Oggi - mentre nell'antico Santorale è per domani 30 aprile - si fa memoria di Santa Caterina da Siena, la figlia di San Domenico che si sforzò di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio e di rendersi conforme a Cristo crocifisso lottando con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del Romano Pontefice a Roma e per il ripristino dell'unità della Chiesa.
Rammentavamo in articoli precedenti le parole di Pio XII [qui] nel suo Discorso sui Patroni d'Italia (Caterina e Francesco), facendo anche risuonare dalla profondità dei secoli il grido di santa Caterina rivolto a vescovi e cardinali che assistono in silenzio allo scempio delle anime che viene perpetrato oggi col loro silenzio complice [qui].
Per onorarla e chiedere la sua intercessione, nonché per la nostra edificazione poiché nelle parole dei Santi risplendono le verità eterne, oggi vi propongo un brano tratto dai suoi scritti:
O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l’unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell’Unigenito Figlio! Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.Io ho gustato e veduto con la luce dell’intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti.Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore e io creatura; e ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura.O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell’anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità. Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d’amore ti sei dato agli uomini. – [Santa Caterina da Siena – Dal «Dialogo della Divina Provvidenza» (Cap. 167, Ringraziamento alla Trinità)]
“Esci dalla quiete della contemplazione, e sii instancabile testimone della mia verità!”.
RispondiEliminaSanta Caterina da Siena, prega per noi, prega per l’Italia.
«Qual è la natura mia? È fuoco».
RispondiEliminaNel fuoco bolliva il suo sangue. La parola "sangue" torna infatti innumerevoli volte a ripetersi nei discorsi e negli scritti della Senese.
Pensare a Caterina, meditare sul miracolo della sua vita significa tuffarsi realmente tra vampe d'incendio e odore e bollore di sangue: sono le vampe inestinguibili della fede.
È il sangue del Sacrificio di Cristo, che attraverso le vene della Santa si rinnova con getto perenne nelle vene dell'umanità.
(A.NEGRI, Santa Caterina da Siena)
O Caterina santa, giglio di verginità e rosa di carità che ornasti il giardino domenicano, eroina di cristiano zelo che fosti eletta al pari di Francesco singolare Patrona d’Italia, a te noi fiduciosi ricorriamo, invocando la tua potente protezione sopra di noi e sopra tutta la Chiesa di Cristo, tuo diletto, nel cui Cuore bevesti inesauribile fonte di ogni grazia e di ogni pace per te e per il mondo.
RispondiEliminaDa quel Cuore divino tu derivasti l’acqua viva di virtù e concordia nelle famiglie, di onesto tratto nella gioventù, di riunione fra i popoli discordi, di rinnovazione del costume pubblico e dell’amore fraterno, compassionevole e benefico verso gl’infelici e i sofferenti, e insegnasti con l’esempio tuo a congiungere l’unione di Cristo con l’amore di patria.
Se ami l’Italia e il popolo a te affidato, se la pietà verso di noi ti muove, se ti è cara la tomba in cui Roma venera e onora la tua spoglia verginale, allora, rivolgi benigna il tuo sguardo e il tuo favore sulla nostra pena e sulla nostra preghiera e compi i nostri voti.
Difendi, soccorri e conforta la tua patria e il mondo. Sotto il tuo presidio e tutela siano i figli e le figlie d’Italia, i nostri cuori e le anime nostre, i nostri travagli e le nostre speranze, la nostra fede e il nostro amore: quell’amore e quella fede che furono la tua vita e ti fecero immagine di Cristo crocifisso nello zelo intrepido per la sposa di Lui, la santa Chiesa.
O eroica e santa messaggera di unione e di pace per la Chiesa di Cristo, che restituisci al seggio apostolico romano nel suo splendore di autorità e di magistero il Successore di Pietro, proteggilo e consolalo nella sua paterna universale sollecitudine, nei suoi affanni e nei suoi consigli per la salvezza e la pace dei popoli; e ravviva, conserva e accresci in noi e in tutti i fedeli cristiani, o celeste Patrona, l’affetto e la sottomissione che tu nutrivi per lui e per l’ovile di Cristo, nella tranquillità del mondo. Amen.
