A che punto è la notte?
Pierluigi Fagan
Un secolo fa, un secondario professore di liceo tedesco dette alle stampe due volumi dall’affascinante titolo “Il Tramonto dell’Occidente”. A noi non interessano le tesi specifiche del tedesco, interessa l’intuizione su quella che a lui sembrava, per varie ragioni, una parabola discendente del sistema occidentale. Ai tempi di Spengler, il sistema occidentale era per lo più l’Europa, inclusa la Gran Bretagna. Oggi il sistema occidentale è invece un sistema binario con un centro anglosassone dominante, fatto di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda ed una serie di satelliti che sono gli antichi stati-nazione europei.
Il sistema occidentale oggi pesa, più o meno, il 15% della popolazione mondiale. Ma se eliminiamo dalla definizione di Europa data in geografia umana Russia e Bielorussia, scendiamo a 13% dove Europa pesa l’8% e gli anglosassoni il restante 5% per quanto abbiamo mantenuto UK in Europa per non complicarci troppo i calcoli che comunque non cambierebbero di molto. Siamo anche la parte di umanità più anziana del mondo e di parecchio, soprattutto in Europa.
In IR (International Relations) disciplina totalmente monopolizzata dalla cultura statunitense, in questi giorni invisibilmente intrecciata alla geopolitica nel pubblico dibattito, è da anni in uso un concetto che fa da titolo a molte dissertazioni su problematiche strategiche del più ampio respiro: the West vs the Rest. Ma se il “West” è il 13% del mondo, si può definire l’altro 87% un “the Rest”? Questa partizione implicita al concetto denota sia una visione piuttosto bizzarra dei valori di peso (in genere, il “resto” è una frazionata rimanenza del calcolo generale, un residuo minore), sia una contrapposizione “vs”. Da dove vengono queste due posture implicite?
Sull’utilizzo di “il resto” per denotare l’87% di un aggregato, si potrebbe pensare ad un occidental-centrismo che non è poi molto strano, è norma che -nel mondo- ciascuno faccia perno del compasso su sé stesso. Ma viene anche il dubbio che, oltre la convinzione etnica più diffusa al mondo secondo Levy Strauss ovvero che la propria cultura sia al centro ed implicitamente la migliore del mondo, vi sia una nostalgia. Ai primi del secolo scorso, infatti, e come punto finale di una traiettoria iniziata a metà secondo millennio dopo Cristo, che si è sviluppata in possedimenti o egemonie o influenze di praticamente tutti i paesi europei ed anglosassoni sul Mondo, noi occidentali eravamo praticamente ancora un terzo dell’umanità. Non solo, il nostro distacco in termini di potenza militare, economica, culturale, tecnologica sugli altri due terzi era netto ed indiscutibile. Sebbene comunque inelegante dal punto di vista culturale, allora forse si poteva concepire la fondatezza di questo senso di centralità compatta intorno al quale brulicavano le secondarie periferie del mondo.
Usare oggi l’espressione “the West vs the Rest”, sembra quindi una nostalgia nel senso di non aver aggiornato il concetto ad una realtà mutata sensibilmente. Da un terzo a più di un settimo i pesi cambiano sensibilmente e non a nostro favore. In più, tutti i nostri primati concreti in termini politici, culturali, tecnologici, militari, economici e finanziari vanno svanendo o si stanno confondendo. Per ogni indicatore prendiate tra i principali, le traiettorie di primato occidentale dal 1950 ad oggi, stanno scendendo con più o meno decisione. Le traiettorie proiettate a trenta anno quindi al 2050, da quelle demografiche a quelle economiche a tutte le altre, promettono di continuare a discendere secondo il coro unanime di ogni analista di ordine e grado, analisti occidentali s'intende. Il concetto pensato dal capofila culturale occidentale, cioè gli Stati Uniti d’America, il concetto “the West vs the Rest” sembra quindi già improprio nella fotografia odierna se comparata ad un secolo fa quando non c’era il concetto ma il suo sentimento, ma sembra sempre più bizzarro anche in prospettiva 2050, quando diventerà “il 10% vs il 90%”.
Da notare poi che se entriamo dentro il nostro mondo occidentale e lo facciamo 100%, sappiamo che da trenta anni è in atto un processo di gerarchia sociale allungata, sintetizzato nel concetto “1% vs 99%” dove cioè una sparuta minoranza ha assorbito in sé livelli di ricchezza e potere quali non si vedevano dai tempi dei satrapi orientali, ma forse neanche quelli a dire il vero. Una sparuta minoranza domina una civiltà minoritaria che dominava ma sempre meno dominerà il Mondo.
