La Chiesa resta l'una santa cattolica e apostolica. Anche se attualmente, per dirla con Sant'Ambrogio, la sua visibilità è ridotta a un falcetto di luna e il pusillus grex rischierebbe l'apnea, se non fosse che l'aria delle Altezze lo raggiunge comunque attraverso la grazia che ministri fedeli ancora dispensano e che il Signore non farà mai mancare, perché oltre e dirci, come ha detto agli apostoli, "non abbiate paura", ha aggiunto - e così è - "sarò con voi fino alla fine dei tempi".
La Chiesa come la luna ha frequenti i suoi smarrimenti e le sue rinascite, ma proprio in virtù dei suoi smarrimenti crebbe e meritò di ampliarsi... Rifulge la Chiesa non di luce propria ma della luce di Cristo e trae il suo splendore dal sole di giustizia. (Sant’Ambrogio, Esamerone IV,32)
L’indole «lunatica» della Chiesa non si trova spesso posta alla nostra attenzione. Eppure questa è una meditazione che aiuta davvero a progredire nella conoscenza del mistero ecclesiale.
«Non di luce propria»
Non c’è nessuna bellezza nella realtà ecclesiale che non sia un riverbero del fulgore del Risorto. E non solo in forza della sua origine, della dottrina ricevuta e della istituzione, ma proprio per una connessione permanente, sicché tutto ciò che c’è di propriamente ecclesiale risale istante per istante all’irradiamento di Cristo.
La luna illumina le nostri notti talvolta in modo fulgidissimo, ma neppure la luminosità di una fiammella trae da essa origine autonomamente: tutto è preso, tutto è derivato. Così nella Chiesa ogni grandezza, ogni santità, ogni sanità è redenta; posseduta cioè non per se stessa, ma in conseguenza dell’amore del Signore Gesù che senza pausa rinnova l’umanità, riconformandola a sé.
Sicché la Chiesa non va mai contemplata per sé sola; per sé sola si vanificherebbe come Chiesa e si avrebbe un raggruppamento umano, che non ha alcuna ragione di distinguersi nel quadro poco incoraggiante dell’umanità. Ma sempre va vista in connessione con colui che è la causa perenne e quasi la «forma» del suo essere stesso.
Questo rilievo è tanto ovvio da essere frequentemente sottinteso. E qui è l’origine di molti equivoci; guai a sottintendere a lungo soprattutto una realtà che eccede l’intelligenza creata: finisce per non avere più una vera presenza nel nostro spirito.
Ci sono a questo proposito delle esaltazioni della Chiesa che non sono secondo giustizia e verità e anzi costituiscono una «mondanizzazione», che, se anche non è propriamente idolatrica, riesce comunque intollerabile. E ci sono delle accuse alla Chiesa che, proprio per questa inseparabilità anche concettuale, coinvolgono Cristo e incautamente lo trascinano sul banco degli imputati.
Direi che la Chiesa – come del resto per altro verso lo Spirito Santo – deve evitare di presentarsi troppo come oggetto di particolare attenzione, tranne forse nelle epoche che per ragioni contingenti se ne abbia una particolare necessità, come potrebbe essere il nostro tempo. Poiché la sua gloria è la gloria del Risorto, non deve tanto parlare di sé quanto contemplare e cantare il Signore Gesù e l’amore del Padre. Essa – la Sposa e lo Spirito – più che un termine di conoscenza e di amore è la «forma» nella quale noi conosciamo e amiamo il Santo d’Israele e il Figlio che ci è stato donato.
«Rifulge la Chiesa»
Per essere indiretto, lo splendore della Chiesa non è meno reale. Come la luna, anche la Chiesa o ci appare splendente o non ci appare affatto. Se non ne vediamo il fulgore, è segno che ancora non l’abbiamo trovata: probabilmente ci ostiniamo a guardare in uno spazio deserto del cielo. Senza questa luce discreta, l’oscurità delle nostre notti sarebbe irredenta e infeconda; il nostro errare per i campi bui, un puro smarrimento senza esito alcuno; la stessa esistenza del sole di giustizia, una ipotesi senza fondamento e senza verifica; la nostra attesa del giorno, plumbea e senza speranza.
È una luce che non abbaglia, che non ustiona; una luce lieve e misericordiosa che si accontenta appena di rompere le nostre tenebre, affrancandoci dalla loro tirannia. Senza di essa la condizione umana sarebbe insopportabile, a meno di illuderci che per trovare la strada basti la fiamma di qualche cerino o il crepitio di qualche fuoco di artificio.
Una luce che non ferisce i nostri occhi, ormai condizionati dalla troppo lunga notte; che si accontenta di farci vedere la via e ci fa certi dell’esistenza del sole e della aurora non lontana, quando tutte le cose vividamente si coloreranno.
