Ho pescato in rete un articolo di un blog statunitense di qualche anno fa dal quale apprendo che Annibale Bugnini, il principale artefice del Novus Ordo, avrebbe voluto distruggere anche il Rosario. Ma questo Paolo VI non glielo ha permesso.
L'autore racconta che sua moglie aveva acquistato il ridondante libro di Bugnini La Riforma Liturgica e, dopo averne letto qualche frammento, lo ha messo da parte, totalmente disgustata dall'evidente autocompiacimento, dall'ego monumentale e dal costante disprezzo dell'autore per il rito romano antico di oltre 1500 anni, da lui riformato su incarico di Paolo VI. Ripescato il libro, egli vi ha dato una scorsa, e ha scoperto che colui che aveva posto tanta enfasi sulla “nobile semplicità", eliminando “ripetizioni inutili” e “accrescimenti (per aggiunte) storici”, intendeva distruggere completamente anche il Rosario.
In che modo?
In primo luogo, avrebbe limitato la recita del Padre Nostro ad una sola volta all'inizio del Rosario, eliminandolo dall'inizio di ogni decina. Una “versione pubblica” del Rosario avrebbe contenuto solo una decina di Ave Maria. Non solo ha avuto l'incredibile coraggio di sventrare una preghiera recitata da milioni di persone che la Tradizione ci dice sia stata data direttamente a San Domenico Guzman dalla stessa Beata Vergine, ma stava per distruggere anche l'Ave Maria rimuovendo la parte “non biblica”, cioè tutta la seconda parte da “Santa Maria Madre di Dio” in poi.
Sarebbe rimasto: Ave Maria piena di Grazia il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo (anche la parola Gesù a questo punto avrebbe dovuto essere eliminata). Avrebbe consentito UNA recita di Santa Maria Madre di Dio... in ogni decina. Molto generoso da parte sua!
Ben riconoscibile il principio protestante del Sola Scriptura, col rinnegamento della Tradizione secolare, espressa e consolidata nei secoli di fede vissuta, in parole che esprimono verità ineguagliabili e il profondo sensus fidei di chi le ha codificate, recitandole con grande devozione e custodite da chi, come noi, le ha ricevute nella e dalla Chiesa, le ha accolte e fatte proprie.
Quel “Rosario pubblico” sarebbe servito, come del resto il Novus Ordo Missae, a venire incontro ai protestanti in virtù del famigerato dialogo a tutti i costi e al falso ecumenismo [qui] di conio vaticansecondista. Un atteggiamento con cui era in sintonia lo stesso Paolo VI, il quale evidentemente, in quel caso, si è reso conto dell'enormità della cosa. Bugnini riporta le parole di Paolo VI: “I fedeli concluderebbero che 'il Papa ha cambiato il Rosario', e l'effetto psicologico sarebbe disastroso…”. Stupefacente che Paolo VI lo abbia detto a proposito del Rosario, ma in qualche modo non si sia accorto che stava facendo esattamente la stessa cosa per quanto riguarda la Messa, con l'aggravante che in questo caso si trattava del culto pubblico e non di una devozione privata, anche se autorevolmente attestata dai suoi predecessori.
L'autore manifesta il suo stupore per il fatto che un funzionario vaticano di medio livello potesse arrogarsi il diritto di cambiare una preghiera gloriosa e senza tempo... Di fatto non poteva nemmeno invocare l'aderenza al Vaticano II che neppure lontanamente poteva accennare all'attacco e alla distruzione di tradizioni di preghiera così costanti. Deo gratias!