Se questo concetto che pone il “West” da una parte ed il “Rest” dall’altra mostra la sua problematicità, il connettivo “vs” cioè “contro” è ancora più problematico. Esso denota che quella nostalgia di cui abbiamo parlato è rancorosa. C’è un effetto assedio, un Fort Alamo, pochi contro molti, c’è una paura che si trasforma in aggressività implicita. In questi giorni, vediamo la società che si definiva “aperta” che si chiude sempre più in sé stessa. Sanziona, minaccia, fa liste di proscrizione, impone il “o di qua o di là” al suo interno ed a tutto il mondo, dopo aver deciso che un pezzo non secondario della cultura europea che va da Kandinsky a Dostoevskij, da Tchaikosvky a Mendeleev a nome di tutti gli scienziati della sua terra e molti altri, non sono più “europei” nel senso profondo del termine. Se appena qualche anno fa qualcuno osava porsi domande sull’utopia del Mondo come Piccolo Villaggio unificato dalla rete degli scambi commerciali e finanziari era ostracizzato come retrogrado del progresso dell’umanità, oggi l’anziano bambino rancoroso abbandona il campetto e si porta via il pallone perché a quel gioco non vince più.
Oggi il Piccolo Villaggio è tornato un mondo allo stato di natura hobbesiana, dove un comico ucraino in politica da tre anni parla, a nome della tribù occidentale al parlamento degli ebrei nazionali cioè israeliani imponendo loro severo il diktat di scegliere nella piana di Armageddon da che parte stare nell’ultima battaglia del Bene contro il Male.
Nel mentre, nel sistema occidentale, l’anziano comandante in capo la nuova crociata occidentale della democrazia “uber alles”, con accanto il senior partner orfano dei fasti dell’impero su cui non tramontava mai il sole, due anglosassoni ovvero discendenti delle antiche tribù dei barbari germanici, ordina, decide, impone i ritmi di una azione di conflitto col mondo che non si sa neanche che fine avrà visto che non parliamo più di economia, Internet, cultura popolare o sistemi politici, ma di bombe atomiche. La cultura europea è nell’attonito silenzio tradita dalla sponda russa ora trasformata in orda mongola violenta-donne ed ammazza-bambini. Vagheggiava pace e pluralità, fine della storia e fratellanza di mercato universale ed ora si trova in un incubo improvviso. Improvviso forse per chi ha continuato per anni e decenni a parlare di mondi immaginari fatti di parole e concetti appesi al nulla, in realtà le traiettorie erano ben chiare per chi si atteneva ad uno dei fondamenti stessi della cultura moderna che piano piano subentrò il Medioevo ovvero: numero, peso e misura. Questa svolta alla quantificazione nel XVII secolo s’impose proprio perché nel Medioevo c’era stata una longeva inflazione di chiacchere mentre parole e concetti, talvolta, debbono esser verificati nella sostanza e non solo nella pura forma come diceva uno dei fondatori del pensiero occidentale in quel di Grecia Antica.
Siamo così entrati nella più profonda notte della civiltà occidentale di cui un tedesco intuì a modo suo l’accenno di tramonto a cavallo di due guerre che fecero 85 milioni di morti, il più grande massacro nella storia dell’umanità in soli trentacinque anni. Si pensava fosse quella la notte della nostra civiltà, ma era solo l’inizio del lungo viaggio vero il suo termine lontano. Chissà ora a che punto di quella notte siamo.
… La luna è morta.
Alla finestra illividisce l’alba.
Ah, tu notte!
Perché tanto scompiglio?
Io sto in cilindro.
Non c’è nessuno con me.
Sono solo …
E lo specchio infranto …
(14 novembre 1925, Sergej Esenin)
DOVE NON OSANO LE COLOMBE
RispondiEliminaNon so come la racconterà la grande informazione italiana. Ma ieri al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite la Russia e la Cina hanno presentato una proposta di risoluzione per un cessate il fuoco per ragioni umanitarie. Trucco, mossa furbesca ? Quello che volete, ma era l'occasione per prenderli in parola, no ? Voti favorevoli, quelli dei due presentatori. Voti contrari tredici. Vedremo come ce lo spiegano: parlava di crisi umanitaria ma non menzionava le colpe dell'aggressore, bisognava spezzare il fronte russo-cinese, occorreva evitare che l'aggressore se ne approfittasse per riorganizzarsi, sono in difficoltà e vogliono la tregua è il momento di punirli.....domani ci mostreranno altri orrori, la medicina amara di ogni interventismo.
