, ma non rimane isolato, bensì emerge di nuovo e porta costantemente frutto. Nella Santa Eucarestia Tu sei sempre presente tra di noi, Ti affidi nelle nostre mani e nei nostri cuori affinché possa sorgere una nuova umanità. Quindi il Tuo farti uomo non è per noi un’esperienza lontana, bensì ci tocca tutti, ci chiama tutti. Aiutaci a comprenderlo sempre di più. Aiutaci a vivere e a morire nel segreto del chicco di grano e a contribuire al sorgere di una nuova umanità.Prima di lasciare questo mondo e di tornare al Padre, per poi tornare tra di noi, Tu hai affidato a dei giovani uomini il compito di andare in tutto il mondo e di battezzare le genti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E l’essere battezzati ci fa diventare una nuova comunità, la Tua Chiesa. Come Tu hai annunciato, questo Tuo nuovo corpo – che si estende in tutto il mondo – si contraddistingue per la Tua vicinanza, che anima il corpo stesso. Ma è anche contraddistinto dalla nostra fragilità, che si supera solo lentamente.In questo momento della nostra storia, Ti ringraziamo per la grazia di averci chiamato a far parte della Tua Chiesa. Ti ringraziamo per le realtà belle e grandi che si rendono visibili nel mondo per mezzo di essa. Ti preghiamo anche di aiutarci ad affrontare l’oscurità che, di tempo in tempo, è sempre minacciosamente attiva al suo interno.E Ti ringraziamo perché da sessant’anni la nostra Patria, il Burgenland, è divenuta un episcopato ed è entrata come una famiglia unita nella più vasta famiglia di Dio. Alla fine della prima guerra mondiale l’immenso territorio della vecchia Austria, che univa tra loro molti popoli, si è frantumato ed è stato diviso in molti Stati [ricorda la fine dell'impero absburgico -ndT]. Ma la nostra patria si trova laddove le divisioni si dissolvono. Così, poco a poco il nostro episcopato si è evoluto dalla presenza di singole realtà a una nuova unità. Il suo compito è pertanto anche quello di agglomerare le varie lingue e le storie diverse di ogni parte in una nuova unità. Ti ringraziamo quindi per il fatto che – grazie alla guida di buoni pastori – il nostro episcopato è divenuto uno spazio di riconciliazione in cui la forza conciliatrice del Tuo amore è stata resa in qualche modo visibile.In questo frangente pensiamo innanzitutto agli esordi della fede all’interno della nostra patria, all’epoca in cui Tu ci hai inviato la grande figura di San Martino, Vescovo di Tours. Martino nacque nella nostra terra – l’allora provincia romana della Pannonia – e le sue origini fanno sì che ci appartenga per sempre in modo speciale. Seguendo la volontà di suo padre, egli diventò un soldato romano e giunse nella Gallia, all’altro estremo del continente. Incontrò Te, Signore Gesù Cristo, nella figura di un mendicante, e spartendo con lui il suo mantello – la sua casa, potremmo dire – Ti ha riconosciuto nel suo cuore. Tu gli hai fatto dono di un grande maestro, Ilario di Poitiers, che ha illuminato la sua intelligenza e in tal modo lo ha protetto dalle insidie dell’arianesimo. Così, egli venne preservato da quella falsa forma di fede cristiana, che trasmetteva ai popoli recentemente convertiti un’immagine sminuita di Nostro Signore e impediva pertanto l’accesso alla grandezza della vera fede. Seguendo le orme di Sant’Ilario, San Martino tornò ancora una volta nella sua terra per poi recarsi di nuovo nella Gallia, ove realizzò il grande ministero della sua vita.Anche oggi la nostra fede è minacciata da mutamenti riduttivi a cui le mode mondane la vorrebbero sottoporre per sottrarle la sua grandezza.Signore, aiutaci in questo nostro tempo ad essere e a rimanere veri cattolici – a vivere e a morire nella grandezza della Tua verità e nella Tua divinità. Donaci sempre vescovi coraggiosi che ci guidino all’unità con la fede e coi santi di tutti i tempi e ci mostrino come agire in modo adeguato al servizio della riconciliazione, cui il nostro episcopato è chiamato in modo speciale. Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi!Benedetto XVI
Città del Vaticano,
Monastero “Mater Ecclesiae”,
8 giugno 2019
16 Novembre - San Giuseppe Moscati
RispondiElimina“Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto più vi sentirete solo, trascurato, vilipeso, incompreso, e quanto più vi sentirete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un’infinita forza arcana, che vi sorregge, che vi rende capaci di propositi buoni e virili, della cui possanza vi meraviglierete, quando tornerete sereno. E questa forza è Dio!
Di un’altra cosa dovete ricordarvi, ed è che non bisogna accasciarsi, ma mettere in pratica una delle quattro virtù cardinali, la fortezza. Accasciarsi significa giustificare le ragioni, che gli altri accampano per imporci un orientamento piuttosto che un altro”.
Ottimo! Vi ringraziamo, e abbiamo segnalato la Sua traduzione al ChiesaRomana.info
RispondiEliminaIl Cardinale Ratzinger, a prescindere dalle preghiere che scrive, non è più Papa. Si è dimesso e la figura emerita che si ostina a voler sdoganare è un grave vulnus al ministero petrino e alla autorità papale in quanto tale.
RispondiEliminaDi due soggetti vestiti da papi la Chiesa Cattolica non ne ha nessuno. Ratzinger si è dimesso, mentre Bergoglio è decaduto per eresia, ammesso che la sua elezione sia mai stata valida.
Siamo allo sbando e si continua a fare le vedovelle sfrante invocando il dimissionario come papa.
Un pastore fuggito davanti ai lupi che ha lsciato il gregge in balìa degli eventi, rappresenta un esempio assai negativo. Aveva ragione Giovanni Paolo II a rispondere all'allora Prefetto per la Dottrina al secolo Ratzinger che lo invitava a dimettersi: Dalla croce non si scende.
Questi manco ci salgono.... scappano prima....
Siamo allo sbando e si continua a fare le vedovelle sfrante invocando il dimissionario come papa.
RispondiEliminaÈ così in alcuni casi; ma non è certo qui che succede.
