La sentenza della Corte suprema USA
non è una fine ma un inizio
La sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti d’America che dichiara incostituzionale l’aborto, emanata nella Festa del Sacro Cuore di Gesù, apre provvidenzialmente una nuova epoca nella quale tutti i sostenitori della vita dovranno combattere più di prima: come hanno detto i vescovi degli Stati Uniti, non è la fine di qualcosa ma è un inizio. In questa nuova epoca ci sarà anche il nostro Osservatorio con il suo impegno.
Spesso, davanti ad alcune tendenze perverse dei nostri sistemi politici, così sistematicamente presenti ad ogni latitudine, rimaniamo sconfortati e pensiamo che le dinamiche di morte siano irreversibili perché tanti e troppi interessi materiali e ideologici le alimentano. Spesso parliamo di un “sistema” contro la vita, espressione di una “cultura della morte”, come scriveva Giovanni Paolo II, una cultura della morte che sembra corrodere ogni aspetto di bontà e bellezza e fare il vuoto attorno a sé.
Questa sentenza dimostra che questa presunta irreversibilità non esiste. È vero che la storia non può tornare indietro e che quanto è accaduto rimane come accaduto. È così anche per i milioni di bambini a cui è stata strozzata la vita nel grembo delle loro mamme. Però è possibile rileggere il passato e impostare il futuro su basi diverse, di bene anziché di male. È difficile, certo, richiede lotta, impegno e sacrificio, ma non è impossibile. La secolarizzazione, sia religiosa che morale, ossia la corrosione del senso della vita, non è irreversibile, essa dipende dalla volontà umana e dalla Provvidenza divina. Dipende, più precisamente, dalla libertà umana docile alla Provvidenza divina.
La sentenza della Corte suprema non dice la parola fine anche perché da questo momento gli Stati americani non sono più obbligati ad ammettere l’aborto, ma la decisione viene ricondotta agli Stati stessi. Insomma, la sentenza non vieta l’aborto in tutti gli Stati americani. In questo senso non è corretto dire che “rovescia” la Roe v. Wide, la sentenza che nel 1973 aveva imposto l’aborto a tutti gli Stati americani. Quindi di lavoro da fare ne rimane ancora molto negli Stati Uniti.
Ne rimane ancora molto – e forse di più – anche nelle altre parti del mondo, soprattutto nei Paesi europei ultra-secolarizzati dove l’elite di Bruxelles reagirà con forza, come aveva già fatto quando Trump aveva bloccato i finanziamenti pubblici per l’aborto e la UE li aveva aumentati per compensazione. Nei Paesi europei, e specialmente nell’Unione Europea, l’ortodossia ideologica contro la vita è perfino superiore che negli Stati Uniti.
Di lavoro da fare ne rimane molto anche nella Chiesa. Nonostante il comunicato del Presidente dei vescovi americani, l’arcivescovo Gomez di Los Angeles, dichiari senza mezzi termini il proprio ringraziamento al Cielo per la sentenza, si sa che su questo argomento i vescovi americani sono molto divisi e che il gruppetto di vescovi sostenuti oggi dal Vaticano sono su posizioni pastoralmente molto possibiliste sui temi della vita, della procreazione e della famiglia. Questa sentenza della Corte Suprema dividerà anche la Chiesa al proprio interno, o meglio farà emergere le divisioni profonde già fino ad oggi esistenti. Dovremo assistere ad un probabilmente triste gioco delle parti, con dichiarazioni via via più sfumate man mano che si scivola verso l’ala più progressista della Chiesa. Non dimentichiamo il grande appoggio dato dalla Chiesa universale alla elezione del presidente Biden e la grande e pregiudiziale avversione a Donald Trump. Con la sua sentenza la Corte suprema, pur non volendolo, dividerà la Chiesa cattolica, ma sarà una differenziazione salutare che bisognerà affrontare con amore per la Chiesa senza rinunciare all’amore per la Verità.
Alla fine a decidere sono state 6 persone contro 3. Non dobbiamo pensare che sia stato il popolo americano ad emanare questa sentenza. Questo esito è stato frutto delle recenti nomine attuate dal presidente Trump. La sua presidenza può essere valutata in molti modi. Non può tuttavia essere negato che si è trattato di una presidenza “di rottura” rispetto al “sistema”. Tra i principali motivi di questa rottura c’è stata anche la politica a favore della vita nascente e contro l’abominevole logica di Planned Parenthood, poi ripresa (purtroppo) da Biden e dalla Harris con il sostegno di molti cattolici. Anche questo è un elemento da tenere presente e che non chiude ma apre ad una nuova epoca di impegno. La garanzia la si avrà solo quando il modo di pensare della gente cambierà, quando alla cultura della morte che oggi viene diffusa con ogni mezzo si sostituirà la cultura della vita.