(Preghiera a Santa Caterina da Siena di Pio XII)
Santa Caterina da Siena, fu in modo particolare amante di Maria, e come figlia di San Domenico, devotissima comparve sempre del ROSARIO; “si può dire che Maria è stata una fedele compagna di Santa Caterina per tutta la sua vita, già da bambina non poteva fare a meno di pregare di fronte a ogni immagine che trovava per via, ma il massimo della sua devozione da bambina l’esplicava nel tepore della sua casa. Abitava in una grande casa a più piani e quindi varie volte al giorno scorrazzava su e giù dall’ultimo piano ove vi era la grande cucina ed il giardino fino ai piani più bassi ove il padre aveva la sua bottega di tintore di stoffe; ma il modo con il quale faceva le scale era del tutto particolare, ad ogni scalino recitava un AVE MARIA inginocchiandosi”, ed accadde alcune volte che gli Angeli, la sollevassero da terra, mentre lei pregava in quella forma.
RispondiEliminaEra talmente devota del ROSARIO, che nella sua vita, anche tra le faccende di casa, e gli uffici di carità, non fu da ella giammai tralasciato. Fu aiutata perfino dalla Vergine a fare il pane, che ella poi distribuiva ai poveri.
La polizia chiude le chiese fsspx in Irlanda ma non si occupa di moschee e Sinagoghe o dei templi protestanti. Strano, no?... Cattolici prepariamoci! La persecuzione dell'anticristo è già arrivata.
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/3DXnPVTBVmLcDWmMekWo18HFk
INGHILTERRA E GALLES
RispondiEliminaI vescovi ai fedeli: “La Messa è vitale, tornate in chiesa” 29-04-2021
[ Lo streaming non basta, per chi può è necessario tornare alla Messa in presenza perché “il tesoro più grande è, ovviamente, la vita sacramentale della Chiesa e, soprattutto, l’Eucaristia”. I vescovi di Inghilterra e Galles pubblicano un documento per sottolineare che non si può fare a meno dell’Eucaristia domenicale e di godere della presenza reale del Signore.] Tratto da
https://www.lanuovabq.it/it/i-vescovi-ai-fedeli-la-messa-e-vitale-tornate-in-chiesa
“AHIMÉ, BASTA TACERE ! GRIDATE CON CENTOMILA LINGUE. VEDO CHE, PER LO TACERE, LO MONDO È GUASTO, LA SPOSA DI CRISTO È IMPALLIDITA”.
RispondiEliminasanta Caterina da Siena (lettera a un alto prelato)
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“IO, SE FUSSI IN VOI, TEMEREI CHE IL DIVINO GIUDICIO VENISSE SOPRA DI ME"
Santa Caterina da Siena a papa Gregorio XI
Che bello leggere il pensiero della santa di oggi, che fa fiorire speranze nell'anima, come i fiori nella primavera...
RispondiElimina"Ho gustato e veduto con la luce dell'intelletto... il Tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura.
Per questo, vedendo me in Te, ho visto che sono Tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata dalla Tua potenza...
Lo Spirito Santo poi, che procede da Te e dal Tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti..
Ed ho conosciuto - perché Tu me ne hai data l'intelligenza, quando mi hai ricreata con il Sangue del Tuo Figlio - che Tu sei innamorato della bellezza della tua creatura". (Santa Caterina da Siena patrona d'Italia)
Chi è stata Santa Caterina da Siena? Ce lo ricorda Benedetto XVI in un discorso tenuto in occasione di un'udienza del 2010, in cui ha affrontato i fatti fondamentali della sua vita e illustrato i capisaldi della sua spiritualità.
RispondiEliminaVale la pena di ricordarne i paragrafi più importanti.
"La dottrina di Caterina, che apprese a leggere con fatica e imparò a scrivere quando era già adulta, è contenuta ne Il Dialogo della Divina Provvidenza ovvero Libro della Divina Dottrina, un capolavoro della letteratura spirituale, nel suo Epistolario e nella raccolta delle Preghiere. Il suo insegnamento è dotato di una ricchezza tale che il Servo di Dio Paolo VI, nel 1970, la dichiarò Dottore della Chiesa, titolo che si aggiungeva a quello di Compatrona della città di Roma, per volere del Beato Pio IX, e di Patrona d’Italia, secondo la decisione del Venerabile Pio XII".
