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lunedì 17 gennaio 2022

Jihad sessuale: a Milano non è stato "solo" uno stupro

Per giorni e giorni articoli e trasmissioni TV per dare addosso a un toscano che ha palpeggiato una giornalista in diretta tv, che ha ricevuto vagonate di solidarietà da politici e opinionisti di regime. Qui invece si tratta di qualcosa di ancora più grave, qualcosa che ha a che fare con la “religione di pace” dei nostri nuovi colonizzatori. E da parte di media e politici renitenza e minimizzazioni a non finire.
A Milano, in piazza Duomo, nella notte di San Silvestro, nove ragazze hanno subito violenze sessuali di gruppo ad opera di branchi di ragazzi immigrati, prevalentemente nordafricani. Sono le stesse scene viste anche a Colonia. Come i femminicidi o i tanti stupri italiani? No, secondo Souad Sbai, sono violenze diverse, organizzate e con una precisa regia.
A Milano, in piazza Duomo, nella notte di San Silvestro, nove ragazze hanno subito violenze sessuali di gruppo ad opera di branchi di ragazzi immigrati, prevalentemente nordafricani. Sono le stesse scene viste anche a Colonia, nel capodanno del 2015 e prima ancora in piazza Tahrir, al Cairo, durante la rivoluzione contro Moubarak, dove vittima è stata una giornalista della Cbs. Esattamente come a Colonia, la realtà è emersa molto lentamente, un pezzo alla volta. Prima di tutto perché le vittime hanno dovuto trovare il coraggio di denunciare. Poi perché, come sempre quando la vicenda riguarda immigrati (anche di seconda generazione) la stampa reagisce con una certa reticenza, sempre nel timore dell’accusa di razzismo.

Esattamente come a Colonia, nessuno nega l’esistenza dei fatti, ma l’atteggiamento prevalente è quello di relativizzarli. Un “tutto il mondo è Paese” in cui si sottolinea che anche gli italiani stuprano, anzi sono peggiori. Che i fatti di Piazza Duomo sono gravissimi, ma i femminicidi sono molto più frequenti. Le femministe sono convinte che la colpa, a prescindere dalla cultura, sia il “maschio” e la sua tendenza alla prevaricazione sul corpo della donna. In alcuni casi viene addirittura equiparata la violenza di gruppo a Milano con la pacca incassata in diretta da una cronista sportiva ad opera di un tifoso della Fiorentina. Ma sono paragonabili le due tipologie di crimine?

Souad Sbai, italiana di origine marocchina, nostra collaboratrice, ha una grande esperienza in materia di immigrazione, avendo fondato l’associazione Donne Marocchine in Italia e avendo fatto parte della Consulta italiana sull’islam. Ed è tuttora responsabile del dipartimento integrazione e comunità straniere della Lega. È scandalizzata per l’atteggiamento che sta tenendo la sinistra italiana. Perché alla sinistra culturale, soprattutto, sfugge una differenza fondamentale: gli stupri avvengono a tutte le latitudini e in tutte le comunità umane, ma questo è un fenomeno diverso. Questa è violenza sessuale sistematica e organizzata. C’è una strategia dietro, c’è della pianificazione. Ed è un atto di aggressione deliberato che si sta ripetendo in tutto il mondo musulmano, comunità musulmane europee incluse.

“Guardando i video di piazza del Duomo – spiega Sbai - si evince che si trattava di veri assalti, molto più che aggressioni sessuali. Non mi risulta che gruppi organizzati di italiani, parliamo di decine di persone, quaranta, anche cinquanta, si organizzino per assalire le donne. In Piazza Duomo è stato condotto un assalto con una regia precisa. Le vittime vengono isolate, le squadre di assalitori si dividono i compiti: ci sono tre cerchie attorno alle vittime, quella esterna tiene lontana la gente e la distrae, c’è chi si incarica di distrarre le vittime, magari anche fingendo di difenderle, per disorientarle ma anche per spezzare la loro volontà di resistere. Anche chi filma ha il suo ruolo. La gente attorno non si rende conto di quel che succede, perché le cerchie esterne sono ampie e quel che avviene dentro è nascosto. È un gioco di squadra, appunto, un’azione deliberata e pianificata, non c’entra nulla con la violenza sessuale individuale”.

