De Mattei commenta: "Il miracolo è un intervento divino, superiore a tutte le forze umane e chi nega la possibilità del miracolo nega l’esistenza stessa di Dio. Chi nega il carattere miracoloso dell’acqua di Lourdes, chi teme che le piscine di Lourdes possano produrre contagio, nega il potere di Dio, nega le promesse della Madonna, nega il significato di Lourdes. Se si chiudono le piscine tanto varrebbe chiudere il santuario di Lourdes".
L'apostasia di Lourdes.
Apprendere dai mezzi d’informazione che il “delirio da coronavirus” non risparmia nemmeno il Santuario Mariano di Lourdes è davvero raccapricciante.
E ciò per due ordini di ragioni: la prima è relativa alla immane e irrazionale sproporzione tra “realtà del problema” e “misure preventive applicate”, manco fosse peste o colera... ma la seconda è quella più grave, e cioè l’evidente assenza di fede di chi ha assunto una decisione simile (che data la natura giuridica del santuario non può che essere, almeno in ultima istanza, l’Autorità Ecclesiastica locale).
Chiudere le piscine del Santuario che per antonomasia è il “luogo dei malati” per timore di non si sa bene cosa è una vergogna di cui dovranno rispondere a Dio e alla Sua Santissima Madre.
Chiudere i battenti di quel luogo che la Vergine volle per lenire le sofferenze del corpo e dello spirito, un luogo di preghiera e sacrificio, che non ha mai temuto neppure le malattie più infettive né le ferite più purulente, significa confessare ad alta voce di non credere in Dio e nell’intercessione della Madonna.
Chiunque di noi abbia avuto il privilegio di servire Cristo in quelli che l’Ordine di Malta, con buona ragione teologica, chiama “Signori Malati” ha ben chiaro cosa voglia significare quel luogo santo sperduto tra i Pirenei.
Ma al di là dell’esperienza personale, il dato è oggettivo: quel luogo è un santuario che vive per la malattia, in funzione della sofferenza, del dolore. È un luogo che Dio stesso e la Madonna hanno voluto come spiritualmente catartico.
A Lourdes non si va “per guarire” ma per “essere guariti” dal piombo dello sconforto, del buio spirituale, dell’immanenza di un dolore che non può comprendersi se non alla luce d’un senso soprannaturale, di quella sofferenza che innesca uno specialissimo rapporto Dio-Uomo perché quello stesso Dio, nella carne, ha sofferto ed è morto per la nostra redenzione.
Chiudere un luogo simile che è anche luogo simbolo di coraggio, di speranza, di fiducia, di abbandono alla volontà di Dio, significa bestemmiare, perché si sta pubblicamente dichiarando di credere che la (pseudo)salute del corpo è più importante di quella dell’anima, che la pastorale igienista ha il sopravvento su ciò che per millenni la Chiesa, facendo eco a Cristo, ha insegnato costantemente.
Nei secoli sono fiorite congregazioni e ordini religiosi con carismi ospedalieri, anche nei confronti di tutti quei soggetti che la medicina umana riteneva “incurabili”: pensiamo, a titolo d’esempio, ai Camilliani, alle Suore della Carità o alla mirabile opera di San Giuseppe Cottolengo.
Se solo si fosse applicata la metà della metà della pastorale igienista attuale non sarebbero stati nemmeno concepibili tali mirabili realtà ecclesiali, che hanno saputo dimostrare al mondo che non spera, non ama e non crede, che Dio esiste.
Si vergogni chi ha avuto l’ardire di compiere un atto così altamente sacrilego e blasfemo come questo!
Che la Madonna ci liberi da queste apostasie e ci sia presto il trionfo del Suo Cuore Immacolato, perché tutto ciò che stiamo vivendo - dalla privazione dell’Eucaristia alla chiusura dei luoghi di culto - è intollerabile per la fede e per la ragione.
Fabio Adernò - Fonte
E ciò per due ordini di ragioni: la prima è relativa alla immane e irrazionale sproporzione tra “realtà del problema” e “misure preventive applicate”, manco fosse peste o colera... ma la seconda è quella più grave, e cioè l’evidente assenza di fede di chi ha assunto una decisione simile (che data la natura giuridica del santuario non può che essere, almeno in ultima istanza, l’Autorità Ecclesiastica locale).
Chiudere le piscine del Santuario che per antonomasia è il “luogo dei malati” per timore di non si sa bene cosa è una vergogna di cui dovranno rispondere a Dio e alla Sua Santissima Madre.
