Pagine fisse in evidenza

giovedì 21 aprile 2022

Le opinioni ignorate del cardinal Sarah sulla Russia e l’Occidente

Nella nostra traduzione un articolo di Jerry D. Salyer, pubblicato da Crisis Magazine in ordine  alle opinioni ignorate del cardinal Sarah sulla Russia e l’Occidente, da lui espresse prim'ancora della crisi attuale. Scrive tra l'altro il card. Sarah: “Giovanni Paolo II era convinto che i due polmoni dell’Europa dovessero interagire. Oggi, l’Europa occidentale usa mezzi straordinari per isolare un grande paese come la Russia mostrando un’arroganza inaudita. Il patrimonio spirituale e culturale della Chiesa ortodossa russa è ineguagliabile. Il risveglio della fede che ha seguito la caduta del comunismo è una speranza immensa.”

Le opinioni ignorate del cardinal Sarah sulla Russia e l’Occidente
Perché l’Occidente vuole annientare ciò che ha costruito? Il vero nemico dell’Occidente è l’Occidente stesso, la sua impermeabilità a Dio e ai valori spirituali, che assomiglia a un processo di autodistruzione letale.  (Cardinal Robert Sarah, Si fa sera e il giorno già volge al declino][qui].)
A questo punto, i contorni del dibattito su Viganò sono abbastanza chiari. Mentre l’arcivescovo Viganò attribuisce la colpa della guerra in Ucraina ad una NATO espansionista e ad un Occidente post-cristiano, i critici di Sua Eccellenza credono che egli non solo stia coprendo le dure realtà del regime di Vladimir Putin, ma anche ignorando i punti chiave della dottrina della guerra giusta. Poiché l’arcivescovo usa spesso un linguaggio apocalittico per descrivere le contorte macchinazioni dei globalisti, sorge la preoccupazione che si stia trasformando in un eccentrico teorico della cospirazione. Piuttosto che aggiungere altro al già considerevole volume di commenti a favore o contro l’Arcivescovo Viganò, mi sembra più interessante notare che in un certo senso egli non è solo. Cioè, non è l’unico uomo di chiesa – o anche il più alto in grado – che, a volte, ha “guardato a Oriente” per rimediare “agli errori dell’Occidente”.
Infatti, tra i cattolici osservanti sarebbe difficile trovare un uomo di chiesa vivente più universalmente stimato del Cardinale Robert Sarah. Francofono, nativo della Guinea, il cardinal Sarah è stato descritto da un luminare nientemeno come George Weigel come “una luce splendente”, uno la cui “fede illumina il cammino verso un’autentica riforma cattolica”. Per la maggior parte, altri commentatori cattolici sembrano condividere questa opinione. Eppure la maggior parte di coloro che hanno tessuto le lodi del cardinale hanno costantemente e vistosamente ignorato quanto drammaticamente la sua visione del mondo si scontri con quella dell’ establishment cattolico conservatore americano. Non si tratta neppure del fatto che le visuali scomodi del cardinale siano state cortesemente respinte; esse non sono state neppure riconosciute. Ad esempio, nel 2019, quando uscì il suo libro The Day Is Now Far Spent, chi scrive fu colpito non solo dall’enfatica e ripetuta condanna del capitalismo finanziario e della globalizzazione, ma anche dall’assoluta mancanza di interesse dei recensori verso questa parte del libro. Affermazioni puntuali come “L’umanità globalizzata, senza confini, è un inferno” erano inequivocabili, e sicuramente rilevanti per le polemiche infuocate che stavano ancora ribollendo sulla scia della Brexit e dell’elezione di Donald Trump. Pochi giornalisti cattolici hanno anche solo alluso a tali osservazioni.
Per quanto ne sappia, nessuno ha ritenuto opportuno notare le riflessioni del cardinale Sarah sulle relazioni USA-Russia, anche se per diverso tempo tali relazioni sono state un argomento di acceso interesse nei circoli cattolici conservatori. Era quasi come se la maggior parte dei giornalisti cattolici stesse semplicemente ignorando affermazioni come le seguenti, che non potevano in alcun modo essere trasformate in standard sicuri e di stampo conservatore:
In Russia, la Chiesa ortodossa ha ripreso in larga misura il suo ruolo pre-1917 come fondamento morale della società. Questo suscita un’opposizione politica, ma anche un odio profondo da parte delle élite post-cristiane dell’Occidente, non solo nei confronti della Russia, ma anche contro la Chiesa ortodossa russa e, per estensione, contro lo stesso cristianesimo ortodosso. L’attacco apertamente politico che mira a mettere l’Ucraina contro la Chiesa ortodossa russa sotto l’autorità del patriarca Kirill di Mosca è una provocazione pericolosa e stupida.
Qui bisogna ammettere un certo numero di posizioni implicite da parte di Sua Eminenza, posizioni con le quali possiamo essere d’accordo o meno. Per prima cosa, a differenza della maggior parte degli americani, il cardinale Sarah non accetta l’idea di un “muro di separazione” tra Chiesa e Stato. Inoltre, egli non liquida la Chiesa ortodossa russa come una facciata del KGB o come una cricca di dannati scismatici.
Che abbia ragione o torto su tali questioni, sembra essere stato consapevole di qualcosa a lungo dimenticato da molti cattolici americani che ora sfoggiano bandiere ucraine: Il colpo di stato del 2014, sostenuto dall’amministrazione Obama, che ha rovesciato il governo filorusso dell’Ucraina. (Se non altro, coloro che criticano la reazione isterica di Washington al 6 gennaio potrebbero trovare interessante contemplare il sostegno del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti al cambio di regime ucraino attraverso milizie organizzate, combattimenti di strada e bombe Molotov; la verità è che l’ipocrita élite americana non ha alcun problema con l’insurrezione violenta, purché la catastrofe succeda a qualcun altro). Potremmo anche riconoscere che, mentre il sostegno del cardinale alla Russia contro un Occidente post-cristiano non era così fervente e stravagante come quello di Viganò, era ancora ben oltre il limite del politicamente corretto, anche nel 2019:
Giovanni Paolo II era convinto che i due polmoni dell’Europa dovessero interagire. Oggi, l’Europa occidentale impiega mezzi straordinari per isolare la Russia. Perché persistere nel ridicolizzare questo grande paese? L’Occidente sta mostrando un’arroganza inaudita. Il patrimonio spirituale e culturale della Chiesa ortodossa russa è ineguagliabile. Il risveglio della fede che ha seguito la caduta del comunismo è una speranza immensa.
A questo punto, il sostegno che il governo russo mostra per l’ortodossia russa è trattato come un marchio contro di essa, come un segno di manipolazione. Da parte sua, Sarah dà per scontato che la conservazione dell’eredità cristiana di una nazione sia una buona cosa, indipendentemente dalla superficialità delle motivazioni dei politici. 
“L’Occidente sembra felice di vedere le sue chiese trasformate in palestre, le sue cappelle romaniche cadere in rovina, il suo patrimonio religioso minacciato da una totale desacralizzazione. La Russia, al contrario, sta spendendo somme considerevoli per restaurare i tesori dell’ortodossia”. E come per portare a termine il suo paragone, il cardinale Sarah ha contrapposto il coinvolgimento americano e russo in Medio Oriente, ancora una volta a favore dei russi:
L’amministrazione Obama ha cercato di portare la libertà ai siriani. Oggi il paese assomiglia a una distesa di rovine. Senza l’intervento della Russia, sarebbe prevalso un regime islamista. I cristiani di quel paese devono la loro sopravvivenza a Mosca. La Russia ha svolto il suo ruolo di protettore delle minoranze cristiane, la maggior parte delle quali ortodosse. Il governo russo intendeva difendere una religione, ma anche una cultura.
Di nuovo, tutte queste osservazioni sono state pubblicate diversi anni fa, quindi niente di tutto ciò è inteso a mettere in bocca a Sua Eminenza parole riguardanti la situazione attuale. Il suo attuale account di Twitter indica – senza sorpresa – che egli lamenta la guerra, la morte e la distruzione, e vorrebbe vedere una risoluzione pacifica. Non sembra plausibile che condoni l’invasione di un paese da parte di un altro, qualunque sia la storia di fondo. Tuttavia, date le sue precedenti critiche, appare altrettanto dubbio che possa attribuire interamente alla Russia la responsabilità  guerra, e tanto meno che possa sentirsi unito alla bandiera occidentale. Per capire il perché, dobbiamo ricordare che la prospettiva del Cardinale Sarah è costruita su esperienze radicalmente diverse da quelle, diciamo, di un cattolico americano di periferia. Come nativo africano, Sarah conserva un apprezzamento per i legami organici e tribali che gli americani hanno ampiamente scartato. Come post-coloniale, abbastanza a suo agio con la cultura e le idee cattoliche francesi, egli rappresenta una visione del mondo radicalmente controrivoluzionaria, una visione che guarda con sospetto non solo al socialismo, ma allo stesso progetto liberale lockeano:
Gli occidentali sono convinti che ricevere sia contrario alla dignità della persona umana. Ma l’uomo civilizzato è fondamentalmente un erede, riceve una storia, una cultura, una lingua, un nome, una famiglia. È questo che lo distingue dal barbaro. Rifiutare di essere inserito in una rete di dipendenza, eredità e filiazione ci condanna a tornare nudi nella giungla di un’economia competitiva lasciata a se stessa. Rifiutando di riconoscersi come erede, l’uomo è condannato all’inferno della globalizzazione liberale in cui gli interessi individuali si confrontano senza alcuna legge che li regoli oltre al profitto ad ogni costo.
Nel caso in cui il lettore non l’abbia notato, questi sono quasi l’opposto dei sentimenti che si trovano nelle pagine della National Review, che vede la “globalizzazione liberale” non come un inferno ma come il paradiso.
Per esser chiari, il vero focus del mio discorso non è sostenere una particolare visione della guerra, né di considerare il cardinale Sarah come un profeta infallibile, né di insistere che aveva ragione sullo stato della Russia, sul globalismo, o su qualsiasi altro particolare elemento. No, il punto è che un ecclesiastico di alto profilo crede che il più grande nemico dell’Occidente non sia mai stato Al-Qaeda, l’ISIS o la Cina, tanto meno la Russia, ma piuttosto l’Occidente stesso, e nessuno di coloro che professano di ammirarlo ha ritenuto opportuno notarlo.
I conservatori cattolici evitano costantemente la questione ogni volta che una figura onorata, viva o morta, fa compagnia alla loro ristretta agenda di “capitalismo democratico”. Forse questa pratica è dovuta alla disonestà, o forse è semplice dissonanza cognitiva. In ogni caso, il danno che perpetua va ben oltre la politica estera. Se cadiamo nell’abitudine di filtrare con noncuranza tutto ciò che potrebbe sfidarci, allora è inutile discutere i pensieri del cardinale Sarah – o di chiunque altro.
Jerry D. Salyer

