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lunedì 30 maggio 2022

La bellezza del cristianesimo, nella Comunione dei Santi

29 maggio: Domenico Zamberletti.
Quando avete bisogno di qualche grazia chiedetela a me 

Un ragazzino di 14 anni che non ha potuto coronare il suo sogno di essere sacerdote sulla terra, promise: “quando avrete bisogno di qualche grazia chiedetela a me, ma chiamatemi, chiamatemi…”. E davvero il flusso di grazie non è mai cessato. Alla mamma raccomandò: “Mamma, quando non ci sarò più, va a trovare i bambini che soffrono negli ospedali, va a nome mio. Hanno tanto bisogno di conforto”.

Nasce nel 1936, nella famiglia dei gestori dell’albergo, localizzato a pochi passi dal celebre santuario che domina il Sacro Monte di Varese. Ultimo di tre fratelli di una famiglia agiata e ricca di sentimenti umani e cristiani che seppe trasmettere ai figli, specie al più piccolo Domenico, il quale già in tenera età era pieno di bontà per i poveri, al punto di disporre che in cucina si preparasse un piatto in più per il “Cristo affamato”, infatti tutti i giorni si presentava qualche povero all’albergo, bisognoso di cibo.

Pur cresciuto tra pentole e fornelli, gattonando tra i tavoli e familiarizzando con i clienti, è chiaro fin da subito che quello dell’albergatore non sarà comunque il suo destino. All’attività di famiglia preferisce di gran lunga il vicino santuario, di cui già a sei anni diventa il chierichetto più affezionato e solerte e, a nove anni appena, addirittura organista-titolare.

Quello della musica è un dono naturale, di cui i genitori si accorgono sentendolo suonare “ad orecchio” al pianoforte dell’albergo, e che hanno l’accortezza di coltivare senza trasformare lui in un bambino-prodigio. Oltre ad accompagnare all’organo le messe solenni, destreggiandosi in deliziose “improvvisazioni” durante la consacrazione, Domenichino a neppur dodici anni si rivela anche compositore di una messa a una voce e di numerose pastorali natalizie. 

Una volta una signora, commossa dalla melodia inedita, ne chiese lo spartito e Domenico rispose: “Mah… non ce l’ho! La musica mi è sgorgata dal cuore, ma io non ricordo nemmeno una nota”; continuò a suonare liberamente melodie stupende, anche per i propri compagni e parenti.

La scintilla scocca sui dieci anni: vincitore del Premio-Roma messo in palio nella gara catechistica, vedendo in piazza San Pietro tanti sacerdoti intenti alle confessioni dei ragazzi, si sente nascere dentro la voglia di essere prete, magari tra i Camilliani, certamente in veste di missionario.

Intanto va a scuola dai Salesiani a Varese e lì si innamora di don Bosco e soprattutto di Domenico Savio, al quale si sente legato non solo dal nome, ma anche dal desiderio di raggiungere in fretta la santità. La sua spiritualità fa progressi: la preghiera diventa intensa e fervorosa, sempre più intenso il desiderio di far sempre la volontà di Dio, ancora più insistente la spinta ad accompagnare il cammino dei suoi amici verso Gesù, cioè, come si diceva allora, a far apostolato.

Ha la stoffa del leader e riesce a far presa sui coetanei e particolarmente sui chierichetti, dei quali diventa cerimoniere attento e scrupoloso, aiutandoli ad entrare nel vero spirito della liturgia in cui lui, evidentemente, si trova già da tempo più che a suo agio. Il “cocco della Madonna”, come lo chiamano in casa, ha una devozione tenerissima per la mamma di Gesù, alla quale indirizza volentieri i suoi piccoli amici: è forse anche per questo che il suo santuario, che è la “casa della Madonna”, gli è così familiare e vi si trova così bene.

