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martedì 7 aprile 2020

Raymond Leo Cardinal Burke. Messaggio per la settimana più santa dell’anno 

Nella nostra traduzione da InfoVaticana, un documento pubblicato dal card. Burke in occasione della Domenica delle Palme per predisporci a questa Settimana Santa contrassegnata da timori e disorientamento su molti fronti, ricco di insegnamenti ed esortazioni: “È molto triste leggere documenti - e persino documenti ecclesiastici - che pretendono di poter affrontare le difficoltà più importanti che ci si presentano senza alcuna menzione o riconoscimento della Signoria di Cristo, della verità del fatto che dipendiamo completamente da Dio per la nostra esistenza, per tutto ciò che siamo e per tutto ciò che abbiamo e che pertanto la preghiera e l’adorazione sono i nostri primi e più importanti mezzi per combattere qualsiasi male”.

Messaggio per la settimana
più santa dell’anno

Raymond Leo Cardinal Burke

Cari amici,
Da quando ho iniziato il mio servizio come vescovo di una diocesi, mi è sembrato sempre che ogni anno, ogniqualvolta si avvicinavano le celebrazioni del Natale e della Pasqua, succedeva qualcosa di profondamente triste o sorgeva una crisi difficile da affrontare per la diocesi stessa. Appena cominciavo a preparare con gioia le celebrazioni dei grandi misteri della nostra salvezza succedeva qualcosa che - da un punto di vista umano - faceva sorgere una nube oscura su di esse e lasciava in sospeso il giubilo che esse ispiravano. Un giorno menzionai a un fratello vescovo quest’esperienza angustiosa e sin troppo puntuale. Egli mi rispose semplicemente: “È Satana che cerca di privarti della gioia”.

In effetti ha senso che Satana, che Nostro Signore descrive come “omicida fin dal principio, [...] menzognero e padre di ogni menzogna” (Gv 8, 44) voglia nascondere ai nostri occhi le grandi realtà dell’Incarnazione e della Redenzione, che voglia distoglierci dai riti liturgici per mezzo dei quali non solo celebriamo queste verità ma riceviamo anche le incommensurabili e incessanti grazie che esse ci hanno procacciato. Satana vuole convincerci del fatto che le perdite e la morte, con la tristezza e la paura che normalmente le accompagnano, dimostrano che Cristo è falso, smentendo così la Sua Incarnazione Redentrice e cercando di farci credere che la nostra fede e la nostra gioia siano un’illusione.

Ma è Satana ad essere falso. È lui il bugiardo. Difatti, Cristo, Dio Figlio, si è fatto uomo, ha sofferto la Passione e la Morte più crudeli per redimere la nostra natura umana, per restituirci la vera vita, la vita divina che vince le peggiori sofferenze e persino la morte e che ci conduce in modo certo e sicuro al nostro autentico destino: la vita eterna insieme a Lui.

San Paolo, affrontando tante prove profondamente scoraggianti nel corso del suo ministero apostolico che è culminato col suo martirio a Roma, ha scritto ai colossesi: “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del Suo Corpo che è la Chiesa” (Col 1, 24). Per lui - come dovrebbe essere anche per noi - soffrire con Cristo per la Chiesa, per amore di Dio e del nostro prossimo è fonte inesauribile e sempre efficace del nostro gaudio. È la massima espressione della nostra comunione con Cristo, Dio Figlio incarnato, del condividere con Lui il mistero dell’amore divino di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. La vita di Cristo e la grazia dello Spirito Santo profusa dal Cuore di Cristo affinché possa dimorare nei nostri cuori ci ispirano e ci rafforzano per renderci in grado di abbracciare le perdite e la morte col Suo amore, trasformandole in un guadagno eterno e in vita senza fine. Il nostro gaudio non è dunque un piacere o un’emozione superficiale, bensì il frutto dell’amore che è “forte come la morte” e che “le grandi acque non potranno spegnere, né i fiumi travolgere” (Ct 8, 6-7).