Sotto la grande ala di Biden non sembra essere uno stormo di colombe quello dei leader europei. E’ come se una classe politica democratica e moderata avesse preso a modello i democratici americani, che in nome dei buoni principi e di un mondo migliore, hanno avviato guerre e creato vuoti paurosi in giro per il mondo. In Italia il panorama è ancora più modesto, perché si aggiunge una specie di “taci il nemico ti ascolta” per cui ogni dubbio viene affrontato con un aggettivo definitivo: filoputiniano. La chiamata alle armi dei mansueti ha il goffo entusiasmo dei marmittoni al CAR, anfibi troppo nuovi, basco troppo largo, fucile mai imbracciato prima. E intanto la guerra, con i suoi orrori inanella giorni. Sembra di capire che la Russia abbai rinunciato non solo alla presa, ma persino all’assedio di Kiev, che non è mai iniziato. Hanno scavato trincee, subiscono contrattacchi importanti per il morale dei difensori, ma intanto tengono bloccata la capitale, le sue armi, le sue energie. E si concentrano sull’est del paese. Quando ci si siederà a un tavolo delle trattative, farlo con la costa, tranne Odessa, nelle proprie mani è avere un buon gioco: puoi ritirarti da Kiev, puoi restituire Kherson, ma il resto l’hai portato a casa. Non sarà mai trattato di pace, perché Zelenskj non può accettare la mutilazione della patria. Sarà un cessate il fuoco. E poi ? Daremo armi agli ucraini per partire all’attacco delle terre irredente ? Faremo guerra per l’Ucraina una e indivisibile ? Staremo a vedere, come stiamo facendo per Mariupol, il bunker berlinese o l’ultima Salò del battaglione Azov, con gli assedianti che non sembrano del tipo propenso a fare prigionieri. A meno che la Russia e Putin non crollino, cosa che ingolosisce. E dopo ? Abbiamo qualche esperienza a riguardo di quello che pudicamente viene chiamato “regime change”. In Iraq, in Libia, in Afghanistan, Siria e via dicendo. Scarseggiano grandi leader fermi ma capaci di colpi d’ala, di mosse inaspettate, di mani tese a disarmare l’avversario, di soluzioni che fermino l’inerzia della guerra. Volano solo aerei e, nel loro piccolo, falchi. Occhi fissi a scrutare il terreno, mai uno sguardo al futuro.
Toni Capuozzo
L'Italia sta già al capolinea, dopo due anni di pseudo-pandemia adesso intraprende un braccio di ferro contro la Russia per piacere agli USA e alla UE. Coglioni.
RispondiEliminaSui libri di studio è (era? fu?) sottolineato che periodizzazioni temporali, raggruppamenti umani sono strumenti per facilitare la comprensione di fenomeni, di eventi complessi che al loro interno sono variamente composti, pur avendo alcune caratteristiche ricorrenti.
RispondiEliminaNoi sappiamo che il vero Cristianesimo è in quantità poca cosa, è sale e lievito in piccole dosi. Queste piccole dosi sono state sparse, con alterne vicende, dai veri cristiani ovunque nel mondo. Questi veri Cristiani son dunque sparsi ovunque e alcuni di loro lo sono diventati ascoltando semplicemente la Voce interiore.
Lo studioso dovrebbe parlare, nelle sue esposizioni, anche dei veri Cristiani perché è da essi che dipende la sorte sia degli pseudo cristiani, sia dei cristiani potenziali.
Oggi, che siamo in mano a guide corrotte e corruttibili, dobbiamo essere consapevoli che ogni responsabilità circa la Vita presente e futura è sulle singole spalle di ogni essere umano che cerca di essere vero Cristiano. Il tanto ricorrente 'Ma noi che possiamo fare?' Va sostituito con il 'dobbiamo fare le pulizie di Pasqua nella nostra vita, nelle nostre intenzioni!'. Questo è quello che viene richiesto alla truppa; le grandi manovre, i grandi giochi, le albe ed i tramonti lasciamoli a Dio, Uno e Trino, Onnisciente, Onnipotente, Immenso, Eterno.