Stefano Fontana - Fonte
Ma ho letto da qualcher parte che in Francia la popolazione sta insorgendo contro i vaccini, mettendo le foto delle vittime causate dal vaccino in tutta una lunga serie di manifesti esposti nelle piazze : risponde al vero? mi piacerebbe saperlo, grazie
RispondiEliminaLa Stampa titola: "L'America che odia le donne "....
RispondiEliminaPrevedo “alti guai” in campo progressista.. quelli che portano su un palmo di mano l’America paladina della democrazia (un tantino guerrafondaia), ora dovranno descriverla come “medievale”!
RispondiElimina“Abbiate il coraggio di soffrire il disprezzo dell’opinione dominante”. L’America che abbatte il totem dell’aborto come diritto costituzionale e lo rimette di competenza degli stati è la vittoria postuma di Antonin Scalia, il super giurista di origine italiana rispettato anche dagli avversari e che diceva: “I giudici che elargiscono diritti sono pericolosi. Se pensate che rappresentino l’opinione del popolo avete bisogno di farvi visitare”. A chi gli chiedeva di definire il suo ruolo, Scalia rispondeva: “I nostri giorni sono stati spesi nella caccia; ma la nostra preda era più sfuggente e più preziosa di qualsiasi orso di montagna. Eravamo cercatori della verità. La verità non ha ossa, non ha carne, nessuna forma solida. Per coloro che la cercano, è ovunque; per coloro che non la amano, non è da nessuna parte…”
RispondiEliminaIl giudice della Corte Suprema Clarence Thomas fa sapere che dopo la sentenza di ieri contro l'aborto è tempo di prendere in esame anche le pronunce sui "diritti" gay e sulla contraccezione. Ieri è iniziato il processo che porterà alla chiusura del ciclo storico iniziato negli anni 60. La società liberalmarxista sta morendo. L'Occidente sta tornando a scoprire la sua vera identità cristiana.
RispondiEliminaSPERIAMO
In Italia c'è una colossale questione aperta che è il controllo mediatico e culturale in mano alla sinistra, strumenti politici e di terrorismo pubblico. Esporsi al punto di provocare una reazione di queste forze significa sancire la propria fine sociale, se non addirittura fisica. Solo nelle dittature comuniste si ha un controllo simile. Fare politica in Italia significa quindi evitare la macchina del fango della sinistra o in alternativa prepararsi al martirio, un martirio comunque inutile visto che la situazione culturale pubblica resterebbe tale e quale.
RispondiEliminaPiuttosto c'è da chiedersi se questa sentenza non darà vantaggi alle elezioni di medio termine a Biden, il rischio boomerang è dietro l'angolo.
I vescovi degli Stati Uniti hanno commentato la storica sentenza della Corte suprema che ribalta quella del 1973, Roe vs. Wade, che aveva reso l’aborto protetto dalla Costituzione. La nota è firmata dal capo dei vescovi, monsignor José H. Gomez di Los Angeles, presidente della Conferenza episcopale statunitense (USCCB) e l’arcivescovo William E. Lori di Baltimora, presidente del Comitato per le attività a favore della vita:
RispondiElimina«Questo è un giorno storico nella vita del nostro Paese, che suscita pensieri, emozioni e preghiere. Per quasi cinquant’anni l’America ha applicato una legge ingiusta che ha permesso ad alcuni di decidere se altri possono vivere o morire; questa politica ha provocato la morte di decine di milioni di bambini, generazioni a cui è stato negato il diritto di nascere.
L’America è stata fondata sulla verità che tutti gli uomini e le donne sono creati uguali, con i diritti dati da Dio alla vita, alla libertà e alla ricerca della felicità. Questa verità è stata gravemente smentita dalla sentenza Roe v. Wade della Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha legalizzato e normalizzato la rimozione di vite umane innocenti. Ringraziamo Dio oggi che la Corte ha ora ribaltato questa decisione. Preghiamo che i nostri rappresentanti eletti ora promulghino leggi e politiche che promuovano e proteggano i più vulnerabili tra noi.
