Uno dei cinque inni eucaristici scritti in occasione dell'introduzione della solennità del Corpus Domini nel 1264 su commissione di papa Urbano IV. Fu inserito nel Messale Romano del 1570, da papa Pio V. Viene utilizzato durante le adorazioni eucaristiche e nelle preghiere di ringraziamento al termine della S. Messa.
Adoro te devote, latens Deitas, Quæ sub his figuris vere latitas; Tibi se cor meum totum subjicit, Quia te contemplans totum deficit. Visus, tactus, gustus in te fallitur, Sed auditu solo tuto creditur. Credo quidquid dixit Dei Filius; Nil hoc verbo veritátis verius. In cruce latebat sola Deitas, At hic latet simul et Humanitas, Ambo tamen credens atque confitens, Peto quod petivit latro pœnitens. Plagas, sicut Thomas, non intueor: Deum tamen meum te confiteor. Fac me tibi semper magis credere, In te spem habere, te diligere. O memoriale mortis Domini! Panis vivus, vitam præstans homini! Præsta meæ menti de te vívere, Et te illi semper dulce sapere. Pie Pelicane, Jesu Domine, Me immundum munda tuo sanguine: Cujus una stilla salvum facere Totum mundum quit ab omni scelere. Jesu, quem velatum nunc aspicio, Oro, fiat illud quod tam sitio: Ut te revelata cernens facie, Visu sim beátus tuæ gloriæ. Amen |
Adoro Te devotamente, Dio che Ti nascondi, Che sotto queste apparenze davvero Ti celi: A te tutto il mio cuore si abbandona, Perché, contemplandoTi, tutto vien meno. La vista, il tatto, il gusto, in Te si ingannano Ma solo con l'udito si crede con sicurezza: Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio, Nulla è più vero di questa parola di verità. Sulla croce era nascosta la sola divinità, Ma qui è celata anche l'umanità: Eppure credendo e confessando entrambe, Chiedo ciò che domandò il ladrone penitente. Le piaghe, come Tommaso, non vedo, Tuttavia confesso Te mio Dio. Fammi credere sempre più in Te, Che in Te io abbia speranza, che io Ti ami. Oh memoriale della morte del Signore, Pane vivo, che dai vita all'uomo, Concedi al mio spirito di vivere di Te, E di gustarTi così sempre dolcemente. Oh pio Pellicano*, Signore Gesù, Purifica me, immondo, col tuo sangue, Del quale una sola goccia può salvare Il mondo intero da ogni peccato. Oh Gesù, che velato ora ammiro, Prego che avvenga ciò che tanto bramo, Che, contemplandoTi nel volto rivelato, A tal visione io sia beato della tua gloria. Così sia. |
Secondo una leggenda che risale al Medioevo il pellicano (dotato di un largo becco nel quale custodisce i pesci per i suoi piccoli), in tempi di magra, alimentava i suoi figlioletti col sangue tratto dal suo stesso petto. Un tale ammirevole comportamento ha portato a mettere in relazione quest’uccello con Nostro Signore Gesù Cristo, il quale offre il suo stesso Corpo nell’Eucaristia per alimentarci. Già agli albori del V secolo, San Girolamo si avvalse di questo significato simbolico commentando il versetto 7 del Salmo 101: “Assomiglio al pellicano del deserto, sono come il gufo tra le rovine”. Secoli dopo, esso ha ispirato una delle più belle strofe dell’inno Adoro te devote, nel quale San Tommaso d’Aquino esclama: “Pie pellicane, Iesu Domine, me immundum munda tuo sanguine. Cuius una stilla salvum facere totum mundum quit ab omni scelere – Signore Gesù, tenero pellicano, lavami, me immondo, col tuo Sangue del quale una sola goccia già può salvare il mondo da tutti i peccati”. Il simbolismo eucaristico di quest’uccello si trova anche in numerose opere d’arte: sculture, pitture e persino in testi letterari, come quello della Divina Commedia (Paradiso canto XXV, 112-114)): il “nostro Pellicano” come lo chiama Dante quando si riferisce all’apostolo Giovanni: «Questi è colui che giacque sopra ’l petto del nostro Pellicano, e Questi fue di su la croce al grande officio eletto».
