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mercoledì 25 dicembre 2019

Santo Natale 2019

I nostri più fervidi auguri di
Sereno e Santo Natale 2019
O Emmanuel, Rex et legifer noster,
expectatio gentium, et Salvator earum:
veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster.


Le antifone "O"
Trovate dopo il testo tutte e sette le Antifone nell'originale latino e nella traduzione italiana

Durante la preghiera serale degli ultimi giorni d'Avvento, la Chiesa canta una solenne antifona prima del Magnificat. In ciascuno dei sette giorni, la Chiesa si rivolge al Messia, Cristo, con uno dei titoli a Lui dati nelle Sacre Scritture. Queste sette antifone sono conosciute popolarmente nella Chiesa come antifone "O", perché ognuna inizia con l'esclamazione "O" prima di nominare il titolo di Cristo tratto dalle Sacre Scritture. Dopo l'invocazione del titolo del Nostro Signore, segue una preghiera, perché venga a noi, a visitarci e riempirci della grazia dello Spirito Santo.

Le antifone  "O" vengono cantate durante la preghiera della sera perché "come la Chiesa canta in uno dei suoi inni, è stato nella sera del mondo (vergente mundi vespere) che il Messia è venuto tra noi" (Prosper Guéranger, OSB, L'Anno liturgico). Sono cantate al Magnificat "per mostrarci che il Salvatore che ci aspettiamo verrà a noi da Maria" ( * ).

Il canto gregoriano delle antifone "O" è particolarmente bello ed esprime il desiderio della Chiesa di celebrare ancora una volta il grande giorno della nascita di Nostro Signore e il desiderio di ogni anima di conoscere Cristo e di offrirgli la dimora di un cuore puro e disinteressato. Il canto degli antifone è pieno di speranza, perché sappiamo che il Signore è venuto e che il suo grande desiderio è trovare in noi la risposta dell'amore al suo incommensurabile e incessante amore per tutta l'umanità.

Offro l'esempio di due delle antifone "O". La prima, si rivolge a Cristo con titolo biblico di Sapienza: « O Sapienza, che esci dalla bocca dell'Altissimo, ed arrivi ai confini della terra, e tutto disponi con dolcezza: vieni ad insegnarci la via della prudenza ». La preghiera esprime la verità che, in tutte le cose, Dio compie la sua santa e salvifica volontà, lo fa senza violenza alla nostra libertà e chiede che possiamo avere la prudenza che ci permette in tutto di scegliere ciò che conduce alla salvezza eterna.

L'ultima delle antifone si rivolge a Cristo con il titolo biblico che più esplicitamente dichiara la realtà della sua venuta. Lui è l'Emmanuele; Egli è Dio-con-noi: « O Emmanuel, nostro re e legislatore, speranza delle genti, e loro Salvatore: vieni e salvaci, Signore, nostro Dio ». La preghiera proclama la verità che solo Cristo risponde al desiderio di ogni persona di ogni tempo e di ogni luogo di conoscere la verità e l'amore di Dio. Cristo regna diventando il servitore di tutti, offrendo la sua vita totalmente per la salvezza eterna di tutti gli uomini, senza confini. Cristo è il Legislatore la cui disciplina non piega o distrugge la libertà umana, ma conduce la libertà umana alla sua più piena fioritura nell'amore disinteressato e altruista a Dio e al prossimo, fino alla morte e per tutta l'eternità.

Vigilia di Natale 

Al termine della nostra preparazione alla celebrazione della nascita del Signore giungiamo alla vigilia di Natale. Le ultime ore che precedono il Natale siano osservate con grande raccoglimento, concentrando la nostra attenzione sul grande mistero dell'Incarnazione e sul significato sostanziale e immutabile che essa  dà alle nostre vite.

Qualunque cosa possa mancare nella nostra preparazione alla celebrazione del Natale, nella disposizione dei nostri cuori per ricevervi pienamente Cristo, la preghiera della Chiesa ci annuncia: "Oggi saprai che il Signore verrà, e al mattino vedrai la Sua gloria". La preghiera della Chiesa indica la realtà dell'incessante effusione dell'Amore Divino su di noi in Gesù, il Cristo nato per noi a Betlemme per morire per noi a Gerusalemme.

