In virtù dell’esempio, digiuniamo quaranta giorni perché Cristo, Mosè ed Elia tanto digiunarono, prima della Legge, sotto la Legge, dopo la Legge. Cioè all’inizio della Legge, durante la Legge, e alla fine della Legge. Prima della Legge digiunò Mosè, che per ricevere la legge salì sul monde e là rimase col Signore quaranta giorni, non mangiando pane, né bevendo acqua (Exod. XXXVI). Sotto la Legge digiunò Elia, il quale sostentato da un solo pane camminò quaranta giorni per il deserto fino al monte di Dio, l’Oreb (III Reg. XIX). Dopo la Legge digiunò Cristo, che subito dopo il battesimo fu portato dallo Spirito nel deserto e lì digiunò quaranta giorni e quaranta notti, dopo di che ebbe fame (Matth. IV). Per questo ai discepoli apparvero Mosè ed Elia a colloquio con Cristo durante la Trasfigurazione.
Il numero quaranta è infatti un numero santo nelle Scritture. Infatti per quaranta giorni e quaranta notti Dio durante diluvio fece piovere le acque dell’abisso (Gen. VII). Per quaranta giorni gli inviati di Mosè esplorarono la terra promessa ad Israele (Num. XIII). Per quarant’anni Israele fu nutrito nel deserto col pane degli Angeli (Exod. XVI). Per lo spazio di quaranta giorni, Giona profetizzò la distruzione di Ninive (Jon. III). Quaranta giorni rimase sulla terra Cristo dopo la resurrezione (Act. I). In questo tempo più che in un altro digiuniamo, perché come l’esempio imita l’esemplare, così il digiuno dei Cristiani segue il digiuno di Cristo. E come in questo tempo l’abbondanza degli umori rilassa le membra rispetto al male, così per l’astinenza dai cibi le membra siano sciolte per fare il bene. E come in questo tempo Adamo per aver mangiato il cibo proibito discese nella morte, così per l’astinenza dal cibo che pure è lecito, il Cristiano ascenda alla vita perché patiamo unitamente al Cristo paziente (II Tim. 1). Perché se vogliamo regnare con Cristo dobbiamo anche associarci ai suoi patimenti. Sebbene “le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi” (Rom. VIII), mondati grazia all’astinenza, più puri che mai accostiamoci all’Eucaristia, che “chi mangia indegnamente, mangia e beve la sua propria condanna, non riconoscendo il Corpo del Signore” (I Cor. XI).
Per precetto invero digiuniamo quaranta giorni, perché Dio nella legge ha comandato che di ogni cosa venga devoluta la decima parte, precetto che pure si estende al tempo. È composto infatti l’anno solare 365 giorni e un quadrante; la decima di ciò è trentasei giorni e mezza, più un decimo di quadrante. Perché sia completato il numero di quaranta giorni, si aggiunge la decima della decima, che per precetto della legge i leviti minori rendevano al sommo sacerdote (Exod. XXII). Anche la Chiesa nel versare a Cristo, Pontefice dei beni futuri e Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech (Heb. V, Psal. CIX), la decima del tempo, prende dai trentacinque giorni tre giorni come decima della decima, e un mezzo per completare il numero di quaranta. E poiché non restava altro ancora da dare come decima, se non un giorno e un quadrante, e la decima parte del quadrante, allora spostò con la messa il digiuno fino alla notte nel Sabato Santo di Pasqua, conforme quanto si dice nella Colletta: “Dio, che in questa sacratissima notte, etc”.
Anche a motivo del mistero (del numero) digiuniamo quaranta giorni. Il numero quadragenario è infatti un numero sovrabbondante e dall’aggregazione delle sue parti si sale al numero quinquagenario. Queste sue parti aggregate sono sette: il vigenario, il denario, l’ottonario, il quinario, il quaternario, il binario, e l’unità; le quali aggregante danno il quinquagenario. Quest’ultimo significa la quieta e la remissione dei peccati, a motivo del giubileo dei cinquant’anni in cui si rimettevano i debiti e tutto era pacificato (Levit. XXV). Digiuniamo dunque quaranta giorni, volendo con ciò significare, che come con le parti aggregate del numero quaranta si ottiene il numero cinquanta, così il digiuno di quaranta giorni conduce alla quiete e al perdono eterni.
