Nota a margine della Comunicazione COM(2020)698 del 12.11.2020
- Con la comunicazione n. 698 del 12 novembre 2020, la Commissione UE ha definito una serie di strategie volte a implementare l’ideologia LGBTQI negli ordinamenti giuridici dell’Unione e degli Stati membri: esse comprendono l’iniziativa per introdurre un reato di omofobia a livello europeo, il riconoscimento reciproco tra gli Stati membri della omogenitorialità e dei matrimoni omosessuali, l’assegnazione di finanziamenti specifici per le iniziative LGBTQI e l’inserimento “into all EU policies as well as into EU funding programmes”, compreso il Recovery Fund per fronteggiare l’emergenza sanitaria, di una enfasi specifica sulla “LGBTQI equality perspective”. Si tratta, come chiarito dallo stesso documento, di un “salto di qualità” rispetto alle precedenti prese di posizione europee sul tema, che dà vita a una “first-ever LGBTIQ equality strategy”. Essa ambisce, come esplicitato dal comunicato stampa d’accompagnamento, a influenzare gli Stati membri in settori di loro esclusiva competenza nazionale, in relazione ai quali la Commissione si attribuisce il compito di fornire “orientamenti politici, coordinare le azioni degli Stati membri, monitorare l’attuazione e i progressi, fornire sostegno attraverso i fondi dell’UE e promuovere lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri”.
- Tale obiettivo, e le azioni in cui esso si traduce secondo il documento, esulano radicalmente dalle competenze degli organi dell’Unione Europea e costituiscono una illegittima intrusione nelle sfere di esclusiva sovranità degli Stati membri. Emblematico, del resto, risulta il dato che, a differenza di quanto generalmente avviene nelle comunicazioni della Commissione, questa sia pressoché priva di riferimenti ai trattati istitutivi dell’Unione: segno, questo, che le competenze attribuite dai trattati all’Unione risultano abbondantemente travalicate dal piano d’azione considerato.
Quanto al riferimento all’art. 2 del TUE e all’art. 23 della Carta di Nizza, fugacemente inserito nella nota 1, è appena il caso di ricordare che essi trovano applicazione esclusivamente nelle materie di competenza dell’Unione e non valgono sotto alcun profilo a estenderle rispetto a quelle tassativamente attribuite dagli Stati membri (art. 6 TUE). L’intervento proposto dalla Commissione, inoltre, si pone in contrasto con il fondamentale principio di sussidiarietà di cui all’art. 5 TUE, che d’altronde neppure viene invocato nella comunicazione, posta l’evidente mancanza dei presupposti in tal senso. - Quanto, in particolare, all’introduzione a livello europeo di un reato di omofobia, risulta manifesta la non riconducibilità ai casi tassativamente indicati dall’art. 83 TFUE, che pure la comunicazione richiama. Essa non rientra, infatti, né nel terrorismo, né nella tratta degli esseri umani e sfruttamento sessuale delle donne e dei minori, né nel traffico illecito di stupefacenti, né nel traffico illecito di armi, né nel riciclaggio di denaro, né nella corruzione, né nella contraffazione di mezzi di pagamento, né nella criminalità informatica, né nella criminalità organizzata. Ed è appena il caso di rilevare come la modifica dell’art. 83 TFUE “to cover hate crime and hate speech”, oltre a costituire misura irrazionale rispetto al presupposto dell’art. 83 stesso – colpire reati a dimensione transazionale, quali per definizione non sono quelli d’odio individuale -, non rientri in alcun modo tra i poteri della Commissione, ma sia riservata alla competenza (e al potere di veto) di ciascuno Stato membro.
Considerazioni analoghe valgono per la politica familiare che, come del resto ammette la stessa Commissione, “falls under the competence of Member States”, senza che ciò possa essere derogato nei casi di “cross border situations”. E ciò è a maggior ragione vero nei casi in cui l’elemento di transnazionalità viene inserito dagli interessati al fine di sfruttare le legislazioni più progressiste di altri Stati membri al fine di eludere le legislazioni maggiormente conformi al diritto naturale cui si ispirano altri Stati membri, dando così vita a una violazione del principio generale del divieto di abuso del diritto e delle libertà europee. In proposito, inoltre, deve considerarsi come la legislazione degli Stati membri risponda in molti casi all’attuazione di principi supremi dell’ordinamento costituzionale: si pensi al divieto della maternità surrogata o al commercio di bambini. Per cui eventuali interventi con norme europee di diritto derivato sarebbero comunque inapplicabili in tali Paesi, previa declaratoria di incostituzionalità in parte qua della legge di recepimento dei Trattati. - Quanto osservato per la politica familiare vale anche per la politica scolastica. L’azione prevista dalla Commissione in materia di contrasto agli stereotipi di genere nell’educazione scolastica, infatti, esula completamente dalle competenze tassativamente attribuite all’Unione in materia di istruzione dall’art. 165 TFUE.
