De Mattei e Viganò nella manifestazione di Monaco di Acies Ordinata qui - qui |
La mia sensazione è che l'arcivescovo Viganò rifugga dalle tribune di qualunque genere e, dopo la pubblicazione della sua Nota [qui], abbia deciso di non replicare ulteriormente a provocazioni o a intimidazioni. In ogni caso staremo a vedere. Piuttosto è strano che la pesante contestazione in atto gli sia mossa per le sue posizioni sulla dittatura sanitaria che si abbatte sul mondo, oltre che sulla gravissima crisi della Chiesa e sulle sue cause, eludendo una discussione più approfondita sul concilio. E dunque, da un lato, assistiamo all'attacco pesante di De Mattei con chiaro intento di delegittimarlo, dall'altro al tentativo di normalizzarlo da parte del resto del mondo della Tradizione che lo vede a capo di un fantomatico fronte organizzato 'di resistenza antimodernista e antimondialista' che non esiste e che oltretutto non potrebbe rientrare nella nostra visuale così come viene rappresentato... Di fatto non mi pare che esista un fronte organizzato e compatto intorno a Viganò, così come purtroppo non è frequente incontrare un fronte organizzato e compatto nel mondo della Tradizione...
C'è una grande spinta alla cosiddetta "moderazione" sia nel versante politico che nel mondo della Tradizione. E così, in politica, è grande il rischio che si disperdano molti consensi fagocitati dai soliti pifferai magici. Nel mondo della Tradizione noto la stessa spinta e per 'moderazione' intendo il fatto di etichettare come 'complottista' chi avanza dubbi e argomenta e non solo chi si esprime in chiave apocalittica. Il problema generale è l'innesco di reazioni e controreazioni che non fa trovare il giusto equilibrio. Ritengo sia importante ridare il giusto spazio alla profezia, ma eccedere fa danno. Così come usare termini troppo netti e apodittici sul covid e la pandemia... Sto raccogliendo le idee anche su questo.
Ora non nego che certe accentuazioni di Mons. Viganò sulla politica vadano mitigate e che esse non debbano mai prendere il sopravvento sull'insegnamento e sulla parenesi. Così come non nego che altrettanto mitigate debbano essere certe espressioni nei confronti del papa. Ma nella sostanza i suoi insegnamenti e le sue esortazioni non fanno una piega; ed è per questo che li pubblico regolarmente. Il riferimento ad altri aspetti mi trova molto perplessa e senza punti di riferimento certi.
Piuttosto complesso è il discorso sulla differenza tra il 'complottismo' e l'espressione di dubbi e prese di posizione fondate su elementi oggettivi. Non è esauribile in poche battute e dovrà esser fatto oggetto di altri approfondimenti.
Piuttosto ancora mi preoccupa, e non poco, l'articolato abile discorso che tende nuovamente a delegittimare la figura dell'Arcivescovo. A questo punto ritengo opportuno, riordinate le idee, cercar di fare una sintesi di tutte le posizioni incontrate - non tutte presenti su queste pagine ma frutto di un serrato confronto sui social che, se non altro, ha permesso di conoscere o decriptare alcuni retropensieri - e delle nostre riflessioni al riguardo, che conto di formulare d'intesa con Paolo Pasqualucci e Fabrizio Giudici.
Beh, insomma, tanto per farla corta diciamo che si pretende di INSEGNARE a Mons. Viganò cosa deve dire e non dire e come deve e non deve dirlo.
RispondiEliminaÈ una specie di minaccia, un ulteriore insulto che si aggiunge agli altri.
Un simile modo di agire è ripugnante oltre ogni dire, così come i commenti allo zucchero filato apparsi sotto allo scritto di Mons. Viganò, pubblicato a tempo suo.
Pane al pane, vino al vino.
Polemiche di basso livello per screditare l'avversario, che per giunta tale non dovrebbe essere. Quello tradizionalista è l'ambiente più litigioso del mondo. Ogni capetto si sente in dovere di screditare gli altri.
RispondiEliminaMartino Mora
Ormai si va per partito preso dando per scontata la malafede del prossimo.. invece ci cercare l'incontro e la collaborazione ci si scatena nel fuoco amico. In tal maniera ci si autodistrugge mentre i cattivi trionfano
RispondiEliminaGianni Costanzo
L'Apocalisse , san Giovanni , san Paolo e non solo, lo stesso Gesù , non usano termini politicamente corretti nei confronti di una autorità costituita sia politica che religiosa. La sinagoga di satana del pontefice regnante fino alla distruzione di Gerusalemme veniva chiamata in tal modo come i figli che hanno per padre Satana. Voler scremare il male per farne risaltare qualche lato positivo forse fa solo il gioco del nemico. Quanto agli attacchi sono preferibili decisi perchè quando scremati sono pericolosi doppiamente.
RispondiEliminaSappiamo che la città di Troia non è caduta dall’assedio a cui era stata sottoposta da diversi anni, era quasi impossibile espugnarla. Il colpo da maestro è stato sferrato dal famoso cavallo. L’attacco martellante sferrato a Mons. Viganò è proprio quel cavallo. L’azione contro di lui non è più “sottocopertura”, ma palese e allo scoperto. Questa inaudita pervicacia nei suoi confronti (costi quel che costi finanche un’azione Kamikaze) è il segno palese che la sua azione è giudicata molto pericolosa e sta dando degli effetti. Lo si colpisce alla persona, al massimo su argomenti di cornice, mai sui contenuti di sostanza, se ciò avvenisse rinnegherebbe totalmente il pluridecennale delle attività del DE MATTEI. Mitigare gli interventi su Bergoglio? Sull’analisi socio politica? Mah sembra che di mitigazione in mitigazione, sin dagli anni 60, è venuto giù tutto. Alessandro.
RispondiEliminaMitigare gli interventi su Bergoglio? Sull’analisi socio politica? Mah sembra che di mitigazione in mitigazione, sin dagli anni 60, è venuto giù tutto. Alessandro.
RispondiEliminaNon era certo questo il senso del mio discorso. Mi riferisco ai toni, tipo l'uso di certi epiteti, non ai contenuti
Coloro che ritengono che ogni azione debba essere spiegata da bassi sentimenti e oscuri interessi sono evidentemente abituati ad agire in questo modo e non riescono a comprendere il disinteresse di anime più elevate delle loro.
RispondiEliminaDe Mattei, anima eletta, scripsit.
Inoltre, Mons. Lefebvre scrisse che GPII era un "anticristo". De Mattei finge di dimenticarlo.
PS Non si parli di "fuoco amico". Chi è organico a certi ambienti non è amico. Al limite è un doppio.
De Mattei è diventato, nel giro 7 mesi, anticomplottista:
RispondiEliminahttps://www.robertodemattei.it/2020/11/23/le-forze-segrete-che-agiscono-nella-storia/
Le legge queste cose tal Andrea Sandri?
RispondiEliminaIl male non è una freccia ma un boomerang
RispondiEliminaQuest'ultimo articolo del De Mattei mi ha colpito più di quello calunnioso che lo ha preceduto.
RispondiEliminaL'utilizzo costante di termini come verità, pacatezza, educazione, o espressioni come "uso corretto della ragione", vorrebbero rendere elegante l'ennesimo bassissimo affondo contro Viganò. L'ultima trovata del prof è definire Viganò un "antipapa", aggiustando subito il tiro ovviamente, ma il gusto adolescenziale di trovare il soprannome canzonatorio si vede tutto. Però che volete farci? Il professore è preoccupato per la deriva complottista, e di fronte a cotanto amore per le anime a noi non resta che commuoverci. Attendiamo allora il prossimo articolo militante del De Mattei, magari sulle doppia vita del podologo di Viganò, o sugli scandali finanziari del suo postino, chissà allora se Viganò si degnerà di chiarire.
Tommaso Maria
La parte relativa al parallelo fra il presunto ghost writer Siffi - che organizza anche feste per i matrimoni omosessuali- e i prelati del cerchio magico dell'attuale pontificato, molto vicini al mondo lgbtq, è incommentabile.
RispondiEliminaSi mette sullo stesso piano un presunto (ribadiamolo) consigliere di monsignor Viganò, il cui eventuale privato, quand'anche vi avesse collaborato,non si riflette minimamente sulle varie lettere e i vari interventi di questi mesi di monsignor Viganò, dottrinalmente ineccepibili, con persone che hanno visibilmente potere in Vaticano, la cui condotta si riflette innegabilmente sulla svolta che si cerca di imporre alla Chiesa e la cui prossimità con il sommo Pontefice può portare a pericoli enormi per le anime, vedi l'ultima lettera a padre James Martin.
Sulle ragioni di questo comportamento da parte di persone insospettabili non mi pronuncio e apprezzo ancora di più il modo con cui monsignor Viganò sta reagendo a questo "fuoco amico" (il peggiore di tutti). Anche io ho delle perplessità sul suo insistere su una certa visione politica un po' troppo apocalittica, ma per tutto il resto non posso che ringraziarlo.
Soprattutto per aver compiuto un passo che, fino a poco tempo fa, pareva impossibile: ha aperto, anzi, spalancato, una finestra di Overton sul Concilio Vaticano II e la Messa NO. Il totem che pareva intoccabile perché "indietro non si torna". E lui, in poche parole, ha iniziato a far balenare l'idea che invece si possa tranquillamente tornare indietro e così come venne imposta la nuova liturgia, così in futuro si potrà imporre di tornare al Vetus Ordo.
