Era il 2001... "In Vaticano si sono insediate legioni di demoni"
Intervista a Don Gabriele Amorth (2001)
Sì, è pronta. L'anno scorso la Cei aveva rifiutato di approvarla perché c'erano errori di traduzione dal latino. E noi esorcisti, che dovremmo utilizzarla, avevamo approfittato per segnalare ancora una volta che su molti punti del nuovo Rituale non siamo d'accordo. Il testo base in latino resta immutato in questa traduzione. E un Rituale tanto atteso alla fine si è trasformato in una beffa. Un incredibile legaccio che rischia di impedirci di operare contro il demonio.
Un'accusa pesante. A cosa si riferisce?
Ma non è stato compilato da esperti?
Assolutamente no. In questi dieci anni sul Rituale hanno lavorato due commissioni: quella composta da cardinali che ha curato i Praenotanda, ossia le disposizioni iniziali, e quella che ha curato le preghiere. lo posso affermare con certezza che nessuno dei membri delle due commissioni ha mai fatto esorcismi né ha mai assistito ad esorcismi né ha mai avuto la più pallida idea di cosa sono gli esorcismi. Questo è l'errore, il peccato originale, di questo Rituale. Nessuno che vi ha collaborato era esperto di esorcismi.
Come è possibile?
Non lo chieda a me. Durante il Concilio ecumenico Vaticano II ogni commissione era coadiuvata da un gruppo di esperti che affiancavano i vescovi. E l'abitudine si è mantenuta anche dopo il Concilio, ogni volta che si sono rifatte parti del Rituale. Ma non in questo caso. E se c'era un argomento su cui servivano degli esperti, era questo.
E invece?
Invece noi esorcisti non siamo mai stati consultati. E, tra l'altro, i suggerimenti che abbiamo dato sono stati ricevuti con fastidio dalle commissioni. La storia è paradossale. Vuole che gliela racconti?
Certo.
Come sono state accolte le vostre osservazioni?
Accoglienza pessima, efficacia nulla. Ci eravamo ispirati alla Lumen gentium, in cui la Chiesa è descritta come "Popolo di Dio". Al numero 28 si parla della collaborazione dei sacerdoti con i vescovi, al numero 37 si dice con chiarezza, addirittura riferendolo ai laici, che "secondo la scienza, la competenza e il prestigio di cui godono, hanno la facoltà, anzi talora anche il dovere, di far conoscere il loro parere su cose concernenti il bene della Chiesa". Era esattamente il nostro caso. Ma ci eravamo illusi, ingenuamente, che le disposizioni del Vaticano II fossero giunte alle congregazioni romane. Invece ci siamo trovati di fronte un muro di rifiuto e di disprezzo. Il segretario della Congregazione per il culto divino fece una relazione alla commissione cardinalizia in cui diceva che i loro unici interlocutori erano i vescovi, e non i sacerdoti o gli esorcisti. E aggiungeva testualmente, a proposito dei nostro umile tentativo di aiuto come esperti che esprimono il loro parere: ,Si dovette prendere atto del fenomeno di un gruppo di esorcisti e cosiddetti demonologi, quelli che in seguito si sono costituiti in Associazione internazionale, che orchestravano una campagna contro il rito". Un'accusa indecente: noi non abbiamo mai orchestrato nessuna campagna! Era indirizzato a noi il Rituale, e nelle commissioni non avevano convocato nessuna persona competente: era più che logico che tentassimo di dare il nostro contributo.
Ma allora vuol dire che il nuovo Rituale è per voi inutilizzabile nella lotta contro il demonio?
Sì. Ci volevano consegnare un'arma spuntata. Sono state cancellate le preghiere efficaci, preghiere che avevano dodici secoli di storia, e ne sono state create di nuove, inefficaci. Ma per fortuna ci è stata gettata, all'ultimo, una scialuppa di salvataggio.
Quale?