A questo punto, con riferimento allo scempio del Rito - quello purtroppo riuscito - l'autore non può fare a meno di mettere in evidenza quanto segue [lo trovate approfondito qui]:
Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo; lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna. [Offertorio Novus Ordo]Vedere cosa ha sostituito:
Non credo che la Madonna sarebbe stata contenta dell'aggiornamento di Bugnini.Súscipe, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus, hanc immaculátam hóstiam, quam ego indígnus fámulus tuus óffero tibi Deo meo vivo et vero, pro innumerabílibus peccátis, et offensiónibus, et neglegéntiis meis, et pro ómnibus circumstántibus, sed et pro ómnibus fidélibus christiánis vivis atque defúnctis: ut mihi, et illis profíciat ad salútem in vitam ætérnam. Amen.(Accogli, o Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, quest'ostia immacolata, che io, indegno tuo servo, offro a te, mio Dio vivo e vero, per gli innumerevoli peccati, offese, negligenze mie e per tutti i qui presenti: come pure per tutti i fedeli cristiani, vivi e defunti, affinché possa giovare sia a me che a loro per la salvezza e la vita eterna. Amen.) [Offertorio Rito antico]
Ma c'è di più. In ambiente anglofono fanno notare che nelle traduzioni della Bibbia è stata rimossa una parte del Saluto Angelico:
Luke 1:28 - Douay-Rheims: "And the angel being come in, said unto her: Hail, full of grace, the Lord is with thee: blessed art thou among women."
Luke 1:28 - NAB: "And coming to her, he said, “Hail, favored one! The Lord is with you.”
"piena di grazia" è diventato "preferita" e manca benedetta tu fra le donne...
Ho quasi la certezza che Montini si sia schierato senza esitazione a favore del Rosario perché la sua mamma lo recitava regolarmente. Evidentemente nella Santa Messa entravano per lui altri argomenti di carattere intellettuale e culturale che non avevano salde radici nel cuore.
RispondiEliminaE l'han fatto santo! Ma i santi sono una cosa seria, o, almeno, lo erano.
RispondiEliminaQualche anno dopo è stato il solito Wojtyla a violare il rosario introducendo i misteri della luce. Sigillo ulteriore della sua megalomania
RispondiEliminaL'introduzione dei misteri della luce, che peraltro ignoro, non mi sembra altrettanto grave. Anche se il Santo Rosario è già completo di per sé, nella meditazione dei misteri della fede intrecciati alla devozione mariana, nella sua formulazione originaria.
RispondiElimina@ Mic : " misteri della luce: il Santo Rosario è già completo di per sé" completamente d'accordo con lei, cra Mic; personalmente, io non recito più da anni i misteri della Luce (pur non disprezzandoli, ovviamente); lo stesso Wojtyla disse che con questi nuovi misteri non voleva sostituire la versione originale, che i fedeli potevano tranquillamente continuare a recitare. In effetti la versione originale si richiama ai 150 salmi,ha una sequenza temporale, settimanale, molto più logica, regolare (due cicli completi, e alla domenica la ripetizione dei misteri della gloria), e poi è avvalorata da secoli di Tradizione cattolica, oltre che da santi.
RispondiElimina23 gennaio: SPOSALIZIO DI MARIA E GIUSEPPE
RispondiEliminaLa celebrazione liturgica della Festa dello Sposalizio di Maria e Giuseppe risale al XV secolo, come espressione della fede del popolo di Dio, che ha visto in questo matrimonio un evento fondamentale nella storia della salvezza. La festa della santa Famiglia si affianca a questa festa; qui è la celebrazione delle nozze, l'altra, consecutiva, quella della famiglia. Due aspetti interdipendenti, ma distinti e complementari, sia nella vita degli uomini, sia nel progetto di salvezza della Trinità. Uno mette in risalto l’amore sponsale, l’altro il nucleo familiare.
https://www.youtube.com/watch?v=Q9nxJAmlHnk
RispondiEliminaVogliono annichilire il dissenso con ogni mezzo. Ancora Italia non si lascerà intimidire.
Giornata della parola di Dio. La possiamo definire una cretinata. E ne spieghiamo il perché. Le cosiddette "giornate" sono una mania per focalizzarsi su un determinato tema. Hanno come finalità generica di diffondere il singolo tema. Di fatto finiscono per confinare quel tema alla sola giornata. La giornata della parola di Dio è una cretinata perché tale parola è liturgicamente proclamata non solo quotidianamente nella Messa ma più volte al giorno nelle varie ore dell'Ufficio divino. Celebrare la parola di Dio con tale giornata significa musealizzare la Scrittura e anche in qualche modo trasformarla ulteriormente in un idolo. Che bisogno c'è di tale giornata se sette volte al giorno, coi salmi e le letture, si aprono le Scritture per leggerle e nutrire mente e anima? Nessun bisogno. Questa giornata, più di tutte le altre, manifesta l'inutilità di tale istituzione che nasce da motivazioni ideologiche che nulla hanno a che fare con la fede. Non è di celebrare "la parola di Dio" che si ha bisogno ma di maestri che la insegnino più con la vita che con le parole. Romano.
