Oggi il quotidiano La Verità ha dedicato una pagina al libro di monsignor Carlo Maria Viganò Nell’ora della prova (Chorabooks), presentato il 4 novembre in una diretta su YouTube che sta riscuotendo ampio interesse. Si tratta della lettera, finora inedita e contenuta nel libro, che mons.Viganò aveva scritto nel marzo 2019 a papa Francesco, ma poi deciso di non inviare. Indice precedenti.
Santità,
innumerevoli sono le preghiere al Padre celeste per la conversione del successore di Pietro da parte di fedeli e pastori in tutte le parti del mondo. Anch’io con loro imploro l’intercessione di Maria, Vergine Immacolata, Regina degli Apostoli e Madre della Chiesa, e le rivolgo un accorato appello, come ho già fatto più volte, perché si converta e adempia al mandato che Gesù diede a Pietro ed ai suoi successori di confermare i suoi fratelli.
Papa Francesco, mantenga la promessa che fece solennemente quando accettò la missione di successore dell’apostolo Pietro!
Grande è la sofferenza, grave lo sconcerto, la confusione, la divisione che le sue parole, i suoi gesti, i suoi comportamenti, le sue decisioni, i suoi silenzi hanno provocato nei fedeli. I pastori, cardinali, vescovi e sacerdoti, per un falso concetto clericale di rispetto e di obbedienza al papa, tacciono: sia per il timore di provocare uno scisma nella Chiesa, sia per non trasmettere la propria sofferenza alle anime dei fedeli, sia perché intimoriti dal rischio di incorrere in sanzioni canoniche, che ormai colpiscono non già chi predica errate dottrine e pratica comportamenti gravemente immorali, ma i sostenitori delle Verità perenni, contenute nella Sacra Scrittura e costantemente insegnate nella Tradizione della Chiesa.
Nella catechesi dell’udienza generale di mercoledì 14 novembre 2018, spiegando l’ottavo comandamento, “Non dire falsa testimonianza”, Ella ha affermato: “Questo comandamento – dice il Catechismo – ‘proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri’ (n. 2464). Vivere di comunicazioni non autentiche è grave… E quando parliamo di comunicazione fra le persone intendiamo non solo le parole, ma anche i gesti, gli atteggiamenti, perfino i silenzi e le assenze”.
Il recente simposio di tutti i presidenti delle Conferenze episcopali, da lei convocato per riflettere ed indicare rimedi alle violenze sessuali, ai delitti e ai peccati di sodomia commessi da sacerdoti, vescovi e cardinali, è stato manipolato fin dall’inizio, riducendone l’oggetto alle sole violazioni contro i minori, ignorando volutamente di prendere in considerazione che l'80% delle violenze sessuali sono commesse nei confronti di giovani adulti, seminaristi e sacerdoti, e sono di natura omosessuale. Ella ha imposto un totale silenzio sull’omosessualità, causa principale delle violenze perpetrate. Durante il simposio, le conferenze alla Sala Stampa vaticana hanno offerto al mondo uno spettacolo vergognoso, che non poteva essere più deprimente e sconsolante. Giornalisti, specialmente donne di grande esperienza e professionalità, anche di testate laiche, hanno cercato in ogni modo, inutilmente, di ottenere risposte che potessero restituire un minimo di credibilità al simposio in corso; ma hanno avuto a che fare con due falsi testimoni, il cardinale Cupich e l’arcivescovo Scicluna. Quest’ultimo, ancora apprendista nella cultura gesuitica, colto di sorpresa da una domanda sul caso indecente del vescovo Zanchetta, dopo qualche mugugno, si è lasciato persino sfuggire parole imbarazzate ed imbarazzanti: “Non so se sono autorizzato”.
Un noto professore ebreo convertitosi in modo singolare alla fede cattolica ha paragonato l’attuale corruzione ai vertici della Chiesa cattolica a quella esistente nel sinedrio che duemila anni fa condannò a morte Gesù Nazareno adducendo falsi testimoni.
