Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem: qui coelum terrámque regit in saecula sæculórum. ~ Ps 44:2.- Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. ~ Glória PatriSalve, o Madre Santa, che hai dato alla luce il Re: che governa il cielo e la terra nei secoli dei secoli. ~ Ps 44:2.- Erompe da mio cuore una fausta parola: io canto le mie opere al Re. ~ Gloria al Padre.
Eccoci, dilettissimi, al giorno desiderato della beata e venerabile Maria sempre Vergine; perciò si rallegri e gioisca sommamente la nostra terra illustrata dalla nascita di tale Vergine.
Ella infatti è il fiore del campo, da cui è uscito il prezioso giglio delle valli, per la cui maternità si è cambiata la sorte dei nostri progenitori e cancellata la loro colpa.
Ella non ha punto subita la maledizione pronunziata contro di Eva, cioè: «Nel dolore darai alla luce i tuoi figli» Gen. 3,16; avendo ella dato alla luce il Signore nella gioia.
Eva pianse, Maria esultò: Eva portò nel seno un frutto di lacrime, Maria di gioia, avendo dato alla luce quella un peccatore e questa un innocente. La madre del genere umano introdusse il castigo nel mondo, la Madre di nostro Signore ha portato la salvezza al mondo. Eva è la sorgente del peccato, Maria la sorgente del merito. Eva ci fu funesta dandoci la morte, Maria ci ha fatto del bene rendendoci la vita. Quella ci ha feriti, questa ci ha guariti. La disobbedienza è stata riparata dall'obbedienza, l'incredulità compensata colla fede.
Maria ora applauda co' strumenti d'armonia, e le agili dita della vergine madre suonino i cembali. Rispondano i cori festanti, e il doppio concerto della nostra voce s'alterni co' suoi cantici melodiosi. Udite dunque come cantò la nostra musicista ispirata; ella disse: «Magnifica l'anima mia il Signore: ed esulta il mio spirito in Dio, mia salvezza. Perché ha riguardato alla bassezza della sua ancella: ond'ecco da questo momento mi chiameranno beata tutte le generazioni. Perché grandi cose ha fatto in me colui ch'è potente» Luc. 1,46. Così dunque il prodigio d'una nuova maternità, ha rimediato alla colpa che ci ha rovinati; e il canto di Maria, ha messo fine ai lamenti di Eva.
8 Settembre
RispondiEliminaNATIVITÀ DI MARIA
“Il primo avvenimento è la Madonna. L’avvenimento avviene in un luogo, in un posto, in un determinato tempo. Il posto, il luogo è stata la Madonna, il corpo della Madonna, il seno della Madonna...”.
(L. Giussani, da “Si può (veramente?!) vivere così?)
Preparata in grembo all'Eterno.
Nasci da un amore umano.
Fecondità di ciò che sarebbe sterile.
Per essere l'arca che porta
Colui che ci porta tutti.
Preparata a nutrire di sangue e carne l'inimmaginabile venire di un Dio
fatto bambino.
Perché lo potessi tenere tra le braccia, ed asciugarne le lacrime.
Forma dell'umano, reso capace di Dio.
Chiarezza, nella nostra ombra di morte.
A darGli un corpo che potesse morire, perché ci fosse compagno fin lì.
Madre e figlia. Per sempre.
A custodire il nostro essere figli, e padri e madri.
Strappato alla disperazione per tutto ciò che finisce.
Così Dio ha abitato in te, per abitare tra noi.
Maria, la stella del mare
RispondiEliminaFu chiamata Maria per un disegno della Provvidenza divina, cioè stella del mare, per dichiarare col suo nome ciò che mostra più chiaramente nella realtà. (...)
Rivestita di bellezza, ella è anche rivestita di forza, si è cinta per calmare con un gesto le grandi onde del mare. Quelli che navigano nel mare del mondo e quelli che l'invocano con piena fiducia, lei li sottrae alla tempesta e al furore degli uragani, li conduce vittoriosi alla riva della beata patria. Non si può dire, miei carissimi, quante volte gli uni avrebbero sbattuto sulle rocce, rischiando di soccombere, gli altri si sarebbero incagliati sugli scogli per non più tornare(...) se la stella del mare, Maria sempre vergine, non si fosse messa di mezzo col suo potentissimo aiuto e se non li avesse riportati, il timone già spaccato e la barca fracassata, privi di ogni soccorso umano, per dirigerli, sotto la sua guida celeste, verso il porto della pace interiore. Tutto per la gioia di riportare nuove vittorie, per la nuova liberazione dei condannati e per la crescita dei popoli, lei gioisce nel Signore. (...)
Lei risplende e si distingue per la doppia carità: da una parte è con immenso ardore fissa in Dio a cui aderisce essendo con lui un solo spirito; dall'altra attira e consola dolcemente i cuori degli eletti e condivide con loro i doni straordinari che la liberalità di suo Figlio le fa.