Magari non lo vedremo accadere noi, ma il pensiero ha iniziato a circolare e questa è la cosa che non gli perdonano: qualcosa che pareva utopico ha iniziato ad assumere i caratteri del reale.
Per quel che può valere, monsignor Viganò è sempre nelle mie preghiere.
... e questa è la cosa che non gli perdonano...
EliminaConcordo pienamente.
Il punto principale è proprio questo.
Di Mattei ha l'abitudine di infangare sacerdoti come gia' fece in passato, ora ha alzato la mira ed ha cominciato ad insultare un arcivescovo! Che brutto modo di comportarsi, Don Elia descrive bene la sua arroganza nell'ultimo articolo "La superbia intellettuale istupidisce" https://gloria.tv/post/nNU6APPfjGDo1F89fPtye7xer
RispondiEliminaGio Londra
RispondiEliminaCerti commenti critici nei confronti dell'articolo di De Mattei sembrano sopra le righe.
Cerchiamo di evitare apprezzamenti personali.
Restiamo ai concetti che si devono criticare.
Senza offendere nessuno.
L'impulso ad offendere, anche se in apparenza giustificato viene sempre dal Demonio.
Z.
"La vergognosa quanto inconsistente requisitoria contro Monsignore sfocia in un velato avvertimento in perfetto stile mafioso: per riacquistare la credibilità che rischia di perdere (idea contraddittoria), egli deve mutare tono e contenuti… come a dire: smettila, o distruggiamo la tua reputazione" (Don Elia, gloria.tv).
RispondiEliminaPenso che Mons. Viganò continuerà, con l'aiuto di Nostro Signore e la protezione della Vergine, a denunciare ore rotundo la deep church e il deep state collegati fra loro, a dispetto di chi fa finta di non vedere il loro collegamento o, addirittura, la loro esistenza.Aver aiutato a capire tutto quello che sta succedendo dall'anno scorso con la psicopandemia e continuare a denunciarlo senza timori, mostrando il collegamento fra tutti gli elementi del quadro, è ciò che rende Mons. Viganò un faro nella notte che ci avvolge; guarda caso gli attacchi da parte di quella che chiamerei la fazione neocon del mondo tradizionalista si sono fatti scoperti proprio quando si è toccato il punto nevralgico dei "vaccini", cioè dei sieri genici sperimentali (sperimentazione di massa sulle persone: davvero una cosa morale e degna agli occhi di Dio, anche non tenendo conto dell'uso di cellule di feti abortiti!). Chi ha scritto libri per spingere i cattolici a "vaccinarsi" giustificando la pratica con le menzogne della narrazione ufficiale e con i decreti di quella chiesa conciliare criticata fino al giorno prima, sappia che ha sulla coscienza, in buona compagnia di tanti altri (medici, giornalisti, politici corrotti e venduti) ogni reazione avversa invalidante ed ogni morte (ormai sono migliaia e migliaia). Non è proprio il momento di frasi untuose per consigliare a Viganò di mitigare i toni polemici contro i politici e chi sta loro dietro o contro il "papa"; dire che è diventato il burattino dei potenti del mondo (che incontra scopertamente in Vaticano) è o non è la verità? Continui, Monsignore, continui, sostenuto dalle preghiere di tutti coloro che non si rassegnano a vedere l'umanità soggiogata dalla maledetta setta e dal suo padrone, padre di menzogna e assassino.
RispondiEliminaLe cose da dire sull'ultimo articolo del prof de Mattei sarebbero molte, ma mi sembra che opportune/importune già altri hanno rilevato alcuni punti chiave prima di me, per cui non mi dilungo. Enucleo solo un punto: la preoccupazione che mons. Viganò, pover'uomo isolato non si sa dove e circondato da non si sa chi, potrebbe essere manipolato da un perverso gay... o forse la manipolazione è già iniziata. Su questo argomento, se il prof si fosse guardato più attorno si sarebbe reso conto che monsignore non è poi così isolato. Se avesse buttato un'occhiata sul blog di Tosatti il 24 giugno avrebbe potuto rassicurarsi, il professor Brian McCall e la nota giornalista ed autore Maike Hickson raccontavano dei loro intensi rapporti con l'arcivescovo. McCall oltre a rilevarne l'equilibrio, l'umiltà, la comprensione e la compassione per le persone ferite da questa difficile situazione (cito: premurosa e paterna assistenza a molte anime perse in questo tempo di crisi) fa, pure lui, un paragone con mons Lefebvre. Cito :Proprio come l'Arcivescovo Lefebvre, ho notato che le sue forti dichiarazioni pubbliche, quando necessario, sono in tandem con la sua comunicazione personale molto gentile e solidale. La Hickson, a sua volta afferma: cito: "sono onorata di essere stato il canale di molte comunicazioni di sacerdoti e laici che mi raggiungono, chiedendomi di trasmettere un messaggio all'Arcivescovo Viganò. Ho visto da vicino la rapidità con cui risponde". Prosegue poi con i rapporti che monsignore ha con tutta la sua famiglia e, quello che ha molto colpito me, è questa ultima dichiarazione: "Può darsi che si consigli con altri, come ho visto io stessa, ma questo è ciò che ogni uomo di chiesa responsabile dovrebbe fare". E qui mi fermo per quello che riguarda la parte testimonianza a favore di mons Viganò. Ora invece sarei curiosa di sapere perchè il prof de Mattei non si preoccupa dei suoi, di collaboratori. E qui mi riferisco all'articolo pubblicato su Corrispondenza Romana il 23 giugno e firmato in tandem dal professore e da Emmanuele Barbieri. Quest'ultimo non è gay, ma comunque è una persona che già precedentemente si è distinto per essersi scagliato con l'articolo "Verità scientifiche e fake news sui vaccini anti-Covid-19" del 10 marzo di quest'anno, sia contro il caporedattore di LifeSiteNews John-Henry Westen che la dottoressa Pamela Acker, della quale ha cercato di demolire la credibilità scientifica che l'integrità personale. La ragione di tanto livore (Westen li definisce "argomenti farlocchi e fallaci"), e di tanta "fuffa" travestita da scienza, il Barbieri la spiegava all'inizio del suo articolo, dove affermava che l'immoralità della somministrazioni COVID "sono state ripetutamente sfatate, quindi appare legittimo dubitare che coloro che continuano a promuoverle siano in buona fede". E anche qui si fa strame della Carità per una presunta vocazione alla Verità. L'articolo della Acker è stato pubblicato sul blog di Sabino Paciolla - Oltre il giardino - il 16 aprile 2021 con il titolo "Verità scientifiche, errori logici e acquiescenza al male: Una risposta di Pamela Acker a Emmanuele Barbieri". Non mi risulta che a questo articolo, che persone competenti in materia a cui l'ho mostrato hanno apprezzato,ci si sia degnati di rispondere, tanto in italia chi conosce la dottoressa Acker ? Per cui mi chiedo chi è che ha collaboratori che magari non sono gay, ma il cui lavoro non è sempre limpido come dovrebbe essere ?
RispondiEliminaValeria Fusetti
Lasciamo che ognuno dica quello che ritiene giusto evitiamo i comitati di salute pubblica. L'equilibrio va ricercato ogni giorno, l'equilibrio perfetto non esiste. De Mattei ha molti altri argomenti di cui interessarsi e Mons. Viganò parli come sa. Molti di noi sono quasi suoi coetanei e siamo anche adirati con l'universo mondo il cerimoniale non è ora il nostro problema principale. Per quel che mi riguarda siamo ancora agli inchini e riverenze, De Mattei se ha qualcosa sullo stomaco la dica chiaramente, senza fare il maestrino acidino oppure taccia. Viganò segua il suo Angelo Custode. Teniamo presente che abbiamo tutti la tentazione di mandarci a ramengo l'un con l'altro. Lo spirito del tempo è tutti contro tutti. Uomo avvisato, mezzo salvato.
RispondiEliminaCon il citato articolo di De Mattei per me è chiaro che, pur mutati i toni, l'operazione è rivolta contro la popolarità di mons. Viganò. De Mattei sostiene di portare argomenti logici, mentre non è così, anzi. Cerca di stabilire un improbabile parallelo tra il "cerchio magico di pervertiti" di Francesco e un ipotetico analogo di Viganò, in questo modo impropriamente estendendo le insinuazioni su Baronio/Siffi ad altre persone, che però non menziona perché non conosce. Conclude dicendo che pure Sant'Agostino ed altri portavano polemiche ad personam, peccato però che quelle persone erano eretici portatori di eresie con cui si identificavano. Il "cerchio magico" di Bergoglio ha eccome influenza sulle sue decisioni e i suoi pronunciamenti, mentre ad oggi attendiamo ancora di capire quali sarebbero le eresie di cui Viganò è diventato portatore a causa dei suoi ghostwriter.