La nostra gioia non ci dispensa dall’aguzzo pungiglione delle perdite e della morte, ma con fiducia e coraggio li affronta come parte della battaglia amorosa che siamo chiamati a combattere durante questa vita; in fondo, per grazia di Dio siamo autentici soldati di Cristo (cfr. 2 Tm 2, 3) che possiedono la conoscenza sicura della vittoria e della vita eterna. Così, alla fine del suo cammino terreno, San Paolo ha scritto al suo figlio spirituale e fratello in quanto pastore del gregge, San Timoteo:
“Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la Sua manifestazione” (2 Tm 4, 6-8). 
Amiamo Nostro Signore, amiamo l’Incarnazione Redentrice per mezzo della quale Egli è vivo per noi nella Chiesa e dunque sentiamoci felici di combattere con Lui la buona battaglia, di mantenerci saldi nella competizione senza che le prove che affrontiamo ci scuotano. Conserviamo la fede quando il padre della menzogna ci tenta a dubitare di Cristo e persino a negarlo.

Può darsi che Satana non abbia mai avuto un mezzo più efficace del coronavirus per rubarci la nostra gioia di celebrare i giorni più santi dell’anno, i giorni in cui Cristo ha conquistato per noi la vita eterna. Come gli piacerebbe privarci della santità dell’unica settimana dell’anno che è conosciuta semplicemente come Settimana Santa! L’attuale crisi sanitaria internazionale provocata dal coronavirus o COVID-19 continua a mietere tragicamente vite umane, generando profonda tristezza e paura nel cuore umano. Sicuramente Satana starà utilizzando la sofferenza che assedia tante case, quartieri, città e nazioni per tentarci a dubitare di Nostro Signore e della Fede, della Speranza e della Carità, che sono i Suoi grandi doni per la nostra vita quotidiana. L’effetto delle intenzioni omicide di Satana e delle sue menzogne si fa ancor più grande quando siamo lontani dal Signore, quando diamo per scontata la Sua vita dentro di noi, quando arriviamo addirittura al punto di abbandonarLo per inseguire piaceri mondani, ciò che ci fa comodo o il successo.

Persino all’interno della Chiesa siamo stati testimoni del fallimento dell'insegnare in primo luogo che Cristo è Nostro Signore. Quante persone oggi staranno soffrendo profondamente a causa di una paura inutile perché hanno dimenticato o addirittura rifiutato il Regno del Cuore di Gesù nei loro cuori e nelle loro case? Ricordiamo le parole di Nostro Signore a Giairo che cercava aiuto per la sua figlia morente: “Non temere, continua solo ad aver fede!” (Mc 5, 36). Quante persone oggi non hanno più speranza perché pensano che solo con le nostre forze si possa sconfiggere il coronavirus o COVID-19, avendo dimenticato che - anche se dobbiamo fare tutto quanto è umanamente possibile per lottare contro questo grande male - solo Dio può benedire i nostri sforzi dandoci la vittoria sulle perdite e sulla morte? È molto triste leggere documenti - e persino documenti ecclesiastici - che pretendono di poter affrontare le difficoltà più importanti che ci si presentano senza alcuna menzione o riconoscimento della Signoria di Cristo, della verità del fatto che dipendiamo completamente da Dio per la nostra esistenza, per tutto ciò che siamo e per tutto ciò che abbiamo e che pertanto la preghiera e l’adorazione sono i nostri primi e più importanti mezzi per combattere qualsiasi male.

Qualche giorno fa un giovane adulto cattolico mi ha detto - come se fosse una cosa logica - che quest’anno non avrebbe celebrato la Pasqua per via del coronavirus. Se la gioia della nostra celebrazione della Pasqua fosse solo una questione di sentimenti positivi potrei capire la sua posizione. Ma la gioia della Pasqua è radicata in una verità eterna, la vittoria di Cristo su ciò che sembrava chiaramente essere il Suo annientamento, la vittoria ottenuta nella Sua natura umana affinché anche noi trionfiamo nella nostra natura umana senza che le difficoltà che possiamo star soffrendo ci scuotano. Se crediamo in Cristo, se abbiamo fiducia nelle Sue promesse, dobbiamo celebrare con gioia la grande opera della Sua redenzione. Celebrare i misteri della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo non significa mancare di rispetto nei confronti della sofferenza che tante persone stanno patendo in questo periodo, bensì riconoscere che Cristo è con noi per vincere le nostre sofferenze col Suo amore. 

La nostra celebrazione è un faro di speranza per coloro le cui vite sono state severamente provate, e li invita a deporre la loro fiducia in Nostro Signore. Sì, quest’anno la Settimana Santa è molto differente per noi. La sofferenza che corre parallela al coronavirus ci ha portato a una situazione in cui molti cattolici, durante la Settimana Santa, non hanno accesso ai sacramenti della Penitenza e della Santa Eucarestia, che sono i nostri incontri straordinari - ma anche ordinari - col Signore Risorto, finalizzati al nostro rinnovamento e al nostro rafforzamento nella Sua vita.

