Il nostro quotidiano bollettino di guerra, affollato di notizie, dimostra che siamo sommersi dal degrado ingravescente che avanza e che rischierebbe di sommergerci se non avessimo la grazia di vedere e resistere sulla Via maestra.
L’ultimo numero di Concilium, rivista internazionale che si pone come uno dei forum della teologia cattolica contemporanea, pubblica quel che potere vedere dall'immagine a lato. Non ne ripeto il titolo perché mi ripugna riprodurre la bestemmia che rappresenta. Ogni commento mi pare superfluo, ma condivido di seguito l'esito delle mie ricerche, per capirne di più.
Cito Teresa Forcades, monaca di clausura benedettina nel monastero di Montserrat, in Catalogna, nonché teologa femminista e medico, che ha insegnato teologia alla Università Humboldt di Berlino, dove ha approfondito il tema della “teologia queer”, da lei così definita:
Uso la parola ‘queer’ per indicare questa caratteristica di unicità di ogni essere umano: ci sono stereotipi di femminilità e di virilità e molti altri stereotipi, ma ogni persona è cosciente di essere originale e unica. Questo è ciò che la parola queer indica nel mondo delle minoranze sessuali, ma è una parola che supera l’ambito sessuale e può essere applicata alla soggettività umana in generale. Io la applico alla teologia ispirandomi al capitolo III del Vangelo di Giovanni dove Gesù dice che bisogna nascere di nuovo, rinascere significa rinascere dallo spirito e dallo spirito possiamo rinascere solo in modo soggettivo, personale, originale. La relazione con la teologia femminista è chiara, perché la teologia femminista si fonda sulla base che come donne ci è stato imposto un modo di essere, delle caratteristiche che sembra che dobbiamo avere per essere ‘davvero’ donne. La teologia femminista dice no: ogni donna deve trovare il suo modo di esserlo. Questa libertà individuale, che da sempre il femminismo rivendica, trovo che dialoghi molto bene con le idee ‘queer’.
Mentre in una recente intervista ad Askanews, la Forcades ha sottolineato i passi in avanti fatti dalla Chiesa cattolica in ambito LGBT.
Credo che sul tema dell’accettazione dell’omosessualità o delle minoranze sessuali in generale nella Chiesa, Papa Francesco non abbia promosso cambiamenti dottrinali, però l’atmosfera nella Chiesa sì che è cambiata. Io posso parlare per me e per altre compagne che lavorano per un’inclusione piena dell’omosessualità nella Chiesa, che hanno smesso di essere perseguitate e di subire pressioni, quindi in questo senso il cambio è stato notevole. Invece credo che il Papa attuale abbia meno comprensione per le rivendicazioni delle donne, crede che non ci sia bisogno che le donne abbiano accesso ai luoghi in cui si prendono le decisioni. Su questo non vedo un atteggiamento così attivo. Credo abbia avuto una volontà chiara nel Sinodo della Famiglia di fare passi avanti sul tema dell’omosessualità, anche se i risultati sono stati pochi. Io non vedo questa volontà sul tema delle donne.Cito da Wikipedia:
La teoria queer è una teoria critica sul sesso e sul genere emersa all’inizio degli anni novanta. La teoria nacque in seno agli studi gay e lesbici, agli studi di genere e alla teoria femminista. Sulla scia delle tesi di Michel Foucault, Jacques Derrida e Julia Kristeva, la teoria queer mette in discussione la naturalità dell’identità di genere, dell’identità sessuale e degli atti sessuali di ciascun individuo, affermando invece che esse sono interamente o in parte costruite socialmente, e che quindi gli individui non possono essere realmente descritti usando termini generali come “eterosessuale” o “donna”. La teoria queer sfida pertanto la pratica comune di dividere in compartimenti separati la descrizione di una persona perché “entri” in una o più particolari categorie definite.
24 DICEMBRE.
RispondiEliminaIl tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante. Ah, chi non vede, mia buona figliuola, il caro piccolo Bambino di Betlemme, all'avvento del quale ci andiamo preparando, chi non vede, dico, essere il suo amore per le anime incomparabile?