Le violenze sessuali su minori e giovani adulti commessi dal clero, il grave danno morale e il devastante trauma psicofisico arrecato alle vittime, il silenzio, le persistenti coperture da parte della gerarchia hanno prodotto un danno incalcolabile alla Chiesa e una grave perdita di credibilità difficilmente ricuperabile da parte dei vescovi e dello stesso sommo pontefice.
Padre Lombardi, che ha fatto da moderatore all’incontro di febbraio, ha notato che “coprire i crimini è una cosa estremamente grave. È la negazione della verità, della guarigione delle vittime, ed è molto grave”. Ed ha aggiunto: “Ora stiamo responsabilizzando i vescovi, … ma se non fanno bene devono risponderne. E questa è una delle cose concrete” che seguiranno all’incontro: “le procedure e le norme, per rendere conto non solo a Dio, ma alla comunità e alla Chiesa”.
Purtroppo, il ripetersi di questi enunciati serve solo a creare una cortina di fumo e rimane lettera morta. Il principio di non contraddizione è stato cancellato dalla logica, sacrificato sull’altare del relativismo imperante, secondo il falso principio da Lei enunciato secondo cui “la realtà è superiore alle idee”, principio che può essere tradotto anche così: i comportamenti dell’uomo, qualunque essi siano anche secondo la logica del mondo, sono superiori alle Verità iscritte nel cuore dell’uomo dalla legge naturale e dalla legge divina rivelata in Gesù Cristo, e di conseguenza anche la realtà del peccato sodomitico contro natura è superiore alla legge naturale e rivelata da Dio nel Vecchio e nel Nuovo Testamento. Similmente, il matrimonio monogamico fra un uomo e una donna è superato dalla realtà del divorzio, dell’adulterio e delle unioni omosessuali! Ergere la realtà contingente a luogo teologico, strappandola a un necessario giudizio morale coerente con l’eterna Verità di Dio, è un’aberrazione filosofica ancor prima che teologica.
Il silenzio nell’insegnamento dei valori morali, come la castità e la fedeltà coniugale, è purtroppo ampiamente praticato nella Chiesa di oggi ed è costante nel Suo magistero. Questa è la strategia della menzogna, di colui che è bugiardo e omicida fin dall’inizio (Gv 8, 44).
San Pietro rinnegò per tre volte Nostro Signore: al canto del gallo, ci dice l’Evangelista, “flevit amare” (Lc 22, 62). Prego con tutto il cuore che lei possa seguire il principe degli apostoli di cui è successore nel ravvedimento sincero, per poter poi confermare i fratelli pascendo le pecore e gli agnelli che le sono affidati dall’Unico Pastore.
+ Carlo Maria Viganò
Spero col cuore che la speranza che sta suscitando in noi la lotta spirituale di mons. C.M. Viganò in difesa di Nostro Signore si traduca in vittoria!
RispondiEliminaTrovo questa lettera insincera, specialmente nella parte finale, oltreché tardiva, e perciò di nessuna utilità. Apprezzo mons. Viganò, ma da lui non mi attendevo per nulla la pubblicazione dell'ennesimo libro inutile.
RispondiEliminaL'endorsment di Viganò ha danneggiato Trump. Mescolando il Covid e i monarchici con questioni invece sacre e fondamentali come la lotta al maledetto aborto e la difesa della famiglia naturale ha combinato, tanto per cambiare, un grandissimo cas...ehm, pastrocchio. I progressisti sono scaltri perché figli del malefico, d'accordo, ma un po' più di umana astuzia e buon senso non guasterebbero.
EliminaTemo che esortare alla conversione Bergoglio è come pulire il muso dell'asino: si perde acqua e sapone inutilmente!
RispondiEliminaHa ha ha, chapeau! Touché
EliminaÈ un atto dovuto, al di là degli esiti...
RispondiEliminaAscolti il rimando alla presentazione:'...il 4 novembre in una diretta su YouTube che sta riscuotendo ampio interesse...' così viene a sapere come sono andati i fatti.
RispondiEliminaQuesta è una serie di scritti, datati, in quanto prendono spunto da fatti accaduti che hanno suscitato il commento di Mons.Viganò.
