Alcune considerazioni
a proposito dell’attuale situazione politica in Italia
IL NUOVO QUADRO POLITICO che emerge dalle recenti Elezioni conferma quel comune sentire dell’elettorato che alcuni avevano saputo cogliere con anticipo. Dopo due anni di inquietanti violazioni dei diritti più elementari, e dopo due governi che hanno dimostrato di obbedire agli ordini di entità sovranazionali contro gli interessi dell’Italia e degli Italiani, il voto che ha portato al governo il cosiddetto Centrodestra guidato da Fratelli d’Italia ha inequivocabilmente espresso una precisa linea politica, che va ben oltre le modeste proposte del programma dei partiti della coalizione.
Ciò è evidente anzitutto dal fatto che all’interno di questa alleanza vi sia stata una redistribuzione del consenso a favore di quel partito che è stato ritenuto istintivamente meritevole del voto in quanto unico partito di opposizione. Un’opposizione molto moderata, ma pur sempre un’opposizione, più nella percezione del cittadino medio che nella realtà.
I cosiddetti partiti “antisistema”, parcellizzati e convinti di poter superare lo sbarramento del 3% e poter così sedere in Parlamento, contano in totale circa un milione di votanti. Ciò è dovuto sia alla decisione non casuale del Governo dimissionario di convocare i Comizi elettorali in piena estate; sia alla scarsissima visibilità loro accordata dai media mainstream; sia alla scarsa presa del loro programma, la cui credibilità e realizzabilità è sembrata poco convinta e destinata quindi alla dispersione del voto.
Un altro convitato di pietra è il partito astensionista, che si attesta intorno al 36%, ma che vede al proprio interno differenti e opposte motivazioni difficilmente riconducibili a un generico “dissenso”. È quindi del tutto fuori luogo, a mio avviso, voler connotare politicamente l’astensione, attribuendosene la rappresentatività in fantomatici partiti del non-voto, proprio perché la scelta di non recarsi alle urne implica anche la scelta di non avere alcuna rappresentanza politica. Di sicuro buona parte degli astenuti esprime la volontà di non accettare di prender parte a una partita, per così dire, in cui le regole sono decise da altri. Ma a questi vanno sommati anche coloro che non votano per banale disinteresse, o più semplicemente – e mi pare questo il caso della maggioranza – perché sono disgustati da una classe politica che si è rivelata indegna e corrotta oltre ogni dire. In questo Fratelli d’Italia si è in parte salvato perché ha avuto la cautela di rimanere all’opposizione, spesso inerte o complice, ma almeno ufficialmente fuori dal governo Draghi.
Non si è invece salvato il Partito Democratico, emblema di quella sinistra radical chic mai abbastanza esecrata, e che ha sostituito la lotta di classe contro il padronato con la lotta tra poveri alimentata dall’élite globalista. I Dem italiani hanno unito il peggio del collettivismo comunista con il peggio del liberalismo consumista, in nome di un’agenda che privilegia la lobby dell’alta finanza usando emergenze pandemiche, energetiche e belliche col solo scopo di distruggere il tessuto sociale tradizionale. Non che gli altri partiti presenti assieme al PD nell’ultimo governo fossero migliori: la batosta subita alle Elezioni da Lega, Forza Italia e altri partiti minori è direttamente proporzionale al tradimento del loro elettorato. E se l’inconsistenza assoluta di Di Maio è stata definitivamente sancita dalla mancata rielezione, è chiaro che Conte ha potuto beneficiare dell’incentivo – al limite del voto di scambio – del reddito di cittadinanza: la sua dimostrata inettitudine non ha cambiato le intenzioni di voto di uno stuolo di clientes tutt’altro che disinteressati.
Molti dei voti persi dal PD si sono riversati in Fratelli d’Italia, e ciò conferma ulteriormente le aspettative di chi ha scelto la Destra di Giorgia Meloni non per quello che è, ma per quello che può essere; non per quello che ha detto di fare, ma per quello che tutti si aspettano effettivamente faccia. Una Meloni che difenda quei sani principi di base della convivenza civile, pallidamente ispirati alla Dottrina Sociale della Chiesa, ma cui gli Italiani non sono disposti a rinunciare: tutela della famiglia naturale, rispetto della vita, sicurezza e lotta all’immigrazione clandestina, fine dell’indottrinamento gender e LGBTQ+ per i minori, libertà di impresa, presenza dello Stato negli asset strategici, maggior peso in Europa e – volesse il Cielo! – l’uscita dall’euro e il ritorno alla sovranità nazionale. Insomma, ci si aspetta che la Meloni si comporti come la leader di un partito di Destra moderata, tendenzialmente conservatore, moderatamente sovranista. Nulla di estremo – certamente non estrema destra – a dispetto dei proclami allarmistici della Sinistra; ma almeno non allineato a un atlantismo prono alla NATO né all’europeismo suicida che ha contraddistinto l’azione del governo Draghi, né votato per furore ideologico alla distruzione della civiltà, della cultura, della religione e dell’identità del popolo italiano.