Il nuovo prefetto della Congregazione per il culto divino, il cardinale Jorge Medina, ha affiancato al Rituale una Notificazione. In cui si afferma che gli esorcisti non sono obbligati ad usare questo Rituale, ma se vogliono possono utilizzare ancora il vecchio facendone richiesta al vescovo. I vescovi devono chiedere l'autorizzazione alla Congregazione che però, come scrive il cardinale, "la concede volentieri".
"La concede volentieri"? È una ben strana concessione. ...
Vuol sapere da dove nasce? Da un tentativo compiuto dal cardinale Joseph Ratzinger, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dallo stesso cardinale Medina di introdurre nel Rituale un articolo - allora era l'articolo 38 in cui si autorizzavano gli esorcisti ad usare il Rituale precedente. Indubbiamente si trattava di una manovra in extremis per farci evitare i grandi errori che ci sono in questo Rituale definitivo. Ma il tentativo dei due cardinali venne bocciato, Allora il cardinale Medina, che aveva compreso la posta in gioco, ha deciso di darci in ogni caso questa scialuppa di salvataggio, aggiungendo una notifica a parte.
Come venite considerati, voi esorcisti, all'interno della Chiesa?
AMORTH: Siamo trattati malissimo. I confratelli sacerdoti che vengono incaricati di questo delicatissimo compito sono visti come dei matti, degli esaltati. In genere sono appena tollerati dagli stessi vescovi che li hanno nominati.
Il fatto più clamoroso di questa ostilità?
Lei col demonio ci combatte quotidianamente. Qual è il più grande successo di Satana?
Non ha nominato la Francia. Lì la situazione è differente?
E compito dei vescovi nominare gli esorcisti?
Sì. Quando un sacerdote viene nominato vescovo, si trova di fronte ad un articolo del Codice di diritto canonico che gli dà l'autorità assoluta per nominare degli esorcisti. A qualsiasi vescovo il minimo che si può chiedere è che abbia almeno assistito a un esorcismo, dato che deve prendere una decisione così importante. Purtroppo, non accade quasi mai. Ma se un vescovo si trova di fronte a una seria richiesta di esorcismo - che cioè non viene fatta da uno svitato - e non provvede, commette peccato mortale. Ed è responsabile di tutte le terribili sofferenze di quella persona, che a volte durano anni o una vita, e che avrebbe potuto impedire.
Sta dicendo che la maggior parte dei vescovi della Chiesa cattolica è in peccato mortale?
Quando ero ragazzino il mio vecchio parroco mi insegnava che i sacramenti sono otto: l'ottavo è l'ignoranza. E l'ottavo sacramento ne salva più degli altri sette sommati assieme. Per compiere peccato mortale occorre una materia grave ma anche la piena avvertenza e il deliberato consenso. Questa omissione di aiuto da parte di molti vescovi è materia grave. Ma questi vescovi sono ignoranti: non c'è dunque deliberato consenso e piena avvertenza.
Ma la fede rimane intatta, cioè rimane una fede cattolica, se uno non crede nell'esistenza di Satana?
No. Le racconto un episodio. Quando incontrai per la prima volta don Pellegrino Ernetti, un celebre esorcista che ha esercitato per quarant'anni a Venezia, gli dissi: "Se potessi parlare con il Papa gli direi che incontro troppi vescovi che non credono nel demonio". Il pomeriggio seguente padre Ernetti è tornato da me per riferirmi che il mattino era stato ricevuto da Giovanni Paolo II. "Santità", gli aveva detto, "c'è un esorcista qui a Roma, padre Amorth, che se venisse da lei le direbbe che conosce troppi vescovi che non credono nel demonio". Il Papa gli ha risposto, secco: "Chi non crede nel demonio non crede nel Vangelo". Ecco la risposta che ha dato lui e che io ripeto.
Mi faccia capire: la conseguenza è che molti vescovi e molti preti non sarebbero cattolici?
