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Si iniquitates observaveris, Domine:
Domine, quis substinebit? PS 129, 3
Mors et vita duello
conflixere mirando.
Come Cattolici siamo chiamati a comprendere il senso di quanto, da più di un anno, l’intera umanità è costretta a subire in nome di un’emergenza che – dati ufficiali alla mano – ha causato un numero di morti paragonabile a quello degli anni precedenti. Siamo chiamati a capire, prima ancora che a credere: perché se il Signore ci ha dotati di un’intelligenza, lo ha fatto perché la usiamo per riconoscere e giudicare la realtà che ci circonda. Nell’atto di Fede il battezzato non rinunzia alla propria razionalità in un fideismo acritico, ma accetta ciò che il Signore gli rivela, inchinandosi dinanzi all’autorità di Dio, che non ci inganna e che è la Verità stessa.
La nostra capacità di intus legere gli eventi ci preserva, alla luce della Grazia, dall’incorrere in quella sorta di sconsiderata irrazionalità che viceversa mostrano quanti fino a ieri celebravano la scienza come necessario antidoto alla “superstizione religiosa”, e che oggi celebrano i sedicenti “esperti” come nuovi sacerdoti della pandemia, rinnegando i più elementari principi della medicina. E se per il Cristiano una vera pestilenza è un salutare richiamo alla conversione e alla penitenza per le colpe dei singoli e delle nazioni; per gli adepti della religione sanitaria una sindrome influenzale curabile dovrebbe costituire il grido della Madre Terra violata dall’umanità. Una Natura matrigna, alla quale molti si rivolgono con le parole di Leopardi: Perché non rendi poi quel che prometti allor? di tanto inganni i figli tuoi? Ci accorgiamo che quella crudeltà tribale, quella primitiva forza che vorrebbe sterminarci come un virus del pianeta non risiede nella Natura, di cui il Creatore è mirabile artefice, ma in un’élite asservita all’ideologia globalista, che da un lato vuole imporre la tirannide del Nuovo Ordine Mondiale e dall’altro, per mantenere il potere, remunera generosamente quanti si mettono al suo servizio. I ribelli, i refrattari sono viceversa annientati nei loro averi, privati della libertà, costretti a sottoporsi a tamponi inattendibili e vaccini inefficaci in nome di un bene superiore che essi devono accettare senza possibilità di dissenso o di critica.
Qualche giorno fa una signora, credendo di apparire dotata di senso pratico, diceva che occorre sottostare all’uso della mascherina e del distanziamento sociale non tanto per la loro efficacia, quanto per assecondare i nostri governanti in vista di un allentamento delle misure sinora adottate: «Se mettiamo la mascherina e ci vacciniamo, forse la smetteranno e ci lasceranno tornare a vivere», commentava. Dinanzi a questa osservazione, un anziano signore rispondeva che qualche Ebreo, nella Germania degli anni Trenta, ha forse pensato che portando la stella di Davide cucita sulla giacca avrebbe in qualche modo accontentato i deliri di Hitler, evitando ben peggiori violazioni e risparmiandosi la deportazione. Dinanzi a questa obiezione pacata la sua interlocutrice è rimasta scossa, comprendendo l’inquietante somiglianza tra la dittatura nazista e la follia pandemica dei nostri giorni; tra il modo in cui si è potuta imporre la tirannide a milioni di cittadini facendo leva sulla loro paura, allora come oggi. I quali si sono lasciati persuadere ad obbedire, a non reagire dinanzi alla violazione dei diritti di cittadini tedeschi colpevoli solo di essere Ebrei, a farsi essi stessi delatori dei “criminali” presso l’autorità civile. E mi chiedo: quale differenza sussiste tra la denuncia di un vicino che nasconde una famiglia di Ebrei e la zelante segnalazione di chi riceve conoscenti in violazione di un provvedimento incostituzionale che limita le libertà dei cittadini? Non si trovano entrambi a rispettare la legge, ad osservare le norme, mentre quelle stesse norme conculcano i diritti di una parte della popolazione, criminalizzata ieri su base razziale ed oggi su base sanitaria? Non abbiamo imparato nulla, dagli orrori del passato?
