Il Giovedì della I settimana dopo Pentecoste è tradizionalmente dedicato alla solennità del Corpus Domini, nella quale si onora specialmente il Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo dataci qual cibo salutare, pane vivo e vivificante, durante l'Ultima Cena. Purtroppo in Italia, la ricorrenza è stata spostata alla domenica successiva.
Per commemorarla, oggi riporto un testo di don Divo Barsotti sull'Eucaristia, seguito da un Editoriale di Radicati nella fede pubblicato anni fa, ma da riprendere a buona memoria.
"Noi ci troviamo sempre di fronte a Dio, ci troviamo sempre in un rapporto col suo Mistero, ma noi viviamo il rapporto con Dio attraverso le cose, attraverso gli uomini, attraverso avvenimenti storici precisi. Nel Mistero Eucaristico il rapporto è esclusivamente con Dio-fatto-Uomo: dopo la Consacrazione non rimangono né il pane né il vino, il tuo rapporto è immediatamente con Cristo.
Questa è la cosa grande della Presenza reale: l’uomo è chiamato a comunicare con Cristo, a riceverlo in sé; l’uomo è chiamato ad accogliere Dio-fatto-Uomo che si dona all’anima sua come alimento. In ogni cosa è il segno di una volontà divina, di un dono di Dio, ma nessuna immediatamente ti dona Dio. È attraverso la persona cui parlo che giungo a Dio, è attraverso ogni cosa che Dio si comunica a me; ma l’uomo deve fare un cammino immenso per giungere a Dio attraverso le cose, e in questo cammino l’uomo non sa in che modo raggiungere Dio, o se invece le cose lo tengono avvinto a se stesse e non lo fanno procedere oltre. È ben difficile poter definire il rapporto dell’uomo con Dio attraverso le cose.
Quando si tratta dell’Eucaristia nulla ci trattiene: l’Eucaristia stessa è il rapporto di Dio con l’uomo e dell’uomo con Dio. Non più un mondo, una storia che sono soltanto significativi di un Dio che rimane distinto e lontano. Tutte le cose possono essere significative di Lui, tutte le cose possono annunciarmi la sua venuta, ma nessuna è Lui, nessun avvenimento è direttamente e immediatamente la sua venuta.
Attraverso l’avvenimento Egli può giungere, attraverso le cose Egli può donarsi, ma le cose direttamente non sono Lui stesso. Nell’Eucaristia invece Dio non interpone fra te e Lui alcun mezzo, tranne le specie: che sono il velo più tenue. L’Eucaristia ci pone in un contatto con Dio, pur vivendo noi ancora quaggiù sulla terra; e questo contatto con Dio-fatto-Uomo dona all’uomo un senso impressionante della sua povertà, suscita in lui un’esigenza infinitamente angosciosa del superamento di sé. Nulla come l’Eucaristia per l’uomo è vocazione a un infinito trascendersi, nulla più dell’Eucaristia è per l’uomo esperienza di una sua povertà essenziale". (dagli Scritti di don Divo Barsotti)
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Giugno è il mese del Corpus Domini. È il mese della grande festa dedicata tutta a Gesù eucaristico. Anche noi, come tutte le parrocchie, ci apprestiamo a celebrarla Domenica 22 Giugno, visto che in Italia il Giovedì della solennità non è più giorno festivo. Lo faremo soprattutto con la processione solenne dopo la Messa cantata, portando per le vie del paese l'Ostia Santa.
Dovrebbe essere questa la processione più importante dell'anno, perchè in essa non si porta una statua venerata della Beata Vergine Maria o di un santo, non si porta una reliquia, ma Gesù stesso, vivo e vero nel SS. Sacramento; vivo e vero con il suo Corpo Sangue Anima e Divinità. Questa processione dovrebbe essere solennissima, colma di adorazione e di sacro rispetto per il Signore che passa.