La vigilia di Natale, non può esserci posto nei nostri cuori per lo scoraggiamento, per non parlare della disperazione; piuttosto il nostro cuore deve essere pieno di fiducia nell'amore di Dio, con la chiara speranza che ci ha redenti da tutti i nostri peccati, e per questo ha mandato il suo Figlio unigenito. Come possiamo dubitare della misericordia di Dio che viene a noi in tutta umiltà e povertà per noi tutti! Non permetterà che il suo piano di infinita misericordia e amore verso di noi fallisca! Che la celebrazione della nascita di Nostro Signore, quest'anno, porti a tutti noi una conoscenza più profonda di quanto Dio ci ha amato e continua ad amarci nel nostro Signore Gesù Cristo! Possa tale conoscenza, che davvero ci raggiunge pienamente nella Santa Eucaristia, renderci portatori luminosi e instancabili dell'amore di Dio per coloro che si trovano nell'oscurità del peccato!
__________________
*  (Prosper Guéranger, OSB, The Liturgical Year, tr. Dom Laurence Shepherd, OSB, Fitzwilliam, NH: Loreto Publications, 2000, vol.1, pag 484)
* * *
Le Antifone maggiori dell'Avvento

O Sapientia,
quae ex ore Altissimi prodisti,
attingens a fine usque ad finem,
fortiter suaviter disponensque omnia:
veni ad docendum nos viam prudentiae.

O Adonai,
et dux domus Israël,
qui Moysi in igne flammae rubi apparuisti,
et ei in Sina legem dedisti:
veni ad redimendum nos in brachio extento.

O Radix Jesse,
qui stas in signum populorum,
super quem continebunt reges os suum,
quem gentes deprecabuntur:
veni ad liberandum nos, jam noli tardare.

O Clavis David,
et sceptrum domus Israël,
qui aperis, et nemo claudit,
claudis, et nemo aperit:
veni, et educ vinctum de domo carceris,
sedentem in tenebris, et umbra mortis.

O Oriens,
splendor lucis aeternae,
et sol justitiae:
veni, et illumina
sedentes in tenebris, et umbra mortis.

O Rex Gentium,
et desideratus earum,
lapisque angularis,
qui facis utraque unum:
veni, et salva hominem,
quem de limo formasti.

O Emmanuel,
Rex et legifer noster,
expectatio gentium, et Salvator earum:
veni ad salvandum nos,
Domine, Deus noster. 
O Sapienza,
che esci dalla bocca dell'Altissimo,
ed arrivi ai confini della terra,
e tutto disponi con dolcezza:
vieni ad insegnarci la via della prudenza.

O Adonai,
e condottiero di Israele,
che sei apparso a Mosè tra le fiamme,
e sul Sinai gli donasti la legge:
redimici col tuo braccio potente.

O Radice di Jesse,
che sei un segno per i popoli,
innanzi a te i re della terra non parlano,
e le nazioni ti acclamano:
vieni e liberaci, non tardare.

O Chiave di David,
e scettro della casa di Israele,
che apri e nessuno chiude,
chiudi e nessuno apre:
vieni e libera lo schiavo dal carcere,
che è nelle tenebre, e nell'ombra della morte.

O (Astro) Sorgente,
splendore di luce eterna,
e sole di giustizia:
vieni ed illumina
chi è nelle tenebre, e nell'ombra della morte.

O Re delle Genti,
da loro bramato,
e pietra angolare,
che riunisci tutti in uno:
vieni, e salva l'uomo,
che hai plasmato dal fango.

O Emmanuel,
nostro re e legislatore,
speranza delle genti, e loro Salvatore:
vieni e salvaci,
Signore, nostro Dio. 

33 commenti:

  1. Mentre aspettavamo la mezzanotte mi è venuto in mente il salmo 118
    Media nocte surgebam, ad confitendum tibi super judicia justificationis tuae

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  2. Puer natus est nobis,
    et filius datus est nobis :
    cuius imperium super humerum eius :
    et vocabitur nomen eius, magni consilii angelus.