Ma continua ad essere la settimana più santa dell’anno, poiché commemora gli eventi grazie ai quali siamo vivi in Cristo e per i quali la vita eterna è nostra persino durante una pandemia, una crisi sanitaria mondiale. Vi esorto pertanto a non cedere di fronte alle menzogne di Satana, che vuole convincervi che quest’anno non avete nulla da celebrare durante la Settimana Santa. No, abbiamo tutto da celebrare, perché Cristo ci ha preceduto in ogni sofferenza e ora ci accompagna nelle nostre sofferenze affinché possiamo restare saldi nel Suo amore, l’amore che vince ogni male.

Oggi celebriamo la Domenica delle Palme, in cui Cristo è entrato a Gerusalemme sapendo perfettamente che Lo aspettavano la Passione e la Morte. Egli sapeva quanto era effimero il benvenuto che aveva ricevuto, un benvenuto appropriato per il Re del Cielo e della Terra, ma superficiale perché coloro che Glielo hanno dato possedevano esclusivamente una comprensione mondana della salvezza che Egli è venuto a conquistare per noi. Non erano pronti ad essere una sola cosa con Cristo nella fondazione del Suo Regno eterno per mezzo degli eventi della Sua Passione e Morte. Dopo la Domenica delle Palme, ogni giorno della Settimana Santa è giustamente chiamato santo perché fa parte del forte abbraccio di Cristo al culmine della Sua missione salvifica.

Dedicate oggi un po’ di tempo a riflettere su che tipo di benvenuto avete dato realmente a Cristo nei vostri cuori e nelle vostre case. Leggete di nuovo il racconto del Suo ingresso a Gerusalemme e come, dopo la Sua entrata trionfante, Egli ha pianto su Gerusalemme con le parole: “Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto!” (Mt 23, 37). Se voi o la vostra casa siete lontani da Nostro Signore, ricordate come Egli desidera stare vicino a voi, essere l’invitato costante dei vostri cuori e delle vostre case. Rimanete con Cristo durante la Settimana Santa. In particolare, fate del Giovedì Santo un giorno di ringraziamento profondo per i sacramenti della Santa Eucarestia e dell’Ordine Sacerdotale, che Nostro Signore ha istituito durante l’Ultima Cena. Fate in modo che il Venerdì Santo sia un giorno tranquillo durante il quale possiate praticare la penitenza per approfondire il mistero della sofferenza e della morte di Cristo. Il Venerdì Santo si colmerà di gratitudine per i sacramenti della Penitenza e dell’Unzione degli infermi. Il Sabato Santo vigilate insieme a Nostro Signore, lodandoLo e ringraziandoLo per il dono della Sua grazia nelle nostre anime mediante l’effusione dello Spirito Santo per mezzo del Suo glorioso Cuore trafitto. Meditate in modo particolare sul fatto che la Sua grazia è presente in voi per mezzo dei sacramenti del Battesimo, della Confermazione e della Santa Eucarestia. Durante tutti questi giorni, riflettete e ringraziate Dio per il regalo del Sacramento del Santo Matrimonio e per il suo frutto: la famiglia, la “Chiesa domestica” o piccola Chiesa della casa, il primo luogo in cui giungiamo alla conoscenza di Dio, Gli offriamo le nostre preghiere e la nostra adorazione e impariamo a disciplinare le nostre vite in conformità con la Sua legge.

Se non potete partecipare ai riti liturgici in questi giorni così sacri - fatto che rappresenta davvero una grande privazione, poiché nulla può sostituire l’incontro con Cristo attraverso i sacramenti - sforzatevi nelle vostre case di rimanere nella Santa Liturgia per mezzo del vostro desiderio di stare in compagnia di Nostro Signore, specialmente nel mistero della Sua opera salvifica. Nostro Signore non si aspetta da noi l’impossibile, ma si aspetta che agiamo nel modo migliore possibile per stare con Lui durante questi giorni, che sono i giorni della Sua potente grazia.

