La cappella cattolica situata all’interno del complesso dell’ambasciata italiana, che costituiva un punto di riferimento per pochi cristiani del Paese, è stata chiusa già nel 2020 assieme all’intero complesso a causa dell’emergenza coronavirus (notizia data all'Agenzia Fides da padre Giovanni Scalese, sacerdote barnabita officiante nella cappella). Mentre queste sono ore di angoscia per chi in quella terra vive di nascosto la propria fede in Gesù mentre gli islamisti si sono insediati senza incontrare resistenza.
Da Roma, l'esule che ha raccontato in un libro gli orrori dei talebani e la sua odissea descrive l'angoscia di queste ore tra chi vive di nascosto la propria fede in Gesù mentre gli islamisti avanzano senza incontrare resistenza: "A Kabul un capofamiglia cristiano è già scomparso nel nulla. Non lasciate solo questo Paese".
Roma (AsiaNews) - Nell'Afghanistan che precipita di nuovo nelle mani dei talebani cresce l'apprensione anche per i cristiani che vivono in modo clandestino la propria fede. Mentre le milizie islamiste, dopo aver conquistato ieri anche Herat e Kandahar, avanzano verso la capitale, da Roma Ali Ehsani - esule afghano che nel libro “Stanotte guardiamo le stelle” ha raccontato l'orrore dei talebani e la sua personale odissea - si fa voce dell'angoscia di una delle famiglie dei cristiani nascosti di Kabul che in queste ore ha visto sparire nel nulla il proprio capofamiglia.
Non cita nomi per non mettere in pericolo altre persone; ma in questa storia con riscontri precisi Ali Ehsani, oggi 32enne, rivede le sue sofferenze di bambino che negli anni Novanta, da un giorno all'altro, si ritrovò a otto anni con la casa distrutta e senza quei genitori che gli avevano parlato di Gesù, pur tra mille raccomandazioni di non dire nulla a nessuno.
“Questa famiglia di Kabul con cui sono in contatto - racconta - da due giorni ha perso il padre: uscito di casa non vi ha più fatto ritorno. Le violenze dilagano anche nella capitale; devono aver scoperto che era cristiano e lo hanno colpito. La moglie e i cinque figli ora hanno ancora più paura, si spostano di zona in zona, vogliono lasciare il Paese ma non hanno nessuno che li aiuti. Sto cercando un canale umanitario che si mobiliti per loro, vorrei far conoscere questa storia a papa Francesco”.
Quella dei cristiani a Kabul è da anni una presenza forzatamente solitaria. “Questa famiglia è di origine turkmena - spiega Ehsani - come lo sono io. Ci siamo conosciuti su Whatsapp attraverso un altro studente afghano che vive qui a Roma. Anche lui è cristiano, ma ci è voluto molto tempo prima che trovassimo il coraggio di raccontarcelo a vicenda. A Kabul non ci sono chiese, così qualche settimana fa ho provato a collegare questa famiglia in videochiamata con una Messa qui in Italia. Erano felicissimi. Da 15 giorni, però, il clima era già cambiato, si sentivano in pericolo”.
“Vedere quanto sta accadendo in Afghanistan - aggiunge ancora Ali Ehsani - per me significa tornare a fare i conti con le ferite della mia vita. A Kabul ricordo benissimo gli altri bambini che per mettermi paura dicevano: 'Andiamo a chiamare i talebani'. Oggi li rivedo distruggere la vita di persone che non hanno nulla, tagliare le gole davanti ai parenti: che razza di umanità è questa?”.
Di qui il suo appello: “Non lasciate solo l'Afghanistan. Il governo centrale non è in grado di controllare la situazione e dall'altra parte i talebani hanno Paesi che li sostengono: Pakistan, Iran e la stessa Cina li aiutano economicamente, materialmente e politicamente per cancellare la presenza dell'Occidente a Kabul. Le notizie sui funerali dei pakistani uccisi combattendo in Afghanistan si trovano con facilità sui media locali. Mentre le atrocità nei confronti dei civili si moltiplicano: nelle province occupate i talebani intimano alle ragazze dai 14 anni in su di presentarsi per essere 'donate' ai guerriglieri. La comunità internazionale non può rimanere indifferente, deve muoversi con sanzioni contro chi sostiene i talebani. Anche in Afghanistan ognuno deve poter vivere in pace, libero di esprimere la propria fede”.