È ovvio che se si dà risalto a dichiarazioni di Ratzinger che rompono quello che doveva essere un silenzio totale, è perché acquistano rilevanza in una temperie oscura come questa in virtù della sua innegabile autorevolezza morale oltre che spirituale.
Nonostante l'evidente e più volte stigmatizzata anomalia del cosiddetto "papato allargato".
Un articolo tra i tanti:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2016/07/papato-allargato-no-grazie.html
Può esere utile consultare l'indice dei numerosi artivoli dedicati all'inedita e anomala situazione
RispondiEliminahttps://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/01/indice-degli-articoli-riguardanti-i-due.html
“Non hai dismesso la Tua natura umana come un vestito dopo averla assunta per poco tempo ... rimani, dopo essere risorto, per sempre uomo.“ - contra Scalfaroglio che ha parlato di una resurrezione spirituale.
RispondiElimina“Nella Santa Eucarestia Tu sei sempre presente tra di noi“ - Presenza Reale
“andare in tutto il mondo e di battezzare le genti nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.“ - atro che il proselitismo è una solenne sciocchezza.
“Ti preghiamo anche di aiutarci ad affrontare l’oscurità che, di tempo in tempo, è sempre minacciosamente attiva al suo interno.“ - apostasia
“la nostra Patria“ - altro che meticciato e abbattete i confini
“le insidie dell’arianesimo... falsa forma di fede cristiana, che trasmetteva ai popoli recentemente convertiti un’immagine sminuita di Nostro Signore e impediva pertanto l’accesso alla grandezza della vera fede.“ - apostasia
“Anche oggi la nostra fede è minacciata da mutamenti riduttivi a cui le mode mondane la vorrebbero sottoporre per sottrarle la sua grandezza.“ - apostasia
“Signore, aiutaci in questo nostro tempo ad essere e a rimanere veri cattolici“ - apostasia
“Donaci sempre vescovi coraggiosi“ - pastori vigliacchi
Non è comprensibile il perché si pubblichino i contributi dello sgradito emerito, il più delle volte non per discuterli nel merito, ma per ribadire di volta in volta che l'autore sarebbe stato e sarebbe ancora una figura deleteria per la fede e per la Chiesa, e, in quanto tale, inefficace nei contenuti di quanto esprime, a prescindere dalla eventuale condivisibilità. A mio modesto parere, è un inutile corto-circuito.
RispondiEliminaPersonalmente condivido al cento per cento il commento 16 novembre 2019 09:38.
RispondiEliminaIl buon fabrizio giudici ha mostrato il non scritto dello scritto, grazie. ORA si ha fame e sete di pane al pane, vino al vino. Sono cinquanta ed anche cento anni che si procede con dico e non dico, su cui sono prosperati tutti i tradimenti a seguire. BASTA.
A mio modesto parere, è un inutile corto-circuito.
RispondiEliminaQuestione di punti di vista. Più che un corto circuito a me sembra la presa d'atto della realtà, con tutte le ambiguità che la caratterizzano, anche negli atti e negli scritti dei protagonisti, a partire del concilio dei concili, il mitico Vaticano II.
Ed è innegabile che Ratzinger/Benedetto XVI/Ratzinger non sia un attore secondario...
Comprendo il commento di Petrus, anche se non è vero che tutti reagiscono come ha descritto. È inevitabile che in questo momento di grave confusione e di prelati che in massima parte dicono fino a un certo punto, o parlano in modo "scaltro" (notevole la parola usata dal vescovo), ci siano reazioni opposte. Tuttavia, se Ratzinger ha voluto rendere pubblico un suo documento - è chiaro che è così, il vescovo a cui l'ha indirizzato evidentemente gli è amico e ha dato risalto alla faccenda - credo che sia necessario diffonderlo e, inevitabilmente, ragionarci sopra.
RispondiEliminaCara Mic, ringrazio di cuore per questo bel dono e ringrazio il Papa Benedetto XVI per bel un raggio di sole in questo piovosissimo autunno ecclesiale dalle alte maree di mondo e superuomini che ambiscono farsi come Dio senza amarlo, ne' adorarlo.
RispondiEliminaOrmai, purtoppo, i Cattolici sono diventui come i russi al tempo iniziale della rivoluzione. Lamentano il caduto della monarchia ma lottano tanto trai di loro che i Marxisti vano avanti in vittoria.... siamo pazzi o dimentichiamo che dobbiamo imitare il senso di patriotismo dell'Ammiraglio Kolchack? https://www.filmtv.it/film/139467/the-admiral/#
RispondiEliminaUn pastore fuggito davanti ai lupi che ha lsciato il gregge in balìa degli eventi, rappresenta un esempio assai negativo. Aveva ragione Giovanni Paolo II a rispondere all'allora Prefetto per la Dottrina al secolo Ratzinger che lo invitava a dimettersi: Dalla croce non si scende.
RispondiEliminaNon abbiamo elementi per esprimere un giudizio così categorico e tranchant. Purtroppo, mentre sono noti gli innumerevoli impedimenti posti al pontificato di Benedetto XVI e si avverte la temibilità di quelli non noti, non mancano le difficoltà di interprerare la rinuncia, non potendo escludere che sia voluta anche come svolta problematica del papato, al solito codificata col fatto compiuto (prassi versus dottrina), deducibile da alcune dichiarazioni. Ne abbiamo scritto ad nauseam.
https://www.veritatemincaritate.com/2019/11/il-senso-della-vita-lintimo-rapporto-con-gesu/
RispondiEliminaBuon ascolto, con la fede:
dall'evidenza all'essenza;
dall'approssimazione all'Eucaristia;
attendere... Lui: Gesù;
le feste: preparare regali soprattutto per Il Festeggiato, il giorno del suo compleanno!
Con Giuseppe e Maria: con quello stile lì. Lo stile di Gesù.
Quando Il Figlio dell'uomo tornerà, troverà ancora la fede?
Nella impossibilità di poter formulare un giudizio certo è meglio un bel tacere.
RispondiEliminaFra Camillo Ferro “Betlemme” 23 Ottobre 2019 – 3 piccoli Passi
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=_iEP-9xulZE&feature=youtu.be
Sebastiano Mallia su Fb:
RispondiEliminaEntra un po' di aria fresca, con questa preghiera di Benedetto XVI, scritta a giugno per la diocesi di Burgenland Eisenstadt, e 'respiriamo', finalmente.