Molto bello! Grazie.
RispondiEliminaUomini armati hanno liberato tutte le 279 ragazze rapite la scorsa settimana da un collegio nel nord-ovest della Nigeria...
RispondiEliminahttps://mobile.reuters.com/article/amp/idUSKCN2AU0BY
Dalla nostra santità dipende la salubrità dell'aria che respiriamo, più diventeremo santi più non riverseremo CO2 nell'aria circostante, anzi saremo dei naturali purificatori dell'aria come lo sono le piante. Ecco perché è bene che bambini e anziani, se vivono santamente, respirino liberamente perché non solo fa bene respirare regolarmente, senza diaframmi, ma loro purificano l'aria, come la purificano gli adulti imitatori di Gesù Cristo, che mirano alla santità, alla Vita Eterna. Questo era ampiamente dimostrato, un tempo quando non eravamo ancora profondamente impasticcati dalla chimica farmaceutica, dal cadavere diventato corpo santo che non subiva la corruzione degli agenti atmosferici circostanti. Viceversa ora la decomposizione è difficilissima e parziale anche dopo molti decenni, questa conservazione ad oltranza dipende dai prodotti farmaceutici ingeriti durante la vita. Ecco qui una esempio tra la vera santità, risultato di una vita nel mondo, ma fuori dal mondo, e una vita nel mondo, dentro la mondanità scientifico /tecnologica, che arriva alla conservazione del corpo a prescindere dalla santità, in forza di conservanti chimici, di trapianti/impianti, di protesi di ogni ordine e grado. Anche qui, Cristo ed anticristo. Ora ognuno è chiamato a compiere le sue scelte! O una vita santa o una vita ingegnerizzata. A noi la scelta.
RispondiEliminaSul sito di Sebastiano Mallia, l'ultima intervista a Vittorio Messori
RispondiEliminaConversione risalente all'«estate del 1964, la più calda del secolo scorso. I miei genitori, entrambi mangiapreti, erano in vacanza. Stavo controllando una citazione nel Vangelo, che non avevo mai aperto in vita mia. Non so che mi accadde. Cercai di resistere, ma non vi fu niente da fare. Quando scoprì la conversione, mia madre voleva farmi visitare da uno psichiatra. Galante Garrone mi diseredò moralmente sulla prima pagina della Stampa. Se ora lei mi puntasse una pistola alla tempia e m’ingiungesse di affermare che il Vangelo è una bufala, le direi: spari pure».
http://www.vittoriomessori.it/blog/2021/03/03/3963/
Silvio Brachetta
LUX MUNDI - Appuntamento con il Catechismo della Chiesa Cattolica -3 mar 2021
RispondiEliminaDon Luca Paitoni
https://www.youtube.com/watch?v=4JBiR0xkUBM&feature=youtu.be
I 10 Comandamenti
4° Comandamento: Onora il padre e la madre
Ore 20.30: S. Rosario
Ore 21.00: Catechesi
Pertanto, "non si può altrimenti favorire l’unità dei cristiani che procurando il ritorno dei dissidenti all’unica vera Chiesa di Cristo, dalla quale essi un giorno infelicemente s’allontanarono: a quella sola vera Chiesa di Cristo che a tutti certamente è manifesta e che, per volontà del suo Fondatore, deve restare sempre quale Egli stesso la istituì per la salvezza di tutti." (Mortalium animos). Questo è il vero ecumenismo cattolico.
RispondiEliminaNon nobis non nobis Domine sed nomini tuo da Gloriam
Sine sacrificio non est victoria,
Pugna Filii Sancte Romanae Ecclesiae,
Sancte Míchaël Archángele, defénde nos in prǽlio, contra nequítiam et insídias diáboli esto præsídium. Imperet illi Deus, súpplices deprecámur: tuque, Princeps mi-lítiæ cæléstis, Sátanam aliósque spíritus malígnos, qui ad perditiónem animárum pervagántur in mundo, divína virtúte in inférnum detrúde.
Amen
Angelici Ordinis Peregrinus de glorioso princeps caelestis legiones Sancte Michael