La Federazione Una Voce ha pubblicato un annuncio sul quotidiano italiano a grande diffusione La Repubblica, oggi, domenica 4 luglio. Precedenti, a partire da qui.
Vivere la fede, vivere il futuro
La forma straordinaria del rito romano.
Dichiarazione della Federazione Internazionale Una Voce
clicca sull'immagine per ingrandire |
Nel 2007 il Motu proprio Summorum Pontificum ha riconosciuto la vitalità della liturgia tradizionale, la libertà dei sacerdoti di celebrarla e dei fedeli di richiederla. Questo ha portato ad un continuo aumento di celebrazioni della Messa latina antica e dei suoi frutti spirituali.
Nel corso del 2020 la FIUV ha condotto a livello mondiale una indagine rivolta ai fedeli in merito all’attuazione del Summorum Pontificum. Da questa indagine, che raccoglie i risultati di 364 diocesi in 52 paesi, abbiamo rilevato:
- La Messa latina antica è profondamente apprezzata da gruppi di fedeli di tutte le età, specialmente da famiglie con bambini, da giovani e convertiti, presenti in tutti gli ambienti sociali e culturali, in tutti i continenti e in un numero di paesi in continuo aumento.
- La maggiore disponibilità di questa Messa ha favorito in molte aree la normalizzazione delle relazioni tra i fedeli che vi aderiscono e i loro vescovi, relazioni sempre più caratterizzate da comprensione e rispetto reciproci.
Inoltre abbiamo notato che, contrariamente alla precedente politica della Santa Sede, all’interno della Chiesa ancora permangono persone, compresi alcuni vescovi, che vorrebbero vedere la forma straordinaria del rito romano esplicitamente soppressa, o almeno limitata con ulteriori restrizioni. Per questa ragione, la FIUV, in considerazione dei fedeli che aderiscono alla Messa in latino, sente il dovere di esprimere la propria opinione, incoraggiata dalle esortazioni di papa Francesco ai membri della Chiesa di usare parrhesia con l’umiltà necessaria.
La crescita d’interesse verso la liturgia tradizionale non è dovuta alla nostalgia di un tempo che non ricordiamo, o a un desiderio di rigidità: si tratta piuttosto di aprirsi al valore di qualcosa che per la maggior parte di noi è nuovo, e ci ispira la speranza. Papa Francesco ha caratterizzato la liturgia antica in termini di “senso dell’adorazione” (Conferenza stampa del 28 luglio 2013), possiamo applicare ad essa le sue parole: una “storia viva che ci accoglie e ci spinge in avanti” (Evangelii Gaudium 13).
Oggi desideriamo soltanto far parte di quella “grande orchestra” di “unità nella varietà” che, come ha detto papa Francesco (Udienza generale del 9 ottobre 2013), riflette la vera cattolicità della Chiesa. Il Motu proprio Summorum Pontificum continua a trasformare i conflitti del passato in armonia: noi vogliamo che possa continuare a farlo.
Felipe Alanis Suarez, presidentewww.fiuv.org
Personalmente una botta al cerchio ed una alla botte, proprio no. No no.
RispondiEliminaAnche a me non piace. Ma chissà se sono stati abili ad estrarre alcune espressioni commestibili; quasi a dire: se non vuole smentirsi?
RispondiEliminaDon Felipe Suárez: son dos religiones distintas y cada Misa, la Tridentina como el Novus Ordo, marcan la diferencia, por eso la quieren abolir.
RispondiEliminaMi pare proprio che mic interpreti correttamente.
RispondiEliminaDevo però constatare che gli atti del Papa attuale non sono caratterizzati dalla coerenza, e quindi proporgli di essere coerente è più la predisposizione di una critica e di una delusione che un tentativo di influire sulle sue scelte.
Volevo diffonderlo, ma no lo avevo ancora letto. Dopo aver letto, ho deciso (almeno per ora) di soprassedere. Non ne condivido quasi nulla. Se avrà delle conseguenze (non ci credo neppure se lo vedo) temo che il rimedio sarà peggiore del male. Lo spirito "siamo dei poveretti che vogliono solo andare c'amore e d'accordo con i loro vescovi" lo si legge in sottofondo .
RispondiEliminaIt is clear that a Pope would have the power, the juridical authority, to suppress the TLM (pace fans of Quo primum), but he clearly would not have the moral authority to do such a thing. It would be a “grave moral offense against charity”.