Sicuramente molti sentiranno affiorare delle decise e malinconiche considerazioni: ormai nei nostri paesi non è più così, non si riesce a fare più il Corpus Domini di una volta; un tempo sì che tutte le strade erano addobbate, le pareti del percorso tutte coperte dai drappi più belli; e vi ricordate poi gli altari delle soste? Si faceva a gara per farli uno più bello dell'altro! E la gente come si inginocchiava...!
Sì, non è più così. Oggi, se va bene, quella del Corpus Domini è la processione del piccolo resto dei credenti che adorano ancora la SS. Eucarestia. Per la processione della Madonna forse c'è da sperare in qualche cristiano in più, ma per il Corpus Domini...!
Sono tutte considerazioni realiste, ma sbaglieremmo se ci fermassimo lamentosamente solo ad esse, senza andare più a fondo.
Perché si è perso lo spirito di adorazione? Perché l'animo di tantissimi battezzati non riconosce più il Signore che passa [e rimane] nell'Ostia Santa?
Molti tra i “conservatori” diranno che tutto è stato causato da alcuni fattori: dallo spostamento dei tabernacoli nelle chiese, che dagli altari sono stati relegati in qualche altro angolo; dal non fare più la genuflessione; dal ricevere la comunione in piedi e sulla mano; dalla riduzione se non scomparsa del digiuno eucaristico, ecc...
Tutto vero, ma non siamo ancora alla causa più profonda, quella vera.
Tutto ha inizio da una disastrosa riforma del rito della Messa, seguita al Concilio Vaticano II.
Con la scusa di tradurre nella lingua parlata la Messa, nel 1969 questa fu cambiata radicalmente, praticamente rifatta, epurata da tutti gli espliciti riferimenti al Sacrificio Propiziatorio, e questo per piacere ai Protestanti.
Di fatto la Messa si trasformava sempre più in una Santa Cena, fatta, praticamente, solo perché preti e fedeli si cibino alle “due mense”, della Parola e del Corpo di Cristo; in una parola, la Messa fatta per fare la Comunione.
Scomparve così nel vissuto del popolo cristiano il fatto centrale e determinante: il Sacrificio di Cristo in Croce. Per questo Gesù ha istituito l'Eucarestia, perché sia perpetuata la Sua offerta sulla Croce, quella offerta che sola cancella i peccati e placa la giustizia divina. Ogni giorno, nelle chiese del mondo, è necessario che sia offerto il Sacrificio di Cristo, perché il mondo si salvi dall'abisso.
Ma cosa c’entra tutto questo con la presenza di Gesù nell’Ostia, con l’adorazione, con il Corpus Domini? Semplice, se la Messa non è più intesa come l'oblazione di Cristo sull'altare della Croce, ma solo come pasto sacro, è messa in pericolo anche la presenza stessa di Cristo nell'Eucarestia.
Ci sono due grandi realtà nella messa, che sono il sacrificio e il sacramento. Queste due grandi realtà si realizzano nello stesso istante, nel momento in cui il prete pronuncia le parole della consacrazione del pane del vino. Quando ha terminato le parole della consacrazione del prezioso sangue, il sacrificio di Nostro Signore è realizzato e Nostro Signore è in quel momento pure presente, il sacramento di Nostro Signore è anch'esso lì. (...) Questa separazione mistica delle specie del pane e del vino realizza il sacrificio della messa. Dunque, queste due realtà sono realizzate dalle parole della consacrazione. Non si può separarle. Ed è ciò che hanno fatto i protestanti; hanno voluto solamente il sacramento senza il sacrificio. Non hanno né uno né l'altro, né il sacramento né il sacrificio. E questo è il pericolo delle messe nuove. Non si parla più del sacrificio; sembra che si prescinda dal sacrificio. Non si parla più che dell'Eucarestia, si fa una «Eucarestia», come se non vi fosse che un pasto. Si rischia bene di non avervi più né l'uno né l'altro. E' molto pericoloso. Nella misura che il sacrificio scompare il sacramento scompare anch'esso, perché ciò che è stato presentato nel sacramento, è la vittima. Se non c'è più il sacrificio, non c'è più vittima.