La voce della Chiesa invoca la divina Maestà perché allontani i «flagella tuae iracundiae, quae pro peccatis nostris meremur». Questi flagelli si sono manifestati nel corso della Storia con le guerre, le pestilenze, le carestie; oggi si mostrano con la tirannide del globalismo, capace di far più vittime di un conflitto mondiale e di distruggere le economie nazionali più di un terremoto. Dobbiamo comprendere che se il Signore dovesse permettere ai fautori dell’emergenza Covid di aver successo, sarà certamente per il nostro maggior bene. Perché oggi ci è precluso, quasi fosse una colpa, quel poco che rimaneva nella nostra società di ancora ispirato alla civiltà cristiana e che fino a ieri consideravamo normale e scontato: esercitare le nostre libertà fondamentali, ritrovarci a pregare in chiesa, uscire con gli amici, vederci a cena con i nostri cari, poter aprire la bottega o il ristorante e guadagnare onestamente, andare a scuola o fare un viaggio.
Se questa pseudo-pandemia è un flagello, non è difficile comprendere quali siano le colpe per le quali il Cielo ci punisce: delitti, aborti, omicidi, divorzi, violenze, perversioni, vizi, furti, inganni, truffe, tradimenti, menzogne, profanazioni, crudeltà. Colpe pubbliche e colpe dei singoli. Colpe dei nemici di Dio e colpe dei Suoi amici. Colpe dei laici e colpe dei chierici, della base e dei vertici, dei governati e dei governanti, dei giovani e dei vecchi, degli uomini e delle donne.
Sbaglia chi crede che la violazione dei diritti naturali che stiamo subendo non abbia alcun significato soprannaturale, e che nel renderci complici di quanto avviene la nostra parte di responsabilità sia ininfluente. Gesù Cristo è Signore della Storia, e chi vorrebbe bandire il Principe della Pace dal mondo che Egli ha creato e redento con il Suo preziosissimo Sangue non vuole accettare l’inesorabile sconfitta di Satana, l’eterno perdente. Così, in un delirio che ha tutti i tratti dell’hybris, i suoi servi si muovono come se la vittoria del male fosse ormai certa, mentre in realtà è necessariamente effimera e momentanea. La nemesis che si prepara per costoro ci farà ricordare il popolo d’Israele dopo il passaggio del Mar Rosso, e che nulla avrebbe potuto il Faraone se non fosse stato permesso da Dio.
La Pasqua cristiana, la vera Pasqua di cui quella dell’Antico Testamento fu solo figura, si compie sul Golgota, sul legno benedetto della Croce. Di quel Sacrificio perfetto Cristo fu Altare, Sacerdote e Vittima. L’Agnus Dei, additato dal Precursore sulle rive del Giordano, ha preso su di Sé i peccati del mondo, per offrirsi come vittima umana e divina al Padre, ripristinando nel Suo Sangue l’ordine violato dal nostro Progenitore. È lì, sul Calvario, che si è compiuto il vero Great Reset, grazie al quale il debito inestinguibile dei figli di Adamo è stato cancellato dai meriti infiniti della Passione del Redentore, riscattandoci dalla schiavitù del peccato e della morte.
Senza pentirci delle nostre colpe, senza proposito di emendare la nostra vita e di conformarla alla volontà di Dio, non possiamo sperare che vengano meno le conseguenze dei nostri peccati, che offendono la divina Maestà e possono essere placati solo dalla penitenza. Nostro Signore ci ha mostrato la via regale della Croce: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio perché ne seguiate le orme» (I Pt 2, 21). Prendiamo ciascuno la nostra croce, rinnegando noi stessi e seguendo il divino Maestro. Avviciniamoci alla Santa Pasqua con la consapevolezza di essere sempre sotto lo sguardo del Signore: «Eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime» (I Pt 2, 25). E ricordiamoci che nel dies irae Lo avremo certamente tutti come Giudice, ma che grazie al Battesimo abbiamo meritato il diritto di riconoscerLo come Fratello e Amico.