RispondiEliminaSant' Antonio Maria Zaccaria Sacerdote
RispondiElimina5 luglio
Dovete correre come pazzi!. Parla così un prete ad altri preti. E quelli davvero corrono, all’epoca sua e dopo: anche nel terzo millennio. "Correre verso Dio e verso gli altri", precisa: questo chiedono i tempi. Lutero mette interi popoli contro la Chiesa: cosa gravissima.
Ma sono un disastro anche molti cattolici in terre cattoliche: pastori miopi, ignoranza religiosa, fede di superficie... Vivaci gruppi cristiani già lottano per riformare la Chiesa “dal di dentro”. Ed eccone uno qui, che spinge a “correre”. E’ Antonio Maria Zaccaria, di famiglia cremonese.
Perde il padre a pochi mesi dalla nascita. Sua madre ha 18 anni! E lo educa lei, tenera e coraggiosa, tra le guerre e il declinare delle fortune familiari. Antonio nel 1524 si laurea in medicina a Padova. Ma poi, tornato a Cremona, eccolo occupato a spiegare Vangelo e dottrina a grandi e piccoli. Deve farsi in quattro, perché i tempi sono tristi e i buoni preti sono pochi. Allora si fa prete lui, consacrato nel 1528. Sta già correndo.
Cappellano della contessa Ludovica Torelli, la segue a Milano nel 1530. E qui accelera, trovando sostegno nello spirito d’iniziativa di questa signora e in due amici milanesi sui trent’anni come lui: Giacomo Morigia e Bartolomeo Ferrari. Rapidamente nascono a Milano tre novità, tutte intitolate a san Paolo, il “suo” apostolo (che deve avergli dato l’idea della vita come corsa).
Già nel 1530 egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo: uomini della riconquista attraverso il sapere, attraverso la Parola di Dio riportata a tutti nei luoghi più diversi, alla gente più diversa. Milano li chiamerà Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi vengono le Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori clausura, apostole a 360 gradi come i Barnabiti, a contatto col popolo. San Carlo Borromeo ne sarà entusiasta, ma il Concilio di Trento prescriverà loro il monastero. S’interrompe una grande esperienza, seme di future realtà. Terza fondazione: i Maritati di San Paolo, con l’impegno apostolico costante dei laici sposati. La predicazione vivacissima scuote, sorprende, ravviva la fede in molti; e provoca due denunce contro il fondatore: come eretico e come ribelle. Lui ora corre a Roma. Per due processi, con due trionfali assoluzioni.
Ora lo chiamano anche a pacificare le città: e durante una di queste missioni, a Guastalla, il suo fisico cede. Lo portano a Cremona, dove muore a poco più di 36 anni. Nel 1891 il corpo sarà traslato a Milano in San Barnaba, e nel 1897 la Chiesa lo proclamerà santo. A lui si devono anche le Quarantore pubbliche, con esposizione del Santissimo Sacramento, e i tocchi di campana ogni venerdì alle 15, che ricordano l’ora della morte di Cristo.
Domenico Agasso
http://www.santiebeati.it/dettaglio/28100
Che un'associazione di fedeli laici, riconosciuta ufficialmente dalla Santa Sede, sia costretta ad acquistare una pagina di un quotidiano iperlaicista e anticattolico per far giungere al papa le proprie ragioni, dimostra solo quanto la sbandierata "comunionalità" (neologismo orribile e vacuo, ma tanto caro ai progressisti) e la sinodalità siano solo paraventi per coprire la più spudorata autocrazia del clericalismo neomodernistico oggi imperante a tutti i livelli ecclesiali. C'è una questione, la liturgia antica, che nel mondo riguarda centinaia di migliaia di fedeli laici cattolici e il papa ed i vescovi nell'affrontarla cosa fanno? Escludono totalmente i fedeli laici direttamente interessati, non solo da ogni processo decisionale, ma pure da ogni consultazione preliminare. E le belle parole papali secondo le quali è questo il tempo dei fedeli laici e della loro partecipazione alla "sinodalità"? Belle parole, appunto, per coprire una spietata autocrazia. E Insomma, per i modernisti la messa è roba da vescovi. I laici non si azzardino neppure a dire una sola sillaba. Questa è la bella "chiesa conciliare": dialogante e miserikordiosa!