Notizie dall'isola di Guàm.
RispondiEliminaNella chiesa del Monte Carmelo, in località Agat, c'è un problema: l'altare è "sprofondato" distruggendo il pavimento col suo stesso peso.
Il problema è dovuto al fatto che l'altare prima si trovava nel "presbiterio", progettato per sopportare grossi pesi (l'altare in pietra e cemento, sarà non meno di una tonnellata), ma per iniziativa del parroco necatecumenale, versione rincitrullita ed estremizzata del famoso spiritodelconcilio, era stato spostato giù, a valle dei tre gradini, per orientarlo "verso il popolo", ovviamente senza il permesso di monsignor arcivescovo (mons. Byrnes).
Nota tecnico-teologica: i "presbìteri" del Cammino Neocatecumenale odiano il lessico tradizionale della Chiesa ("altare", "sacrificio", "transustanziazione"...): l'altare lo chiamano sempre "tavola", finendo così per ingannare sé stessi quanto al peso (immaginate il parrokiko presbikiko che esegue l'ordine perentorio dei suoi cosiddetti "catechisti" laici del Cammino, ai quali ogni membro deve obbedienza assoluta: "spostate la tavola al centro della chiesa, che bisogna fare comunità!").
Del video girato in chiesa si nota anche più in generale il tipico scempio portato dai credenti in Kiko Argüello Redentore (cioè i fratelli delle comunità del Cammino Neocatecumenale): devastazione anche fisica dei luoghi di culto cattolici, e inserimento di tipici gadget kikiani (seggiolona-trono con spalliera arrotondata, tappeti, ecc.). I cattolici di Guàm si chiedono ironicamente se con questo crollo in cattedrale "il Signore abbia voluto dire qualcosa" ai presbikikos.
Per la cronaca, l'arcidiocesi di Agaña (coincidente con l'isola di Guam, nell'oceano Pacifico, 180.000 anime, in maggioranza cattoliche) è stata retta per molti anni dal vescovo pedofilo neocatecumenale Apuron, recentemente punito dalla Santa Sede senza clamore mediatico (eh, sì, perché i "preti pedofili" fanno notizia solo quando non c'è in ballo una setta eretica come il Cammino, «una setta protestante-ebraica che di cattolico ha solo la decorazione, un cavallo di Troia nella Chiesa», come la definì mons. Schneider). L'arcidiocesi ora versa in totale bancarotta (Chapter 11, secondo la legislazione americana) dovendo vendere tutti i suoi asset per racimolare i soldi per pagare i risarcimenti alle vittime degli abusi sessuali su minori, abusi compiuti dal sullodato Apuron e dai pretipedofili (non solo quelli appartenenti al Cammino) che costui proteggeva; il paradosso è che le vittime finora non hanno visto un centesimo, mentre i primi milioni incamerati sono stati usati per pagare avvocati e legulei (motivo principale per cui è sempre tanto promossa la narrativa dei "pretipedofili-pretipedofili" nel mondo).
Intanto il Ministro fabiano istituisce la legione sanitaria straniera. I medici egli infermieri renitenti alla puntura di Stato saranno sostituiti con personale sanitario ucraino in fuga.
RispondiEliminaAndrea Sandri
Da quando l’uomo uscì dall’Eden e se ne sono perse le tracce, è iniziata la caccia al paradiso.
RispondiEliminaLa fantasia non è mancata, specie a chi ha negato l’uscita e ha iniziato evolvendosi dalle scimmie.
Recentemente ci hanno provato vari sistemi materialisti, pianificando costruzioni di paradisi in terra.
I tentativi sono falliti tra guerre, gulag, campi di sterminio e varie forme di violenza, vizio e corruzione.
Attualmente il progetto è nelle mani di un’élite con molte idee e molti mezzi, per lo più gonfiati. Eccoli sul punto di esplodere e non per un incidente non voluto, ma da progetto.
Che cosa può succedere adesso?
Nell’idea dei promotori del (loro) paradiso terrestre c’è il Great Reset. Ineluttabile perché necessario.
Quindi stanno pianificando una recessione globale per sgonfiare la bolla che gli esploderebbe addosso.
Il paradiso è l’ESG (environmental, social, governance): un direttorio globale di regole per “sgonfiare”.