"In una visione che mai più si cancellò dal cuore e dalla mente di Caterina, la Madonna la presentò a Gesù che le donò uno splendido anello, dicendole: “Io, tuo Creatore e Salvatore, ti sposo nella fede, che conserverai sempre pura fino a quando celebrerai con me in cielo le tue nozze eterne” (Raimondo da Capua, S. Caterina da Siena, Legenda maior, n. 115, Siena 1998). Quell’anello rimase visibile solo a lei. In questo episodio straordinario cogliamo il centro vitale della religiosità di Caterina e di ogni autentica spiritualità: il cristocentrismo. Cristo è per lei come lo sposo, con cui vi è un rapporto di intimità, di comunione e di fedeltà; è il bene amato sopra ogni altro bene".
"Questa unione profonda con il Signore è illustrata da un altro episodio della vita di questa insigne mistica: lo scambio del cuore. Secondo Raimondo da Capua, che trasmette le confidenze ricevute da Caterina, il Signore Gesù le apparve con in mano un cuore umano rosso splendente, le aprì il petto, ve lo introdusse e disse: “Carissima figliola, come l’altro giorno presi il tuo cuore che tu mi offrivi, ecco che ora ti do il mio, e d’ora innanzi starà al posto che occupava il tuo” (ibid.). Caterina ha vissuto veramente le parole di san Paolo, “… non vivo io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)".
"Attorno ad una personalità così forte e autentica si andò costituendo una vera e propria famiglia spirituale. Si trattava di persone affascinate dall’autorevolezza morale di questa giovane donna di elevatissimo livello di vita, e talvolta impressionate anche dai fenomeni mistici cui assistevano, come le frequenti estasi. Molti si misero al suo servizio e soprattutto considerarono un privilegio essere guidati spiritualmente da Caterina. La chiamavano “mamma”, poiché come figli spirituali da lei attingevano il nutrimento dello spirito".
"Anche oggi la Chiesa riceve un grande beneficio dall’esercizio della maternità spirituale di tante donne, consacrate e laiche, che alimentano nelle anime il pensiero per Dio, rafforzano la fede della gente e orientano la vita cristiana verso vette sempre più elevate. “Figlio vi dico e vi chiamo - scrive Caterina rivolgendosi ad uno dei suoi figli spirituali, il certosino Giovanni Sabatini -, in quanto io vi partorisco per continue orazioni e desiderio nel cospetto di Dio, così come una madre partorisce il figlio” (Epistolario, Lettera n. 141: A don Giovanni de’ Sabbatini). Al frate domenicano Bartolomeo de Dominici era solita indirizzarsi con queste parole: “Dilettissimo e carissimo fratello e figliolo in Cristo dolce Gesù”".
...segue
RispondiEliminaUn altro tratto della spiritualità di Caterina è legato al dono delle lacrime. Esse esprimono una sensibilità squisita e profonda, capacità di commozione e di tenerezza. Non pochi Santi hanno avuto il dono delle lacrime, rinnovando l’emozione di Gesù stesso, che non ha trattenuto e nascosto il suo pianto dinanzi al sepolcro dell’amico Lazzaro e al dolore di Maria e di Marta, e alla vista di Gerusalemme, nei suoi ultimi giorni terreni. Secondo Caterina, le lacrime dei Santi si mescolano al Sangue di Cristo, di cui ella ha parlato con toni vibranti e con immagini simboliche molto efficaci: “Abbiate memoria di Cristo crocifisso, Dio e uomo (…). Ponetevi per obietto Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di Cristo crocifisso, annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso” (Epistolario, Lettera n. 21: Ad uno il cui nome si tace)".
"Qui possiamo comprendere perché Caterina, pur consapevole delle manchevolezze umane dei sacerdoti, abbia sempre avuto una grandissima riverenza per essi: essi dispensano, attraverso i Sacramenti e la Parola, la forza salvifica del Sangue di Cristo. La Santa senese ha invitato sempre i sacri ministri, anche il Papa, che chiamava “dolce Cristo in terra”, ad essere fedeli alle loro responsabilità, mossa sempre e solo dal suo amore profondo e costante per la Chiesa. Prima di morire disse: “Partendomi dal corpo io, in verità, ho consumato e dato la vita nella Chiesa e per la Chiesa Santa, la quale cosa mi è singolarissima grazia” (Raimondo da Capua, S. Caterina da Siena, Legenda maior, n. 363)".
