Carlo Maria Viganò
Arcivescovo, Nunzio Apostolico
Ai Venerati Confratelli nell’Episcopato
LA SANTA CHIESA ci addita nei gloriosi Martiri un esempio di virtù eroiche da imitare, mostrandoci come la Grazia di Dio assista coloro che Lo amano al punto da affrontare i tormenti e la morte. E mentre gli empi si accaniscono invano sul corpo per colpire l’anima immortale, i Santi trionfano con Cristo proprio nel testimoniare il primato della Verità incarnata sull’errore, e quello della Carità immolata sulle seduzioni del mondo. La palma del Martirio attinge la sua linfa al legno della Croce, e la corona dei Martiri splende dei raggi del Sacrificio redentore di Nostro Signore.
Guardiamo all’esempio del Πρόδρομος, il Precursore, San Giovanni Battista, che precedette il divino Maestro non solo nell’annunciare la Sua venuta e il Battesimo per la remissione dei peccati, ma anche nell’affrontare la morte per mano del Tetrarca della Galilea Erode Antipa, da lui ammonito per lo scandalo che egli dava al popolo di Israele con l’accompagnarsi in pubblico concubinato alla moglie del fratello di Erode il Grande, Erodiade. Queste vicende, documentate dagli storiografi, sono accennate nel Vangelo insieme al ruolo di Salomé nel chiedere al patrigno la testa del Battista. Così commenta Sant’Ambrogio: Ab adulteris justus occiditur, et a reis in judicem capitalis sceleris pœna convertitur. Il giusto viene ucciso dagli adulteri, e la pena di morte è usata dai colpevoli contro il loro giudice. Clauduntur lumina non tam mortis necessitate quam horrore luxuriæ: gli occhi del Battista si chiudono non tanto a causa della morte, quanto per l’orrore della lussuria. Os aureum illud exsangue, cujus sententiam ferre non poteras, conticescit, et adhuc timetur: tace priva di vita la sua bocca d’oro, di cui tu Erode non potevi sopportare la condanna, ma la temi ancora.
Potrà tacere, fratelli carissimi, la vostra voce, dinanzi alla legittimazione dell’adulterio? Vorrete rendervi complici di quanti si piegano allo spirito del mondo e al cortigiano ossequio dei potenti, giungendo ad ammettere alla Mensa eucaristica coloro che con la propria condotta violano i Comandamenti di Dio, disprezzano la legge della Chiesa e danno scandalo ai fedeli? Quanto ancora permetterete che si calpesti la santità del Matrimonio e la testimonianza di San Giovanni Battista? Quanto ancora ignorerete le parole di Sant’Ambrogio, sulla cui Cattedra siede oggi un successore che ammicca ai concubinari per rendersi accetto ai convitati del nuovo Erode? (qui e qui)
Il Precursore non temette di levare la voce contro Erode, affrontando la morte con il sereno abbandono del giusto alla volontà di Dio. Avrete voi timore di predicare la Parola, di insistere a tempo e fuor di tempo, di riprendere, di rimproverare, di esortare con ogni pazienza e dottrina (2 Tim 4, 2), quando gli errori e gli inganni di Amoris Lætitia [vedi] sono ispirati da Salomé più che dal Precursore? quando l’autore di Amoris Lætitia può al massimo allontanarvi dalla vostra Cattedra a causa della vostra fedeltà a Cristo? E quand’anche doveste essere condotti dinanzi ai tribunali, accettereste di rinunciare a proclamare Cristo, e Cristo crocifisso (1 Cor 2, 2), per salvare la vostra vita terrena e perdere la vita eterna?
Io vi esorto, fratelli dilettissimi, Successori degli Apostoli, Ministri di Cristo e dispensatori dei Misteri di Dio (1 Cor 4, 1), a considerare la vostra responsabilità nell’assecondare le deviazioni dottrinali e morali di chi abusa del proprio ruolo e della propria autorità per seminare l’errore, offendere la Maestà di Dio, umiliare la Santa Chiesa e perdere le anime. Vi esorto, per le Piaghe di Cristo: destatevi dal torpore che vi rende complici di un tradimento, del quale dovrete render conto al giusto Giudice nel giorno della vostra morte. Considerate che il vostro silenzio sottrae alla gloria del Cielo le anime a voi affidate dal Supremo Pastore, al quale risponderà anche colui che siede in Roma. Non rendete vana la Passione del Redentore, che ha versato il proprio Sangue preziosissimo per salvare i peccatori pentiti, e non per confermarli nel peccato.
Il Signore vi chiede di essere guida del gregge del Signore, usando il pastorale per condurre le pecore verso i pascoli del Cielo. Il vostro destino è di accompagnarli con Carità alla gloria eterna per la quale sono stati creati e redenti, e non di precederli nelle fiamme dell’inferno.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo29 Agosto 2022
In Decollatione S. Joannis Baptistæ
Vi esorto, per le Piaghe di Cristo: destatevi dal torpore che vi rende complici di un tradimento, del quale dovrete render conto al giusto Giudice nel giorno della vostra morte. Considerate che il vostro silenzio sottrae alla gloria del Cielo le anime a voi affidate dal Supremo Pastore, al quale risponderà anche colui che siede in Roma. Non rendete vana la Passione del Redentore, che ha versato il proprio Sangue preziosissimo per salvare i peccatori pentiti, e non per confermarli nel peccato.
