Nella nostra traduzione da pillarcatholic.com. Una situazione grave di renitenza, ma soprattutto di diluizione della dottrina attraverso una pastorale di comodo, che purtroppo non è limitata al caso di specie.
Gomez, e altri vescovi, hanno evidenziato la “confusione” che la situazione di Biden potrebbe causare quando un giorno egli abroga la Politica di Città del Messico (blocco dei fondi alle istituzioni che praticano e fanno consulenza per l’aborto) e il giorno dopo si presenta a ricevere la Comunione.
Secondo l’insegnamento costante della Chiesa, i politici cattolici che si fanno persistenti promotori della causa dell’aborto sono in stato di peccato grave. Altrettanto chiaramente stabilito è il requisito canonico che sia negata la Comunione eucaristica ai cattolici in pubblico e ostinato stato di peccato grave.
Lo stesso vescovo di Washington (diocesi di competenza), il cardinale Wilton Gregory, ha dichiarato di non voler applicare tale disciplina a Biden, ribadendo più volte che equivarrebbe a mettere “una pistola sul tavolo” nei suoi rapporti con il presidente (renderebbe conflittuali i loro rapporti). Gregory non è affatto l’unico vescovo a preoccuparsi di “brandire” la Comunione come strumento di una campagna politica ed è certamente vero che i sacramenti non sono né randelli da brandire, né premi per i perfetti.
Ma è altrettanto vero che i sacramenti sono i tesori più importanti e vitali che la Chiesa amministra, e non vanno trattati con leggerezza. Il Catechismo e il diritto canonico non insistono sul rifiuto della Comunione ai cattolici in pubblico stato di peccato grave come pena, legalmente parlando, ma come misura pastorale, poiché, secondo il Catechismo, fare la Comunione in tale stato reca grave danno spirituale alla persona.
Un vescovo non è certo invidiabile per le inevitabili critiche che dovrebbe affrontare negando il sacramento a un presidente in carica, e sarebbe certamente accusato di “politicizzare” la Comunione. Ma vero è che, rifiutando di applicare le chiare istruzioni della Chiesa, di fatto si politicizza la Comunione: vengono messi da parte l’insegnamento del Catechismo, la disciplina del diritto canonico e la priorità pastorale di impedire che un cattolico si faccia un grave danno spirituale a causa di preoccupazioni esplicitamente politiche.
Non c’è “confusione” su ciò che insegna la Chiesa, o su ciò che crede Biden. Il presidente stesso l’ha detto in modo perfettamente chiaro durante un dibattito del 2012 : “Accetto la posizione della mia Chiesa sull’aborto come ciò che chiamiamo “dottrina de fide””. “La vita inizia al concepimento, questo è il giudizio della Chiesa e lo accetto nella mia vita personale. Ma… mi rifiuto di imporlo agli altri”.
L’unica confusione che viene causata è l’inazione collettiva dei vescovi. Cosa dovrebbero fare i cattolici in presenza del pubblico esempio di Biden, e in assenza di risposta collettiva dei loro pastori?
Cos'è che non torna? Lo stato oggettivo di peccato grave della posizione di Biden sull’aborto o la priorità che i vescovi dichiarano questione preminente?
O è il bene spirituale di Biden che i suoi pastori hanno spostato in secondo piano, contenti di vederlo “colpevole di profanare il corpo e il sangue del Signore” e “mangiare e bere la sua condanna” (1Cor 11, 27-29), come dice il catechismo, piuttosto che rischiare di alienarsi la sua amministrazione?
Comunque stiano le cose, il messaggio attuale che i vescovi stanno inviando è scritto su The Atlantic di questa settimana: qualunque cosa possano dire sul corpo e sul sangue di Cristo, in fondo, la Comunione è davvero solo un simbolo per i cattolici. Questo è ciò che cattolici e non cattolici stanno già recependo dalla situazione, ed è una testimonianza contro il sacramento di cui qualcuno alla fine dovrà render conto.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
Quella di Biden è pura DEMENZA TEOLOGICA!
RispondiEliminaNon vuole imporre a nessuno il rispetto della vita umana?
E con quale diritto vuole imporre la morte agli innocenti su richiesta delle "madri"?
A "ragionare" come lui potrebbe essere autorizzato QUALSIASI abominio: ad esempio un politico "cattolico" come Biden potrebbe dire: IO SONO CONTRARIO ALLA PEDOFILIA E NON LA PRATICO MA... MI RIFIUTO DI IMPORRE AGLI ALTRI UN TALE DIVIETO!".