"Da santa Caterina, dunque, noi apprendiamo la scienza più sublime: conoscere ed amare Gesù Cristo e la sua Chiesa. Nel Dialogo della Divina Provvidenza, ella, con un’immagine singolare, descrive Cristo come un ponte lanciato tra il cielo e la terra. Esso è formato da tre scaloni costituiti dai piedi, dal costato e dalla bocca di Gesù. Elevandosi attraverso questi scaloni, l’anima passa attraverso le tre tappe di ogni via di santificazione: il distacco dal peccato, la pratica della virtù e dell’amore, l’unione dolce e affettuosa con Dio".
"Cari fratelli e sorelle, impariamo da santa Caterina ad amare con coraggio, in modo intenso e sincero, Cristo e la Chiesa. Facciamo nostre perciò le parole di santa Caterina che leggiamo nel Dialogo della Divina Provvidenza, a conclusione del capitolo che parla di Cristo-ponte: “Per misericordia ci hai lavati nel Sangue, per misericordia volesti conversare con le creature. O Pazzo d’amore! Non ti bastò incarnarti, ma volesti anche morire! (...) O misericordia! Il cuore mi si affoga nel pensare a te: ché dovunque io mi volga a pensare, non trovo che misericordia” (cap. 30, pp. 79-80)".
http://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2010/documents/hf_ben-xvi_aud_20101124.html
Oggi è l'anniversario della morte di santa Caterina da Siena.
RispondiEliminaSarebbe troppo facile ricordare come abbia convinto il Papa a tornare a Roma (oggi guai a fare una cosa simile) o di come abbia tuonato contro la sodomia, tema attualissimo.
Preferisco ricordare di quella volta che, mentre assisteva i condannati a morte (come era solita fare), con le sue preghiere ed esortazioni convinse un rinomato criminale a convertirsi e a confessarsi.
Il reo acconsentì a patto che santa Caterina lo scortasse al patibolo non lasciandolo solo.
E lei lo fece, assistendo l'oramai convertito criminale nei suoi ultimi attimi su questa terra.
Infondo nei santi vediamo come la retta Fede porti alla retta Carità che non esiste se la prima virtù non c'è.
https://www.maurizioblondet.it/uccidete-gentile-per-educarne-cento/
RispondiEliminaUccidete Gentile per educarne cento
Maurizio Blondet 18 Aprile 2021
Marcello Veneziani
C’è una data, un simbolo e un atto da cui prende origine la cancellazione del pensiero avverso, l’eliminazione con disprezzo di chi non si conforma e l’egemonia culturale. È il 15 aprile del 1944.
In quel giorno viene ucciso un filosofo, forse il più grande filosofo italiano del Novecento e il più grande promotore di cultura in Italia. Giovanni Gentile fu filosofo del fascismo e la definizione è vera ma riduttiva: la sua filosofia era già compiuta prima che nascesse il fascismo, la sua impronta culturale va ben oltre il regime; fu gran ministro della pubblica istruzione, fece una vera riforma della scuola, fondò l’Enciclopedia italiana, fondò e diresse istituti di cultura. Fu ucciso da un commando di partigiani comunisti...
Santa Caterina da Siena
RispondiElimina...si trattava di restituire alla città eterna la presenza del Vicario di Cristo, assente dalla sua cattedra da più di sessant'anni. Nel segreto della presenza di Dio, un'anima santa poteva, per mezzo dei suoi meriti e della sua preghiera, determinare questo ritorno che desiderava tutta la Chiesa. E il Signore volle che tutto ciò si compisse in piena luce.
(dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959)
“ Perchè si trova il fuoco nel sangue? Perché il sangue fu sparto con ardentissimo fuoco d’amore..”
RispondiEliminasanta Caterina da Siena, Lettera LXXIII.
Au XIIe siècle, sainte Catherine de Sienne, que nous fêtons aujourd'hui, n’a pas hésité à littéralement transformer sa maison en infirmerie pour accueillir les malades de la peste
RispondiEliminaDans la forme extraordinaire du rite romain, et donc au Barroux, la mémoire de sainte Catherine de Sienne, vierge, c'est le vendredi 30.
Fatti capacità ed Io mi farò torrente.
RispondiEliminaSanta Caterina è tipo della vitalità cattolica. Ammiro queste Sante con bassissima vitalità fisica e suprema vitalità spirituale.
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