Il nostro primo pensiero va ai piccoli a cui è stata tolta la vita dal 1973. Piangiamo la loro perdita e affidiamo le loro anime a Dio, che li ha amati da sempre e che li amerà per l’eternità. I nostri cuori sono anche con ogni donna e uomo che ha sofferto gravemente per l’aborto; preghiamo per la loro guarigione e promettiamo la nostra continua compassione e sostegno. Come Chiesa, dobbiamo servire coloro che affrontano gravidanze difficili e circondarli di amore.
La decisione di oggi è anche il frutto delle preghiere, dei sacrifici e del lavoro di innumerevoli americani comuni di ogni ceto sociale. In questi lunghi anni, milioni di nostri concittadini hanno lavorato insieme pacificamente per educare e persuadere i loro vicini sull’ingiustizia dell’aborto, per offrire assistenza e consulenza alle donne e per lavorare per alternative all’aborto, compresa l’adozione, l’affidamento e l’assistenza pubblica di politiche a sostegno delle famiglie. Condividiamo la loro gioia oggi e gli siamo grati. Il loro lavoro per la causa della vita riflette tutto ciò che c’è di buono nella nostra democrazia e il movimento pro-vita merita di essere annoverato tra i grandi movimenti per il cambiamento sociale ei diritti civili nella storia della nostra nazione.
Ora è il momento di iniziare i lavori di costruzione di un’America post- Roe. È un tempo per curare le ferite e riparare le divisioni sociali; è un momento di riflessione ragionata e di dialogo civile, e di incontro per costruire una società e un’economia che sostengano i matrimoni e le famiglie, e dove ogni donna abbia il sostegno e le risorse di cui ha bisogno per portare suo figlio in questo mondo.
Come leader religiosi, ci impegniamo a continuare il nostro servizio al grande piano di amore di Dio per la persona umana e a lavorare con i nostri concittadini per adempiere la promessa dell’America di garantire il diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento di felicità per tutti».
Biden cercherà in tutti i modi di sfruttare questa sentenza per rivitalizzare il suo elettorato molto depresso.Oggi aver sentito lui e la Pelosi son restato amareggiato pensando che questi due sono stati accolti molto affettuosamente dal Papa.Ma quando questi potenti si incontrano di cosa discutono?
RispondiEliminaNon solo sono stati omicidiati milioni e milioni di "prodotti del concepimento" incolpevoli ma inficiate 63 milioni ( sembra sia questo il primato degli statiuniti) di generazioni e vocazioni future. Cosa aveva previsto il Creatore per ogni concepito? Pensiamo a S.Caterina da Siena che era la ventitreesima figlia di un tintore , se la madre avesse abortito la Chiesa e noi non avremmo avuto S.Caterina.
RispondiEliminaQualcuno si é accorto di eventuali reazioni della finta opposizione italiota?
RispondiEliminaConsiglio a tutti visionsare attentamente questo convegno con la speciale introduzione di Mos. Viganò. https://www.youtube.com/watch?v=G4--atODpnc offre una risposta a 360° delle problematiche attuali. Buona visione.Alessandro da Roma.
RispondiElimina
RispondiElimina"La sentenza che dichiara incostituzionale l'aborto.."
È proprio così? Se l'avesse dichiarato incostituzionale nessuno Stato potrebbe legiferare per concederlo.
La sentenza ha piuttosto cassato la precedente sentenza della stessa Corte Suprema, del 1973, la quale forniva all'aborto volontario un appoggio costituzionale, come se fosse un diritto fondato sulla Costituzione americana, fin allora misconosciuto.
Rovesciando quella sentenza, la nuova sentenza decide che l'aborto volontario non è un diritto costituzionalmente fondato. In conseguenza spetta al legislatore ordinario, dei singoli Stati,
decidere se riconoscerlo o meno come diritto. Negli Stati ove venisse garantito o non soppresso, questo "diritto" riposerebbe pertanto solo sulla legislazione positiva del singolo Stato.
Pertanto, la sentenza odierna non dichiara il diritto ad abortire contrario alla Costituzione; dichiara che, non avendo un fondamento nella Costituzione, spetta ai singoli Stati decidere se concederlo o meno.
Resta sempre aperta la possibilità, per ora teorica, che il Congresso intervenga con una legge federale intesa a garantire il "diritto di abortire".