Secondo alcuni osservatori i nuovi movimenti – deliberatamente o semplicemente lasciandosi usare dal sistema – hanno costituito una opposizione fittizia, facendo loro preferire la logica del “turarsi il naso” votando per Fratelli d’Italia. Le opposizioni fittizie, in verità, sono due: una interna al sistema, atlantista e europeista, e una esterna e divisa in vari partiti, nominalmente antieuropeista e antiatlantista, ma composta da personaggi con un passato a dir poco incoerente con i nuovi programmi. Molti candidati di questi movimenti antisistema erano certamente persone oneste, in gran parte homines novi, ma è innegabile che la loro presenza non è riuscita a convincere più di tanto chi considera urgente non solo dare un segnale di forte scontento, ma vedere questo scontento tradursi nel breve termine in azioni di governo incisive e determinate, che pongano rimedio ai disastri delle due precedenti legislature. Lega e Forza Italia hanno avuto un’emorragia di elettori significativa, a mio parere motivata dall’appiattimento dei loro leader e delle figure di spicco sulla narrazione pandemica e sulla crisi ucraina: Salvini e Berlusconi hanno deciso di obbedire all’Unione Europea, all’OMS, alla NATO e ai diktat dei loro manovratori del World Economic Forum. Una scelta scellerata, come si è visto, severamente punita dagli elettori; ma che rimane in gran parte condivisa anche da Giorgia Meloni, membro dell’Aspen Institute (che fa capo alla Rockefeller Foundation) e dichiaratamente atlantista e europeista.
In sostanza, lo scollamento tra elettori ed eletti, tra cittadini e classe politica si è riproposto in forma “di desiderio”, per così dire, attribuendo a Fratelli d’Italia un ruolo che il partito stesso ha dichiarato da settimane di non volersi assumere, dal momento che non intende mettere in discussione né le politiche dell’Unione Europea né le mire della NATO e del deep state americano. È come se l’Italiano medio avesse deciso di votare la Meloni nonostante sia dichiaratamente in continuità con l’agenda Draghi, quasi a forzarle la mano perché – in forza di una maggioranza schiacciante – prenda coraggio e compia quei passi che fino alla vigilia delle Elezioni prometteva di non compiere. E come ci sono alcuni che temono che la Meloni si comporti “da fascista” e che per questo gridano all’emergenza democratica minacciando l’espatrio, così ci sono molti – di sicuro tutti gli elettori di Fratelli d’Italia – che sperano e pregano che agisca da Italiana, da patriota, da cristiana. E che sapranno passar sopra al fatto che, per arrivare a Palazzo Chigi, abbia dato rassicurazioni che in realtà potrebbe smentire nei fatti. È da vedere se la prima donna Presidente del Consiglio saprà distinguersi dai suoi predecessori o se preferirà inchinarsi al deep state e proseguire nel tradimento degli Italiani.
D’altra parte, se il voto democratico deve sancire chi rappresenta la volontà del popolo sovrano, la stessa Meloni non potrà non tener conto del fatto che i suoi elettori pretendono da lei scelte radicali, e che considerano la sua moderazione pre-elettorale semplicemente come una mossa strategica per rassicurare “i mercati”. Scelte che anche molti nella Lega e in Forza Italia vedrebbero di buon occhio, al di là dello zelo vaccinista o guerrafondaio di questo o quel parlamentare o governatore.