Una polemica riguarda anche la polizia, che non è intervenuta in tempo per salvare le nove vittime. Secondo Sbai, gli agenti sono gli ultimi a cui si potrebbero rivolgere accuse, proprio perché: “È un’azione troppo subdola per potersi rendere conto, da esterni, di quel che sta avvenendo. C’è chi ride, chi urla, chi abbraccia le ragazze o addirittura finge di soccorrerle e portarle fuori dal branco. È un gioco di dissimulazione molto raffinato, se non è presente qualcuno dei Servizi, ma solo regolari agenti di polizia, è difficile che ci si renda conto. La violenza vera avviene nella cerchia più interna e nessuno la vede”. Peggio, invece, è il comportamento delle autorità di Milano, della giunta Sala: “La sinistra governa la città da dieci anni. Sanno qual è il rischio e non sono riusciti a prevenirlo. Possibile che non lo abbiano ancora capito? In ritardo anche le scuse: non occorrevano dieci giorni per prendere le parti delle donne violentate in piazza”.

Ciò che impressiona maggiormente di questi episodi è l’organizzazione. Fra gli arrestati ci sono giovani immigrati residenti in tutto il Nordovest italiano, anche da Torino, che si sono dati appuntamento a Milano. Alcuni arrestati stavano per fuggire all’estero. “E dove, che tutti i voli per i Paesi nord africani sono fermi? – si chiede Sbai, che formula la sua ipotesi – Molto probabilmente avevano intenzione di andare in Francia, dove hanno una vasta rete pronta a proteggerli, come è avvenuto con lo zio di Saman, fuggito oltralpe”. Ma se esiste un’organizzazione così vasta, possibile non trovare una regia? Souad Sbai mette in guardia: “I Fratelli Musulmani sono sempre dietro l’angolo. Formalmente si presentano come democratici in giacca e cravatta, segretamente organizzano anche atti di terrorismo”. E se questo terrorismo non è, “è una forma di conquista e controllo del territorio”. “Lo scopo è far capire che sono qui per controllare il territorio. Colpire le figlie, colpire le ragazze è un punto molto debole di ogni società”. C’è una valenza “religiosa”, interpretata letteralmente dagli islamisti: “Fa parte di un certo pensiero islamista, fa parte del jihad. Chi conquista, ha il ‘diritto’ di prendere e stuprare le donne. La prima cosa da fare è ‘violentare le loro donne’”. (Stefano Magni - Fonte)

14 commenti:

  1. Abbiamo politici...non abbiamo politici. Abbiamo persone da avanspettacolo, sfacciate. Nei fatti gli italiani non hanno alcun governo da decenni...andiamo avanti sulle spalle degli onesti. Vergogna infinita.