RispondiEliminaDomenica III dopo l’Epifania
RispondiEliminaIl brano evangelico odierno ci presenta due esempi di preghiera fiduciosa che viene prontamente esaudita dal Signore. La prima è quella di un lebbroso; “se vuoi puoi guarirmi”: è una preghiera semplice, senza tante parole ed umile allo stesso tempo. Così fa risalto la fiducia assoluta di un’anima semplice come quella del centurione che prega per il suo servo. In entrambi i casi si osserva anche il grande rispetto di queste persone per il Signore.
Il primo si prostrò dinanzi a lui (letteralmente lo adorò: adorábat eum ) il secondo manda avanti prima dei legati e poi si dichiara non degno di accogliere Gesù sotto il suo tetto.
Molte preghiere non vengono esaudite perché mancano di rispetto verso Dio (S. Teresa d’Avila) – Non chiamo infatti orazione – afferma la Santa riformatrice del Carmelo - quella di colui che non considera con chi parla, chi è che parla, cosa domanda e a chi domanda, benché muova molto le labbra.
@23 gennaio 2022 13:36
RispondiEliminaDomanda di un'ignorante:
Sono alla stregua delle giornate dedicate dell'ONU?
Tipo:"la giornata del papa'/ La giornata dei nonni/ La giornata dei fringuelli..."
Don Morselli: amare riflessioni sulla "Domenica della Parola"
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2022/01/don-morselli-amare-riflessioni-sulla.html
Bisogna tornare a prima di quello scempio.
RispondiEliminaTommaso Berletti
A distruggere il rosario ci pensavano già Turoldo e Martini. (prossimi beati)
RispondiEliminaDavide Rabusin
Ma non ci sono riusciti, ed è questa la cosa importante.
EliminaDa insegnante ci dico che questa del semplificare è la piaga del secolo scorso e che questo secolo sta continuando.
RispondiEliminaSemplificare per rendere accessibile, fruibile a qualcuno che non si reputa più in grado di comprendere ciò che si faceva e insegnava prima.
Si destruttura, si cambia il lessico, si tolgono orpelli, ripetizioni, la struttura del periodo delle frasi è sempre più scarna.
Nella intenzione però poi di educare in un crescendo e recuperare il livello precedente. Peccato però che il tempo non c'è, e si finisce quindi per fermarsi ad un livello più basso, con una asticella sempre più tendente al basso.
Immaginate di applicare questo metodo alla riforma liturgica,ma anche all'incredibile esempio dell'Ave Maria postoci.
Si semplifica la liturgia, taglia qui, taglia là, perché la mente deve capire prima del cuore. E allora ci vogliono cosine semplici. Negligenze e giovare... Suvvia. No no. Si parta, anzi si riparta da qualcosa di più alla portata di gente che parla come magna.
Magari dopo un decennio sarà pronta anche a scoprire qualcosa di più alto.
Ops... Ma non ci sta più il tempo, Non ci stanno altre occasioni. È già tanto se i fedeli ti accontentano, oh caro parroco, nel venire na volta al mese in Chiesa. Figuriamoci se ti ascoltano e si presentano alla Lectio Divina per approfondire.
E guai a voi se solo vi azzardate a guardare i libri del catechismo per i bambini. L'immagine del vino annacquato è eccessiva. Forse bisogna coniare "acqua avvinazzata".
Io non so se il Card. Bugnini pensasse in scienza e coscienza di demolire per demolire, ma comunque il risultato lo ha ottenuto. Adesso non vedo proprio come sia possibile invertire il processo, perché è di tipo culturale e non solo religioso.
Matteo ha centrato il punctum dolens e colto aspetti importanti ed è vero che il fenomeno e i processi innescati sono di tipo culturale e non solo religioso.
RispondiEliminaMa non sarei così definitiva sull'impossibilità, che trasformerei in difficoltà, di invertire il processo. O forse, più che invertire, occorre ripartire con coraggio e determinazione. In effetti la crisi è troppo profonda e generalizzata anche trasversalmente; ma il nostro compito è gettare il cuore oltre ogni ostacolo.