(Innocenzo III, Sermo XI. In die Cinerum seu in capite jejunii. PL 217, 362-363)A cura di Giuliano Zoroddu - Fonte
E cosa sarebbe un numero sovrabbondante???
RispondiEliminaSantuario Madonna dei Boschi
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=4hmU4ARJyQQ&t=5s
Via Crucis con Meditazioni scritte da Don Dolindo Ruotolo, lette e animate dalla comunità dei frati francescani dell'Immacolata del Santuario Madonna dei Boschi di Monghidoro (Bo), con immagini della Via Crucis dipinta da Giandomenico Tiepolo, per la chiesa di San Polo a Venezia.
una bella conferenza quaresimale, vero catechismo cattolico doc ( mons. Viganò, prof. Franceaco Lamendola: due giganti nella vera fede cattolica!) :
RispondiEliminahttp://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/video-di-francesco-lamendola/9957-fratelli-tutti-nella-piana-di-ur
(ma come assomiglia a Stanlio, talvolta, il nostro Bergoglio : la stessa espressione di disorientamento totale, di totale estraneità dalla realtà, di cui faceva finta di non capire un'acca, il bravissimo Stan laurel, un comico che ha attraversato, ineguagliato, decenni e generazioni di ammiratori, insieme al suo grande amico e compagno Oliver Hardy, il simpaticissimo Ollio)
Sfogo che ci ha inviato in privato un padre insegnante, dopo l'ennesima presa in giro delle scuole luogo di contagio:
RispondiElimina" Io vi disprezzo.
Voi politicanti da quattro soldi, traditori della patria, banderuole al vento del potere;
voi virologi televisivi prezzolati, seminatori di paura;
voi prostitute del giornalismo, grancasse del padrone unico della menzogna, arricchiti dall'ipocondria che avete indotto nelle menti deboli;
voi intellettuali organici, come i rifiuti, che disprezzate e deridete, che predicate l'accoglienza e vi adoperate per la distruzione.
Tutti voi che giocate con le nostre vite, voi che aprite, chiudete, permettete, limitate, che intristite i nostri bambini, che deprimete i nostri vecchi, che incenerite i nostri morti, che progettate un mondo disumano.
Pagherete un giorno per ogni sorriso nascosto ai nostri figli, per ogni minuto di gioco rubato, per ogni esultanza vietata per decreto, per ogni suono musicale zittito, per ogni attività fallita, per ogni sogno mortificato, per ogni incontro non avvenuto, per ogni amicizia limitata, per ogni cura rimandata, per ogni scuola chiusa, per ogni nonno abbandonato, per ogni speranza infranta sugli aspri scogli della vostra malvagità.
Pagherete per tutto, in questa vita o nell'altra."
La gola - peccato ritenuto tra i meno importanti - appesantisce non solo il corpo, ma anche il cuore, fino ad allontanarlo dai beni spirituali, e toglie all'uomo il vero piacere del cibo.
RispondiEliminaForse, la Quaresima è il momento giusto per rifletterci.
vox italia tv
RispondiEliminaSolange Hutter: "Ho preferito dimettermi anziché imporre ai ragazzi distanziamento e mascherina"
https://www.maurizioblondet.it/la-pazienza-di-dio-ha-un-limite/
RispondiEliminaLa pazienza di Dio ha un limite
Maurizio Blondet 5 Marzo 2021
Non dobbiamo mai stancare la Divina Pazienza, che a differenza della sua misericordia, a quanto pare non è infinita. Omelia Venerdì 5 Marzo 2021
Regno Unito:
Da quando sono iniziate le vaccinazioni, i decessi delle case di cura sono aumentati del 240%
A CURA DI THE DAILY EXPOSE IN DATA 25 FEBBRAIO 2021 • ( 6 COMMENTI )
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Il lancio miracoloso del “vaccino” Covid è iniziato l’8 dicembre 2020, dando la priorità ai residenti e al personale delle case di cura. Il 27 gennaio il governo del Regno Unito ha annunciato che il 95% di tutti i residenti in una casa di cura era stato vaccinato, con Matt Hancock che ha annunciato su Twitter che oltre l’80% degli ultraottantenni aveva ricevuto almeno una dose di Pfizer o Oxford....
