Non tacque Stefano su ciò che vide: "Ecco io contemplo - disse - i Cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio".
Quelli, udito questo, quasi fosse stata una bestemmia quello che costui aveva detto, si turarono le orecchie, diedero di piglio alle pietre.
[...] Il comportamento di Stefano umile ripeté quello di Cristo, l'Altissimo: così Stefano riverso a terra, come Cristo sospeso alla Croce. Ricordate infatti che anch'Egli disse: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. Era sulla cattedra della Croce e insegnava a Stefano la misura della bontà.
Maestro buono, hai dato un'indicazione chiara, hai istruito efficacemente! Ecco che il Tuo discepolo prega per i suoi nemici, prega per i suoi lapidatori. L'umile dette prova di come si debba imitare Te, l'Altissimo, come la creatura debba imitare il Creatore, la vittima il Mediatore, l'uomo il Dio e uomo: Dio, ma tuttavia uomo, sulla Croce; Dio Cristo, ma sulla Croce uomo, quando diceva con voce ben distinta: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.
[...] E con tutta sincerità, fratelli miei, dico alla Carità vostra: esercitatevi quanto potete a dimostrare mitezza anche verso i vostri nemici.
Frenate l'ira che vi sospinge alla vendetta. Infatti, l'ira è uno scorpione. Una volta che ti avrà surriscaldato con le fiamme che contiene, tu riterrai qualcosa di grande l'esserti vendicato di un tuo nemico.
Se vuoi vendicarti di un tuo nemico, volgiti a prendere di mira proprio la tua collera: essa è infatti la tua nemica, quella che uccide la tua anima. (Sant'Agostino)
"... perché non sanno quello che fanno..."
RispondiEliminaLo sanno, lo sanno...sul piano umano lo sanno benissimo, 'sti fiji de 'na...'.
Non sanno e/o fanno finta di non sapere o meglio vogliono ignorare che sul piano spirituale non è così. Vogliono ignorare il piano spirituale eterno, vogliono far finta di ignorarlo per continuare a fare quello che stanno facendo davanti al mondo e davanti al mondo farsi forti, POTENTI, portando all'impotenza il prossimo inerme.
Ma l'Eternità non è solo di là è anche di qua. Con la differenza che noi di qua percepiamo soprattutto il tempo che scorre, corre e non ritorna. Ma se facciamo attenzione esistono situazioni dell'anima , dello spirito che non passano. Restano. Stanno. Quello che resta di buono , di vero, di bello nella memoria è eterno. Ma la memoria deve essere stata capace di conservare il buono, il vero ed il bello e non diventare ossessione dei torti subiti e persecuzione infinita di quelli che li ha inflitti e/o presumiamo li abbiano inflitti a noi.
La purificazione della memoria non significa abolire il ricordo del male e delle sue tecniche che sono mediamente sempre uguali a loro stesse, ma togliere alla memoria quel pungiglione che è un misto di dolore, di offese, di tradimenti, di violenza che s'è infilato nel nostro cuore e nella nostra mente vuoi come ira, vuoi come autodistruzione depressiva. Se qualche spiraglio è rimasto nel nostro cuore è questo il momento di ritornare, piano piano, sulla Via della Vita e della Verità. Cioè alla sequela del Signore.
Se manca questo, la memoria si impietrisce nei nostri cuori e nella nostra mente e finiamo col torturare il prossimo con le nostre infauste memorie affinché anche il prossimo non dimentichi le nostre sofferenze anziché insegnargli quello che abbiamo imparato sul bene sempre donato e sul male che sempre attacca il debole secondo il mondo e coopta il forte secondo il mondo.
S.Stefano protomartire
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=J1HYxS8Enp4
Da Lunedì prossimo l'UE i "Sacerdoti dovranno dire ai fedeli che cio' che offrono e' solo una forma di intrattenimento non provata scientificamente , controlli restrittivi sui servizi religiosi offerti ai consumatori , le nuove norme sono contenute in una direttiva dell'UE...ecc.
Non possiamo dimenticare del sangue che il Natale reca con sé.
RispondiEliminaIl Natale sembra quasi "costretto" tra il sangue dei santi innocenti e quello di Stefano.