RispondiEliminaDe Mattei è diventato, nel giro 7 mesi, anticomplottista
Questo secondo me è un punto interessante, ma vorrei subito riformularlo: molte persone paiono aver cambiato atteggiamento, non solo Mattei. È una specificazione importante sia perché così mi distanzio da una formulazione "contra personam", sia perché nel mio piccolo è quello che vedo. Ieri citavo Porfiri e due suoi pezzi pubblicati da Tosatti; stasera Porfiri, al termine di un'interessante presentazione sul suo canale YT "Ritorno ad Itaca" su un libro sul VO appena pubblicato, ha rivolto di nuovo la questione "tradizionalismo/liturgia/linguaggio apocalittico" ai tre preti ospiti. Ora verificate sulla registrazione disponibile, è una domanda negli ultimi minuti, ha avuto tre risposte diverse: un prete ha rilevato che il legame c'è ed è inevitabile, un secondo ha ritenuto la questione una esagerazione e il terzo si è collocato non a grande distanza dalla prima risposta. Aggiungo tutta una serie di cose che sto leggendo e che mi sono state mandate per email e concludo che c'è una specie di "riposizionamento generale" sul tema "NWO/Grande reset" che non può essere solo frutto di ordini di scuderia, ma credo sia anche una forma di convergenza spontanea.
Tento di capirne il mitovpo. Mi dico che il tema NWO è stato reso in qualche modo "mainstream" dalla presidenza Trump, che ne ha fatto un cavallo di battaglia della propria politica, dando così sponda a tutta quella parte di mondo dell'informazione di destra che, in qualche modo, è uscito da una specie di sottobosco. Gli stessi temi sono poi penetrati, magari con meno forza, negli ambiti politici omologhi in Europa. Finito Trump un po' tutti si sono ritrovati come spiazzati e stanno cercando di "rinormalizzare" la comunicazione. Questo certamente ha anche un aspetto di compromesso politico - per esempio è evidente nel nostro paese con il governo Draghi, ma anche Le Pen si è riposizionata in Francia (con pessime conseguenze per lei, peraltro).
Questa è una prima spiegazione e qui gli ordini di scuderia in qualche modo c'entrano.
/SEGUE/
Ne ho una seconda, non alternativa, che fa riferimento alla convergenza spontanea. Per spiegarmi vi cito un aneddoto personale. Qualche settimana fa discutevo con un amico fraterno che conosco da trent'anni; è di destra, è schifato come noi, è una persona estremamente brillante ed intelligente tanto da potervi dire che, pur conoscendolo da così tanto tempo, non gli ho mai sentito dire una cosa che possa essere lontanamente etichettata come un'idozia. Certamente non andiamo d'accordo su tutto, ma sulle sue posizioni è sempre molto razionale. Ad un certo punto si parlava di incertezze sulle prospettive personali di medio termine e ho portato l'argomento su quella parte di Agenda 2030 che prevede il superamento della proprietà privata. Non c'è stato verso di convincerlo a considerare almeno l'ipotesi che sia davvero un piano portato avanti seriamente. Pur avendogli girato un certo numero di dichiarazioni esplicite da parte di guru di Davos, Bildelberg, FMI, eccetera, non le ha prese sul serio. Allora ho provato a concentrarmi su un tassello del problema, ovvero l'operato di Speranza che ha ammesso di fatto - vedasi spezzoni resi pubblici del suo libro - di aver visto la pandemia e la gestione in emergenza come l'opportunità di applicare politiche che la sua parte non era mai riuscita ad implementare; neanche la citazione di un articolo di Atlantico Magazine è stata convincente.
RispondiEliminaAllora tiro le somme e mi chiedo se molti non ritengano la questione NWO troppo grossa perché la gente possa crederci e, anche considerato il tramonto - o l'eclissi - di Trump, vogliano rispedirla fuori dal perimetro "tradizionalista", come se potesse far perdere credibilità. Ecco forse perché è necessario forzare Viganò, anche con le cattive, ad abbandonare quegli argomenti.
Ora, è vero che il nostro mondo è troppo permeabile a credenze che vengono da certe parti affermate apoditticamente senza uno straccio di prova, che parlare di Apocalisse ed Ultimi Tempi è rischioso (vedasi miei commenti di ieri sulla diatriba a proposito della Apostasy Conference), che la Massoneria è reale e pericolosa, ma non bisogna cadere nell'eccesso di vederla ovunque, eccetera... E che tutto questo è controproducente. Ma nel nostro ambito dovrebbe essere possibile parlare di apostasia nei termini corretti, di Apocalisse non solo come "fine del mondo", eccetera. Se nel nostro mondo c'è chi pensa che la verità debba essere aggiustata perché difficile da credere rimango allibito: è lo stesso modus operandi di certi modernisti.
A queste persone vorrei far presente che di "potere dell'Anticristo" ha parlato ancora l'anno scorso Ratzinger; e che le parole che sto per riportare furono pronunciate da Wojtyła poco prima la sua elezione, non da Baronio o altri:
“Ci troviamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai visto. Non penso che la comunità cristiana l’abbia compreso totalmente. Siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e le Anti-Chiesa, tra il Vangelo e gli Anti-Vangelo”. Una cosa è tuttavia certa: la vittoria finale appartiene a Dio e ciò si verificherà grazie a Maria, la Donna della Genesi e dell’apocalisse che combatterà alla testa dell’esercito dei suoi figli e figlie contro le forze del nemico, di Satana, e schiaccerà la testa del serpente. [...]»
*mitovpo* -> motivo
RispondiEliminaBravi, continuate a dargli visibilità a De Mattei. Complimenti. Masochismo o stupidità?
RispondiElimina
RispondiEliminaDa dove proviene la documentazione sul nominato Siffi? L'errore di metodo di De Mattei.
Mons. Viganò dovrebbe comunque chiarire.
Al secondo articolo di De Mattei, Vigano' non ha replicato. DM è tornato alla carica con un terzo articolo, piu' moderato nel tono ma nel quale mette di nuovo a fuoco il punto essenziale: il supposto ghost-writer dell'arcivescovo sarebbe un noto blogautore, Baronio di pseudonimo, per l'anagrafe Pietro Siffi - al quale Siffi la documentazione apportata da DM attribuisce, tra altre cose imbarazzanti, frequentazioni legate (con agenzie che organizzano 'matrimoni eleganti') al mondo gay.
IL nesso tra Vigano' e Siffi risulterebbe dal fatto che Viganò si sarebbe servito dell'indirizzo email di Siffi, nel maggio 2020, per raccogliere le firme a sostegno dell'Appello contro il NO mondiale, stilato dallo stesso Vigano'.
Ma oltre a questo dato, l'articolo di DM, 'Caso Vigano': chi e' il vero autore degli scritti di mons. Vigano'?' espone un articolato campionario di informazioni sulla personalità del suddetto Siffi.
Da dove provengono tutte queste informazioni, contenenti anche dei "si dice" e solo in parte reperibili su internet? Vogliamo dire: chi le ha messe insieme, in modo quasi burocratico? Poniamo la domanda, perché l' estratto del curriculum vitae del Siffi pubblicato da DM, sembra costituire un vero e proprio dossier, sul tipo di quelli che fanno le Autorità competenti.
Se DM, della cui buona fede non dubitiamo, voleva mettere in guardia Viganò dal continuare a collaborare con persone che presenterebbero seri aspetti controversi, tali da compromettere la sua (di Viganò) reputazione e quindi la comune battaglia contro le forze del Male; metterlo lui in guardia prima che fossero i suoi nemici a "metterlo in guardia", ebbene a nostro avviso ha sbagliato nettamente nel modo ("il modo ancor m'offende", recita un celebre verso dantesco). A molti lettori, se non quasi a tutti, quella che avrebbe dovuto essere una correzione fraterna, anche ferma, è apparsa invece una vera e propria esecuzione pubblica, e senza processo.
Si spiega quindi lo sconcerto generale provocato dall'intervento di DM.
Mons. Viganò dovrebbe però (a questo punto) chiarire sul suo supposto collaboratore occulto.
Se le ragioni del prof de Mattei fossero quelle di cui parla lei, la "correzione fraterna", tutto si sarebbe fermato alla "fase uno", e probabilmente non ne sapremmo nulla, e sarebbe meglio. Nel Vangelo il Signore consiglia un metodo per evitare il ricorso ad un giudice secolare, o comunque affrontare una controversia tra due credenti: 1) la persona offesa parla direttamente ( a casa) con chi l'ha offeso,in modo di chiarire fraternamente l'episodio.2) in caso che il colloquio non vada a buon fine si chiede a due persone autorevoli della Chiesa di assistere ad un secondo colloquio 3) se anche il secondo colloquio non risolve la questione la parte offesa può chiedere di convocare un'assemblea della Chiesa, che ha l'autorità di risolvere la questione. È notevole constatare la finezza psicologica di questi consigli, per cui ogni controversia tra fratelli in fede dovrebbe essere condotta guardandosi in faccia. In questo caso non è stato fatto. Dalla testimonianza di Maike Hickson monsignore non è isolato dal mondo come nella narrazione di de Mattei, chi ha bisogno di lui lo trova. Il professore ha saltato le prime due fasi e, per così dire, ha convocato la Chiesa. Con umiltà e spirito pastorale mons. Viganò ha risposto pubblicamente ma de Mattei, anziché accettare come buona la risposta, ha "riconvocato" l'assemblea facendosi "accompagnare" dal Barbieri, aumentando l'aggressività e gli insulti. Personalmente di Carità e Verità ne vedo poca, né equilibrate, come sarebbe auspicabile, né squilibrate. Il professore ha deciso di accettare, e far accettare all'"assemblea" solo la sua di opinione,cioè che mons. Viganò è facilmente manipolabile poiché è solo ed in balia dei fanatici. Che sono tutti coloro che, in base ad una narrazione dei fatti che egli rifiuta aprioristicamente, come l'amico di cui parla Fabrizio, sono tutte le persone che vedono la realtà in modo diverso dal suo, dalla biologa Acker all'analfabeta spirituale che si affida alle visioni private e non riconosciute dalla Chiesa. Di conseguenza monsignore ha accettato la narrazione "apocalittica" dei vaccini e dei progetti del grande Reset. Per cui deve, necessariamente deve, fare ammenda a lui, e probabilmente affidarsi a lui, in modo da riacquistare il necessario equilibrio. Spero tanto che il nostro caro Arcivescovo consideri, lui si con spirito e visione soprannaturale, chiusa la questione.