L'informazione non è esatta.
RispondiEliminaLe informazioni pertinenti sono a pagg. 844-6 del volume e riguardano i lavori preparatori di quella che poi è diventata l'Esortazione Apostolica "Marialis Cultus".
La seconda bozza conteneva indicazioni sul rinnovamento della pratica del Rosario: "Si ammetteva il principio deòla pluralità di forme...
a) forma tradizionale, con la possibilità di conservare l'ordine, pure tradizionale, dei misteri o di studiarne un altro, conservando la tripartizione in misteri di gaudio, di dolore, di gloria.
b) Forma rinnovata, mediante l'introduzione di breve lettura, riflessione, Padre nostro (anche recitato una sola volta all'inizio), recita delle decine di Ave Maria limitata alla parte biblica con eventuale menzione del mistero meditato dopo il nome di Gesù; Santa Maria... alla fine della decima Ave Maria; quindi il Gloria al Padre...
c) Celebrazione del rosario in forma pubblica e comunitaria, strutturata come celebrazione della parola di Dio, con letture, canti, omelia, serie di "Ave Maria" limitata anche a una sola decina."
L'idea, dunque, era aggiungere altre forme, senza però eliminare quella tradizionale.
Guido Ferro Canale
"...L'idea, dunque, era aggiungere altre forme, senza però eliminare quella tradizionale."
RispondiEliminaUn supermercato dell'orazione.
Domanda, ma Bugnini era fra coloro che celebrarono l'infame rito massonico in cappella Paolina, quella fatta riconsacrare in seguito da Papa Benedetto 16°?
RispondiEliminaHo anche io un bellissimo ricordo del mese di Maggio, c'era la Messa tutte le sere alle 18.30, era in latino, ma non saprei dire quale fosse il rito, a fine celebrazione il sacerdote indossava il piviale e con l'ostensorio con il SS.mo Sacramento benediceva i fedeli e si cantava il Tantum ergo, il ricordo è un po' vago perché ero molto piccolo, ma il canto e i profumi dell'incenso mi sono rimasti dentro e li porterò sempre con me.
Semper idem
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=rFIqakhkj2k
Senza la Sacra Liturgia la Chiesa non può vivere!
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@Guido Ferro Canale
RispondiEliminacomunque modifiche che snaturavano la preghiera originale, al fine di intaccare l’odiata tradizione.
Personalmente, oggi, pur con il rispetto per papa Giovanni Paolo II, non recito i misteri della luce.
RispondiEliminaAggiungere altre forme senza eliminare quella tradizionale.
Cui prodest?
Un'aggiunta della quale non si sentiva il bisogno e che fa solo
confusione.
Misteri della luce. Perché "della luce"?
Il titolo appare ambiguo. Quale luce?
Ha anche un sapore mussulmano, della mistica mussulmana:
Al-Ghazali, "La nicchia delle luci", tr.it., TEA, 1989:
"La lode sia a Dio [Allah] che diffonde le luci, apre gli occhi, svela i misteri e rimuove i veli. E la benedizione sia su Muhammad etc.
Orbene fratello caro, tu mi chiedi di svelarti i misteri delle luci divine e di spiegarti, nello stesso tempo, l'allegoria che è oltre il senso letterale di versetti coranici e tradizioni.
Riferendoti in particolare alle seguenti parole di Dio eccelso: "Dio è la Luce dei cieli e della terra, e si rassomiglia la Sua Luce a una Nicchia, in cui è una lampada, e la Lampada è in un Cristallo, e il Cristallo è come una stella lucente, e arde la Lampada dell'olio di un albero benedetto, un Olivo né orientale né occidentale, il cui olio per poco non brilla anche se non lo tocchi fuoco. È Luce su Luce..." (Cor., XXIV, 35).