Quanto, infine, alla grave subordinazione dei finanziamenti europei all’adeguamento degli ordinamenti degli Stati membri alle azioni contenute nel piano, si tratta di una potestà che esula dai poteri conferiti all’Unione dall’art. 10 del TFUE e dà vita a un’interpretazione di mala fede di trattati istitutivi. L’art. 10 TFUE, infatti, deve essere letto in combinato disposto con gli art. 5 e 6 TFUE e con il più generale principio di razionalità, per cui la leva finanziaria non può essere utilizzata come strumento surrettizio per forzare la sovranità degli Stati membri in materie che esulano dalle competenze dell’Unione Europea. E tale coartazione, da parte della Commissione, appare tanto più odiosa nella misura in cui, dichiarando di applicarsi anche ai finanziamenti per l’emergenza sanitaria, discrimina apertamente i malati e le loro famiglie rispetto ad altre categorie sociali (gli LIGBTQI) senza alcuna base razionale. Manifestamente priva di prove e fondamento è, infatti, l’affermazione secondo cui “the COVID-19 crisis … has disproportionately affected vulnerable LGBTQI people”: anzi, la circostanza che la Commissione ritenga che il Coronavirus abbia colpito più duramente gli LGBTQI rispetto agli altri rende evidente come il concetto di discriminazione e i dati su cui si basa la Commissione risultano irrazionali, ideologici e destituiti di fondamento fattuale. - Il Centro studi Livatino auspica che i gruppi politici presenti nel Parlamento europeo e nel Parlamento italiano, e ogni singolo parlamentare, si attivino in tutte le sedi perché la Commissione ritiri il piano d’azione oggetto della comunicazione n. 698 del 12.11.2020, in quanto posto in essere in violazione delle competenze attribuite dai Trattati; in più di uno Stato membro dell’UE sono già emerse perplessità e riserve sul documento della Commissione, il cui raccordo sarebbe importante.
Riserva eventuali azioni nelle competenti sedi politiche e giudiziarie dell’Unione Europea e degli Stati membri. - Fonte Centro Studi Livatino
Massimo Viglione:
RispondiEliminaCorsi e ricorsi storici
Quando i soldati napoleonici e giacobini invasero l'Italia dal 1796 in poi, spesso, arrivando nelle città e nei paesini, saccheggiavano - in nome ovviamente della LIberté, della Egalité e soprattutto della Fraternité - tutto a tutti (Monti di Pietà, conventi e ospedali compresi). Dopodiché, i soldati rivendevano a prezzi decuplicati ai poveri italiani ciò che fino a qualche ora prima era loro.
Perché dico questo?
Ursula von der Leyen ci ha annunciato felice e contenta che la UE è con noi, perché ci dà, ovviamente a titolo di prestito SURE, 6,5 miliardi per sostenere il lavoro.
Riassunto: da decenni vi abbiamo tolto centinaia di miliardi vostri, ora ve ne diamo 6,5 in prestito.
"La UE è con voi".
Tradotto: gli strozzini giacobini, che non cambiano mai, sono con noi.
Il vero problema però è ancora un altro:
che mentre gli italiani di allora insorsero per la difesa della propria libertà, civiltà, tradizione, fede e anche dei loro beni materiali,
la gran parte degli italiani odierni, invece, dalle "masse" ai professionisti moderati e seri, dai politici (pressoché) tutti ai media tutti, con corollario pretesco quasi al completo,
diranno che siamo fortunati ad avere gli strozzini giacobini con noi, che ci danno a strozzo una minima parte di quello che i nostro illuminati governi gli hanno regalato da decenni.
E tutti a festeggiare, felici e contenti, la grande fortuna di essere parte della UE. E tutti a invitare a continuare a votare i partiti che sostengono la UE, perché gli italiani "seri, moderati e responsabili" questo devono fare.
Anche perché... dove stanno i partiti che contrastano veramente la UE?