Egli viene per morire affine di salvare, ed è sì umile, sì dolce e sì amabile (Epist. III, p. 465s.).
*Zelo: Fervida operosità, attivo impegno per un fine o un ideale da raggiungere: z. religioso, missionario, patriottico; operare con z. per un ideale.
Novena del Natale
RispondiElimina24 dicembre 9^ giorno
“Cum ortus fuerit sol de coelo,
videbitis Regem regum procedentem a Patre,
tamquam sponsum de thalamo suo.
Crastina die delebitur iniquitas terrae,
et regnabit super nos Salvator mundi.
Regem venturum Dominum,
venite, adoremus.
Prope est iam Dominus:
venite, adoremus”
Quando sarà sorto il sole,
vedrete il Re dei re:
come lo sposo dalla stanza nuziale
egli viene dal Padre.
Domani sarà cancellato il male della terra
e regnerà su di noi il Salvatore del mondo.
Il Signore sta per venire.
Ormai è vicino,
venite adoriamo.
Già, nel cuore della notte, l'alba imbianca un giorno
che non finirà.
Qui, e vicino, il piccolo Dio con noi,
In mezzo a noi.
Mentre certi cattolici sembrano privilegiare le Ong, gli agnostici guardano alla Natività.
RispondiEliminaIl Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi. In questa vigilia del Natale del Signore secondo la carne, giorno di digiuno, consideriamo l'amore che Dio ci ha portato dandoci il Suo unico Figlio per riscattarci dal peccato. Il Bambino che contempliamo nella mangiatoia ci ricorda proprio tale dono di Dio. Abbiamo dunque un dovere di gratitudine e riconoscenza. Dobbiamo perciò amare Dio. E la misura per farlo, ci insegna il santo nostro Padre Bernardo, è di amarlo senza misura. Dio ci vuole tutti santi. La santità! Forse è la cosa più semplice di questo mondo. Per farsi santi basta veramente poco: osservare i Comandamenti di Dio e i precetti della Chiesa e praticare le virtù cristiane. Il Bambino avvolto in poveri cenci è un richiamo alla nullità di tutto il mondo. I panni del povero che Dio ha voluto rivestire venendo su questa terra ci insegnano che la povertà volontaria è una ricchezza. Ricordiamoci in questi giorni particolarmente consumistici, del dovere della carità verso i poveri. Dio ha voluto esser povero. Tutto passa, tutto scompare, tutto è nulla. Solo Dio è tutto. Facciamoci dunque santi. E nelle pene e fatiche di questa misera terra aneliamo in continuazione alla vita eterna. Che sia un santo Natale. Per tutti e per ciascuno. Indistintamente.