Le stesse parole di resipiscenza di Salvini a proposito dell’approvazione dei lockdown e dell’obbligo vaccinale, a pochi giorni dal voto, tradiscono la consapevolezza che il suicidio deliberato di questi partiti da parte dei loro leader è stato mal digerito dalla base. Altrettanto avviene in Fratelli d’Italia, dove la posizione della Meloni sull’invio di armi in Ucraina e sulle sanzioni alla Federazione Russa non è condivisa da una parte del partito, sia perché palesemente autolesionista, sia perché basata sul falso presupposto che gli interlocutori internazionali rimarranno gli stessi, senza significativi avvicendamenti. Non è assolutamente certo che Joe Biden superi le elezioni di medio termine, né che le indagini del Procuratore Generale Durham non coinvolgano Biden e la sua famiglia, assieme ai politici Dem, negli scandali ormai emersi anche nel mainstream americano. E non è certo che la politica interventista dell’Unione Europea e della NATO in Ucraina rimanga immutata, dinanzi all’evidenza dei ripetuti bombardamenti di Zelenskij sui civili del Donbass e delle regioni russofone, alla vittoria dei referendum di annessione alla Russia e alla totale disastrosità delle sanzioni per i Paesi europei. Infine, la contiguità dell’amministrazione Biden con Kiev potrebbe determinare cambiamenti a catena, laddove Biden vedesse ulteriormente eroso il già precario consenso elettorale di cui gode, facendo venir meno il supporto al governo fantoccio voluto da Victoria Nuland e di conseguenza consentendo trattative di pace sinora pervicacemente ostacolate da Washington. E visto il peso politico del Presidente Trump e la sua dichiarata ostilità al deep state americano, un accordo pacificatore sarebbe certamente più vicino e duraturo quando dovesse tornare alla Casa Bianca.
Sappiamo che non è dote dei politici odierni l’onorare gli impegni assunti con l’elettorato. Nondimeno, possiamo ragionevolmente pensare che la prossima Presidente del Consiglio vorrà rivedere le proprie posizioni filoatlantiste e europeiste, tornando ad assumere quel ruolo di vera alternativa di Destra all’egemonia dell’ordoliberismo e della sinistra woke? In questo caso sarebbero gli elettori a trarne beneficio, e coloro che si vedessero “traditi” non avrebbero alcun titolo per rivendicare la violazione dei patti di sottomissione dell’Italia alla Commissione Europea, dal momento che non avevano alcun titolo prima per stipularli. Il “tradimento” dei poteri ostili all’Italia sarebbe un’azione virtuosa, poiché ripristinerebbe la sovranità usurpata dall’élite; viceversa, obbedire all’élite e non perseguire gli interessi della Nazione costituirebbe un tradimento del nuovo Governo nei confronti dei suoi elettori. Se dall’élite ci si può aspettare un’azione di boicottaggio verso l’Italia (spread, tassi di interesse, revoca dei fondi del PNRR, commissariamento), dal popolo tradito per l’ennesima volta, in condizioni di crescente povertà e di deliberata persecuzione dell’impresa e del lavoro, c’è da temere le barricate e la protesta dettata dall’esasperazione, di cui vediamo avvisagli anche in altri Paesi. Nella valutazione dei costi e dei benefici voglio sperare che il Governo Meloni non vorrà rendersi complice di questa operazione eversiva ai danni del Paese.
Difficile credere che l’oligarchia finanziaria non abbia messo in conto questa eventualità. Più facile ritenere che sia stato proprio per gestire l’exit strategy e contenere il danno tanto sul fronte della frode pandemica e vaccinale, quanto sul fronte del Great Reset, della transizione digitale e dell’emergenza green fortissimamente volute dal World Economic Forum (per motivi ideologici) e dalla Cina (per ragioni economiche).
Mi pare che da più parti si stia prendendo consapevolezza del gravissimo colpo di stato in atto da parte di poteri sovranazionali, in grado di interferire pesantemente con l’attività dei governi e degli enti internazionali. Il mondo dell’impresa e del lavoro sta comprendendo l’azione deliberata di distruzione del tessuto economico nazionale realizzata prima con la Covid e poi con la guerra in Ucraina. Ogni decisione, ogni norma, ogni decreto assunti da Draghi con o senza il voto parlamentare sono stati scelti per ottenere il maggior danno possibile per i cittadini, per le aziende, per i dipendenti, per i pensionati, per gli studenti. Ciò che avrebbe evitato morti, ospedali pieni, aziende chiuse e l’aumento dei disoccupati è stato scientificamente escluso, compiendo l’azione più devastante e in palese contrasto con gli scopi annunciati. Oggi vediamo migliaia di aziende energivore destinate alla sospensione della produzione o al fallimento perché il dimissionario Governo Draghi non intende porre un freno alla scandalosa speculazione dell’ENI sul prezzo dell’energia che pure paga a prezzi dieci volte inferiori. Si lascia regnare incontrastato il mercato, sicché la borsa di Amsterdam può distruggere l’economia delle nazioni, arricchire spropositatamente le multinazionali e fare gli interessi dell’élite che preme per l’instaurazione di una dittatura tecnologica conforme all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Agenda che, oggi, è oggetto di indottrinamento scolastico sin dalle primarie e che vincola i finanziamenti del PNRR a riforme e nuovi tagli di spesa insostenibili.