In realtà, non proprio tutti: qualche insorgente, epigono ideale degli insorgenti controrivoluzionari di allora, c'è ancora oggi.
Il problema è che siamo pochi: perché due secoli e oltre di liberal-giacobinismo e poi marxismo hanno modificato antropologicamente la gran parte degli italiani.
Per il rimanente che si salvava, ci sta pensando egregiamente il virus.
Eppure, qualcuno libero ancora esiste e resiste.
Ed esiste quindi la speranza.
Sarebbe cosa buona e giusta, anzi ottima, accrescere questo piccolo resto per poter reagire di nuovo.
Un tempo quando un cucciolo di cane sporcava in casa lo si prendeva per la collottola, lo si portava davanti alle sue deiezioni per fargliele annusare e gli si davano due sculacciate.
RispondiEliminaLeggendo il post la memoria mi ha riportato questo ricordo, sì con questi trattati europei, spesso ulteriormente stravolti in nota, bisognerebbe prendere per la collottola i firmatari farglieli rileggere, note comprese, e dare loro un paio di calci nel sedere.
Comunque ripeto da questa ue bisogna solo uscire, non solo non è di alcuna utilità, ma è dannoso anche solo frequentarla; frequentarla significa accettare nella propria vita sociale il demoniaco come legge.
Meglio per noi italiani mangiar pane e cipolla, piuttosto che frequentare questi montati di testa. Abbiamo forza ed ingegno per risplendere in ogni campo dello scibile umano. Dobbiamo liberarci degli incompetenti carrieristi del vaticano e dello stato, a causa loro, non più di diritto.
Un tempo quando un cucciolo di cane sporcava in casa lo si prendeva per la collottola, lo si portava davanti alle sue deiezioni per fargliele annusare e gli si davano due sculacciate.
RispondiEliminaLeggendo il post la memoria mi ha riportato questo ricordo, sì con questi trattati europei, spesso ulteriormente stravolti in nota, bisognerebbe prendere per la collottola i firmatari farglieli rileggere, note comprese, e dare loro un paio di calci nel sedere.
Comunque ripeto da questa ue bisogna solo uscire, non solo non è di alcuna utilità, ma è dannoso anche solo frequentarla; frequentarla significa accettare nella propria vita sociale il demoniaco come legge.
Meglio per noi italiani mangiar pane e cipolla, piuttosto che frequentare questi montati di testa. Abbiamo forza ed ingegno per risplendere in ogni campo dello scibile umano. Dobbiamo liberarci degli incompetenti carrieristi del vaticano e dello stato, a causa loro, non più di diritto.
Intanto.... l'abominio della desolazione nei luoghi santi procede a passi da gigante.
RispondiEliminaIn una chiesa dedicata all'Immacolata uno scempio blasfemo apostatico compiuto dal prete:
Don Marcos William Bernardo ha permesso a un gruppo di seguaci di Hare Krishna di esibirsi nella chiesa della Immacolata Concezione a Rio de Janeiro, Brasile (24 ottobre).
Il gruppo ha ballato e cantato in onore di divinità indù, anche se sembrava più una parodia che un serio culto pagano.
https://gloria.tv/post/wryESHY7rkEg4mHPyuLUFDEwK
IL REALE PERCHÉ DEL VETO DI POLONIA, UNGHERIA E SLOVENIA AL "RECOVERY FUND".
RispondiEliminaMi parrebbe doveroso sottolineare un aspetto cruciale, volutamente messo in ombra dalla gran parte dell'informazione: Polonia, Ungheria e Slovenia hanno posto il proprio veto al "Recovery Fund", per il fatto che, dietro la tralatizia scusante di voler riaffermare i principi dello "Stato di diritto", in realtà, esplicitamente si condizionava l'erogazione delle provvidenze economiche europee all'adozione legislativa, da parte dei Paesi beneficiati, dei cosiddetti "nuovi diritti".
In altri termini, si tentava di obbligare gli Stati ad introdurre nel proprio ordinamento un insieme di elementi normativi, appositamente concepiti, per progressivamente rimuovere, sin dalle loro radici (attraverso un'intensa opera di "rieducazione antropologica e culturale" da perseguirsi anche per via di imposizione legale, così, fra l'altro, anche negandoci la libertà in nome della libertà medesima), quei fondamentali che valgono a definire ed individuare il tradizionale assetto sociale proprio alla civiltà occidentale, così come determinatosi di coerenza alla nostra spontanea spiritualità ed al portato millenario della nostra storia.