Chiudere i battenti di quel luogo che la Vergine volle per lenire le sofferenze del corpo e dello spirito, un luogo di preghiera e sacrificio, che non ha mai temuto neppure le malattie più infettive né le ferite più purulente, significa confessare ad alta voce di non credere in Dio e nell’intercessione della Madonna.
Chiunque di noi abbia avuto il privilegio di servire Cristo in quelli che l’Ordine di Malta, con buona ragione teologica, chiama “Signori Malati” ha ben chiaro cosa voglia significare quel luogo santo sperduto tra i Pirenei.
Ma al di là dell’esperienza personale, il dato è oggettivo: quel luogo è un santuario che vive per la malattia, in funzione della sofferenza, del dolore. È un luogo che Dio stesso e la Madonna hanno voluto come spiritualmente catartico.
A Lourdes non si va “per guarire” ma per “essere guariti” dal piombo dello sconforto, del buio spirituale, dell’immanenza di un dolore che non può comprendersi se non alla luce d’un senso soprannaturale, di quella sofferenza che innesca uno specialissimo rapporto Dio-Uomo perché quello stesso Dio, nella carne, ha sofferto ed è morto per la nostra redenzione.
Chiudere un luogo simile che è anche luogo simbolo di coraggio, di speranza, di fiducia, di abbandono alla volontà di Dio, significa bestemmiare, perché si sta pubblicamente dichiarando di credere che la (pseudo)salute del corpo è più importante di quella dell’anima, che la pastorale igienista ha il sopravvento su ciò che per millenni la Chiesa, facendo eco a Cristo, ha insegnato costantemente.
Nei secoli sono fiorite congregazioni e ordini religiosi con carismi ospedalieri, anche nei confronti di tutti quei soggetti che la medicina umana riteneva “incurabili”: pensiamo, a titolo d’esempio, ai Camilliani, alle Suore della Carità o alla mirabile opera di San Giuseppe Cottolengo.
Se solo si fosse applicata la metà della metà della pastorale igienista attuale non sarebbero stati nemmeno concepibili tali mirabili realtà ecclesiali, che hanno saputo dimostrare al mondo che non spera, non ama e non crede, che Dio esiste.
Si vergogni chi ha avuto l’ardire di compiere un atto così altamente sacrilego e blasfemo come questo!
Che la Madonna ci liberi da queste apostasie e ci sia presto il trionfo del Suo Cuore Immacolato, perché tutto ciò che stiamo vivendo - dalla privazione dell’Eucaristia alla chiusura dei luoghi di culto - è intollerabile per la fede e per la ragione.
Fabio Adernò - Fonte
Forlì, Rosario non stop in Cattedrale contro il coronavirus
RispondiEliminaRecita continua del Rosario di fronte all’emergenza "Coronavirus". Coerente con quanto deciso sinora nel rispetto delle disposizioni ministeriali in materia di prevenzione dal contagio, ma anche con la necessità di garantire l’esercizio del culto ai fedeli forlivesi, il vescovo Livio Corazza propone esplicitamente di affidarsi alla Madonna del Fuoco, patrona della Diocesi, con la recita non stop del Rosario in Cattedrale a partire da mercoledì per arrivare a sabato.
http://www.forlitoday.it/cronaca/rosario-non-stop-contro-coronavirus-forli.html
Prosciugate le piscine di Lourdes, prosciugate le acquasantiere nelle Chiese. Chiusi i canali d'accesso ai Sacramenti (anche dove si credeva di trovarli ancora!). Più che il virus, che è soltanto l'occasione, è la sete a fare spavento. Si ha l'impressione di camminare nel deserto dopo che si sono ostruite le Fonti. E tutt'intorno una Civiltà divorata dalla tubercolosi del nulla che minaccia di crollare.
RispondiElimina(Andrea Sandri)
4 Marzo, Mercoledì delle Quattro Tempora. Giorno di digiuno e penitenza.
RispondiElimina"Al digiuno quaresimale viene ad aggiungersi oggi quello delle Quattro Tempora. Parimenti venerdì e sabato avremo un doppio motivo di praticare la penitenza. Dobbiamo consacrare a Dio la stagione della prossima Primavera, offrendogli le primizie nel digiuno e nella preghiera; dobbiamo invocare dall'alto la benedizione del Signore sulle ordinazioni dei Sacerdoti e dei sacri Ministri. Fino all'XI secolo il digiuno delle Quattro Tempora di Primavera fu collocato nella prima settimana di marzo ...ma un decreto di san Gregorio VII le fissò nei periodi che noi attualmente li celebriamo: le Quattro Tempora di Primavera nella prima settimana di Quaresima"
(Dom Prosper Guéranger).