Dio nasce tra eccidi e morirà scegliendolo per Sé stesso. Erode uccide chi è in fasce. Saulo conserva i mantelli dei lapidatori.
Dio non si vergognò della stalla, simbolo della miseria umana, amata quando era ancora colpevole e perduta, perché fosse riscattata dal sangue della Croce.
Il mondo si vergognò del Suo Creatore e odiò la stessa redenzione, perché odiava l'essere peccatore senza odiare però la colpa e il peccato stesso. Odiava Dio perché odiava sapere di non essere come Dio. Odiava la Croce perché odiava sapere che senza Sacrificio di espiazione non avrebbe mai avuto la vita.
La Carne assunta dal Verbo fu lacerata immediatamente. Maria accettò di pagare il parto verginale e puro con il sangue invisibile del Suo cuore immacolato, con il sangue del silenzio in cui raccoglieva ogni aspetto del mistero. Giuseppe restò forte e perfetto custode, cercando e realizzando sempre la giustizia del Regno di Dio. Lo fece nel "luogo" e per il "luogo" più prezioso del mondo, che non a caso oggi il mondo detesta e deforma satanicamente: la Famiglia come pensata, desiderata e stabilita da Dio e protetta - come tutta la Chiesa - dal suo più ammirabile custode, San Giuseppe.
Santo Stefano martire disse:
RispondiElimina«O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?»
Silvio Brachetta
SANTO STEFANO PRIMO MARTIRE.
RispondiEliminaSanto Stefano fu certamente uno dei primi 'sacerdoti" (probabilmente diacono) di Gerusalemme. Si adoperò per la conversione degli ebrei della diaspora, esattamente come aveva detto di fare Gesù nella Sua predicazione: la conversione.
Gli israeliti però videro in lui un nemico e per questo lo assassinarono per lapidazione secondo la colpa di blasfemia (contro Dio e Mosè). L'assassino di Santo Stefano (come avvenne per Gesù Cristo, cioè più per mano degli ebrei che dei romani) portò ad una drammatica persecuzione dei cristiani. Si arrivò ad uno scontro e massacro tale che le due realtà, ebraica e cristiana, si divisero definitivamente.
Santo Stefano, nato ebreo è morto cristiano, non si tirò mai indietro né di fronte le minacce di morte degli ebrei ne di fronte al martirio stesso pur di non tradire Nostro Signore.
Come tutti i martiri, il coraggio della Verità.
CARO STEFANO,
RispondiEliminaA TE che sei stato "rigido".
A TE che non hai piegato le mani per sentire il cuore della madre terra (anche perché non esiste) ma per i sassi di chi odiava Cristo tuo Signore.
A TE così intollerante e retrogrado,
da non credere che tutte le religioni sono vie colorate per lo stesso Assoluto infinito.
A TE che ti sei ostinato a versare il sangue....
Perché in fondo, se convertirsi è una assurdità?
Perché, se siamo tutti santi e salvati?
Perché, se in fondo né colpa né peccato esistono davvero?
A TE Stefano, che hai creduto nella divinità di Gesù, unica via per il Padre,
e non hai avviato processi per farlo diventare solo un uomo, grande profeta della solidarietà no-profit e no-governativa.
A TE Stefano che sei stato modello di santità cattolica. L'unica possibile. L'unica che Dio chiede.
Senza che venga aggiunto o tolto neppure uno Iota.
Ieri Santo Stefano, primo martire a motivo dell'odio per Cristo.
RispondiEliminaIl re del Cielo, consegnatosi come agnello a regnanti del mondo per fare la Volontà di Dio.
Festeggiata la Luce del mondo, sostiamo per onorare il sangue versato dagli ottenebrati.
Dio non vuole il male, ma lo permette, per trarne un bene maggiore.
Con questa fede, la fede in Gesù, vero Dio e vero uomo, Stefano perdona chi lo lapida.
Questa fede fa cadere dal cavallo le anime aperte alla grazia della conversione.
Oggi San Giovanni, unico tra gli apostoli a non aver conosciuto il martirio.
Presente sotto la croce con Maria, che gli venne affidata da Gesù: visse con lei per anni.
San Giovanni è il cantore dell'incarnazione del Verbo nel meraviglioso prologo al vangelo.