Trovo che un inseme di riflessioni sulla situazione ecclesiale, nazionale e mondiale non sia l'ennesimo libro inutile ma, uno dei pochi utili per avere una visione finalmente cattolica della nostra attualità.
Oggi le visioni su qualsiasi argomento sono alterate dall'ideologia imposta, così diventa piacevole, nutriente, sano sentire la voce di un cattolico che 'crede ancora in Dio Uno e Trino'.
Bene ha fatto l'editore a sollecitare questa raccolta di lettere e riunirle in un unico libro. E' un libro che compererò a fronte di tanti altri che ho cominciato a buttare e dai quali non ho avuto, né ho nulla da imparare.
Questo è uno di quei libri, di quei diari, di quegli epistolari dove quello che si è studiato e creduto è diventato carne e sangue e quindi metro di giudizio delle cose della vita, in particolare delle cose tragiche e tremende della vita dei nostri giorni.
Ascolti il rimando alla presentazione:'...il 4 novembre in una diretta su YouTube che sta riscuotendo ampio interesse...' così viene a sapere come sono andati i fatti.
RispondiEliminaQuesta è una serie di scritti, datati, in quanto prendono spunto da fatti accaduti che hanno suscitato il commento di Mons.Viganò.
Trovo che un inseme di riflessioni sulla situazione ecclesiale, nazionale e mondiale non sia l'ennesimo libro inutile ma, uno dei pochi utili per avere una visione finalmente cattolica della nostra attualità.
Oggi le visioni su qualsiasi argomento sono alterate dall'ideologia imposta, così diventa piacevole, nutriente, sano sentire la voce di un cattolico che 'crede ancora in Dio Uno e Trino'.
Bene ha fatto l'editore a sollecitare questa raccolta di lettere e riunirle in un unico libro. E' un libro che compererò a fronte di tanti altri che ho cominciato a buttare e dai quali non ho avuto, né ho nulla da imparare.
Questo è uno di quei libri, di quei diari, di quegli epistolari dove quello che si è studiato e creduto è diventato carne e sangue e quindi metro di giudizio delle cose della vita, in particolare delle cose tragiche e tremende della vita dei nostri giorni.
anonimo 12,57, lei trova la lettera insincera oltre che tardiva? Io la trovo VERITIERA, tutta, per esperienza diretta come fedele, inoltre la lettera non è stata pubblicata a suo tempo e viene pubblicata oggi in un libro e ringrazio molto Mons.Viganò per la sua difesa della vera Chiesa di cui Bergoglio risulta un corpo estraneo, ormai risulta ciò come dato di fatto di cui non è lecito non prendere atto.
RispondiEliminaanonimo 12,57, lei trova la lettera insincera oltre che tardiva? Io la trovo VERITIERA, tutta, per esperienza diretta come fedele, inoltre la lettera non è stata pubblicata a suo tempo e viene pubblicata oggi in un libro e ringrazio molto Mons.Viganò per la sua difesa della vera Chiesa di cui Bergoglio risulta un corpo estraneo, ormai risulta ciò come dato di fatto di cui non è lecito non prendere atto.
RispondiEliminaRefuso da correggere:
RispondiElimina"...considerazione che l’8065
5% delle violenze sessuali..."
Comunque stima e affetto per il grande mons. Viganò
RispondiEliminaMariella Conti
La Verità è forse l'unico quotidiano leggibile
RispondiEliminaMariella Conti
Mons Viganò è un sant'uomo, ed è giusto che chiami alla conversione ed al pentimento perché nostro Signore possa salvare l'anima ad un bel po' di persone che, a viste umane, non sembra ne siano molto interessate. Ma desidero tanto che Gesù Cristo, il Buon Pastore, riprenda in mano le sue pecore, e mandi dove considera giusto (che con ogni probabilità non è dove desidererei io) i lupi che circolano nella Sua Chiesa bardati, più o meno, da pastori. So che tutto è in mano al Signore, e che ciò che accade o lo vuole, o lo permette...e che tempi come quelli che stiamo attraversando sono indubbiamente stati "guadagnati" anche grazie ai miei peccati, ma ogni tanto faccio come a suo tempo ha fatto il Salmista: Gli dico che non ne posso più !