Al Sommo Giudice chiediamo, con le parole della Sacra Scrittura: «Discerne causam meam de gente non sancta, ab homine iniquo et doloso erue me». Al Padre Misericordioso, che nel Suo divin Figlio ci ha resi eredi della gloria eterna, rivolgiamo con umiltà le parole di Davide: «Amplius lava me ab iniquitate mea, et a peccato meo munda me». Allo Spirito Consolatore chiediamo: «Da virtutis meritum, da salutis exitum, da perenne gaudium».
Se davvero vogliamo che questa cosiddetta pandemia crolli come un castello di carte – come sempre è avvenuto per ben peggiori flagelli, quando il Signore ne ha decretato la fine – ricordiamoci di riconoscere a Lui, e a Lui solo, quella Signoria universale che ad ogni peccato usurpiamo, rifiutandoci di obbedire alla Sua santa Legge e rendendoci così schiavi di Satana. Se vogliamo la pace di Cristo, è Cristo che deve regnare, ed è il Suo regno che dobbiamo volere, ad iniziare da noi stessi, dalla nostra famiglia, dalla nostra cerchia di amici e conoscenti, dalla nostra comunità religiosa. Adveniat regnum tuum. Se viceversa lasceremo che si instauri l’odiosa tirannide del peccato e della ribellione a Cristo, la follia del Covid sarà solo l’inizio dell’inferno in terra.
Prepariamo quindi la Confessione e la Comunione pasquale con questo spirito di riparazione ed espiazione, tanto per i nostri peccati quanto per quelli dei nostri fratelli, degli uomini di Chiesa e dei nostri governanti. Il vero e santo “nuovo rinascimento” al quale dobbiamo aspirare dev’essere la vita della Grazia, l’amicizia di Dio, l’assiduità con la Sua Santissima Madre e con i Santi. Il vero “nulla sarà più come prima” dobbiamo dirlo alzandoci dal confessionale con il proposito di non peccare più, offrendo al Re Eucaristico il nostro cuore come un trono nel quale Egli si compiaccia dimorare, consacrandoGli ogni nostra azione, ogni nostro pensiero, ogni nostro respiro.
Siano questi i nostri voti per la prossima Pasqua di Risurrezione, sotto lo sguardo benigno della Nostra Regina e Signora, Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo9 Marzo 2021
Easter meditation requested to me by CFN https://catholicfamilynews.com/blog/2021/03/22/abp-vigano-meditation-in-preparation-for-easter/
In Germania le Messe di Pasqua saranno solo online
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/no-al-regime-sanitario-ce-uneuropa-che-protesta
RispondiEliminaDA MILANO A HELSINKI
No al regime sanitario, c'è un'Europa che protesta
ATTUALITÀ23-03-2021 Paolo Gulisano
Dall’Italia alla Finlandia, passando per la Germania, continuano un po’ in tutta Europa le manifestazioni, bistrattate dai grandi media, di migliaia di cittadini contro le eccessive restrizioni adottate dai governi nella gestione del Covid-19. Vi si ascoltano testimonianze di medici che stanno affrontando il virus soprattutto con le cure domiciliari e anche di avvocati impegnati a difendere i diritti violati...
https://www.maurizioblondet.it/unicef-i-danni-della-grande-impostura-sullinfanzia/
RispondiEliminaUNICEF: i danni della Grande Impostura sull’infanzia
Maurizio Blondet 22 Marzo 2021
Dati di Unicef sui danni che l’infanzia globalmente ha subìto dai vari lockdown e misure anti covid.
[…] “A un anno dall’inizio della pandemia COVID-19, si è visto un regresso praticamente in ogni area chiave dell’infanzia”, ha affermato Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF. “Il numero di bambini affamati, isolati, maltrattati, ansiosi, che vivono in povertà e costretti a sposarsi è aumentato. Allo stesso tempo, è diminuito il loro accesso all’istruzione, alla socializzazione e ai servizi essenziali, tra cui salute, nutrizione e protezione. I segni che i bambini porteranno le cicatrici della pandemia negli anni a venire sono inconfondibili “...
