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giovedì 6 gennaio 2022

Hódie cælésti sponso juncta est Ecclésia

Gli Orientali chiamano ancora questa solennità i santi Lumi, a motivo del Battesimo che si conferiva un tempo in questo giorno in memoria del Battesimo di Gesù Cristo nel Giordano. Nulla e nessuno — neppure la temperie oscura in cui siamo immersi su tutti i fronti, ecclesiale e politico, che sono concatenati — potrà più oscurare le Luce venuta nel mondo. E nemmeno potrà oscurare la Luce che è nei nostri cuori che Lo hanno accolto perché a Lui solo ci affidiamo. Precedenti qui - qui - [inizio e prosecuzione della profanazione anche dell'Epifania: qui - qui - qui - qui]

Hódie cælésti sponso juncta est Ecclésia, quóniam in Jordáne lavit Christus ejus crímina: currunt cum munéribus Magi ad regáles núptias, et ex aqua facto vino lætantur convívæ, allelúja. Oggi allo Sposo Celeste è unita la Chiesa, poiché nel Giordano Cristo ha lavato i suoi peccati: accorrono i Magi coi doni alle nozze regali, e dell'acqua mutatasi in vino si allietano i convitati, alleluja.

Da quest'antifona ben capiamo che tre sono i misteri celebrati nella festa dell'Epifania, e corrispondono alle tre manifestazioni iniziali della Divinità di Nostro Signore Gesù Cristo (tale è infatti il significato della parola Ἐπιφάνεια (epifania), e ancor meglio di Θεοφάνεια (teofania), come i Greci chiamano questa festa): 
  • L'adorazione dei Magi 
  • Il Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo nel Giordano 
  • Il miracolo compiuto alle Nozze di Cana
L'adorazione del Cristo infante come il Re dei Re della terra; l'inizio della sua vita pubblica e la vocazione dal cielo "Tu sei il figliuolo mio diletto, in te mi sono compiaciuto" (Ὁ μέγας Ἁγιασμὸς τῶν ὑδάτων (La Grande Santificazione delle acque); il primo miracolo pubblico, sono tutte manifestazioni eloquenti della Divinità di Cristo, così come la festa della Circoncisione, il 1 gennaio [qui], era una manifestazione eloquente della sua Umanità, risultando così spiegata attraverso questo ciclo di feste natalizie anche l'unione ipostatica delle due nature nell'unica persona del Figlio. Queste tre manifestazioni divine, pur avvenuta in anni diversi, in giorni diversi, sono festeggiate insieme, a cagion della strettissima relazione intrinseca, il 6 di gennaio, 12 giorni esatti (numero altamente simbolico) dopo il Natale di Gesù; questa triplicità del mistero dell'Epifania è condivisa da tutte le tradizioni cristiane, essendo la festa delle Sante Teofanie (ecco spiegato perché i Greci più correttamente usano il nome al plurale) una delle più antiche e venerate di tutta la Chiesa. Cionondimeno, ciascuna tradizione sviluppò indipendentemente il ricordo di questi tre misteri, spesso slegandoli l'uno dall'altro e spostando la memoria di alcuni in altri giorni dell'anno liturgico. 

Tribus miraculis ornatum, diem sanctum colimus:
Hodie stella magos duxit ad praesepium:
Hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias:
Hodie in Jordane a Joanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia.
Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo:
oggi la stella ha guidato i magi al presepio,
oggi l'acqua è cambiata in vino alle nozze,
oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia.

Così recita l'antifona al Magnificat dei secondi vespri della solennità odierna.
L'antifona insiste tre volte nel dire che i miracoli sopra ricordati li celebriamo tutti insieme oggi. La liturgia della Chiesa, infatti, pur essendo ordinata secondo un certo criterio cronologico (circa due settimane dopo il Natale avviene l'adorazione dei Magi), celebra in un'unica festa le tre occasioni in cui il Signore Gesù Cristo ha manifestato a tutti le genti la sua divinità. E noi Lo adoriamo e benediciamo adesso e per sempre.

2 commenti:

  1. I santi Bithisarea, Melchior e Gathaspa in adorazione del Figlio di Dio.

    «Essi, i tre Savi, erano realmente grandi. Per virtù soprannaturali per prima cosa, per scienza per seconda cosa, per ricchezza per ultima cosa. Ma si sentono un nulla, polvere sulla polvere della Terra, rispetto al Dio altissimo, che crea i mondi con un suo sorriso e li sparge come chicchi di grano per saziare gli occhi degli angeli coi monili delle stelle.
    [...]
    Ma si sentono nulla nella loro sapienza rispetto al Dio altissimo, da cui la loro sapienza viene e che ha dato loro occhi più potenti di quelle due pupille per cui vedono le cose: occhi dell’anima, che sanno leggere nelle cose la parola non scritta da mano umana, ma incisa dal pensiero di Dio.
    [...]
    E, giunti davanti ad una povera casa, nella più meschina delle città di Giuda, essi non crollano il capo dicendo: “Impossibile”, ma curvano la schiena, le ginocchia, e specie il cuore, e adorano. Là, dietro quel povero muro, è Dio. Quel Dio che essi hanno sempre invocato, non osando mai, neppur lontanamente, sperare di averlo a vedere.
    [...]
    Umili, generosi, ubbidienti e rispettosi l’uno dell’altro. Le virtù generano sempre altre virtù. Dalle virtù volte a Dio, ecco le virtù volte al prossimo. Rispetto, che è poi carità.
    [...]
    Ecco, figli, il “vangelo della fede” nell’apparizione della scena dei Magi. Meditate e imitate. Per il vostro bene».

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  2. "Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminium"

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