    Cantate Domino canticum novum :
    quia mirabilia fecit.

    Venite adoremus!

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  3. "Colui che sostiene il mondo intero, giaceva in una mangiatoia: era un bambino ed era il Verbo. Il grembo di una sola donna portava colui che i cieli non possono contenere. Maria sorreggeva il nostro re, portava colui nel quale siamo, allattava colui che è il nostro pane. O grande debolezza e mirabile umiltà, nella quale si nascose totalmente la divinità!"
    (Agostino, Disc 184, 3, 3)

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  4. IL NATALE
    A.Manzoni

    Qual masso che dal vertice
    Di lunga erta montana,
    Abbandonato all’impeto
    Di rumorosa frana,
    Per lo scheggiato calle 5
    Precipitando a valle,
    Batte sul fondo e sta;

    Là dove cadde, immobile
    Giace in sua lenta mole;
    Nè, per mutar di secoli, 10
    Fia che riveda il sole
    Della sua cima antica,
    Se una virtude amica
    In alto nol trarrà:

    Tal si giaceva il misero 15
    Figliol del fallo primo,
    Dal dì che un’ineffabile
    Ira promessa all’imo
    D’ogni malor gravollo,
    Donde il superbo collo 20
    Più non potea levar.

    Qual mai tra i nati all’odio,
    Quale era mai persona,
    Che al Santo inaccessibile
    Potesse dir: perdona? 25
    Far novo patto eterno?
    Al vincitore inferno
    La preda sua strappar?

    Ecco ci è nato un Pargolo,
    Ci fu largito un Figlio: 30
    Le avverse forze tremano
    Al mover del suo ciglio:
    All’uom la mano Ei porge,
    Che si ravviva, e sorge
    Oltre l’antico onor. 35

    Dalle magioni eteree
    Sgorga una fonte, e scende,
    E nel borron de’ triboli
    Vivida si distende:
    Stillano mèle i tronchi 40
    Dove copriano i bronchi,
    Ivi germoglia il fior.

    O Figlio, o Tu cui genera
    L’Eterno, eterno seco;
    Qual ti può dir de’ secoli: 45
    Tu cominciasti meco?
    Tu sei: del vasto empireo
    Non ti comprende il giro:
    La tua parola il fe’.

    E Tu degnasti assumere 50
    Questa creata argilla?
    Qual merto suo, qual grazia
    A tanto onor sortilla?
    Se in suo consiglio ascoso
    Vince il perdon, pietoso 55
    Immensamente Egli è.

    Oggi Egli è nato: ad Efrata,
    Vaticinato ostello,
    Ascese un’alma Vergine,
    La gloria d’Israello, 60
    Grave di tal portato:
    Da cui promise è nato,
    Donde era atteso uscì.

    La mira Madre in poveri
    Panni il Figliol compose, 65
    E nell’umil presepio
    Soavemente il pose;
    E l’adorò: beata!
    Innanzi al Dio prostrata,
    Che il puro sen le aprì. 70

    L’Angel del cielo, agli uomini
    Nunzio di tanta sorte,
    Non de’ potenti volgesi
    Alle vegliate porte;
    Ma tra i pastor devoti, 75
    Al duro mondo ignoti,
    Subito in luce appar.

    E intorno a Lui, per l’ampia
    Notte calati a stuolo,
    Mille celesti strinsero 80
    Il fiammeggiante volo;
    E accesi in dolce zelo,
    Come si canta in cielo,
    A Dio gloria cantar.

    L’allegro inno seguirono, 85
    Tornando al firmamento:
    Tra le varcate nuvole
    Allontanossi, e lento
    Il suon sacrato ascese,
    Fin che più nulla intese 90
    La compagnia fedel.

    Senza indugiar, cercarono
    L’albergo poveretto
    Que’ fortunati, e videro,
    Siccome a lor fu detto, 95
    Videro in panni avvolto,
    In un presepe accolto,
    Vagire il Re del Ciel.