La vitamina è una sostanza che l'organismo non è in grado di sintetizzare in quantità sufficiente e pertanto deve ottenerlo attraverso l'alimentazione. L'apporto di queste sostanze dice, inscritto nella natura, del bisogno di ricevere ciò che non possiamo darci da soli.
RispondiEliminaIn questo contesto di attenzione semi-idolatrica alla salute (nelle letture odierne della santa Messa troviamo dei forti rimandi al simbolo della farmacia, il legno e il serpente.
Il libro dei Numeri racconta del popolo di Israele, lamentoso del doversi cibare di manna nel deserto, punito da Dio attraverso dei serpenti velenosi. Mosè invoca Dio ed ecco il "farmaco": un serpente di rame da avvolgere attorno a un bastone; il bastone come mediatore che libera dal male. E Gesù in croce impersonifica questa stessa potentissima azione di guarigione.
La vitamina D (Dio) raccoglie nell'iniziale e nell'interazione della pelle con la luce (il sole) delle chiarissime e provvidenziali valenze di guarigione se l'uomo vi si espone. Bisogna guardarla e starci, davanti alla salvezza.
Anche l'esperienza di questa pandemia ci mette a confronto con il voler scegliere ciò che la Provvidenza ha stabilito (alti livelli di vitamina D abbattono la mortalità del temutissimo serpeggiare virale) e dispensa dal Cielo (il sole), piuttosto che cercare sollievo nel ritornare schiavi in Egitto, quasi rimpiangendo Faraone e i suoi metodi.
Potremmo stare bene assumendo Dio e la sua luce e invece pare profilarsi una preferenza nell'accettare l'idolo vaccinale, l'iniezione di mondo, concepita dai poteri mondani.
La Pasqua dice liberazione dal male, tramite la croce, sulla quale viene innalzato Colui che cura i morsi del serpente. La Verità che dissolve le nebbie dell'impostura.
La Vita che ci proietta oltre la paura della morte.
Ci sono delle cure da prendere all'aperto, sul volto, senza coprirlo con le nostre maschere.
C'è la vitamina Dio da assumere largheggiando, andando da Lui, cercando e guardando Lui.
Ci sono le norme di Dio, i comandamenti, che ci proteggono meglio del lock down.
Se davvero vogliamo che questa cosiddetta pandemia crolli come un castello di carte – come sempre è avvenuto per ben peggiori flagelli, quando il Signore ne ha decretato la fine – ricordiamoci di riconoscere a Lui, e a Lui solo, quella Signoria universale che ad ogni peccato usurpiamo, rifiutandoci di obbedire alla Sua santa Legge e rendendoci così schiavi di Satana. Se vogliamo la pace di Cristo, è Cristo che deve regnare, ed è il Suo regno che dobbiamo volere, ad iniziare da noi stessi, dalla nostra famiglia, dalla nostra cerchia di amici e conoscenti, dalla nostra comunità religiosa.
Adveniat regnum tuum.
Se viceversa lasceremo che si instauri l’odiosa tirannide del peccato e della ribellione a Cristo, la follia del Covid sarà solo l’inizio dell’inferno in terra.
Siano questi i nostri voti per la prossima Pasqua di Risurrezione, sotto lo sguardo benigno della Nostra Regina e Signora, Corredentrice e Mediatrice di tutte le Grazie.
tralcio for pope!
RispondiEliminadal momento che il "pope" o chi per lui dice tutt'altro. Comunque la chiesa cattolica ufficiale dopo il cv2.
Il Signore evidentemente ha istituito la Chiesa e anche le stampelle per la bisogna.