49 commenti:

  1. Putin ferma l'assalto all'acciaieria: "Che non esca una mosca da lì".

    Mi sembra un'arma di ricatto per l'Occidente. Cioè se non volete che entriamo voi dovete fare qualcosa... Quindi cosa c'è lì sotto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Riferire una frase staccata dal suo contesto non aiuta certo a capire "cosa c'è li", e nemmeno cosa si vuole, dal punto di vista strategico,compreso far uscire le persone asserragliate là sotto. Cosa che è abbastanza comprensibile ascoltando la relazione del Ministro Shoigou al Presidente Putin. Per cui è più costruttivo invitare ad ascoltare la relazione del Ministro,e magari tentare di farsi un'idea se è un suggerimento per una negoziazione ad un Occidente evidentemente refrattario, oppure, come afferma lei, un "ricatto". Affermazione che mi sembra indicativa del suo modo di interpretare il problema dei negoziati, bloccati per decisione NATO e non da parte russa. La fonte, con traduzione in italiano, è Visione TV su you tube di ieri.

      Elimina
  2. Il Cardinale Sarah è uomo di profonda sensibilità e se qualche errore gli si vuol attribuire questo lo si deve proprio al suo fine sentire. Fatta questa premessa personale, il Cardinale ha ragione da vendere e i meno coinvolti con il modernismo americanista lo capiscono e l'hanno capito da sempre. Emarginare la Russia è da parte del così detto Occidente un darsi vigorose zappate sui piedi; sono decisioni prese da imbecilli ed eseguite da imbecilli. Il secolo breve degli eroi e dei vigliacchi è finito, a Dio piacendo. Ora si è scoperto che il popolo può essere manovrato, manipolato, corrotto come un fanciullo e parimenti sappiamo che un popolo rispettato, amato, stimato ha un potenziale immenso di bene che chiede solo di essere messo alla prova e realizzato. Se l'Italia e altri stati, invece di usare la propria popolazione per esperimenti religiosi, culturali, politici, sanitari, giuridici, economici fondati su piani di oziosi mezz'uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà, si occupassero della piena educazione e del pieno lavoro del proprio popolo, ogni territorio nazionale potrebbe diventare un giardino abitato da uomini e donne contenti di se stessi e del proprio prossimo familiare, sociale, nazionale. E parimenti avere relazioni amicali con altri paesi, in modo particolare con quelli di religione e cultura Cristiana.
    Oggi sappiamo con certezza che nessuno è disposto a portarsi sulle spalle un parassita che si nutre delle spoglie altrui. Quindi gli sceriffi svolgano il loro compito in casa loro. Mi sembra ottimo l'esempio della Svizzera e della sua neutralità armata. Come ottima mi sembra la condizione della Ortodossia russa che è stata in grado di rispondere all'anelito spirituale del suo popolo. Noi Italiani dobbiamo prima di tutto purificare la Chiesa cattolica da tutte le eresie di cui si è riempita per diventare adatta a tutti i gusti, venendo meno così al rigoroso sì sì, no no, che tanto disturba il mondo , ma che tanto piace a NSGC. In seconda battuta dobbiamo purificare lo Stato e tutti i Media dalle contaminazioni e dalle collusioni con lo straniero e con i traditori interni. Compiti immensi ci attendono ed attendono le generazioni che vengono dietro di noi. Compiti che sarà impossibile eseguire senza un sano rigore, con la preghiera assidua e con l'offerta del nostro impegno a Dio, Uno e Trino.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo su tutto meno sull'affermazione che riguarda la Svizzera. Purtroppo anch'essa è stata convinta a partecipare al delirio atlantista a guida Biden/NATO e ad inviare armi all'Ucraina. Personalmente credo poco ai deliri che colpiscono simultaneamente così tante persone, ma alle strategie si. E la strategia mi sembra quella di un'adesione al comando NATO da parte dei governi occidentali, compreso quello USA, che hanno perso da tempo ogni autonomia avendo, internamente, un esercito molto più potente degli eserciti nazionali. A mio modesto parere il tentativo di Trump di smantellare la NATO e normalizzare i rapporti con la Russia, è la ragione per cui le ultime elezioni statunitensi sono state manipolate. Sarebbe interessante capire quali siano i rapporti "organici" tra le persone al comando NATO e chi, da Davos tira le fila dei burattini che governano il mondo occidentale.

      Elimina
  3. Chi inneggia alla resistenza ucraina ed all'"Ucraina libera" inneggia alla guerra ed allo spargimento di sangue, non vuole la pace e fa il gioco delle lobbies interessate al conflitto.

    RispondiElimina
  4. Orban in udienza dal papa ma si dà il caso che ha condannato l' aggressione di Putin, accoglie i profughi ucraini ma non aderisce alle sanzioni alla Russia e non digerisce Zelensky e i suoi supporter (Soros in primis) che probabilmente considera corresponsabili di quanto sta accadendo

    RispondiElimina
  5. Cosa c'è li sotto? Chi c'è lì sotto, si parla di consulenti bellici, mercenari, inglesi, americani, francesi, polacchi ed altri, tutti non in versione ufficiale militare, ovvio, GB chiede scambio prigionieri con il comandante russo, lui sì militare, catturato dagli ucraini, a proposito, gira un video di VZ strafatto e in stato confusionale da trip eroinico e poco eroico, balbetta, sposta la web cam, ogni tanto legge da un foglio, ma si vede che è andato, forse le voci su una sua tossico dipendenza non sono poi così infondate......video cancellato, difficilmente recuperabile, ci vuole fortuna, ma gira ancora......

    RispondiElimina
  6. La narrazione mediatica continua a macinare cervelli.
    Tra il racconto della guerra in Ucraina ed il lockdown folle di Shangai, tra un aperitivo al mare ed uno speciale pomeridiano sulla crisi europea, molte delle sanzioni comminate nei confronti degli over cinquanta che non hanno assolto all'obbligo vaccinale decretato dal governo dei migliori, sono giunte a destinazione. Non un fiato, non una parola di sdegno da parte dei tanti difensori del mondo libero nostrani. Tutti sono troppo occupati a raccontarci gli orrori del conflitto in corso ed ad inveire contro chiunque osi mettere in discussione la versione ufficiale dei fatti. Alcuni sono troppo presi nel descrivere, con dovizia di particolari, l'assurdità e la ferocia dei provvedimenti presi dalle autorità cinesi per il contenimento del contagio. In questo frullatore impazzito che è il nostro tempo beffardo, nei brandelli di carne e nelle rovine che rappresentano la nostra democrazia ammuffita e stantia, anche questa violenza travestita da tutela della salute pubblica, anche questo ennesimo stupro del diritto e della ragione, passa sotto silenzio. Un silenzio assordante, che cala come una cappa inquinante sulle nostre teste. Un silenzio irreale, tagliente come un rasoio, imbarazzante, sintomo inequivocabile del vuoto pneumatico che alberga nelle coscienze della maggioranza, indice perfetto della desertificazione dei valori caratterizzante la nostra società, indegna ed incivile. Così, dopo chiusure indiscriminate, coprifuoco e lasciapassare, sdoganati con la scusa della tutela della salute pubblica, ora è la volta delle multe per i "disobbedienti", che completano il mosaico raffigurante l'abominio in atto nel nostro bel paese. Che sradicano, con cieca ed inaudita violenza, diritto alla privacy ed autodeterminazione. Ma mica vorrete lamentarvi... avete visto cosa succede e Shangai? Avete visto le repressioni, i suicidi, i metodi barbari applicati contro chi viola le regole? Avete visto come trattano i contagiati ed i razionamenti di cibo? Suvvia, mica vi scandalizzerete per 100 euro... Loro si che sono in dittatura. La nostra, in confronto, è una fiorente democrazia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E se anche gli "orrori di Shangai"- almeno in parte- facessero parte di una sceneggiata a nostro uso e consumo ? Se complottismo significa mancanza di fiducia nei racconti della cosiddetta "informazione libera" dei mezzi di comunicazione delle democrazie più taroccate della Storia, ebbene, posso essere catalogata tra i complottisti a più alta densità esistenti in Italia. San Tommaso docet, anche se sulla Resurrezione di Nostro Signore non ho il minimo dubbio. E nemmeno sulla realtà del fatto che è Lui a controllare realmente la storia umana, anche quando pure noi, che lo amiamo, non riusciamo a capirlo. Anche quando i nostri limiti umani e spirituali ci rendono ciechi dobbiamo avere, o recuperare, la beata speranza di Giobbe: "Io so che il mio Redentore vive,e nell'ultimo giorno io sorgero' dalla terra, e che nuovamente mi circondero' della mia pelle,e nella mia carne vedrò il mio Dio. Quel Dio che vedrò io stesso,e contempleranno i miei occhi, e non quelli di un altro! Questa mia speranza è riposta nel mio seno." Giobbe 19:25-27 Che Maria Santissima ci tenga la sua mano di Madre e di dolce Maestra sul capo, a guidarci in questi tempi come ha sempre guidato chi si è rivolto a lei.