Diciamo che non credono a una verità evangelica. Quindi semmai li taccerei di propagare un eresia. Però intendiamoci: uno è formalmente eretico se viene accusato di qualcosa e se persiste nell'errore. Ma nessuno, oggi, per la situazione che c'è nella Chiesa, accusa un vescovo di non credere nel diavolo, nelle possessioni demoniache e di non nominare esorcisti perché non ci crede. Eppure potrei farle tantissimi nomi di vescovi e cardinali che appena nominati in una diocesi hanno tolto a tutti gli esorcisti la facoltà di esercitare. Oppure di vescovi che sostengono apertamente: "lo non ci credo. Sono cose del passato". Perché? Purtroppo perché c'è stata l'influenza perniciosissima di certi biblisti, e potrei farle molti nomi illustri. Noi che tocchiamo ogni giorno con mano il mondo dell'aldilà, sappiamo che ha messo lo zampino in tante riforme liturgiche.
Per esempio?
Lei ha un osservatorio privilegiato: ha la sensazione che il satanismo si stia diffondendo?
E funzionano?
Su cosa fa leva il demonio per sedurre l'uomo?
Ha una strategia monotona. Glielo ho detto, e lui lo riconosce... Fa credere che l'inferno non c'è, che il peccato non esiste ma è solo un'esperienza in più da fare. Concupiscenza, successo e potere sono le tre grandi passioni su cui Satana insiste.
Quanti casi di possessione demoniaca ha incontrato?
Dopo i primi cento ho smesso di contarli.
Cento? Ma sono tantissimi. Lei nei suoi libri dice che i casi di possessione sono rari.
E lo sono davvero. Molti esorcisti hanno incontrato solo casi di mali diabolici. Ma io ho ereditato la "clientela" di un esorcista famoso come padre Candido, e quindi i casi che lui non aveva ancora risolto. Inoltre, gli altri esorcisti mandano da me i casi più resistenti.
Il caso più difficile che ha incontrato?
Ce l'ho "in cura" adesso, e da due anni. È la stessa ragazza che è stata benedetta - non è stato un vero esorcismo - dal Papa a ottobre in Vaticano e che ha creato scalpore sui giornali. È colpita 24 ore su 24, con tormenti indicibili. I medici e gli psichiatri non riuscivano a capirci nulla. è pienamente lucida e intelligentissima. Un caso davvero doloroso.
Come si cade vittime dei demonio?
Si può incappare nei mali straordinari inviati dal demonio per quattro motivi. O perché questo costituisce un bene per la persona (è il caso di molti santi), o per la persistenza nel peccato in modo irreversibile, o per un maleficio che qualcuno lancia per mezzo del demonio, o quando ci si dedica a pratiche di occultismo.
Durante l'esorcismo di posseduti, che tipo di fenomeni si manifestano?
Ricordo un contadino analfabeta che durante l'esorcismo mi parlava solo in inglese, e io avevo bisogno di un interprete. C'è chi mostra una forza sovrumana, chi si solleva completamente da terra e varie persone non riescono a tenerlo seduto sulla poltrona. Ma è solo per il contesto in cui si svolgono, che parliamo di presenza demoniaca.
A lei il demonio non ha mai fatto del male?
Quando il cardinale Poletti mi chiese di fare l'esorcista io mi raccomandai alla Madonna: "Avvolgimi nel tuo manto e io sarò sicurissimo". Di minacce il demonio me ne ha fatte tante, ma non mi ha mai fatto nessun danno.
Lei non ha mai paura del demonio?
lo paura di quella bestia? È lui che deve avere paura di me: io opero in nome del Signore del mondo. E lui è solo la scimmia di Dio.
Padre Amorth, il satanismo si diffonde sempre di più. Il nuovo Rituale rende difficile fare esorcismi. Agli esorcisti si impedisce di partecipare a una udienza con il Papa a piazza San Pietro. Mi dica sinceramente: cosa sta accadendo?
Il fumo di Satana entra dappertutto. Dappertutto! Forse siamo stati esclusi dall'udienza del Papa perché avevano paura che tanti esorcisti riuscissero a cacciare via le legioni di demoni che si sono insediate in Vaticano.