«Ha frequenti i suoi smarrimenti e le sue rinascite»
La «lunaticità» della Chiesa si manifesta soprattutto nelle continue oscillazioni davanti a noi della sua luminosità. Come la luna, anch’essa è in sé sempre allo stesso modo «rivestita di sole», ma non allo stesso modo appare al nostro sguardo. Arrivano momenti in cui il fulgore è sottile come una lama e basta appena a indicare una presenza, e momenti in cui ogni luce pare addirittura inghiottita dalla notte: c’è un’ora delle tenebre, anche se non c’è una loro vittoria definitiva.
Ci sono nella storia giorni che sembrano addirittura consumare progressivamente fino all’estinzione ogni bagliore ecclesiale. Poi il chiarore ritorna e cresce e pare addirittura farsi più forte e più bello. Anche nella vicenda del mio spirito la Chiesa alterna le sue fasi diverse; ma non scompare mai, se non quando voglio chiudere gli occhi e positivamente escluderla dal mio cielo.
Poi ci sono le eclissi, quando la Chiesa pare frapporsi fra me e il sole di giustizia, e quasi capovolgendo la sua missione originaria mi rende difficile il mio cammino verso Cristo. Ma sono momenti rari e brevi, anche se profondamente angoscianti. Istanti in cui tutto sembra perduto: perché senza la luce del Risorto non posso neppure intravvedere il Padre e senza la Chiesa oggi viva e operante, anche il Signore Gesù è una ipotesi lontana e scarsamente probabile. E proprio in quegli istanti tutto si riconquista, perché la fede ne esce più forte e come nuovamente donata.
Cardinal Giacomo Biffi,
Meditazioni sulla vita ecclesiale
Scusi, Mic, due giorni oro sono un blogger, sull'articolo che parlava di Orban, ha riferito la notizia di quel prete che ha messo parecchi fantocci di pezza raffiguranti migranti islamici nella chiesa di Santa Rosalia, a Cagliari. Non ne trovo notizia da nessuna parte. Se lei avesse qualche notizia (e riferimento) in più, glie ne sarei estremamente grato, grazie.
RispondiEliminaCredo che a questo giro la luna si stia eclissando definitivamente
RispondiEliminaIl Card. Biffi è stato un profeta e un maestro dell'ironia che è uno dei sapori della gioia cristiana. Consiglio in particolare questa lettura a chi non l'avesse già fatta.
RispondiEliminaIl quinto evangelo. Si trova anche in pdf
Non meno profetici Contro Mastro Ciliegia e Attenti all'anticristo.
La Salette 1846 :" se il clero e religiosi non si convertono l'anticristo arriverà a ROMA che perderà la fede.. la Chiesa sarà eclissata …" Ecco che oltre un secolo fa fummo avvisati ma senza farci caso ci siamo trovati nell'eclisse e pensare che ancora nel 1917 la Madre venne a chiederci di consacrare la Russia al Suo Cuore per risparmiarci il castigo (l'eclisse) ma di nuovo fu disattesa...ancora viene in tutto il mondo ed è stata Lei a tenere in piedi la Chiesa finora, ora diamoci da fare per aiutarLa ad estirpare l'errore ed allontanare il corpo anomalo dell'astro caduto che sta eclissando la Chiesa.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo.php?fbid=10217748791484563&set=gm.2378157672288544&type=3&theater
RispondiEliminaSOCCI : CI FURONO PAPI RIPROVEVOLI LEGITTIMI ED ALTRI INTEGERRIMI DICHIARATI NON PAPI POST MORTEM
Catholicus, ricordo di aver visto un'immagine in rete. La cercherò. Ma potrebbe tentare anche lei con i dati forniti dal lettore.
RispondiEliminaDi Biffi,soprattutto, segnalerei il suo breve ma stupendo saggio di ecclesiologia: "la sposa chiacchierata". (jaca book)
RispondiEliminaLo consiglio vivamente.
per Catholicus
RispondiEliminahttps://rivelazione.net/notizie/manichini-di-migranti-e-musulmani-in-chiesa-a-cagliari-don-enrico-bernasconi-sbotta-non-se-ne-puo-piu-di-tutte-queste-pagliacciate-nella-casa-di-dio/
«Il giorno del giudizio, Dio ci chiederà se siamo stati fedeli e se abbiamo obbedito a delle autorità infedeli. L’obbedienza è una virtù relativa alla Verità e al Bene. Ma se essa si sottomette all'errore e al male, non è più una virtù, ma un vizio.»
RispondiElimina(Mons. Marcel Lefebvre, lettera del 9 agosto 1986).
@ Mic : grazie, carissima, la ringrazio di cuore per la sua gentilezza. Auguri di una santa solennità dell'Epifania, a lei ed a tutti gli amici del blog..
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