Quella fede da lui ricevuta proprio a Kabul: “I miei genitori - ricorda - mettevano sempre un piatto in più a tavola per gli ospiti. Io dicevo loro: 'Siamo poveri, come facciamo a ospitare?'. Mio padre rispondeva: 'Gesù condivideva tutto con gli altri'. Allora io chiedevo: 'Chi è Gesù?'. E lui diceva: 'Noi siamo cristiani'. E non aggiungeva altro”.
Giorgio Bernardelli, AsiaNews 13 agosto 2021
Non credo ci siano più molte differenze tra l'Afghanistan e l'occidente in quanto a persecuzione religiosa nei confronti dei cattolici. Una religione trascendentale, benché antitetica alla nostra e permeata di puro dominio e coercizione ha sconfitto il vuoto occidentale, fatto di individualismo, capitalismo, transumanesimo, alienazione umana, etc... dovrebbe far ben sperare ai pochi cattolici rimasti: possiamo anche noi sconfiggere il vuoto che ci circonda e riprendere in mano (leggasi provare a salvare noi stessi e chi ci sta intoni) la società o quel che ne resta. Credere in un dio trascendentale ha dato loro la volontà di combattere contro i ben piu ricchi ed equipaggiati occidentali. Quindi perché questo articolo su questo sito?
RispondiEliminaSiamo consapevoli che anche l'occidente e la sua civiltà agonizzante ha i suoi talebani, nella 'cancel culture' e nel transumanesimo ad esempio.
RispondiEliminaMa siamo altrettanto consapevoli che il vuoto dell'occidente non ci appartiene. Mentre, se non siamo in grado di contro-combattere con le stesse armi materiali, ci è riservata una lotta che, sul piano spirituale,non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Sul piano materiale ci resta la libertà interiore e la possibilità di far circolare idee e pensieri e aspirazioni su molti fronti, che partono dalla realtà nella quale ci è dato vivere in questo nostro tempo.
E le parole, se hanno la luce della Verità, generano fatti... Alla fine ciò di cui ci dobbiamo preoccupare è tralasciare le parole inutili e pronunciare, anche scrivendo, quelle che vengono da cuori redenti.
RispondiEliminaOggi La Verità titola: "Il burka ci fa schifo a Kabul, ma in Europa ci va benone."
RispondiEliminaQuei dominatori dominano questo mondo, non l'altro dove speriamo tutti un giorno di andare se meritevoli. Il Vangelo lo annunciamo qui, non di la. La "lotta cristiana" è duplice: sul piano spirituale e su quello materiale. Altrimenti perchè il banco di prova su questo piano carnale? Siamo cattolici non catari.
RispondiElimina«Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava» Manuele II Paleologo.
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RispondiEliminaBiden comincia ad esser messo sotto accusa dall'opinione pubblica, anche da parte di quella democratica.
Chi, vivendo all'estero anche se in Europa, ha potuto ascoltare alla radio stamattina le ultime notizie dall'America ha appreso che l'opinione pubblica americana, pur favorevole al ritiro dall'Afghanista, è rimasta scioccata dall'inefficienza e dal caos esplosi. La popolarità di Biden è fortemente in ribasso e alcuni esponenti democratici cominciano a criticarlo, pretendendo inchieste. Biden ha per la prima volta rilasciato un'intervista a domande e riposte. Ha difeso la sua politica, dicendo, che, vabbè, si sapeva che ci sarebbe stato caos ma la ritirata era inevitabile. Dichiarazioni incredibili per un capo di Stato. Ma sembra che nel Paese ci siano addirittura più di 10.000 cittadini americani da rimpatriare. L'esercito americano si è rafforzato attorno all'aeroporto di Kabul, conta, pare, circa 6000 uomini, per gestire il ponte aereo di smaltimento. Ma per arrivare all'aeroporto, bisogna passare attraverso i posti di blocco dei Talebani. Una situazione estremamente ingarbugliata. Biden ha detto adirittura che rafforzerà la presenza militare usa, se necessario, prolungandola anche oltre il 31 agosto, data ultima per l'abbandono del paese. Biden ha creato una situazione che più ingarbugliata non potrebbe essere, anticipando il ritiro contro (pare) l'opinione dei militari. Adesso dovrà rimandare truppe per garantire l'evacuazione? e quante truppe?
Le dichiarazioni di Biden, fatte con l'accento di uno non dell'East Coast, dove è nato, ma del Midwest contadino, dell'Oklahoma, sembravano quelle di uno che si trovasse a parlare di cose che non conosceva, di passaggio dalla Sgurgola Marsicana, per dire.