    Dormi, o Fanciul; non piangere;
    Dormi, o Fanciul celeste: 100
    Sovra il tuo capo stridere
    Non osin le tempeste,
    Use sull’empia terra,
    Come cavalli in guerra,
    Correr davanti a Te. 105

    Dormi, o Celeste: i popoli
    Chi nato sia non sanno;
    Ma il dì verrà che nobile
    Retaggio tuo saranno;
    Che in quell’umil riposo, 110
    Che nella polve ascoso,
    Conosceranno il Re.

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  5. https://www.youtube.com/watch?v=1LHCae0GTF8

    25 - Mons. Viganò e l’ora del giudizio

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  6. O Re delle Genti,
    da loro bramato,
    e pietra angolare,
    che riunisci tutti in uno:
    vieni, e salva l'uomo,
    che hai plasmato dal fango.

    Gesù, che questa preghiera si avveri nei nostri cuori e così sia davvero il tuo Natale!

    Auguro a tutti che la gioia che porta il Bambino sia oggi il vostro dono più bello.

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  7. In Burkina Fas altro attacco jihadista: 35 MORTI di cui 31 sono donne. Proclamate 48 ore di lutto nazionale. Preghiamo per questo martoriato Paese.

    https://www.corriere.it/esteri/19_dicembre_25/burkina-faso-35-civili-uccisi-attacco-jihadisti-quasi-tutte-donne-ee17ae6c-26a9-11ea-98e5-0be660c7202c.shtml

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  8. Per questo Natale chiediamo al Signore di liberarci dalle pericolose eresie che continuano a rinascere in ogni secolo:
    Arianesimo, Catarismo, Gnosticismo, Pauperismo, Giansenismo, Pelagianesimo, Luteranesimo, Modernismo.
    (Mario Proietti)

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  9. Grazie Mic, cari auguri con riconoscenza!
    E cari auguri a tutti!

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  10. Et Verbum caro factum est
    Et Verbum panis factum est

    Tanti auguri a tutti, di cuore!

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  11. Et Verbum panis factum est.
    qUESTO lo dice Bergoglio.
    Et panem VERBum factum est. Più corretto teologicamente. Sulla concordanza esatta dei casi, non mi prendo responsabilità.
    Tanti AUGURI, TOTO CORDE.

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  12. Auguri, Un Santo Natale a voi tutti e a Maria che lavora per tre. Nella presente tragedia è di conforto non sapersi soli, grazie ad ogni singolo commentatore. E' di grande aiuto il pensiero di ciascuno e bisogna dire che spesso non si manca di sorridere alla discreta ironia che traspare tra le righe. Grazie! La Sacra Famiglia vegli su di noi, sulle nostre famiglie, sulle famiglie di quanti amiamo, sulle famiglie dei martiri cristiani a noi contemporanei, sui giovani sposi ai quali spetta il compito di ricostruire saldamente la famiglia sulle fondamenta della Sacra Famiglia. Un Santo Natale, un Santo tempo del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo per ognuno di voi.

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  13. Tanti cari Auguri di Sante Festività Natalizie alla nostra beneamata Maria Guarini, in arte Mic, e che il Bambin Gesù la protegga dai sicari del regime cattocomunista in atto, dandole la forza per portare avanti la sua benemerita battaglia in difesa della vera fede.

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  14. Alfonso Maria de' Liguori - Tu Scendi Dalle Stelle
    https://gloria.tv/post/2uXjGsZHTGr14SMTigbRLUWrS

    Dedicato a Tralcio .
    Ave Maria !

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  15. https://www.youtube.com/watch?v=Oji2QvQMYNg

    ANDRÉ RIEU & JSO - ARRIVEDERCI ROMA

    Uno speciale augurio a Maria!