I c.d. "nuovi diritti", infatti, indipendentemente da quanto vogliano indurci a credere, in realtà, altro non costituiscono, se non un tipico "cavallo di Troia", corrispondente ad un espediente, sempre più utilizzato, praeteritis moribus novis verbis, dal c.d. "radicalismo di massa" (versione secolarizzata del comunismo), al fine di rendere la nostra società una "tabula rasa" e poter così procedere a riedificare, sulle sue sparse macerie, dei nuovi assetti di aggregazione collettiva conformi ai modelli indicati e voluti dal marxismo; l'effettiva sostanza di questo giuoco, soprattutto quei Paesi che già avevano avuto la ventura di dover subire, loro malgrado, l'imposizione autoritativa di un regime comunista lo hanno compreso benissimo ed hanno immediatamente agito di conseguenza, per scongiurarne una pratica riedizione.
A seconda della mai dimenticata lezione di Lenin, in questo ennesimo tentativo di radicale esperimento di "riedificazione sociale" del verbo marxista, all'attività dei comunisti dichiarati (ora opportunamente secolarizzatisi, sotto la generica denominazione di "progressisti") e delle loro "quinte colonne", immancabilmente si è unita quella dei molti "utili idioti", che nemmeno sono stati in grado di realizzare il senso effettivo di quanto erano andati ad operare e, dunque, si potrà così affermare che, anche questo tentativo di imperativa introduzione dei c.d. "nuovi diritti", sia stata caldeggiata anche da soggetti formalmente estranei all'orbita dell'ideologia socialista; in tal modo, dunque, gli aspiranti distruttori della nostra civiltà, come al solito, potranno così trarre un apparente spunto dialettico, per poter negare le reali finalità di quei provvedimenti dei quali fervidamente perseguono l'adozione, ma la realtà dei fatti rimane, purtroppo, ben differente.
Mi parrebbe persin superfluo il denotare come, in ordine ai c.d. "nuovi diritti", i provvedimenti legislativi imposti dall'Europa ai Paesi che avessero desiderato accedere alle provvidenze economiche del "Recovery Fund", nonostante si cerchi di spacciarli come intesi alla riaffermazione dello "Stato di diritto", assolutamente nulla abbiano a che vedere, soprattutto in senso tecnico, con la nozione giuridica dello "Stato di diritto" medesimo, a seconda di come la struttura e la sostanza della figura è stata e viene tutt'ora ad essere comunemente accolta dall'opinione dottrinale più consolidata e diffusa.
In ogni caso, che Iddio sempre guardi e conservi la Polonia, l'Ungheria e la Slovenia !
Michele Gaslini
L'imbecille globale al potere
RispondiEliminaA parte il corso permanente e intensivo di angoscia e terrore causa pandemia, ogni mattina, pomeriggio e sera, ovunque tu sei e a qualunque fonte d’informazione ti colleghi – video, radio, giornali, web ma anche film, concerti, omelie, lezioni a scuola o all’università, discorsi istituzionali – c’è un Imbecille Globale che ripete sempre lo stesso discorso: “Abbattiamo i muri, niente più frontiere tra popoli, fedi, razze, sessi e omosessi, non più chiusure in nazioni, generi, famiglie, tradizioni ma aperti al mondo”. Te lo dice come se stesse esprimendo un’acuta e insolita opinione personale, originale; finge di ribellarsi al conformismo della chiusura e al potere del fascismo (morto da 75 anni) mentre lui, che coraggioso, che spregiudicato, è aperto, non si conforma, ha la mente aperta, il cuore aperto, le braccia aperte, è cittadino del mondo. Sfida i potenti, lui, che forte. Sta ripetendo all’infinito, da imbecille prestampato qual è, il Catechismo Precompilato dei Cretini Allineati al Canone del Tempo. Tutti per uno, uno per tutti. L’Imbecille è globale perché lui sa dove va il mondo e si sente cittadino del mondo. L’idiota planetario si moltiplica in mille versioni.