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  2. «È un caso che esista un termine in arabo per definire le violenze di gruppo?». Toni Capuozzo - non un passante: giornalista, scrittore e inviato di lungo corso in Medio Oriente, in tempi di "se sei esperto e/o scienziato parla, sennò taci", c'è da credergli - lancia un interrogativo che lascia il segno sul "mainstream" politicamente corretto tanto in voga sulla stampa italuana scritta, parlata e mostrata in TV. Nella puntata di lunedì 10 gennaio di "Quarta Repubblica", su Rete 4, ha circoscritto in modo molto preciso i fatti avvenuti a Capodanno in piazza Duomo, dove sono state oggetto di violenze di gruppo nove ragazze. Si tratta di una cosa ben diversa dalle molestie, si tratta quasi di un "rituale" proprio di un certo mondo islamico. «È una tradizione con delle sue tecniche» ha spiegato Capuozzo. «Nel gruppo si dividono i compiti: c’è un gruppetto che isola le ragazze, un gruppo che fa cerchio per evitare che qualcuno le difenda; e c’è un gruppo che fa finta di stare dalla parte delle vittime. Questo tipo di aggressioni sono avvenute più volte anche al Cairo. Succede anche in India dove c’è una larga maggioranza musulmana. Ci troviamo di fronte a un fatto nuovo: questo non è uno stupro fuori dalla discoteca, qui parliamo di violenza perpetrata in un luogo pubblico in presenza di molte persone. Il che rende ancora più difficile l’intervento delle forze dell’ordine». Capuozzo ci tiene a far uscire il triste caso delle violenze a Milano fuori dal recinto delle banalità, e non è il primo ad avere evocato questa "tecnica" inquietante. «La tecnica degli assalti sessuali in gruppo ha un termine ben preciso perché rappresenta un costume abbastanza radicato nel Nordafrica: "taharrush gamea". Significa letteralmente "molestia collettiva, molestia di gruppo". Con questo nome si designa un'aggressione sessuale di massa ai danni di una donna, che può anche sfociare nello stupro». Lo scrive su Fb lo scrittore Alfonso Piscitelli. «In quel tipo di società si reagisce al fenomeno in due modi: il primo è la segregazione della donna; il secondo è la mano pesante della legge. La prima risposta è assolutamente irricevibile in una società europea. Certo è che non si può pensare di continuare con il lassismo giudiziario di fronte a queste emergenze delle società multiculturali»...
    Non è d’accordo con questa interpretazione Piero Sansonetti, anche lui ospite di Porro: «A Milano è successo che delle persone hanno aggredito una donna. Avevano una caratteristica: erano maschi. Poi andremo a vedere la nazionalità, ma innanzitutto erano maschi. Anni fa non eravamo molto diversi dagli arabi, poi qui è arrivato il femminismo, che ha travolto la cultura maschilista». Non ne ha fatto una questione di religione il direttore del "Riformista", che derubrica i fatti gravissimi come dialettica maschilismo vs. femminismo. Ma fatti parlano da sé: sono nove i casi di abusi accaduti la notte di Capodanno in piazza Duomo a Milano, e gli autori di tutte le violenze farebbero parte di un "branco" di giovani ragazzi, molti dei quali di origine nordafricana, filmati in alcuni video circolati poi sul web. Intanto è stato aperto dalla Procura un fascicolo per violenza sessuale di gruppo. Ad agire potrebbe essere stato un unico gruppo ma non si esclude che nelle aggressioni siano coinvolti gruppi diversi, ognuno - appunto - con "compiti" diversi, come analizzato da Capuozzo...

    https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartarepubblica/capodanno-violenze-a-milano_F311546301001C20

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  3. L'episodio di Milano è particolarmente odioso.
    Ma il problema, nelle nostre società, è comunque costituito dal femminismo sempre più via di testa = ci sta distruggendo la libertà sessuale indiscriminata regnante sovrana, con le donne protagoniste, quella libertà del tutto negativa che è alla radice, come idea che vuole essere universale, dell'accoglienza indiscriminata di tutti questi stranieri.
    IL femminismo è anche componente essenziale della c.d. "cancel culture".
    In Irlanda si è costituita una compagnia teatrale di sole donne per recitare uno Shakespeare ripulito dei suoi risvolti, dicono le folli, di tipo antisemita (Shylock), misogino (La bisbetica domata), razzista (Otello il Moro).
    Shakespeare così com'è non si può più accettare, va rifiutato, va cancellato, va riscritto!!
    Ci faranno vedere loro come si deve recitare Shakespeare.

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  4. I poliziotti devono mantenere la famiglia lo stipendio gli serve, ma sanno che lo stato non li difende se accade qualcosa specie con extracomunitari in gruppo essendo più violenti. È da riflettere molto che anche i peggiori mafiosi alla visione della polizia si nascondevono per evitare lo scontro, queste persone ormai invece sfidano la polizia e il popolo tanto più la loro visione di inferiorità e disprezzo per le donne emancipate, tutto grazie alla magistratura e di una politica che preferisce perseguitare gli italiani onesti!