Sta scherzando, vero?
Può sembrare una battuta, ma io credo che non lo sia. Non ho nessun dubbio che il demonio tenti soprattutto i vertici della Chiesa, come tenta tutti i vertici, quelli politici e quelli industriali.
Sta dicendo che anche qui, come in ogni guerra, Satana vuole conquistare i generali avversari?
è una strategia vincente. Si tenta sempre di attuarla. Soprattutto quando le difese dell'avversario sono deboli. E anche Satana ci prova. Ma grazie al cielo c'è lo Spirito Santo che regge la Chiesa: "Le porte dell'inferno non prevarranno". Nonostante le defezioni. E nonostante i tradimenti. Che non devono meravigliare. Il primo traditore fu uno degli apostoli più vicini a Gesù: Giuda Iscariota. Però nonostante questo la Chiesa continua nel suo cammino. È tenuta in piedi dallo Spirito Santo e quindi tutte le lotte di Satana possono avere solo dei risultati parziali. Certo, il demonio può vincere delle battaglie. Anche importanti. Ma mai la guerra.
Fonte: ... E liberaci dal Maligno. Intervista con padre Gabriele Amorth, 30 giorni, pp. 28-34, n° 6 del 2001)
Analizziamo l’errore in oggetto:
RispondiEliminaCEI 1974: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (Lc 1,49);
CEI 2008: “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente” (Lc 1,49).
Il testo greco recita:
“ὅτι ἐποίησέν μοι ⸀μεγάλα ὁ δυνατός”.
Traducendo in modo letterale riportiamo:
oti: che
epoiesen: fatto
moi: me
megala: grande
o dunatos: l’Onnipotente
Il pronome “moi” nel versetto in esame non può essere assolutamente tradotto con “per me”.
Il contesto stesso ci porta all’esatta traduzione: “in me”.
[I pronomi personali greci]
La Vulgata traduce dal greco:
“Quia fecit mihi magna”: “Grandi cose ha fatto in me”
[Fecit mihi magna qui potens est]
Come sempre, notiamo l’apparente ‘differenza da nulla’: un pronome, un articolo, una preposizione. Ma la differenza, anche questa volta, è importante.
Usando l’espressione grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, si manifesta e si esplicita in modo chiaro il dogma del Concepimento di Maria per opera dello Spirito Santo (IN ME, ‘dentro di me’). Il Signore ha fatto grandi cose “dentro di me”. A un cristiano di Fede la questione è chiarissima.
In contrapposizione, l’espressione grandi cose ha fatto per me è una banalizzazione e generalizzazione, che assume pure un significato diverso, offuscando di riflesso l’Opera e l’Onnipotenza di Dio.
Ha fatto per me può suggerire tutto tranne che il vero messaggio. Dio ‘fa qualcosa per Maria’, ‘a favore di Maria’, ‘per fare un favore a Maria’, ‘a beneficio di Maria’, ‘per nome di Maria’, ecc.
Annullando l’importanza, al contrario, di ciò per cui Maria è serva e serve a Dio.
Siamo all’ABC dell’italiano, amici lettori, e della dottrina cattolica.
Comprendete quanto insidiosa può essere una traduzione pur cambiando una semplice particella del linguaggio?
https://www.marcotosatti.com/2021/08/30/investigatore-piccolo-errore-di-traduzione-su-maria-che-cambia-tutto/
Veramente "per me" è la traduzione più logica del dativo di vantaggio μοι. "In me" richiederebbe εν μοι oppure μοι ενεποίησεν...
EliminaLei conosce la lingua greca per averla studiata? Perché μοι è dativo (come mihi) e il dativo ha anche la funzione di vantaggio che in italiano corrisponde a "per me". Va da sé che μοι si può rendere anche con "a me". La resa "in me" non rispetta granché il testo greco. È falso che "mihi" in latino voglia dire "in me", che in latino si può dire in modi diversi (ad esempio "in me" come in italiano...) ma non di certo "mihi".