Invece San Paolo, divinamente ispirato, molto più semplicemente ha detto: "Ti raccomando [...] di osservare questi precetti, immacolato ed irreprensibile, fino all'apparizione di nostro Signore Gesù Cdristo, che al tempo prestabilito, sarà resa palese dal beato ed unico sovrano, re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede immortalità e abita una luce inaccessibile, che nessun uomo mai ha veduto nè può vedere. A lui l'onore e l'impero sempiterno! Così sia"
(1 Tim 6, 13-16)
Invisibile è per noi la luce ove abita Iddio Onnipotente, speculare su di essa con immagini terrene è del tutto vano.
Così come inventarsi "misteri della luce" per scompaginare anche il Rosario di sempre.
T.
RispondiEliminaLa luce invisibile nella quale abita il vero Dio, Uno e Trino.
L'immagine sopra citata espressa da San Paolo (1 Tim 6, 13-16) della "luce inaccessibile" nella quale abita in eterno l'Onnipotente e vero Dio, Uno e Trino, potrebbe sembrare una semplice metafora.
A mio avviso, va intesa alla lettera. Un'interpretazione meramente personale? Per di più incompatibile con tutte le scoperte della fisica moderna sull'elettromagnetismo e la luce?
Sempre a mio modesto avviso, la "luce inaccessibile a noi" è affermazione perfettamente lecita secondo la fisica moderna. Essa ha assimilato la luce, intesa come connessione costante di onda e corpuscolo o quanto di energia, all'onda elettromagnetica, all'inizio.
Poi scoprendosi altre forme di energia propagantisi per radiazione, la luce non è intesa come quella radiazione di energia la cui lunghezza d'onda e frequenza è compatibile con le proprietà visive del nostro sistema occhio-cervello (retina-cervello)?
Pertanto: la luce visibile è solo una delle forme delle radiazioni altrimenti invisibili (raggi alfa, gamma, p.e.) viaggianti in ogni momento nel cosmo. Esistono quindi radiazioni invisibili, non sappiamo quante, ossia, se vogliamo, un insieme di radiazioni "inaccessibili" alla nostra vista.
La possibilità fisica dell'esistenza dell'inaccessibile luce divina è pertanto ammissibile, senza violare alcun canone della fisica contemporanea.
Questa constatazione attenua per me lo sgomento che provo ogni volta che vedo le foto a colori di astronauti al lavoro al di fuori delle loro navicelle spaziali, fluttuanti nel vuoto, abbaglianti nelle loro tute sullo sfondo di un cielo nerissimo. Mi angoscia quel cielo di tenebra, privo di luce. Ma è veramente privo di luce?
Probabilmente è ripieno della luce di Dio ma noi, come ci insegna l'Apostolo, non possiamo vederla, il nostro occhio non è stato costruito per questo.
Restiamo umili, utilizzando nel giusto modo le scoperte dell'umano ingegno: bene intese non contraddicono la Scrittura (le scoperte, non le semplici teorie).
E restiamo ai misteri tradizionali del Santo Rosario. Innovazioni non necessarie, anche se non eretiche di per se stesse, creano confusione oltre a rivelare, in chi innova, una sgradevole tendenza alla vanità e alla vanagloria.
Z
25 gennaio, conversione di San Paolo.
RispondiEliminaChiunque può convertirsi ed è nostro dovere pregare per la conversione dei nostri nemici e persecutori.
Chiunque può diventare santo se si converte.
Chiunque, anche chi sta molto in alto.
Quand'ero ragazzino, mamma mia
RispondiEliminame diceva: "Ricordati fijolo,
quando te senti veramente solo
tu prova a recità 'n' Ave Maria
l'anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe' maggia".
Ormai so' vecchio, er tempo m'è volato;
da un pezzo s'è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l'ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Madonna benedetta
e l'anima da sola pija er volo!
Trilussa
Siamo venuti per “onorarlo”? Se il risultato dell’ecumenismo è di non riconoscere la divinità di Gesù.
RispondiEliminahttps://www.aldomariavalli.it/2022/01/25/siamo-venuti-per-onorarlo-se-il-risultato-dellecumenismo-e-di-non-riconoscere-la-divinita-di-gesu/
Ce l'ho questo bollettino.L'ho trovato nella Chiesa dei Santi Angeli Custodi,l'ho portato a casa e lo custodisco perche'appena possibile ho intenzione di far celebrare una S.Messa di riparazione per gli autori della trovata e per tutti quelli che l'hanno accolta a braccia aperte (non c'erano i registratori ed ormai e' sconosciuto anche l'ABC).