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  5. "Per fortuna ci si abitua a tutto".
    È questa la chiosa di una signora, accompagnata da un ghigno insensato, che scende da un treno regionale.
    L'intervistatore televisivo, ha il compito di sentire i passeggeri ferroviari, che escono dal convoglio appena arrivato, in merito alle nuove regole vigenti.
    Tutti con super GP e mascherine, in bella mostra per le telecamere.
    "Avete tenuto la mascherina per tutto il viaggio?" - "Certo!!!! Faticoso, ma, per fortuna, ci si abitua a tutto."
    Ecco, in una sola frase, l'autoannientamento lucido di una generazione, felice della propria autodistruzione.
    Perché "ci si abitua a tutto". Tutto.
    Quindi non c'è un limite, un punto di rottura, un risveglio della coscienza. Non c'è un traguardo a cui non si può arrivare.
    Tutto è permesso, tutto e' accettabile.
    Basta che venga ordinata e qualsiasi cosa diventa possibile.
    Si potrebbe decidere di giustiziare le persone in piazza e non ci sarebbe nulla da ridire, perché "ci si abitua a tutto".
    Ecco l'aberrante punto di arrivo di una massa fattasi oggetto, merce, fine di esperimento e divertimento, che non ha più alcun discernimento, ma solo la bramosia di adeguarsi a quanto disposto, fosse anche l'abominio assoluto.
    Una sindrome di Stoccolma diffusa e ipnotica, che non conosce e non accetta deroghe, né domande.
    Che ignora le evidenze, persino le più drammatiche e le cancella sollecitamente, per eludere ogni possibile riflessione.
    Non opera una realtà fattuale, ma una realtà illusoria e indotta che diventa imperante e totalmente indiscutibile.
    Il mantra è un presunto "bene" sullo sfondo, un asserito interesse collettivo e mielosamente paternalistico, che è esattamente come la casa della strega di Hansel e Gretel, una trappola terribile, in cui gli sprovveduti, devastati da decenni di falsità e totale assenza di valori veri, si gettano a capofitto.
    Eppure basterebbe dare un'occhiata alle manovre quirinalizie, con mosse, contromosse, ricatti, rilanci, accordi e spartizioni, perché anche un babbuino capisca, che ogni tipo di interesse insiste in questo baccannale, tranne che il bene pubblico e la salvezza di una nazione, in realtà smembrata e saccheggiata da decenni.
    Quando la consapevolezza scompare e l'umanità si fa piccola, irrompe la notte della storia.
    Quando i bisogni più bassi e inutili, i traguardi più mercificati ed egoistici, diventano pane quotidiano ed obiettivo totalizzante, attraverso una competizione bestiale che opera senza soluzione di continuità e senza alternativa, si arriva al fondo dell'esistenza umana.
    E' svanita la amara illusione dei diritti, delle libertà assolute, del faccio quello che voglio, del decido io.
    La volontà di potenza della modernità gnostica, spente le luci della ribalta, si è rivelata nella sua natura autentica e atroce di un nichilismo senza freni, né via d'uscita.
    Il percolato più ributtante di una falsa festa, di cui sono rimasti i rifiuti e l'immondizia.
    Finita la musica ed i vuoti proclami, appare adesso la sostanza della questione.
    Questi i giorni che stiamo vivendo.
    M.P.

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  6. Il lavaggio del cervello, insegna la psicologia, si attua in 3 fasi più una finale.
    ISOLAMENTO
    CONTROLLO
    INCERTEZZA
    RIPETIZIONE
    non vi dice nulla?
    Dapprima ci hanno isolati, poi hanno mandato informazioni a senso unico, bloccando ogni voce contrastante, quando è nata l'incertezza, hanno cominciato a demolire le convinzioni delle persone sostituendole con le loro, con una ripetizione infinita che dura ogni giorno da due anni... questo si chiama lavaggio del cervello
    Aprire gli occhi...