Sgonfio il lavoro, i consumi, la popolazione, i servizi, l’energia. Si gonfia solo il loro portafoglio.
Sgonfio gli anni di vita, specie degli improduttivi, degli inutili. E rendo sempre più inutili la gran parte.
Come fa a sentirsi in paradiso un inutile?
Riempiendolo di diritti, vizi, divertimenti… Per guardare altrove! Guarda l'uccellino! Ed eccoli a manifestare per l’orso polare accaldato, la foresta minacciata, la canna senza vincoli, una fede senza dogmi, tanti diritti senza doveri…
L’importante è occupare l’attenzione incanalandola nel politicamente corretto, stabilito a tavolino.
Ovviamente chi ha idee o proprietà sue verrebbe facilmente additato al ludibrio: egoista, cospiratore, nemico del bene comune, meglio dare che avere. A scuola, in TV, dal pulpito, persino durante la telecronaca di una partita di pallone.
Se per mangiare carni rosse inquini e ti fa male, che meraviglia un misto di bacherozzi e di formiche.La recessione globale è un misto di allevamento intensivo e genocidio, ma sarebbe il nuovo paradiso. Sperimentata abilità di raccontare frottole unita a conflitti, inflazione e carenze alimentari create ad arte.
Perdere la libertà, la cultura, il lavoro, i risparmi, la casa… per aver assecondato frottole pandemiche, climate change etc. E, in primis, la pace, come la sa e la dice il mondo.
E’ la sintesi di ciò che ci aspetta, con scenari di fame.
Il tutto per realizzare il paradiso ideato dall’élite psicopatica.
La terra è purtroppo clamorosamente soggetta al principe del mondo.
Si può fermarli? C'è chi ci sta provando e chiede l'aiuto del Cielo.
La Rai cancella il contratto di Orsini per il programma Cartabianca. E anche l'art. 21 della Costituzione è andato. Si può manifestare liberamente il proprio pensiero nella tv pubblica solamente se è in linea con la compagine governativa. Lottizzazione: modalità ON.
RispondiEliminaLo ripeto inascoltato: privatizzare la Rai e abolire il finanziamento pubblico all’editoria. Altrimenti cosa resta? Il contratto da fare o non fare all’amico, il sussidio da dare o non dare a una singola testata. Decida il mercato, senza che a pagare siano i contribuenti.
RispondiEliminaDecida il mercato un corno! La verità e il comune buon senso silenziati quando non criminalizzati!
RispondiEliminaMi sembra più giusto scrivere The Rest vs the West, dati i numeri di popolazione, la Francia, noblesse oblige, se ne frega delle 'sanzioni' e continua a fabbricare auto Renault in Russia, alla faccia......sentite testimonianze di gente che vive in Russia da vari anni, anche italiani, che dicono che nelle grandi città è tutto tranquillo, che la gente è contenta di Putin, ci sono certo minoranze contro, ma per il resto va tutto bene, qui chi ci rimette con le sanzioni sono i soliti noti. A proposito di un filmato trasmesso su vari canali tv, di un attacco notturno a carri armati russi, secondo la vulgata distrutti, ho visto su un blog che era un video gioco molto realistico, ma anche vecchiotto, balle a volontà, intanto ieri sera a radio rai1 è ricomparso Pregliasco a predire sciagure e recrudescenze di Omicron e derivati, morti previste da far allibire, peccato che le TI siano vuote, che negli ospedali non c'è nessuna emergenza, se danno un minimo di corda ad aprile.......in attesa di tornare in cella a ottobre, a meno che......a proposito si dice che JMB abbia in serbo qualche novità a sorpresa sulla cerimonia di consacrazione di domani......
RispondiEliminaSergej Alexandrovic Esenin ( 1895 - 1925) è stato un importante poeta russo.
RispondiEliminaSi suicidò, o forse fu suicidato, per taedium vitae e avendo intuito la catastrofe apportata dalla rivoluzione.
Quanto alla guerra, grande è la mia amarezza. So di non sapere. Ma a fronte di tanti che ci fanno la lezione, continuo a non calire perché mai Odessa non sia russa, come mai Sebastopoli non sia russa, ecc.