Si tratta quindi di una vittoria parziale, il che non ne diminuisce l'importanza. Nelle circostanze attuali non era possibile ottenere di più, anzi è già molto. La sentenza appare assolutamente ineccepibile nel suo dispositivo, il giudice che l'ha scritta ha mostrato una dottrina esemplare.
Z.
L'abolizione di Roe versus Wade avrà l'effetto di far ripartire l'aborto clandestino e porterà a viaggi disperati e pericolosi per le donne. È una decisione che lascia sgomenti, che ferisce la dignità e i diritti delle donne.
RispondiElimina- Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, già scout cattolica, via Twitter
La decisione della Corte Suprema USA che cancella l’#aborto come diritto garantito dalla Costituzione americana è un salto nel passato più oscuro. Una assurda scelta ideologica che non difende, come qualcuno crede, il diritto alla vita.
RispondiElimina- Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, giornalista, politico per cambiare il Paese con i fatti, via Twitter
La soubrette
RispondiEliminaDopo la Sentenza della Corte Suprema Usa non abbiamo bisogno di nuove guerre culturali. Per fortuna in Italia la 194 è solida e nessuna forza politica la mette in discussione.
- Mara Carfagna, Ministra per il Sud e la Coesione territoriale e deputata di Forza Italia, via Twitter
Mi raccomando! Correte a votare e, soprattutto, votate "centrodestra"!
Elimina
RispondiEliminaIl pericolo che, in un primo periodo, molte donne ricorrano all'aborto clandestino c'è. Per questo gli Stati che proibiranno l'aborto dovranno (dovrebbero) mettere in piedi un'organizzazione che aiuti e protegga le abortenti, anche e forse soprattutto sul piano economico.
Sembra che nella Russia sovietica l'aborto sia stato concesso nel 1920 non solo per ragioni ideologiche ma anche per combattere l'aborto clandestino, specialmente nelle campagne. La morale si era fortemente deteriorata, a partire dal 1905, sconfitta nella guerra russo-giapponese grazie anche alla rivoluzione scoppiata in casa, che fu violentissima e duramente repressa. Ma poi Stalin, spaventato dalla denatalità abrogò il diritto ad abortire, nel 1937, mi pare. Che fu però rimesso nel 1955, dopo la morte del dittatore (1953).
Ma il punto essenziale sul piano dei principi, di contro alle affermazioni delle femministe, che sono uno schieramento trasversale, è che non si può lasciare la donna arbitra, in nome di un supposto diritto di scelta, del destino del nascituro, come se possedesse su di esso un diritto di vita e di morte.
Non ha assolutamente nessun diritto di questo genere, come non ce l'ha l'uomo. Inventarsi un diritto del genere è aberrante.
Riconoscere qui un diritto significa in realtà autorizzare la donna ad uccidere (senza nessuna giustificazione in uno stato di necessità) il proprio bambino in gestazione: autorizzare un crimine.
Ma questo, nessun ordinamento giuridico sano può farlo.
Z.
Fedelissimo alla linea
RispondiEliminaLa scia reazionaria di Trump la ritroviamo oggi nella sconcertante e oscena sentenza della Corte Suprema USA che abolisce il diritto all’aborto. Nel 2022 c’è ancora chi pensa che si possa far politica sul corpo delle donne. Questo il mondo civile non potrà mai accettarlo.
- Gennaro Migliore, Deputato IV e Presidente dell’Assemblea Parlamentare del Mediterraneo, via Twitter
Continuiamo a pregare e agire per la Verità!
RispondiEliminaMaria Luisa Stefani
La sentenza della Corte Suprema Usa è sconcertante e rappresenta un allarmante passo indietro. Lontana anni luce dalla realtà e in aperto contrasto con le lotte che, come accaduto nel nostro Paese, hanno assicurato pienezza dei diritti alle donne.
RispondiElimina- Paola Taverna, Vice Presidente del Senato. Senatrice del Movimento 5 stelle, via Twitter
Fico
RispondiEliminaNegare il diritto di scelta per le donne è una ferita per tutta la comunità. La decisione della Corte suprema americana è un triste e sconcertante passo indietro, che cancella anni di battaglie. I diritti vanno tutelati ogni giorno.
- Roberto Fico, Presidente della Camera dei Deputati, M5S, via Twitter
Senza le “posizioni aprioristiche” non si può difendere la vita
RispondiEliminadi Corrado Gnerre
Monsignor Paglia, invitato ad esprimersi sulla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, ha deciso di commentare in questo modo sulle pagine di Avvenire: “(è tempo di) sviluppare scelte politiche che promuovano condizioni di esistenza a favore della vita senza cadere in posizioni ideologiche aprioristiche»
Soffermiamoci sul riferimento alle posizioni ideologiche aprioristiche.
