Il libro di padre R. M. Wiltgen, “Il Reno si getta nel Tevere”, è stato finalmente tradotto per la prima volta in italiano dall’Editore Effedieffe di Proceno (Viterbo ), dopo circa 60 anni dalla sua prima edizione del 1967 in lingua inglese, che ha conosciuto una seconda edizione, aggiunta e corretta dall’Autore, nel 1977 ed è su quest’ultima che si basa la traduzione italiana.
L’Autore racconta, in queste brevi annotazioni che prendono quasi la forma di una sorta di “diario del Concilio”, la storia del Vaticano II dall’inizio alla fine (12 ottobre 1962 - 8 dicembre 1965); condensando quattro anni di dibattiti serrati e infuocati in circa sole 350 pagine e offrendo al lettore, anche non esperto in teologia, un libro estremamente pratico, conciso e ricco di fatti dettagliati. La sua narrazione illustra i fatti concreti avvenuti durante il Concilio più che le dottrine teologiche astratte difficilmente accessibili a tutti i lettori; soffermandosi su “Chi, Cosa, Quando, Dove e Perché”, descrivendo la “politicizzazione” e la deriva progressista che è andata avanti durante l’intero Concilio, scoprendo magistralmente anche quello che accadeva dietro le quinte, il che rende la lettura del libro particolarmente appassionante e avvincente.
Padre Wiltgen (che non è un “tradizionalista”, ma un cronista onesto e oggettivo, sebbene di tendenze aperte se non proprio progressiste, il quale ha trascritto i fatti così come li ha visti e si sono svolti) ci svela molte riunioni ed azioni esterne ai dibattiti conciliari, non sempre fatte alla luce del sole e mette in luce come l’attività del Concilio sia stata guidata costantemente da “gruppi” piuttosto che da individui: “Egli non tenta di interpretare il Concilio per i suoi lettori; racconta semplicemente quello che è successo. Il suo scritto è dettagliato, basato sui fatti e non emotivo [...] indubbiamente il miglior resoconto del Concilio mai apparso” (Social Justice Review, USA).
Alla luce di quanto narrato si constata che i 16 Documenti del Concilio sono stati, prima, fortemente dibattuti e contesi da due diversi gruppi di pressione (tradizionalisti e progressisti) entrati in conflitto e, poi, indirizzati alla loro promulgazione specialmente dal gruppo dei progressisti Renani, sostenuti purtroppo dai due Papi regnanti durante l’Assise conciliare; mentre i tradizionalisti del Coetus Internationalis Patrum agguerriti, ma non appoggiati dal Sommo Pontefice furono messi in minoranza. Infine non bisogna dimenticare l’esistenza di un “terzo partito” abbastanza vasto di Padri conciliari “moderati” che stava a guardare e seguiva poi la corrente divenuta maggioritaria e sostenuta dal Pontefice.
Il gruppo filomodernista, rappresentato dal “Reno”, ispiratosi alla Nouvelle Théologie modernista dell’Europa del nord-ovest, ha inquinato la teologia tradizionale cattolico/romana gettandosi nel “Tevere”, cioè mettendo in minoranza il Coetus Internationalis Patrum, vale a dire l’ala tradizionalista, legata alla teologia scolastica e romana. Di qui il titolo azzeccatissimo: “Il Reno si getta nel Tevere”.
In alcuni casi fu necessario addirittura l’intervento del Papa – per ristabilire la pace tra vari Cardinali che si erano affrontati aspramente – il quale purtroppo sùbito dopo aver riportato la “pace” favorì costantemente l’ala progressista, ossia il “Reno” aiutandolo a inquinare il “Tevere”, mettendo in minoranza i teologi romani e i Cardinali della Curia vaticana.
Il gruppo più influente tra tutti era quello progressista – influenzato fortemente dalla Nouvelle Théologie neomodernista, che era stata condannata da Pio XII nell’Enciclica Humani generis del 12 agosto 1950, ma che aveva rialzato la testa con l’elezione di Giovanni XXIII (28 ottobre 1958), il quale chiamò come “periti” al Concilio i vari teologi condannati e allontanati dall’insegnamento da papa Pacelli (de Lubac, Rahner, Congar, Schillebeeckxs, Chenu, Kung …) – esso era costituito dai Padri del Concilio (Cardinali e Vescovi) e dai periti (o teologi) provenienti dai Paesi lungo il fiume Reno: Germania, Austria, Svizzera, Francia, Paesi Bassi e dal vicino Belgio. Dato che questo gruppo esercitò un’influenza predominante sul Concilio Vaticano II grazie al sostegno di papa Roncalli prima e Montini poi, il libro è stato intitolato Il Reno si getta nel Tevere.