EliminaValeria Fusetti
Non è questione di dare visibilità oà meno. È una realtà da guardare in faccia, non la si può ignorare, anche per cercar di arginare i danni che provoca...
RispondiEliminaTra gli amici di De Mattei. Fa paio con Siffi
RispondiEliminahttps://letturine.blogspot.it/2017/11/sirico-chi-e-costui.html
Leggendo direttamente l'articolo di De Mattei ci si accorge che in realtà i commenti dei suoi oppositori sono animati essenzialmente da uno spirito di tifoseria, cioè parlano per partito preso, cosa che non può che dar ragione a De Mattei stesso.
RispondiEliminaUn certo mondo tradizionalista litigioso nelle sue correnti fa comodo al nemico: dimostrazione ed attuazione della divisione e dispersione delle forze. Per esperienza diretta tal mondo rifiuta a priori il discorso apocalittico a cui comunque rimanda chiaramente la Vergine Maria nelle sue molteplici manifestazioni autentiche nel mondo a cui il nemico ha replicato con falsi messaggi onde screditare le prime. La stessa scelta di gnostici come Corvaglia che falsificano i fatti per screditare apparizioni da parte di tal mondo depone a loro sfavore come si squalifica lo stesso De Mattei nel suo vano assedio con argomenti vani e periferici.Allo stesso Cristo rimproverato di frequentare prostitute se pure siffi baronio avessero per lavoro organizzato un pranzo o festa per peccatori. Il che comunque non implica alcun coinvolgimento o responsabilità del Monsignore. Si mettano l'anima in pace tutti quanti: dimostrano solo la disperazione di chi vede svelato un gioco maligno da qualcuno che ha capacità e carica per far convergere i fedeli in buona fede, doppia buona fede in Dio e nella verità, peraltro imprescindibile. Che poi l' Arcivescovo si sia atteggiato ad antipapa si dimostra da solo una fake mentre i veri antipapi si sono nella storia sempre spacciati per papi con corrotte elezioni come varie argomentazioni pure valide dimostrerebbero per Bergoglio.
RispondiEliminaParla di 'religione no vax ' senza avvedersi delle innumerevoli e imbarazzanti manifestazioni parareligiose della 'religione provax ' che sarebbero degne di un saggio di antropologia...
RispondiEliminaAnna Casali Pastorelli
Leggendo direttamente l'articolo di De Mattei ci si accorge che in realtà i commenti dei suoi oppositori sono animati essenzialmente da uno spirito di tifoseria, cioè parlano per partito preso, cosa che non può che dar ragione a De Mattei stesso.
RispondiEliminaLeggendo questo commento ci si accorge che l'articolo di De Mattei non ha argomenti, tanto che neppure i suoi "sostenitori" sono in grado di descriverli.
Purtroppo non riesco a intravedere alcun aggiustamento di tiro nell'ennesima puntata della querelle De Mattei-Viganò, anzi. Mi pare, se possibile, un articolo persino più cattivo dei precedenti. Noto pure con dispiacere la condivisione su Corrispondenza Romana dell'intervento tratto dal blog di Andrea Sandri, molto attivo di recente anche in un noto gruppo Facebook, dove si definisce il Grande Reset una teoria del complotto. Se si arriva a definire complottismo un progetto politico, economico e culturale portato avanti alla luce del sole dai suoi teorizzatori e da chi ne rilancia e diffonde le idee (penso alle recenti dichiarazioni di Vittorio Colao, giusto per fare un esempio), c'è ignoranza o malafede. Non ci sono alternative.
RispondiEliminaI ripetuti attacchi di De Mattei a mons. Viganò cosa "mi stanno a significare"?, direbbe l'ispettore Fazio al commissario Montalbano. Facile la risposta: vista l'agguerrita campagna promossa dal monsignore per svelare le commistioni tra il Great Reset e la parallela manovra globalista di Bergoglio & C. per costituire velocemente la Religione mondialista senza Cristo, anzi contro Cristo, attuando quindi il novello cesaropapismo di origine ed ispirazione luciferina, visto ciò, dicevo. il comandante in capo dell'Armata delle Tenebre avrà deciso di richiamare anche i riservisti, la seconda linea, gli infiltrati nelle file dei tradizionalisti, per dare l'ultima spallata al nocciolo duro della Resistenza Cattolica Antimodernista ed antiglobalista, di cui il Nostro è l'esponente di punta, il condottiero indiscutibile ed innegabile. Cosa augurarsi, quindi, a questo punto? Che la manovra luciferina dei cd riservisti divenga sempre più palese e lampante, cosicché si possa passare al contrattacco con argomenti validi e incontestabili, ognuno dalla propria parte della barricata. E' il momento delle scelte di campo, e De Mattei ha fatto la sua. Noi facciamo la nostra. Lui ha dato fiato alle sue trombe, noi suoniamo le nostre campane, per usare il famoso motto di Pier Capponi...
RispondiElimina# Non è proprio il momento di frasi untuose per consigliare a Viganò di mitigare i toni polemici contro i politici e chi sta loro dietro o contro il "papa"; dire che è diventato il burattino dei potenti del mondo (che incontra scopertamente in Vaticano) è o non è la verità? Continui, Monsignore...
RispondiEliminaQui nessuno vuol mettere paletti al Monsignore e non c'è niente di untuoso nel fare alcune osservazioni. Si voleva solo sottolineare, come del resto già detto più volte, che i suoi appassionati interventi a volte sembrano andare fuori misura o meglio mancare del necessario rigore. Non, ovviamente, quando il suo discorso è strettamente etico-religioso e incita all'azione positiva da questo punto di vista, bensì quando sembra voler inquadrare l'attualità politica in uno schema che lo porta, fatalmente, a delle semplificazioni.
Abbiamo raccolto obiezioni quali: "C'è un problema di metodo. Prima che nel merito delle cose che dice Viganò. Proprio nel metodo. Il problema è che mescola degli argomenti di fede e morale, sui quali ogni cattolico dovrebbe essere sulla stessa linea e lui ha autorità magisteriale in quanto vescovo (e continuo a ritenerlo uno dei pochi vescovi che si inginocchiano a Dio e non al mondo) - "in necessitatis unitas" - con argomenti che sono fuori dalla fede e dalla morale perché invece sono giudizi scientifici sul virus, oppure di materia politica temporale sul "great reset", sui quali i fedeli cattolici possono lecitamente avere idee diverse e su cui Viganò non ha alcuna autorità intrinseca, almeno non in quanto vescovo - "in dubiis libertas"."
Alle quali ho puntualmente risposto: "Questo è un argomento che ha interpellato anche me. E la risposta che mi sono data parte dalla situazione concreta (quella odierna vede lo stretto intreccio tra crisi politica e crisi della fede). Del resto l'intreccio tra Chiesa e mondo fa parte della storia, ma oggi si sono raggiunti livelli anomali e inediti sul piano ecclesiale (il suo accenno a Santa Marta è calzante!). Ma proprio per questo non è anomalo che un pastore faccia la prognosi partendo dall'analisi dei dati politici che hanno il loro corrispondente in quelli ecclesiali e poi dando le esortazioni parenetiche conseguenti... Ed è proprio sull'analisi dei dati politici che casca l'asino; perché sono troppe le gabbie ideologiche che non permettono di confrontarsi...
I dati politici da cui si parte e su cui si discute non sono dogmi di fede. Ma la fede orienta i comportamenti da tenere una volta decifrati i fatti politici, da dove vengono e quali sono le loro conseguenze... Del resto è la stessa Incarnazione che richiede la concretezza!"
...segue
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RispondiEliminaFacciamo tuttavia un esempio, tratto da precedenti discussioni.
"Appare troppo disinvolto, alle luce delle attuali conoscenze, dare per scontato da parte dell'arcivescovo che la pandemia sia una "pseudopandemia", che in sostanza non esista, come tale. Se poi si fa il paragone con il genocidio degli ucraini preparato a freddo da Stalin, si vuol evidentemente dire che tutta la faccenda del Covid è stata preparata a tavolino per realizzare un Gran Reset mondiale che implicherebbe l'eliminazione (mediante un "vaccino genico") di una parte notevole dell'umanità (se ho ben capito). Qui la tesi "cospirazionista" sfocia in prospettive praticamente impossibili da seguire.