Milano: Parrocchia SS Redentore
RispondiElimina2 Messe - Ore: 9 e 11
OT ma importante
RispondiEliminaIl 1º caso di Coronavirus in Europa è stato in Germania, ben un mese prima del focolaio lodigiano. Loro però hanno nascosto i dati e le aziende tedesche hanno sottratto clienti a quelle italiane.
Avevano un’arma in più: i nostri media e i nostri politici.
(Alessandro Greco)
https://amp.theguardian.com/science/2020/jan/28/germany-confirms-first-human-coronavirus-transmission-in-europe
Ci sarà stato un motivo se Lourdes è stata sottratta all'autorità del vescovo...
RispondiEliminaAi tempi dell'apparizione della Vergine, il luogo ove avvenne era il più malfamato di Lourdes: una specie di discarica, il preferito dal mandriano dei maiali per portarceli.
RispondiEliminaIl 25 febbraio la Vergine chiese a Santa Bernadette di bere e lavarsi alla sorgente.
Allora di sorgenti non ce n'erano e la Vergine fece chiaramente intendere che l'acqua da usare non era quella del Gave. Con un dito indicò di andare sotto la roccia (Massabielle) e lì Bernadette vide una specie di pozzanghera, fangosa. Obbediente iniziò a raschiare la terra e a scavare un po', finché l'acqua divenne più limpida, fino a potersi lavare poterla bere. La Vergine chiese a Bernadette anche di mangiare un'erba lì presente e ancora la ragazza le obbedì.
Misteri dell'obbedienza, nel "lavarsi", "bere" e "mangiare" nell'acqua e nella terra proprio di una porcilaia...
E far diventare quel luogo così impuro il teatro di numerosi miracoli di guarigione, tanto inspiegabili per la medicina, quanto rigorosamente attestati da quella medesima scienza.
La fede ha poi fatto di Massabielle un grande santuario, presso il quale le piscine di acqua gelida hanno visto immergersi, nudi, migliaia di pellegrini e di malati nel corpo e nello spirito, senza preventive procedure di sanificazione o di acclimatamento.
Follie d'amore, disposte a mangiare l'erba dove circolano i porci.
Malgrado ciò, santa Bernadetta ha vissuto una vita molto dura, morendo giovane.
Una fallita? Un fallimento come la Via Crucis? Avrà pensato che Dio l'ha imbrogliata?
La Vergine fu chiara: "Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo, ma nell'altro".
Il coronavirus dovrebbe farci meditare sull'altra vita. Quella che conta.
Per vivere in funzione di quella, serve saper obbedire anche quando fa un po' schifo in questa, o accettare il dolore senza fuggirlo pieni di paura in questa.
Che il Signore ci faccia la grazia di chi ci costruisce dei santuari per farci tuffare lì.
una curiosità: i benpensanti hanno fatto chiudere le moschee ?
RispondiEliminaio non ne ho sentito parlare.
franco R.
https://www.polesine24.it/24/2020/03/03/news/per-i-matrimoni-civili-zero-divieti-si-celebrano-con-amici-e-parenti-82661/
RispondiEliminaRovigo.
franco R.
...e ADESSO DIO è pure DIFETTOSO ? secondo Bergoglio che sa già che lo salverà… Bestemmia contro Dio e peccato contro lo Spirito Santo, ritenere di salvarsi senza merito..
RispondiEliminahttps://www.radiospada.org/2020/03/bergoglio-nuovo-libro-dio-e-difettoso-ha-malattia-della-misericordia-giudizio-universale-sara-abbraccio/comment-page-1/#comment-46533
Dice messa nonostante i divieti: parroco di 87 anni denunciato
RispondiEliminaÈ accaduto domenica a Castello d'Agogna, in provincia di Pavia. L'anziano sacerdote si sarebbe giustificato dicendo di non essere a conoscenza delle restrizioni ed avere poca dimestichezza con internet
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/coronavirus-parroco-87-anni-celebra-messa-denunciato-1835190.html
Un eroe.
