Oggi 05 gennaio 2020, Vigilia dell'Epifania del Signore, il calendario del Vetus Ordo festeggia il Santissimo Nome di Gesù. Lo ricordavamo anni fa [qui]
5 gennaio: vigilia dell'Epifania
La festa di Natale è terminata. Eccoci ora davanti alla solennità dell'Epifania del Signore. Ci rimane un solo giorno per prepararci alla piena Manifestazione del mistero di gloria che ci farà Colui che è l'Angelo del Gran Consiglio. Tra poche ore, la stella si fermerà, e i Magi busseranno alla porta della casa di Betlemme.
Questo giorno non è come la Vigilia di Natale, un giorno di penitenza. Il Bambino che aspettavamo allora, nella compunzione e nell'ardore dei nostri desideri, è venuto; rimane con noi e ci prepara nuovi favori.
Questo giorno di attesa di una nuova solennità è un giorno di gioia come quelli che l'hanno preceduto. È il dodicesimo giorno dalla Nascita dell'Emmanuele. Celebriamolo nella letizia del cuore, e prepariamo le anime nostre ai nuovi favori che ad esse son riservati.
La Chiesa Greca osserva oggi il digiuno, in memoria della preparazione al Battesimo che si amministrava una volta, soprattutto in Oriente, nella notte che precedeva il santo giorno dell'Epifania. Benedice ancora le acque con grande solennità in questa festa; e parleremo in particolare di questa cerimonia le cui vestigia non sono ancora del tutto scomparse in Occidente.
* * *
Le ultime parole del nostro Avvento erano quelle della Sposa nella profezia del Discepolo prediletto: Vieni, Signore Gesù, vieni!
Termineremo la prima parte del Tempo di Natale con le parole di Isaia che la santa Chiesa ha ripetute esultante: Ci è nato un Bambino! I cieli hanno mandato la loro rugiada, il giusto è disceso dal cielo, la terra ha generato il Salvatore, IL VERBO SI È FATTO CARNE, la Vergine ha prodotto il suo dolce frutto, l'Emmanuele, cioè Dio con noi. Il Sole di giustizia brilla ora su di noi, sono passate le tenebre; Gloria a Dio in cielo, e Pace in terra agli uomini!
Tutti questi favori ci sono venuti dall'umile e gloriosa Nascita di quel Bambino. Adoriamolo nella sua culla, amiamolo per tanto amore; e prepariamo i doni che dovremo offrirgli domani insieme con i Magi.
La letizia della santa Chiesa continua, la natura angelica è piena di stupore, e tutta la creazione trasalisce di felicità: Ci è nato un Bambino!
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 201-202)
Penso che, adorando Gesù Bambino, questo articolo di Giuliano Guzzo su La Nuova Bussola debba essere attentamente letto e meditato. Ne riprendo sinteticamente alcuni passaggi.
RispondiEliminaLa notizia -tragica e censurata- riguarda la prima causa di morte violenta al mondo, che appunto non sono i conflitti armati, ma è l’aborto volontario. Una pratica che lo scorso anno è costata la vita a 42,4 milioni di esseri umani, sempre secondo Worldometers: che non è un ente cattolico bensì un sito accessibile a chiunque, la cui affidabilità ha ricevuto autorevoli riconoscimenti. Worldometers, nell’elaborazione delle proprie stime (dato che dei calcoli esatti al centesimo sono, per ovvie ragioni, impossibili), si appoggia alle statistiche sulla salute e sulla mortalità dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la quale a sua volta si basa sui numeri dell’Istituto Guttmacher, noto ente abortista. Questo significa che i 42,4 milioni di soppressioni prenatali del 2019 sono verosimilmente una sottostima.
Un commento personale: da circa un secolo a questa parte si è reso evidente un progetto diabolicamente pianificato con il quale il pensiero unico relativista è giunto a spadroneggiare in una ventina di mosse. Ora gli Istituti statistici di questi stessi potentati sono i più capaci di rendicontare gli effetti perseguiti.
Dopo aver plasmato la cultura di massa per decenni, agitando mode dapprima tramite Cinema e TV e poi "connettendo people" con internet e social, raffinando sempre più i mezzi più o meno occulti della propaganda in tutte le sue forme, è possibile constatarne i "successi".
Indubbiamente il bersaglio grosso -soprattutto qui da noi- è stata la famiglia, scardinata da nuovi modelli fin dagli anni cinquanta, portata via via a "modernizzarsi" proponendone e poi recependone per via legislativa l'instabilità in luogo della precedente saldezza rocciosa. Ribaltando il vangelo la casa è sta costruita su distese di sabbia rese disponibili a basso prezzo e con mutui convenienti per invogliare l'affare.