La "cospirazione", in modo più moderato, la si è piuttosto vista nel fatto che, nata per caso (negligenza etc) quest'emergenza sanitaria, subdola ma seria, noti gruppi di potere se ne sono impossessati per imporre i loro interessi (solo vaccini e subito, niente cure a domicilio), approfittando anche sul panico nel quale erano caduti i governi.
L'emergenza sanitaria sembra venir sfruttata da classi dirigenti da decenni via di testa, per imporre ancor di più la loro visione demenziale della società "democratica" e "pluralista", ma questa visione esiste da ben prima del Gran Reset, è cominciata almeno dal 1968.
Il concetto del Gran Reset appare indubbiamente troppo ampio, se viene fatto risalire addirittura alla Riforma protestante e se ci si vuol mettere dentro un insieme di fatti storici assai diversi tra di loro, nonostante qualche elemento di fondo comune tra alcuni di essi. Il Gran Reset attribuito all'opera di una "élite di cospiratori", sempre la stessa da cinquecento anni: ma volerlo estendere così all'indietro porta ad un anacronismo, nel caso della rivoluzione protestante, avvenuta ben due secoli prima della nascita della celebre "élite di cospiratori" (nel 1717) che sarebbe sempre dietro tutti questi Gran Reset. Metterci dentro anche il Risorgimento, rappresentando i Savoia e i Cavour quali "servi delle logge", quando invece si sono serviti delle logge per la loro politica conquistatrice, è tesi polemica non nuova, incapace tuttavia di dar ragione di quel movimento complesso che è stato il Risorgimento, nel quale la Fortuna ha giocato un ruolo forse decisivo, assai più della Virtù (entrambe nel senso di Machiavelli).
E' per questo che dello stimatissimo mons. Viganò, dobbiamo dire, preferiamo gli interventi più strettamente religiosi, dai quali ricaviamo grande conforto spirituale, innanzitutto per la chiarezza e l'onestà intellettuale, la grande dottrina che li caratterizzano."
https://vigiliaealexandrinae.blogspot.com/2021/06/il-neotradizionalismo-ovvero-una.html
RispondiEliminaA catholicus originario direi che l'articolo scritto da don Elia, certamente persona seria e preparata, mai complottista, aggiungasi ora mai complottista "senza prove", denuncia lo stesso storico come appartenente al deep state americano, quindi arruolato come riserva per il controllo dei tradizionalisti, per cui la sua ipotesi è provata perchè don Elia non scriverebbe senza prove. Ma il fatto che il deep state tiri fuori i suoi migliori alleati in quanto appunto tenuti occultati è grave segno di debolezza: Aggiungo che anche monsignor Viganò se scrive certe notizie su deep state e su pseudopandemia è perchè ha le prove. Mai ha negato il virus diffuso dal laboratorio di Wuhan ma che sia una pandemia è falso: nel 2003 per la sars moriva il 3% dei malati, nel 2013 per la mers ne morivano 50 su 100, oggi l'1 per cento di anziani. Se non è stata dichiarata allora pandemia perchè oggi? I vaccinati che muoiono ed il contenuto genico degli stessi sono altrettanto provati e sono crimini contro l'umanità come dichiarare pandemia e bloccare i paesi e le persone agli arresti domiciliari per un falso allarme. Non denunciare queste cose da parte di un prelato è come non denunciare i crimini di Hitler: ma allora perchè si lanciano strali a Pio XII per la tardiva denuncia? Mi pare che i demattei del deep state siano in molti altri blog e siti onde dirigere il pensiero unico dove comanda il capo.
RispondiEliminaQui cito Fabrizio Giudici:
RispondiElimina...Si tenga presente che se si partisse dal principio che Viganò debba necessariamente dire tutto giusto e perfetto oppure tacere, saremmo all'assurdo.
Per quanto riguarda la politica, faccio presente un'osservazione che Ettore Gotti Tedeschi fece mesi fa, durante una diretta di Porfiri in cui si presentava un libro di Viganò: è stato nunzio apostolico negli USA (e non solo) e ha bazzicato gli ambienti che contano nella politica internazionale; non è certo uno che commenta cose che legge sui giornali.
Sulle questioni scientifiche quello che a me non piace molto è una scelta molto sbarazzina in certe espressioni (tipo la "farsa pandemica") che dovrebbero essere meglio articolate perché si prestano a critiche strumentali; ma il punto chiave, che mi pare sfugga ai critici, è che non esiste nessun fedele che critica la deriva politica della pandemia o il grande reset _perché lo dice Viganò e basta_: in realtà la dinamica è molto diversa, la gente si fa un'opinione su altre fonti e poi si ritrova nella sintesi di Viganò, che aggiunge una prospettiva escatologica (assente dalle altre parti). Chi poi la bolla sbrigativamente come "millenarismo" forse dovrebbe rileggersi un paio di articoli del CCC.
La farsa pandemica continua.
RispondiEliminaOggi, I luglio 2021, entra in vigore il green pass.
Chissà il professore com'è contento!
anonimo 14,48. Il green pass UE prevede che non si obbliga a vaccinarsi. Pare che nella traduzione italiana abbiano dimenticato proprio quel punto.
RispondiEliminaAvete letto l'articolo di De Mattei "George Soros e Alexander Dugin: due facce di una stessa medaglia?" ? Ma vi rendete conto?
RispondiEliminaMons. Viganò, quando parla di aspetti non eminentemente religiosi, con la sua forte personalità e la sua funzione istituzionale imprime ai medesimi un'indiscutibile impronta religiosa, che induce i suoi seguaci ad equipararli agli aspetti che religiosi lo sono davvero, in modo che tutto rimane sotto il medesimo cappello, tutto da credere de fide.
RispondiEliminamic ha detto:
RispondiElimina"[...] avvenuta ben due secoli prima della nascita della celebre "élite di cospiratori" (nel 1717)".
Non è così. Cabala, alchimia, esoterismi vari di origine pagana sono riemersi prepotentemente alla corte di Cosimo e Lorenzo de Medici ben prima e da lì si sono sparsi in tutta europa, in una nuova ondata post-medioevale. Ricordiamoci la scuola Neoplatonica di Marsilio Ficino, a cui apparteneva anche Pico della Mirandola e che fu un tentativo di sincretismo attuato su commissione dei de Medici (Ficino tradusse i dialoghi platonici dal greco e tanto altro materiale pagano-esoterico). A Firenze giunsero anche molti esuli di lingua greca dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453. Il 1717 è solo la data in cui tre delle consorterie esoteriche più importanti si unirono ufficialmente.
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RispondiElimina# Catacumbulus
Quello che lei dice è un classico stereotipo del "complotto massonico" a prescindere, ossia anteriore alla nascita della stessa Massoneria.
I circoli esoterici di cui lei parla avevano comunque un'impronta soprattutto culturale.
Non dirigevano la politica degli Stati. I neoplatonici fiorentini avevano un genuino interesse per la filosofia di Platone e per il neoplatonismo e ce l'avevano anche i Medici che favorirono la nascita dell'Accademia. Si doveva uscire in qualche modo dalle secche della Scolastica decaduta nel nominalismo e nel volontarismo di un Ockham, per esempio. L'interesse per l'alchimia e la cabala era diffuso ma, per quanto riguarda i platonici fiorentini e in particolare Pico non era concepito in antitesi al cristianesimo. Pico coltivava una visione utopica della filosofia, platonicamente intesa, quale mezzo per ascendere ad una conoscenza di tipo angelico, quella dei Serafini, che ci avrebbe fatto comprendere i misteri della vera fede (quella cristiana). Credeva di poter utilizzare anche la Cabala in questa sua utopica visione. Era convinto che la prisca sapienza dei popoli contenesse non gli elementi di una religione universale bensì elementi che conducevano tutti al cristianesimo, unica vera religione.
Forse bisognerebbe documentarsi meglio su Pico. Egli si spinse troppo oltre, nella fase iniziale del suo pensiero, e alcune sue proposizioni furono condannate come eretiche, altre come sospette d'eresia. Salvato dal carcere da Lorenzo il Magnifico, Pico, entrato in crisi, cominciò a subire l'influenza della potente personalità di Savonarola e a ritornare gradualmente ad una teologia non più platonica ma ortodossamente cristiana. Per impulso del frate, scrisse una articolata confutazione dell'astrologia, superstizione allora molto diffusa, opera che provocò molte polemiche ("In astrologos"). Pico difendeva l'astrologia seria, quella che studiava gli astri, e demoliva quella superstiziosa, degli oroscopi etc. (Nel 1453 era uscito il "De revolutionibus orbium coelestium" di Copernico, morto in quello stesso anno, un breve testo, che ha iniziato il mutamento radicale della nostra immagine del mondo.)
Inoltre, scrisse anche alcune opere contro i dotti ebrei che attaccavano le traduzioni della Bibbia dei LXX e quella latina di S. Girolamo.
Morì all'improvviso, a 31 anni, nel 1494, il giorno infausto nel quale Carlo VIII re di Francia occupava Firenze, dopo breve e dolorosa malattia, forse avvelenato dal suo segretario. L'esser diventato un seguace di Savonarola gli aveva procurato molti nemici.