RispondiEliminaPer chi usa lenti scure è difficile capire che le persone religiose si interessano dell'ambito spirituale, è quindi in quell'ambito che il discorso va approfondito. Esistono qualità dell'anima e dello spirito che richiamano più caratteristiche maschili ed altre che richiamano più caratteristiche femminili e queste caratteristiche dell'anima maschile possono trovarsi in persone fisiche femmine, mentre quelle dell'anima femminile possono trovarsi in persone fisiche maschi. Mettere la lente di ingrandimento sulla sola sessualità per qualsiasi tema religioso, non giova né alla fisiologia, né tanto meno alla religione. Non è chiaro ai laici ed ai religiosi che nel cammino spirituale, che è cammino di purificazione, il corpo, con le debolezze che incarna, è quello che deve essere reso ubbidiente alla Legge divina ed è per questo, per essere purificato, cioè liberato, che è indotto in tentazione; la tentazione e/o la caduta mettono sotto gli occhi di chi la subisce, mettono entro la nostra capacità di comprensione un punto debole, un punto che è di intralcio all'inizio e/o all'avanzare e/o al completamento del nostro cammino spirituale individuale. Man mano che, lottando, cadendo e rialzandoci, rafforziamo le nostre forze difensive, per Grazia ci viene mostrato che la tentazione non veniva solo dal nostro interno ma, era anche un assalto dei demoni dall'esterno. Il combattimento può durare pochissimo, anni ed anni, può essere continuato e/o ciclico. Il combattimento è terapia verso la guarigione, viceversa abbandonarsi alla tentazione, con il pretesto della nostra specificità solo carnale 'io son fatto così' porta il demone o i demoni ad incarnarsi sempre più e sempre meglio in quel corpo, il cui spirito, la cui anima non combattono più o non hanno mai combattuto, orribilmente forti della loro superba accettazione delle loro debolezze. Finché non intraprendiamo questo cammino di purificazione, non siamo neanche in grado di capire chi è quell'autentico io che sta cercando di venire alla luce tra l'alternarsi delle vicende del combattimento spirituale. Quando gli ordini monastici erano tali e la clausura, significava clausura, esisteva una teologia, una scuola teologica, detta appunto monastica che si occupava esclusivamente della strada che conduceva a Dio, Uno e Trino. Oggi che che tutto si svolge e si deve svolgere all'aperto e sotto i ponti della teologia queer, si bruciano i libri nutrienti e si leggono quelli velenosi. La curiosità morbosa, dispiace doverlo riconoscere ma, è caratteristica del femminile lontano ancora da qualsiasi terapia, da qualsiasi purificazione, da qualsiasi liberazione.
RispondiEliminaRiporto senza commentare, perché il mio commento ve l'immaginate...
RispondiEliminaGENOVA - Il giorno della vigilia, il 24 dicembre, è quello della tradizionale messa di Natale. E sarà così anche alle ore 24 alla Chiesa N.S. del Rosario in Via Rosselli 8 Genova.
Per l'occasione parteciperanno il Coro Chiesa del Rosario, il noto pianista genovese di fama internazionale Dado Moroni al pianoforte, Rodolfo Cervetto alla batteria, Aldo Zunino al contrabbasso e Francesca Tourè come cantante solista.
Questa donna che ha scelto, si presume in un periodo di fede, di dedicare la sua vita a Gesù Cristo diventandone la sposa, ad un certo punto ha avuto la (o una) crisi di fede. Capita, ma capita pure che nelle crisi il demonio, magari un Berlicche di serie b, insinui tentazioni varie. E una di queste è la lettura di pericolosi testi. E qui apro una piccola parentesi: né la Superiora, né il direttore spirituale, né il confessore, si sono resi conto dello stato di salute spirituale precario della poveretta ? E qui si potrebbe iniziare una riflessione sullo stato spirituale di molta parte delle gerarchie ecclesiastiche che hanno permesso, quando non promosso,sia l' eresia che l' apostasia. Ad esempio: i giri intensivi dell' apostata- eretico Leonard Boff, per l' aggiornamento teologico e spirituale ( sic !) nei Monasteri (e Comunità di Base) dagli anni '70 del secolo scorso in poi, chi li ha proposti e permessi ? Chiudo la parentesi. Tornando alla sposa fedigrafa del Signore, come il Manzoni si può dire "La sciagurata rispose". E nella risposta di questa sciagurata vi è descritto un dato interessante: una donna che nella fede ha scelto una vita comunitaria nell' apostasia ripudia lo stesso concetto di comunità. Nella sciagurata ideologia queer la cultura, e l' educazione che la trasmette, sono una violenza verso l' individuo e la sua libertà. Non che, anche la cultura ed educazione cristiane, vadano sempre verificate alla luce della Scrittura e del Magistero. No, sono solo da rifiutare, perché la Chiesa, essendo " costantiniana" (ideologia demenzial- protestante del XIX secolo) è " complice" del potere dominante. È se è dominante è sempre oppressivo ( elementare Watson !). Questa delirante visione storico- teologica porta sciaguratamente all' ideologia gnostica, che diventa la " cartina di tornasole" con cui verificare la credibilità di Sacra Scrittura, Magistero, Padri... e alla proposta " spirituale", che scaturisce da una sciagurata manipolazione della Parola di Dio: il rifiuto del maschio e della femmina come immagine di Dio sostituita con l' Androgino.Che come originalità non c'è male ! L' ulteriore ed ultima considerazione in merito è che la Parola di Dio da "lettera indirizzata da Dio agli uomini"( San Gregorio il Grande) è contraffatta, come ha fatto il serpente con Eva, in un velenoso "rotolo" mortale per chiunque lo ingoi. Temo che la " profetessa queer", mentre pensava e scriveva, non fosse circondata da Serafini.In cordibus Jesus et Mariae.