Vi sono molti meravigliosi aiuti per alimentare questo santo desiderio. In primo luogo esiste un ricco tesoro di preghiere all’interno della Chiesa: per esempio, la lettura delle Sacre Scritture, in particolare i Salmi penitenziali - specialmente il salmo 51 (50) - e il racconto della Passione di Nostro Signore nei quattro Vangeli; la devozione al Sacro Cuore di Gesù; la meditazione dei misteri della nostra fede per mezzo della preghiera del Santo Rosario, specialmente dei Misteri Dolorosi; le Litanie del Sacro Cuore di Gesù, della Santissima Vergine (di Loreto), di San Giuseppe e dei Santi; la Via Crucis, che si può fare anche in casa usando le immagini delle Quattordici Stazioni illustrate in qualche libro di preghiere o su qualche oggetto sacro; la Coroncina della Divina Misericordia; le visite ai santuari, alle grotte o ad altri luoghi sacri per Nostro Signore e per i misteri dell’Incarnazione Redentrice; la devozione ai santi che ci hanno aiutato in modo potente, specialmente San Rocco, protettore contro le pestilenze. Anche ai nostri giorni godiamo della benedizione di avere accesso - attraverso i mezzi di comunicazione - ai sacri riti e alle devozioni pubbliche che si celebrano in alcune chiese, in particolare nelle chiese dei monasteri e dei conventi cui partecipa tutta la comunità religiosa. Guardare la trasmissione di un rito sacro non è certo equivalente alla diretta partecipazione ad esso, ma se questo è l’unico mezzo a nostra disposizione, sarà sicuramente di gradimento per Nostro Signore, Che non smetterà mai di colmarci della Sua grazia in risposta al nostro umile atto di devozione e d’amore. In ogni caso, la Settimana Santa non può essere per noi una settimana qualsiasi, bensì dev’essere caratterizzata dai sentimenti più profondi di fede in Cristo, nostra unica salvezza. I sentimenti di fede durante questi santissimi giorni sono proprio quelli della gratitudine e dell’amore più profondi. Se la vostra gratitudine e il vostro amore non possono trovare la loro massima espressione per mezzo della partecipazione alla Sacra Liturgia, esprimeteli nella devozione dei vostri cuori e delle vostre case. Commemorando, con Cristo, la Sua Santissima Madre e tutti i santi, gli eventi del Sacro Triduo, contempliamo il mistero della Sua vita all’interno di ciascuno di noi. Il tempo dedicato ogni giorno alla preghiera e alla devozione, meditando sulla Passione di Nostro Signore, aiuterà noi tutti a stare insieme a Nostro Signore nel modo migliore attualmente possibile in questi giorni santissimi. Quanto ci può essere di insegnamento la sofferenza dei giorni attuali sul dono incomparabile della Sacra Liturgia e dei Sacramenti!

Concludo assicurandovi che tanto voi come le vostre intenzioni sono presenti nelle mie preghiere di oggi e rimarranno nelle mie preghiere durante la Settimana Santa e in modo particolare durante il Sacro Triduo del Giovedì Santo, del Venerdì Santo e del Sabato Santo. Accompagniamoci tutti reciprocamente insieme a Cristo con la più profonda fede, speranza e carità mentre celebriamo questi giorni santissimi in cui Egli ha sofferto, è morto ed è risorto dai morti per liberarci dal peccato e da ogni male, e per conquistare per noi la vita eterna. Che la nostra celebrazione della Settimana Santa sia quest’anno la nostra robusta armatura nella battaglia in corso contro il coronavirus o COVID-19. In Cristo, la vittoria sarà nostra. “Non temere, continua solo ad aver fede!” (Mc 5, 36).
Raymond Leo Cardinal BURKE
5 aprile2020
Domenica delle Palme
[Traduzione per Chiesa e post-concilio di Antonio Marcantonio]

18 commenti:

  1. Roma, 7 apr. (askanews) – L’alta corte australiana, il più alto grado di giudizio del Paese, ha deciso di prosciogliere il cardinale George Pell, ex capo della Segreteria per l’economia vaticana, condannato a sei anni di carcere per abusi su minori. E’ stato così accolto il ricorso in appello dei legali del porporato, che aveva sempre dichiarato la sua innocenza. Lo riporta il New York Times.

    Il cardinale Pell, ex consigliere di papa Francesco, era stato condannato a sei anni di carcere lo scorso marzo con l’accusa di aver molestato due ragazzi dopo una messa domenicale nel 1996.

