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martedì 9 giugno 2020

Pensieri in libertà in una mattinata nello splendido Duomo di Fidenza: fu opportuna la scelta del Concilio di ruotare il sacerdote verso i fedeli?

Duomo di Fidenza (Parma). Un agnostico guarda l'antico altare e vedendo celebrare la "Messa di Lutero" sulla "Tavola Calda" capisce quello che Pontifici Istituti Liturgici si rifiutano di mettere in discussione.

L'ultima domenica di maggio, col suo sole terso e una leggera brezza, ha, finalmente, invogliato me e mia moglie a dedicarci alla classica gita fuori porta. Era dall'anno passato che, per varie ragioni, l'ultima, ovviamente, il Covid-19, non mettevamo il naso fuori da Parma, la città dove abitiamo.
Ho scelto Fidenza, una città alla quale, per motivi familiari, sono molto legato: ci avevo accompagnato, da bambino, mia madre. In città vivevano i suoi zii e, nelle visite ai suoi, a Piacenza, non mancavamo di passare qualche giorno nella città di San Donnino. Ci ero capitato, di tanto in tanto, negli ultimi anni e avevo inutilmente cercato di rivedere il Duomo (dedicato, appunto, a San Donnino), ma non c'ero riuscito a causa di importanti e interminabili restauri.
Una chiesa importante, questa, che risale al 1117, la cui facciata, romanica, è attribuita a Benedetto Antelami, l'artista nato in Val d'Intelvi che ha operato soprattutto nel parmense. L'interno, su 3 navate, vede già l'innalzarsi degli archi a sesto acuto tipici del gotico, lo stile appreso dai costruttori cristiani in Terra Santa ancora prima delle crociate (iniziate nel 1096).

E come tante altre chiese di quel periodo (ricordo, a memoria, il Duomo di Parma e altre, come S. Sisto a Viterbo e il Duomo di Acquapendente) è disposta su due livelli: quello dei fedeli e, più in alto, quello dei celebranti. Oggi, la luce limpida di una giornata pienamente primaverile (che può rendere molto gradevole la Bassa padana, priva per l'occasione dell'umidità e dagli umori che normalmente la percorrono) colpiva in modo suggestivo il vecchio altare sopraelevato. Il sacerdote celebrante era al pian terreno insieme al pubblico o, per meglio dire, i fedeli. Naturalmente, era quasi impossibile identificarlo, sistemato in un angolo del tempio, all'inizio della scalinata.Così, sullo stimolo visivo m'è venuto in mente un pensiero da miscredente o agnostico come sono.

La cultura scenografica della Chiesa, mutuata dai culti egizi, greci e romani, prevedeva che i celebranti non si confondessero col gregge dei fedeli postulanti. Erano in posizione elevata, a testimoniare un dialogo con Dio nel quale impetravano la misericordia a favore delle proprie pecorelle. O, come accade nelle chiese orientali, celati nel «santuario» da cui si intravvede qualche lembo dei paramenti e provengono le voci di affascinanti canti gregoriani.

Domenica, per esempio, un sacerdote posto nella parte elevata sarebbe stato illuminato dal sole mentre, sapientemente, la platea sarebbe rimasta in ombra, l'ombra che merita la massa informe e postulante. Chiunque avrebbe potuto immaginare che quel sacerdote stesse dialogando con la divinità ricevendone l'illuminazione giusta da trasmettere al suo gregge.

È dal Concilio Vaticano II, che la posizione del sacerdote ha subito una rotazione: non più col viso rivolto verso la Pisside con l'Ostia consacrata (che, secondo i cattolici, è corpo di Cristo), quindi a Dio, ma rivolto verso i fedeli. E mai come domenica, nel Duomo di San Donnino a Fidenza, si capiva che, con questo cambiamento, il sacerdote celebrante aveva perso ogni carisma, ogni collegamento col Dio del dogma e del mistero ed era diventato un fedele come gli altri, dotato di facoltà terrene delegategli da una Chiesa meno (o forse non) dilagante col suo Dio.