RispondiEliminaZitti e state buoni sennò andate all'inferno!
RispondiEliminaPossono girare la frittata quanto vogliono: la tradizione è chiara! Quanto concerne la sfera sessuale-genitale ha il primario compito della generazione della prole che in natura si compie in un unico modo. Un abuso, qualsiasi esso sia, della genitalità comporta, biblicamente parlando, un'idolatria e non è un caso che le pratiche sessuali fine se stesse siano sempre state collegate all'idolatria nelle culture bibliche.
RispondiEliminaDi conseguenza tali pratiche stornano in modo palese l'interiorità da Dio e la polarizzano nel basso ventre. Per questo san Paolo non vuole che di certe cose "neppure si parli", perché i cristiani sono ben oltre queste situazioni, in attesa del Signore che viene e quindi tutt'altro che intenti a gozzoviglie e lussurie.
Questa è la tradizione e non se ne può inventare un'altra neppure in nome di una "varizione antropologica" come si dice oggi, perché l'esigenza della teologia è sempre superiore alle esigenze dell'antropologia, qualunque essa sia.
La Chiesa è (o era) l'ultimo baluardo a conservare quest'ordine di cose. Sennonché è stata invasa (o l'hanno voluta invadere) da troppo clero omosessuale il quale se un tempo si faceva i fattacci suoi in silenzio, ora pretende di cambiare la dottrina non solo per giustificarsi ma pure per credersi santo mentre fa "certe cose".
Ma, come dico, la tradizione che fonda la dottrina è chiara anche se fanno di tutto per credere di poterla ribaltare. Non ci riusciranno!
Il Castello, di cui ti ho detto, è la stessa santa Chiesa, costruita con il Sangue mio e dei miei Santi, cementata con il cemento della mia carità; in essa posi i miei eletti ed amici. Suo fondamento è la fede, e cioè il credere che io sono Giudice giusto e misericordioso.
RispondiEliminaMa ora è scavato il fondamento, perché tutti mi credono e predicano misericordioso, però quasi nessuno predica e crede che io sono giusto Giudice.
Essi mi ritengono quasi un giudice iniquo.
Iniquo infatti sarebbe il giudice, che per misericordia mandasse impuniti gli iniqui, sicché opprimano ancora più i giusti.
Ma io sono Giudice giusto e misericordioso, sicché non lascerò impunito neppure il minimo dei peccati, né senza ricompensa il minimo bene.
Attraverso il muro scavato sono entrati nella santa Chiesa quelli che peccano senza timore, che negano la mia giustizia, tormentano gli amici miei come quelli che sono legati ai ceppi. Per gli amici miei stessi non c’è infatti gaudio e consolazione. Ma ogni obbrobrio e ogni dolore è dato a loro, come se fossero demoni.
Se di me dicono il vero, sono confutati e accusati di menzogna.
Desiderano ardentemente ascoltare e dire cose rette, ma non c’è chi li ascolti o chi le dica loro.
Io stesso, Signore e Creatore, sono bestemmiato.
Dicono infatti: Non sappiamo se c’è Dio.
E se c’è, non ce ne importa.
Abbattono e conculcano il mio vessillo, dicendo: Perché ha patito? A che ci giova? Che dia a noi la nostra volontà e ci basta ed egli si tenga pure il suo regno e il suo cielo.