      Elimina
  7. «MODELLO ITALIA»?

    Gli americani tendono la corda al punto estremo di tensione tanto da costringere il ministro della difesa cinese a dichiarare che «gli Stati Uniti devono fermare le provocazioni militari e non devono usare la questione Ucraina per diffamare o minacciare la Cina». Che la posta in gioco non sia l’Ucraina dovrebbe essere ormai abbastanza chiaro: gli Usa utilizzano l’Ucraina per ridefinire a proprio favore il quadro geopolitico europeo, che prevede un’Europa completamente prona e disposta a darsi delle belle e sonore martellate sui propri attributi. E sconsideratamente i paesi Ue hanno accettato la strategia autolesionista imposta dagli americani, i quali insistono sul fatto che la posta in gioco prevede che si metta nel conto una politica di razionamento. Resta ancora da ammansire la recalcitrante Germania di Scholz, perché si convinca a decidere l’embargo immediato a petrolio e gas russi. Tedeschi che non possono ignorare le contro pressioni dei propri industriali e sindacati che, insieme, invitano il cancelliere a tener presente che l’avvio dell’embargo comporterebbe una disastrosa de-industrializzazione nazionale. Non a caso il burattino Zelensky dichiara che la proposta di embargo è bloccata da Ungheria e Germania… che rifiutano di conformarsi al «modello Italia». Sì, siamo un modello. «Modello Italia». Bontà sua, così ci definisce la deputata ucraina Maria Mezentseva ieri in audizione alla commissione Affari esteri del parlamento europeo. Ce ne facciamo un vanto? Sicuramente sì per i costruttori di pace nostrani che sgomitano per fare i pierini della situazione, quasi non fossimo poi noi tra i primi a dover subire la catastrofe economica e sociale indotta dalla carenza di approvvigionamenti energetici (e non solo). Nel «modello Italia» la politica e l’informazione in elmetto provano a convincerci che i nostri destini si giocano a Kiev, naturalmente contro l’orso russo; il quale ha osato mettere in campo parte della sua forza militare per rispondere alle provocazioni Usa/Nato. Secondo i nostri beati costruttori di pace non possiamo stare a guardare, la coscienza ci impone che si risponda alla chiamata e quindi si accettino sanzioni, embarghi, invio d’armi e militari; indirettamente ammettendo che finora la coscienza sia stata abbastanza distratta di fronte ad altri scenari di guerra verso i quali non si è messa in moto nessuna catena “umanitaria”. Sicuri che vogliamo essere un «modello»? Chi l’ha deciso poi? La popolazione che si troverà a fare i conti non tanto con un condizionatore o termosifone più o meno freddo o caldo ma con razionamenti, licenziamenti e miseria?

    RispondiElimina
  8. Quelle del card Sarah, parole sagge, inascoltate
    Bruno Ippoliti

    RispondiElimina
  9. @21 aprile 2022 15:32
    Interessante.
    Mi domando se potranno assediarli a oltranza fino a prenderli per fame.
    Come una volta..

    RispondiElimina

  10. Il cardinale Sarah ha sempre individuato con precisione la crisi morale dell'Occidente. Ha detto cose molto giuste. E continua a dirle.
    Peccato che, sulle cause profonde della crisi della Chiesa, non dica nulla. Non approfondisce il discorso.
    Eppure da lui, come Cardinale, soprattutto questo ci si aspetterebbe.
    La sua posizione è simile a quella del card. Mueller. Che anzi si è spinto sino a criticare anche certi documenti di Bergoglio, oltre a prender netta posizione contro le tesi aberranti professate oggi dall'episcopato tedesco.
    Ma entrambi, Sarah e Mueller, si guardano bene dal toccare, anche solo di sfuggita, il Concilio. Sembrano anch'essi accettare quell'idea di "tradizione vivente" introdotta nel Concilio (DV, 8) usata continuamente da Bergoglio per giustificare la sua demolizione della sana dottrina e dell'etica cristiane. Un'idea del tutto fasulla di tradizione, comunque incompatibile con il concetto paolino del Deposito della Fede, dell'esser cioè le verità rivelate sulla fede e i costumi ex sese immutabili, non sottoponibili alle esigenze del divenire storico. La "tradizione vivente" fa invece della Tradizione cattolica un "dinamismo" (Bergoglio, Traditionis Custodes) adattantesi
    alle mutate condizioni storiche, senza distinguere tra il Deposito immutabile e le verità che si possono adattare.
    La Tragedia della Chiesa cattolica attuale, dramma nel dramma, consiste nel fatto che manca, a livello di cardinali e vescovi, chi sappia fare un autentico discernimento della cause profonde della crisi. I più acuti sono stati mons. Schneider e mons. Viganò, due soli vescovi, un po' poco. E mons. Viganò si è avviluppato nelle spire di un discorso troppo politico e di tipo "cospirazionista", cosa che ha nuociuto alla validità della sua critica.
    Il card. Sarah giustamente elogiava la ripresa della Fede cristiana in Russia. Ma farebbe egli una condanna basata sulla Bibbia e i VAngeli della sinistra invadenza gay nella nostra società, così come l'ha fatta di recente il Patriarca di MOsca, per giustificare la guerra all'Ucraina?
    Et vae silentibus de Te, quia loquaces muti sunt!
    Z.

    RispondiElimina
  11. La guerra segna la nascita della nuova Europa (o Eurabia?). Per sostituire il gas russo, l'Italia si affida a due grandi paesi islamici: uno che come scrive Le Figaro "dovrebbe far paura all'Europa", che costruisce il più alto minareto del mondo, musulmano al 99,9 per cento e dove ufficialmente non ci sono cristiani nativi, che fa un milione di bambini all'anno (pronti a emigrare in Europa), il terzo paese a finanziare più moschee in Francia, che userà i proventi del gas per islamizzare le società europee e che l’ultima volta che ha lasciato votare hanno vinto i tagliagole contro cui fu fatto un golpe seguito da 100.000 morti sgozzati come polli che si ungevano il collo per soffrire meno; l'altro che, come denuncia un nuovo rapporto al Parlamento inglese, "sta preparando la pulizia etnico-religiosa degli Armeni nel silenzio occidentale". Un film già visto, quando negli anni '70 il Belgio, in un'altra crisi energetica, strinse il patto con i sauditi. E sappiamo com'è finita...

    RispondiElimina
  12. Sotto Mariupol, nella panza dell'acciaieria, ci sono pesci molto grossi.
    Ormai si sa. Farli morire di stenti, bombardarli o annegarli non rende come vederli uscire, mostrandone volti e bandiere. Una volta al pescatore interessava la spigola per cuocerla al cartoccio. Altri tempi: adesso conta più la foto-ricordo con il pesce. Poi lo rimetti in vasca.

    RispondiElimina

  13. L'Acciaieria di Mariupol

    Prenderla con la forza, con sanguinosi combattimenti all'arma bianca sotterranei, ai russi non conviene.
    Distruggerla nemmeno, è un grande apparato industriale che si vuol salvare per il dopo.
    L'unica è appunto isolarla con dei cordoni di truppe, anche di secondo rango, che impediscano ogni rifornimento, sperando che gli assediati si arrendano, almeno per fame. E liberare formazioni d'élite, che servono altrove.
    Intanto la resistenza nell'acciaieria serve a Zelensky per far credere a Biden che Mariupol è ancora sotto controllo ucraino. Biden ci crede e continua a mandare armi in enormi quantità. Non si sa se sia effettivamente cosciente di quello che sta facendo. L'Ucraina era già armatissima prima e ben addestrata, l'ha dimostrato l'andamento di questa guerra. Non ha bisongo di tante armi in più, se deve solo difendersi.
    Il gen. italiano Bertolini ha detto che Z.dovrebbe autorizzare gli assediati di Mariupol ad arrendersi, per evitar loro una fine orribile. Ha ragione. Ma finora Z. ha utilizzato questi assediati per un gioco politico-mediatico che sembra essergli riuscito.
    Americani e inglesi sembrano condividere la tesi di Z.: con i grandi armamenti che stanno arrivando, l'Ucraina è in grado di vincere la guerra e travolgere i russi. Che dire di un'impostazione del genere?
    Si vuole vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso. Un gioco folle e pericoloso, nonché cinico.
    Chi, tra i politici occidentali, conosce bene Putin lo descrive come persona estremamente fredda e controllata, che pesa ogni parola che dice. Ha detto che la Russia userà le atomiche se vedrà la sua sicurezza nazionale in pericolo. Sarebbe saggio credergli.
    Miles

    RispondiElimina
  14. Fine gas Russo, l'Italia firma accordi con Angola, Congo, Qatar, Egitto, Algeria: tutti paesi sanzionati dall'ONU per violazioni dei diritti umani e che si sono astenuti alle sanzioni per la Russia. Ormai le barzellette sui carabinieri saranno sostituite da quelle sul governo...