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  7. Cercando di guardare i fatti a ritroso, torno alla mia giovinezza quando di queste cose, uomo donna, si parlava parecchio e ne parlai anche con un'amica che si era nutrita molto del pensiero di Ida Magli ed io l'ascoltavo con piacere, ora non so quanto delle sue parole fosse suo personale o fosse pensiero della grande antropologa italiana, né so se quanto vi vado scrivendo sia una mia interpretata sintesi.

    Il maschio cresce sul modello della madre, la femmina sul modello del padre, madre e padre poi in qualche modo diventano gli esempi da seguire e/o da evitare anche nella scelta affettiva esistenziale.

    Quindi ci dedicammo, nei nostri discorsi, a guardare alle madri degli uomini di cui parlavamo fossero essi stati persone conosciute o no. Da questo esercizio sui padri per le femmine, sulle madri dei maschi nacque l'abitudine di osservare, anche poi nella vita, il genitore modello sul quale la figlia e/o il figlio si era formato e/o sformato.

    Avendo, vuoi o non vuoi, avuto allora una educazione cattolica oltre ad una istruzione pubblica, naturalmente non ci fermammo a quegli schemi didattici tuttavia ci furono di aiuto nella comprensione della libertà e della verità umana.

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  8. Un episodio terribile, ma le forze dell'ordine erano a pochi passi e sebbene in grave ritardo sono intervenute ed hanno posto fine facilmente allo stupro di gruppo.Ma un episodio molto più grave che ha avuto una eco molto minore è avvenuto nella metropolitana di Milano in questi giorni.Un giovane invalido che stava telefonando è stato aggredito da due marocchini e derubato del telefonino malgrado la sua strenua resistenza ed il generoso intervento in suo aiuto da parte di una signora e di un dipendente della metropolitana.Risultato che il giovane è stato malmenato e derubato mentre quelli intervenuti in sua difesa sono stati picchiati e la signora anche derubata.Ora i due delinquenti ,uno di 21 e l'altro di 27 anni ,sono stati arrestati , sono irregolari in Italia e responsabili entrambi di una lunga sfilza di reati .Allora vien da chiedersi cosa ci fanno in Italia se sono irregolari e delinquenti abituali?Un'altra considerazione:in Italia tutti o quasi i responsabili di reati vengono arrestati ,ma la prevenzione e la repressione sono di fatto inesistenti. Non si prevengono i reati se questi delinquenti sono liberi di andare in giro per l'italia senza alcun controllo.E non esiste repressione se questi delinquenti abituali entrano ed escono di galera con estrema facilità.Sulla magistratura e la sua crisi oserei dire morale ci sarebbe da scrivere migliaia di volumi ma al momento sarebbe fatica sprecata.

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  9. BISOGNA RISPETTARE LE REGOLE? DIPENDE DALLE REGOLE.
    Eric Priebke, colui che diresse la strage alle Fosse Ardeatine, al processo provò a giustificarsi dicendo che aveva obbedito agli ordini e che quelle "erano le regole" in quel momento.
    Le tante "kapò" nei lager usarono le stesse argomentazioni, quando fu chiesto loro conto dei trattamenti disumani riservati ai deportati: "erano le regole"!
    Ma il punto, che non capiscono i "kapò del Covid19", è che alle regole sbagliate è giusto e doveroso disubbidire, poiché "iniusta lex non est lex, sed corruptio legis" (S. Tommaso d'Aquino - Summa Teologiae).