Se la narrazione globalista inizia a dare segni di cedimento, specialmente nei ceti che normalmente sono più influenzabili dal mainstream, probabilmente chi detiene il potere – il potere vero, intendo – si è già preparato al prossimo scenario, e sta organizzandosi a sacrificare quei capri espiatori che, inevitabilmente, sarà la folla a voler vedere ai ceppi. Si toglierà così di mezzo quei complici scomodi e non più utili, appagando la sete di giustizia del popolo e mostrandosi addirittura come salvatore e moralizzatore. Vittime designate saranno con ogni evidenza i più zelanti apostoli della psicopandemia, le virostar in conflitto di interessi, alcuni esponenti istituzionali e forse qualche “filantropo”, con la cui condanna l’élite eliminerebbe anche un fastidioso concorrente. E non è escluso che lo stesso Bergoglio, testimonial dei sieri genici e gran sacerdote del globalismo neopagano, cada vittima dell’esecrazione dei Cattolici, stanchi di essere trattati come nemici, allo stesso modo di come i cittadini sono esasperati dall’ostilità dei loro governanti.
Giorgia Meloni è, per il momento, un premier in potenza. Lo è per quanti si aspettano che Fratelli d’Italia sia la voce di quel dissenso vero e motivato verso l’intera classe politica, e che in quanto tale agisca con forza e determinazione, senza lasciarsi intimidire. È un premier in potenza per quanti hanno voluto accordarle quella fiducia che altri hanno più volte deluso e tradito. Il loro è un gesto irrazionale, mosso dalla preoccupazione crescente per le sorti della Nazione e dalla persuasione che una maggioranza schiacciante in Parlamento possa dare sicurezza d’azione al nuovo Governo per compiere scelte forti, per le quali otterrà appoggio e sostegno dall’elettorato, a cui deve rispondere in quanto espressione della volontà popolare. È un premier in potenza perché i due Primi Ministri precedenti erano tutto fuorché leader, presi com’erano a far da camerieri alla Von der Leyen, a Klaus Schwab o a Joe Biden. Se davvero Giorgia Meloni vuole essere premier, ed esserlo in atto e non solo in potenza, deve anzitutto tener testa a chi, non eletto da nessuno, si permette di dare patenti di presentabilità politica a capi di governo democraticamente eletti, quando si trova per primo in gravissimi conflitti di interesse, ad iniziare dagli sms di Ursula con Bourla, per continuare con l’appartenenza dei leader mondiali al WEF e concludere con il coinvolgimento di Biden nel finanziamento dei biolaboratori della NASA in Ucraina e negli affari della principale azienda energetica di Kiev.
L’Italia è una Nazione che può risollevarsi, come ha sempre fatto in passato, se saprà ritrovare l’orgoglio della propria identità, della propria storia, del proprio destino nei piani della Provvidenza. Da decenni gli Italiani subiscono decisioni prese altrove, dalle quali non hanno ricevuto altro che danni e umiliazioni. È giunto il momento di alzare la testa, di rifiutare con sdegno quella resilienza che ci vuole disposti a subire le percosse senza reagire. Il mondo distopico del globalismo va respinto e combattuto non solo per noi, ma per i nostri figli, ai quali ciascuno di noi vuole lasciare un futuro sereno, solide prospettive economiche per costruire una famiglia senza sentirsi emarginato o criminalizzato perché non accetta di rassegnarsi a piani eversivi decisi da chi vuole farci mangiare insetti e costringerci alla schiavitù col solo intento di renderci poveri e controllarci in ogni aspetto della vita quotidiana.