EliminaZosimo
È proprio così. Sono entrambi dativi. Possono tradursi con "a me" o " per me" ma in nessun caso con " in me". L'avevo scritto anch'io , stupendomi della superficialità , ma il commento non era partito. E questo non per fare l'avvocato del diavolo che si difende benissimo da solo, ma perché per combatterlo bisogna usare gli argomenti giusti per non prestare il fianco a critiche e derisioni.
EliminaAggiungo che ci vuole più rigore , se no ci si copre di discredito. Non sono necessarie citazioni greche, latine, ebraiche ecc., ma se si fanno bisogna essere rigorosi. Non compromettiamo la buona causa per questi vezzi.
Elimina
RispondiElimina"Il Concilio Vat II aveva solo chiesto di rivedere i testi liturgici.."
Non di cambiarli radicalmente. Ma questa "revisione" poteva servirsi del nuovo principio di "creatività" introdotto nella liturgia sotto forma di aggiornamento culturale, adattamento alle esigenze delle culture locali e del mondo moderno. E in modo da lasciare ampi spazi all'iniziativa delle Conferenze Episcopali. Sotto il controllo della S. Sede, di fatto però spesso teorico e incapace di frenare le innovazioni - comunque impregnata la S. Sede di spirito innovatore.
Un'innovazione contraria a tutta la tradizione liturgica della Chiesa cattolica, l'introduzione della creatività in nome dell'adattamento alle esigenze culturali locali e generali del Secolo.
Grazie a questo principio, unito ad altri elementi, la "revisione" ha potuto cambiare tutto.
In questo nuovo principio adottato dal Concilio non si sente già lo zampino di Satana?
Ma lo si sente anche in quel frequente invocare la "semplificazione dei riti" che dovevano essere resi più semplici, appunto, perché in questo modo più adatti alla mentalità dell'uomo moderno. Rendere tutto più semplice e più chiaro, più moderno, non solo nel rito ma anche p.e. nella vita monastica, che andava riformata in questo spirito di "renovata accomodatio".
Era un vento diabolico questo che soffiava nel Concio, altro che storie!
Anche P. Amorth voleva salvare il Concilio, e lo si può capire.
Lo spirito diabolico è in realtà entrato nel Concilio sin dall'inizio, con la Allocutio di apertura di Roncalli (la Chiesa doveva cessare di condannare gli errori, ossia di esercitare il suo magistero, che non può prescindere dall'individuazione e condanna degli erori) e con i colpi di mano illegali, accettati dal papa, volti a distruggere tutti gli schemi preparatori ufficiali, elaborati ancora sotto il controllo della Curia (tranne in parte quello sulla liturgia, che fu infatti l'unico ad esser salvato, per esser poi ancora
modificato).
Il sacrilego "non serviam!" echeggiò sotto le volte di S.Pietro ad opera del cardinale Liénart, quando si prese la parola per proporre di sospendere la programmata votazione al fine di poter rifare le candidature delle Commissioni, consultando le Conferenze Episcopali. Da quel "non serviam!" al culto osceno della Pachamama in S. PIetro, l'intervallo sembra esser stato lungo, 57 anni, ma in realtà si è trattato sempre della stessa maligna intenzione, che perfezionava la sua opera.
T.
Sessanta Ong abortiste internazionali lanciano un appello ai governi in vista della Conferenza sul clima del novembre prossimo a Glasgow: l'obiettivo è inserire i programmi per contraccezione e aborto tra le misure da finanziare contro i cambiamenti climatici. Una vecchia storia...
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/promuovere-aborti-per-salvare-il-pianeta
Sessanta!!!
RispondiEliminaExtraordinaire témoignage que celui du père Amorth !
Une preuve de plus que le catholicisme, qui a existé jusqu'à Vatican II, est mort avec ce concile.
Ou qu'il est devenu autre chose, quelque chose d'innommable.
Conclusion : se tenir résolument à l'écart de ce "garbullo". C'est une vraie question de santé publique, celle-là.
Et vive la FSSPX !