“Se non c’è più il Sacrificio, non c’è più la Vittima”: parole pesanti ma logicissime, secondo fede. Senza inoltrarci in delicatissime considerazioni sacramentarie, possiamo tranquillamente dire che almeno nel vissuto dei cristiani si è proprio provocato questo: l’offuscamento del carattere sacrificale della Messa ha fatto perdere la coscienza della presenza sostanziale di Cristo nel Sacramento.
A MESSA ANTICA corrisponde la sottolineatura e del Sacrificio propiziatorio e della presenza sostanziale di Cristo nell’Ostia Santa.
A MESSA NUOVA corrisponde la sottolineatura del banchetto eucaristico, della santa comunione e... guarda caso... la quasi scomparsa dello spirito di adorazione.
Non è proprio un caso: se non c’è più il Sacrificio, non c’è nemmeno più la Vittima, non c’è Gesù presente.
Ecco perché è sbagliato arginare il disastro liturgico con qualche semplice lavoro di “maquillage”, magari riportando i segni esterni dell'adorazione - incenso, candele, balaustre e inginocchiatoi... grandi adorazioni anche notturne... - senza preoccuparsi di tornare al corretto rito della Messa, alla Messa della Tradizione.
Sbaglia chi si ferma ai segni esterni, giocando con un sentimento vago della tradizione, facendo leva sulla sola estetica che inganna. La questione è tornare alla chiarezza, tutta cattolica, del Sacrificio Propiziatorio espresso nella Messa, quella giusta.
Il tornare alla Messa giusta sanerà anche la processione del Corpus Domini, e sanerà prima ancora la vita dei cristiani, chiamati a partecipare al Sacrificio di Cristo con tutte le fibre del proprio essere.
Diretta S. Messa Corpus Domini - Vocogno 2020
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=Zv2eFMCQivc
Una cara amica di Milano scrive: Io sono appena tornata dalla Santa Messa. Si vedono cose incredibili ormai! Persone che ricevono il Signore con i guanti in lattice, che disinfettano le mani prima di ricevere Gesù! A me viene da piangere tutte le volte. Ieri sono stata ripresa perché non metto bene la mascherina sempre in chiesa. Ci sono poi le persone che girano per controllare che tutti abbiano le mascherine! Follia pura, mi sembrano tanti delle SS che girano come ai tempi della Gestapo. Questo nella mia parrocchia.
RispondiEliminaIo non so perché sacerdoti e vescovi che amano davvero Gesù non si rifiutano a tanto abominio! Madre mia che obbrobrio!
Per i più giovani:
RispondiEliminaPentecoste e Corpus Domini sono due solennità religiose che cadono sempre di giovedì, tuttavia nel 1977 la Democrazia Cristiana (forse per onorare le sue sedicenti radici cristiane) sentenziò che non erano più da considerarsi giorni festivi, sicché dalla conferenza episcopale furono spostate alla domenica successiva per le solite ragioni pastorali. Questo in tutto il mondo dove gli stati non riconoscevano la festività civile di queste due solennità religiose.
Nella città di Roma, tuttavia, i Papi hanno sempre rispettato il calendario tradizionale, tutti tranne Bergoglio!
Confido che volesse dire Ascensione e non Pentecoste
EliminaHo assistito alla Messa in diretta da S.Apollinare in Classe, celebrata dal vescovo metropolita di Ravenna, messa ben celebrata, a parte i guanti e le mascherine, che mi danno un senso di repulsione, ma ad un certo punto dell'omelia,tutta incentrata sull'Eucarestia,fa un accenno al Vat2 e lo definisce concilio dogmatico, ohibò, mi son detto, nella mia beata ignoranza pensavo fosse ecumenico e pastorale, non dogmatico, mah, avrò capito male io.Oggi niente processione, messa ed adorazione del SS.mo Sacramento in streaming tv dal Tempio Malatestiano, col vescovo e pochi intimi......vero che le processioni non erano affollatissime, ma almeno non c'erano tutti questi obblighi asfissianti.Buona festa del Corpus Domini a tutto il blog. Lupus et Agnus.
