Provocazione per Latinista se ancora ci legge o per qualunque latinista nei paraggi... Qui l'Indice degli articoli sulla Latina lingua
Il latino: dopo averlo abolito
ora lo hanno ammazzato
Alcuni giorni fa, nella giornata dedicata alle persone anziane, è stata indirizzata al pubblico dall'Episcopus Urbi una breve allocuzione in latino dal tenore alquanto sgrammaticato. A mio modesto avviso queste sgrammaticature non sono casuali, ma stanno soltanto a significare come, allorquando ci si voglia rivolgere a dei cristiani "fai da te", risulti appropriato ricorrere ad un "latino fai fa te". Analogamente, credo si debba logicamente concludere, anche in relazione all'ultimo motu proprio alquanto sgangherato nella sostanza teologica e nella forma canonistica; un atto, per l'appunto, che anch'esso deve intendersi come esclusivamente rivolto ai "cristiani fai da te", assolutamente non coinvolgendo, nel proprio precetto, tutte le altre categorie di credenti... (Michele Gaslini)
O veramente quegli è assai poco saputo e prestante in Gramatica (in sentimento di Lingua Latina), il qual piuvicò quell'ambasciata - virtuale - in iscambio e nome del Papa.
RispondiEliminaL’Episcopus Urbis traduce con Google.
RispondiEliminaMa d’altronde non sa nemmeno l’italiano.
Oddio, in realtà non sa niente.
Come mai su questo blog non c'è l'ultimo intervento di Mons. Viganò sul Motu Proprio TC? Intervento magistrale che contiene un mirabile parallelo tra società religiosa e società civile quasi ha dimostrare la perfetta integrazione tra la chiesa del CVII e il mondo: una nuova religione allora è sorta. Alessandro da Roma.
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2021/07/31/mons-vigano-commenta-il-motu-proprio-traditionis-custodes/
Perché l'ho programmato per domattina...
RispondiEliminaIllorum brevissima ac sollicitissima aetas est qui praeteritorum obliviscuntur, praesentia neglegunt, de futuro timent: cum ad extrema venerunt, sero intellegunt miseri tam diu se dum nihil agunt occupatos fuisse (Sen. De brevit. vitae, XVI, 1).
RispondiEliminaBrevissima e ansiosissima è la vita di quelli che dimenticano il passato, non curano il presente, temono il futuro: giunti all'ultima ora, tardi comprendono, infelici, di essere stati tanto tempo occupati a non far nulla.