Riprendo:
RispondiElimina^la "semplificazione dei riti" che dovevano essere resi più semplici, appunto, perché in questo modo più adatti alla mentalità dell'uomo moderno.^
Domando a me stessa se non sia mancata l'umilta'. Adattarsi alla mentalita' dell'uomo moderno non vuol dire :" per l'uomo moderno", "in favore dell'uomo moderno"? Ma così facendo non si offusca la Parola di Dio per favorire l'uomo creatura? Non subentra la creatura che "interpreta"quello che Dio ha detto e vuole che sia di guida per non cadere tra le grinfie del maligno? Non si entra nell'ottica dei farisei che piegavano le Scritture secondo i propri vantaggi, la propria "piccolezza"?
A tal proposito mi sovvengono le Bibbie, i Vangeli, riccamente decorati,istoriati dai monaci. Anche la scrittura del monaco rendeva visivamente prezioso cio' che trattava, da aprire e sfogliare con estremo rispetto, con cautela per cio' che trattava. Man mano l'uomo, con le varie conquiste del suo intelletto dono di Dio,si e' affrancato distaccato dal suo Creatore.
Pregate Dio per me perche' mi doni calde lacrime per averLo così poco amato.
La tragedia è che qui pochissimi pochissimi pensano, parlano ed agiscono Cattolico.
RispondiEliminaBeh, se questa era la situazione 20 anni fa, figuriamoci adesso. Articolo molto bello ed interessante, grazie per averlo postato.
RispondiEliminaEt homines, dum docent, discunt (Sen., epist. 1, 7, 8 ).
RispondiElimina"E gli uomini, mentre insegnano, imparano".
https://traditiomarciana.blogspot.com/2021/08/linvestigatore-confutato-nota-su-lc-149.html
RispondiEliminaUna domanda a cui forse sarà stata già la risposta che magari mi è sfuggita. Chiedo ma non è possibile che un esorcista adopri i vecchi testi che ormai sono risultati funzionanti da centinaia di anni e se ne "infischi" dei nuovi? O forse il Diavolo questa volta ha fatto anche il coperchio e ha fatto impedire esplicitamente ciò?
RispondiEliminaP. Amorth:
RispondiElimina"...Man mano che, come aveva chiesto il Concilio Vaticano II, le varie parti del Rituale romano venivano riviste..."
Ma il male è nato da proprio da quella richiesta di revisione voluta dal CVII perché, a posteriori, possiamo dire che coloro che l'hanno inserita avevano come scopo proprio quello di dare agli esorcisti "un'arma spuntata", non certo quello di inserire le preghiere alla Madonna e di potenziare gli esorcismi.
Hanno programmato quella revisione generica nel CVII perché sapevano bene che l'applicazione post conciliare sarebbe andata in quella direzione negazionista.
Per usare il linguaggio odierno, hanno attuato il "negazionismo", cioè la negazione dell'esistenza stessa di Satana.
I negazionisti cattolici, o meglio eretici, negano infatti l'esistenza di Satana e del suo operare nel mondo.
Negando l'esistenza del diavolo negano anche la missione salvifica del Signore Gesù, la cui passione e morte aveva come scopo proprio quello salvarci dalle grinfie del demonio e della Geenna di fuoco.
Hanno poi coperto questo negazionismo con la solita maschera buonista di "non terrorizzare i fedeli" con insegnamenti medioevali che "vedono il male e i diavoli ovunque".
Come se il problema dell'ultimo cinquantennio fosse quello di un eccesso di timor di Dio...!
I fatti narrati da P.Amorth sono gravissimi, ma lui, Sacerdote buono, vedeva nel loro agire buone intenzioni che io, da fedele cattivo, non riesco proprio a vedere.
Sono convinto che cardinali e vescovi negazionisti del diavolo non siano affatto ignoranti.
Speriamo che la rivoluzione conciliare si completi presto, cosicche' i suoi frutti marci diventino sempre più visibili e il Signore, per non fare prevalere le forze demoniache, sia costretto ad intervenire nei modi originali e inaspettati che Lui solo conosce, spesso facendo inciampare i malvagi sui loro stessi peccati.