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  16. grazie del bellissimo augurio vergato con caratteri d'altri tempi.
    Mi dispiace dover segnalare qui nel Santo Giorno di Natale l'ennesimo oltraggio fatto a Maria Ss.ma dalla cricca bergogliana: una statua della Madonna sdraiata dopo aver partorito, stanca come una donna qualsiasi... (quindi la Madonna segnata dal peccato di Eva ? e sue conseguenze ? come un prete nella mia città che disse, già alcuni anni fa, che Maria ebbe le doglie come tutte le donne ?) quindi un comunissimo parto umano, di un bimbo solo umano. Non se ne può più !.....ma quando il Signore ci libererà da questi servi delle tenebre ?
    finora ho trovato solo questo canale che fa una difesa accorata della tradizionale figura sacra di Maria Ss.ma così subdolamente offesa:
    "Difendo la Madonna Madre di Gesù e di tutti noi" (anche dei non credenti, vorrebbe dire)
    https://www.youtube.com/watch?v=oXIOQNXZBIg
    penso che l'autore meriti una lode, nel suo riferimento a Dante e all'ultimo Canto del Paradiso : "VERGINE MADRE, figlia del tuo Figlio...."

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  17. Emozioniamoci un po' insieme e preghiamo il Bambino Gesù cantando con gli angeli!

    https://www.youtube.com/watch?v=v5mdybeyLVc&list=RDYSkTEG7RQC4&index=22

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  18. Di nuovo tanti cari auguri a tutti

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  19. Auguri, seppur tardi, anche d me,
    Rosa R.

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  20. Auguri, seppur tardi, anche d me,
    Rosa R.

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  21. Urbi e orbi:
    bergoglio paragona i migranti agli ebrei che andavano verso la Terra Promessa.
    L'Europa è la terra promessa dei "migranti"
    Tra poco paragonerà Carola e Casarini a Mosé.

    È riuscito a frantumarceli anche oggi.
    Ci auguriamo che Dio presto ce ne doni uno vero.

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  22. La cosa gravissima non consiste nella scempiaggine dell’affermazione, ma, ancor più grave, nel tentare scientemente e con spirito tutt’altro che Cristiano, a mettere contro persone e/o gruppi non in antitesi tra loro!!! Una vera vergogna! Ci si chiede sempre più da dove sia uscito questo personaggio!

    Papa Francesco, l'Accademia Pontificia: meglio essere gay che sovranisti
    https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13547774/papa-francesco-accademia-pontificia-sovranismo-omosessuali.html

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  23. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  24. # Catholicus

    I "sicari del regime" di cui lei parla, devono ovviamente intendersi in senso figurato.
    Come sinonimi di "censori".
    Tanto per non eccedere nelle iperboli.

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  25. Carissima Maria, tanti cari auguri con tutto il cuore e con vera gratitudine per le tue fatiche, che il Signore ti ricompenserà sicuramente e con l'aggiunta di quegli "interessi" che solo Lui può riconoscere.

    Per Santo Stefano protomartire, prego anche io per le centinaia di migliaia di martiri cristiani sterminati in Africa nei modi più orribilii e seppelliti dal silenzio scandaloso di Bergoglio e delle tv.

    Chi se la sente, veda queste foto: orrore puro,

    https://images.app.goo.gl/3rJzDxcuKPbddRRK6

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  26. https://www.youtube.com/watch?v=OMrmLWn3pbg

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  27. Mons. G. Marini spiega la Santa Messa di Natale del Papa
    https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=E0MtuQYNZYc&feature=emb_logo

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  28. https://www.youtube.com/watch?v=l0ruP0TTTPI

    Quanno nascette Ninno -

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  29. Quanno nascette Ninno a Bettlemme
    Era notte e pareva miezo juorno.
    Maje le Stelle - lustre e belle Se vedetteno accossí:
    E a chiù lucente
    Jette a chiammà li Magge 'a ll'Uriente.

    De pressa se scetajeno ll'aucielle
    Cantanno de na forma tutta nova:
    Pe 'nsí agrille - co li strille,
    E zompanno accà e allà;
    È nato, è nato,
    Decevano, lo Dio, che nc'ha criato.

    Co tutto ch'era vierno, Ninno bello,
    Nascetteno a migliara rose e sciure.
    Pe 'nsí o fieno sicco e tuosto
    Che fuje puosto - sotto a Te,
    Se 'nfigliulette,
    E de frunnelle e sciure se vestette.