[DIES NEFAS] Il 25 gennaio 1959 Giovanni XXIII annunziava la sua intenzione di indire un Concilio.
RispondiEliminaAlla morte di Pio XII Dom Lambert Beauduin, pioniere dell’ecumenismo e della rivoluzione liturgica affermava: “Se eleggessero Roncalli tutto sarebbe salvo: sarebbe capace di convocare un Concilio e consacrare l’ecumenismo”. Ed effettivamente era l’inizio della rivoluzione “in cappa e tiara” che ancora oggi opprime la Chiesa Romana dal di dentro.
RispondiEliminaiL 25 gennaio è il giorno della conversione di Saulo, diventato poi San Paolo.
Fu atterrato dall'apparizione del Signorre sulla via di Damasco e perse temporaneamente la vista, nel senso che rimase abbacinato per un po' di tempo dalla luce dell'apparizione.
Proprio l'anniversaro di quel giorno scelse Roncalli per proclamare l'intenzione di convocare un Concilio Ecumenico.
Si dice che la sua dichiarazione, fatta davanti a vescovi e cardinali, sia caduta in un silenzio impressionante.
La Madonna del soccorso, la cui memoria obbligatoria ricorre il 27 aprile, è un titolo mariano proprio dell’Ordine di sant’Agostino
RispondiEliminaSancta Maria,
succurre miseris,
iuva pusillanimes,
refove flebiles,
ora pro populo,
interveni pro clero,
intercede pro devoto femineo sexu:
sentiant omnes tuum iuvamen,
quicumque celebrant tuam sanctam commemorationem.
Amen.
Santa Maria,
soccorri i miseri,
aiuta i deboli,
conforta gli afflitti,
prega per il popolo,
intervieni per il clero,
intercedi per tutte le donne devote:
sperimentino tutti il tuo l'aiuto
tutti coloro che celebrano tua santa commemorazione.
Amen.
PAENITENTIARIA APOSTOLICA, Enchiridion Indulgentiarum, Preces ad Beatissimam Virginem Mariam, § 2. Partialis indulgentia conceditur christifideli qui ad Beatissimam Virginem Mariam aliquam precem adprobatam pie effuderit;
«Chi se' tu, o dolcissimo Iddio mio? Che sono io, vilissimo vermine e disutile
RispondiEliminaservo tuo?”.
Santo Francesco
Luigi Copertino
RispondiEliminaEsiste un solo Olocausto quello di Cristo sulla Croce. Quando la Chiesa odierna comprenderà che quello ebraico è il tentativo di sostituire Auschwitz al Calvario forse la finirà di rischiare l’apostasia. Quello subito dagli ebrei è stato un genocidio come, purtroppo, tanti ce ne sono stati nella storia (ad esempio quello subito dagli armeni per mano dei Donmeh turchi). Ora è evidente il tentativo di farsi passare, secondo le loro religione, come il messia atteso, un messia popolo, un messia collettivo, che si sacrifica per salvare il mondo dal male. Ma se i cristiani non capiscono che è una squallida imitazione del Vero Sacrificio di Cristo, nel quale tutte le sofferenze umane, comprese quelle degli ebrei, sono racchiuse, vuol dire che siamo nei tempi profetizzati da Gesù: “quando tornerà il Figlio dell’Uomo troverà ancora la fede sulla terra?”.
https://www.maurizioblondet.it/nella-giornata-dellapostasia/
No,no,nn era Mariano Paolo 6. Il Rosario fu molto deriso e contestato,durante il suo pontificato. Prove ne è che grati e monache tolsero la Corona a grani ben grossi che avevano al fianco. E ancora oggi ne sono privi ,se si escludono le Suore di M.Teresa di Calcutta. Poi ogni domenica era tradizione per i fedeli partecipare alla Benedione con la recita del Risario. Detto dal Sac. E nn dai laici come è oggi. Ed era muto raccomandato,il Rosatmrio dai Sac,lo si dicesse nelle famiglie . Cosi'fu x anni prima del CVII il mese di maggio era solennemente celebrato. Questo perché si insisteva sulla importanza del Padre nostro,del Cristocentrismo.
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