    Il cardinale era stato condannato sulla base di cinque capi di imputazione, rendendolo il primo vescovo dichiarato colpevole in un tribunale penale per abusi sessuali su minori, secondo il sito BishopAccountability.org, che tiene traccia dei casi di abusi sessuali da parte del clero cattolico.

    La sentenza di condanna, molto al di sotto del massimo di 50 anni, è stata attentamente esaminata, ma aveva resistito al primo grado di appello.

    Ma nella sua sentenza di martedì, l’Alta Corte ha riscontrato che per tutti e cinque i capi di accusa, c’erano molte eventualità improbabili che non erano state completamente considerate dalla giuria. Esiste “una possibilità significativa”, hanno scritto i giudici dell’alta corte, “che una persona innocente sia stata condannata”.

    In precedenza, nell’agosto 2019, la Corte suprema dello Stato australiano di Victoria aveva negato il primo appello del cardinale Pell per un verdetto di colpevolezza annunciato dal tribunale della contea di Victoria nel febbraio 2019. Dall’annuncio della sua sentenza nel marzo 2019, il cardinale Pell ha scontato una pena detentiva di 6 anni.

    http://www.askanews.it/esteri/2020/04/07/vaticano-da-alta-corte-australia-stop-a-condanna-cardinale-pell-pn_20200407_00005/

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  2. Vergogna all'ennesima potenza....

    Un'intervista al Corriere della Sera fuga ogni dubbio: è il vertice dell'episcopato a non volere la celebrazioni delle Messe con popolo il giorno di Pasqua. Per il presidente della CEI, cardinale Bassetti, la salute del corpo viene prima di ogni cosa. Ma è questa la parola di speranza che ci si aspetta da un vescovo?

    https://www.lanuovabq.it/it/questa-messa-non-sha-da-fare-parola-di-bassetti

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  3. Ieri LifeSiteNews annunciava che l'Alta Corte Australiana all'unanimità ha assolto il cardinale Pell dalle accuse di abusi sessuali.

    In qualità di fedele cattolico la cosa mi fa piacere: era fin troppo chiaro che lo scandalo era stato montato ad arte (e su una sola testimonianza confusa e senza ulteriori riscontri) per dare una dura spallata alla Chiesa nel contesto di chissà quali manovrine anticattoliche.

    Purtroppo occorre ricordare anche che Pell è sempre stato amicone del Cammino Neocatecumenale, ad esempio partecipandovi attivamente ai cerimoniali delle cosiddette "alzate" vocazionali, dove il laico Kiko Argüello, dall'alto della sua arroganza e del suo narcisismo, "fa il kerygma" (cioè fa un'omelia sconnessa ed eretica, spacciandola per "ispirata") e "fa la chiamata" (cioè finge di essere lo Spirito che suscita le vocazioni, e gli credono pure!), e una predeterminata percentuale dei giovani kikos lì presenti - percentuale che è sempre perfettamente oscillata tra l'1,5% e il 3% - si "alza" davanti a Kiko e lo raggiunge attorno al palco, "segno" che vale come certificato di vocazione. Tali giovani vengono poi vagliati ("scrutati") dai cosiddetti "catechisti" laici del Cammino per essere invitati nelle strutture kikiane (come i seminari neocatecumenali Redemkikos Mater) per l'improbabile discernimento vocazionale (fatto quasi esclusivamente sulla pseudoteologia kikiana imbottita di eresie e sulle carnevalate liturgiche inventate dal sullodato Kiko, che comprendono la fatidica "comunione seduti e tutti insieme contemporaneamente al celebrante", il "rito mistico" dell'abbeverarsi tutti allo stesso coppone designed by Kiko, l'uso esclusivo dei gadget kikiani e dell'armamentario canoro/pittorico del sommo Kiko, le "confessioni pubbliche" che scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore mai farebbe, il ridicolo girotondino da cretini ritardati al termine delle liturgie, eccetera).

    "Ma io conosco dei kikos che invece..." Ahinoi, come in ogni setta, anche nel Cammino vale il principio che la menzogna e l'inganno sono azioni sante, qualora usate per difendere il prestigio della setta. Il buon cuore e l'ignoranza non sostituiscono la necessaria ortodossia della fede.