RispondiEliminaUn fatto e' certo un po' alla volta stanno eliminando Gesu' Cristo .
RispondiEliminaLa Messa con guanti e mascherine sembra la parodìa della Messa , i sorveglianti alle spalle causano una certa inquietudine come se prima o poi dovessero spararti alle spalle .
Confido che volesse dire Ascensione e non Pentecoste
RispondiEliminaCertamente! Grazie. Ho 'passato' il commento automaticamente senza accorgermene...
Vi segnalo questo link: al Miracolo Eucaristico di Lanciano è possibile contattare un sacerdote per pagare una Messa, ma non è possibile contattarlo per confessarsi.
RispondiEliminahttps://m.facebook.com/miracoloeucaristicolanciano/photos/pcb.953376075123429/953375931790110/?type=3&source=49&__tn__=EH-R
E' bene distinguere per non confondersi:
RispondiElimina-memoriale (memoria-reale) è diverso dal semplice ricordo
-presenza reale è diverso da presenza simbolica
-rivelazione (di Dio, da Dio) è diverso da un umano ragionamento che pensa qualcosa
-dogma è diverso da dialogo
-sacro è diverso da comune
-il rito è attività dinamica, viva e vivificante, ovvero non è statica, meditativa, mitica.
-il testo sacro non è un libro
-il testo e il rito sacro non celebrano "dettagli da fare", ma l’incontro con Dio.
-adorare è diverso accostarsi distrattamente con indifferenza
-transustanziare è diverso da transignificare o consustanziare
-corpo/sangue transustanziano pane/vino
-Gesù si propone, liberamente, come agnello del sacrificio (sangue separato dal corpo).
-altare è diverso da tavola
-sacrificio è diverso da cena
-il Calvario, il venerdì è diverso dal Cenacolo il giovedì sera
-il "segno della croce" è differente dal "buon appetito"
-ricevere è diverso da prendere
-Chi amo è diverso da che cosa dico di amare
Da qualche decina di anni si confonde e si insegna (catechizza) a confondere.
Torniamo ad essere cattolici. Tutti. Innanzitutto gli uomini di Dio.
il Calvario, il venerdì è diverso dal Cenacolo il giovedì sera
RispondiEliminaSemplicemente, nel Cenacolo, durante la Cena pasquale, il Signore ha già anticipato, con la transustanziazione, il Calvario...
Per questo la Messa non è solo la Cena ma è il Sacrificio che introduce al vero banchetto escatologico, quello dei tempi ultimi... E il sangue transustanziato, ce lo dice la formula della Consacrazione che precisa "alla fine" (della cena), è il vino della IV e ultima coppa che gli ebrei consideravano quello dei tempi messianici... che per noi è il Sangue Preziosissimo di Cristo che ci libera, ci guarisce, ci trasforma...
Orrenda profanazione. Facciamo Riparazione.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=QbfOQuxDKdk&feature=emb_logo
Cooperatores Veritatis
https://www.youtube.com/watch?v=rchOGBgSL70
RispondiEliminaMeravigliosa catechesi!
“Iota Unum: sacerdozio battesimale e Sacerdozio ordinato”
FOTO della Processione del Corpus Domini a Caltanisetta.La magistrale Omelia del coraggioso Mons.Russotto: "C'è paura della Chiesa in un mondo che vive come se Dio non esistesse"
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2020/06/foto-della-processione-del-corpus.html
Se l'ha fatta questo vescovo con un po' di buona volonta' potvano farla anche gli altri .