    RispondiElimina
  15. Dopo 77 anni di antifascismo militante e di parapalla sulla Resistenza inconclusa, si ritrovano a spiegare con la più triste retorica neofascista che le SS del Battaglione Azov sono il fronte d'Occidente e d'Europa. In attesa dello spettacolo della bella società internazionale che uscirà dagli scantinati dell'acciaieria di Mariupol.
    Andrea Sandri

    RispondiElimina
  16. L’ EX EUROPA E LA PACE

    Mosca la spara grossa: la guerra durerà fin quando durerà la minaccia della Nato. Ma poi mette per iscritto le sue richieste: Crimea riconosciuta come parte della Russia, indipendenza del Donbass. Cosa può rispondere Zelenskj ? Realisticamente può pretendere di tornare alle linee di separazione del 23 febbraio, ingoiare il rospo Crimea e rivendicare per il Donbass un’autonomia all’interno dell’Ucraina, garantita dalla comunità internazionale. Insomma il cessate il fuoco non è impossibile, a volerlo. Entrambe le parti in conflitto avrebbero di che cantare vittoria, e leccarsi le ferite, e un'Europa mediatrice potrebbe organizzare referendum di autodeterminazione, eccetera. A meno che qualcuno non voglia continuare, perché bisogna farla pagare a Putin, e logorare la Russia, e portare a termine il risorgimento ucraino. E’ un interesse dell’Europa ? Il mondo nuovo vedrebbe l’Asia debordare fino in Bielorussia, e l’America allargarsi fino a Kiev. Ex Europa, eccola qua, dove la pace è un tabù.
    Toni Capuozzo

    RispondiElimina
  17. "... Ha detto che la Russia userà..."

    Da prima che lo scontro armato dilagasse ufficialmente, Putin ha parlato chiaro sottolineando, come ricordo e riporto con le mie parole, che il suo paese era minacciato e loro lo avrebbero difeso ad oltranza con la loro stessa vita.

    RispondiElimina
  18. Paolo Di Mizio
    È SCOPPIATA LA TERZA GUERRA MONDIALE?
    Come Washington e Londra hanno deciso di far entrare il mondo nella "battaglia finale"

    Molti si chiedono quando finirà la guerra in Ucraina. Purtroppo non finirà per anni, perché l’America ha deciso che questa è la terza guerra mondiale. Naturalmente nessuno ce lo dice, ma tra poco sarà chiaro a tutti. Il bersaglio grosso è la Russia.

    La decisione di spingere alle estreme conseguenze è stata presa da Washington in accordo con Londra, con sepoltura del negoziato di pace in Turchia, ed è stata ratificata de facto martedì 19 aprile nella videoconferenza di Biden con 11 alleati, compresa l’Italia e compreso il Giappone che non è nella Nato. È durata 60 minuti: il tempo di un sì o un no. Nessuno si è dissociato e tutti hanno approvato altre sanzioni e invii di armi.

    Non è dato sapere se le parole “guerra mondiale” siano state pronunciate. Ma se non interverranno fattori nuovi, ci vorranno anni e centinaia di migliaia di morti per vedere la fine dell’incubo. I fattori nuovi potrebbero essere la vittoria (improbabile) della Le Pen in Francia, con dissociazione di Parigi dalla Nato e aria nuova in Europa; oppure l’avvento, in Paesi europei significativi, di governi che contestino il bellicismo americano, anche questo uno scenario remoto; oppure l’arrivo alla Casa Bianca, nel 2024, di un “homo novus”, della cui esistenza però oggi non c’è traccia.

    Se nulla di questo accadrà, la guerra proseguirà fino al crollo economico e militare della Russia, mentre l’Europa, comunque vada, in ogni scenario immaginabile, uscirà dalla guerra molto impoverita.

    Gli americani sono sicuri che finirà così. Però per Pechino il crollo della Russia è questione di vita o di morte: sa che, una volta ucciso l’Orso siberiano, la violenza degli americani e del branco Nato si dirigerebbe contro la Cina. Quindi, a mio avviso, la Cina cercherà di prevenire il collasso russo, prima con la fornitura di armi e mezzi economici (anche altri Paesi potrebbero associarsi in varie forme) e poi, se necessario, con la partecipazione diretta alla guerra, forse non in Europa ma aprendo un fronte asiatico.

    Solo l’Europa potrebbe fermare la reazione a catena, e saremmo ancora in tempo, ma nessun governo europeo per ora sembra avere il coraggio di ostacolare l’America. Solo la Germania rifiuta di mandare armi pesanti all'Ucraina, mentre Draghi pare che studi l'invio di carri armati.

    In alternativa, potrebbe nascere un movimento di “non allineati”, come Cina, India, Brasile, Sud Africa, ecc., che alla fine imponga a Nato e Russia di fermarsi. C'è una frase di Xi Jinping, pronunciata due giorni fa, che lascia intravedere questa strada: «La Cina lancerà un’iniziativa globale sul principio dell’indivisibilità della sicurezza, che si opponga alla costruzione di sistemi di sicurezza nazionali sulla base dell’insicurezza di altri Paesi». Un'allusione alla pretesa dell'Ucraina di entrare nella Nato a spese della sicurezza russa. L'iniziativa cinese, però, per ora rimane nell campo delle intenzioni.

    Fin qui la logica prevedibile (o ineluttabile?) dei fatti. Sul processo grava poi l’incognita atomica. È quasi certo, a mio avviso, che l’arma nucleare, in un momento di crisi acuta, verrebbe usata. Dai russi con ogni probabilità, sull’Ucraina o altri Paesi europei. All’inizio sarà un’atomica tattica, quella con effetti localizzati. Se neppure questo riuscisse a congelare la guerra e a scalfire la determinazione americana, l’escalation porterebbe al “muoia Sansone con tutti i filistei”, ossia l’uso dell’arsenale strategico con distruzione reciproca di Russia e America, ma anche dell’Europa e forse della specie umana.

    Mi auguro che accadimenti oggi imprevedibili, ardui da immaginare ma forse possibili, fermino questo processo, che è altrimenti avviato all’apocalisse.

    RispondiElimina
  19. https://www.totalitarismo.blog/il-vero-obiettivo-delle-sanzioni-non-e-la-russia-siamo-noi/

    RispondiElimina
  20. https://www.totalitarismo.blog/il-vero-obiettivo-delle-sanzioni-non-e-la-russia-siamo-noi/
    Secondo Ehrlich “le sanzioni progettate per far crollare il valore del rublo hanno fallito”. Affermazione che fa dubitare che esse fossero davvero progettate a tale scopo. Perché non sembra così, vero? Nel migliore dei casi queste sanzioni appaiono inutili, e nel peggiore totalmente controproducenti.
    Non è che USA/UE/NATO non sappiano come paralizzare le economie. Hanno fatto pratica per anni affamando cubani, iracheni, venezuelani e tanti altri. Ora, si potrebbe sostenere che la Russia sia un’economia più grande e sviluppata di quella dei Paesi appena nominati, e la cosa sarebbe vera, ma gli Stati Uniti e i loro alleati si sono già mostrati in grado di danneggiare l’economia russa in modo drastico.
    Nel 2014, per esempio, in seguito all’annessione della Crimea, [...] gli Stati Uniti hanno aumentato massicciamente la loro produzione di petrolio, costringendo a fare lo stesso anche all’Arabia Saudita (dopo un’opportuna visita dell’allora Segretario di Stato John Kerry).
    Nonostante l’opposizione di altri membri dell’OPEC –principalmente Venezuela e Iran– i sauditi inondarono il mercato di petrolio. Il risultato di queste mosse fu il più grande calo dei prezzi del petrolio degli ultimi decenni, da 109 dollari al barile del giugno 2014 a 44 dollari del gennaio 2015. Ciò spinse la Russia in piena recessione e fece ridurre il PIL del Paese per la prima volta sotto Putin.
    Quindi l’Occidente saprebbe come dannegirla [continuare al link]

    RispondiElimina
  21. MICROCHIP E CONTROLLO TOTALE
    In questo articolo viene spiegato, in italiano, quello che il World Economic Forum sta promuovendo sui suoi canali ufficiali che tutti possono leggere in inglese.
    Non sono complotti oscuri, è tutto alla luce del Sole e i Governi sono asserviti a questo e ad altri potenti gruppi di pressione mondialisti e sovranazionali.
    Fa tenerezza vedere chi deride me e quanti divulgano queste informazioni con la speranza di creare consapevolezza e far maturare una coscienza di opposizione; purtroppo non stiamo riuscendo nel nostro intento e il transumanesimo si sta affermando giorno dopo giorno, assieme alle altre "transizioni" dichiarate (energetica, ecologica, istituzionale, economica). C'è poco da ridere, purtroppo, mentre ci sarebbe da sforzarsi di capire...
    https://www.aldomariavalli.it/2022/04/22/arriva-linternet-dei-corpi-cosi-saremo-controllati-in-tutto-e-anche-hackerabili/

    RispondiElimina
  22. Il vero dramma sarà quando da opportunità diverrà obbligo "de facto" con lo schema usato per il greenpass!

