Non cesseremo mai di organizzare Scuole di Dottrina sociale della Chiesa, anche se è sempre più difficile farlo, e non solo per le restrizioni Covid. Le maglie dei suoi detrattori si stringono ed oggi sembrano prevalere coloro che la negano e la combattono, anche dentro la Chiesa. Non possiamo cessare di fare formazione perché altrimenti un popolo non sa dove andare. Mettere in cantina la Dottrina sociale vorrebbe dire rinunciare a quanto Cristo e la Chiesa hanno da dire al mondo, e non è cosa di poco conto. Vorrebbe dire essere Chiesa senza esserci proprio là dove dobbiamo essere e senza le idee che dobbiamo professare. Se ci guardiamo intorno sembra che su molti terreni la partita sia perduta. Ma se ci guardiamo dentro troviamo l’eco di una vocazione che nessun deserto circostante può far morire.
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Formarsi alla Dottrina sociale e conoscerla significa apprenderla nei suoi due modi di esistere, ossia come l’insieme degli insegnamenti sociali dei Pontefici contenuti nelle encicliche sociali e come un corpus dottrinale, un insieme organico e coordinato di principi, criteri e direttive d’azione, un sapere pratico. In altre parole, si possono esaminare i documenti dalla Rerum novarum ad oggi, oppure si può apprendere il “sistema” della Dottrina sociale della Chiesa come è contenuto per esempio nel Compendio pubblicato per volontà di Giovanni Paolo II nel 2004. Il primo percorso è storico, il secondo è teoretico. La nostra Scuola è un misto dei due metodi: fa spesso riferimento ai testi pontifici e nello stesso tempo fornisce un quadro d’insieme ordinato e organico.
E cosa vuol dire formarsi con la Dottrina sociale? Significa prendere alcune grandi aree della vita sociale e politica di oggi e esaminarle alla luce dei suoi principi. Nella nostra scuola verranno affrontati gli ambiti del potere politico, della vita e della famiglia, della legge e del diritto, dell’economia, della nazione e della patria, del lavoro.
A questo modulo di base tutti possono partecipare. Ce n’è bisogno e per questo ti invitiamo caldamente ad iscriverti.Programma e indicazioni pratiche li trovi nella locandina su questa pagina del sito
Ti aspettiamo
Stefano Fontana
ATTENZIONE INFO: Le lezioni cominceranno alle ore 20.30 e dureranno circa un'ora e mezza comprese le domande ai relatori
Stefano Fontana
ATTENZIONE INFO: Le lezioni cominceranno alle ore 20.30 e dureranno circa un'ora e mezza comprese le domande ai relatori
Vi consiglio un digiuno che non vi darà fame: digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze: "in questa Quaresima non sparlerò degli altri, non farò delle chiacchiere". E' un bel digiuno questo. Sarà utile anche leggere ogni giorno un brano del Vangelo, portarlo in borsa, e prenderlo quando si può. Questo fa aprire il cuore al Signore.
RispondiEliminaAd Aranova, frazione del comune di Fiumicino, tre vandali sono entrati nella chiesa di Nostra Signora di Fatima, ed hanno bruciato il leggio.
RispondiEliminaContinuano atti cristianofobici, che non devono essere ridimensionati a semplici ragazzate!
Rapite ieri 317 studentesse dal dormitorio del liceo statale di Jangebe, nello stato nigeriano del Zamfara: è il terzo rapimento di massa in tre mesi. Su Twitter Obianuju Ekeocha ha denunciato: «C'è più attenzione mediatica per i cani rapiti di una star (lady Gaga) che per delle giovani nigeriane».
RispondiEliminaIl copione è noto: i ragazzi vengono addestrati alla guerriglia e le ragazze diventano schiave sessuali della banda; talvolta qualcuno viene rilasciato, o dietro riscatto o col pretesto di “conversione all’islam” (spesso, ma non sempre, le vittime dei rapimenti sono di fede cristiana).
Scienza a servizio dell'uomo o uomo a servizio della scienza? È questo il punto. Oggi essa è strumento di dominio. La scienza zittisce, censura, governa.
RispondiEliminaÈ lo scudo per giustificare ogni provvedimento liberticida. Ma che scienza è quella che non si sottopone a confronto alcuno? Che valenza ha se acquisisce il rango di dogma? Non perde forse il suo senso d'esistere se diventa protocollo e strumento di prevaricazione? Nell'epoca della scienza ad ogni costo, della scienza dominatrice, il paradosso è che si perde il contatto con la realtà. Che si rinuncia alla ragione ed all'esperienza. Se vuole essere verità assoluta, essa perde di verità. Se vuole essere assioma, perde di credibilità.