L'indifferenza verso la blasfemia è la più chiara cartina di tornasole dell'indifferenza religiosa. Chi crede a Dio, chi crede a Cristo, chi è religioso, non può rimanere indifferente di fronte alla deliberata offesa dei simboli della propria fede. Al contrario, chi non ci crede non si sente ovviamente chiamato in causa.
RispondiEliminaIl fatto che nessun vescovo abbia sentito il bisogno di intervenire contro il sistematico vilipendio di simboli religiosi, tollerato e anzi organizzato in questi giorni dalla televisione pubblica, dimostra molto chiaramente che la stragrande maggioranza dell'episcopato cattolico - forse la sua totalità- non crede più in Dio. Non si indigna, non si offende, non protesta, perchè non ci crede. E' completamente indifferente. Che offendano Cristo o la Madonna, ai vescovi non fa problema. Questo è ateismo mascherato. La prova provata di ciò che già sapevamo.
Se una parte del clero è passata direttamente dall'altra parte, al servizio di tenebrosi, inferi poteri, il grosso del corpaccione molle dell'episcopato cattolico è semplicemente del tutto indifferente. Come quei tiepidi (ma definire gli attuali vescovi "tiepidi" è quasi fargli un complimento) che, secondo l'Apocalisse, saranno vominati dalla bocca di Dio.
MARTIROLOGIO ROMANO SECONDO IL CALENDARIO DEL VETUS ORDO
RispondiEliminaCONOSCIAMO IL SANTO DEL GIORNO: S. TOMMASO D’AQUINO, CONFESSORE E DOTTORE DELLA CHIESA
Oggi 07 marzo 2021, III Domenica di Quaresima, si festeggia nel Monastero di Fossanóva, presso Terracina, nella Campania, san Tommaso d'Aquino, Confessore e Dottore della Chiesa, dell'Ordine dei Predicatori, assai illustre per la nobiltà del sangue, per la santità della vita e per la scienza della Teologia, dal Papa Leone decimoterzo dichiarato celeste Patrono di tutte le Scuole cattoliche.
Un astro di luce particolare e inestinguibile brilla nel cielo del secolo XIII; luce che attraversa i secoli, che illumina le menti: l'Angelico Dottore S. Tommaso.
Nacque ad Aquino nell'anno 1227 dal conte Landolfo e dalla contessa Teodora, parente di Federico Barbarossa, signori fra i più illustri di quei tempi.
Educato cristianamente fin dalla più tenera età, diede molti segni della sua futura scienza e grandezza.
A cinque anni fu affidato per l'educazione ai monaci benedettini di Montecassino. Vi rimase fino ai quattordici anni, fino a quando cioè i torbidi politici non decisero i genitori a riprenderlo entro le mura del proprio castello. Più tardi fu mandato all'Università di Napoli, ove, sebbene assai giovane, manifestò il suo potente ingegno, acquistandosi fama presso i condiscepoli e stima presso i maestri. Già si concepivano su di lui le più lusinghiere speranze, già i conti d'Aquino ed altri vedevano in lui il futuro campione del foro napoletano o romano, quando egli di colpo fece crollare tutti questi sogni, annunciando la sua decisione di entrare nell'Ordine di S. Domenico.
Da Napoli, per timore della famiglia che gli si opponeva decisamente, fu mandato a Parigi, ma nel viaggio, raggiunto dai fratelli, venne arrestato e ricondotto nel castello paterno di S. Giovanni a Roccasecca. Rimase prigioniero per circa un anno, vincendo tutte le difficoltà e le lusinghe. Per il suo angelico candore ed in premio della sua fortezza contro una grave tentazione, meritò d'essere cinto del cingolo di purezza da due Angeli, così che dopo d'allora mai più ebbe a subire tentazioni contro la bella virtù.
Aiutato dalle sorelle riuscì a fuggire, e tosto rientrò nel convento da cui era stato strappato. All'Università di Parigi studiò filosofia e teologia sotto il celeberrimo S. Alberto Magno e a 25 anni cominciò con somma lode a interpretare filosofi e teologi. Passò indi col suo maestro a Colonia, e qui ricevette la sacra ordinazione. Ritornato a Parigi come insegnante universitario sostenne lotte coi maestri secolari. Chiamato poi alla Corte Pontificia in qualità di teologo della curia romana vi rimase qualche anno, poi tornò a Parigi. È questo il tempo più fecondo del suo insegnamento. Da Parigi entrò in Italia e fu inviato da Gregorio X al Concilio di Lione. Ma nel viaggio mori a Fossanova, il 7 marzo 1274.