    Tutte queste cose, Pell non poteva non saperle. Non saprei dire se è andato a fare l'amicone di Kiko sul palco per la ricca bustarella (i neocatecumenali pagano piuttosto bene i Trenta Denari) oppure come "assicurazione" (la setta di Kiko ha molte leve a disposizione per fare e disfare carriere ecclesiastiche), oppure ingenuamente come "dialogante" con tutti i movimenti ecclesiali anche se eretici (punto fondamentale del modernismo è il riconoscere alla verità e all'errore gli stessi diritti).

    In questi giorni i riders neocatecumenali consegneranno le "pizze eucaristiche" a domicilio ai fedelissimi dell'idolo Kiko, come da indicazioni ricevute dal sommo Kiko nel suo consueto autoannuncio di Pasqua. La setta neocatecumenale, infatti, al di là di ogni discorsino pseudo-fervorino, oltre a ridurre la liturgia a spettacolino autogestito e casalingo, tratta il Santissimo Sacramento come una specie di "sacro snack" simboleggiante l'unità fraterna.

    Per maggiori informazioni, oltre al blog, invito a leggere il recente e documentatissimo libro: La setta neocatecumenale di don Ariel Levi di Gualdo, e possibilmente farlo leggere anche al parroco e al vescovo.

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  4. Ottima la notizia sull'assoluzione del card. Pell. Qualcuno aveva forse dei dubia su di lui?

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  5. I recenti inteeventi e messaggi del card. Burke, di mons. Schneider e dell'arcivescovo Viganò hanno il tratto comune delle parti didascaliche e di quelle parenetiche, esortative, proprie delle Lettere apostoliche del Vangelo, Paoline in primis. 
    Come tali, sono tutti da tenere a memoriale per questa nostra temperie oscura!

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  6. Pell. Il calvario giudiziario, la gogna e infine il proscioglimento. Una lezione per tutti (Giuliano Guzzo)

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  7. Quello che addolora è constatare che tanti cattolici, senza saperlo, non sono più Cattolici. Si parlano lingue diverse e parlare diventa un vuoto, inutile parlare. In questi testi si ristabilisce la serenità, si ritrova la certezza del proprio Credo, semplice, certo, in grado di trasportare, fin da qui, le moltitudini in Cielo pur restando sulla terra. Ringraziamo coloro che non hanno piegato la religione ad ideologia, che nel cuore son rimasti fanciulli, nella mente semplici e nelle opere prudenti. Loro per noi sono esempio e guida.

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  8. Dichiarazione del Cardinale George Pell

    “Ho costantemente difeso la mia innocenza mentre soffrivo di una grave ingiustizia. Ciò è stato risolto oggi con la decisione unanime della High Court. Non vedo l’ora di leggere nel dettaglio la sentenza e le ragioni della decisione.
    Non ho nessun astio nei confronti dell’accusatore, non voglio che la mia assoluzione aumenti la sofferenza e l’amarezza che molti provano; c’è sicuramente abbastanza dolore e amarezza. Comunque il mio processo non è stato un referendum sulla Chiesa cattolica; né un referendum su come le autorità della Chiesa in Australia hanno affrontato il crimine di pedofilia nella Chiesa.

    Il punto era se avessi commesso questi terribili crimini, e non l’ho fatto. L’unica via di vera guarigione a lungo termine è la verità e l’unica base per la giustizia è la verità, perché giustizia significa verità per tutti.
    Un ringraziamento speciale va a tutte le preghiere e alle migliaia di lettere di sostegno. Voglio ringraziare in particolare la mia famiglia per il suo amore e supporto e per tutto ciò che ha dovuto affrontare, così come ringrazio la mia piccola squadra di consulenti, tutti coloro che mi hanno difeso e ne hanno subito le conseguenze, e tutti i miei amici e sostenitori, qui e all’estero.

    Inoltre i miei più sentiti ringraziamenti e gratitudine vanno a tutto il mio team legale per la sua ferma determinazione nel voler far prevalere la giustizia, gettare luce sull’oscurità voluta e rivelare la verità. Infine, sono a conoscenza dell’attuale crisi sanitaria. Sto pregando per tutte le persone colpite e per il nostro personale medico in prima linea”.
    Silvio Brachetta

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  9. D’un colpo la libertas filosofandi è stata rimossa: adesso si istituiscono taskforce per colpire le fakenews.

    È ovvio che in astratto mirano a colpire le notizie false, in concreto mirano a mettere fuori legge tutte le prospettive non allineate con il nuovo ordine mentale, di completamento con il nuovo ordine globale.