E' il vergine nel cuore, capace di vedere Dio, nella beatitudine dei puri di cuore.
E' il più amato da Gesù, degno di restare accanto alla piena di grazia e corredentrice.
La morte su di lui non attecchì per mano di ottenebrati dall'odio a Cristo.
Il Signore in certi casi non permette che il male faccia l'effetto in animo dei cattivi.
San Giovanni ci ottenga dalla Beata Vergine la speciale protezione di chi se ne fa schiavo.
La schiavitù dell'appartenenza al piccolo resto fedele sotto la croce di Nostro Signore.
L'onore di essere in silenzio presso il calcagno che schiaccerà il capo al serpente.
Un modo per poter visitare la sacra famiglia degli umili, il cui capo è San Giuseppe.
Mi chiedo se noi italiani abbiamo ancora una speranza di uscire da questa crisi INDOTTA .
RispondiElimina__________________________
Mi chiedo se Trump riuscirà ad esser rieletto e se no, chi potrà mai difendere il mondo dalla potenza del regime cinese e da certi paesi arabi?
____________________________
Mi chiedo se se ne andra' prima il pampero o il detronizzato. Che fine farà la Chiesa Cattolica ? Dopo il concilio Vaticano II°,ha subito una grave trasformazione nei costumi , nella pastorale, piu della metà della gerarchia è di sinistra e o@o..s@ss@@le
_____________________
I nostri figli e nipoti che fine faranno in mano a questi seguaci di satana che governano Italia, Europa, Mondo?
____________________________
NON CI RESTA CHE LA PREGHIERA INCESSANTE, MI SCENDONO LE LACRIME AGLI OCCHI. OGNUNO DI NOI PREGHI GESÙ O LA VERGINE O I SANTI.
UNIAMO LE NOSTRE ANIME ALL' UNISONO E LE NOSTRE ENERGIE PER COMBATTERE IL MALE CHE CI STA CONSUMANDO.
I cattolici occidentali sarebbero in grado di sopportare il martirio anche fisico nel caso che mi fosse e fosse loro richiesto? Sarebbero in grado di dire pubblicamente, come S. Stefano, le ragioni per le quali Gesù è il compimento del disegno salvifico del Signore nei confronti di noi peccatori? E sarebbero in grado di rifiutarsi di incensare all’Imperatore, cioè all’idolo del Potere, a costo della propria vita?
RispondiElimina“Chi un esercito di cavalieri, chi una schiera di fanti, chi una flotta di navi dirà che sia sopra la terra nera la cosa più bella. Io dico, ciò che si ama”
RispondiEliminaLe parole sono poche ma i concetti sono profondi ed elevati. Saffo vive in una società in cui la guerra è una pratica comune e l’eroismo tenuto in grande considerazione (quanto spesso è successo in tutte le epoche). Navi, fanti, cavalieri: per uomini comuni ma anche per i poeti e i cantori della sua epoca sono queste le bellezze del mondo, ciò che merita di essere narrato e raccontato. Pensate ad Omero e alle sue pur meravigliose narrazioni: guerre, battaglie, eroi.
Tutto ciò avviene sulla terra nera: un aggettivo che “appesantisce” l’aspetto dell’ambiente che ci circonda, una terra gravata dal peso degli eserciti e delle battaglie, bruna, nera, colori che evocano pensieri negativi, opprimenti.
Ed ecco un verso, un solo verso, che esprime ciò che miliardi di uomini e donne hanno provato nei millenni:
“Io dico”
Io, perché sgorga dall’animo, dall’intimità, da ciò che c’è di più profondo. Saffo si mette al centro, perché esprime ciò che ha nel cuore. Non è solo un pensiero razionale ma un impulso irrefrenabile, un bisogno dell’anima, una unione fra razionalità ed emozione che compone l’individualità di ciascuno di noi.
Dico: una affermazione, composta ma forte, robusta, frutto di una convinzione radicata di essere nel giusto, quella convinzione che nasce solo dal cuore.
“Ciò che si ama”
È quasi difficile esprimere il potenziale di queste poche parole. Che cosa è che rende la vita degna di essere vissuta, che ci fa sentire vivi, che porta bellezza nel mondo? L’amore, quello che si ama, l’esplosione di quella interiorità individuale espressa nell’”Io dico”...