Perchè irrompe fra questa bacheche e, in generale, nella fumisteria a cui si è ridotto l'ecclesiale, un testo rivolto a Nostro Signore Gesù Cristo, la Signore della storia e della nostra vita. Della mia sicuramente.
Irrompe come impetrazione e come confessione sintetica, semplice e nel nostro linguaggio di credenti del ventunesimo secolo, della divinità e dell'umanità del Nazareno. Come impetrazione cattolica ed apologetica, che vuole ricordarci da Chi veniamo e a Chi andiamo; Chi sempre è stato il nostro Principio e Chi sarà -in ogni secondo del tempo che ci è dato- la nostra Fine.
Come confessione di ciò che davvero e da solo dobbiamo cercare in una chiesa, in una messa. Lui, ovviamente, ma anche il nostro morire, il nostro seppellirci in Lui, perchè finalmente possiamo solo pensare di portare qualche frutto.
Rivolto alla diocesi dice -subito dopo- che "la nostra patria si trova laddove le divisioni si dissolvono". La nostra Patria è il Figlio e il Suo mistico Corpo del quale facciamo parte, nel quale siamo chiamati a dissolverci per rifiorire. Esso è indistruttibile, perchè il Suo Capo è Cristo e nulla potrà annientarlo, neanche chi pensa di poterlo condurre alla rovina con redini nascoste, perchè nulla resterà nascosto, tutto è già stato rivelato.
La fede di sempre risplende semplice e piccola in queste parole; è lampada che -con quel minimo che è già tutto- infiamma i cuori.
E mi è possibile gridare, con voce un po' rotta, finalmente...
Grazie, Santità.
Andate in tutto il mondo a convertire nel Nome della Trinità, ottimo, ancora più ottimo sarebbe stato aggiungere il seguito, si salverà chi crede e si dannerà chi non crede in Gesù Cristo. Ma perché allora soltanto nel 2018 ha ribadito e sottolineato che gli ebrei non hanno bisogno di salvarsi? O meglio lui scrive che sono già salvi senza conversione a Cristo. Mi sta bene la pubblicazione del suo scritto che però mi lascia abbastanza indifferente: dato che è libero di scrivere cosa vuole, dato che in Vaticano ci sono 2 librerie, una per ogni papa a sinistra e destra di san Pietro, dato che santa Maria degli Angeli riporta i due stemmi sempre di questi due papi (nonchè entrando una statua di Lucifero trionfante-sic), dato che come si è già sottolineato è un'anomalia pure il doppio papato (il munus è solo suo? fino alla morte..e l'altro allora cos'ha? come vescovo di Roma dovrebbe essere col munus ma ce l'ha l'altro, e poi di vescovi di Roma ci sono solo loro due? che restano entrambi tali, uno come papa col munus e l'altro come delega?), dato che è lui l'inventore di tale somma assurdità, non capisco a che gioco stia giocando….Perché non dice pane al pane e vino al vino anche su altri argomenti che scottano? Pachamame e Priapi ad esempio. Mi pare un ni il suo, non certo il sì quando è sì ed il no quando è no di chi sulla Croce è salito per aver detto la verità. Lui la verità non la difende dal mio punto di vista, scrivere delle cose cattoliche è normale, son capace pure io. Sarebbe il caso di difendere le anime dal mio punto di vista cattolico e questo non glielo vedo fare in alcun modo. Anzi...
RispondiEliminaUn piccolo commento: San Martino è stato due volte fortunato, sia perchè ha avuto come Maestro Sant'Ilario di Poitiers, sia perchè aveva da difendersi "solo" dall'Arianesimo. Nemmeno ad Ario ed ai suoi successori sarebbe venuto in mente di ri-promuovere l'idolatria pagana. Il che era un bel vantaggio !
RispondiEliminaLa preghiera è inserita in un contesto storico-politico in cui si parla anche del dramma del disfacimento dell'ex impero austro-ungarico, è stata scritta per la ricorrenza del 600esimo anniversario della fondazione del monastero di Burgenland, sono 3 pagine dattiloscritte molto toccanti e la preghiera è non bella, ma di più, e soprattutto punta al cuore dell'Eucarestia, concepita come Reale Presenza del Corpo e Sangue di NSGC, a differenza di quello che si spaccia in giro, poi nessuno si può permettere di giudicare la rinuncia di Benedetto 16° in quanto mancano prove e motivi veri che non è dato sapere, e in questi momenti tremendamente bui che stiamo vivendo, tutto ci vuole fuorché il livore nei confronti dello'sgradito emerito'.Un grazie di cuore per l'ottima traduzione .
RispondiEliminaPer uscire da questa fase ai cattolici sconcertati e un po'naif vengono purtroppo offerte bagnarole ancora più pericolose, all'insegna della rinuncia invalida. Per rendere l'idea mentre proclamano l'Una Cum con Benedetto danno spazio a uno dei più agguerriti critici di Ratzinger
RispondiEliminaOggi Lamendola ci offre una analisi approfondita e veramente “cattolica” di Gaudium et Spes, riguardo a cui così si espresse J. Ratzinger: «Se è desiderabile offrire una diagnosi del testo (Gaudium et Spes), possiamo dire che (insieme con i testi sulla libertà religiosa e le religioni del mondo) è una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di contro sillabo».
RispondiEliminahttp://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/teologia-per-un-nuovo-umanesimo/8071-eresia-e-apostasia
Alcuni brevissimi stralci:
“Eresia e apostasia? Sono già nella "Gaudium et spes"! Un esempio di mistificazione da manuale: si cita la prima metà del discorso di Gesù Cristo e si tace la seconda: un vero"Vademecum" di come la pastorale, abilmente manipolata finisce per diventare essa stessa uno strumento per piegare la vera dottrina! … Le radici remote dell’eresia e dell’apostasia affondano molto indietro nel tempo, e si riallacciano ad antichissime eresie, che si credevano debellate ed estirpate ormai da secoli, ma le radici più prossime non hanno che mezzo secolo di vita e sono perfettamente visibili, alla luce del sole, nell’opera nefasta del tanto, troppo celebrato Concilio Vaticano II. In particolare, le possiamo riconoscere in quello che è forse il più significativo e il più funesto dei documenti conciliari: la Gaudium et spes (Gioia e speranza)!