A gennaio 1949 si manifestano i sintomi di una strana malattia, caratterizzata da febbre alta, vomito e dolori articolari, che i medici per un anno non riescono a diagnosticare: soltanto nel successivo mese di dicembre, infatti, alla Columbus di Milano riescono ad individuare una rara forma leucemica, all’epoca inguaribile, malgrado ogni tentativo di cura, anche dolorosa, cui viene sottoposto e nonostante il suo prepotente desiderio di star bene “per diventare sacerdote”.

Le crisi della malattia sembrano inspiegabilmente acuirsi ogni venerdì, ed in modo particolare il 7 aprile 1950, venerdì santo, tanto che qualcuno è portato a vedere in ciò una relazione con la passione di Gesù, alla quale comunque Domenichino è costantemente unito, tutto offrendo per la salvezza degli altri, anche l’inappagato desiderio di essere prete.

“So che non guarirò, il Paradiso è assicurato”, “Non voglio essere incosciente quando muoio… è Domenico Savio che mi viene incontro”, “Mamma, quando non ci sarò più, va a trovare i bambini che soffrono negli ospedali, va a nome mio. Hanno tanto bisogno di conforto”, “Mi sarebbe piaciuto tanto aver potuto tenere Gesù nelle mie mani, ma si vede che devo essere sacerdote in Paradiso”, “Mamma ho chiesto alla Mamma Celeste di venirti a consolare”.

Chiude per sempre i suoi occhi il 29 maggio 1950, anno in cui il suo grande amico e confidente Domenico Savio, veniva proclamato beato, annunciando con gioia: “Mamma mi viene incontro la Madonna!”.

Il processo di beatificazione di questo fanciullo è stato bloccato dai familiari a causa dell’eccessiva intraprendenza di un sacerdote, che dal Sud un po’ troppo sovente saliva al Sacro Monte a fare incetta delle cose appartenute al loro bambino. Speriamo però che presto possa essere riaperta, visto che le grazie a seguito della sua intercessione non si sono mai fermate.

Preghiera per chiedere una grazia

O Signore buono e misericordioso; sono qui a recitare questa preghiera per chiederti una grazia invocando  l'intercessione di Domenico Zamberletti
(recitare a bassa voce la grazia che si desidera ricevere)
Tu che tutto puoi, ti chiedo di non scordarti di me umile peccatore e di concedermi la grazia tanto attesa e desiderata.
Tu che a causa dei nostri peccati, hai portato per primo, il peso della croce con tanto sacrificio; illumina il mio percorso e rendimi forte nell'affrontare tutte le croci a me assegnate.
Dammi il coraggio per accettare la tua volontà ; ho bisogno del tuo sostegno e di sentire vicino il tuo amore.
Ti ringrazio per tutto quello sin ora mi hai concesso e per tutto quello che inaspettatamente mi darai …
Ti imploro e mi inginocchio dinanzi a te, sperando in un tuo segno, in una tua risposta;  fà in modo che la mia  richiesta venga esaudita, Amen

3 commenti:

  1. Il futuro cardinale McElroy già fa uso di diaconesse nel corso delle Messe che egli presiede.
    Tipico dell'"obbedientissima" setta ultra-modernista all'interno della Chiesa.
    E poi vengono a parlare di obbedienza alla Chiesa?
    Ipocriti!

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  2. Paolo, apostolo di Cristo .31 maggio, 2022 00:49

    La storia dell'ultimo periodo di vita di Paolo di Tarso, un uomo che è passato dal perseguitare i Cristiani all'essere l'apostolo più influente di Cristo dopo la conversione lungo la strada da Gerusalemme a Damasco. Aspettando di essere giustiziato dall'imperatore Nerone a Roma, Paolo continuerà a promuovere il Vangelo mantenendo inalterata la sua fede.
    https://www.youtube.com/watch?v=_Cx2upAYjZc

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  3. Il bambino-musicista a cui è intitolato il coro dei Pueri Cantores di Macerata

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