RispondiEliminaSia lodato Gesù Cristo!
Non sarei mai capace di scrivere frasi come queste, ma mi sono sempre stupito del mistero dell'iniquità tanto potente da indurre addirittura la quasi totalità dei Vescovi cattolici a non porsi una questione come questa mentre succedono le cose che stanno avvenendo!
L' accorato pregevole appello di Mons. Viganò ai vescovi resterà del tutto inascoltato. Ai vescovi nulla importa della maggior gloria di Dio e della salvezza delle anime.
RispondiElimina"Ai vescovi nulla importa della maggior gloria di Dio e della salvezza delle anime." : ma allora non chiamiamoli più vescovi, né pastori di anime, né consacrati, ma semplicemente apostati e traditori, venduti al Nemico per un piatto di lenticchie, illusi che pagheranno a caro prezzo il loro tradimento, quando si sveglieranno dall'illusione che li ha rapiti, cioè quando saranno a cospetto del Giusto Giudice, poveri loro; intanto a noi tocca star lonatano da loro, con il cuore e con la mente, e possibilmente anche fisicamente; sono "Fratelli tutti" con chiunque non sia vero seguace di Cristo, vero cattolico, erigono mura insuperabili per i pochi cattolici rimasti,dall'alto delle quali sparano a zero su chiunque non sia "una cum" con lorop e col loro capo.
RispondiEliminaConcordo pienamente. Ho scritto la parola vescovi con la lettera minuscola, come fo' abitualmente quando scrivo della messa-cena protestante di Montini, senza virgolette, credendo che bastasse.
EliminaAhahaha…ma da dove sei uscito? “Come fo’ abitualmente”…vivi nel ‘700?
EliminaFrancesco: non "maltrattare" la liturgia, è fonte di gioia non una cosa da museo
RispondiEliminaParlando all’Associazione dei professori e cultori di Liturgia, ricevuta in udienza, in occasione dei 50 anni dalla sua nascita, Francesco invita a non trascurare la liturgia e a non disgiungerla dalla pastorale. Richiama la sua recente Lettera Apostolica Desiderio desideravi ribadendo la necessità che lo studio accademico della materia raggiunga il popolo di Dio, cita l'esempio di Romano Guardini e mette in guardia dal tradizionalismo, l'andare indietro contro la verità e lo spirito
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-09/papa-associazione-liturgia-teologia-pastorale-guardini.html
È un fatto ben triste che noi abbiamo pochi Sacerdoti che siano specializzati nel Sacerdozio, che conoscano veramente la sapienza celeste, la vita della Chiesa che rifulge nelle anime e nella Sacra Liturgia. È questa la grande lacuna che dovrà colmarsi nei Seminari, poiché essi debbono formare i Sacerdoti specializzati nel Sacerdozio, e non già i professori che dicano la Messa ed acciavattino un po' di Liturgia e un po' di ministero, e basta!
RispondiEliminaSac. Dolindo Ruotolo
"...cita l'esempio di Romano Guardini..."
RispondiEliminaGuardini si tenne a distanza da Roma, fu ed è identificato in vita ed in morte con quel suo libricino sulla liturgia e con quei pochi anni in cui scrisse articoli per il movimento liturgico, tutti lo tirano per la giacchetta, chi di qua chi di là, non ultimo Bergie che, da quello che so, mai completò i suoi studi sull'opera di R.Guardini.
Guardini(1885-1968), benestante, sacerdote, fu uomo di cultura che cercò di leggere secondo la sua visione cattolica del mondo, insegnante per vocazione tanto da essere chiamato precettore di Germania (i suoi genitori vi i trasferirono con lui bambino piccolissimo causa il lavoro del padre, i suoi studi furono quindi in tedesco fin dall'inizio, adulto prese il passaporto tedesco).
"...cita l'esempio di Romano Guardini..."
RispondiEliminaGuardini si tenne a distanza da Roma, fu ed è identificato in vita ed in morte con quel suo libricino sulla liturgia e con quei pochi anni in cui scrisse articoli per il movimento liturgico, tutti lo tirano per la giacchetta, chi di qua chi di là, non ultimo Bergie che, da quello che so, mai completò i suoi studi sull'opera di R.Guardini.
Guardini(1885-1968), benestante, sacerdote, fu uomo di cultura che cercò di leggere secondo la sua visione cattolica del mondo, insegnante per vocazione tanto da essere chiamato precettore di Germania (i suoi genitori vi i trasferirono con lui bambino piccolissimo causa il lavoro del padre, i suoi studi furono quindi in tedesco fin dall'inizio, adulto prese il passaporto tedesco).
La situazione paradossale della Chiesa, oggi, è che Viganò dice con franchezza quel che dovrebbe dire il Successore di Pietro, mentre il Successore di Pietro è ancora nella fase Pietro che ha "timore dei circoncisi" (cfr. Gal 2,12) nonostante le suppliche filiali e l'ampio pluriennale dibattito sulla valanga di emerite cazzate che da buon gesuita continua a sfornare imperterrito.
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