L'errore di partenza della Gaudium et spes risiede nel fatto di rivolgersi non solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini, unificando, per così dire, la prospettiva dei cattolici e quella dei non cattolici, il tutto sulla base di una “dignità della persona umana” che non è di matrice evangelica, come si vuol far credere, bensì massonica! Come si vede, le eresie e l’apostasia del signor Bergoglio sono già presenti, in nuce, nella Gaudium et spes: da un lato, la chiesa vuol farsi riconoscere dal mondo non tanto per l’annuncio del Vangelo, bensì come agenzia sociale; dall’altro, essa vuol promuovere il progresso umano facendo appello anche alle espressioni non cristiane (e anticristiane) dell’evoluzione storica!
Gaudium et spes: un puzzo di massoneria, che avrebbe dovuto svegliare anche i dormienti? La conclusione è sconcertante: quale salvezza sarà mai, se viene dalla collaborazione fra chiesa e mondo? Non certo quella dell’anima: perché dal mondo non viene la vita, bensì la morte!
Benedetto XVI: mantiene nome, abito, atteggiamento pontificio, ecc. Pochi ricordano che pochi giorni prima di abdicare Benedetto aveva indossato per due volte il fanone, uno dei paramenti riservati al Papa in disuso da decenni, quasi a voler ribadire: il Papa sono io. Ratzinger si esprime spesso con questi simboli. È una situazione difficile da decifrare.
RispondiEliminaIntanto per inaugurare l'anno accademico di un istituto teologico... http://blog.messainlatino.it/2019/11/il-simbolo-della-rivoluzione-francese.html
RispondiEliminaConcordo con i commenti precedenti che sottolineano l'errore di Ratzinger ha lasciare il trono di Pietro. Il Signore lo aveva affidato a Lui, Egli sentendosi affaticato ha lasciato il trono di Pietro e da allora la volontà e i condizionamenti umani più che l'azione e la guida di Dio stanno agendo nella Chiesa che è rimasta orfana del Papa desiderato dal Signore.
RispondiEliminaPapa Francesco è si il papa legittimo e così riconosciuto ma di certo a mio parere è stato permesso ma il Signore avrebbe voluto Benedetto XVI alla guida del suo popolo per questo tempo.
Ma l'uomo agendo diversamente dai disegni di Dio si espone al male non voluto da Dio ma permesso in quanto conseguenza diretta degli errori umani.
Un ultima cosa vorrei sottolineare, gran parte dei problemi del papato di Benedetto XVI sono stati prodotti dal suo segretario di Stato a cui Ratzinger sembrava essere succube.
Se fosse stato rimosso, come ben meritava e fosse stata messa in opera un accurata pulizia in Curia, la situazione della Chiesa sarebbe stata ben diversa.
RispondiEliminaUna preghiera deludente
In questa preghiera sembra manchi un vero afflato soprannaturale, lo
slancio verso la vita eterna, l'anelito tragico dell'anima che
lotta per la sua salvezza e per la salvezza delle altre, in quanto
anima di un sacerdote di Cristo.
"L'umanità nuova", quale sarebbe? Quella del cap. 3 di Giovanni,
l'"uomo nuovo" perché rinato con la conversione a Cristo? Sì?
Quella conversione senza la quale non si entra nel Regno dei Cieli?
Lo dice questo Ratzinger? Che chi si rifiuta scientemente a Cristo
va all'eterna dannazione, parola del Signore?
Parlando dell'eresia ariana dice che impediva di cogliere "la grandezza
della vera fede". L'espressione appare del tutto riduttiva e al limite
insignificante. NOn si trattava della grandezza della fede, si
trattava della salvezza delle anime poiché gli ariani erano convinti
che Cristo non fosse Figlio di Dio, avendolo
Ario negato. Con le conseguenze del caso...
Le bestemmie di Ario secondo S. Atanasio:
"Dio in se stesso, in quanto esiste, è per tutti ineffabile. Egli solo non ha
nessuno né uguale né simile né (degno) della stessa gloria"--"(Il figlio) non ha
nessuna proprietà divina secondo la sua proprietà sostanziale, perché non è né
uguale né consustanziale a lui [a Dio]"--"Il Figlio non esisteva da sempre, perché essendo
state create dal nulla tutte le cose, anche il Figlio è dal nulla; e siccome tutte le cose create sono creature ed opere, anche il Figlio è dal nulla; e siccome tutte le cose create sono creature ed opere, anche'egli è creatura ed opera" --"Per questo c'era un tempo in cui [il Logos di Dio] non esisteva"(dalla Lettera di Alessandro Papa che condannava l'arianesimo).
L'arianesimo fu cosa terribile, provocò guerre civili e quasi annientò la Chiesa. I Germani invasori dell'impero erano tutti ariani, la persecuzione dei Vandali ariani in Africa fu
ferocissima, S. Agostino morì in Ippona assediata dai Vandali, in termini umani vedeva la cristianità crollare sotto i colpi della barbarie e dell'eresia.
La personalità di Ratzinger si conferma asettica, fredda, intellettualistica, priva dell'afflato veramente potente, trascendente della vera fede.
Resta un uomo del suo tempo, di questo nostro tempo disgraziato, chiuso al soprannaturale.
Siamo anche noi assediati come Agostino morente dentro Ippona. IN pochi. IL tradimento
e la corruzione dei costumi dilagano nel clero e dappertutto. Sugli scandali idolatrici
autorizzati da Bergoglio, Ratzinger non ha detto nulla.
A noi però la fede, spes contra spem -- Ippona fu poi conquistata dai Vandali, ma
l'eresia fu sconfitta e la Chiesa risorse. I Vandali scomparvero, disfatti nel 533 dai Romani d Oriente, comandati da Belisario.
Noi saremo perseguitati e sconfitti ma Cristo vincerà. Un giorno apparirà un nuovo Belisario.
Per questo bisogna lottare sino all'ultimo, senza indietreggiare di un passo.