Ma questo – lo dico come Pastore, rivolgendomi in particolare ai Cattolici – sarà possibile solo se gli Italiani riconosceranno che la giustizia, la pace e la prosperità di una Nazione si possono ottenere dove regna Cristo, dove la Sua legge è osservata, dove il bene comune è anteposto al profitto personale e alla sete di potere. Torniamo al Signore, e il Signore saprà ricompensare la nostra fedeltà. Torniamo con fiducia a Maria Santissima, nostra Madre celeste, ed Ella intercederà per la nostra cara Italia presso Suo Figlio.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo, Nunzio Apostolico
27 Settembre 2022
Ss. Cosmæ et Damiani, Martyrum
LEGGE n° 1 quando vai al governo con tutti i nemici morti e sepolti:
RispondiEliminafai il massimo del casino nei primi 90 giorni.
Si chiama rivoluzione
LEGGE n°1 quando vai la governo con tutti i tuoi nemici vivi e vegeti e ancora nella stanza dei bottoni:
fai il minimo sindacale del casino, tranquillizzi tutti, tieni basso il profilo, dissimuli, aspetti e intanto ti prepari.
Si chiama primum vivere. Chi vivrà poi vedrà.
Il momento è sempre quello del massimo caos generale, quando tutti sono distratti.
"Compagno, com'è la situazione sotto il cielo?"
"Grande caos sotto il cielo, compagno Mao".
"La situazione è allora propizia, compagno".
Mons.Carlo Maria Viganò ha una testa fina da Italiano doc. Queste sue panoramiche sono importantissime per unificare la visione del problema e rafforzarci nella Fede. Gli strappi da ricucire sono tanti, orridi sbreghi. Il compito è immenso e solleverà critiche pretestuose infinite tutte coperte con la pezza lisa di fascismo. Sosteniamo Georgia Meloni e preghiamo che possa avere accanto collaboratori intelligenti, onesti, fedeli. Direi che le capita un governo/procella. Preghiamo il suo Angelo Custode tutti i giorni. Trappole e tradimenti saranno suo pane quotidiano. Bisogna puntare sul suo Angelo Custode. Credo che, vista l'importanza che potrebbe avere l'Italia nello scacchiere internazionale, la Vergine Madre interverrà, noi cerchiamo di liberarci dai nostri demoni e togliamo la mala erba di torno. Non pretendiamo da G.M. tutto e subito, ma poco, con calma e definitivo. Una richiesta a G.M. e a tutto il suo governo, una stretta alle presenze sui media, poche poche, ma illustrative solo di quello che si è compiuto, finito, concluso con successo.
RispondiEliminaI cattolici liberali sono molto più pericolosi e funesti che i nemici dichiarati.
RispondiElimina(Pio IX)
Era sufficiente: Grazie!
RispondiEliminaE se l'elezione di G.M.fosse stata un trappolone?
RispondiElimina1)invito all'istituto Aspen o Rockefeller
2)Fabio Fazio che su un giornalone invitava a non votare
3)molti cattolici qui hanno perorato il non voto(astensionismo 36%)
4)la messa al margine dei nuovi partiti di opposizione
5)loro incapacità(forse indotta) all'unità
6)brogli via tecnologica(Trump/Biden + manina notturna tecno/italiana 'si dice')
7)M.D. porta avanti il lavoro di governo e si mette a disposizione.
8)le congratulazioni tempestive del presidente Z.
L'ennesima donna usata. Può darsi. Forse G.M.è stata raggirata e non lo sa.
Mettono le donne al potere per poi manovrarle da dietro le quinte o mettono al potere le esaltate per portare avanti dissoluzione+guerra+caos=grande azzeramento.
Non si preoccupi lei, delle donne, sappiamo fare le nostre scelte come qualsiasi altro uomo. Possiamo essere turlupinate e possiamo essere lucidissime. Possiamo sbagliare come no, esattamente come gli uomini. In questo la parità è garantita, come testimonia il Libro della Genesi.
EliminaGiorgia Meloni non può fare i miracoli ! Tutto quello che può fare per salvare l'Italia è solo per gradi.
RispondiElimina1) Referendum per eliminare o limitare fortemente le idee folli LGBT
2) Premio in denaro per incentivare la natalità in Italia : es: 5000 euro per ogni
neonato. 3) Si alle sanzioni ma No, all'invio di armi perchè" noi non siamo in guerra con nessuno"
(vedi Costituzione).