Una cultura tesa a separare la femminilità dalla maternità ha accompagnato scelte di vita che hanno spostato molto in avanti l'età per essere genitori, riempiendo quest'intervallo di "esperienze" giudicate inevitabili, non di rado discutibili, spargendo incertezza (e mezzi di contraccezione). Nel mentre si sono diffusi approcci materialistici e consumistici che hanno favorito l'abuso e il vizio. In questo scenario sono fioccati prima il divorzio e poi l'aborto, diritti umani. Quindi il fenomeno dei figli (sempre meno numerosi e segnati da comprensibili insicurezze) con più "papà e mamme". Il ruolo maschile-paterno è andato in crisi e non a caso si è diffusa la confusione sull'accettazione della propria sessualità.
Ne ha fatto le spese anche il numero e la qualità delle vocazioni religiose, perché le case costruite sulla sabbia inaridiscono innanzitutto il fiorire di una spiritualità viva e vivace, l'animosa fides di chi ne ha respirata attorno a sé, facendone tesoro.
L'invecchiamento della nostra società è palese e già fa capolino l'eutanasia come soluzione per tanti problemi, di solitudine e di disperazione prima ancora che di oneri di assistenza. La promozione ossessiva dell'ineluttabilità dei movimenti migratori -al netto delle tragedie che stanno dietro e delle tante brave persone che vi finiscono dentro- contribuisce a spezzare i canoni tradizionali di tenuta del sistema, minato anche dalla ridefinizione della stessa nozione di famiglia (e di adozione).
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RispondiEliminaL'asservimento di una consistente fetta della Chiesa alle logiche del mondo sta rendendo più flebile l'unica voce che ha argomenti consistenti per fronteggiare la frana.
Le strutture ecclesiali vengono pensate e apprezzate a scopo umanitario, come ospedale da campo dei molti morti e feriti che il "nuovo umanesimo" sparge sul terreno se l'aborto e l'eugenetica non agiscono prima.
Un numero spropositato di depressi vengono aiutati dalle pillole, attendendo la classica pacca sulla spalla e nulla più di questo. L'anima, la grazia, la vita eterna e soprattutto la Verità non meritano l'attenzione che mosse i Magi. Piuttosto non resta che affidarci ai maghi o agli stregoni di qualche culto della terra, tornata ad essere, lei sì e senza pompe di bicicletta che tengano, una madre senza nemici. A proposito: per tornare ad esser pulvis, impazza anche tra i cattolici, la cremazione, altro marchio di fabbrica del progetto e dei progettisti... Per fare il lavaggio al cervello aiuta anche quello.
Eppure il Verbo si è fatto carne. Perciò i suoi nemici non vinceranno nemmeno legiferando per rendere più difficile il semplice dissentire.
Questo ci dà modo di sorridere di cuore anche di fronte al dramma e di guardare con tanta gioia il Bambino ed adorarlo.
Pro memoria per i carissimi amici romani de Roma :
RispondiEliminaOre 11:00 solenne Pontificale celebrato da S.E.R. Card. R.L.Burke
Benedizione e distribuzione dei gessetti per la Benedizione delle case .
20 + C + M + B + 20 ( Christus Mansionem Benedicat )
http://roma.fssp.it/avvisi/orario-natale-2019/
ADESTE FIDELES (Mons.Marco Frisina)
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=im1vh0SQMwo
1. Adeste fideles læti triumphantes,
venite, venite in Bethlehem.
Natum videte Regem angelorum.
Venite adoremus, venite adoremus, venite adoremus
Dominum.
2. En grege relicto humiles ad cunas,
vocati pastores adproperant,
et nos ovanti gradu festinemus.
Venite adoremus (ter)
Dominum.
2. Æterni Parentis splendorem æternum,
velatum sub carne videbimus,
Deum infantem pannis involutum.
Venite adoremus (ter)
Dominum.
3. Pro nobis egenum et fœno cubantem
piis foveamus amplexibus;
sic nos amantem quis non redamaret?
Venite adoremus (ter)
Dominum.
Adeste Fideles!
(by Enya)una voce angelica
https://www.youtube.com/watch?v=B1bLxrZEy4g
Carissimi,
RispondiEliminavorrei sottoporre alla vostra attenzione l'ultima sparata di padre Spadaro SJ. Apparentemente è la solita cortina fumogena gesuita per ammantare di pseudo-dottrina la devastazione modernista; per fornire argomenti ai predicatori manipolatori di parole e per abbindolare le menti semplici e stolte.