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  10. Fantasmi del passato18 gennaio, 2022 10:12

    Il costituzionalista comunista Gaetano Azzariti, nipote dell'omonimo (e sempre da lui affettuosamente giustificato) Presidente del Tribunale della Razza (secondo de Felice, una «fonte di immoralità, di corruzione, di favoritismo e di lucro») - poi costituente, primo Presidente della Corte costituzionale e collaboratore di Palmiro Togliatti -, è tra i primi firmatari di una lettera in cui si afferma «riteniamo un’offesa alla dignità della Repubblica e di milioni di cittadini italiani il fatto che venga candidato a Presidente della Repubblica». Lo stesso Gaetano Azzariti che nel marzo del 2020 teorizzò il Leviatano sanitario:

    «Un punto deve essere chiaro. È vero che ci cono interessi in gioco che hanno rilievo costituzionale però, e penso a Thomas Hobbes, su tutto prevale il diritto alla vita, nella forma essenziale del diritto alla salute. Di fronte a questo tutti gli altri diritti devono essere limitati. È il primo compito dello Stato quello di tutelare la vita e la salute» (il Fatto Quotidiano, 11 marzo 2020).

    Dal tutelare la razza al porre la salute del popolo (oggi si chiama con un inquietante lapsus "salute pubblica") al di sopra di ogni libertà il passo è breve.
    Andrea Sandri

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  11. È vero, il covid non è soltanto una semplice influenza. È lo sguardo, scuro e rassegnato, di un bambino con una maschera che gli comprime il volto e gli toglie il respiro. È la preoccupazione e l'angoscia di un padre, che si trova costretto a rinnovare il suo lasciapassare una volta ogni sei mesi per portare il pane a tavola.
    È vero, il covid non è un banale stato febbrile. Sono gli occhi tesi e ricolmi di lacrime di una madre che si vede negato l'accesso alla scuola dei suoi figli, è la socialità mutilata e l'impossibilità di fare sport per i nostri ragazzi, è l'aria viziata che, tutti i giorni, inaliamo a pieni polmoni.
    Non è vero che il covid è solo un raffreddore. È il tempo rubato, il sorriso negato, la solitudine ed il terrore di un anziano, l'odio seminato dai media, la distanza è l'atomizzazione sociale caratterizzante il nostro dissennato evo. È la vita continuamente calpestata, vituperata, malmenata, sconvolta, morsicata. È la letargia della logica e del buonsenso, un attacco frontale all'uomo ed alla sua natura.
    Non è vero che il covid è solo una semplice influenza. È l'eutanasia di un popolo ipocondriaco che ha accettato ogni nefandezza per il quieto vivere. È il tramonto del diritto positivo e naturale. È lo schiaffo alle libertà fondamentali di tutti, vaccinati e non vaccinati, guariti, con 3 dosi, con o privi di lasciapassare, senza distinzione alcuna.
    È proprio vero: il covid non è malanno stagionale, come tutti gli altri. Esso è, soprattutto, malattia dell'anima.

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  12. Giulio Meotti
    Un miliardo di dollari per islamizzare l'Europa. Nuovi documenti rivelano che, dalla Francia all'Italia, tanto ha speso il Qatar per esportare l'Islam. Quanti stupidi Cappuccetti rossi si sono fatti mangiare dal lupo travestito da agnello. Una inchiesta straordinaria racconta come hanno cambiato l'Alsazia, la regione di Strasburgo: "Antica terra cristiana, la scristianizzazione impera e le chiese intorno alle quali si estendono le case a graticcio e fiorite vedono deperire i pochi greggi rimasti. Le moschee spuntano come funghi dopo la pioggia, anche nei borghi con poche migliaia di abitanti, rivelatore di una lenta ma sicura islamizzazione...".

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  13. Giulio Meotti
    "Gli islamisti per avere i soldi dell'Europa si sono alleati con i relativisti". Antropologa del CNRS rivela: "Bruxelles finanzia i Fratelli Musulmani schierati con femministe e LGBTQI+". Una sola ong islamica ha ricevuto 64 milioni dall'Unione Europea (anche la Fondazione Bill Gates la finanzia). Cosa possono avere in comune militanti che si battono per i diritti arcobaleno, i pronomi neutri, la cancel culture e la decostruzione della storia, con islamisti barbuti e velati? Apparentemente, niente. Ma una inchiesta di Le Figaro di oggi racconta la "santa alleanza fra wokismo e islamismo”. Intanto, accademiche falsamente accusate di razzismo finiscono sotto scorta. É questa l'Europa dell'uguaglianza?

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