    A no paese che se chiamma Ngadde,
    Sciurettero le bigne e ascette ll'uva.
    Ninno mio sapuritiello,
    Rappusciello - d'uva - sì Tu;
    Ca tutt'amore
    Faje doce a vocca, e po 'mbriache o core.

    No 'nc'erano nemmice pe la terra,
    La pecora pasceva cu 'o lione;
    Cu 'o capretto - se vedette
    'O liupardo pazzeà;
    Ll'urzo e 'o vitiello
    E co lo lupo 'n pace 'o pecoriello.

    S'arrevotaje 'nsomma tutt'o Munno,
    Lu cielo, 'a terra, 'o mare, e tutt'i gente.
    Chi dormeva - se senteva
    'N pietto 'o core pazzeà
    Pe la priezza;
    E se sonnava pace e contentezza.

    Guardavano le pecore 'i Pasturi,
    E n'Angelo sbrannente chiù dô sole
    Comparette - e lle dicette:
    No ve spaventate no;
    Contento e riso
    La terra è arreventata Paraviso.

    A vuie è nato ogge a Bettalemme
    Dô Munno ll'aspettato Sarvatore.
    Dinto 'i panni 'o trovarrite,
    Nu potite maje sgarrà,
    Arravugliato,
    E dinto a lo Presebbio curcato.

    A meliune ll'Angiule calate
    Co chiste se mettetteno a cantare:
    Gloria a Dio, pace 'n terra,
    Nu chiù guerra - è nato già
    Lo Rre d'ammore,
    Che dà priezza e pace a ogne core.

    Sbatteva 'o core 'n pietto a ssi Pasture;
    E ll'uno 'n faccia a ll'auto diceva:
    Che tardammo? - Priesto, jammo,
    Ca me sento scevolí
    Pe lo golìo
    Che tengo de vedé sso Ninno Dio.

    Zompanno, comme 'a ciereve ferute,
    Correttero 'i Pasture a la Capanna;
    Là trovajeno a Maria
    Co Giuseppe e a Gioja mia;
    E 'n chillo Viso
    Provajeno no muorzo e Paraviso.

    Restajeno 'ncantate e boccapierte
    Pe tanto tiempo senza dì parola;
    Po jettanno - lacremanno
    Nu suspiro pe sfocà,
    Da dinto 'o core
    Cacciajeno a migliara atte d'ammore.

    Co 'a scusa de donare li presiente
    Se jetteno azzeccanno chiano chiano.
    Ninno no li refiutaje,
    Ll'azzettaje - comme a dì,
    Ca lle mettette
    Le mane 'n capo e li benedicette.

    Piglianno confedenzia a poco a poco,

    segue%

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  30. Segue%

    Cercajeno licenzia a la Mamma:
    Se mangiajeno li Pedille
    Co 'i vasille - mprimmo, e po
    Chelle Manelle,
    All'urtemo lo Musso e 'i Mascarielle.

    Po assieme se mettetteno a sonare
    E a cantà cu ll'Angiule e Maria,
    Co na voce - accossí doce,
    Che Giesù facette: ah aah...
    E po chiudette
    Chill'uocchie aggraziate e s'addormette.

    La ninna che cantajeno me pare
    Ch'avette a esse chesta che mo dico.
    Ma 'nfrattanto - o la canto,
    Macenateve de stà
    Co li Pasture
    Vecíno a Ninno bello vuje pure.

    "Viene suonno da lo Cielo,
    Viene e adduorme sso Nennillo;
    Pe pietà, ca è peccerillo,
    Viene suonno e nun tardà.

    Gioia bella de sto core,
    Vorria suonno arreventare,
    Doce, doce pe te fare
    Ss'uocchie bell'addormentà.

    Ma si Tu p'esser'amato
    Te si fatto Bammeniello,
    Sulo amore è o sonnariello
    Che dormire te po fa.

    Ment'è chesto può fa nonna,
    Pe Te st'arma è arza e bona.
    T'amo, t'a... Uh sta canzona
    Già t'ha fatto addobeà!
    T'amo Dio - Bello mio,
    T'amo Gioja, t'amo, t'a...