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/sfida-allapocalisse/
Al netto delle paraculaggini spicciole ("Proprio per questo nessuno è il «cattivo», cioè l’incarnazione del demonio.": sì, tranne i tradizionalisti americani, Trump, Salvini, eccetera) di pancia, mi sembra che ci siano delle novità. Dico "di pancia" perché mi mancano molte basi per comprendere certe cose fino in fondo, è per questo che chiedo la vostra opinione. E per lo stesso motivo ho anche difficoltà a spiegarmi, comunque ci provo.
Quello che mi colpisce è che viene menzionata più volte l'Apocalisse. Viene prospettata una sorta di "terza opzione":
+ "La prima possibilità: annunciare la fine imminente di questo «mondo» e accelerarne per quanto possibile la conclusione.
+ "La seconda possibilità: essere «muro di contenimento», forza frenante, l’ultima difesa prima della catastrofe verso cui ci conduce il potere che domina il sistema della globalizzazione selvaggia..."
+ "Siamo certi che non esista una terza possibilità? È quel che cercheremo di indagare."
E ancora:
"La terra per lui è un pallone bucato a cui dare un calcio perché il male sia debellato indicando «cieli nuovi e terra nuova»? Oppure è un vaso di coccio in frantumi che va restaurato pezzo per pezzo a ogni costo con un lento lavoro di «combaciamento» dei pezzi?"
Forse mi sbaglio, ma in tutta la narrazione bergogliana sinora l'Apocalisse era assente. Semmai eravamo noi tradizionalisti a tirarla in ballo, visto che questo pontificato appare come un chiaro segno dei tempi. Se non prendo un granchio supponendo questa assenza nei discorsi bergogliani, apparentemente sarebbe un errore clamoroso da parte loro citarla.
"Cieli nuovi e terra nuovi" sono parte della promessa di Cristo: il mondo va irrimediabilmente a rotoli a causa del peccato e di Satana, ma Cristo è più forte e lo rinnova. È una nostra grande speranza, a dispetto di come le cose sembrano andare. A me pare che ora, dopo la mistificazione della dottrina "passata" (lo svecchiamento, il progresso, eccetera), si arriva alla mistificazione del futuro? Si sta offrendo una folle alternativa umana a quello che Dio ha detto che accadrà inevitabilmente? Il titolo sembra eloquente: "Sfida all'apocalisse".
Notate anche la paradossale citazione del Grande Inquisitore di Dostoevskij.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaAggiungo alcune considerazioni, maturate (come al solito) mentre scrivevo. Io spesso ho la sensazione che non abbiamo a che fare soltanto con gente ignorante che vuol salire in cattedra, o colta ma stordita dalla propria cultura, o pervertiti che vogliono dare una giustificazione al proprio peccato, o atei che vagano nelle sfere del nulla... Io a volte penso che abbiamo a che fare con gente che vuol proprio sfidare Cristo. Roba tipo "Tu hai detto che sarà così e cosà, ma noi ti facciamo vedere che siamo in grado di darci un futuro migliore". Dopotutto è sempre la sfida del serpente antico che dice ad Adamo ed Eva "Dio vi ha detto di non mangiare quel frutto, ma se seguite i miei consigli le cose andranno ancora meglio di come Dio vi ha promesso".
RispondiEliminaSi Fabrizio, penso che tu abbia proprio ragione, non si tratta di ignoranza, sia pure colpevole, né di cecità spirituale, ma di una vera e propria sfida satanica a Cristo.
RispondiEliminaÈ il più potente ed organizzato tentativo dell'uomo (Prometeo) contro Cristo. Non credo, sinceramente,che esistano altre possibili interpretazioni e basta con la supposta buona fede di codesti personaggi.
Non siamo certo noi a condannarli, ma le loro stesse parole ed opere.
Ottimo intervento di Tralcio.
Antonio
"Nel Vangelo è scritto Chi non è con me è contro di me. Tutto quello che non è cristianesimo è contro Cristo.
RispondiEliminaLe parole tolleranza e discernimento non sono contenute nel Vangelo e non fanno parte del cristianesimo.
Non si tollera il male, non si tollera che alcuni non abbiano Cristo: il cristiano porta Cristo, evangelizza. Se non evangelizza non è più un cristiano. Io sono la verità e la via e al di fuori di me non c’è né verità né via è una frase che non lascia margini al dialogo interreligioso che nel cristianesimo non esiste.
L’unico dialogo è l’evangelizzazione.
la presenza di queste statuette (Pachamama, NdR) in chiesa va contro il Primo Comandamento, che recita: «Io sono il Signore, tuo Dio (…): non avrai altri dei al di fuori di me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai».