Savonarola voleva che Pico, che aveva dato i suoi beni ai poveri, diventasse domenicano. Alessandro VI, allora regnante, tolse a Pico le censure del predecessore, nel 1493. Ma l'improvvisa morte pose fine al progetto di Savonarola.
Ridurre poi i Dialoghi platonici a "materiale pagano-esoterico" non è accettabile, per una persona colta.
PP
RispondiEliminaL'articolo di De Mattei su Soros e Dugin intesi come "due facce di una stessa medaglia"
Letto il commento di cui sopra, sono andato a leggermi questo articolo. A prima vista l'accostamento tra i due profeti e santoni di un nuovo mondo concepito in termini contrapposti può apparire singolare.
Ma l'accostamento un senso ce l'ha, se le idee di Dugin sono riportate in modo esatto (come credo sia, nonostante la sinteticità).
Entrambi vogliono veder realizzata la loro utopia (anche se di segno contrario) attraverso il "caos planetario" afferma De Mattei. Sia l'uno che l'altro "negano in modo radicale un ordine assoluto di principi". Sono entrambi anticattolici per vocazione, in quanto negatori dell'esistenza di una legge divina e naturale. La loro impostazione trasuda relativismo e nichilismo.
In ogni caso, a prescindere dall'interpretazione di De Mattei, che si può condividere o meno, le teorie politiche di Dugin sembrano abbastanza fumose, con la sua pretesa di fare una specie di sintesi fra comunismo e nazismo in chiave nazionalista russa ortodossa; un nazionalismo russo che sarebbe ora anche "euroasiatico".
Secondo DE Mattei, Dugin avrebbe in Evola uno dei suoi maestri.
Già basta questo, a mio modesto avviso, per tenersi, come cattolici e italiani, alla larga da "politologi" come Dugin, che sembrano i tipici rappresentanti di un concetto fasullo di "tradizione", di un cosiddetto spiritualismo imbevuto di prospettive esoteriche, filosoficamente senza autentiche basi, in realtà strumentale alla politica dell'attuale dirigenza russa, volta a recuperare la posizione di grande potenza mondiale offuscatasi con l'implosione dell'URSS.
PP
Farei un po' di critica alle fonti che De Mattei usa per parlare di Dugin, due autori che non sono certamente neutri nel presentare il filosofo, posizionandosi filosoficamente e politicamente all'opposto. Sarebbe conveniente vedere anche le loro fonti.
EliminaDugin poi non nega affatto l'ordine naturale divino, nè è "anticattolico" semplicemente è ortodosso (edinovjer per la precisione).
Il 1717 è solo la data in cui tre delle consorterie esoteriche più importanti si unirono ufficialmente.
RispondiEliminaNon penso sia un'affermazione da liquidare del tutto, al di là degli approfondimenti sui platonici e Firenze che, teatro importante in quell'epoca, non è l'unico teatro della storia e dello sviluppo di idee e poteri corrispondenti.
PP ha scritto: "Ridurre poi i Dialoghi platonici a "materiale pagano-esoterico" non è accettabile, per una persona colta".
RispondiEliminaPer quanto la mia sintetica frase possa risultare ambigua ("Ficino tradusse i dialoghi platonici dal greco e tanto altro materiale pagano-esoterico"), lei non ha dubbi nell'interpretarla in coerenza al suo incipit, nel quale mi attribuisce una posizione da (volgare) complottista che nulla ha a che vedere con il mio intervento (anche se poi è vero che io nella prospettiva di una teologia della storia non rifiuto a priori una certa visione "complottista", di cui dirò qualcosa in ultimo).
Mi sono limitato a far notare qualcosa di molto più rilevante e fondamentale, che, per di più, "materialmente" coincide esattamente con quanto lei afferma: il Rinascimento è innanzitutto un movimento amplissimo di recupero "culturale", che si distingue essenzialmente dall'originaria reazione anti-cristiana del fronte culturale pagano (gnosticismo dei primi 3-4 secoli cristiani, al cui apice può collocarsi la teurgia di Porfirio, Giamblico e Proclo; soprattutto di Giamblico [e poi di Proclo], la cui opera fondamentale in materia teurgica, nata da una polemica con il maestro Porfirio, fu non a caso tradotta dal Ficino che la intitolò: "I misteri degli egizi"), da cui però trae molto del proprio materiale culturale, proprio perché non si tratta più di "contrapposizione" del paganesimo al cristianesimo, ma del tentativo di operare un "sincretismo" (dovrebbe aver notato che ho usato proprio questo termine) da parte di cristiani (Ficino era sacerdote) dall'interno di una matura cultura cristiana.
Ovviamente, infatti, non c'è azione politica che possa manifestarsi ex abrupto, soprattutto con successo, senza essere radicata in una più ampia visione del mondo. Anche la rivoluzione francese fu preparata da almeno 50 anni di filosofia dei lumi, che costituì la larga base culturale di cui infine risultò imbevuta (e da cui fu corrotta) la stessa nobiltà e monarchia francese. Tra i tanti studi cito ad es. quello molto interessante in questo senso di Thomas Molnar, "La controrivoluzione", dove si spiega molto bene come emblematicamente si sviluppò e come venne malamente arginato da parte del fronte opposto il movimento culturale che sfociò nella rivoluzione stessa.
[segue]
Dunque quel mio "e tanto altro materiale pagano-esoterico" non voleva certo insinuare che i dialoghi platonici siano da considerarsi esoterici in senso stretto, anche se ben conosciamo l'influsso direttamente esercitato sul platonismo dall'orfismo. Tuttavia rimane come fatto rilevante e sempre degno di nota (naturalmente da approfondirsi, calandosi nei casi particolari) che il fiume carsico dell'esoterismo sincretista si colleghi sempre e in preferenza con la tradizione platonico-neoplatonica e con l'agostinismo (spesso in contrapposizione al tomismo) successivamente adottato (come reazione conservatrice nei confronti dell'aristotelismo fisico-metafisico) dai francescani. Ad es. Luca Parisoli ha sviluppato un'interessante analisi storiografica che collega il volontarismo di Scoto (poi sviluppatosi in Ockam) e dei francescani agostiniani in genere, a precise suggestioni provenienti dal mondo culturale ebraico.
RispondiEliminaParisoli avanza l'ipotesi che nell'ordine francescano abbia iniziato a diffondersi la conoscenza del Talmud in occasione della disputa parigina del 1240, quando Alessandro di Hales e altri maestri francescani parteciparono alla relativa commissione d'inchiesta. Ma sarebbe in particolare la metafisica di Scoto a presentare delle peculiarità dottrinali talmente sui generis, da suggerire addirittura l'ipotesi che il migliore paradigma interpretativo del suo pensiero sia quello offerto dalle moderne logiche paraconsistenti, le quali, sempre secondo Parisoli, al tempo di Scoto avrebbero avuto come proprio antenato, o come uno dei propri antenati, sia la logica giuridica talmudista che quella kabbalista (Luca Parisoli, La contraddizione vera. Giovanni Duns Scoto tra le necessità della metafisica e il discorso della filosofia pratica, Edizioni Collegio San Lorenzo da Brindisi, 2005).
Tutto ciò solo a titolo esemplificativo per fare rilevare che, a mio modesto avviso, la vera superficialità va forse attribuita a chi troppo facilmente stigmatizza come "complottisti" in senso deteriore e quasi canzonatorio (come fa De Mattei e come sembra fare qui PP), coloro che denunciano la necessità di studiare in modo molto più approfondito il legame che sempre ci fu nella cultura occidentale tra il fiume carsico delle gnosi esoteriche (con una "s" dalla preposizione greca "eso") e quello della cultura essoterica (con due "s" dalla preposizione greca "exo"), in questo costituendo la massoneria solo l'ultima forma di legame diretto all'esoterico per eccellenza (si vedano a questo proposito i ponderosi e documentatissimi studi di P. Paolo Siano sulla massoneria e la sua essenza luciferina). Nella Chiesa preconciliare questo legame era invece molto seriamente considerato e non tutto in tale ambito, mi pare, sia riconducibile a studi privi di rigore o bassamente polemici. Dunque se Mons. Viganò parlasse in grazia di un "sensus fidei" che, in riferimento a quanto ha potuto constatare da diplomatico, tenga conto di questi aspetti fondamentali (Satana esiste e non vedo perché, in quanto entità metafisica superstorica, non potrebbe riuscire a dare coerente continuità al suo odio rivoluzionario, in scimmiottesca imitazione di una Chiesa che si mantiene nei millenni), ciò non mi stupirebbe affatto e non ci vedrei nulla di assurdo. La fede e la teologia della storia che ne deriva, offrono il punto di osservazione più alto e panoramico.
Condivido le analisi di catacumbulus che esaminano la storia dall'eden ad oggi, ovvero dalla sua origine al suo termine. Sfociato nella massoneria da pochi secoli ma non solo, la piovra satanica che agisce attraverso metamorfosi varie anche multiple in contemporanea possiede da sempre tentacoli vari che cambiano nome e modo di individuare i propri servi diversi. La massoneria strettamente intesa è solo uno di questi tentacoli ma la sua radice risale al serpente originario, che ha usato nei secoli termini vari sempre collegati a magia, gnosi e satanismo.