Oremus.
Aloisius
RispondiEliminaI bizantini all'attacco per screditare la versione della Vulgata.
"I bizantini all'attacco per screditare la versione della Vulgata".
RispondiEliminaE chi l'avrebbe screditata? Dice "mihi", che è la traduzione esatta della Settuaginta greca. Io scredito quello che scrive l'"Investigatore", visto che patentemente non conosce né il greco né il latino.
Per mic: ma è possibile che uno scrive un commento su un qualsiasi argomento debba essere per forza etichettato? Come poi se "bizantino" fosse un insulto: lo dicano ai greco-cattolici, vedranno quanto contenti saranno di essere insultati nel nome della loro tradizione!
RispondiEliminaBizantino come insulto?
Non è un insulto, si tratta di individuare il nemico teologico,
il greco-ortodosso scismatico che interviene travestendosi
da difensore della Tradizione con la T maiuscola.
Bizantino è termine tradizionale nella storiografia,
si usa da secoli. Viene usato descrittivamente,
per far capire con chi si ha a che fare.
RispondiEliminaLa versione italiana del Magnificat
Anche la Bibbia cattolica anteriore al Concilio, p.e. l'edizione del 1963, ma stampata dal 1958, traduce allo stesso modo:
"Poiché grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente".
Dobbiamo pensare che anche questi traduttori non conoscessero né il greco né il latino?
Oltre alla traduzione letterale esiste anche quella a senso.
Il "per me" sembra più protestante.
Lutero traduce infatti: "Denn er hat grosse Dinge an mir getan". An mir: for me, per me. Oppure: a me.
Grosse Dinge: grandi cose.
La versione inglese protestante classica, nel Seicento, sotto il re Giacomo 5tuart, ugualmente riporta "a me, to me".
"For he that is mighty hath done to me great things".
Lo "in me" esprime meglio il dogma mariano, è cattolico.
Se poi forzi leggermente il testo greco, non saprei.
IN ogni caso non sarebbe un peccato grave.
G.
(Nella New English Bible del 1970 il testo è addirittura stravolto e reso banale: "so wonderfully has he dealt with me" : "mi ha trattata in modo così meraviglioso".)
È ovvio che è giusto dire " in me" perché così ci insegna la Chiesa che ha , solo lei il mandato di spiegarci la S Scrittura, e lo può fare, per renderci il significato giusto, anche discostandosi dalla lettera. Però non dobbiamo citare la lettera , facendo errori di grammatica, perché palesemente è controproducente, ci espone alle critiche nemiche , che avrebbero buon gioco perché, dal punto di vista puramente grammaticale, hanno ragione.
RispondiElimina
RispondiEliminaDal punto di vista del significato lo "in me" è corretto, anche se forza la lettera
grammaticale.
Ne "Il Santo Vangelo di N.S. Gesù Cristo e Gli Atti degli Apostoli", tr. ir. illustrata con note, 516ma ristampa con in aggiunta un Manuale di preghiere, pubblicato nell'anno 1903, ad opera della Pia Società di S. Girolamo per la diffusione dei Vangeli, regnante san Pio X, troviamo:
"Perché grandi cose mi ha fatto Colui ch'è potente..." (Lc 1, 49). Il "mihi" viene dunque reso con "a me". IN questo "a me" è ovviamente ricompreso quello che Dio ha fatto "in me", con il concepimento del Figlio di Dio ad opera dello Spirito Santo.
Andando al di là della stretta lettera, la traduzione ufficiale del 1953 ha voluto privilegiare lo "in me", ai fini, penso, del dogma mariano.
Tornare nel clima attuale di miscredenza ed apostasia dilaganti anche nella Chiesa al più generico "per me" non è stata una buona idea.
G.
Posseggo tre Vangeli tutti del 1946 con Imprimatur e in tutti e' riportato "In Me".
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