Se tali posizioni fanno riferimento a tutto quel mondo che ritiene l’aborto un diritto, rifiutandosi di prendere in considerazione le nuove conoscenze mediche che sempre più fanno capire come il nascituro sia un essere umano a tutti gli effetti, allora è giusto dire in tal senso. Ma se le parole di monsignor Paglia fanno riferimento al fatto che queste posizioni andrebbero accantonate da una parte e dell’altra, allora ci sarebbero seri problemi.
La questione dell’aborto deve infatti fondarsi sul riconoscimento dell’inalienabilità del diritto alla vita sempre e comunque.
Proprio la mancanza di essere fermi su questo punto ha fatto sì che la situazione divenisse sempre più confusa.
D’altronde non riconoscere l’inalienabilità del diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale, porta inevitabilmente al suo contrario, cioè a trasformare in diritto, altrettanto inalienabile, l’aborto, l’eutanasia o qualsiasi altra scelta di autodeterminazione individuale.
Senza principi aprioristici non si vive, altrimenti saranno sempre e comunque la prassi, le situazioni individuali o quant’altro a divenire criterio di giudizio di tutto.
Commento di Speranza Roberto verso sentenza USA
RispondiEliminaLa sentenza della corte suprema americana cancella mezzo secolo di battaglie per i diritti delle donne e ci dice che non dobbiamo mai considerare un progresso come acquisito per sempre. Dobbiamo continuare a batterci ogni giorno perche' non si torni mai piu' indietro.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10227115872633119&set=gm.4871539936283626
Se la mamma di questo uomo avesse usato cio' che tu chiami diritto e che il solo buonsenso definisce omicidio (atto grave ai danni di una persona inerme) tu non saresti fra i viventi.
Ancora una volta i mentitori seriali hanno TOPPATO alla grande. Ma la notizia s'era già diffusa, la smentita probabilmente la vedranno in pochi. In pratica a Oslo c'è stata una sparatoria che ha colpito delle vittime innocenti in un locale gay. Ai media, come sempre, NON frega assolutamente niente delle povere persone uccise, che conta è la PROPAGANDA, infatti si parlava di attentato OMOFOBO. Ora salta fuori che la polizia parla di attentato islamico.
RispondiEliminaEcco allora emergere ancora di più il paradosso che sarà evidente al mondo intero in occasione dei mondiali in Qatar, che si disputeranno in un paese in cui la cosiddetta "omofobia" (parola vuota di significato, infatti "paura dell'uguale" dice assai poco, ma in un mondo che stravolge il senso delle cose tutto fa brodo) esiste davvero ma TUTTI se ne strafregano, essendo una questione di quattrini.
E le donne come stanno messe in Qatar? Maluccio. Recentemente è uscita questa notizia: Qatar, condannata a 100 frustate e 7 anni di carcere una donna che ha subito uno stupro. Qualcuno avvisi quelli che ritengono che l'America rappresentata dai giudici della Scotus che hanno abolito il diritto all'aborto, odi le donne. Forse Biden e i suoi scendiletto progressisti si comporteranno col Qatar come fecero con Putin alle olimpiadi di Sochi? La Duma aveva soltanto stabilito che nelle scuole non si parlasse di omosessualità, non che se ne parlasse male, non che si dovesse discriminare qualcuno e, apriti cielo, tutti addosso! Oggi i mentitori da strapazzo fanno finta di ignorare che in Qatar l'omosessualità è reato e le donne stuprate oltre a essere vittime di un orribile crimine, vengono pure frustate.
Mentre Concita, Dietlinde Lilli, Emma, per non parlare di Biden e di Enrico Letta e altri paladini dell'aborto urlano al sacrilegio per la sentenza americana che sarebbe una iattura per le donne, alcune donne vengono davvero uccise e condannate a pene disumane in paesi che stanno facendo affari con l'Occidente. Per non parlare dell'Afghanistan, dove dopo il bye bye di Biden le donne NON possono andare all'università, non possono andare in aereo se non accompagnate da un uomo. E vogliamo parlare dei diritti degli omosessuali? Mentre i giornaloni vedono l'omofobia dove non c'è e i Cecchi Paone e i Vladimiro Guadagno detto Luxuria piangono per la presunta omofobia in Italia, non aprono bocca per protestare contro la reale cosiddetta "omofobia" in Qatar.