Io voglio pur essere in loro, ma essi dicono: piuttosto moriamo, prima di lasciare la nostra volontà.
Ecco, mia sposa, chi sono. Io li ho creati e con una sola parola potrei distruggerli.
Come si inorgogliscono contro di me! Ma ora per le preghiere della Madre mia e di tutti i Santi, sono ancora così misericordioso e paziente che voglio far arrivare a loro le parole, che uscirono dalla mia bocca e offrir loro la mia misericordia.
Se la vorranno avere, mi placherò; altrimenti sperimenteranno la mia giustizia, in modo che saranno, come ladri, confusi pubblicamente davanti agli Angeli e agli uomini e saranno giudicati dagli uomini.
Infatti come coloro che sono appesi alla forca sono divorati dai corvi, così costoro saranno divorati dai demoni e non consumati.
Come coloro che, costretti al palo, non trovano pace, così questi soffriranno dovunque dolori e amarezze.
Un fiume ardentissimo scorrerà nella loro bocca, né si sazierà il ventre, ma di giorno in giorno si rinnoverà il loro supplizio.
Ma gli amici miei saranno salvati e saranno consolati con le parole che escono dalla mia bocca.
Vedranno la mia giustizia con la misericordia.
Li rivestirò delle armi della mia carità e li farò così forti, che i nemici cadranno come argilla.
E vedendo arrossiranno di vergogna perpetua, avendo abusato della mia pazienza.
Dal Libro delle Rivelazioni di S. Brigida di Svezia – I brani citati sono tratti dal 1 Libro, Cap. 5, e dal Libro VII Cap. 31
Invece ad Acquapendente
RispondiEliminaIl 5 gennaio alle 18:00 (sempre dalle clarisse) ci sarà il Cardinal Burke per la benedizione dell'acqua.
(Dalla bacheca di Gianni Morcellini)
Definire "queer" il santo Corpo di Cristo non è altro che proferire la più laida e dissacrante bestemmia. La coscienza di questa gente si è talmente abbassata da non rendersi neppure conto di quanto stanno dicendo...
RispondiEliminaQueste suore teologhe delle tenebre saranno infiltrate ad hoc o in- naturalmente deviate?
RispondiEliminaBeh, le parole della 'teologa' vengono proprio subito dopo che ho letto l'intervista di Gad Lerner al 'monaco'bosiano che ama definirsi religioso e definisce Cristo uomo e non dio, complimentato dall'ebreo Lerner cui non par vero,quanto alla sardella mi vengono in mente tristi ricordi adolescenziali, gli manca solo Il manifesto che spunta da una tasca dell'eskimo e la sciarpa rossa, e ho detto tutto........auguro Buon Natale a tutto il blog, in particolare a chi ha un'infinita pazienza nel leggere tutte le scemenze che scriviamo e alla dott.ssa Guarini che si impegna nell'arduo compito di rispondere in maniera adeguata a tutte le storture che si leggono in qua e in là. Lupus et Agnus.
RispondiElimina«Rivolgo a tutti i connazionali cristiani gli auguri più sinceri per la festività del Natale.
RispondiEliminaCon l’esperienza e l’ispirazione acquisita dalla nostra antica storia, attribuiamo grande importanza alla libertà di tutti i nostri cittadini di poter praticare la loro cultura, religione e tradizione, indipendentemente dall’origine, razza, denominazione o credo.
Dobbiamo considerare le differenze come una ricchezza, restando sempre consapevoli che la tolleranza, il rispetto e la giustizia sono alla base della nostra unità e solidarietà. Impegniamoci a costruire assieme un destino comune in questa terra, vivendo assieme in pace.
Auspico che le feste cristiane celebrate dai nostri concittadini appartenenti a diverse denominazioni, tradizioni e chiese favoriscano lo sviluppo di un clima di solidarietà e tolleranza».
(Non è il Bergoglio, ma è Sua Eccellenza il presidente Recep Tayyip Erdoğan che augura a tutti un Buon Natale).