Nikola Tesla ci insegnò che: " La scienza non è nient'altro che una perversione se non ha come suo fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità."
Se non si comprende ciò essa degenera in mero scientismo, diventa esclusivamente strumento di dominio e controllo. Si erge solo a longa manus di un potere che sfocia inesorabilmente nella deriva del "non umano".
Forse non a tutti è chiaro che il problema principale del programma di va**inazione planetaria non è tanto il pericolo del va**ino in quanto tale (che potrebbe anche essere quello di un qualsiasi farmaco, o pure nessuno, non fa differenza), ma il programma in se stesso.
RispondiEliminaLa maggior parte delle persone non si rende conto che mentre discute se il farmaco faccia male o meno, a monte il potere si sta ristrutturando su basi biopolitiche, ossia su un modello di controllo portato non più solo all'esterno, operante cioè su disposizione/movimento/comportamento, ma all'interno dell'organismo. Se passa l'idea che, in caso lo ritenga necessario, il governo può disporre del corpo dei cittadini inoculandovi ciò che, o modificandolo come, ritiene opportuno, si porranno le condizioni per un salto di qualità impensabile per l'imposizione di una tecnocrazia planetaria compiuta. I tecnocrati, detentori di potere e tecnologie, potranno decidere il quando e il come far fronte a qualsiasi situazione, che loro stessi potranno decidere come emergenziale. Un circuito ricorsivo perfetto a cui non ci si potrà sottrarre. Di fronte a questo, il fatto che questo farmaco sia dannoso o meno è puramente un dettaglio.
Un rilievo molto acuto di Alberto Mingardi che dovrebbe essere integrato nella riflessione della dottrina sociale della Chiesa:
RispondiElimina"La gratuità non consiste soltanto nell'ottenere ciò che desideriamo senza che nessuno ci stacchi la fattura. Risiede anche nell'assenza di un'aspettativa precisa circa ciò che potremmo ricevere in un rapporto gratuito. Contiamo sugli amici perchè ci stiano vicini quando siamo nei guai e ci mettano una mano sulla spalla quando soffriamo. Ma non è detto che accada. In una buona amicizia non c'è la clausola "soddisfatti o rimborsati".
Al contrario, i rapporti commerciali hanno il vantaggio della precisione. Al sarto non chiediamo affetto per la vita, ma di farci l'orlo ai pantaloni, in un certo numero di giorni, a un determinato prezzo. E' chiaro che la parola di un amico, nel momento opportuno, vale migliaia di volte il più perfetto dei risvolti dei calzoni. Bisogna capire, però, che sono cose diverse"
Alberto Mingardi, L'intelligenza del denaro, pp. 51-52
https://www.databaseitalia.it/israele-lancia-il-braccialetto-della-liberta-per-il-monitoraggio-del-covid-come-alternativa-alla-quarantena/
RispondiEliminaUna fonte autorevole ed insospettabile: il quotidiano francese Le Monde. In un articolo piuttosto chiaro sulla materia il giornale mette in luce come i redattori della TV francese ricevono un premio in denaro, definito gentilmente “una parte variabile della remunerazione”, se coprono positivamente certi temi, come la diversità di genere e…. l’Unione Europea. Praticamente i giornalisti sono pagati per scrivere bene della Commissione e dell’Europa, oltre che di altri temi che, nel caso francese, comprendono i Territori d’Oltremare e se questi raggiungono gli “obiettivi di informazione” allora ottengono un premio pecuniario.
RispondiEliminaOvviamente programmi del genere esistono anche nelle TV generaliste italiane, solo che i giornalisti italiani si coprono l’un l’altro molto meglio, rispetto a quelli francesi: non vedrete in un giornale italiano presentare il programma di premi pecuniari della RAI. Alla faccia dell’etica e della libertà di informazione!
@ 18:45
RispondiEliminaRicordi di copiare anche la fonte da cui ha espunto la citazione. Mi sembra Blondet.
"Questa Scuola Nazionale on-line vuole essere l’inizio d’un progetto più grande, una rete nazionale di Scuole di DSC presenti su tutto il territorio italiano dove si possa formare stabilmente il laicato cattolico alla plurisecolare Dottrina sociale. La Scuola è aperta a tutti quanti siano interessati a conoscere la Dottrina sociale della Chiesa nella sua integralità. E’ importante che vi siano iscritti di ogni regione e provincia d’Italia e che vi aderiscano realtà cattoliche locali con i propri associati così da costituire il naturale punto di partenza per un futuro locale della DSC".
RispondiEliminaDon Samuele Cecotti