Io l'ho sempre pensato e pure detto: oggi i cialtroni mentitori accusano i cattolici di essere retrogradi e di odiare e discriminare, soltanto perché non ci lasciamo condizionare dai diktat ideologici. Domani potrebbe essere che in Europa vigerà la Sharia. A quel punto state certi, mentitori seriali, che le uniche porte alle quali i veri discriminati potranno bussare saranno quelle dei conventi, delle chiese e delle famiglie cattoliche. La tentazione di lasciar fuori quelli che oggi falsano la realtà sarà enorme, ma state tranquilli, non agiremo da rancorosi, siamo sereni perché la verità, a differenza delle ideologie gnostiche, non deforma la psiche umana e, soprattutto, Cristo è amore.
E del silenzio di Bergoglio riguardo alla sentenza che cosa ne dite?
RispondiEliminaBiden ha già implorato il Congresso di intervenire e già si parla di un referendum popolare. La sentenza verrà prestissimo annullata. I mondialisti canteranno nuovamente vittoria.
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/photo/?fbid=10227115881433339&set=gm.4871545819616371
RispondiEliminaToh,guarda! Dice le stesse cose dei vari Ficotavernasperanzasalvini..varii ed eventuali.
Poveretti! Mettiamoli tutti nella ns agenda di preghiere
Un appuntino.
RispondiEliminaI trogloditi che si stracciano le vesti per una sentenza che ha rimesso agli stati federati, cioè alle singole comunità, di legiferare in materia di aborto dovrebbero riflettere su questo.
L’esserino nella pancia della mamma non è un grumo di cellule, come dice quell’oca sterile della Kirinna’.
E’ un bambino, sin dal primo secondo.
La possibilità di abortire, in determinate circostanze, fu data come non punibilità di quello che è, tecnicamente, un assassinio.
Ora, l’industria dell’aborto, della placenta, degli organi e delle gravidanze conto terzi ha lavorato per allargare sempre più l’ambito della libera iniziativa imprenditoriale in materia.
Business is business, altro che Love is love.
Operando su menti ormai alla mercé, si è giunti all’aborto al nono mese e già si discuteva sulla possibilità di uccidere il bambino appena nato.
O “semi nato”.
Il bambino uscito per metà e’ nato?
E quello ancora col cordone ombelicale?
E quello che non ha poppato?
Si è passati dalla depenalizzazione alla libertà imprenditoriale sul corpo del bambino (e della madre).
I quali corpi sono divenuti oggetto di commercio.
Quindi, cari trogloditi, il problema non sono gli oscurantisti, i quali spesso hanno un Q.I. che vi sognate.
Ma la vostra totale carenza di senso del limite, tecnicamente detta idiozia.
Un’ultima notazione.
La maternità ed i bambini sono sempre stati considerati sacri.
Sacri, cioè senza prezzo.
Non in vendita.
RispondiEliminaIl corpo è mio ma devo gestirlo come piace a Dio, questa è la verità
Adesso si sta scatenando l'onda feroce e persecutoria dei soliti noti contro la giusta sentenza della SC americana. Continuano a ripetere, ossessivamente, che il diritto di scelta (ad abortire) deriva dal fatto, dicono, che "il mio corpo è mio" (my body, my choice), e lo gestisco io, aggiungevano le femministe urlanti i loro sguaiati slogan per strada.
Con questo criterio, nessuno Stato potrebbe emanare norme sulla purezza dei costumi necessaria ad un vivere civile. Anche per i maschi, il loro corpo è loro, se vogliono usarlo in modo vizioso, chi potrebbe interferire?
C'è un uso del proprio corpo che è buono di contro ad uno cattivo, quando appunto il soggetto, maschio o femmina, si dà ai vizi. Per questo san Paolo, nella Lettera ai Romani, cap I, distingue "l'uso naturale" del proprio corpo dall'uso "contro natura". L'uso contro natura (omosessuale) oltre ad essere in se stesso "turpe" (per le persone normali, anche esteticamente, bisogna aggiungere), va contro quella che è la destinazione naturale dei corpi di maschi e femmine, per ciò che riguarda i desideri carnali.
San Paolo spiega che a causa dell'incredulità e dell'ateismo, Dio abbandona gli uomini "ai perversi desideri dei loro cuori", "all'impurità, di modo che da se stessi disonorano i loro corpi [...] Per questo, Dio li ha abbandonati a delle turpi passioni. Le loro donne infatti hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura e gli uomini pure, abbandonando l'uso naturale della donna..." (Rm 1, 24 ss).