    RispondiElimina
  23. Degrado italiano da Il Giornale22 aprile, 2022 12:35

    Una lezione di musica rinviata di un mese, in Romagna, per osservare il Ramadan. E due uomini, due egiziani cristiani aggrediti a Torino perché «sorpresi» a fumare in uno di questi giorni del mese sacro per l'islam. Episodi diversi, prova di un'integrazione a dir poco difficile.
    La prima storia l'ha raccontata una giornalista a lungo titolare di incarichi nel consiglio dell'Ordine, Elide Giordani. Una lezione in una scuola della provincia di Forlì-Cesena sarebbe stata annullata perché due alunni di religione musulmana avrebbero invocato il loro diritto a non ascoltare musica durante il Ramadan. «Questa mattina - ha raccontato la giornalista riportando le parole di un amico docente di Letteratura, frustrato per l'accaduto - mi è stato impedito di fare una lezione con il supporto di brani musicali perché due studenti della classe hanno invocato il loro diritto a non ascoltare musica dato che è iniziato il ramadan e loro sono islamici. E questo per tutto il mese in corso». «Non era una festa, ovviamente, ma una scelta educativa in cui l'ascolto è il necessario strumento della didattica. Neppure i dirigenti dell'istituto hanno saputo che pesci prendere. Tutto è stato rimandato alla volontà dei genitori dei due studenti ed eventualmente dell'imam. Se diranno sì potremo proseguire se no non si fa nulla, con buona pace dell'autonomia educativa e della consapevolezza dei diritti di tutti, non solo di chi sceglie di non ascoltare musica per ragioni religiose».

    Intanto a Torino, due uomini di origini egiziane - spaventatissimi - hanno denunciato alla polizia di essere stati insultati e spintonati in corso Vercelli da un gruppo di nordafricani, che li accusava di non rispettare il Ramadan. «Siamo cristiani copti e non musulmani», si sono difesi i due. Sul posto sono intervenuti anche i sanitari del 118, che li ha accompagnati all'ospedale San Giovanni Bosco. L'assessore piemontese regionale Maurizio Marrone (FdI) ha annunciato di voler incontrare i due, italiani di religione copta: «L'episodio che ha visto protagonisti Sherif e Nabil Azer è preoccupante - dice - perché ci dà il polso di quanto le nostre città stiano diventando territori franchi per integralisti islamici che non hanno alcuna intenzione di integrarsi».

    Ad Ancona, invece, il tribunale ha stabilito che una madre italiana potrà far interrompere al figlio 13enne - musulmano come il padre - un digiuno ritenuto pregiudizievole per il benessere del ragazzo e il suo rendimento scolastico anche in vista dell'esame di terza media.

    RispondiElimina
  24. La colpa e l'ignoranza sono prettamente degli insegnanti in quanto ai musulmani non interessa niente delle nostre consuetudini, ma vedono nella situazione solo un gesto di sottomissione e quindi di debolezza. Gli insegnanti rossi credono di portare in futuro voti al loro partito.

    RispondiElimina
  25. https://www.kulturjam.it/news/carlo-rovelli-benvenuti-i-traditori/

    Il professor Carlo Rovelli, saggista, fisico, docente universitario in Francia presso l’ateneo di Aix-Marseille, invitato dall’amico Massimo Gramellini, conduttore del programma “Le Parole” a Rai 3 a dare un significato alla parola pace, ha invece dato una significativa “spazzolata” al partito elmetto e tastiera di cui l’imbarazzato giornalista è esponente di spicco

    Per comprendere meglio, ricordo che Rovelli, è considerato da Foreign Policy uno dei cento pensatori più influenti del pianeta. A partire dalle parole che hanno concluso il suo intervento su coloro che dicono ‘fermi, buttiamo acqua e non benzina sul fuoco’, sono chiamati traditori. “Se questo vuol dire essere traditori, benvenuti i traditori.”

    Proprio come accadeva nel 1914 con la mistica e il furore bellicista. Si approccia anacronisticamente in un contesto con un centinaio di storia e guerre alle spalle e la minaccia nucleare.

    Rovelli punta l’indice contro l’ipocrisia di chi dice di volere la pace facendo la guerra.

    Ma allora come può difendersi una nazione come l’Ucraina, palesemente aggredita militarmente? Per il docente è proprio l’approccio, totalmente sbagliato. L’obiettivo non è vincere la guerra bensì uscirne.

    In questo momento, secondo il NYT, in Russia c’è una fortissimo sostegno alla guerra di Putin. Proprio come in Occidente, anche a Mosca adesso si parla di guerra. Si mostrano le immagini dei prigionieri russi giustiziati dagli ucraini, i cittadini del Donbass vittime del battaglione Azov. Una narrazione speculare a quella italiana, dove ovviamente i cattivi sono altri.

    La polarizzazione sulla guerra, in cui si punta a sottolineare le nefandezze dell’avversario, dimenticando che l’orrore e i crimini si fermano in solo modo: con il dialogo. Le immagini che vediamo e che Rovelli avrebbe voluto vedere anche dall’Iraq o dalla Siria.non ci devono dire che dobbiamo sconfiggere i russi, ma che dobbiamo fermare la guerra.

    RispondiElimina
  26. Dunque, riepiloghiamo: secondo i media mainstream, gli opinion leader, i politici atlantisti (cioè quasi tutti), i Russi sarebbero i "cattivi" e gli Ucraini, con il comico (ma ha ben più gravi difetti...) Zelensky, sarebbero i "buoni". Bene: vediamo cosa hanno combinato i "buoni" dopo il colpo di stato antirusso del 2014, fomentato da Soros e da enti governativi USA: un centinaio di russi linciati e bruciati vivi a Odessa, città russa, russissima, costruita da architetti italiani. Circa 14.000 russi del Donbass massacrati dalle bande ucraine, uccisi casa per casa, bombardati con armi pesanti, sequestrati e torturati. Prima della guerra, Zelensky aveva sciolto ben 11 partiti d'opposizione, chiuso tutti i media non ostili a Mosca, vietato l'uso della lingua russa (la maggioranza degli ucraini sono russofoni), arrestato il leader dell'opposizione Vector Medvedchuk (mostrato incatenato e probabilmente torturato alle televisioni di tutto il mondo). Nel 2015 lo scrittore e giornalista Oles Buzina e il parlamentare Oleh Kalasnikof, entrambi filorussi, assassinati assai probabilmente dai servizi segreti ucraini. Qualche giorno fa, i terroristi ucraini hanno ucciso a sangue freddo, sotto casa, a colpi di mitra Valery Kuleshof, notissimo blogger filorusso. Questi sono i metodi dei criminali banditi ucraini. Non è finita: denuncia sul suo blog Rino Cammilleri: “l blogger ucraino Gleb Lyashenko, oppositore di Zelensky, è stato arrestato a Leopoli per alto tradimento e rischia 15 anni di carcere.” La denuncia viene confermata da un articolo de LaVerità del 21 aprile, dove si cita anche un sito governativo ucraino (ma con indirizzo a Langley, cittadina della Virginia ove ha sede la CIA) che raccoglie nomi, foto e indirizzi dei "filorussi" o comunque "nemici dell'Ucraina". In particolare ci sono 4.000 schede di giornalisti di tutto il mondo, presunti "ostili" e quindi indicati come bersaglio per azioni terroristiche. C'è anche la scheda di Andrea Rocchelli, fotoreporter assassinato dalle bande ucraine nel Donbass il 24 maggio 2014 perché documentava le terribili violenze antirusse dei macellai di Kiev. Sulla foto compare la scritta: "liquidato". Agghiacciante. Nel sito c'è anche la scheda di Giorgio Bianchi, coraggioso fotoreporter che sta seguendo, per Visione TV, la guerra nel Donbass dalla parte delle due Repubbliche autonome russe. Bianchi è oggetto di continue minacce e insulti sui social e per via email.
    Ecco, quando alla TV unica del regime atlantista sentiamo la solita propaganda sulla presunta "aggressione" all'Ucraina (la guerra è iniziata nel 2014 con il golpe seguito dai massacri e dalle persecuzioni dei russi), ricordiamoci anche di questi fatti.
    Silente

    RispondiElimina
  27. Mi gratto la capocchia e penso...
    Repubblica & C. danno spazio al litigio tra Renzi e Conte per attirare l'attenzione sulle questioncelle partitiche nazionali quando dagli USA sta per essere scoperchiata un'interferenza da corte marziale che collega la Clinton, Obama, probabilmente il Vaticano e altre schifezze includenti la genesi del Covid, i vaccini e il conflitto in Ucraina.
    Un mondo politico affiliato a note e influenti sfere globaliste che ha maramaldeggiato nell'illusione dell'impunità e che adesso vede le inchieste far luce, mentre l'ex copertura occulta finisce nel mirino.
    Il serpente snidato resta velenoso. In più è incollerito avendo solo veleno da schizzare prima di ricevere la spremitura di capo fatale.
    Cercano di far passare per scaramucce di capponi che s'accapigliano, come solito, la svolta epocale che precede la resa dei conti per una stagione politica che consegna agli italiani la banda dei traditori.