PP
Da Luisa Pignoloni
RispondiEliminaIl grande assente.
Nella recente preghiera di Benedetto XVI per la diocesi di Burgenland Eisenstadt non si può non notare il grande assente. Bergoglio.
Benedetto XVI scrive una preghiera in cui chiede aiuto al Signore perché aiuti la chiesa in questo momento di oscurità ...e neanche un accenno, mezza sillaba per colui che ufficialmente guida la barca di Pietro e che a maggior ragione dovrebbe essere il destinatario di tali preghiere. Invece niente. Una sorta di " damnatio memoriae", una condanna all'oblio, la stessa che i romani riservavano agli imperatori( o ai personaggi pubblici) particolarmente crudeli e inetti di cui era meglio non conservare alcun ricordo.
Benedetto XVI non fa accenni al papa perché il papa è lui. Si riprende ciò che gli è stato sottratto con la forza. Parla da Romano Pontefice.
Il suo parlare negli anni ( sempre controllato e filtrato dalla massoneria) è divenuto comunque sempre più chiaro.
Due potrebbero essere i motivi. Uno forse perché sente che il suo " salire" sul monte ormai ( ahimé) volge alla fine.
In secondo luogo sa che la chiesa cattolica se pur sotterranea e minoritaria ( ma sparsa nel mondo) si è ormai ricostituita attorno alla sua figura, sta salendo sul monte dietro di lui e dunque è giusto che il suo parlare si faccia più chiaro rivolgendosi ai cattolici che lo riconoscono come Romano Pontefice.
" Aiutaci" dice il Santo Padre. A chi si riferisce con quel noi? Qualcuno davvero può pensare ai " cattolici" in comunione con Bergoglio?
Quel Bergoglio che neppure vuol nominare?
Questione di punti di vista. Intanto si crea una confusione enorme sostenendo che il papa sia ancora lui, anche se gli assetati che si sono abbeverati alle luci del suo pensiero non ne colgono le ambiguità che accompagnano un governo fin troppo connotato di mitezza divenuta desistenza fino alla rinuncia finale (al netto dagli ostacoli dei lupi).
RispondiEliminaPurtroppo la cifra della Chiesa di oggi, oltre alle nefandezze del regnante, è la confusione. Venuto meno il pastore il gregge è disperso.
Resta però il Pastore Bello.
Giovanni 10: «In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta (più avanti dirà: "io sono la porta"), ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Sua santità Benedetto XVI
RispondiElimina(Passo tratto dal libro "Luce del mondo" )
"...Dominava la convinzione che la Chiesa non dovesse essere una Chiesa del diritto, ma una Chiesa dell'amore; che non dovesse punire. Si spense in tal modo la consapevolezza che la punizione può essere un atto d'amore.
In quell'epoca anche persone molto capaci hanno subito uno strano oscuramento del pensiero.
Oggi dobbiamo imparare nuovamente che l'amore per il peccatore e l'amore per la vittima stanno nel giusto equilibrio per il fatto che io punisco il peccatore nella forma possibile ed appropriata.
In questo senso nel passato c'è stata un'alterazione della coscienza per cui è subentrato un oscuramento del diritto e della necessità della pena. Ed in fin dei conti anche un restringimento anche del concetto di amore, che non è soltanto gentilezza e cortesia, ma che è amore nella verità. E della verità fa parte anche il fatto che devo punire chi ha peccato contro il vero amore."
"andate in tutto il mondo a battezzare nel Nome della Trinità" altro che proselitismo, scrive qualcuno. E come mai non continua la frase "chi NON crede in ME si danna?", e poi perché gli ebrei non ne hanno bisogno, come scrive nel 2018?
RispondiEliminaDella vexata quaestio con gli ebrei ho parlato diffusamente qui tenendo conto anche dell'ultimo documento ecclesiale e delle recenti affermazioni di Ratzinger
RispondiEliminahttp://chiesaepostconcilio.blogspot.com/p/modifica-della-dottrina-della.html
Tutti ci presenteremo davanti al tribunale di Dio e ognuno renderà conto di se stesso (non della vita degli altri). Sarà un giudizio preciso e giusto. Per pecore e capri.
RispondiEliminaLe pecore che hanno amato Gesù, che esistono e non sono poche, vivono (sono vissute) con Dio al centro della loro vita. Gesù lo si ama e amandolo tutto va al suo posto. Gesù è incarnato in chi è pieno di grazia e con questa semplicità gli si vuol bene, amandolo teneramente e con una perseveranza, una forza, una fedeltà che nessun "superomismo" (anche di chi vorrebbe sguainare la spada per difendere le proprie ragioni, benché Gesù al Getsemani l'abbia sconsigliato) potrà nemmeno sfiorare per intensità ed efficacia di fede.
Oggi più che mai servono intimità e fede con Nostro Signore, l'odiato dal principe di questo mondo. Servono cuori caldi, cuori che stanno cuore a cuore, come in famiglia.
Gesù non può essere "una-scusa-per", non è un modo per "fare media di ogni idea su Dio", ne' si presta ad odiare chicchessia: Gesù c'è, è qui, è Presente per dir com'è e chi è Dio.
E' vicino e nella Sua vicinanza sta l'Essere Chiesa. Sguardi vivi e teneri tra Gesù e l'anima che lo ama. La preghiera di Benedetto XVI è "roba da innamorati" di Gesù.
Poi lo incontreremo e ognuno troverà il raccolto di come e che cosa ha seminato.
RispondiEliminaLe luci di Ratzinger
E mentre il pensiero di tanti ecclesiastici si oscurava
perdendosi nei meandri arcobaleno della caramellosa
"misericordia" conciliare, lui Ratzinger che cosa faceva? Si dava
forse da fare per rimettere la fiaccola sopra il moggio?
Non pare si dannasse l'anima nell'impresa, anzi...
Gesù è incarnato in chi è pieno di grazia e con questa semplicità gli si vuol bene, amandolo teneramente e con una perseveranza, una forza, una fedeltà che nessun "superomismo" (anche di chi vorrebbe sguainare la spada per difendere le proprie ragioni, benché Gesù al Getsemani l'abbia sconsigliato) potrà nemmeno sfiorare per intensità ed efficacia di fede.