Dicono i maligni che il semisenile presidente (che anche da giovane non era un'aquila) sia governato dalla moglie e dal duo K. Harris-Pelosi. Un trio femminista al completo. Delle ultime due, in questi delicati frangenti, non si hanno notizie.
È evidente che gli americani sono stati presi di sorpresa dal tradimento rapidissimo dell'esercito afghano, un collasso pilotato anche dai servizi pakistani, pare. Dovrebbero interrogarsi del perché e trarne utili considerazioni per il futuro.
Con l'Afghanistan, e non solo, l'unica politica valida sarebbe quella del "cordone sanitario", fatti salvi i collaboratori degli Occidentali che ora rischiano la pelle in patria.
La "lotta cristiana" è duplice: sul piano spirituale e su quello materiale. Altrimenti perchè il banco di prova su questo piano carnale? Siamo cattolici non catari.
RispondiEliminaQuesto principio l'ho detto e ripetuto ad nauseam.
Ovvio che nei miei pensieri sopra mi riferisco a me e a questo contesto hic et nunc. Mi ci vedi a dire "imbracciamo i fucili?". Intanto non mi è congeniale e poi sarebbe un armiamoci e partite.
Certo non ci sono solo le parole e i fucili; ma a ognuno il suo...
In questi frangenti, non è tanto importante stracciarsi le vesti ma, avere ben chiari gli errori pregressi propri ed altrui. Errori che ricadono sempre sulle persone in carne ed ossa. Le relazioni interne ed internazionali NON sono un videogame. E qui si ha l'impressione che le simulazioni strategiche in slides e videos abbiano portato le menti dei governanti in una dimensione SCOLLATA dalla realtà.
RispondiEliminaLe caxxate compiute in forza de:'io nel pensier mi fingo' hanno portato ad eccidi infiniti. Basta. BASTA. Piedi a terra, mani giunte in preghiera ed operose a fin del bene proprio e del prossimo.
Del mondo migliore domani e dopodomani non interessa più a nessuno. Oggi vogliamo vivere degnamente del pane guadagnato con il nostro lavoro, accudendo i nostri anziani, educando i giovani all'amor di Dio e del prossimo.
Questo andare in altri paesi senza essere stati chiamati a nessun titolo dal popolo locale è una menzogna buonista, nei fatti ipocrita ed avida dei beni altrui. Basta. BASTA. Nessun essere umano deve e può farsi dio.
Basta col futuro radioso da costruire, ora con la tecnologia e lo sfoltimento umano, basta con questi sogni ad occhi aperti che hanno seminato sempre morte, guerre, dolore e fame. BASTA.
Torniamo a Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo, sforziamoci di essere santi il resto è dono di Dio. L'unica nostra battaglia è quella contro il Male che si annida nei nostri pensieri, parole, opere ed omissioni.
Ricordiamo nelle nostre preghiere Padre Giovanni Scalese, barnabita a Kabul, al blog del quale negli anni passati spesso facevamo riferimento.
RispondiEliminaMaria Santissima protegga la comunità cattolica e tutto l'Afganistan di onesta e povera gente.
...le sceneggiate in tivù non convincono comunque... vedremo. Se hanno il dente avvelenato contro i talebani presumo siano migliori dei nostri locali.
RispondiEliminaLa persecuzione religiosa in essere nei Paesi islamici non è paragonabile con le restrizioni o gli ostacoli alla pratica della fede cristiana presenti in Occidente.
RispondiEliminaOccorre però riconoscere che la forza spirituale dei talebani ha loro permesso di resistere al colosso a stelle e strisce, e di vincerlo.
Del resto l'irreversibilità del nichilismo occidentale, propugnato con potenti mezzi, traspare anche in alcune vittorie "pro life" nei medesimi Stati Uniti o attraverso la deoccidentalizzazione (intesa come indebolimento della laicità della società) avvenuta in alcune nazioni a maggioranza islamica, come la Turchia.
In questo contesto, una cosa in particolare mi risulta fastidiosa: che il moderno Occidente si permetta giudizi morali sui talebani: talebani e Occidente nichilista sono infatti due forme dello stesso orrore.
Ai terribili sgozzamenti, alle persecuzioni religiose non si possono non affiancare i milioni di aborti (sei milioni, solo in Italia), beffardamente considerati come esercizio del diritto alla salute;
i milioni di morti innocenti, gente semplice che aveva l'unica colpa di abitare nei Balcani, in Afghanistan, in Iraq, in Libia o in Siria: contare questi morti e gli innumerevoli profughi delle recenti guerre, per capire che qui di buoni non ce ne sono.