Ora, nel caso dell'aborto, non bisogna ribattere che il corpo della donna è costruito per natura al fine di mettere al mondo bambini? Partorire figli non è forse conforme al suo "uso naturale", nel senso di "destinazione naturale" del corpo della donna e solo della donna? Tale destinazione può esser frustrata, con un aborto, solo in casi eccezionali, peraltro rari, quando la gestante è in serio pericolo di vita.
La prima cosa da fare è recuperare il concetto di natura, nel senso corretto del termine. Riaffermare cioè che esiste una natura, non manipolabile, con le sue leggi, per il territorio, gli animali, le piante e per gli esseri umani, secondo un ordine ben preciso, che non si può violare. Una natura che mostra un ordine che non può derivare dalla natura stessa ma presuppone un'intelligenza superiore che l'abbia istituito (basti pensare al rapporto tra "crescita e forma" negli enti tutti, che non avviene mai a caso ma secondo leggi matematico-geometriche ben precise).
PP
E poi dice che non c'e' la pena di morte.
RispondiEliminaC'e' c'e' ,eccome!
RispondiEliminaMa cosa ha detto effettivamente Salvini sulla sentenza della Corte
Suprema USA? E Meloni?
Non sono riuscito a trovare le loro specifiche dichiarazioni.
Grazie.
Ieri i maggiori quotidiani italiani davano della sentenza della Corte suprema americana in materia d’aborto un’interpretazione fotocopia. Il Corriere: “Usa, abolito il diritto all’aborto”. Repubblica: “Shock in America, l’aborto non è più un diritto”. La Stampa: “L’America che odia le donne. Aborto, medioevo Usa”.
RispondiEliminaOvunque la chiave di lettura era la medesima. È il ritorno dei secoli bui, dell’oscurantismo, del cattotalebanesimo, e ora ci sarà l’attacco agli altri “diritti”, quelli degli omosessuali. Era tutto uno sgomento perché l’incontestabile è stato contestato. Perché l’ovvio è stato messo in discussione.
«Sentenza crudele»
Da questa linea non si discostava nessuno.
Emma Bonino diceva la sua su più quotidiani, sul Corriere si proponeva al lettore l’intervista alla filosofa americana Martha Nussbaum («una decisione politica, lontana dalla realtà delle donne. Una decisione che ridurrà il prestigio della Corte suprema agli occhi degli americani»), non c’era pagina dove non fossero riportati i giudizi del cattolico Biden («un tragico errore»), della cattolica Nancy Pelosi («sentenza crudele»), di Hillary Clinton («Il parere della Corte vivrà nell’infamia»), di Barack Obama («la decisione più personale che si possa prendere è stata relegata ai capricci di politici e ideologi»).
C’è una presenza, reale, viva, nel santuario uterino, si muove, cresce e ha le unghie. Non serve il Catechismo per capirlo, basta un’ecografia. Si possono dire tante cose sulla sentenza, ma a noi pare che, da un punto di vista razionale, il passo decisivo che costringe a fare è che occorre riconsiderare l’evidenza, senza cercare giustificazioni in altro.
RispondiEliminaSi continuerà ad abortire, lo sappiamo. Ma nel muro di cemento ideologico, nell’abitudine mentale che ha degradato la generazione a pianificazione (Planned Parenthood, non si chiama così?), nella pavloviava stanchezza del giornalista collettivo che titola con slogan qualsiasi pezzo di realtà gli capiti a tiro, ecco, sì, è stata aperta una breccia, uno squarcio di ragione per chi vuole “chiamare le cose con il loro nome”, per chi non vuole nascondere l’evidente con l’ideologia dell’ovvio. Per chi, soprattutto, come ha detto l’arcivescovo di Los Angeles José Gomez, «vuole portare suo figlio in questo mondo innamorato».
Quello che li fa schiumare i progressisti è che hanno perso nel modo in cui di solito vincono, ossia per una élite di poche persone che decidono il destino di tutti. E questo dovrebbe essere molto illuminante anche per noi, su quello che potrebbero fare all'Italia una decina di uomini realmente cattolici nei posti giusti.