Al Sinodo dell’Amazzonia la nuova Chiesa 3.0 ha cinguettato che dobbiamo obbedire all’ONU e l’ONU ha due parole d’ordine: contraccezione chimica e aborto.
Il Nemico è dentro le porte."
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3306_De-Mari_Pachamama-no_grazie.html
Caro Fabrizio, temo che la tua ipotesi delle 16.16 (roba tipo...) possa essere probabile.
RispondiEliminaL'Epifania in occidente è legata alla visita dei Magi e in oriente al Battesimo di Gesù. Quale di queste due tradizioni è più antica?
RispondiElimina“Chi mangia la Mia Carne e beve il Mio Sangue ha la vita eterna” (Gv 6,55).
RispondiEliminaPerciò l’utilità di questo Pasto è grande, poiché dà la vita eterna. Infatti detto Cibo spirituale somiglia in questo al cibo corporale: perché senza di Esso la vita spirituale non può sussistere, come non può sussistere la vita corporale senza il cibo corporale.
Ma in più c’è questo: che causa una vita indefettibile in chi lo riceve; il che non può fare il cibo corporale. Poiché chi usa di quest’ultimo non è che viva sempre; infatti può avvenire, come nota Sant’Agostino, che per vecchiaia, per malattia, o per incidente, molti di quanti se ne pascono, muoiano. Invece chi assume questo Cibo e questa Bevanda, del Corpo e del Sangue del Signore, “ha la vita eterna”; e quindi tale assunzione viene paragonata all’albero della vita, come si legge nei Proverbi (3,18): “Essa è l’albero della vita per quelli che l’afferrano”.
Perciò è un Cibo che è in grado di rendere l’uomo divino, e di inebriarlo con la Sua Divinità.
(San Tommaso d’Aquino)
RispondiElimina"Sorridere di cuore" anche di fronte al dramma e guardare al Bambino ed adorarlo..
Sorridere di cuore? Di fronte alla spaventosa catastrofe morale che si è abbattuta sull'intera società occidentale, non saprei proprio come "sorridere di cuore".
Certo, adoriamo il Bambino ma prepariamoci a trovarci di fronte al Cristo Giudice poiché questi sono ormai da tempo i giorni della giusta Ira di Dio sul mondo senza fede e corrotto, come ai tempi del Diluvio e a quelli profetizzati nell'Apocalisse. Nel Cristo Giudice non c'è più nulla del Bambino, il tempo della bontà e della misericordia è finito. Comincia il tempo della Giustizia, quella infallibile, che dividerà il genere umano per l'eternità in Eletti e Reprobi.
La devozione al Santissimo Nome di Gesù, antica invero quanto la Chiesa, è tuttavia legata alla predicazione dei Francescani del Quattrocento, in modo particolare a San Bernardino. Ciò che segue è un brano di un’infuocata predica di un altro francescano, San Leonardo di Porto Maurizio (1676-1751), attorno al Divin Nome e all’importanza di esserne devoti.
RispondiEliminaLa cosa che bramo da voi è una tenerissima devozione verso il Santissimo e soavissimo Nome di Gesù. Questo è quel gran Nome, conforme udiste, sopra ogni nome, in cui nos oportet salvos fieri, e senza di cui non vi è salute. Oh Nome Sacratissimo, Nome di pace, Balsamo di vita, che fu il centro di tutti i sospiri dei più ferventi amanti di Gesù. Il segno di chi ama veramente Gesù è di portar Gesù impresso nel cuore e nominare spesso e con devozioni il Santissimo Nome di Gesù. S. Paolo Apostolo l’aveva sì impresso nell’anima, che a tutte le ore l’aveva ancora sulla lingua e sulla penna, e ben cinquecento volte nomina nelle sue Epistole il Santissimo Nome di Gesù. Oh che bel linguaggio! Ignazio Martire lo portava impresso a lettere d’oro in mezzo del cuore. Oh che bel ricamo! Il B. Enrico Susone se l’improntò nel petto con un temperino a caratteri di sangue. Oh che bell’intaglio! Il mio Bernardino da Siena fu il primo, che l’esponesse in cifra a pubblica venerazione e col Santissimo Nome di Gesù in mano convertì i peccatori più ostinati, e riformò quasi che l’Italia tutta, e dappertutto voleva veder scolpita quella cifra amorosa del Santissimo Nome di Gesù sulle porte delle case, a capo del letto, sul frontespizio delle Chiese, dappertutto voleva veder scolpito e dipinto il Santissimo Nome di Gesù.