RispondiEliminaLa storia della Chiesa è piena di santi che hanno amato Cristo con perseveranza _e_ hanno sguainato la spada. Chi ha mai detto che le due cose sono in contraddizione?
Caro Fabrizio,
RispondiEliminatra i molti leoni da tastiera che qui "sguainano la spada" (per esempio contro Joseph Ratzinger) sono sicuramente presenti l'asprezza e lo sdegno (spero non l'ira...), ma mi auguro che non si arrivi -visto il livore- alla pugnalata fisica!
Certamente in certi contesti ed epoche (crociate, Lepanto, Vienna) il cristiano ha dovuto anche esser uomo d'arme, ma non è a questi valorosi che mi riferivo, ma a chi cova solo rabbia attribuendo con sicumera giudizi di colpevolezza evitando -così traspare- di fare innanzitutto con se stessi (e maggior utilità) un esercizio altrettanto "spietato".
Amare (noi) Gesù è l'opera che ci deve appassionare più di ogni altra, incluso l'adontarsi di chi non lo fa.
Quando Gesù dice (più volte) "misericordia io voglio e non sacrificio" non intende certo sminuire il valore del sacrificio (Lui che è Santo Sacrificio, in ogni Santa Messa), ma solo dire ai farisei di ogni tempo che -prima di un "sacrificio" vantato con Dio per giustificare il nostro scandalo verso i pagani e i peccatori- dobbiamo avere misericordia -come ce l'ha Dio- nell'attendere la conversione e la salvezza di chi è malato (e magari ritenerci anche noi malati o convalescenti, a rischio di ricadute) senza sentirci "a posto" e "bravi".
L'umiltà fa la verità, mentre una punta di orgoglio rischia di consegnarci al principe di questo mondo.
I semplici amano Gesù, mentre un po' di complicazione porta a detestare il peccatore prima del peccato. La donna cananea (Mt 15,26-28) si guadagnò l'ammirazione (e il miracolo) di Gesù, perché sentendosi dare (con delicatezza, in "senso buono", del "cane") non si rivoltò scandalizzata e risentita, ma anzi accettò di essere proprio come un cagnolino sotto la tavola del padrone (scena appena vista a pranzo con i miei figli).
Ecco, con Gesù noi siamo tutti un po' così, non i "padroni di casa".
C'è purtroppo chi si sente padrone al punto da trattare da cani gli altri.
Anche chi dà del fariseo agli altri, tipico di certi attuali gerarchi post-conciliari.
Nessuna contraddizione, ma un po' di precisione: poiché chi non distingue spesso confonde.
PS Assicuro una preghiera per il sacerdote coinvolto nell'incidente.
La preghiera è potentissima. Più della spada. E aiuta anche il bisturi del chirurgo!
Tralcio, tu dici:
RispondiEliminasenza sentirci "a posto" e "bravi".
Ci sono molte cose che non condivido in certi interventi, compreso giudizi netti su questo o quel prelato, Ratzinger incluso, che vanno oltre la legittima critica. Però non vedo nessuno che sta dicendo "io sono a posto e bravo".
Ciao Fabrizio. Io invece concordo con Tralcio, perché non riesco a non immaginare che coloro che dicono che "Raztinger ha sbagliato, perché così si comporta un vero cristiano, perché così parla un vero cristiano", non intendano attribuire a se stessi la giusta condotta e il giusto pensiero, la cui mancanza imputano all'accusato. Questa presunzione implicita per me equivale a ritenersi "a posto e bravi"! PetrusLXXVII
RispondiEliminaPetrus, non confondiamo i piani.
RispondiEliminaChi "si permette" di giudicare il papa regnante o, con rammarico e peraltro adducendone le ragioni fondate sul magistero perenne e non su opinioni personali, riconosce alcune ambiguità in Ratzinger/Benedetto, debba o presuma di non essere peccatore. Sarebbe peccato criticare per superbia e con astio (in genere viene scambiato per astio la stessa critica). Mi pare l'equivalente di chi etichetta come 'odiatore' chi confuta il politicamente corretto...
RispondiEliminaChi difende Ratzinger ad ogni costo evidentemente non ha ancora capito i guasti dottrinali che ha condiviso, con grave danno delle anime. L'ultimo "guasto" l'ha fatto in proprio
reinventandosi come "Papa Emerito", una cosa semplicemente allucinante, che ha
aumentato enormemente il caos già presente nella Chiesa.
Accusare di essere "leoni da tastiera" quelli che criticano R., per il solo fatto
di criticarlo, senza entrare mai nel merito delle critiche, forse anche per poca
conoscenza della dottrina della Chiesa, è solo espressione di "papismo", immarcescibile a quanto pare.
T.
Da esterna alla diatriba degli ultimi commenti prendo invece posizione per Fabrizio che nel caso trovo equilibrato e logico. Dopo che ha difeso lo scritto, ad alcune domande "spiacevoli forse per la controparte" viene attaccato senza dare risposte, con accuse a chi mette in evidenza sbagli di Benedetto XVI. Nessuno si sente perfetto, ma purtroppo Ratzinger ha i suoi nei sia in gioventù che da cardinale come da papa e pure da emerito. Si chiariscano le ombre, si dimostri che è falso ad esempio che abbia fornito 3 versioni diverse su Fatima, che si sia pronunciato da emerito sugli ebrei salvi senza Cristo, si dimostri che da giovane non fu bocciato all'esame per modernismo…. prima di tranciare giudizi sugli altri "che tranciano giudizi" si dimostri che gli sbagli di Ratzinger-Benedetto XVI non sono sbagli, compresa l'assurda invenzione del doppio Pietro. Perché santificare i non santi come Paolo VI o i viventi non è santo, sguainare la spada contro gli errori è santo. La nostra spada è la semplice verità del Vangelo. "La vostra casa vi sarà lasciata deserta fino a quando direte -Benedetto Colui che viene nel Nome del Signore" " la Mia Parola non passerà" "Tu sei Pietro e su questa pietra " (singolare) .