RispondiEliminaLa gola si imparenta alla lussuria. Però, contro il politicamente corretto che ce la vuole togliere del tutto, viva la gola, perbacco!
Oggi, con l'imporci una vita ecoamichevole e istericamente nonché asininamente rispettosa degli animali, ci vogliono privare della carne e alla fine di tutto il resto, insomma impedirci un domani di fare anche un bel pranzetto come si deve, una volta ogni tanto.
Questa falsa virtù che ci si vuole imporre viene comandata da chi? da élites che professano tutti i vizi e stanno sterminando i popoli con l'abortismo, l'omosessualismo, il transgenderismo, l'accoglienza selvaggia indiscriminata...Vogliono salvare la natura cominciando col far sparire la popolazione bianca dalla faccia della terra.
Contro quest'ipocrisia del falso salvataggio della natura sulla nostra bianca pelle rivendichiamo il nostro diritto alla buona tavola, alle braciole e alle bistecche succulente, innaffiate dal buon vino. Il tutto da godersi certo con moderazione, senza farsene una ragione di vita. Ma vita piena e sanguigna, questa la rivendichiamo.
Comprese le cenette con la propria moglie, preparate dalle sue belle mani, in dove che poi si faceva all'amore con gran diletto reciproco....E se uno non era sposato, con l'amante..
E se qualcuno si scandalizza, di quello che ho detto, è solo un poveretto, che ha già piegato il collo alle mezze seghe sodomitiche e alle virago da periferia che ci sgovernano da troppo tempo ormai.
https://www.lanuovabq.it/it/abbandoni-da-covid-cosi-papa-e-morto-in-pochi-giorni
RispondiEliminaAbbandoni da Covid: «Così papà è morto in pochi giorni»
ATTUALITÀ06-03-2021 Andrea Zambrano
Una storia di abbandono terapeutico, che mostra come sia urgente rivedere le linee guida sulle cure precoci. Como: l'80enne Mario Marcon lasciato per una settimana in vigile attesa senza essere visitato nonostante i primi sintomi, poi la terapia insufficiente con l'ossigeno. Il racconto della figlia ai Venerdì della Bussola: «Ritardi nella diagnosi, difficoltà di comunicazione col medico e errori nella fornitura delle bombole. È morto in ospedale. Non ci hanno nemmeno mostrato la salma».
Il mese di marzo è dedicato a San Giuseppe, sposo castissimo di Maria.
RispondiEliminaSACRO MANTO IN ONORE SAN GIUSEPPE
6 marzo
O Eterno Padre Divino, per i meriti di Gesù e di Maria, degnati di accordarmi la grazia che imploro. Nei Nomi di Gesù e di Maria, mi prostro riverente alla tua presenza divina e Ti prego devotamente di voler accettare la mia ferma decisione di perseverare nella schiera di coloro che vivono sotto la prote-zione di San Giuseppe. Benedici dunque il prezioso Manto che oggi dedico a lui quale pegno della mia devozione. 3 Gloria al Padre
GIACULATORIA O San Giuseppe, difendi la Santa Chiesa da ogni avversità e stendi su ciascuno di noi il tuo patrocinio.
“Diversamente da Gerusalemme, ove in segno di penitenza e di lutto, durante la settimana quaresimale non si celebrava il divin Sacrificio, Roma non considerò come aliturgici che i soli due ultimi giorni di quaresima; tutti gli altri avevano i loro riti particolari, le loro processioni, i propri canti, cosicché, in armonia col carattere delle anafore eucaristiche latine, sembra che gli Occidentali, e Roma soprattutto, collo splendore della liturgia quaresimale abbiano voluto ubbidire fedelmente al comando del Salvatore, che ci esorta a dissimulare con modi festevoli il rigore della nostra penitenza.”
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