4) Creazione di una moneta nazionale virtuale ( una specie di piccola cripto-valuta)che ci
sganci nel tempo dall'Euro che è diventato troppo potente (essendo di fatto nelle mani
di poche persone e quindi deleterio per l'economia di troppi paesi).
Se lo fa l'Italia dopo pochi mesi lo fanno tutti.
5) Favorire in ogni modo il turismo in Italia : unica vera fonte di ricchezza Italiana
(nel nostro paese arrivano da 40 a 80 miliardi ufficialmente e poi tre volte tanto in
nero).
6) Cambiare la Costituzione in meglio Rimettere il crocifisso in tutti gli uffici e scuole
L’Italia e l’Europa si sono suicidate e il mainstream ideologico liberale, con tutto il suo codazzo di influencer e pseudo-artisti de sinistra, cerca di celare l’entità di questa autodistruzione del Continente inscenando il solito, vecchio, noioso teatrino centrato sulla “resistenza” a un inesistente fascismo di ritorno che sarebbe rappresentato dalla Meloni & C. Armi di distrazione di massa… Sedativi mediatici per tentare di evitare che il popolo si svegli e guardi in faccia la spaventosa realtà. L’ultimo ballo sul Titanic.
RispondiEliminaMi preoccupo perché la libertà e l'autodeterminazione sono lungi dall'essere state conquistate, prima assoggettate con i doveri, oggi poi con i 'diritti'. Certamente anche gli uomini sono sotto scacco delle illusioni, ma, da donna, mi sembra che siamo più vittime che non carnefici eppoi non siamo pari, siamo diversi e questa diversità, voluta dal Creatore, è compresa solo superficialmente. Questa diversità ben compresa è la ricchezza degli uomini e delle donne, ricchezza che dovrebbe essere scambiata con reciproco rispetto ed amore filiale, fraterno, coniugale, materno e paterno, amicale. Dovremmo comprendere sinceramente, profondamente, totalmente le nostre reciproche diversità, non solo quelle fisiche che però sono indizio di quelle spirituali. Abbiamo tre figure esemplari, oggi fuori moda, che possono aiutarci a comprendere, Gesù Cristo, Maria Santissima, San Giuseppe. Peccato che anche di loro capiamo quasi niente, ne abbiamo fatto al meglio dei 'santi dipinti'.
RispondiEliminaImpressionante quanti "amici" corrano incontro alla vincitrice Meloni, unico auspicio rinneghi le sue promesse a Bruxelles, Washington, Kiev innanzi a tanta sofferenza del popolo italiano. Allora disponibile a rivedere il mio pensiero.
RispondiEliminaLavinia Mennuni, neo-senatrice di Fratelli d'Italia:
RispondiElimina«Con Giorgia Meloni abbiamo festeggiato moderatamente»
«Ho vinto girando casa per casa». Questo il segreto per espugnare a sorpresa la roccaforte del centrosinistra, il collegio uninominale al Senato di Roma centro. Lavinia Mennuni, consigliere di Fratelli d'Italia al Comune di Roma, ha battuto la leader di più Europa Emma Bonino e Carlo Calenda, leader di Azione. Mennuni, 46 anni, nata a Southampton, diventa così senatrice. «Io ed Emma Bonino abbiamo valori molto diversi. Io sono per le adozioni solo per una mamma e un papà e sono per la tutela della vita fin dal concepimento. Un incarico? Vediamo cosa mi chiamerà a fare il partito. Il mio motto è: "Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione"».
Non c'è stata reazione significativa dei mercati. Dobbiamo rallegrarci o preoccuparci?
EliminaAnonimo 22:50, bene pregare l'angelo custode della Meloni, ma in primis allora perché si converta. Senza questo qualcosa farà, ma sempre poco e non è detto azzeccato.
EliminaDati di fatto:
RispondiElimina*il globalismo non si straccia affatto le vesti, dopo aver pilotato l'italiota proprio lì
*lei chiama Draghi
*dall'Ucraina si plaude all'esito del voto e lei ricambia convinta
Nessun tradimento, solo logiche conseguenze.
Qualche buco nei tubi aiuterà a capire meglio.
Se farà freddo o se costerà di più scaldarsi ci sarà meno margine per gli ideali.
Resteranno le proteste, in cui gli avversari sono sempre stati magistrali.
Il governo durerà poco... E si invocheranno ancora i peggiori, in versione peggio di prima.