RispondiEliminaPetrus, vale solo per Ratzinger o per tutti? Se uno critica Tizio perché secondo lui sbaglia dovrebbe essere abbastanza normale che si comporti diversamente. Altra cosa è ritenersi superiore in generale. Per esempio, Tizio ritiene sbagliato ammazzare il prossimo e Tizio (come la grande maggioranza dele persone) il prossimo non l'ammazza; mi sembra normale che Tizio asserisca in pubblico che un assassino sbaglia. C'è qualcosa di sbagliato? Gli dobbiamo rinfacciare di ritenersi perfetto? Certo che non lo è, è comunque peccatore dinnanzi a Dio come un assassino, forse meno, forse di più... Secondo il tuo ragionamento nessun potrebbe mai dire che altri sbagliano.
RispondiEliminaGrazie ad anonimo delle 18:46, però fatemi dire una cosa... scusate, è pignola e forse non necessaria, ma credo sia meglio: non "prendiamo posizioni per Tizio o Caio" e poi non diciamo che ci stiamo attaccando. Abbiamo espresso pareri diversi. Lo dico perché - qui ora non voglio dire molto, sono sensazioni personali e la prudenza mi suggerisce di non dire altro - credo che nell'ultimo mese abbiamo (non noi di C&PC, ma il mondo) fatto un salto di qualità e vedremo un grande incremento di tensioni a tutti i livelli. Dobbiamo mantenere il sangue freddo nelle nostre discussioni perché i cattolici ora non sono a rischio frazionamento, sono a rischio spappolamento.
RispondiEliminaSono assolutamente d'accordo con Fabrizio e Mic sul fatto che quando la critica viene fatta con criterio e senza astio, non solo diventa un diritto ma anche un dovere, soprattutto per noi cristiani, senza che ciò implichi un sentirsi meglio di colui che viene criticato. Questo posso comprenderlo quando a parer nostro si giudicano dubbie alcune posizioni dell'interessato. Permettetemi però di sospettare una presunzione di superiorità (non è questo sentirsi "a posto e bravo"?) in chi pretende di giudicare uno scritto (e quest'ultima preghiera di Benedetto XVI non è l'unico caso) che trasuda amore per Cristo e per la Sua Chiesa. Scusatemi, ma Ratzinger (come Wojtyla) forse sarà pure stato fonte di errori e distorsioni, di certo non gli si può però imputare minore passione per Cristo di quella che sovente ostentano i suoi detrattori.. la stessa cosa, mi spiace dirlo, quando lo si critica, non mi sembra la si possa dire di Bergoglio, sempre fatto salvo l'imperscrutabile foro interno. Perché "l'armonia delle sfere" risuona all'unisono nel cuore della Chiesa solo quando un suo membro è capace di toccarne le corde, e la Chiesa tutta ne sente le vibrazioni. Questo non accade quando il tocco invece che produrre una soave melodia, genera solo rumore o, peggio, caos.
RispondiEliminaChe Ratzinger ha umanamente sbagliato è evidente dalle conseguenze. Che ha sbagliato in quanto uomo come tutti noi e come sbagliamo anche noi nella gestione delle nostre famiglie è un altro aspetto. Io pure ho sbagliato credendo di fare la cosa giusta per il bene e il futuro della mia famiglia e, col senno di poi, mi rendo conto che i miei errori sono stati indotti da atteggiamenti ambigui e di tornaconto di altri che si fingevano agnelli. L'errore resta mio, ma come diceva Gibran se uno inciampa è anche colpa di chi precedendolo non ha segnalato l'ostacolo. Figurarsi se poi ti vuole fare inciampare...
RispondiEliminaPreghiamo invece per lui affinché il suo angelo lo possa presentare a Dio evidenziando il bene fatto meglio di come l'Avversario riuscirà a sottolineare il male.
Questo commento di Diego lo condivido in pieno, pur rimarcando la necessità della verità storica, senza se e senza ma, verità che non è essere "contro" qualcuno, ma amanti della Verità tutta intera, miei cari censori (emuli di Catone?). Ricacciata dalla porta, la verità ritorna sempre, nei modi più inaspettati e imprevedibili; quelle che io chiamo "le contromosse della Divina Provvidenza" sono inattese ed imprevedibili dalla mente umana (e anche dagli stessi dèmoni), e ripristinano sempre la verità tutta intera. Buon lavoro e buona giornata.
RispondiElimina
RispondiElimina"di certo sarà pure stato fonte di errori e distorsioni, però.."
I difensori d'ufficio di Ratzinger se la cavano sempre con questa frase,
generica, non entrano mai nel merito degli "errori e distorsioni",
più volte segnalati in passato in altre discussioni su Ratzinger,
in questo blog. Sfugge loro che R. appartiene anch'egli alla rivoluzione
neomodernista abbattutasi sulla Chiesa, ne occupa l'ala moderata, ma
non è veramente ortodosso. Resta pertanto una fonte inquinata.
Solo un mente priva del senso della vera tradizione della Chiesa
poteva inventarsi la figura del "Papa emerito". O credere che
lo sdoganato Ordo Vetus potesse fornire elementi utili al Novus
Ordo per un'ulteriore evoluzione, che migliorasse il rito nuovo.
Rivalutazione della tradizione, la sua, ma in funzione di una visione
di fondo che resta sincretistica e quindi non è cattolica.
Piaccia o meno.
Del Cristo Giudice, dei NOvissimi, anche R. ha perso le tracce,
anche per lui vale il "Dio è amore" inteso alla maniera di de Lubac e
Teilhard de Chardin, che ha sempre ammirato.
Preghiera deludente? Direi che quell'attributo "scaltro" menzionato dal vescovo ci dice che questa è una catechesi mascherata da preghiera. Come catechesi va molto bene.
RispondiEliminaPer quanto riguarda la freddezza, effettivamente io da tempo sto rivalutando molte cose degli ultimi decenni. Penso che GPII e BXVI fossero mossi da vero ardore per il SIgnore, ma non si vede il fuoco che ha caratterizzato la predicazione della Chiesa per secoli. Dopo il CVII tutto si è intellettualizzato.
Se posso dire le mie impressioni, con rispetto e anche compassione per la persona di BXVI, arrivato in veneranda età - come Dio ha voluto per lui - a questo estremo punto di osservazione e meditazione sulla Chiesa da cui ora si congeda, lentamente, dopo anni di "preghiera in posizione che la affianca...."