...segue
RispondiEliminaQuesto per appunto è quel che bramo da voi, miei dilettissimi ascoltatori, che tutti tutti facciate scolpire o dipingere sulle porte delle vostre case il Nome Santissimo di Gesù. Ed ecco che ve ne mostro il modello … Deh non mi negate questa grazia, che tutta ridonderà in vostro bene. Predicando il nostro glorioso S. Bernardino nella città di Ferrara assalita da una fiera pestilenza, esortò tutti alla devozione e venerazione del Santissimo Nome di Gesù, e tutti quei cittadini si accesero talmente di sì bella Devozione che posero il Santissimo Nome di Gesù sulle porte delle loro case, e con ciò restarono liberi dal mal contagioso. L’istessa grazia ottennero quei di Padova, che a persuasione del Santo abbracciarono sì santa Devozione; e in Camaiore, terra della Repubblica di Lucca, promise il Santo, che se avessero scolpito, e dipinto il Santissimo Nome di Gesù sulle porte delle loro case mai sarebbero stati assaliti dalla peste e, conforme promise, così è successo, benché in vari tempi tutti i luoghi circonvicini siano stati desolati da simil flagello. Che dite, dilettissimi? avrete voi ripugnanza a questo poco d’incomodo? Ma ponderate di grazia il gran bene che ne proverrà a tutte le vostre case, siate pur certi , che in quelle case, sulle porte delle quali si vedrà dipinto o scolpito il Santissimo Nome di Gesù, non vi sarà più che temere, né di streghe, né di malìe, né d’infortuni di sorte veruna. Oh da quanti fulmini, da quanti disastri andranno libere le vostre case! Cento dunque, cento, e mille volte benedette quelle case, che porteranno in fronte il Santissimo Nome di Gesù, e guai a quelle case, dove non si vedrà Gesù! sarà un nido del demoni, e sarà soggetta a mille disgrazie. Via su fate a gara a chi lo fa dipinger più bello, né vi perdete tempo, sin da domani spiegate una sì bella Livrea del Santissimo Nome di Gesù. Oh che luogo benedetto sarà questo; veder tutte le case abbellite e santificate da questo Santissimo e Soavissimo Nome! E perché mi pare di vedervi tutti disposti, tutti infiammati di amore e devozione verso il Santissimo Nome di Gesù, prendo animo a concluder la Predica con quel bel sentimento dell’Apostolo. Omne quodcumque facitis in verbo, aut in opere, omnia in nomine Domini Nostri Jesu Christi facite. Sì sì tutto quello, che fate, tutto fatelo ad onore e gloria di Gesù, e nel Nome Santissimo di Gesù. Se uscite di casa, uscite con Gesù vostro domestico; se camminate per le vie, camminate con Gesù vostro compagno; se entrate in Chiesa, entrate con Gesù vostro Avvocato. Gesù sia con voi nei vostri lavori, Gesù sia tra voi nei vostri discorsi, Gesù sia per voi ne vostri riposi . Mai spunti il Sole, che non vi trovi con Gesù, né mai il sol tramonti, che non vi lasci con Gesù. Il Nome di Gesù sia il primo, che sul mattino vi apra la bocca, e il Nome di Gesù sia l’ultimo che su la sera ve la sigilli; acciocché Gesù sia quello, che raccolga l’anima vostra tra le sue braccia, quando darete l’ultimo respiro, morendo con Gesù sugli occhi, con Gesù in bocca, con Gesù nel cuore; e spero che vi riuscirà se sarete Fratelli della Congregazione dei veri amanti di Gesù e se farete dipingere o scolpire sull’uscio delle vostre case il Santissimo Nome di Gesù. Via su, in segno che volete ubbidire, che volete far tutto dite tutti tre volte ad alta voce: VIVA GESÙ, VIVA GESÙ, VIVA GESÙ!
(Prediche quaresimali di S. Leonardo da Porto Maurizio Minore Riformato e Missionario Apostolico del Ritiro di San Bonaventura in Roma, Vol. III, Assisi, 1806, pp. 325-328)
Poesie scelte: GIOVANNI PASCOLI, Canti di Castelvecchio (Bologna, Zanichelli 1903).
RispondiEliminaViene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed è il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s'accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c'è dentro questa villa?
uno stropiccìo leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c'è dentro questa villa?
Guarda e guarda... tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
Guarda e guarda... ai capitoni
c'è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini...
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale:
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? chi mai scende?
Co' suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co' suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s'allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c'è nel casolare?
un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c'è nel casolare?
Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra le ceneri e i carboni
c'è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch'è l'aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c'è chi piange, c'è chi ride:
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.
Castelvecchio, 1897
Grazie, mic!
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