Raccolse, sistemò ed espose tutto lo scibile antico, e segnò le vie alle scienze nuove, tanto che non si esita a chiamarlo uno dei più grandi ingegni dell'umanità.
Mirabili ed eccelse furono le sue virtù. Tale e tanta fu la sua umiltà che ricusò l'arcivescovado di Napoli ripetutamente offertogli dal Sommo Pontefice. Il suo confessore ebbe a dire: « Fra Tommaso a 50 anni aveva il candore e la semplicità di un bambino di cinque anni ».
Doctor angelice sancte Thoma, theologorum princeps et philosophorum norma
RispondiEliminaAndrea Sandri:
RispondiEliminaContro entusiasti e apocalittici.
«La Chiesa è sconvolta per sempre» (Massimo Viglione)
Sed contra:
Secundo apparet firmitas domus, si conquassata non potest destrui. Ecclesia autem nunquam potest destrui:
-nec a persecutoribus; immo persecutionibus durantibus magis crevit, et qui eam persequebantur, et quos ipsa persequebatur, deficiebant: Matth. XXI: 'Qui ceciderit súper lapidem istum, confringetur; super quem vero ceciderit, conteret eum';
- nec ab erroribus; immo quanto magis errores supervenerunt, tanta magis veritas manifestata est: II Tim., 8: 'Homines corrupti mente, reprobi circa fidem; sed ultra non proficient';
- nec a tentationibus demonum: Ecclesia enim est sicut turris, ad quam fugit quicumque pugnat contra diabolum: Prov. XVIII, 10: 'Turris fortissima nomen domini'. Et ideo diabolus principaliter conatur ad destructionem eius; sed non praevalet, quia Dominus dixit Matth. XVI, 18: 'Et portae inferi non praevalebunt adversus eam'; quasi dicat: bellabunt adversus te, sed non praevalebunt.
Et inde est quid sola Ecclesia Petri (in cuius parte venit tota Italia dum discipuli mitterentur ad praedicationem) semper fuit firma in fide: et cum in aliis partibus vel nulla fides sit, vel sit commixta multis erroribus, Ecclesia tamen Petri et fide viget, et ab erroribus munda est. Nec mirum: quia Dominus dixit Petro, Luc. XXII, 32: "Ego rogavi pro te, Petre, ut non deficiat fides tua"
- Saint Thomas d'Aquin, Le Credo, Introduction, traduction et notes par un moine de Fontgombault, Collecion Docteur Commun, Nouvelles Éditions Latines, Paris 1969, pp. pp. 263.
Cristina Siccardi:
RispondiEliminaIl Sensus fidei è un dono che riceve il battezzato, rendendo il figlio di Dio capace di essere cosciente della Fede che è stata trasmessa di generazione in generazione nella Chiesa con i suoi patriarcali – secondo l’ordine divino (che bellezza!) – pastori e proprio grazie a questa grazia dello Spirito Santo è in grado di avvertire quando i principi dottrinali vengono minacciati, perciò, quando vediamo, per esempio, che il Papa dà ascolto alle pretese femministe il Sensus fidei di molti battezzati e battezzate entra in allarme. Ma il patrono della Chiesa, come sempre, non verrà meno agli orfani oranti.
https://www.corrispondenzaromana.it/san-giuseppe-il-modernismo-e-il-sensus-fidei-del-popolo-di-dio/
L'OPERA DI DIO
RispondiElimina"«Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». [...] Ma egli parlava del tempio del suo corpo."
«Distruggete la mia Chiesa e io in tre giorni la farò risorgere».
Nulla può il peccato contro l'opera di Dio.
Dire quanto dice Biden " non è lecito davanti a Dio (la Chiesa vera è vicaria di Dio) ma se qualcuno che non crede in Dio lo vuole fare io lo autorizzo" equivale ad insultare Dio.Dio non vuole ma io sì.. E non come privato cittadino lo dice ma come capo di una unione di stati(perlomeno in apparenza perchè si dice che la realtà sia più complessa).Quindi i Vescovi che hanno paura della persecuzione peccano gravemente" i tiepidi( tra cui i vili accidiosi) li vomito dalla Mia bocca" dice lo Spirito alle chiese in Apocalisse.Con Pastori di tal fatta siam giunti ad accettare un Bergoglio come Vicario di Dio mentre lo combatte a spada tratta.