RispondiEliminaPer la serie: "in tempi non sospetti Viganò già scriveva che..."
RispondiEliminaSe non ha mandato quella lettera, è perché aveva capito benissimo che il gesuitismo porge orecchio solo a chi propone di calpestare ancor più Nostro Signore, perfino senza la tariffa dei trenta denari. Il gesuitismo è anche espertissimo nel far piangere amaramente i cristiani... e soprattutto nel trovare scuse per scacciarti via, specialmente se non lo meriti. Lo affermo per esperienza diretta. Anche a me è capitato di scrivere una lettera per implorare che un gesuitante gesuitogeno consentisse almeno l'esistenza di qualcosina di cattolico, per poi non più recapitarla perché mi rendevo conto che sarebbe stato un invitarlo a perseguitarci ancora di più.
La neochiesa postconciliare ha i giorni contati (lo dico con dolore, perché per tutta una vita ho avuto la certezza di trovare Messe e confessori, sia pure con una certa fatica, a distanza di camminata a piedi. Un po' come quando crollò l'impero romano, gli unici a dolersene furono i cristiani).
Infatti la neochiesa, se solo volesse porre riparo alle bergoglionate principali riguardo ai sodomiti, avrà bisogno di intere generazioni di certosino lavorìo di aggiustamento. Non è che un "chi sono io per giudicare" può essere corretto in un sol colpo da un successore di buona volontà e senza creare il precedente per cui il successore del successore potrà smentirlo a sua volta sparandola altrettanto grossa.
C'è poi il fatto che per motivi meramente biologici, i vescovi credenti nel vaticansecondismo ci metteranno un bel po' a sparire. Allo stato attuale, col loro silenzio, sono definitivamente compromessi col mondo (si veda ad esempio l'orrendo Delpini, a febbraio 2020 lo zelo per chiudere la casa del Signore lo divorò).
Eppure non sembra troppo difficile seguire le orme di Viganò e Schneider... ah, già, per farlo dovrebbero anzitutto ammettere di aver coscientemente promosso una catasta di emerite stronzate oltre che di ingiustizie, di aver chiuso non uno ma due occhi su dottrina e liturgia, di aver promosso (persino agli ordini sacri) gli impresentabili e accanitamente silurato i cattolici fedeli alla Verità: dopo una vita intera passata a commettere comodamente sempre gli stessi errori, è piuttosto difficile ravvedersi (non per niente lo chiamiamo "miracolo della conversione").
La Chiesa tradizionale - parlo in senso ampio, non di qualche specifico circolo più o meno sbandieratore delle proprie virtù - è l'unica che non si è piegata ad incensare questo mondo e le sue diaboliche ideologie, pertanto è l'unica che sopravviverà. Non le mancheranno le persecuzioni - in più a quelle che già riceve dagli anni '60 ad oggi. Patiremo (tanto per cambiare) per colpa dei convinti credenti nel neodogma conciliare, che verranno spazzati via solo dal Grande Castigo.
Che il Signore doni sempre maggior forza a mons. Viganò e lo protegga dalle trappole dei bergoglioni. Quello che dovrebbe dire un Papa, oggi, lo sta dicendo mons. Viganò, ritrovatosi suo malgrado ad essere Paolo che si oppone a viso aperto a Pietro.
Speriamo che un giorno il Signore mandi un Papa Santo che sciolga definitivamente l'ordine dei gesuiti, prima che loro distruggano al completo la Sposa di Cristo.. sarebbe la terza volta che verrebbero sciolti... e speriamo per sempre.... sono degli apostati... tanti sacerdoti o vescovi sono stati scomunicati ingiustamente... questi devono essere cacciati per volere della Santa Chiesa..... inoltre c'è sempre un problema per i Gesuiti... hanno il quarto voto.. non potrebbero andare oltre il superiore generale del loro ordine.. pertanto accettando una prelatura, non è già fuori dallo statuto...? sarebbero già decaduti per non aver obbedito agli ordini ai quali giurano....il giuramento viene fatto sempre ed in ogni caso davanti a Dio.. e loro poi non lo rispettano.. quali sono le conseguenze????