Per avere un quadro del significato e dei significati della parola queer ho consultato il vocabolario e qui li riporto:
RispondiEliminaI- 1 a. bizzarro strano, curioso; 2 eccentrico, stravagante, bizzarro, originale; 3 sospetto, dubbio, poco chiaro; 4 indisposto, che non sta bene; 5 (fam) omosessuale.
II- sost. (sl) omosessuale, (pop) finocchio.
III v.t. (fam) rovinare, guastare,(fam) mandare all'aria.
Dunque queer può essere aggettivo, sostantivo e verbo e gira intorno ai concetti di stranezza, dubbio, star male, omosessualità e rovina.
Credo che, senza commento alcuno, la parola stessa, usata vuoi come aggettivo,vuoi come sostantivo, vuoi come verbo, spiega moltissimo, quasi tutto, con chiarezza.
RispondiEliminaNell'inglese americano di tempo fa, se si diceva "he is queer", si voleva dire: "è un tipo strano, singolare". Se si diceva, invece: " he is a queer", si voleva dire che il tipo era un invertito. Applicato agli omo, il termine si usava solo nei discorsi tra amici. Non era un termine per così dire elegante, da usarsi in pubblico. Si applicava soprattutto agli uomini.
Semanticamente, contiene l'idea della linea obliqua, che diverge dalla retta (ted.: quer, die Quere, linea obliqua).
Voler discettare di "teologia queer" è cosa priva di senso. Una provocazione voluta. Ma la teologia femminista, che vuole impostare il discorso queer, non è teologia. L'oggetto della teologia è Dio, come risulta dalla Rivelazione. L'oggetto della teologia femminista è la donna, come risulta nei testi della religione cristiana. Se è stata considerata secondo quella che per le femministe è la vera condizione della donna, cioè secondo l'immagine falsa e squilibrata della donna che hanno le femministe, un'immagine appunto "queer", in tutti i sensi.
Queste c.d. suore "teologhe" femministe, queer o no, dovrebbero esser restituite al Secolo, dal quale del resto nella mentalità non si sono mai distaccate.
G.
https://www.youtube.com/watch?v=i8lQLV8XclM
RispondiEliminaMonsignor Viganò - rivelazioni choc
anonimo 10,43 del 24. Qualità dell'anima e dello spirito che sono maschili o femminili al di là del corpo maschile o femminile in cui si trovano…..oltre la sessualità , cito, e poi alla fine ..la curiosità morbosa caratteristica femminile insanabile….sono frasi che si abbinano al discorso queer per cui non ritengo il caso di aumentare la confusione, ma oltre a ciò le ritengo false perché ogni vizio è superabile in Cristo, ed un corpo maschile è maschile sessualmente come spiritualmente di norma, idem per il femminile, ci possono essere casi di sesso indefinito, anomalo, come di caratteristiche deviate ma sempre come anomalie conseguenti al peccato originale e successivi, causa delle stranezze varie. Ma il peccato si vince con la Grazia.
RispondiElimina"... ogni vizio è superabile in Cristo..."