Si considerino poi i milioni di divorzi che hanno devastato la nostra società, dal comune occidentale considerati come una vittoria di libertà; ed anche il femminismo, il gender, la scienza amorale; l'uomo al servizio della tecnica piuttosto che la tecnica al servizio dell'uomo; il transumanesimo; l'inarrestabile crollo demografico, segno di una società che non è in grado di replicarsi nel tempo, che non può perdurare nella storia, perché è costruita su principi di sabbia.
L'Occidente, come l'Afghanistan, è nelle mani dei barbari.
Ai cristiani, oggi come ai tempi di S. Benedetto, il paziente compito di costruire una civiltà, dopo la barbarie.
Non credete a niente di quello che sciorinano i mass media riguardo ai Talebani! I quali - da quel che ho appreso - sono contro i sieri genici.
RispondiEliminaBeh, non basta essere contro i sieri genici per diventare saggi e credibili...
RispondiEliminaNon è il parroco di kabul (non ci sono parroci a Kabul) ma Alberto Cairo, un vero benefattore, fervente cattolico e frequentatore della messa nella cappella dell'ambasciata italiana officiata la domenica da quello che probabilmente era l'unico parroco "civile" in Afghanistan (gli altri erano solo i cappellani militari, probabilmente già rientrati). Alberto Cairo è in Afghnanistan da più di 30 anni ed è sempre stato rispettato da tutte le parti. E' specializzato nel fabbricare protesi per i tantissimi amputati, usando maestranze composte da amputati a loro volta ai quali segna un lavoro. Le sue protesi vengono fatte con materiali dell'area, proprio per impedire una eccessiva dipendenza da materiali occidentali che, come avverrà probabilmente in futuro, non saranno accessibili. Kabul vi sono anche alcune suore cattoliche, non italiane per quel che ricordo, dedite al supporto alla povera gente e vestite come le donne locali. Alberto Cairo è un uomo che fa onore al nostro paese
RispondiElimina"... la forza spirituale dei talebani..."
RispondiEliminaI talebani, da una intervista a Franco Fracassi, storico, risultano essere delle creature USA.
https://www.youtube.com/watch?v=Aohaapi2PaU
Franco Fracassi: "Al Qaeda è una invenzione dei servizi segreti britannici"
RispondiElimina# Alberto Cairo
Questi sono gli italiani che mi fanno sentire contento di essere italiano.
Z.
RispondiEliminaI talebani creature USA o britanniche?
Decidetevi. Ma è un tesi ridicola.
Organizzazioni del tipo talebano furono
create dagli americani
quando gli Afgani combattevano contro i
sovietici occupanti. Il conflitto
durò tre anni. Sia loro che gli
inglesi addestrarono i partigiani
o guerriglieri (si diceva così) locali
e li rifornirono di armi, tra le quali
il letale lanciamissili portatile Sting
che fece strage di elicotteri russi.
Poi dalle organizzazioni guerrigliere afgane
sono usciti fuori i Talebani il cui vero
padre è il Pakistan. La loro forza si basa
sul fatto di essere la popolosa l'etnia Pashtun, estesa
anche in Pakistan, accampata nella vasta ed
impenetrabile zona montagnosa tra Afganistan
e Pakistan. Quando perdono si ritirano sulle
loro montagne, appoggiandosi ai confratelli
in Pakistan e quindi al Pakistan
come retroterra logistico. Impossibile
batterli, anche perché la guerriglia non
implica eserciti schierati in battaglie campali.
Si può solo cercare di ammazzarne il più
possibile e di chiuderli
nelle loro montagne, ma è difficile.
C'è la base etnica che conta,
un fatto di razza, per chiamare le cose col
loro nome. La razza gli procura l'appoggio
pakistano. Oltre al disegno egemonico
pakistano, che trova in loro perfetti
esecutori.
Una volta saldamente in sella i Talebani
comincerano a dar fastidio a cinesi e russi,
nelle zone di confine. A meno che non
vengano riempiti di quattrini. Si finanziano
anche con i traffici di droga, da sempre.