    RispondiElimina
  28. I "professionisti dell'Informazione", uno dei mestieri più antichi dell'Italia dice la mia enciclopedia, vogliono farci credere che noi, quelli che non vogliono seguire gli Usa nella loro folle guerra contro la Russia fino all'ultimo ucraino, quelli che non vogliono le sanzioni che ci danneggiano economicamente, quelli che non vogliono pagare - con tagli a scuola e sanità - le armi che inviamo a Zelensky e ai neonazisti inquadrati nel suo esercito, quelli che non vogliono vedere questa situazione degnerare in guerra nucleare, saremmo quelli cattivi e sprovveduti. La realtà invece, ne sono certo, è completamente diversa. Il fatto che loro usino la cassa di risonanza in cui se la cantano e se la suonano da soli, per giustificare le decisioni prese a tavolino da persone che hanno altri interessi e altri padroni, non le rendono più nobili né tantomeno maggioritarie. Se domani li privassimo dei giornali e delle televisioni da cui si divertono a massacrare - in cento contro uno - chi la pensa diversamente, tornerebbero ad essere il nulla che sono sempre stati.

    RispondiElimina
  29. @22 aprile 2022 16:22
    Intanto, ridendo e scherzando (si fa per dire,purtroppo!)le prove generali planetarie le hanno fatte..e i piu' le hanno subìte..

    RispondiElimina
  30. Tutti i popoli europei sono stati assurdamente scaraventati dai loro governanti all'interno di una guerra civile ucraina che dura da molti anni e che doveva e poteva essere risolta dai politici e cittadini ucraini con referendum e con sagge decisioni politiche,come è stato per molti altri Stati e parti di Stati nella storia.Dopo ,i dirigenti della Nato ,specie Usa , e la Russia han fatto male il resto. Ma è sempre più evidente che noi dovevamo e dobbiamo solo dar aiuti umanitari ,e non prendere parte a questo conflitto interno tra ucraini antirussi e ucraini filorussi.

    RispondiElimina
  31. Note di guerra auspici di pace23 aprile, 2022 11:48

    #190.22
    L'IPER-atlantista Luttwak preme sul freno.

    "" Dopo più di un mese in cui i tuttologi italiani hanno sbertucciato, isolato e condannato come traditori quanti affermano la necessità di aprire negoziati seri con Mosca, che evitino una guerra nucleare e accontentino in qualche modo le richieste russe, arriva, inaspettato, il controcanto di uno dei padroni del vapore, al quale non potranno dare del complottista e del filo-Putin.

    A dire che è ora di farla finita con la stolida propaganda di guerra che ha dominato finora, infatti, è nientemeno che Edward Luttwak, il superfalco Usa con compiti di vigilanza sull’Italia.

    In un’intervista alla Verità, infatti, spiega che l’affondamento della Moskva segna un punto di svolta, la scintilla che ha rischiato l’escalation. Ma sul punto ci torneremo in seguito, iniziamo dalle dichiarazioni finalmente ragionevoli del falco.

    “Se affondi Moskva, – spiega Luttwak, – Putin dovrà scatenare (come ha fatto) pesanti bombardamenti. Non è che la Russia diventa pazzoide. Sono elementari meccanismi di escalation (ora usa l’inglese, ndr). Putin non poteva non reagire. Non aveva scelta”.

    “È così che si scivola in una guerra nucleare. Oggi la priorità per tutti non è più difendere l’Ucraina che con grande merito si è difesa. Questa non è una guerra contro tribù come in Libia, in Afghanistan o Iraq. Questa è differente. Adesso la priorità è smetterla”.

    Per finire la guerra, quattro punti: “Punto 1 smetterla di insultare il presidente eletto della Federazione Russa. Punto 2, dichiararsi disponibili a trattare. Punto 3, Kiev ha un ruolo importante, ma non può controllare questi negoziati. Punto 4, Russia e Ucraina sono già d’accordo sulla cosa più importante. Mosca non ha obiezioni se l’Ucraina entra nell’Ue. E l’Ucraina ha già accettato che non entrerà nella Nato. Rimangono le due regioni” del Donbass, per le quali Luttwak propone un referendum, che evidentemente le consegnerebbe alla Russia, dal momento che i cittadini sono russofoni.

    E conclude; “Bisogna ‘dare una vittoria’ a Putin. Una via d’uscita. I meccanismi ci sono”. Si noti che ieri la Russia ha testato un nuovo missile intercontinentale, “dichiarandolo un avvertimento per coloro che in Occidente ‘cercano di minacciare il nostro Paese’ (Washington Post). Da qui la necessità di fermare chi, in Occidente (Gran Bretagna in primis) sta giocando con il fuoco.

    E oggi l’ordine diretto di Putin di fermare l’attacco contro l’acciaieria Azovstal, ufficialmente per risparmiare i soldati russi, di fatto per aprire le trattative con l’Occidente, dal momento che nelle viscere del complesso industriale sono asserragliati i “volontari” americani e britannici che hanno coordinato la resistenza di Mariupol.

    Un ordine che va insieme alla dichiarazione di vittoria, dal momento che Mariupol è caduta ed era l’obiettivo primario dell’offensiva russa, che potrebbe fermarsi qui.

    Così torniamo all’affondamento della Moskva, l’ammiraglia della flotta russa. Luttwak spiega che è stato un errore di calcolo. Il contingente ucraino a guardia di Odessa aveva avuto l’ordine di sparare non appena una nave nemica fosse entrata nel campo di azione delle loro batterie, senza chiedere autorizzazione previa ai superiori.

    Ciò perché si temeva uno sbarco di marines russi. In realtà, spiega Luttwak, quando è stata colpita la Moskva non c’era alcuno sbarco all’orizzonte, ma quell’ordine, per qualche oscuro motivo, non era stato revocato e i missili hanno colpito.

    Ciò che sta dicendo Luttwak (senza essere esplicito che non si può offuscare il più grande successo degli ucraini) è che quei missili non dovevano essere sparati. Una excusatio non petita nei confronti dei russi, che mette in luce come, nonostante l’aperta ostilità, fossero state tracciate delle linee rosse tra i contendenti, che l’affondamento della Moskva ha superato, rischiando di innescare la terza guerra mondiale.

    RispondiElimina
  32. Note di guerra auspici di pace23 aprile, 2022 11:48

    ...segue
    In altra nota avevamo accennato al fatto che appariva alquanto improbabile che la Moskva fosse stata affondata dai Neptune ucraini e la spiegazione di Luttwak potrebbe spiegare l’incongruenza, cioè la nave russa sarebbe stata colta con la guardia abbassata a motivo del segreto accordo tra i belligeranti.

    Ma allo stesso tempo la spiegazione del superfalco appare un po’ lacunosa, dal momento che è improbabile sia che dei Neptune possano affondare una nave di quella portata e con difese tanto sofisticate sia che, anche nella confusione della guerra, un ordine tanto a rischio non sia stato revocato, soprattutto dopo che i russi avevano di fatto abbandonato, almeno temporaneamente, qualsiasi velleità riguardo Odessa.

    Resta, quindi, l’inconfessabile, cioè un siluro sparato da un sommergibile Nato, che la pezza di Luttwak deve giustamente coprire, come hanno coperto i russi, per evitare un’escalation incontrollabile.

    L’incidente ha creato nuovo nervosismo nel campo russo, come evidenzia il test del nuovo missile intercontinentale, e convinto anche alcuni falchi, tra cui Luttwak, che è ora di darsi una calmata, dal momento che i russi non potranno non reagire in modo devastante in caso di un nuovo incidente, e forse non solo nel ristretto ambito ucraino.

    Gli atlantisti de’ noantri, che vigilano con ferocia sulla narrativa bellica, sono così autorevolmente inviati a darsi una calmata. A dirlo sono gli atlantisti veri, quelli che sanno davvero cos’è una guerra moderna e sanno che occorre porsi dei limiti per evitarne i tanti segreti e devastanti perigli."

    di Davide Malacaria
    da piccolenote.ilgiornale.it
    del 21 Aprile 2022


    L'ammiraglia russa MOSKVA, ha il suo "prezzo"
    -------------------------------
    Se Putin aveva deciso di rinunciare ad Odessa ed a prendersi tutta la costa del Mar Nero fino alla Trasnistria (fascia di territorio di influenza Russa tra la Moldavia e l'Ukraina), dopo l'affondamento della Moskva ha sicuramente cambiato obiettivo.

    E' molto probabile che tra il 25 Aprile (il giorno dopo la Pasqua Ortodossa russa) ed il 9 Maggio (Ricorrenza nazionale per la vittoria della 2aWW), ci sarà un'intensificazione delle attività militari russe, fino a conquistare tutto il Donbass, la parte della costa ukraina "mancante" cioè fino all'enclave Transnistria.
    Poi Putin si siederà ad un "tavolo", possibilmente non con tossicodipendenti, né gente con problemi di demenza senile...
    Staremo a vedere.

    RispondiElimina
  33. "...che noi dovevamo e dobbiamo solo dar aiuti umanitari..."

    Giudicar bisogna, essendo stati creati per intendere il sì ed il no, l'ubbidire ed il disubbidire, il vivere ed il morire ed avendo personalmente voluto conoscer il bene ed il male, tutte conoscenze che richiedono responsabilità di giudizio e di scelta, dobbiamo quindi saper giudicare. Dobbiamo. Il condannare definitivo non spetta a noi, anche se è nostro compito mettere gli irriducibili violenti in condizioni di non minacciare, danneggiare, violentare, ridurre in schiavitù, uccidere il prossimo e/o intere comunità. Quindi giudicare dobbiamo e dobbiamo giudicare nel modo più equo possibile, cioè dobbiamo conoscere al meglio possibile la realtà dei fatti e la verità della storia da cui i fatti sono germinati.
    Bene benissimo gli aiuti umanitari a tutti, senza però prendere e farsi prendere per il naso; dallo sforzo del singolo verso il VERO dipende che la VERITA' possa regnare tra gli uomini insieme alla GIUSTIZIA, alla PACE, alla sincera sana onesta umiltà.