C’è l’Imbecille Cantante che dal palco, ispirato direttamente dal dio degli artisti, dichiara che lui canta contro tutti i muri e tutti i razzismi. Che eroe, sei tutti noi. Poi vedi l’Imbecille Attore o Regista che dal podio lancia il suo messaggio originale e assai accorato, perfettamente uguale a quello del precedente cantautore, ma lui lo recita come se l’umanità l’ascoltasse per la prima volta dalla sua viva voce. “Io non amo i muri, non mi piace chi vuole alzare muri” Che bravo, che anticonformista. Segue a ruota l’Imbecille Intellettuale, profeta e opinionista che per distinguersi dal volgo rozzo e ignorante, dichiara anche lui la Medesima Cosa, sui muri ci piscio, morte al razzismo, morte a Hitler (defunto sempre da 72 anni), viva l’accoglienza, i neri, i gay e i trans. L’Idiota Collettivo, versione ebete dell’Intellettuale Collettivo post-gramsciano, non pensa in proprio ma scarica l’app ideologica che genera risposte in automatico. Poi c’è l’Imbecille a mezzo stampa o a mezzobusto che riscrive o recita ispirato l’identica pisciatina contro i Muri. E poi c’è il Presidente o la Presidente, che in veste d’Imbecille Istituzionale, esprime lo stesso, identico Concetto, col piglio intrepido di chi sfida i Poteri Forti (ai cui piedi è accucciato o funge da zerbino).
....
http://www.marcelloveneziani.com/articoli/limbecille-globale-al-potere/
Quando Walter Ricciardi era Negazionista(10 marzo 2020)
RispondiEliminahttps://www.maurizioblondet.it/quando-walter-ricciardi-era-negazionista/
S'il vous plaît...
Recovery Fund e migranti, Giorgia Meloni aveva ragione. Orban svela la verità sul ricatto Ue
RispondiEliminaLa partita sul Recovery Fund e quella sull’immigrazione si intrecciano. Ieri è stato confermato anche dal primo ministro dell’Ungheria, Viktor Orban, che all’agenzia di Stampa “Mti” ha spiegato: “Il governo ungherese, in linea con la posizione segnalata al vertice europeo di luglio, ha posto il veto sul bilancio, facendo uso di un diritto garantitogli dai trattati comunitari”. Al centro, il nodo dello “stato di diritto”, clausola per l’accesso al programma Recovery.
Secondo Orban sono considerati rispettosi del principio “quei Paesi che ammettono migranti”. E dunque risuonano le parole che la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni aveva pronunciato qualche settimana fa alla Camera, accusando l’Unione Europea di “utilizzare i soldi del Recovery Fund per piegare nazioni che vogliono difendere le loro radici, la loro identità, i loro confini”. E avvertiva, rivolta all’Assemblea: “Non fate finta di stupirvi quando alla fine porranno il veto”. Una prospettiva che, dunque, si è pienamente verificata. E complica tutto il quadro di integrazione Ue e soprattutto di reazione alle criticità attuali, tra cui senz’altro la gestione dei flussi migratori.
https://www.iltempo.it/politica/2020/11/18/news/recovery-fund-ricatto-migranti-clausola-stato-di-diritto-ungheria-giorgia-meloni-viktor-orban-25273241/
DALLA GERMANIA/ I prof di Berlino hanno paura: l’integrazione dell’islam è fallita
RispondiEliminaLa terza generazione musulmana in Germania non si è integrata. Le cronache lo documentano ampiamente. Ecco che cosa non ha funzionato
https://www.ilsussidiario.net/news/dalla-germania-odio-per-gli-ebrei-e-divise-militari-ecco-il-terzo-islam-tedesco/2093044/
L’articolo è lungo ma di interesse come spunto di riflessione e discussione aperta e serena.
RispondiEliminaI musulmani non si integrano, lo impedisce la loro religione
costruita per farne dei dominatori.
Si possono integrare in apparenza solo a livello individuale
ma solo se sono pochi e/o isolati.
Che debbano un giorno dominare il mondo, per loro questo
è un decreto stabilito da Allah sin dai tempi dei tempi
cioè dall'eternità.
Chi non ha capito questo, non ha capito nulla del
vero spirito dell'Islam.
https://www.lanuovabq.it/it/zemmour-la-lotta-solitaria-dellintellettuale-anti-immigrazione
RispondiEliminaZemmour, la lotta solitaria dell'intellettuale anti-immigrazione
CULTURA18-11-2020 Mauro Marabini
Eric Zemmour viene periodicamente processato e multato, o quantomeno redarguito, per le sue idee. Giornalista e saggista ebreo di origine algerina, dovrebbe essere l'incarnazione del cosmopolitismo, invece è un gollista convinto ed è contrario alla politica delle porte aperte all'immigrazione, islamica in particolare. La sua difesa della Francia (e dell'Occidente) dà scandalo.