Questo l'esito di chi non ha ancora capito che G.M. è l'ennesimo utile snodo.
Probabilmente sarà il capolinea anche dei burattinai, fine corsa di un pluriennale delirio.
Il problema evidentemente non è G.M. e nemmeno chi illudendosi l'ha votata.
Il problema si chiama semplicemente realtà.
Che viene manipolata da chi ha il potere di finzione, finché anche il suo fingere cessa.
Perché la realtà alla fine vince sempre sulla finzione. Si chiama redde rationem.
Chissà se i propagandisti occidentali daranno il giusto peso a queste parole roboanti della Merkel: "Dobbiamo prendere sul serio le parole di Putin e non liquidarle come bluff. Non è un segno di debolezza, ma un segno di saggezza politica."
RispondiEliminaSe oggi ci fosse lei in Germania, sono sicuro che tutto ciò che stiamo vivendo adesso, non sarebbe mai successo. Si può criticare il suo operato politico solo perché non è Italiana, di conseguenza ha sempre fatto gli interessi dei Tedeschi. Ma cosa dovrebbe fare una politica che ama il suo popolo se non altro che l'interesse di quel popolo stesso? Una cosa però le va riconosciuta a pieno: fino a quando c'è stata lei in Germania, tutta l'Unione Europea avevo un ombrello che la copriva dalla pioggia NATO. C'era lei quando con un secco no nel vertice NATO di Bucarest il 3 aprile 2008 si negò l'ingresso all'Ucraina proprio per le motivazioni che hanno scatenato l'inferno oggi in Europa, è stata lei a portare avanti con convinzione il gasdotto Nord Stream 2, è stata lei una delle poche a saper opporsi con fermezza ai capricci a stelle e strisce. E non sarà un caso se dopo mesi di silenzio, esce con questa dichiarazione che fa scuola di diplomazia a quei quattro imbecilli che governano in Europa. E non sarà neanche una congiunzione astrale se tutto questo casino è coinciso con il suo tramonto politico.
Cari scappati di casa e servi di Washington, propagandisti senza spina dorsale e guerrafondai d'eccellenza su ordine a stelle e strisce, adesso metterete anche la Merkel tra i FiloPutiniani? O finalmente aprirete gli occhi e prenderete appunti su come bisogna uscire da questa situazione? Decidete senza aspettare l'ordine da oltre Atlantico stavolta, ne vale la sopravvivenza!
(Giuseppe Salamone)
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RispondiEliminaMeloni già sotto tutela (dove, in copertina, si vede Meloni fra Zelensky e Draghi)
Mentre l'Europa piange e la Russia sta a guardare gli USA accettano il voto
RispondiEliminaLa premier francese: «Vigileremo su Roma». Madrid evoca disastri, Victor Orbán esulta. Antony Blinken: «Ora al lavoro».
RispondiEliminaMa di fronte agli auguri di Zelensky, Meloni che doveva dire?
Mandarlo a quel paese?
A ben vedere, ha dato una risposta di routine, nella situazione attuale.
E cioè che l'Italia è a favore dell'indipendenza e della libertà dell'Ucraina. Anche Putin ha sempre detto che non vuole occupare tutta l'Ucraina, che vuole solo prendersi quello che considera russo, Donbass, Crimea. Non siamo tutti a favore della libertà di un'Ucraina, che non costituisca però un pericolo per il vicino russo, ossia che sia neutrale?
Nella fase attuale non è che Meloni possa esporsi più di tanto.
Intanto che formi un governo e bisogna vedere con quale squadra.
Ci si chiede: perché non accenna ad una soluzione negoziata della guerra? Sarebbe bello e giusto ma forse in questo momento politicamente improduttivo.
Due mesi fa, la moglie del presidente della Repubblica irlandese, Sabine Higgins, peraltro sempre politicamente corretta nei suoi interventi, nella parte a sua disposizione nel blog della Presidenza della Repubblica, si lamentò del fatto che nessuno auspicasse una soluzione negoziata della guerra, alla quale, disse, arriveranno comunque i due contendenti, una volta stremati dal lungo combattere.
Successe il finimondo. Il commento fu ritirato ma la coraggiosa Sabine, reiterò sul suo blog personale: non devo chiedere scusa a nessuno, disse, questa è la soluzione più sensata di questa guerra, il negoziato. La signora HIggins però ha una relativa libertà d'azione, preclusa a un capo di governo in pectore come Meloni.