    Cantanno po e sonanno li Pasture
    Tornajeno a lle mantre nata vota:
    Ma che buò ca cchiù arrecietto
    Non trovajeno into a lu pietto:
    A 'o caro Bene
    Facevano ogne poco 'o va e viene.

    Llo 'nfierno sulamente e 'i peccature
    Ncocciuse comme a isso e ostinate
    Se mettetteno appaura,
    Pecchè a scura - vonno stà
    Li spurtegliune,
    Fujenno da lo sole li briccune.

    Io pure songo niro peccatore,
    Ma non voglio esse cuoccio e ostinato.
    Io non voglio chiù peccare,
    Voglio amare - voglio stà
    Co Ninno bello
    Comme nce sta lo voje e l'aseniello.

    Nennillo mio, Tu si sole d'ammore,
    Faje luce e scarfe pure ô peccatore
    Quanno è tutto - niro e brutto
    Comme 'a pece, tanno cchiù
    Lo tiene mente,
    E 'o faje arreventà bello e sbrannente.

    Ma Tu me diciarraje ca chiagniste,
    Acciò chiagnesse pure 'o peccatore.
    Aggio tuorto - aie, fosse muorto
    N'ora primma de peccà!
    Tu m'haje amato,
    E io pe paga t'aggio maltrattato!

    A vuje, uocchie mieje, doje funtane
    Avrite a fa de lagreme chiagnenno
    Pe lavare - pe scarfare
    Li pedille de Giesù;
    Chi sa pracato
    Decesse: via, ca t'aggio perdonato.

    Viato a me si aggio sta fortuna!
    Che maje pozzo chiù desiderare?
    O Maria - Speranza mia,
    Ment'io chiango, prega Tu:
    Penza ca pure
    Si fatta Mamma de li peccature

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  31. Traduzione del testo in italiano[modifica | modifica wikitesto]
    Nella traduzione, il termine Ninno, è stato tradotto con il nome Bambino e non con Gesù, nonostante si riferisca a lui, poiché questo in italiano vuol dire Bambino.[4]

    Quando nacque il Bambino a Betlemme
    Era notte e pareva mezzogiorno.
    Mai le Stelle luccicanti e belle
    Si videro così:
    E la più lucente
    andò a chiamare i Magi ad Oríente.

    Subito si svegliarono gli uccelli
    Cantando in una forma tutta nuova:
    Persino i grilli con gli strilli,
    saltando di qua e di là;
    È nato, è nato,
    Dicevano, il Dio, che ci ha creato.

    Nonostante fosse inverno, Bambino bello,
    Spuntarono migliaia di rose e di fiori.
    Persino il fieno secco e tosto
    Che fu posto sotto di Te,
    S'ingemmò,
    E di fronde di fiori si rivestì.

    In un paese che si chiama Engaddi,
    Fiorirono le vigne e spuntò l'uva.
    Bambino mio, così saporito,
    Grappolino d'uva sei Tu;
    Che tutto amore
    Fai dolce la bocca, e poi ubriachi il cuore.

    Non c'erano nemici per la terra,
    La pecora pascolava con il leone;
    Con le caprette si vide
    Il leopardo giocare;
    L'orso e il vitello
    E con il lupo in pace l'agnellino.

    Si rivoltò insomma tutto il Mondo,
    Il cielo, la terra, il mare, e tutte le genti.
    Chi dormiva si sentiva
    Nel petto il cuore saltare
    Per l'allegria;
    E si sognava pace e contentezza.

    Guardavano le pecore i Pastori,
    E un Angelo splendente più del sole
    Comparve e disse loro:
    Non vi spaventate, no!
    C'è felicità e riso:
    La terra è divenuta Paradiso.

    Per voi oggi a Betlemme è nato
    L'atteso Salvatore del Mondo.
    Lo troverete, non potete sbagliarvi,
    Avvolto nelle fasce
    E adagiato nella mangiatoia

    Milioni gli Angeli calarono
    Con questi si misero a cantare:
    Gloria a Dio e pace in terra,
    Non più guerra - è nato già
    Il Re d'amore,
    Che dà allegrezza e pace a ogni cuore.