Non capisco perché tutti pensano subito ai fucili. Potrebbero essere un giorno una necessità, quanti santi con la spada ci sono stati? Santa Teresa di Lisieux adorava Giovanna D’Arco tanto per fare un esempio. Dopotutto di guance da porgere ne abbiamo solo due e difendersi non è il male. Qualche migliaio di talebani non conquistano un paese di 38 milioni di persone se tutte quelle persone coralmente non si consegnano volontariamente a loro. Gli va bene così. Tra il Corano e il Vuoto occidentale hanno scelto le loro tradizioni. Hanno sconfitto due superpotenze globali in 40 anni, Usa e Urss, alfieri del male occidentale, di tutto ciò che non è più cristianesimo. Il nulla che non ci appartiene intorno a noi scricchiola: avessimo un millesimo della fede che hanno loro in Allah, per Gesù Cristo, per la Verità, e della volontà di sacrificio che mostrano quando affrontano nemici ben più potenti di loro potremmo finalmente iniziare a far cessare i “talebani nostrani”. E per “volontà di sacrificio” intendo il coraggio di non farsi catturare dal paese dei balocchi terreno che l’occidente malato forzatamente gli imponeva, ma di scegliere vite molto più dure subendo anche le rappresaglie che 40 anni di Usa e Urss hanno provocato loro. Loro benché credano in un dio che li domina hanno rifiutato il vuoto, perché noi invece lo accettiamo? Noi abbiamo una marea di Santi e Sante come esempio, apparizioni qua e là nel corso dei secoli, il cattolicesimo ha prodotto l’arte, etc…loro hanno avuto molto meno e lasciamo perdere i pazzoidi di questo tempo, il medioevo e non solo, conta fior fiore di scrittori, poeti, scienziati islamici per cui l’umanità ne ha giovato. Noi abbiamo avuto esempi di vite spirituali e terrene da imitare, interventi diretti del Signore, eppure non riusciamo a scrollarci di dosso il male occidentale. Continuiamo a venirne a patti ogni giorno invece di allontanarcene. Concordo con il commentatore che citava la “forza spirituale”: non combatti e vinci superpotenze senza di essa. Per questo io li invidio, e si, mi sento parecchio inferiore: io che credo nell’Unico Giusto Vero Dio sono più debole di questi che credono in un dio con la frusta.
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RispondiEliminaNon facciamo dei talebani degli eroi, quando non lo sono
Per le tribù che occupano il territorio montagnoso chiamato Afghanistan, l'odio reciproco, la guerriglia e il brigantaggio, il commercio dell'oppio sono attività secolari. Normali.
Oltre a combattersi sempre tra di loro, hanno sempre combattuto qualsiasi potenza straniera che avesse tentato di impadronirsi di quelle terre e sottometterli.
In questo non c'è nulla di "eroico", è un loro modo di vivere. Sono popolazioni primitive, animate da feroce spirito guerriero. Sono società tribali, che applicano un islam del tipo più integrale e duro, da sempre.
L'Afghanistan non è uno Stato e nemmeno una nazione. Avrebbe dovuto diventarlo con l'occupazione occidentale, che ha importato nuovi valori e cercato di migliorare la tradizionale miseria di molti. Ma tra i valori occidentali di oggi alcuni come sappiamo sono fortemente negativi, esprimono la decadenza della nostra democrazia. Questo ha rafforzato l'opposizione dell'elemento locale all'Occidente, anche se parte dei più giovani sembra favorevole a questi valori, soprattutto le donne. Bisognerebbe vedere questa parte a che etnia appartiene.
È possibile che il rapidissimo collasso dell'esercito afgano sia dovuto anche ad un accordo sottobanco tra i notabili delle varie etnie (o razze) e i Talebani, monitorato dal Pakistan.
Nel caso dei Talebani si tratta di una guerriglia che dal punto di vista strategico ha goduto di basi imprendibili nelle montagne di confine col Pakistan, zona presidiata in profondità dall'etnia (o razza) Pashtun, alla quale appartengono i talebani. Combattevano in sicurezza, per così dire.
Sui media imperversano le foto dei mezzi militari nuovissimi e non ancora impiegati mandati dagli americani e caduti nelle mani dei talebani. Un parco immenso, si dice. Vedremo se gli ameridani, una volta portati via tutti i profughi, avranno il fegato di distruggere dall'altro tutto questo ben di Dio militare, in bella vista in piazzali e caserme, per impedire che cada nelle mani dei loro mortali nemici.
Se sconfiggi due superpotenze globali con tutti i loro alleati non sei un eroe? Questa vicenda è degna di Alessandro Magno, anche se siamo noi (e dico per fortuna!) gli sconfitti.
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