RispondiEliminaIl papa NON E' il padrone della Chiesa o della liturgia. I suoi poteri non possono spingersi fino ad intaccare il depositum fidei et traditionis. La liturgia appartiene alla tradizione e, in quanto tale, E' SUPERIORE al papa il quale la può adattare, non cambiare, stravolgere o proibire!!!!! Il papa che lo facesse andrebbe IPSO FACTO contro la Chiesa e quindi decadrebbe dal suo mandato.
RispondiEliminaDon Nicola Bux : IL DISSENSO SULLA NATURA DELLA LITURGIA - Messina 19 Giugno 2021
RispondiEliminaScuola Ecclesia Mater IPC
https://www.youtube.com/watch?v=CosIZiYa6Kk
Scuola Diocesana Formazione Teologica di Base
Don Nicola Bux: "Il Dissenso sulla natura della liturgia
19 Giugno 2021
Parrocchia Santa Maria di Gesù - Ritiro
Ma quanti e quali cattolici leggono Repubblica?
RispondiEliminaLa maggior parte progressisti, curia compresa!
https://m.youtube.com/watch?v=fHlj8hIzhrU&feature=youtu.be
RispondiEliminaCardinal Robert Sarah reminds us that try as they might, the hyper-Modernists will never succeed in suppressing or banning the traditional Mass, and that they have no authority to do so.
Sarah: «Benedicto XVI será recordado como el Papa del "Summorum Pontificum", de la paz litúrgica»
RispondiEliminahttps://www.religionenlibertad.com/personajes/44929980/sarah-benedicto-papa-summorum-pontificum-paz-liturgica.html
https://www.churchmilitant.com/news/article/latin-mass-clergy-rebuff-bishops-blackmail
RispondiEliminaThe Latin Mass has a special pastoral power the Church should deploy, not restrict.
RispondiEliminaCome ora si tocca con mano il VO non può dispiegare naturalmente la sua santità se è posto in un mare di modernismo, post modernismo già cangiante in transumanesimo, che naturalmente tendono a sopprimerlo o confinarlo in una riserva indiana. Occorre riportare l'ambiente antropologico in cui il VO nasce, vive ed è vissuto nei secoli alla stessa coerenza che il cattolico ebbe con Dio, Uno e Trino, in ogni ambito della sua vita terrena. E' questo legame dell'essere umano con Dio, Uno e Trino che deve essere rivitalizzato, curato in ogni sua espressione pensata ed agita delle quali il VO è fondamento e culmine.
RispondiEliminaIn altre parole la vita che è la luce degli uomini non può risplendere se le tenebre accolgono sempre e solo ombre e non accolgono mai la luce.
Benedetto XVI e l’opera meravigliosa svolta da San Benedetto per la formazione della civiltà europea
RispondiEliminaL'11 luglio 2010, in occasione dell'Angelus recitato nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, località tanto amata dal Papa, Benedetto XVI parlò del significato della parabola del buon samaritano e del concetto di prossimo. Ricordò anche la luminosa e straordinaria figura di San Benedetto XVI, Patrono del monachesimo occidentale e fondatore della civiltà europea. raffaelablog
https://gloria.tv/post/kRwb3QveuCTb2xaFwrC9oMGHb
Il Card.Pell in primo piano.
Dalla TV sembrava così grande questo cortile..,visitandolo da turista m'e' apparso così piccolo e.."vuoto"senza l'augusta presenza del Pontefice.
Cooperatores Veritatis
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=JD-XK4fFfvc&list=PLjmINGketxQbLw8hGUq1hkNrX9PaBL7wO&t=10s
La storia è la narrazione degli eventi della battaglia fra le forze del bene e quelle del male. Sappiamo che il Bene ha già vinto, come il Signore ci ha detto, eppure nonostante questa consapevolezza, di fronte all'avanzare del male, pare che non riusciamo più a vedere la storia con gli occhi del Vangelo. Dio ha tutto sotto controllo e non c'è complotto, vero o falso che sia, che Egli non conosca e che non possa smascherare e riportare a suo vantaggio. D'altronde, il progetto -- questo sì che è vero -- di distruzione della famiglia è già stato smascherato e abbiamo la promessa della Vergine di Fatima che il suo Cuore Immacolato trionferà.