Sant’Amedeo di Losanna (1108-1159)
monaco cistercense, poi vescovo
Omelia mariale VII, SC 72
Per i cristiani siriani e del Medio Oriente, oggi è un giorno di grande festa: le campane delle Chiese suonano gioiose. Nelle città tante processioni in memoria della nascita della Vergine Maria. Dal cielo, possa continuare a proteggerci sotto il suo manto di Madre*.
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RispondiEliminaL'8 settembre, giorno di lutto per il calendario civile.
Per il calendario civile dell'Italia, l'8 settembre è un giorno nerissimo, il giorno
dell'Armistizio (8 sett 1943) ossia della resa incondizionata a Stati Uniti e Regno Unito, sbarcati in Sicilia con una formidabile armata il 10 luglio 1943.
Nerissimo non solo per la resa, ormai inevitabile, dato lo sfinimento delle forze armate italiane, dopo tre anni e tre mesi di guerra durissima contro le maggiori potenze mondiali, e la strapotenza avversaria; nerissimo, perché circa sei ore dopo l'annuncio a sorpresa dell' Armistizio, nel tardo pomeriggio dell'8 sett., dopo che da Radio Algeri poche ore prima l'avevano dato gli Americani sempre a sorpresa, le divisioni tedesche mandate da Hitler in Italia negli ultimi tempi, ben 17 ormai, passarono all'attacco secondo un piano già studiato da tempo, per impossessarsi di tutti i punti chiave e senza dichiarazione di guerra.
L'attacco tedesco era prevedibile e sarebbe avvenuto comunque, anche senza l'armistizio, se non altro per ragioni strategiche, ma gli attori dell'armistizio, il Re e Badoglio con il loro entourage, fecero le cose così malamente, da ridursi alla fuga precipitosa in Puglia, unico lembo non ancora occupato dal nemico, lasciando in pratica esercito e apparato statale senza ordini, in balia dell'attacco tedesco. Le forze armate si disgregarono e lo Stato pure, il governo legittimo fece la figura di esser passato con il nemico di ieri.
Ma l'Italia non si era alleata con gli Anglo-americani e non lo è mai stata: si era arresa incondizionatamente. Dopo la costituzione della R.S.I nell'Italia occupata dai tedeschi, voluta se non imposta da Hitler sempre in quel fatale settembre, per ragioni politiche occorreva agli Alleati che il fantasma di governo che era quello del c.d. "REgno del Sud" dichiarasse guerra a Hitler, cosa che fu fatta dopo pressioni varie da Badoglio il 13 ott. 1943. Ma non diventammo mai alleati, non ci volevano e non ci vollero. Fummo "nemici cobelligeranti" cioè nemici provvisoriamente ammessi ad una mal sopportata co-belligeranza di fatto contro un nemico comune. Finita la guerra, finita la "co-belligeranza", fummo trattati in modo durissimo a Parigi, con il Trattato del 1947, quali nemici che eravamo sempre stati considerati, come se fossero sempre rimasti l'Italia di Mussolini. Anche gli altri alleati europei di Hitler che fecero l'armistizio con i Russi passando poi, per volontà di Stalin, a combattere contro i tedeschi nella fase finale della guerra (Finlandia, Romania, Bulgaria) furono considerati nemici co-belligeranti. Ungheria e Slovacchia tentarono ugualmente di sganciarsi ma i nazisti glielo impedirono con la forza. Stalin però qualcosa ai suoi tre co-belligeranti diede, gli Alleati invece a noi niente, solo calci nei denti; l'ipocrita Eden avrebbe voluto addirittura ridividere l'Italia in regioni sotto occupazione straniera. Volevano toglierci anche l'A. Adige, darlo all'Austria, nazista al 90% sino all'ultimo, in odio a noi ma si oppose Stalin perché fece dire giustamente a Molotov, ministro degli esteri, "non bisognava premiare il revanscismo tedesco".
Dies nigro notanda lapillo; dies irae; dies ultionis; dies damnationis peccatorum principum populique...
Ah, se le truppe tedesche, e gli alleati italiani, avessero attaccato Mosca, nel novembre 1941! Eravamo a meno di sessanta chilometri, vi rendete conto? Sessanta chilometri e il mondo sarebbe stato nostro. Pace di Hitler con l'Inghilterra, America ancora fuori gioco e indifferente, soprattutto comunisti di tutto il mondo kaputt. Terra e pace, grano e impianti industriali e risorse del sottosuolo infinite. E un diritto serio, rigoroso, e una politica unitaria. E un accordo stato-chiesa su basi stabili, condivise. Ma perché non è avvenuto, perché? E' il tormento della mia vita, mi accompagnerà fino alla morte.
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