RispondiEliminaCome tanti testi pubblicati da BXVI in questi 6 anni di "esilio emerito" non mi sono ben chiari l'intento e i destinatari a cui si rivolge. Se c'è uno scopo recondito, non si capisce bene, come quando alla famosa domanda sulla veste bianca rispose che "non c'erano talari nere" da indossare...lo dico perchè qualcuno ha voluto vederci a tutti i costi una risposta a ciò che sta combinando il successore regnante. Io questa risposta non la vedo, qualcuno mi aiuti.
A me pare semplicemente un congedo da questo mondo, velato di malinconia, con quel passaggio storico e autobiografico sull'Austria, ma nulla più. Non nomina nè denuncia lo scempio dell'idolatria e apostasia commesso dal vertice, e non poteva ergersi a fare ciò , penso nella consapevolezza dell'approdo fatale dopo la lunga deriva degli aggiornamenti conciliari, sostenuti anche da lui a suo tempo: pensiamo un attimo a quanto il doppio inconcepibile papato sia lo sbocco della collegialità promossa da lui & novatores uniti....e come oggettivamente lui stesso con questa invenzione ci abbia messo nelle braccia di Bergoglio. Tutto questo lui lo temeva e sapeva come inevitabile.
Allora accenna solo per "sfioramento" alla Fede insidiata, nella parte finale, ma proprio per vaghe allusioni, che non toccano le ferite gravissime che stanno sanguinando OGGI nel Corpo Mistico (vedete il nome generico "Corpo" con cui vi accenna) ! non chiama le cose col loro nome esatto: apostasia, eresia, idolatria, sincretismo: i tremendi capolinea a cui siamo lanciati, intruppati dentro questo carrozzone ecumenista, fino al prossimo bivio di uno scisma ineluttabile; e sempre meno, ora meno che mai usa il SI' SI' NO NO; e come potrebbe, dopo essersi fatto da parte, e aver anche benedetto tutti quei novelli cardinali creati da Berg. tutti della stessa pasta, pronti per il prossimo conclave, nella direzione che stravolge la Chiesa ? lo doveva fare, essendo il primo caput del doppio papato, avendo ancora il munus petrino, e non poteva esimersi. Quindi non vedo proprio dove sia la catechesi di cui state parlando.
Si percepiscono tra quelle righe ricordi sbiaditi di una Fede cattolica che conobbe un'epoca d'oro, tramontata per sempre.... come quando guardiamo le foto d'epoca ingiallite, con quell'alone sfumato intorno alle scene e persone, immerse in un'aura mitica, ormai irrecuperabili.
Poi, a voler scrutare per definire in chiaroscuro il complesso personaggio J. Ratzinger....molte espressioni andrebbero analizzate, per capire in quale misura rientrino a pieno titolo nel Ratzinger consueto (mite e conciliante), o vi sia in esse un accenno di novità, per distanziarsi da Bergoglio e dalla sua rivoluzione. Ad es. vorrei che mi venisse chiarito che significa esattamente il "servizio di riconciliazione" di cui parla più volte e a chi si riferisce. Oppure la "nuova umanità" da lui auspicata più volte....
La Chiesa nella maggiore crise Della sua storia e il cardinale Ratzinger chiede al Signore una "nuova umanità". Questa, nuova umanità, auspicata da lui, non è quella che Bergoglio sta costtruendo?
RispondiEliminaCaro Gederson, qui lei mi delude un pochettino...
RispondiEliminaGesù vorrebbe tutta l'umanità in un'unico ovile e la Chiesa, predicando Lui, è stata voluta da Dio proprio per condurre ogni anima alla Verità Tutta Intera.
Vogliamo pensarlo lo stesso disegno perseguito oggi dai poteri forti?
La grandezza della preghiera di Benedetto XVI è di parlare di "nuova umanità" e di "riconciliazione", ma nel Nome di Gesù Nostro Signore, via, verità e vita, ponendosi totalmente al di fuori della mercanzia oggi propalata anche da una larga fetta della nomenclatura vaticana. Sia chiaro: non è il "nuovo umanesimo" di Edgar Morin ed associabili.
RispondiEliminaLa "nuova umanità" e la "riconciliazione" della preghiera dell'Emerito non
sembrano concetti chiari.
Questa nuova umanità è l'umanità che si è "convertita" a Cristo? R. non lo
dice. Sarebbe l'umanità che si è "riconciliata"? Con chi, con cosa? Con Dio?
Ma per un cattolico e Papa Emerito, la "riconciliazione" con Dio può significare
solo la conversione al cattolicesimo. Perché allora non chiamare le cose col loro nome?
Bisogna sempre sforzarsi ad interpretare, a fare l'ermeneutica. E questo
perché il discorso non è mai semplice e chiaro. E' così dal Concilio in poi.
Sulla gravissima crisi interna del cattolicesimo R. si esprime con
terminologia da "understatement": tendenze riduttive ispirate dalle mode,
dice, più o meno, che "toglierebbero alla nostra fede la sua grandezza".
Ma cosa c'entra qui la "grandezza"! Queste sono immagini letterarie, fredde.
Perché non dice pane al pane, per ciò che riguarda la crisi della Chiesa?
Nel discorso di addio che ha fatto a centinaia di sacerdoti in S. Pietro, dopo
le sue dimissioni, ha riafferamto la validità del Vaticano II. Indietro non
si torna. Ha accennato in passato a qualche critica del Concilio ma non l'ha
sviluppata e poi ha imposto come un dogma "l'ermeneutica della continuità",
cosa che blocca sul nascere qualsiasi discorso critico sul Concilio.
Che l'attualmente regnante comunque non permetterebbe, alla sua maniera
(vedi la sorte brutale toccata ai Francescani dell'Immacolata).
https://www.youtube.com/watch?v=lRvN71xDdjI
RispondiEliminaBenedetto XVI: “Il Papa è uno”. Ecco le anticipazioni dell’intervista
Di fatto i suoi gesti (anche se la teologia è in antitesi) sono inequivocabili.
RispondiEliminaAlla fine rende lecita l'opera massonica di Bergoglio.