Occorre pregare molto, perchè potremmo essere alla vigilia della Terza guerra mondiale. Esagero? Spero di sì, ma leggete qui sotto l'intervista all'ex premier socialista e massone francese Manuel Valls, non esattamente un signor nessuno. Fa venire i brividi lungo la schiena. Valls non nasconde di volere la guerra della Nato contro la Russia. Una guerra che coinvolgendo potenze nucleari non potrebbe che diventare, fatalmente, una guerra nucleare.
RispondiEliminaValls parla di "battaglia di civiltà...almeno dal discorso alla conferenza di Monaco nel 2007, quando Putin espose la sua teoria delle democrazie occidentali deboli e dominate dall'ideologia LGBT". In nome di questa "battaglia di civiltà" alla rovescia, Valls è disposto al rischio della guerra atomica. Ovviamente si tratta di un burattino, ma di un burattino di primo livello, portavoce di una fazione importante del potere globalista. E' notoriamente massone, iniziato al Grande Oriente di Francia (fonte: Wikipedia).
E' evidente che la parte più folle- quella liberal - della plutocrazia occidentale è disposta a non tirarsi indietro di fronte alla prospettiva di una guerra atomica. Credo che anche Draghi faccia parte di questa fazione estremista, anche se non ne sono certo. Dobbiamo pregare perchè la fazione estremista e liberal della civiltà del denaro non prenda il sopravvento, altrimenti tra un anno nessuno di noi sarà più qui a commentare.
Martino Mora
https://www.open.online/2022/03/24/francia-manuel-valls-russia-ucraina-nato-ue/
Tutto questo perché l'occidente vuole vivere come se Dio e le Sue Leggi e i Suoi Comandamenti non esistessero. Preghiamo forte
RispondiEliminaMichele Gaslini
RispondiEliminaA quanto parrebbe, la pubblicazione del decreto che dovrebbe finalmente porre formalmente termine alle varie misure restrittive di numerose fra le libertà del cittadino, fra le quali anche l’esclusione degli ultracinquantenni dal lavoro, venga ritardata ad arte; questo, assai verosimilmente, nell’attesa che l'attenzione della pubblica opinione possa venire opportunamente distolta dalla questione, ad opera dell’impatto di qualche altro evento mediaticamente più eclatante.
In tal modo, infatti, si ritiene che si renderà assai più facile, mutando qualche particolare secondario, lasciare sostanzialmente tutto come prima; in questo senso, ad esempio, già qualche esponente di Forza Italia ha iniziato ad esprimere la propria perplessità, circa l'opportunità di una dismissione immediata delle attuali restrizioni, mentre l'analogo orientamento delle sinistre, trattandosi di un provvedimento esclusivamente politico, nemmeno necessita di essere espresso.
Tutto ciò, ovviamente, sta avvenendo, come di consueto, anche con il tacito assenso delle c.d. “opposizioni”, giacché il processo attuativo di quel socialismo “fabianista”, assolutamente condiviso da tutto il nostro Parlamento, non può certamente tollerare alcun inciampo od interruzione; si tratta, insomma di un processo totalmente ideologico e, dunque, a seconda della nota lezione di Lenin, questa è l’ideologia che si vuole imporre e, nel caso in cui essa si scontri con la realtà dei fatti, tanto peggio per la contrastante realtà dei fatti.
Nel frattempo, per aiutare questa strategia del nostro ceto politico, mi raccomando: a fronte della nostra imminente rovina, economica e sociale, nella carenza di manifestazioni sportive sufficientemente coinvolgenti, così come loro desiderano, continuiamo pure, ad accapigliarci con accanimento sulle vicende di Putin e di Zelensky, sulla cui evoluzione, naturalmente, qualsiasi apporto della nostra personale opinione, per quanto veemente ed accorato, in termini pratici, risulterà costituire un fattore assolutamente ininfluente, che di certo non costituirà un elemento di disturbo per le operazioni dei manovratori del nostro tram ...
Un professore universitario di indiscutibile prestigio scientifico viene censurato dal suo ateneo perché le opinioni da lui espresse su un tema strettamente attinente i suoi studi sono diverse dalla linea del governo.
RispondiEliminaWikipedia sopprime la voce a lui dedicata.
Un canale della televisione di Stato gli revoca un contratto per la partecipazione ad un programma di attualità perché un partito di governo sostiene che a quella trasmissione può partecipare solo chi esprime opinioni in sintonia con quelle del governo.
Tutto questo non succede in Russia, in Cina, in Mongolia o in Kazakistan ma nel "libero" Occidente, che pretende pure di difendere la libertà e la democrazia con le armi dai barbari tiranni.