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  10. http://www.icrss.it/2020/04/06/lettera-di-mons-wach-amici/

    Il Priore generale dell'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote si rivolge agli amici dell'Istituto

    ne riporto l'inizio, ma vale la pena di leggerla tutta.

    All’occasione della Settimana Santa, desidero rivolgermi a Voi, per assicurarVi delle preghiere della nostra Comunità in queste tragiche ore, e per darVi qualche notizia del nostro Istituto, dei suoi sacerdoti, dei suoi seminaristi e delle sue suore.

    A seguito delle misure del governo, adottate in Italia poco dopo l’inizio della crisi sanitaria, la nostra Casa Madre a Gricigliano è entrata in isolamento totale quasi un mese fa. Non essendo una parrocchia, ma una casa di formazione indipendente dal nostro apostolato fiorentino, è apparso necessario proteggere i numerosi seminaristi e sacerdoti che vi abitano, in modo che possano continuare come al solito la loro vita di preghiera e di studio. Abbiamo quindi mantenuto la vita di preghiera, tanto personale, quanto comunitaria nel canto dell’ufficio divino. Agli esercizi abituali abbiamo aggiunto delle suppliche secondo le Vostre intenzioni, come l’adorazione eucaristica quotidiana e una processione penitenziale settimanale all’interno della proprietà del seminario, per implorare la misericordia di Dio.

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  11. E' strano che una terra nata come colonia penale non sia stata in grado di riconoscere subito la verità e sia stata sul punto di condannare un innocente. Il doloroso riscatto di milioni di anime assetate di giustizia è stato sul punto di essere cancellato dietro la vecchia, roca voce che gridava ebbra, Crucifige!

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  12. I CARDINALONi HANNO PARLATO: :
    “Dov’è la nostra fede? Nella parola o in un luogo?” ha affermato il cardinal Bassetti rispondendo a chi vorrebbe le chiese aperte almeno a Pasqua.
    Tipica concezione protestante. Se la fede non sta (anche) in un luogo, sarà inutile andare alle funzioni religiose anche dopo che riapriranno. Basta leggere il Vangelo a casa, con tanti saluti alla Messa.
    E bravo il nostro Bassetti. Molto meglio il suo omonimo, che fa buone lenzuola. Non c'è paragone.

    Poi ha parlato anche un altro cardinalone, Zuppi. Il quale ha dato ragione a Fiorello. Quello per il quale Dio si prega anche al cesso. Non me ne stupisco. Tra giullari di corte si simpatizza sempre.
    Martino Mora

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  13. Mi rallegro per l'assoluzione del card Pell ,dopo 404 giorni di ingiusta detenzione.Miaspetto che i giornali e non solo quelli italiani ne parlino ampiamente.Purtroppo la nouvelle vague giudiziaria non opera solo in Italia ma è un fenomeno o sarebbe meglio dire una malattia mondiale.Come si potesse condannare un uomo senza alcun testimone a carico ma solo sulla parola della presunta vittima è un mistero che spero il ministro della giustizia australiano abbia la voglia e l'onestà di chiarire .Son curioso di sapere se i giornali colpevolisti daranno ampio risalto alla sentenza o se pubblicheranno due righe di comunicato senza alcun commento e senza chiedere scusa per il loro barbaro comportamento. Il card Pell è stato assolto ma quanti poveretti son stati messi ingiustamente alla gogna ed hanno avuto la reputazione distrutta e la salute rovinata per sempre? E di norma in Italia sono i giornali che si sciolgono ad ogni parola del papa regnante i nemici peggiori della Chiesa.

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  14. Ora fanno i vescovi...

    "I seminari di oggi non stanno insegnando nulla per la formazione di un sacerdote; loro insegnano la psicologia liberale, la sociologia, l’umanesimo, il modernismo e molte altre scienze e semi-scienze che sono contrarie alla dottrina cattolica o non hanno niente a che fare con gli insegnamenti della Chiesa o con quello che dovrebbe sapere un prete. Per quanto riguarda gli insegnamenti cattolici, difficilmente vengono insegnati nei seminari di oggi."

    Mons. Marcel Lefebvre
    Da un'intervista del 1978

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  15. L' intervento del commentatore che presenta qui sopra il cardinale Pell come "amicone dei neocatecumenali" sembra voler mettere il cardinale Pell in cattiva luce.
    Cita una fonte che andrebbe controllata.