RispondiElimina
RispondiEliminaMa perché la lettera di mons. Viganò sarebbe insincera?
Chi fa quest'affermazione dovrebbe degnarsi di spiegarla.
Invece resta lì, apodittica.
Be', la lettera è di un anno e mezzo fa, ecco perché sembra tardiva... In un anno e mezzo sono successe un po' di cosette e i toni del monsignore sono giustamente cambiati.
RispondiEliminaElezioni USA: Quando tutto sembra perduto moltiplichiamo la nostra fiducia
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=JUfBquxGRdU
Regina dell'Amore - Web TV
RASSEGNA STAMPA - Commento del Giorno 7 novembre 2020
di Pier Luigi Bianchi Cagliesi.
Che è successo? La vittoria di biden v'ha ammutolito? 😉
RispondiEliminaA che scopo rendere pubblica una lettera che non fu neppure inviata?
RispondiEliminaCerto che, con quello che sta succedendo, alcuni distinguo devono far pensare...
RispondiEliminaLettera insincera? Tardiva? Inutile?
A che scopo rendere pubblica una lettera non spedita?
E' proprio vero che mentre un saggio indica la luna, c'è chi si concentra sul dito.
A proposito del dito: nelle intenzioni di preghiera novembrine da santamarta ce n'è uno nuovo.
Dopo il post-umano, abbiamo il post-divino!
Nel new world order pregheremo i robot chiedendo di affratellarci tutti e adorare pachamama.
Con questo bel panorama, se è la lettera a disturbare, beh è inutile che i Viganò esistano.
"i Viganò" vanno benissimo, ma una domanda su una lettera resa pubblica sebbene non inviata rimane più che legittima.
Elimina"Ma perché la lettera di mons. Viganò sarebbe insincera?"
RispondiEliminaLa trovo insincera soprattutto perché viene resa nota solo adesso; appena pochi giorni dopo la pubblicazione, ripresa da diversi blog cattolici, di un suo allarmante retroscena che metteva ancor più in cattiva luce Bergoglio e la sua corte. Quello che c'è scritto prima, in quella missiva mai recapitata, per me conta meno della sua chiusura, nella quale l'arcivescovo si appella al "Successore di Pietro" affinché possa "confermare i fratelli" e addirittura "pascerli". Sono parole insincere che rivelano, a mio modo di vedere, la reale natura di questo breve scritto, che si prefigge obiettivi altri rispetto a quelli meramente pastorali, certamente più "politici", da navigato diplomatico qual è in effetti l'arcivescovo. Alcuni passaggi lasciano trapelare quale potrebbe essere uno di questi obiettivi: evitare "sanzioni canoniche".
Temo tuttavia che dopo l'uscita di scena di Trump, gli spazi di manovra del pur degno mons. Viganò siano molto esigui. Pensiero ovvio.
Giacché mi trovo, ribadisco che un pastore deve stare fisicamente alla testa del gregge, piccolo o grande che sia, e non starsene rintanato non si sa dove, limitandosi a dare qualche indicazione ogni tanto, operando in smart working. Se lo vogliono morto, accetti il martirio.
Per quel che concerne il suo libro, non ho visto la presentazione né intendo farlo. Anche per un fatto tecnico, dovuto alle difficoltà di collegamento, non riesco a tener desta la mia attenzione per un'oretta appresso al pur dotto eloquio di 6 degnissime persone, che ci ripetono le interessantissime solite cose. Sarà un mio limite, ma evito di abbioccarmi soltanto se l'oratore ha davvero qualcosa da spiegare e da comunicare. Un nome per tutti: padre Lanzetta, che pure ha un modo di porgere il suo pensiero in maniera poco "esuberante".
Chiedo venia se il mio "giudizio temerario", che ha sollevato tutto questo vespaio, contraddice il clima di esaltazione che questo alto prelato sta suscitando in molti di voi. In tutta franchezza, non vedo ancora quel pastore degno meritevole del mio modestissimo epinicio.
P.S.-Se il commento verrà pubblicato, bene. In caso contrario, amici come prima ...