Qualsiasi cosa si pensi di Alessandro Orsini, delle sue idee e delle sue tesi questa è pura, vergognosa, indegna barbarie.
Chiunque provi a giustificarla in qualsiasi modo, o addirittura ironizzi su colui che subisce questo trattamento violento, è un essere spregevole.
Eugenio Capozzi
Con una mossa da abile stratega, Alessandro Orsini ha dichiarato che è pronto a rinunziare al compenso pattuito per i suoi interventi in Rai. Sicché ora apparirà chiaro se la sua presenza, per la Rai, è un problema di danaro o di libertà d'espressione.
RispondiElimina@24 marzo 2022 20:59
RispondiEliminaDal 2020 in questa penisola ed oltre sembra sia calata una immensa nube che impedisce ai piu' di "vedere"
Biden comuncia a mettere linee rosse: interverremo in Ucraina se saranno usate armi chimiche. Ovviamente Zelensky, che vuole la "no fly zone", non aspetta altro che urlare che i russi stiano usando armi chimiche.
RispondiEliminaAnche di Assad gli Usa sostennero, senza fornire mai prove decisive, che avesse usato armi chimiche. E ci ricordiamo le "armi di distruzione di massa" di Saddam Hussein, mai trovate, che furono pretesto per la guerra all' Iraq?
Biden lo sa che se interviene in Ucraina lo scontro nucleare diventa praticamente certo? Sembra che gli americani abbiano perso quella prudenza che li caratterizzava ancora durante la Guerra fredda. Come se la loro hybris li avesse del tutto privati di freni. Mentre l'ex premier francese Valls sostiene che occorre intervenire in maniera più diretta, in nome della "guerra di civiltà" massonico-fucsia- arcobaleno.
Questa sono follie che ci possono portare in un battibaleno alla guerra mondiale, come avvenne nel 1914. Con la differenza che la Grande Guerra, per quanto terribile, non conobbe la bomba atomica. Oggi basta che un americano o un russo spari per primo un missile nucleare, e per gran parte dell'umanità è finita.
Martino Mora
Ormai la verità viene fuori esplicitamente. L'Occidente (non Putin) vuole la guerra di civiltà, per difendere i "nostri valori", aborto, divorzio, eutanasia, LGBT, contro la violenza e l'intolleranza di Putin.
RispondiEliminaFinora l’Occidente non è intervenuto direttamente per non scatenare una guerra atomica ma, secondo l'ex premier francese Manuel Valls:
«è giusto dare tutte le possibilità ai negoziati, fino all’ultimo, nella speranza che i massacri si fermino. Ma se questo non succede? Che cosa facciamo se la distruzione prosegue? Il rischio è che la nostra disfatta morale sia terribile».
E arriverà il momento in cui saremo costretti a rispondere alla domanda di fondo:
«Nel 2013 avevamo posto a Bashar la linea rossa dell’uso delle armi chimiche in Siria. Biden era allora il vice di Obama. Bashar usò comunque le armi chimiche sulla sua popolazione e i nostri Rafael decollarono per dare la risposta annunciata. Fu Obama a tirarsi indietro, noi fummo costretti a richiamare i caccia e a farli tornare alle basi. Quel segnale di debolezza dell’America venne immediatamente sfruttato da Vladimir Putin in Siria e qualche mese dopo in Crimea. Putin sapeva di avere mano libera, sapeva che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti».
Ma ora,
«non possiamo tirarci indietro di fronte a una battaglia che è di civiltà, e non da oggi ma almeno dal discorso alla conferenza di Monaco del 2007, quando Putin espose la sua teoria sulle democrazie occidentali deboli e dominate dall’ideologia Lgbt. I suoi discorsi sono pieni di violenza e, ormai lo sappiamo, vanno presi alla lettera. Dobbiamo preparare le nostre opinioni pubbliche».
https://www.open.online/2022/03/24/francia-manuel-valls-russia-ucraina-nato-ue/
https://www.la7.it/piazzapulita/video/lintervista-ad-alessandro-orsini-le-mie-analisi-sulla-guerra-toccano-consorterie-potenti-che-si-24-03-2022-430783
RispondiEliminaQuesto straziare i corpi delle persone ammazzandole a casaccio è diabolico. Uno sta facendo il suo lavoro e un'altro lo disintegra con una bomba, una mina, una diavoleria di ultima generazione , come si dice oggi. Quelli poi che mandano armi per uccidere di più e peggio son da camicia di forza, vanno messi in condizione di non nuocere più. Fate un esercizio di sola immaginazione: andate a far la spesa e mentre camminate vi ritrovate a terra con un filo di coscienza, il vostro corpo dilaniato, il vostro sangue corre fuori da voi, poi il buio. Il disorientamento, sono dentro o sono fuori? Speriamo allora di poter riconoscere tra i tanti demoni intorno il nostro Angelo Custode. Speriamo.