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  16. Eccallà,a pensar male si fa peccato ma …… ecco come un giornale italiano dava ieri la notizia dell'assoluzione del card Pell.
    Occhiello:Pedofilia il card Pell prosciolto dall'Alta corte:torna libero.
    Foto del cardinale
    Didascalia:Assoluzione nell'ultimo grado di giudizio ribaltate le sentenze precedenti:l'ex revisore delle finanze vaticane era stato condannato a 6 anni per aver abusato sessualmente nel 1996 di due coristi di 13 anni nella cattedrale di Melbourne.
    Ditemi voi leggendo questa didascalia cosa vi viene in mente e cosa pensate abbia fatto il card Pell.

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  17. Dice il vescovo D'Ercole:

    “Per me si potevano, sia pur con accorgimenti, aprire le chiese. Lo dico chiaramente che io non condivido questa scelta. Noi vescovi la abbiamo accettata solo per senso di responsabilità, ci è stata imposta tanto che la Cei ha parlato di amarezza. Nella sostanza è stato un cedimento, non generosità. Questa scelta io non la accetto volentieri. Oggi non bisogna polemizzare, non è il momento, ma dopo bisognerà parlare. Credo che si sia arrivati a questo solo per evitare attacchi e strumentalizzazioni. Sa come ci avrebbero criminalizzati se ci fosse stato qualche contagio, come se questi dipendessero dalle messe”.

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  18. Pell in un messaggio diffuso su Twitter nel 2019 ha ringraziato tutti i suoi sostenitori per le preghiere, e ha detto di essere “turbato” da quello che ha saputo della preparazione del Sinodo dell’Amazzonia.
    ...
    La prima questione è: la lettera è stata scritta proprio dal cardinale Pell? La portavoce del Dipartimento di Giustizia non ha chiarito questo punto, ma tutto fa pensare di sì. Pell nel messaggio ha ringraziato tutti i suoi sostenitori per le preghiere, e ha detto di essere “turbato” da quello che ha saputo della preparazione del Sinodo dell’Amazzonia. “La consapevolezza che le mie piccole sofferenze possono essere usate per buoni scopi unendosi a quelle di Gesù – avrebbe scritto Pell - mi dà un senso e una direzione”. E aggiunge: “Le sfide i problemi nella vita della Chiesa dovrebbero essere affrontati in un simile spirito di fede”.
    ...Parlando poi di temi di attualità nella Chiesa, il cardinale incarcerato scrive che “Abbiamo ragioni per essere turbati dall’Instrumentum Laboris del Sinodo amazzonico”, il documento che come i lettori della Bussola sanno bene è al centro di discussioni e polemiche particolarmente accese e profonde, e non solo per quanto riguarda la possibilità dell’ordinazione di uomini sposati - i “viri probati” a sostituire i preti nelle comunità più lontane - ma per il suo impianto generale e per le scivolate verso quello che i critici ritengono sia una sorta di panteismo sincretistico. Altrettante perplessità hanno destato le spinte verso un ruolo ordinato femminile.

    Pell è icastico, e molto diretto, come è nel suo carattere: “Questo non è il primo documento di bassa qualità che la Segreteria del Sinodo ha prodotto”, scrive. Nel Sinodo del 2014 Pell parlò duramente contro la mancanza di chiarezza e l’ambiguità dei termini, da cui poi nacque l’ambiguità di Amoris Laetitia.  Pell afferma che per quanto riguarda il Sinodo sull’Amazzonia “il cardinale Gerhrard Müller, già prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha scritto una critica eccellente”.

    E aggiunge: “Un punto è fondamentale, la Tradizione Apostolica, l’insegnamento di Gesù e degli Apostoli, preso dal Nuovo Testamento e insegnato dai Papi e dai Concili, dal Magistero, è l’unico criterio dottrinale per ogni insegnamento e pratica dottrinale”. “Amazzonia o non Amazzonia – scrive ancora Pell, noto per il modo diretto di affrontare le questioni e i problemi – la Chiesa non può permettere nessuna confusione, tanto meno nessun insegnamento che sia di danno alla Tradizione Apostolica”.

    E conclude: “Dobbiamo sempre ricordare che la Chiesa è una, non solo nel senso che le buone famiglie restano unite, quali che siano le loro differenze, ma perché la Chiesa di Cristo è basata sulla Chiesa Cattolica, che è il Corpo di Cristo”.

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