Il “Tevere” vuol significare il Vaticano, che si trova nelle immediate vicinanze del Tevere, in quanto interprete autentico della Tradizione e della Scrittura, mediante il Magistero pontificio e l’ausilio della “teologia romana”. Con ciò si riesce a capire l’influenza della teologia franco/tedesca (impregnata allora di modernismo) su Roma, che pian piano è stata modernizzata grazie allo slogan dell’Aggiornamento lanciato da Giovanni XXIII. Infatti a partire dal Concilio Vaticano II il modernismo, condannato ininterrottamente per tutta la prima metà del secolo XX dal Magistero ecclesiastico da Leone XIII/San Pio X sino a Pio XII, si è impadronito di Roma, ossia del “Tevere” ed è riuscito a farci giungere al parossismo dell’empietà e dell’apostasia con l’adorazione degli idoli da parte di papa Francesco in Vaticano e con la loro intronizzazione in San Pietro da parte di Cardinali e Vescovi, alla presenza del Sommo Pontefice nell’autunno del 2019.
Padre Wiltgen era straordinariamente ben informato e il suo resoconto, che mostra lo svolgimento dell’intero Concilio, è pieno di dettagli precisi: “L’autore, consapevole del dramma insito nel soggetto dell’opera, ha in gran parte adottato uno stile sobrio, quasi laconico, che permette al Concilio, per così dire, di raccontare la propria storia [...] caratterizzato da un candore, un’incisività, un’oggettività e una completezza che ne fanno un ‘must / lettura obbligata’ per tutti coloro interessati alle forze che plasmano il mondo a venire” (The Christian Minister, Sudafrica).
Per scrivere questa storia padre Wiltgen ha avuto accesso alla serie completa di tutta la corrispondenza ufficiale, documenti e fogli di lavoro ricevuta dai Padri del Concilio tramite la segreteria del Concilio. Ha avuto accesso anche a tutta la corrispondenza e alla documentazione inviata dal gruppo del Reno ai suoi membri, nonché alla documentazione aggiuntiva di altri gruppi e conferenze episcopali, ai verbali delle riunioni, alla corrispondenza privata, ecc. Ha altresì incontrato e intervistato innumerevoli Padri del Concilio e periti.
Inoltre avendo la sua sede a Roma, il Wiltgen, ha potuto vedere svolgersi sotto i suoi occhi l’intero Concilio. Quello che ha visto e che ha sentito, e i fatti che ho scoperto, ce li ha trasmessi in questo libro: “Ci vengono date molte informazioni, fino ad ora non rivelate oppure sconosciute, delle attività dietro le quinte che hanno influenzato notevolmente il progresso e le conclusioni del Concilio [...]. Padre Wiltgen ha avuto accesso a molto di ciò che è sfuggito ad altri o è stato deliberatamente omesso dai loro libri” (Zeitschrift fuer Missionswissenschaft und Religionswissenschaft, Münster).
I Carmelitani di Roma descrissero così il libro di padre Wiltgen appena apparso: “Questo è il lavoro di un particolarmente autorevole testimone, che ha attinto le sue informazioni direttamente dalle fonti stesse. Se a questo si aggiunge la sua perfetta obiettività e la sua totale imparzialità [...] si può facilmente vedere che qui abbiamo un documento di altissimo valore sul Concilio [...] l’argomento era più che delicato; era pericoloso [...] e richiedeva tutta l’abilità di un giornalista esperto per trattarlo correttamente [...] il suo servizio in nome della verità è consistito nel far conoscere i fatti, cosa che ha fatto con piena competenza” (Ephemerides Carmeliticae, Roma).
Raccomando vivamente la piacevole ed istruttiva analisi di questo libro, che si legge scorrevolmente come fosse un “romanzo giallo”, il quale si basa su fatti realmente accaduti e riportati in maniera storicamente documentata e ci aiuta a capire non solo quel che avvenne durante il Concilio, ma – “col senno di poi” – anche ciò che è successo nel postconcilio (Riforma liturgica del 1969; “Antica Alleanza mai revocata” 1980; “Ebrei fratelli maggiori dei Cristiani nelle fede di Abramo” 1986; Giornate interreligiose di Assisi 1986/2016, sino agli attuali sbandamenti dogmatici, morali, liturgici di papa Bergoglio (2016/2020).