RispondiEliminaPer conoscere i nostri nemici e ciò che hanno tramato contro di noi, cittadini e fedeli :
RispondiEliminahttps://gloria.tv/post/sm9SsotqN1pu3AsuBvYiYusJQ (gli uomini del potere, la loro campagna vaccinale, tamponi e tamponcini...)
RispondiEliminaReplica veloce.
La Massoneria speculativa nasce in Inghilterra nel 1717 nell'ambiente dell'intellettualità protestante. Sulla sua nascita ho letto l'ex-massone, se non erro: Bernard FAY, La massoneria e la rivoluzione intellettuale del secolo XVIII, tr. it. G. Perotti, Einaudi, 1945. Egli la ricollega alla "rivoluzione intellettuale del XVIII secolo" cioè alla mentalità illuminista in formazione, nonostante la passione della massoneria per i simboli, le iniziazioni etc., cose che piacevano molto ai nobili che vi partecipavano.
Non mi sembra la presenti come sorta di sintesi delle correnti esoteriche precedenti, risalenti con sicurezza al Rinascimento (ma bisognerebbe distinguere poi tra Umanesimo e Rinascimento, essendo il secondo la continuazione del primo ma non in tutto - nel Rinascimento c'è una tendenza "naturalista" che non compare ancora nel più spirituale Umanesimo - Gentile).
Possiamo trovare, credo, un'eredità dell'esoterismo precedente nella simbologia dei massoni moderni, che tuttavia si ispiravano ancora esteriormente al simbolismo delle corporazioni di liberi muratori del Medio Evo, del tutto ortodosse.
Il terreno di coltura della massoneria moderna è costituito dall'empirismo filosofico, non alieno da tratti razionalistici, di pensatori come John Locke, il quale alla fine del Seicento teorizzò il principio della tolleranza in campo religioso e la conseguente neutralità dello Stato in materia religiosa - insomma, quel principio di tolleranza che ritroviamo nelle costituzioni massoniche. Il lato razionalista del discorso si vede nella professione deistica, oltre che nella concezione contrattualistica del potere: Dio può per costoro esser concepito solo come ente di ragione che regna ma non governa, le religioni rivelate vengono ridotte a prodotto storico, contingente, buono a tenere a freno la canaglia (Voltaire) - il massone ligio alle leggi del paese le rispetterà, sempre che (si intende) sappiano stare al loro posto.
Troviamo qui una concezione della religione e della politica, dello Stato che era il risultato di un secolo e mezzo di agitazioni e poi rivoluzioni religiose e politiche in Inghilterra, grazie alle quali il vero cristianesimo era scomparso sostituito da una religione di Stato (anglicana) da un lato, dall'altro dalle conventicole rivoluzionarie di presbiteriani calvinisti e affini. Per por fine alle guerre di religione si imponeva il deismo, la tolleranza, sorretti anche dalla nuova scienza della natura (Copernico, Kepler, Galileo, Newton) che sembrava toglier autorità alla Bibbia, favorendo l'immagine del Dio dei Deisti, l'Architetto dell'Universo delle prime costituzioni massoniche.
Piuttosto che perdersi in c.d. "filoni carsici" (tenuti insieme dal Demonio, bella scoperta) preferisco cercare di inquadrare il fenomeno storico in (possibilmente) tutte le sue cause storicamente evidenti e documentabili, a cominciare dalle forze materiali e spirituali operanti in modo determinante nell'epoca stessa nella quale il fenomeno prende piede e si sviluppa.
Tra le cause dell'affermarsi della rivoluzione intellettuale del Sei-Settecento va anche messa la lunga decadenza della cultura cattolica, l'inaridirsi della Scolastica, il precipitare del cristianesimo in scismi ed eresie e infine in guerre di religione che portarono ad una divisione permanente sul piano religioso, che si doveva accettare se si voleva por fine al clima di guerra continua.
PP
PP ha scritto: "Piuttosto che perdersi in c.d. "filoni carsici" (tenuti insieme dal Demonio, bella scoperta) preferisco cercare di inquadrare il fenomeno storico in (possibilmente) tutte le sue cause storicamente evidenti e documentabili, a cominciare dalle forze materiali e spirituali operanti in modo determinante nell'epoca stessa nella quale il fenomeno prende piede e si sviluppa".
RispondiEliminaNon ho compreso cosa osterebbe, in ciò che ho detto, al procedere come dice lei, anche se noterei che attenersi solo e strettamente all'epoca stessa, mi pare molto miope. Non sono certo io a inventarmi sintesi teorico-storiografiche molto ampie e animate da principi che spaziano e rimangono validi su lunghi periodi, basterebbe citare Fabro e Del Noce.
Ho fatto solo dei cenni, ma mi paiono sufficienti a dimostrare che si possono legittimamente condurre ricerche del tipo che ho citato, senza doversi necessariamente votare al vago o al non documentabile. E senza escludere, ovviamente, ciò cui accenna lei, che, anzi, costituisce parte integrante di ciò che studio (le guerre di religione, Grozio, Pufendorf, Locke, Hobbes, ecc. e il cambio di paradigma riguardo alla "legge naturale" che divenne "diritti naturali": si veda Leo Strauss, Villey, fino al nostro Cubeddu, tanto per citare qualche nome).
Comunque, le dico francamente che il suo tono sempre altezzoso ("bella scoperta"), o almeno io lo percepisco così, non fa venire voglia di continuare la discussione.
RispondiEliminaRepliche notturne, sempre brevi
Le vaste sintesi storiografiche, non sono certamente contro di esse. Nel mio piccolo, credo di averne fatto anch'io. Ma dare la preminenza ai "filoni carsici", di tipo esoterico, significa riproporre, in chiave erudita,il sempiterno schema "cospirazionista", cercando di trasformare il "filone carsico" in fiume principale.
A lei il mio tono sembra altezzoso? A me non sembra. Le dico però che mi ha fortemente irritato il modo nel quale lei si è riferito a Platone, che non trovo degno. Vogliamo liquidare Platone come un fabbricante di "materiale pagano-esoterico"?
E circa Dugin: non sarebbe anticattolico perché "ortodosso" ossia edinovjer, sfoggio di termine russo (credo) incomprensibile ai più (ma perché non parli come magni? te lo dico alla romanesca, senza cattiveria). Gli "ortodossi" sono scismatici ed eretici, animati da sempre da una fortissima ostilità per il papato. PUnto. Negare il primato di PIetro non è eresia? Definirli anticattolici è perfettamente lecito e corrisponde ai fatti. Eventuali eccezioni individuali non fanno testo.
Con la scusa della "tradizione" da restaurare, i filoortodossi o ortodossi si infilano periodicamente nei commenti di questo blog. Il che è ottima cosa, se ci consente di controbatterli con il giusto spirito critico, in difesa della vera fede, quella cattolica (apostolica, romana).
Dugin lo conosco solo di seconda mano, adesso sto ordinando i suoi libri per documentarmi bene. Che sia un fanatico nazionalista russo, nazional-bolscevico, comunque non ci piove.
PP
Edinovjer significa che segue il rito pre-nikoniano ma è in comunione col Patr. di Mosca. E visto che chi cucina per me è russa, direi che parlo proprio come mangio.
EliminaNon nego che sia anticattolico, è semplicemente ortodosso e quindi combatte il primato romano e le altre tesi cattoliche che l'Ortodossia reputa eresie. È però molto sbagliato accostarlo all'anticattolicesimo di Soros, che è un anticristianesimo di ben altro stampo, o dire che non riconosce un ordine superiore.
Dugin poi non nega affatto l'ordine naturale divino, nè è "anticattolico" semplicemente è ortodosso
RispondiEliminaCiò basterebbe per dire che è anticattolico. Poi c'è tutto il resto. Francamente devo poi dire che, pur considerando gli ortodossi scismatici ed eretici (di fatto vedo che c'è chi si ostina a non farlo), ho per loro una considerazione sufficiente a ritenere che Dugin non abbia niente a che spartire con loro, se non le rivendicazioni politico-imperialistiche. Dugin è uno dei tanti personaggi oscuri e gnostici che stanno cercando di infiltrarsi ovunque nelle fila di chi si oppone contro il mondialismo.
Credo che tutte le commistioni 'passive' cioè di coloro che ravvedono in quello che hanno visto e/o udito segni di una comunanza con il Cattolicesimo doc, dipendono dal fatto che il cattolicesimo non è più da tempo quello che era e che moltissimi vorrebbero che ancora fosse. Allora con una sorta di respirazione bocca a bocca si cerca di rianimare quel corpo cattolico che giace a terra come morto con il proprio respiro.Questo forse è capitato e capita anche a me. Pronto soccorso comunque pertinente o vana illusione estranea?
RispondiEliminaPP ha scritto:
RispondiElimina"Le dico però che mi ha fortemente irritato il modo nel quale lei si è riferito a Platone".
Ficino ha tradotto i dialoghi platonici, che costituiscono un'ingente parte del materiale che ha contribuito a diffondere nell'Occidente latino, insieme a tanto altro materiale, il quale (quest'ultimo) spesso di matrice pagano-esoterica (ho fatto l'esempio di una delle poche, ma fondamentali, opere di Giamblico). Così è più chiaro ciò che in una frase sintetica (e involontariamente ambigua) intendevo dire?