Dal Vangelo secondo Giovanni (8,21-30)
RispondiEliminaIn quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Il Magistero di Benedetto XVI
Santa Messa in suffragio di cardinali e vescovi defunti, 4 novembre 2010
Il Figlio dell’uomo deve essere innalzato sul legno della Croce perché chi crede in Lui abbia la vita. San Giovanni vede proprio nel mistero della Croce il momento in cui si rivela la gloria regale di Gesù, la gloria di un amore che si dona interamente nella passione e morte. Così la Croce, paradossalmente, da segno di condanna, di morte, di fallimento, diventa segno di redenzione, di vita, di vittoria, in cui, con sguardo di fede, si possono scorgere i frutti della salvezza [...] Dio si è avvicinato all’uomo nell’amore, fino al dono totale, a varcare la soglia della nostra ultima solitudine, calandosi nell’abisso del nostro estremo abbandono, oltrepassando la porta della morte. L’oggetto e il beneficiario dell’amore divino è il mondo, cioè l’umanità. E’ una parola che cancella completamente l’idea di un Dio lontano ed estraneo al cammino dell’uomo, e svela, piuttosto, il suo vero volto: Egli ci ha donato il suo Figlio per amore, per essere il Dio vicino, per farci sentire la sua presenza, per venirci incontro e portarci nel suo amore, in modo che tutta la vita sia animata da questo amore divino. Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e donare la vita. Dio non spadroneggia, ma ama senza misura. Non manifesta la sua onnipotenza nel castigo, ma nella misericordia e nel perdono. Capire tutto questo significa entrare nel mistero della salvezza: Gesù è venuto per salvare e non per condannare; con il Sacrificio della Croce egli rivela il volto di amore di Dio. E proprio per la fede nell’amore sovrabbondante donatoci in Cristo Gesù, noi sappiamo che anche la più piccola forza di amore è più grande della massima forza distruttrice e può trasformare il mondo, e per questa stessa fede noi possiamo avere una “speranza affidabile”, quella nella vita eterna e nella risurrezione della carne.
la più piccola forza di amore è più grande della massima forza distruttrice e può trasformare il mondo
RispondiEliminaSolo se unita alla passione e morte del Signore, qualunque " più piccola forza di amore" diventa partecipe della Sua Risurrezione. Perché solo nella risposta alla divina volontà, rinnovata nella fedeltà, riceve lo Spirito del Risorto. Ed è lo Spirito del Signore Risorto che trasforma, non un qualunque anelito amoroso che può essere sentimentalismo...
Se è una citazione decontestualizzata, bisognerebbe vedere anche il seguito e non fermarsi qui....
Inoltre il brano nomina la Redenzione che scaturisce dalla Croce ma, come rilevato in altri casi, non parla di offerta sacrificale in senso espiatorio per ripristinare la giustizia violata dalla disobbedienza originale... Si tratta certamente di un immenso atto di amore ma anche e soprattutto di obbedienza riparatoria fino a pagarne le estreme conseguenze....
Lo dico e lo ripeto per chi si accontenta di una lettura sommaria di parole che risultano edificanti e consolatoriae ma celano la verità tutta intera...
In corollario al commento di mic sulla moda odierna di amore a gogò mi è stato riferito stamane che: con le coppie di fidanzati nei banchi loro riservati 2 per banco, ci stavano due bei maschietti pure, ed uno di essi ha ricevuto pure la comunione.Riceveranno pure il matrimonio? TANTO si sa che Sodoma e Gomorra son state distrutte per mancata ospitalità!Di chi poi sia stata la mancata ospitalità non mi è chiaro dato che Lot ci viveva tranquillamente e gli angeli li volevano talmente accogliere da volerli portare nei loro letti. Io non ne posso più di tali novità di parrocchia.
RispondiEliminaPersona: Voglio fare "X".
RispondiEliminaChiesa Cattolica: Sei libero di farlo.
P.: Ma pensi che "X" sia sbagliato.
C.C.: Sì.
P.: Perché vuoi controllarmi?
C.C.: No. Sei libero di fare quello che vuoi.
P.: Ma pensi che "X" sia sbagliato?
C.C.: Sì. Ma solo perché voglio il tuo massimo bene.
P.: Ma voglio fare "X".
C.C.: Sei libero di farlo.
P.: Ma voglio che tu dica che "X" è buono.
C.C.: Non posso dirlo.
P.: Perché mi odi?
Ma la vera Chiesa dice:" Non fare X se vuoi vivere", e non "Sei libero di fare X", perché il peccato va condannato e proibito e mai autorizzato, neanche implicitamente.