RispondiEliminaLA POTENZA DELL'EUCARISTIA
RispondiEliminaRicordo la storia di un giovane prete. Mi telefonò, pieno di ansia e di paura: aveva appena saputo di avere un cancro alle corde vocali, che dovevano asportagli tra due settimane. Voleva confidarmi la sua disperazione. Era stato ordinato sei anni prima. Mentre pregavo con lui, sentii che il Signore desiderava che gli parlassi dell’Eucaristia. “Padre” dissi, “io posso pregare con lei adesso al telefono, e lo farò, ma questa mattina lei non ha incontrato forse Gesù? Non lo incontra ogni giorno?”. Non sapevo che quel prete non celebrava la Messa quotidianamente. “Padre”, continuai, “proprio ogni giorno, quando dice la Messa, quando prende l’ostia santa e la mangia, lei s’incontra con Gesù. Alla donna del Vangelo bastò toccare l’orlo del mantello di Gesù, ma lei tocca Gesù stesso e lo riceve nel suo corpo. Si ciba di Lui. Si rende conto che Gesù stesso passa proprio attraverso la sua gola? Non c’è nessuno meglio di Gesù a cui rivolgersi. Chieda lei stesso a Gesù di guarirla”.
Lo sentii piangere al telefono. Continuava a ripetere: “Oh sorella grazie! Grazie!” tre settimane dopo entrò in ospedale per l’intervento. Inseguito mi telefonò per dirmi che non era stato operato. I medici avevano constatato che il cancro era scomparso e che le corde vocali erano nuove di zecca. Non ho mai saputo il suo nome, ma circa una anno dopo, mi parlò di lui un suo amico. Prima della malattia quel giovane prete aveva smesso di celebrare quotidianamente e celebrava la Messa solo la domenica; aveva un idea assolutamente superficiale della Messa. Dio si era servito dell’esperienza del cancro per trasformare la sua vita. Quel sacerdote guarì completamente, e non solo alle corde vocali. L’Eucaristia diventò il centro della sua esistenza, un momento di incontro con Gesù vivente come la donna del pozzo, nel capitolo quarto di Giovanni. Incominciò a incontrarsi con Gesù al più grande dei pozzi, dove chi beve non ha più sete. Sì, i miracoli accadono davvero.
(Sr. Brige McKenna, I miracoli accadono davvero, 91-92)
IL REALISMO CRISTIANO DI SAN TOMMASO D'AQUINO CONTRO L'IDEALISMO ANTIREALISTA DEL MONDO MODERNO
RispondiElimina"La filosofia di san Tommaso è rifiutata e profondamente criticata da quella contemporanea per un semplice motivo: perché è realista. Perciò un grande tomista contemporaneo come Marcel de Corte (1905-1994) ha scritto: “L’idealismo antirealista, di cui muore l’intelligenza moderna, è senza dubbio il più grande peccato dello spirito.(…) ‘Eritis sicut dii’ è il motto di queste filosofie sataniche. (…) lo scopo ultimo della filosofia postmoderna non è di costruire l’uomo, ma di dissolverlo. (…). In questo nostro tempo e strano mondo, dire che il bianco è bianco, e che il nero è nero, è un atto che suscita la disapprovazione, se non l’ira, dei nostri contemporanei, e che pone l’autore al bando della società…impossibile ottenere l’attenzione degli uomini del nostro tempo, se non si volta la schiena al vero, al bello, al buono.”"
San Tommaso d'Aquino
RispondiElimina"Come si riconosce un falso profeta? Egli manterrà comunque un certo tipo di pietà e di culto, modificherà il culto affinché concentri l'attenzione su di lui anziché su Dio. Inoltre ostenterà un certo atteggiamento di povertà e di misericordia, sarà apparentemente buono ma implacabile nel colpire i suoi avversari ".
Non ho idea quanti siano i cattolici italiani e quanti i sedicenti. Proprio non so. Non lo voglio sapere. Dal punto di vista spirituale siamo come quelle città bombardate a tappeto durante la fine della II guerra mondiale. Rovine su rovine e non un'anima viva.
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