Da miscredente e agnostico una prova visibile, toccabile della laicizzazione del cattolicesimo e del crollo della sua sacralità che, per tanti secoli, a torto o a ragione, c'è stata ed è stata riconosciuta dal corpo laicale. Un crollo reso altresì evidente dalla sua reazione alla pandemia: una risposta tutta terrena, così terrena da aver rinunciato al rapporto con la trascendenza garantitole dal rito della Messa e dalla Comunione. 
Domenico Cacopardo - Fonte

5 commenti:

  1. Il ragionamento è questo: tu sottolinei una cosa più che giusta, come il cattolico conservatore così molti altri, soprattutto negli ultimi anni, si sono resi conto che tutto sta andando verso la dissoluzione della civiltà. Tuttavia - la vera questione - è più potente e radicale di una posizione politica o ecclesiale da prendere. Bisogna andare alla radice del problema, altrimenti sarà sempre un tira e molla tra moderati ed estremisti. Ora: finché si rimane all'interno dell'attuale "stato di diritto" e della "mentalità illuminista dei "diritti umani" moderni rimarremo sempre prigionieri del nemico. Bisogna ricominciare dalla Prima Verità. Senza il Primo diritto - che è adorare l'unico vero Dio - non potranno mai esistere società giuste. Non è il "bene dell'uomo" il vero bene, ma la Presenza riconosciuta di Dio in mezzo a noi. Per 2000 anni, tra tante contraddizioni, è stata riconosciuta. Ora è obliata. La conseguenza è la morte dell'uomo. rdv

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  2. La sensibilita' dipende dalla quantita' di metallo che avete in corpo, come anche la qualita' dell'acqua nelle vostre cellule.
    Quindi, quando si inizia ad iniettare l'alluminio nel corpo delle persone, diventano dei recettori per assorbire maggiormente dei campi elettromagnetici.
    Questa e' una tempesta perfetta per il tipo di danni di cui sta facendo esperienza tutta la nostra specie adesso.
    E finiro' ancora con una citazione di Rudolf Steiner, che data 1917, quindi un' epoca diversa. "Ai tempi in cui non c'era ancora la corrente elettrica, quando l'aria non brulicava di influenze elettriche, era piu' facile essere umani. Per questo motivo, al fine di essere interamente umano oggi, e' necessario sviluppare delle capacita' spirituali piu' forti di quanto ce ne fosse bisogno un secolo fa."
    Quindi vi lascio con questo : fate di tutto per sviluppare le vostre capacita' spirituali, perche' e' veramente difficile essere un essere umano ai giorni nostri."

    Dr. Thomas Cowan

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  3. Davanti al coronavirus senza fronzoli e senza misticismi farlocchi

    «Ciò che definisce la tragedia non è la presenza del male, ma il fatto che questo male rimanda agli dei, e che l’uomo, lacerato ma in piedi, grida verso il cielo, per accusarlo, senza dubbio, ma soprattutto perché dal cielo attende ancora una risposta che non arriva. Per un infettivologo, il coronavirus non ha nulla di tragico: è un agente patogeno contro il quale bisogna scoprire una cura. Ma se comprendiamo questo agente come il ricordo di un male irriducibile, di un flagello che contesta ogni progressismo, allora ci avviciniamo alla tragedia, perché l’esperienza del male irriducibile può condurci a una supplica senza risposta. Siccome c'è una supplica, si spera ancora. Ma poiché non c’è risposta, si spera contro ogni speranza. Nel tragico greco prevale piuttosto la disperazione. Nel tragico cristiano, la speranza. Ma, in entrambi i casi, c’è una persona, sola ma che allo stesso tempo sola porta l’eredità di un’intera stirpe, la cui ultima dignità si trova in una parola che interpella l’abisso. (...)».

    (Il coronavirus è uno choc lasciamoci salvare dalla verità
    Parla il filosofo francese Hadjadj, Il Foglio 6 giugno 2020)

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  4. Tra i pensieri in liberta'..10 giugno, 2020 19:44

    "viversi come eroi di un’epica che vedono solo loro, di percepirsi come Prometei che si sacrificano per le formichine (pigre e che evadono)"

    https://www.maurizioblondet.it/42305-2/

    Come nel telefilm John il rosso .
    Uguale !

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  5. E qui " Che te lo dico affa'?! …10 giugno, 2020 20:12

    Secondo lei, è possibile ipotizzare che la magistratura italiana sia ormai un corpo politicizzato, che opera con forti legami con la sinistra italiana e con democratici degli Stati Uniti?

    Direi che i rinvenimenti di queste ultime settimane portano a concludere esattamente questo. Tuttavia, se lei legge le mie corrispondenze alla procura di Perugia, oltre un anno fa, scrivevo alla dottoressa Miliani che il quesito sul coinvolgimento della magistratura italiana in politica era da ritenersi superato. Infatti, vi erano, e vi sono, preoccupanti rinvenimenti che attestano il coinvolgimento della magistratura italiana in attività di “politica estera”. E, come sono solito ripetere su Twitter: credo non abbiamo ancora visto nulla.
    https://gloria.tv/post/7rPvKEKJhQvACnGJ4qEz9CukF

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