    RispondiElimina
  34. Marcello Veneziani
    Per giustificare la svolta armata dell’Italia, che è diventata ormai la BieloUsa, Mattarella ha evocato “il popolo in armi contro il nazifascismo”. Ma il 99% degli italiani non partecipò alla lotta armata; e la Dc da cui proviene Mattarella, trovò consenso proprio nella zona grigia di chi non si armò. Altro che popolo italiano in armi.

    RispondiElimina

  35. Orientarsi sulla guerra in Ucraina.
    Non è facile.
    -- se le cifre delle perdite russe fornite dagli ucraini fossero vere, Mosca sarebbe rimasta quasi senza esercito. Ciò non toglie che le perdite siano state serie. Sulle perdite ucraine nulla sappiamo.
    -- la guerra dura dal 2014, adesso è entrata in nuova fase ed è diventata guerra tra Russia e Nato. Combattono gli ucraini ma l'apparato di intelligence e le armi migliori sono nato, in prevalenza americane. Si sospetta che i satelliti e i droni usa-nato e affini forniscano a Kiev informazioni dettagliate e in tempo reale su tutti i movimenti russi. Questo potrebbe spiegare in gran parte il successo (finora) della difesa ucraina.
    -- Mosca ha fallito nel tentativo di prendere subito Kiev con l'obbiettivo di imporsi senza cadere in una guerra lunga. Invece abbiamo la guerra lunga. L'offensiva che si vuol attribuire a Mosca è in realtà una lenta avanzata nel Donbass per consolidare il terreno nella striscia che va dalla Crimea a Lugansk. Zelinsky ha detto che adesso ha le armi necessarie per una controffensiva. La minaccia non è da sottovalutare. Pericolosi appaiono soprattutto i lanciarazzi e i semoventi americani oltre ai droni di ultimissima generazione. Hanno gittate molto lunghe (oltre 40 km) e possono colpire con la precisione di un missile scagliato da un drone. Impiegati a saturazione sull'artiglieria russa potrebbero farne strage.
    -- Sotto l'acciaieria di Mariupol ci sono donne e bambini, abbiamo visto. Forse per questo i russi non danno l'assalto finale o per evitare troppe perdite? Questa è una strana guerra,dove l'immagine conta più dei risultati sul campo. Con rapidità impressionante si è costruita l'immagine dei crimini di guerra russi.
    -- più dura questa guerra, più aumenta la possibilità dell'impiego di atomiche tattiche da parte dei russi. Anche se è difficile credere che Putin arrivi davvero ad usarle, devastando un paese che considera parte della Russia. Ciò non significa che la sua minaccia di usarle sia da sottovalutare.
    Miles

    RispondiElimina
  36. Roberto Imparato
    Post di Stefania Magnabosco

    RIASSUMIAMO LA VICENDA UCRAINA

    • L'UCRAINA HA FATTO BENE A BOMBARDARE PER 8 ANNI IL DONBASS

    • SI POSSONO BOMBARDARE TUTTI GLI STATI DEL MONDO DESTABILIZZANDO LA ZONA E LASCIARLI IN MANO ALL'ANARCHIA BASTA CHE NON SI BOMBARDI L'UCRAINA

    • I NAZISTI SONO UNIVERSALMENTE RICONOSCIUTI COME IL MALE UNIVERSALE TRANNE SE SONO UCRAINI, IN QUEL CASO SONO BRAVI RAGAZZI CHE SALUTANO SEMPRE

    • I RICCHI RUSSI CHE SI FANNO I CAZZI LORO SONO OLIGARCHI, I RICCHI AMERICANI CHE INFLUENZANO I GOVERNI SONO FILANTROPI

    • L'ITALIA RIPUDIA LA GUERRA MA NON LA GUERRA IN UCRAINA

    • L'ITALIA È IN STATO DI EMERGENZA PERCHÉ C'È UNA GUERRA IN UCRAINA, PER QUALUNQUE ALTRA GUERRA NON CE NE È BISOGNO

    • L'INPS AVEVA FINITO I SOLDI E LA GENTE IN QUARANTENA NON È STATA RETRIBUITA PERÒ ABBIAMO 10 MILIARDI PER ARMARE L'UCRAINA

    • IL GASOLIO COSTA 2,2 EURO MENTRE IL PETROLIO COSTA 110 EURO AL BARILE ED INVECE QUANDO IL PETROLIO COSTAVA 140 IL GASOLIO COSTAVA UN 1,30 EURO PERCHÉ C'È LA GUERRA IN UCRAINA

    • SE SEI UN MEDICO NON VACCINATO NON PUOI LAVORARE PERCHÉ SEI UN PERICOLO, PERÒ SE SEI UN MEDICO UCRAINO PUOI LAVORARE SENZA VACCINO AL POSTO DEL MEDICO ITALIANO E SENZA NEANCHE IL BISOGNO DI RICONVERTIRE LA LAUREA

    • L'ITALIA HA PIÙ DI DUE TERZI DEI SUOI GIACIMENTI DI GAS INATTIVI CHE CI RENDEREBBERO INDIPENDENTI MA NON POSSIAMO ATTIVARLI E DOBBIAMO COMPRARE IL GAS DALL'AMERICA E NON PIÙ DALLA RUSSIA PERCHÉ LA RUSSIA È IN GUERRA CON L'UCRAINA

    • SE L'ESERCITO UCRAINO OCCUPA SCUOLE, TEATRI E CIVILI ABITAZIONI TRASFORMANDOLI IN OBIETTIVI MILITARI SE QUALCUNO LI BOMBARDA STA ATTACCANDO OBIETTIVI CIVILI E DOBBIAMO RICOSTRUIRE NOI MENTRE I NOSTRI TERREMOTATI DORMONO ANCORA IN TENDA

    • DOBBIAMO ACCOGLIERE I PROFUGHI UCRAINI ANCHE SE PROVENGONO DA ALTRI PAESI CHE NON SONO IN GUERRA

    • GLI UCRAINI SONO VACCINATI AL 35% E NON SI SONO ESTINTI PERCHÉ IL VIRUS MORTALISSIMO NON UCCIDE GLI UCRAINI, INFATTI LORO POSSONO USUFRUIRE DI QUALUNQUE SERVIZIO MENTRE A NOI SERVE IL GREEN PASS

    • ZELENSKY ORDINA CIÒ CHE VUOLE AL NOSTRO GOVERNO MANCO FOSSE IL MCDRIVE E NOI DOBBIAMO DARGLIELO PER FORZA INIMICANDOCI I RUSSI

    • IN ITALIA LA LIBERTÀ DI STAMPA PREVEDE CHE SI POSSA INVITARE LA GENTE AD UCCIDERE IL LEADER POLITICO DI UN ALTRO STATO

    • I MISSILI RUSSI SONO FATTI DI LAMIERINO E COLPISCONO I LAVANDINI DELLE POVERE MASSAIE UCRAINE

    RispondiElimina
  37. La Russia nella nostra storia

    La Russia non è (sempre) un katechon, ma certamente una presenza quasi ontologica nella nostra storia. Chi pretende di abbatterla con le sanzioni ha già perduto la partita. Sopravviverà a molti fantasmi e chimere del tempo.
    Andrea Sandri

    RispondiElimina

  38. La "presenza" della Russia nella nostra storia è stata anche negativa, bisognerebbe avere il coraggio di riconoscerlo.

    La Russia-Unione Sovietica ha rappresentato un incubo costante per tutti, seminando disordini e rivoluzioni in tutto il mondo, favorendo all'interno delle nazioni occidentali la dissoluzione dei costumi (tramite l'opera dei partiti comunisti) a fini rivoluzionari.
    I documenti trovati dopo il crollo dell'URSS (da non confondersi con il crollo del comunismo, che continua a resistere come ideologia, sia pure adattato ai tempi) dimostrano che ancora nel 1924-25, Mosca reputava l'Italia uno dei tre paesi nei quali la rivoluzione bolscevica aveva buone prospettive, grazie alla penetrazione comunista fra gli operai, negli ex-combattenti, in altri settori importanti. Gli altri due paesi erano la POlonia e la Germania. Ma la svolta autoritaria di Mussolini pose fine a queste aspirazioni, l'organizzazione comunista, in gran parte clandestina, fu distrutta dal fascismo. Molti comunisti dovettero emigrare in Francia.

    Tra l'altro: le due guerre mondiali furono provocate da conflitti gravi fra austro-tedeschi e slavi, fra tedeschi e slavi. Nell'origine di entrambe la Russia giocò un ruolo decisivo anche se indiretto. Ora, se (Dio scampi) dovesse scoppiare la terza, sarebbe per un conflitto insanabile tra slavi, sfruttato nel modo sbagliato (alimentandolo) da parte degli USA.
    Miles

    RispondiElimina
  39. Per il 58% degli italiani le responsabilità del proseguo della guerra in Ucraina NON sono di Putin. Tutto ciò malgrado la propaganda di regime che, non appena cerchi di analizzare ciò che sta succedendo senza lasciarti trascinare dallo psicotifo per Zelensky, ti addita come cattivo russofilo putiniano.