EliminaNel celeberrimo brano del giudizio finale (Mt 25,31-46) scopriamo che il Figlio dell'uomo agirà, assiso sul trono della sua gloria, operando un'azione ben precisa: separerà gli uni dagli altri. Quindi colui che si è raccomandato in tutti i modi di essere uniti (tra di noi, perché con Lui)esplicita i criteri di giudizio che determineranno una netta separazione, tra i benedetti del Padre suo, i giusti e i maledetti destinati al supplizio eterno (previsto e purtroppo sperimentabile, malgrado l'intercessione dei giusti).
RispondiEliminaLa separazione di pecore e capre assomiglia poco all'abbraccio universale di oves et boves et universa pecora. Il perdono, che è lo strumento più bello della misericordia di Dio, passa attraverso la conversione della capra con simpatie per il caprone a umile pecora.
Che Dio non possa non perdonare è un'idea furbastra, per cui la creatura si fa più capace di Dio, tanto da fare solo la propria volontà perché anche così Dio farebbe la Sua!
Gesù rimanda piuttosto al Levitico (19,2): dobbiamo essere santi perché Dio è santo. Gesù lo esplicita chiedendoci di essere “perfetti come il Padre nei cieli”. La Chiesa canta l'Osanna acclamando con tutti gli angeli Dio tre volte santo.
Questa perfezione non è il frutto dello sforzo della nostra volontà secondo le nostre voglie (fosse anche una voglia di paradiso), ma viene dalla disponibilità alla rinuncia di noi stessi per obbedire a Dio in modo che sia il Signore a vivere in noi!
Essere pecora (docile, giusta, plasmata) è diverso dall’essere capra (ribella, iniqua e deforme). Al momento del giudizio verremo separati e non sarà un’ingiustizia, perché non sta a noi insegnare a Dio come si fa e quello che (Lui) deve fare. Tanto meno la carità!
Dunque saremo separati, come atto di giustizia, per entrare nel Regno eternamente beati.
Chiedo alla redazione di affrontare la tematica collegata a quella del post ma che ha una sua valenza autonoma. Diversi fedeli oltre a vedersi privati della partecipazione alla Messa, hnno visto negata la possibilità di ricevere la S. Comunione fuori dalla messa. Questa negazione è un gravissimo sopruso verso Dio che vuole essere ricevuto il piu sovente possibile dai fedeli, che verso il fedele a cui viene ingiustificatamente negato il SS. Sacramento. Chiedo alla redazione di affrontare questa problematica. Grazie
RispondiEliminaParroco in Lomellina segnalato all'Arma dal sindaco: domenica ha celebrato Messa. Ma lui alla Nuova BQ spiega: «Ho scordato di disattivare il timer delle campane»; Nel varesotto il don celebra privatamente e si ritrova la chiesa piena di fedeli: «Non ce l'ho fatta a mandarli via. Sono un prete, non un portinaio». La curia ambrosiana lo rampogna; un altro in Bassa Lombardia celebra 5 Messe per "diluire" i fedeli: un confratello fa la spia. Cronache di ordinaria follia di preti che fanno i preti e non i funzionari del sacro. Ma sono testimoni di fede ai tempi del Coronavirus, non ribelli.
RispondiEliminaSINE DOMINICO NON POSSUMUS
«No, non sono un funzionario del sacro, sono un prete, il mio compito non è quello di aprire e chiudere l’oratorio come un portinaio, ma di celebrare il santo sacrificio del Signore. Non posso smettere di essere quello che sono. E io sono un prete ambrosiano: Sant’Ambrogio ha cacciato Teodosio, San Carlo ha attraversato scalzo la Milano appestata e il cardinal Shuster è rimasto in città anche sotto i bombardamenti. Come faccio a mandare via chi mi sta chiedendo di pregare per la sua anima?».
Le corse in autobus per arrivare in tempo alla S.Messa domenicale in latino , il fiato corto , salire i pochi ripidi scalini , ancora tre scalini per ricevere la S.Comunione in ginocchio davanti all'alta balaustra , il capo inclinato un po' all'indietro , la bocca ben aperta desiderosa d' essere imboccata , il Ministro di Dio che lascia cadere sapientemente la Particola Sacra: " Pie pellicane Jesu Domine.." ; S.Maria e Gesu' al Corso .
RispondiEliminaNei bar si sbevazza purché ad un metro tra beone e beone, messe con fedeli sparpagliati od all'aperto, no. Il grave è che è la chiesa che lo vuole... Seconde me ci sono più tracce di zolfo che del virus.
RispondiElimina