Se non basta, le dico che ammiro profondamente Platone, che è stato un vero e grande filosofo, anche se gli preferisco Aristotele e anche se constato che il lato esoterico-gnostico (che costituisce un'enorme parte della cultura occidentale e che può giungere a secolarizzarsi anche in forme di razionalismo estremo, solo apparentemente razionali: mi provi a spiegare lei l'attualismo di Gentile senza dover derogare, come lo stesso Gentile afferma, alla logica aristotelica della contraddizione, che è la base della genuina razionalità) riemerge quasi sempre dal lato della tradizione platonico-neoplatonica.
Ma non è stato accostato all'anticattolicesimo di Soros: è stato detto che è anticattolico in modo diverso da Soros. Nel'articolo citato di De Mattei (che condivido) sta scritto:
RispondiEliminaDugin si presenta a sua volta come l’anti-Soros, ma ha in comune con lui la radicale negazione di un ordine assoluto di princìpi.
La gnosi e il caos si presentano in forme anche antitetiche tra loro, ma hanno in comune l'avversione per Cristo e la Chiesa.
RispondiElimina# Unam Sanctam
Grazie per la spiegazione. Ma perché un pubblico cattolico come si suppone che sia quello di questo blog dovrebbe sapere che cosa significa "edinovjer"? Lei si è degnato di spiegarlo solo dopo il mio intervento. Va bene che lei è o si è fatto ortodosso (è una moda che sta prendendo piede tra i cattolici che fuggono di fronte allo sfacelo della Chiesa) ma non è corretto sul piano dell'informazione tentare di far passare terminologie della setta scismatica sua come se fossero conosciute qui da noi. E lei continua, anche nella spiegazione, dato che termini come "rito pre-nikoniano" a noi cattolici nulla dicono. Né si vede perché dovrebbe importarci con chi sia o non sia in comunione pinco pallino "ortodosso".
Se poi chi cucina per lei è russa, le consiglio di cambiar cuoca e di assumerne di nuovo una italiana. La nostra cucina è sicuramente più leggera di quella russa. Sempre che non voglia insegnare il cucinare italiano alla cuoca russa.
NB. Le tesi cattoliche "che l'Ortodossia reputa eresie", da lei citate, sono verità di fede, credo, se non tutte alcune di sicuro. L'Ortodossia è il nome rimasto a questa setta, famosa per il suo modo di imbalsamare la Tradizione. Così usano ancora come calendario liturgico quello giuliano (vero o no?) pur sapendo che dal punto di vista astronomico è del tutto sbagliato. Ma hanno riti lussureggianti, anche se un po' lunghi. Bello, certamente, poi però ammettono il divorzio. E allora, ci consoliamo coi riti, i canti e le candele, l'incenso, dopo aver negato il dogma dell'indissolubilità del matrimonio, stabilito da Nostro Signore in persona?
PP
Magari avessi la cuoca... cucina la suocera, che non posso certo cambiare. Poi la cucina russa mi piace, mentre l'olio d'oliva mi provoca reazioni poco piacevoli.
EliminaIl rito pre-nikoniano è il rito precedente a delle riforme compiute nella seconda metà del 1600 dal Patriarca Nikon, per avvicinare alla prassi greca il rito russo.
Credo che tutto ciò dovrebbe importare quanto meno per cultura, come a me ortodosso interessa la situazione canonica della FSSPX. Ho sempre creduto che questo interesse universale per la cultura fosse proprio del vero studioso, al di là della mia propria fede religiosa.
Per la polemistica dommatica questa sede è un po' scomoda. A partire dal fatto che oggi per noi è il 21 giugno e questo blogger riporta il 4 luglio...
Mi scuso con Mic per averle occupato tutto questo spazio e mi ritiro.
RispondiElimina# Catacumbulus
Prendo atto del fatto che anche lei prova il giusto rispetto per Platone.
Bene.
PP
PP ha scritto: "[...] dare la preminenza ai "filoni carsici", di tipo esoterico, significa riproporre, in chiave erudita,il sempiterno schema "cospirazionista", cercando di trasformare il "filone carsico" in fiume principale".
RispondiEliminaEgr. Professor Pasqualucci, mi creda, non si tratta di un finale irenico/ironico condito da un tentativo di captatio benevolentiae, se le dico che sono certo che avrei solo da imparare da lei (e se fosse mai possibile, mi farebbe molto piacere poterla incontrare di persona). Tuttavia mi sembra che tra un "dare preminenza" e un "non escludere a priori" ci sia una notevole differenza. Quando mai ho affermato che bisognerebbe dare preminenza? Incominciamo a prendere atto (anche nel senso di non denigrane per partito preso lo studio serio) del rilevantissimo fenomeno rappresentato dalla cultura gnostico-esoterica, senza sottovalutarne a priori le possibili relazioni sostanziali con ambiti rilevanti della cultura essoterica. In realtà il problema forse più serio è che la grande maggioranza degli studiosi eruditi di queste materie, appartengono a loro volta in primis al tipo antropologico avente forma mentis esoterica...
Penso di avere trovato il motivo. Monsignor Viganò ha invitato al convegno da lui organizzato , tra gli altri, i seguenti ospiti:
RispondiEliminaAlexandr Dugin, Massimo Viglione, Aldo Maria Valli, Francesco Lamendola, don Curzio Nitoglia.
Per la parte scientifica: Robert F. Kennedy Jr, Silvana De Mari, Stefano Montanari, Giulio Tarro.
Opss, De Mattei non c'era.
RispondiElimina# Unam Sanctam, "tutto ciò dovrebbe importare quanto meno per cultura.."
La cultura qui è solo un alibi o un paravento. Tant'è vero che "l'ortodosso" nelle sue indagini "culturali" sul rito cattolico appena può RIfilA critiche maligne ai papi del passato e in particolare a Pio XII, che gli scismatici cercano di rappresentare come un distruttore della liturgia cattolica, nientedimeno.
IN effetti mantenere ancora il calendario giuliano sembra un po' anacronistico, visto che è un calendario astronomicamente impreciso. Bisogna allora distinguere tra vera e falsa tradizione.
Dalla "spiritualità" ortodossa o bizantina che dir si voglia possiamo sempre apprendere, considerandola nelle sue forme migliori (e non certo nelle peggiori, quelle di tipo popolare-superstizioso, che p.e. ad un certo punto abbondarono alla corte dell'ultimo zar, per la disgrazia della Russia.) Per questo, si trovano anche tra calvinisti e luterani individui di grande fede e dottrina e di vita intemerata, dai quali si può sicuramente apprendere. E anche tra i mussulmani, uomini molto pii, che non farebbero male ad una mosca.
Va invece respinto in ogni modo il tentativo dell'eretico e scismatico di farsi passare per cattolico tradizionalista, lucrando sulla sventurata involuzione liturgica dell'attuale Gerarchia cattolica; "tradizionalista" che però, guarda caso, se la prende poi in particolare con Pio XII.
PP
RispondiElimina# Catacumbulus
Grazie delle immeritate lodi. Sono troppo vecchio per incontrare giovani studiosi.
Non critico tanto lei quanto un indirizzo di pensiero, un metodo. Il che non significa, ovviamente, che non si debbano indagare certi filoni.
Non credo comunque che questa discussione interessi più di tanto la maggioranza dei lettori, essendo diventata troppo specialistica.
Sul punto da lei richiamato mi limito a dire, ma senza aprire alcuna discussione, che bisognerebbe chiarire bene che cosa si intende con "cultura gnostico-esoterica".
Anzi, con il concetto stesso di "gnosticismo", che oggi si tende ad applicare un po' a tutto il pensiero moderno, in generale. Il che secondo me non è storicamente corretto.
Io insisto sempre sulla necessità (affermata dal pensiero storico più autorevole) di cogliere il fenomeno storico nella sua specifica individualità, salvo poi scomporlo nei suoi filoni, che vengono da dentro e da fuori, secondo una precisa gerarchia.
PP
Penso di avere trovato il motivo. Monsignor Viganò ha invitato al convegno da lui organizzato , tra gli altri, i seguenti ospiti:
RispondiEliminaDa quanto ho capito Viganò non ha organizzato il convegno, era solo uno degli invitati. Nella locandina dell'evento leggo che i moderatori erano Lorenzo Maria Pacini e Corrado Ruini: suppongo che siano anche gli organizzatori.
Bisognerebbe sapere chi c'è dietro.
RispondiEliminaVeneziatoday lo presenta così:
«Al grande reset rispondiamo con un grande risveglio»: il motto del 1° Festival di filosofia "Antonio Livi" è lo slogan lanciato dal pensatore russo Alexander Dugin, poi ripresa da monsignor Carlo Maria Viganò, che lancia l'evento organizzato a Venezia per il 30 maggio 2021 nel quale i due grandi esponenti dell'attualità politica e religiosa saranno tra le punte di diamante degli ospiti invitati."
Viganò ha porto il saluto introduttivo.
Gli enti organizzatori risultano essere:
ORGANIZZATORI E PATROCINANTI
Il Corriere delle Regioni – Free Health Academy
Istituto Studi delle Venezie – Accademia Adriatica di filosofia “Nuova Italia”
Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)
Unidolomiti (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno
Confederazione Triarii.
Alla Confederazione dei Triarii ha dato vita il prof. Viglione.