    RispondiElimina
  40. Luttwak è credibile come una moneta da 3 €, si sa che la Moskva stava facendo manovre di attraccaggio, il siluro era britannico, di ultima generazione, ho visto filmati non di regime, di soldati UA che si arrendevano, consegnavano i documenti e salivano su pulmini gialli portati via dai Russi senza nessun gesto violento, ho visto, purtroppo, altri filmati di soldati russi prigionieri che venivano sgozzati con coltellacci e falci, altri filmati di cosiddetti collaborazionisti ucraini massacrati di botte, ammanettati a dei pali e con i pantaloni abbassati e c*** al vento, non oso pensare perché, ma di questo nessun addetto TASS UE parla mai, ho visto anche camion militari russi che distribuivano pane ai civili, sec.me le cifre fornite dai 'buoni pacifisti' sui soldati russi morti sono esagerate, 22.000 morti mi sembrano francamente troppi mentre ai morti ucraini non si accenna mai, chissà perché.

    RispondiElimina
  41. Credo che anche la geografia debba essere letta quando puntiamo lo sguardo su questo o quello stato e osserviamo la storia dei popoli rivieraschi e non o la storia dei popoli lungo i fiumi o intorno ai laghi. I grandi imperi dell'antichità si svilupparono prevalentemente lungo i grandi fiumi, altra è la storia dei popoli marinai che mediamente ebbero punti di approdo e scambio lungo le loro rotte commerciali. Ho sempre visto la vicenda di Giovanna D'Arco non solo come un'azione di rafforzamento della monarchia francese, ma anche come una chiara indicazione per la Gran Bretagna, il cui compito non era e non sarebbe stato tanto legato alla terra europea, quanto sui mari. E' come se ogni nazione, ogni popolo, ogni stato abbia avuto ed abbia tuttora, come la singola persona, dei compiti da svolgere in quel certo ambiente fisico in cui si trova ed in quel certo periodo storico.

    Ora i nostri occhi son puntati sulla Russia e tutti come possiamo stiamo studiando per approfondirne la conoscenza. Ho un ricordo che volentieri condivido. Molti anni fa ero ad una festa di compleanno nella casa di un amico. Tutti adulti, non molti, tra questi mi rimane la figura in penombra di una signora, più anziana di noi che eravamo intorno ai quaranta, la quale stava dicendo che da tempo studiava il russo e lo studiava per l'importanza che presto la Russia avrebbe avuto in ambito spirituale. Fine. Non ricordo se e come il discorso continuò o si concluse, ma queste poche parole si sono scolpite luminose in me nell'oscurità di volti, date ed ogni altro particolare.

    RispondiElimina

  42. Capire questa guerra.

    -- Gli individui dileggiati ed esposti al pubblico ludibrio legati ai pali, secondo i Media, erano "sciacalli", persone sorprese a rubare nelle case abbandonate semidistrutte. Non erano soldati o filorussi.

    -- Mosca ha ufficialmente dichiarato alla Farnesina di aver ucciso 11 cittadini italiani che combattevano tra i volontari stranieri accorsi a battersi dal lato ucraino (CdS di oggi). Sempre secondo Mosca, i volontari italiani sarebbero stati in tutto 60, dieci dei quali sarebbero rientrati in patria. Gli altri continuano a combattere. Mosca ha anche dichiarato che considera questi combattenti "mercenari", non protetti dal diritto internazionale di guerra. Che significa ciò? Che i russi uccidono i "mercenari" fatti prigionieri? Sia italiani che di altre nazioni? Il comunicato non specifica come siano morti questi 11 italiani. In combattimento o giustiziati come "mercenari"? Se fossero stati uccisi una volta presi prigionieri si tratterebbe di un crimine di guerra. Anche se volontari stranieri, si tratta di individui che combattono con una divisa, inquadrati in un esercito regolare, in campo aperto. Dovrebbero esser sempre trattati come prigionieri di guerra, a meno che non si dimostri che abbiano commesso crimini di guerra (ma dopo una corte marziale, anche volante, come ce l'aveva l'esercito tedesco nella IIgm). L'eventuale esecuzione di questi prigionieri non farebbe altro che innalzare il livello di barbarie di questo sciagurato conflitto.
    -- Nelle zone da dove si sono ritirati i russi hanno lasciato molte mine ed ordigni esplosivi di vario tipo, inclusi quelli che colpiscono i civili, anche mutilandoli (reportage dettagliato sul Sunday Times di sabato, ieri 23 aprile). Non so se la Russia ha aderito al trattato che mette al bando questo tipo di offese. Forse no. In ogni caso, usare queste armi contro i civili (se effettivamente le hanno usate) non è un modo corretto di fare la guerra.
    Non abbocchiamo alla propaganda ucraina ma vogliamo conservare un atteggiamento indipendente anche nei confronti dei russi.

    -- Machiavelli : "Ciascuno può cominciare una guerra a sua posta, ma non finirla".

    Miles

    RispondiElimina
  43. L'Ucraina non ha alcuna speranza di resistere. Può solo mettere sul piatto della bilancia molti morti di civili. Questo comporterà un costo da pagare anche per la governance russa certamente ma a che prezzo? Si sta costringendo Putin ad usare la mano pesante quando tutti sanno come finirà la storia. Un sacco di morti solo per poter dire che Putin è un nuovo Hitler. E gli americani avranno ottenuto quello che volevano, e cioè un definitivo distacco tra Europa e Russia, senza sparare nemmeno un mortaretto e scaricando l'intero costo economico sull'Europa di un'operazione che hanno provocato loro intervendo in Ucraina nel 2004 e poi ancora nel 2014 e successivamente facendo credere a Zelensky che sarebbero intervenuti per poi ritirarsi al momento giusto, senza pagare un dollaro che sia uno. Geniali.

    RispondiElimina

  44. "L'Ucraina non ha alcuna speranza di resistere.."

    Finora però ha resistito molto bene, bisogna ammetterlo, infliggendo sensibili perdite al nemico, anche se probabilmente ad un alto costo.

    L'offensiva russa a nord, verso Kiev e Karchov, è fallita. L'offensiva nel Donbass tarda a decollare. Mariupol l'hanno conquistata però resta il nodo dell'Acciaieria. È fallita anche l'offensiva in direzione di Odessa, dal lato di terra. Secondo gli analisti britannici, l'offensiva nel Donbass dovrebbe svolgersi con una manovra a tenaglia da nord (a Est di Karkov) e da sud, per accerchiare le forze ucraine, schierate di fronte al Donbass appunto. La manovra a nord non decolla, secondo questi analisti, perché i russi non riescono ad attraversare un affluente del Don, avendo gli ucraini fortificato a dovere la riva opposta. Qui un generale russo è morto assieme a 19 uomini mentre tentava di installare un pontone. Superato il fiume, si aprono vaste pianure sulle quali i carri armati russi potrebbero dilagare.
    C'è anche un fatto. Gli ucraini hanno missili anticarro donati da USA e UK modernissimi e micidiali. Inoltre, l'intelligence usa fornisce agli ucraini in tempo reale tutti i dati necessari per seguire passo passo le mosse nel nemico, sanno quindi in anticipo dove e come colpire. In queste condizioni, per i russi non sarà facile "sfondare". Secondo gli analisti, hanno anche perso troppo tempo davanti a Kiev e Karchov.
    Inoltre, aggiungo io, sembrano aver disatteso il principio basilare di ogni strategia d'attacco: concentrare le forze sulla direttrice principale, che per loro è quella che collega Donbass e Crimea. L'attacco su Kiev avrebbe dovuto essere solo una finta. Ma forse contavano su una quinta colonna a Kiev che non si è materializzata o è stata sterminata dagli ucraini (vedi i civili uccisi con i bracciali bianchi, per le strade).
    Le direttrici d'attacco sembrano invece esser state addirittura tre con la conseguente dispersione delle forze.
    Non è detto che i russi non vincano la campagna, ma a quale prezzo e in quanto tempo? Secondo la loro tradizione, potrebbero a questo punto ricorrere al numero, incuranti delle perdite, come nella I e nella II gm. Ma non si troverebbero davanti le poco armate divisioni italiane (proprio da queste parti, sul Don) che cedettero ad un nemico soverchiante in tutto (poche divisioni contro due intere armate) dopo sei giorni di feroci combattimenti, spesso all'arma bianca - si troverebbero di fronte il meglio della tecnologia bellica occidentale guidata via satellite.
    Impressione di un non addetto ai lavori, che sarà certamente ingenua: forse ai russi converrebbe mettersi sulla difensiva e lasciare che siano gli ucraini a venire all'assalto, costringendoli a venire allo scoperto, per riprendersi il Donbass, come hanno detto di voler fare.
    La cosa più grave, comunque, è che nessun politico importante ha il coraggio di proporre una soluzione negoziata di questo tremendo conflitto, provocato dalla insensata politica americana di espansione ad est.
    Miles


    RispondiElimina
  45. "Sono d'accordo su tutto meno sull'affermazione che riguarda la Svizzera. Purtroppo anch'essa è stata convinta a partecipare al delirio atlantista a guida Biden/NATO e ad inviare armi all'Ucraina."

    Inviare armi? E quando sarebbe successo? Un'affermazione priva di qualsiasi fondamento!

    Michele

    RispondiElimina
  46. Et nomen pacis dulce est et ipsa res salutaris; sed inter pacem et servitutem plurimum interest. Pax est tranquilla libertas, servitus postremum malorum omnium, non modo bello sed morte etiam repellendum (Cic. Phil. 2, 113).
    La parola della pace è dolce ed essa stessa salutare. Ma tra la pace e la servitù vi è una notevole differenza. La pace è la tranquilla libertà, la servitù il peggiore di tutti i mali, che va respinto non solo con la guerra, ma anche con il sacrificio della vita.

    RispondiElimina

I commenti vengono pubblicati solo dopo l'approvazione di uno dei moderatori del blog.