RispondiEliminaImpressione leggendo titoli giornali più venduti: iniziata era 'celodurismo'.
RispondiEliminaLe Mail Cancellate di Biden Confermano: gli USA Avevano BioLab in Ucraina.
RispondiEliminahttps://www.marcotosatti.com/2022/03/25/le-mail-cancellate-di-biden-confermano-gli-usa-avevano-biolab-in-ucraina/
Mi domando se sia politica o associazione a d.... usare la chimica per annientare il genere umano !? Chi ordina e chi fa queste cose e' un diavolo incarnato!
E noi?
Abbiamo fatto passare il "male minore" del te l'ammazzo due in grembo anziche' tre (l.194), i trapianti di organi bevendoci la fola dellamortecerebrale,l'inseminazione artificiale da donatore come ribellione alla Volonta' di quel Dio che non ti manda un figlio perche' ha un disegno diverso su di te che saprai solo in Cielo, figlio che invece tu vuoi ardentemente e che hai diritto di avere (2376 CCC)..
Non avete capito niente. Altro che Qatar, l'Italia vuole qualificarsi per i prossimi Mondiali in Ucraina.
RispondiEliminaVero Mario Draghi?
Quando sei l'unico stato al mondo che proibisce ai ragazzini di 12 anni di giocare a calcio è giusto che non vai ai mondiali.
RispondiEliminaLa strada per l'inferno multiculturale era lastricata di buone intenzioni. Volevano creare il paradiso della convivenza. Oggi ci sono 169 nazionalità, metà della popolazione è islamica e sotto i 35 anni. Insegnanti uccise a scuola, dove la tensione è alle stelle. Tre esplosioni al mese. Ebrei in fuga (entro dieci anni non ne resterà uno). Rifugiate ucraine aggredite. Artisti minacciati. Il calderone di Malmö è esploso, perché il diavolo fa le pentole multiculturali ma non i coperchi...
RispondiEliminaCi vuole testimonianza forte, e tutti i nemici cadranno come birilli travolti dalla Verità Assoluta. La vera sfida é questa, come in ogni tempo ed ogni luogo. Chi lavora per la Verità lavora per la Santa Trinità ed é destinato alla vittoria.
RispondiEliminaL’Italia dev’essere un ponte geopolitico tra Est e Ovest e non la puntata di lancia della NATO nella guerra per procura contro la Russia. L’Italia è sempre stato il principale partner culturale, prima ancora che commerciale, della Russia in seno all’Unione Europea. L’Italia è il terzo partner commerciale al mondo, dopo Cina e Germania, della Russia. Numerosi imprenditori italiani lavorano con merito e profitto in Russia e promuovono un interscambio che va oltre il semplice flusso di beni e denaro. Così deve continuare a essere. Italia e Russia non potranno mai essere nazioni nemiche. Il popolo italiano, tra l’altro, è sempre stato tra i meno russofobi d’Europa e il motivo è semplice: noi siamo la Prima Roma, loro la Terza. Il legame è antico, inconscio, spirituale, inscindibile.
RispondiEliminaBeh, tutto sommato a parte la figura di m.enta con la Macedonia, mi fa piacere che non si vada in SA, Qatar e Dubai, una porcata sotto Natale, con migliaia di morti sul e per il lavoro e con l'Emiro che dice tranquillo che non accetta ingerenze politiche, qualche anima bella aveva scritto che le esecuzioni pubbliche, nell'ultima settimana erano state 120 o giù di lì, alla faccia dei diritti universali, dei diritti umani e della campagna FIFA e UEFA, abbondantemente foraggiate dagli Emirati, sulle discriminazioni razziali, sessuali, religiose ecc.ecc. stiamo a casa e per quel che mi riguarda, mi frega niente dei mondiali di calcio, ci sono cose molto più importanti.
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