d. Curzio Nitoglia
Leggerlo sarà molto istruttivo, anche per rendersi ben conto dell' origine di molti fatti che vengono, per " comodità ", considerati frutto del caso, o " giusta vendetta della madre terra" oppure, ultima versione pseudo- cristiana, in cui non si parla del peccato, di cui l' umanità intera si è avvolta come fosse un mantello protettivo, ma si chiede a Dio, in occasione della Santa Pasqua, di liberarci da questa pandemia. Una richiesta che, in questi termini, se non fosse blasfema, sarebbe ridicola. Ma che, invece, nel cuore di molte persone semplici ed indifese dai lupi che abbaiano nella Santa Chiesa di Cristo, suoneranno come la " condanna" di un dio che, incomprensibilmente, ha scatenato il suo livore sulla popolazione inerme. È fonte di tristezza pensare che, chi dovrebbe fare una catechesi che squarci il buio del tempo presente, usa questo buio per occultare ancora di più la paternità di Dio Padre, la Regalità del Figlio e l' Amore santificante dello Spirito Santo.
RispondiEliminaEra ora venisse ristampato, molto importante per mettere a fuoco alcuni passaggi.
RispondiEliminaAnche se c'è da dire tanta chiarezza è già stata fatta da questo stesso sito, o dai libri di Maria Guarini, di De Mattei, di Mons. Brunero Gherardini.
Ho deciso di comprare il libro "Il Reno si getta nel Tevere" però andando a cercare le edizioni Effedieffe ho visto anche i libri ( 4 volumi ) Le Radici degli italiani di Paolo Pesenti ,siccome i 4 volumi sono venduti con uno sconto del 50% e l'argomento mi interessa ci ho fatto un pensierino. In tanti anni di lettura però ho imparato che i libri degli autori diciamo minori o sono godibilissimi o sono dei mattoni tremendi.Ora trattandosi di 1350 pagine dal costo di circa 80 euri vorrei sapere per favore se qualcuno di voi ha letto qualcosa dell'autore.Per fare un esempio la Storia di Roma di Mommsen è gigantesca ma ,secondo me, si legge con interesse ,mentre ci sono libri di 200 pagine si lasciano a metà. I soldi spesi per comprare dei libri non sono mai sprecati ma vanno spesi bene .
RispondiElimina
RispondiEliminaCome mai lo scomparso Padre Wiltgen, americano, era cosí ben informato sul Concilio reale? Perché era titolare accreditato di una sua Agenzia di Stampa al Concilio. Aveva quindi accesso a tutta la documentazione, organizzava interviste. Ma era capace anche di raccogliere aneddoti, singoli episodi.
Dopo la rottura della legalità alla prima giornata del Concilio, con il cardinale Liénart, uno dei dieci membri della Presidenza, che si alzò e disse che non si poteva procedere a votare, coem da programma, i membri delle varie commissioni, con i nomi già indicati dalla Curia sui foglietti, ma si doveva rinviare per dar tempo alle Conferenze Episcopali di proporre nuovi candidati (scassando cosí tutto il lavoro preparatorio, sgradito ai neomodernisti) - proposta sostenuta anche dal cardinale Frings e approvata, dopo vivace discussione, dal presidente, nonché sanzionata il giorno dopo da Giovanni XXIII, loro complice - all'uscita dei prelati "un vescovo olandese, mentre usciva dall'atrio del Concilio gridò a un sacerdote suo amico da lontano: - Ecco la nostra prima vittoria!" (Ralph M. Wiltgen, S.V.D., The Rhine flows into the Tiber, ed. inglese, Devon 1979, p. 17).
Un libro importante, per capire quello che è successo al Concilio. Avrebbe dovuto esser tradotto in italiano molto prima. Adesso è già tardi.
Un altro libro interessante riedito sempre da Effedieffe: Maurice Pinay: "COMPLOTTO CONTRO LA CHIESA".
RispondiEliminaIl libro fu distribuito, a tempo suo, ai Padri Conciliari. Il nome Maurice Pinay è uno pseudonimo.
Eppure senza l'avallo di Giovanni 23° e di Paolo6° non sarebbe successo granché. Son proprio curioso di leggere questo libro anche se son certo che mi farà venire dei forti mal di stomaco. E' successo col CV2 quello che succede nelle famiglie dove il padre non tratta i figli in modo imparziale. Inutile stare a litigare se poi chi dovrebbe decidere decide quasi sempre a senso unico. Succede che perdi spesso cento e di tanto in tanto ti fa recuperare 20 o 30 dopo aspre discussioni .
RispondiElimina