    Sbatteva il cuore in petto ai Pastori;
    E l'uno all'altro diceva:
    Perché aspettiamo? - Presto, andiamo
    , Ché me sento venir meno
    Il desiderio
    Che ho di vedere il Dio fattosi bimbo.

    Saltando, come cervi feriti,
    Corsero i Pastori alla Capanna;
    Là trovarono Maria
    Con Giuseppe e la Gioia mia;
    E in quel Viso
    ebbero un assaggio del Paradiso.

    Rimasero incantati a bocca aperta,
    Per tanto tempo senza dire parola;
    Poi fecero - lacrimando -
    Un sospiro per dare sfogo ai loro sentimenti.
    Dal profondo del cuore
    con mille gesti emisero il loro amore.

    Con la scusa di offrire doni
    Iniziarono ad accostarsi piano piano
    Il Bambino non li rifiutò,
    Li accettò e mostrò il suo gradimento,
    mettendogli loro
    Le Mani sul capo e li benedisse.

    Prendendo confidenza a poco a poco
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    Chiesero il permesso alla Mamma:
    Si mangiarono i Piedini
    Coi bacetti - prima, e poi
    Quelle Manine,
    E all'ultimo il Musetto e le Guancine.

    Poi assieme si misero a suonare
    E a cantare con l'Angelo e Maria,
    Con una voce - così dolce,
    Che Gesù fece: ah aah...
    E poi chiuse
    Quegli occhi aggraziati e s'addormentò.

    La ninna nanna che cantarono mi pare
    Dovesse essere quella che ora dico.
    Ma intanto - che io la canto,
    Immaginatevi di stare
    Coi Pastori
    Vicino al Bambino bello.

    "Vieni sonno dal Cielo,
    Vieni e addormenta questo Bambinello;
    Per pietà, ché è piccino,
    Vieni sonno e non tardare.

    Gioia bella di questo cuore,
    Vorrei diventare sonno,
    Per farti, dolce, dolce
    Addormentare quest'occhi belli.

    Ma se Tu per esser amato
    Ti sei fatto Bambinello,
    Solo amore è quel dolce sonnellino
    Che può farti addormentare.

    Se è così, puoi fare la nanna,
    Per Te quest'anima è bella e arsa.
    Ti amo, ti a... uh! questa canzone
    Già ti ha fatto addormentare.
    Ti amo, Dio, bello mio,
    Gioia mia, Ti amo, Ti amo.

    Cantando poi e suonando i Pastori
    Tornarono alle mandrie un'altra vota:
    Ma cosa vuoi? non trovarono
    Più riposo nel petto:
    Al caro Bene
    Facevano ogni poco va e víeni.

    L'inferno solamente e i peccatori
    Testardi come esso e ostinati
    Si misero paura,
    Perché nella tenebra vogliono stare
    I pipistrelli,
    Fuggendo dal sole i bricconi.

    Io pure sono un nero peccatore,
    Ma non voglio essere duro e ostinato.
    Io non voglio più peccare,
    Voglio amare voglio stare
    Con il Bambino bello
    Come ci stanno il bue e l'asinello.

    Bambinello mio, Tu sei sole d'amore,
    Fai luce e scaldi pure il peccatore
    Quando è tutto nero e brutto
    Come la pece, tanto più
    Lo tieni a mente,
    E lo fai diventare bello e splendente.

    Ma Tu mi dirai che hai pianto,
    Affinché piangesse pure il peccatore.
    Ho torto, ahi! fossi morto
    un'ora prima di peccare!
    Tu m'hai amato,
    E io come ringraziamento t'ho maltrattato!

    A voi, occhi miei, due fontane
    Avrete da fare di lacrime piangendo
    Per lavare - per scaldare
    i piedini di Gesù;
    Chissà che placato
    Non mi dica: via, che t'ho perdonato.

    Beato me se ho questa fortuna!
    Che mai posso più desiderare?
    O Maria - Speranza mia,
    Mentr'io piango, prega Tu:
    pensa che sei pure
    divenuta madre anche dei peccatori![4

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