N.B. DA LEGGERE
https://www.lanuovabq.it/it/zemmour-la-lotta-solitaria-dellintellettuale-anti-immigrazione
RispondiEliminaZemmour, la lotta solitaria dell'intellettuale anti-immigrazione
CULTURA18-11-2020 Mauro Marabini
Eric Zemmour viene periodicamente processato e multato, o quantomeno redarguito, per le sue idee. Giornalista e saggista ebreo di origine algerina, dovrebbe essere l'incarnazione del cosmopolitismo, invece è un gollista convinto ed è contrario alla politica delle porte aperte all'immigrazione, islamica in particolare. La sua difesa della Francia (e dell'Occidente) dà scandalo.
N.B. DA LEGGERE
Aperto e sereno inizio: nascondere l’articolo (Berlino “terzo islam”)
RispondiEliminaNulla di nuovo.
Paolo Montagnese
@ Paolo Montagnese
RispondiEliminaPerché questo atteggiamento aempre critico ad oltranza? L'invito ad una discussione aperta e serena su un argomento scottante (della cui gravità siamo da sempre consapevoli) non mi pare suscettibile di nascondere l'articolo, anche se effettivamente più che di interesse bisognerebbe parlare di allarme...
Ma evidentemente chi segnala non è un arruffapopolo... e comunque l'articolo, oltre che da meditare sarebbe da sbattere in faccia ai nostri governanti e ai troppi prelati filoislamici.
"Quello che il 90% dei giornali non vi dirà mai è che nello “stato di diritto” sono inclusi in modalità ormai irreversibile i soliti immancabili diritti lgbt. A confermarlo giovedì scorso è stata la commissaria europea per l’Uguaglianza, Helena Dalli, in occasione della presentazione della strategia della UE sull’uguaglianza delle persone LGBTQI, in base alla quale “quei paesi membri in cui non vigono linee guida nazionali per gli LGBTQI, saranno sollecitati ad adottarle”.
RispondiEliminahttp://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/polacchi-e-ungheresi-hanno-ragione-un-regolamento-illegale-per-far-rispettare-lo-stato-di-diritto-e-kafkiano/
RispondiEliminahttps://it.insideover.com/politica/fondi-ue-e-stato-di-diritto-si-allarga-il-fronte-dei-contrari.html
RispondiEliminahttp://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/a-bruxelles-la-caccia-al-polacco-non-conosce-piu-regole-armi-legali-e-illegali-per-piegare-varsavia-e-budapest/
RispondiEliminaVarsavia e Budapest noi sosteniamo.
RispondiEliminaEliminiamo tutte le religioni, sono solo fonti di guerre e superstizioni.
RispondiElimina« ... L’Europa ha dunque approfittato dell’urgenza del Recovery fund per preparare la sua trappolona: niente aiuti se non ti adegui e non rinunci ad avere opinioni autonome (e legislazione conseguente) su immigrazione, matrimoni gay e identità di genere. Non buttiamo lì ipotesi a caso: basta leggere i documenti allegati per trovare riferimenti chiari. “Non ci sarà nessun Recovery fund senza il meccanismo vincolante dello stato di diritto. Questo è un chiaro messaggio al Consiglio Ue”, ha detto il leader dei Popolari, Manfred Weber. E da più parti è stato chiarito che il Parlamento europeo non tornerà indietro sulla propria decisione.
RispondiEliminaA Ungheria e Polonia quindi non resta che subire o resistere con le uniche armi a disposizione, cioè bloccando il voto sul bilancio. Anche altri paesi, però, magari non a voce alta, cominciano a nutrire dubbi sul metodo ... » .
https://loccidentale.it/non-e-orban-a-frenare-il-recovery-ma-usarlo-per-imporre-immigrati-gender-e-matrioni-gay/
Soros sul Sole 24Ore : "L'europa non può cedere al ricatto di Orban"
RispondiEliminaCerto che leggere uno speculatore finanziario dichiarato come Soros che parla di “ricatti” fa abbastanza pensare su chi sia davvero il ricattatore e chi sia il ricattato. Così, a naso, mi fiderei più di Orban.
Insulti e minacce contro Polonia e Ungheria ieri al Consiglio Europeo che ha dovuto rinviare a dicembre ogni decisione sulle condizionalità del Recovery su cui i due Stati hanno posto il veto. Ma quello europeo è ormai un ricatto verso due stati cristiani che non si piegano alla dittatura del nuovo ordine mondiale.
RispondiElimina