RispondiEliminaQuesta è la verità. Il mio commento non voleva essere solo una divisione tra vizi e virtù, quanto piuttosto un citare qualità che traspaiono in maschi e femmine, senza se e senza ma, cioè senza dubbio alcuno sul loro essere maschi o femmine; Cioè ancora, alcune qualità dell'anima che si trovano meglio sviluppate nella persona di sesso a cui non apparterebbero sulla carta o vi apparterrebbero in forma molto ridotta. Ad esempio il medico pediatra maschio, con moglie e figli suoi, ha di solito una sensibilità materna, che la donna che partorisce il figlio e lo abbandona in ospedale, non ha. Viceversa ho conosciuto madri, con figli maschi piccolissimi, appena nato l'ultimo, rimaste vedove dalla mattina alla sera in giovane età, da vecchie il loro incedere, il loro parlare, il loro modo di essere rivelava una tempra che solo possiede un generale sul campo, mentre la battaglia infuria. Quindi vi sono qualità solo abbozzate nell'anima e che tali rimangono nella vita che scorre discretamente serena ma, che per lavoro, professione, per necessità impellenti, si sviluppano e diventano essenziali per il compito che la vita ti ha affidato ed al quale hai detto sì. Certamente il peccato si vince con la Grazia ma, prima devi renderti conto che hai peccato, cioè hai fatto un uso improprio del tuo corpo, hai stravolto i tuoi pensieri e violentato i tuoi sentimenti, cioè, come detto sopra, hai peccato. Nel caso dell'omosessualità accade di scoprire in sè delle tendenze femminili e/o maschili che non apparterrebbero per vulgata al tuo essere maschio o femmina ma, che poi sarà la vita stessa a far gemmare secondo necessità. Ad un giovane, fu detto dal suo confessore, quando era ancora ragazzo che, lui il giovane, era omosessuale. Si può ben immaginare la tempesta che scoppiò in quell'anima. Dio volle che il giovane avesse una fidanzatina, con la quale andava d'amore e d'accordo. Arrivato il loro tempo si sposarono ed ebbero due figli. Quando i ragazzi erano adolescenti, la madre si ammalò e presto morì. Il padre si trovò solo con i due giovinetti, una maschio ed una femmina. Così fu che quel padre imparò a far anche da madre e dispiegò quelle qualità che il confessore aveva intuito ma,che giudicò ed esternò pessimamente. Spero di aver chiarito quello che lei non aveva capito, nel caso così non fosse ritornerò a meglio spiegarle i pensieri che mossero i miei commenti, nel mentre abbia i migliori auguri per il periodo natalizio e per l'anno 2020!
Bergoglio Vs. Galantino: confronto revisionista tra creativi.
RispondiEliminaPer uno Sodoma è stata distrutta perché non accoglievano i migranti (superdogma dell'invasione) per l'altro si è salvata.
Secondo la rivista rahneriana Concilium, i LGBTIQ+ sono il «corpo queer di Cristo».
RispondiEliminaEcco alcune perle dei seguaci di Rahner:
«Diventare il corpo queer di Cristo è un sentiero escatologico che le teologie queer hanno esplorato nel mezzo di una violenza sistemica. Ri-membrare con amore i corpi e i territori s-membrati dalla violenza globale è un’espressione dei tempi messianici. I corpi che contano davvero, i corpi sfruttati e invisibili delle persone LGBTIQ+, dei migranti, delle persone scomparse o di quelle diversamente abili, costituiscono oggi le membra vive del corpo queer di Cristo. Le loro molteplici resistenze, le lotte per la dignità, la vita e la speranza rappresentano una dimensione preziosa del processo escatologico di redenzione».
«Carmen Margarita Sánchez de León scrive sui “molteplici corpi di Gesù”, domandandosi se “il corpo di Gesù è neutrale o asessuato”. “E’ corpo o corp*?”. Forse, osserva l’autrice, “se Gesù è stato totalmente umano, c’è spazio sufficiente per pensare che la sua incarnazione è un divenire, mai un processo concluso”»
«Ecclesiologia: diventare il corpo di Cristo in Asia. Un corpo queer, postcoloniale, (eco)femminista »
«Marilù Rojas Salazar scrive che “è necessaria l’incorporazione politico-religiosa della dimensione erotica nella liturgia per liberarla, poiché questo spazio è stato cooptato dal discorso egemonico dominante di potere o di terrore verso la diversità di razze, sessualità, corpi, culture ed epistemologie ‘strane’ per il mondo che abita una matrice di taglio etero normativo nell’ambito della teologia cristiana».
«Lucas Avendaño racconta invece che “nella tradizione culturale zapoteca del sud-est del Messico, muxe è più di un terzo genere: è un processo de coloniale di affermazione di soggettività diverse, dove s’intersecano genere, etnicità e politica dell’emancipazione di corpi diasporici”».