Certo, si gradirebbero subito prese di posizione più nette su certi temi, ma diamo anche tempo al tempo. Dopotutto il programma del CD era un "programma quadro".
LA CEI E IL CARDINALE ZUPPI TEMONO IL (PRESUNTO) SOVRANISMO DEL NUOVO GOVERNO ITALIANO.
RispondiEliminaMartedì 27 settembre 2022
Come se non bastasse quello vero, sottile, vero, larvato ed elitario della massonica anticristiana inesistente, perciò arbitrariamente detta Europa.
La quale non solo non esiste come stato, ma non esiste neppure geograficamente perché l'Europa è un continente e suoi confini sono gli Urali.
Sovranista è l'Unione Europea, la sua Commissione, le sue istituzioni. Sovranismo che viene ben dissimulato in molteplici e individualistici finti diritti umani, dalla lotta a fobie razzistiche e discriminazioni con discriminazioni in senso contrario.
I cristiani possono, anzi devono venire discriminati. Non sia mai che si parli di loro, ovunque essi siano oppressi.
Complottisti. Sovranisti. Fascisti. Antifascisti. Vax. No vax. Che cosa vogliono dire?
Così come vengono dette sono insidiose e nascondono difficoltò a ragionare con gli altri, a far ragionare di altro.
Il timore della CEI, Zuppi, Sant'Egidio circa il nuovo governo italiano (presunto) "sovranista", si sa che cosa vuol dire: Italia priva di confini, di tradizione e di dignità, un mercato per ogni avventore, immancabilmente immaginato immigrato, ignorando i diritti - questi, sì, umani e fondamentali - e il rispetto delle identità dei popoli che dovrebbero obbligatoriamente farsi accoglienti.
La Caritas come impresa dell'infinita accoglienza di "omnia bestia et universa pecora?"
Vogliamo l'islamizzazione e la dissoluzione religiosa e identitaria dell'Italia? Vogliamo fare dell'Italia una nazione senza memoria, assembramento cacofonico di tradizioni e voci non comunicanti tra loro?
Questo tipo di accoglienza non è più Vangelo, così come non lo è la negazione del concetto di patria, del suo diritto ad aver confini precisi. Ad essere sovrana appunto.
Negazione che è preludio a sottili, studiate programmazioni foriere di divisioni, lacerazioni, conflitti interiori e distruttivi mali spirituali, morali, sociali.
Prima vittima è il concetto di proprietà privata, di persona e della sua inviolabilità.
Si prospetta una prigione tecnologicamente controllata. La scienza dixit! anche se è contraria al bene, al buon senso e alla ragione.
Tutto per il bene sociale e di tutti, evidentemente.
Ma i governi non dovrebbero custodire i valori e tutelare le tradizioni della loro nazione e patria? Non dovrebbero sottostare alla Costituzione rifiutando dannose ideologie straniere?
Non obbliga la Costituzione ogni cittadino di difendere la patria e se gravemente offesa nella sua dignità, integrità e libertà difenderla anche a costo della propria vita?
La Costituzione? Ma già prima e più di questa a obbligare sono la coscienza e il rispetto di se stessi.
E pensa che questo delirio non è neanche firmato!
EliminaLA BATTAGLIA CONTINUA
RispondiEliminaBene, anzi benissimo la mancata rielezione delle varie Bonino e Cirinnà - promotrici di leggi gravemente ingiuste -, ma non si dimentichi un fatto: la battaglia antropologica non solo continua ma, attenzione, resta tutta in salita.
La lotta per la vita, la famiglia e la libertà educativa è difatti tutto fuorché una questione personale; e non è neppure cosa solo istituzionale, con la grancassa mediatica e i vari centri di potere culturale che restano - saldamente - in mani progressiste.
Intendiamoci, se si hanno a cuore certi principi non si può che salutare positivamente l'esito elettorale. Ma questa, nei fatti, sarà poco più di una tregua. Ci si riorganizzi quindi, si facciano formazione e proposte, ma senza illusioni. L'ingenuità è un lusso che non ci possiamo permettere.
Siccome tutti gli 'strumenti' li hanno in mano loro è bene lasciarli nelle loro mani.
RispondiEliminaNoi dobbiamo far leva, seriamente, sulla sincerità, sulla onestà, sulla semplicità, senza fronzoli, senza ipocrisia, senza menzogne, senza vizi.