RispondiEliminaIn tutte queste chiacchiere chi ne esce malissimo sono quei maschi che di fronte alla loro paternità incipiente o impongono l'aborto o se la danno a gambe. Di loro non si parla MAI. Qualcuno mi sa spiegar, con le sue parole, il perché di questo silenzio assoluto perenne?
RispondiElimina
RispondiEliminaAncora sulla "destinazione naturale" del proprio corpo. Continua sull'insegnamento di san Paolo.-
L'insegnamento paolino sull'uso "secondo natura" o "contro natura" del proprio corpo, nella Lettera a Romani, 1, va completato con quanto insegna nella prima Lettera ai Corinti, nel cap. 6. Ammonisce che "gli ingiusti non vedranno il regno di Dio" (6, 9 ss). Tra di essi anche "effeminati [molles] e sodomiti [masculorum concubitores]" oltre a fornicatori, adulteri, ladri, maldicenti etc. Tutti questi peccatori possono però salvarsi se si convertono e cambiano vita, omosessuali compresi (ivi, 11). Poi precisa:
"Non sapete voi che i vostri corpi sono membra di Cristo? Prenderò io dunque le membra di Cristo per farne membra d'una meretrice? Non sapete voi che chi si unisce ad una meretrice, diviene un sol corpo con lei? Infatti è detto: - i due formeranno una sola carne. Chi invece si unisce al Signore diventa un solo spirito con Lui. Fuggite la fornicazione. Qualunque altro peccato che un uomo possa commettere è fuori del suo corpo ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo. Non sapete voi che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che abita in voi, Spirito che avete da Dio e che voi non appartenete a voi stessi? Infatti, voi siete stati comprati [da Cristo] a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo" (ivi, 15-20).
La donna che abortisce per liberarsi della gravidanza indesiderata non pecca forse anch'essa "contro il proprio corpo"? E spesso giunge oggi a questo peccato perché si abbandona alla "fornicazione", cioè alla libertà sessuale più totale: una vita di peccato, come quella di tante donne (e uomini) di oggi, moltiplica i peccati, all'infinito, anche quelli contro il proprio corpo.
Come convincere tutte queste donne che devono invece cercare di "glorificare Dio" nel loro corpo? E non solo per la vita eterna ma anche perché la vita sana e ordinata di una prolifica famiglia secondo natura, nonostante gli inevitabili pesi e difficoltà, è molto più bella della vita disordinata e sradicata di oggi, tutta tesa al soddisfacimento di pretesi quanto falsi "diritti" individuali.
"Ma in che modo crederanno in Colui, del quale non hanno sentito parlare? E in che modo ne sentiranno parlare, se non c'è chi predica?" (Rm 10, 14).
PP
Anonimo 12:01
RispondiEliminaÈ vero non si parla dei corresponsabili che spesso si defilano e diventano una concausa della scelta drammatica.
Tuttavia ci sono anche uomini che quel figlio lo vorrebbero, ma l'ultima parola non è la loro...
Anonimo delle 10,22.
RispondiEliminaIpotesi: forse le donne non sanno scegliere l' uomo capace di essere buon compagno e buon padre. Manca l'educazione.
Ormai molti di coloro che affermano che l'aborto è un diritto per le donne non sanno dare la definizione di donna!
RispondiEliminaNoi americani siamo al settimo cielo a causa della decisione della Corte Suprema: ovviamente incompleta dal punto di visto cattolico e filosofico, ma, non c'è che dire, di grandissimo aiuto nondimeno! Io sono qui a Gardone, ma mia moglie, ancora in centro città New York per qualche giorno di più, mi dice che i progressisti sono tutti isterici. Rispondono nel loro modo abituale - con grida e strilli in sfilate dei politicamente corretti per le strade, ma anche con azioni violente.
RispondiEliminaJohn Rao
https://www.google.com/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://twitter.com/SimoPillon/status/1540580660615806977%3Fref_src%3Dtwsrc%255Egoogle%257Ctwcamp%255Eserp%257Ctwgr%255Etweet&ved=2ahUKEwjgyfuOtc34AhXri_0HHXZBBC8QglR6BAgEEAQ&usg=AOvVaw2ibamUDwsUXRNcITtsyoTE
RispondiEliminaBasta legger i commenti sotto uno dei sacrosanti post pro-vita del senatore Pillon (tipo questo) per capir il drammatico livello di degrado etico e morale della stragrande maggioranza del popolo italiano (o almeno di tali commentatori).
La strada per ottener in Italia veri risultati in difesa della vita nascente sarà lunga e in salita, purtroppo.