Continuano le profanazioni: in Belgio lo Yoga si fa in chiesa
Ogni mercoledì dei mesi di luglio e agosto scorsi, la chiesa Saint-Jacques-sur-Coudenberg (di San Giacomo a Coudenberg, Anversa, in Belgio), ha offerto lezioni di yoga ai suoi parrocchiani.
I banchi della navata centrale vicino all’altare sono stati rimossi appositamente per consentire ai partecipanti di avere a disposizione un ampio spazio per lo ‘yoga nello spazio sacro’.
È superfluo dire che queste lezioni di yoga hanno avuto il pieno sostegno del parroco Bruno Aerts e del vescovo locale Johan Bonny.
Ecco un’altra prova, purtroppo, dell’infiltrazione dell’induismo nella spiritualità e nell’ascesi cattolica.
Come ha già Pietro Licciardi, in questa disciplina non solo vi è la ripetizione meccanica di alcune parole – in realtà formule magiche – ma per praticarlo occorre accettare alcune norme etiche e disciplinari che sono fortemente influenzate da contenuti religiosi indù che sono l’opposto di quelli cristiani.
Fine dello yoga è la conquista dell’auto-dominio attraverso uno sforzo personale, il che porta a girare sempre intorno a se stessi ignorando la realtà del peccato e presupponendo possibile una forma di deificazione dell’uomo.
E infatti a chi raggiunge gli ultimi gradi di iniziazione sono promessi certi poteri come la levitazione, la conoscenza del passato e del futuro, il conoscere la mente altrui, oltre alla capacità di camminare sul fuoco senza bruciarsi, o sull’acqua senza affondare.
Insomma, si comincia a giocherellare in maniera innocente e ingenua con certe tecniche che promettono di superare lo stress e mantenere la forma fisica – o di pregare con maggiore intensità – e ci si ritrova poi a fondere gli esercizi fisici con quelli spirituali, mediante i mantra, magari abilmente camuffati con parole tratte dalle Sacre scritture. L’esito, scontato, è uno solo; provate voi a indovinare quale.
Agli sprovveduti “cattolici” che pregano con le gambe intrecciate e nella posizione del loto anziché in ginocchio come hanno sempre fatto santi e mistici, ricordiamo che la preghiera non si poggia su esercizi fisici e su metodi tecnici-spirituali, ma sulla fede e la fedeltà al Signore e alla Sua Chiesa.
Festa di San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa(347 - 420), autore della versione latina della Sacra Scrittura, la Vulgata.
RispondiEliminaBell'intervento, mic.
RispondiEliminaPersonalmente ritengo che essere santi sia essere deificati, ma, purtroppo non con lo yoga.
Sarò forse troppo semplice e brutale, ma credo sia mio dovere riferire ciò che ho appreso.
Secondo alcuni vescovi ortodossi, ciascuna delle posizioni yoga corrisponde ad uno degli dei del Pantheon indù.
Poiché gli dei indù sono più di 300 (non ricordo il numero esatto), anche le posizioni yoga sono altrettante.
Secondo i vescovi ortodossi praticare yoga significa onorare le divinità indù che non sono né santi né angeli, ma bensì demoni. Chiaro e semplice.
“Cercate ogni giorno il volto dei santi …”
RispondiElimina30settembre SAN GIROLAMO, sacerdote e Dottore della Chiesa
« … Che cosa possiamo imparare noi da san Girolamo? Mi sembra soprattutto questo: amare la Parola di Dio nella Sacra Scrittura. Dice san Girolamo: «Ignorare le Scritture è ignorare Cristo» (Commento ad Isaia, prol.).
Perciò è importante che ogni cristiano viva in contatto e in dialogo personale con la Parola di Dio, donataci nella Sacra Scrittura. Questo nostro dialogo con essa deve sempre avere due dimensioni: da una parte, dev’essere un dialogo realmente personale, perché Dio parla con ognuno di noi tramite la Sacra Scrittura e ha un messaggio per ciascuno. Dobbiamo leggere la Sacra Scrittura non come parola del passato, ma come Parola di Dio, che si rivolge anche a noi, e cercare di capire che cosa il Signore voglia dire a noi.
Ma per non cadere nell’individualismo dobbiamo tener presente che la Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione, per unirci nella verità nel nostro cammino verso Dio. Quindi essa, pur essendo sempre una Parola personale, è anche una Parola che costruisce comunità, che costruisce la Chiesa. Perciò dobbiamo leggerla in comunione con la Chiesa viva. Il luogo privilegiato della lettura e dell’ascolto della Parola di Dio è la Liturgia, nella quale, celebrando la Parola e rendendo presente nel Sacramento il Corpo di Cristo, attualizziamo la Parola nella nostra vita e la rendiamo presente tra noi. Non dobbiamo mai dimenticare che la Parola di Dio trascende i tempi.
Le opinioni umane vengono e vanno. Quanto è oggi modernissimo, domani sarà vecchissimo. La Parola di Dio, invece, è Parola di vita eterna, porta in sé l’eternità, ciò che vale per sempre. Portando in noi la Parola di Dio, portiamo dunque in noi l’eterno, la vita eterna.
E così concludo con una parola di san Girolamo a san Paolino di Nola. In essa il grande Esegeta esprime proprio questa realtà, che cioè nella Parola di Dio riceviamo l’eternità, la vita eterna. Dice san Girolamo: «Cerchiamo di imparare sulla terra quelle verità, la cui consistenza persisterà anche nel cielo» (Ep. 53,10). »
(BenedettoXVI, Udienza Generale, 07/11/ 2007)
Con questa dottrina di Girolamo viene egregiamente confermata e spiegata la dichiarazione del Nostro Predecessore Leone XIII di felice memoria, nella quale è precisata la credenza antica e costante della Chiesa sulla perfetta immunità che mette la Scrittura al riparo d’ogni errore: « È tanto assurdo che l’ispirazione divina incorra nel pericolo di errare, che non solo il minimo errore ne è essenzialmente escluso, ma anche che questa esclusione e questa impossibilità sono tanto necessarie, quanto è necessario che Dio, sovrana verità, non sia l’autore di alcun errore, anche il più lieve».
RispondiElimina(Benedetto XV)
San Girolamo, intercedi per me e per tutti quelli come me che hanno il tuo stesso carattere impetuoso. Amen!
RispondiEliminaS. GIROLAMO
RispondiElimina“Ogni scriba divenuto discepolo del Regno dei Cieli è simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie”. Queste parole descrivono il lavoro che molti uomini impegnati e saggi hanno condotto per tanti secoli sulla Parola di Dio, cioè sulla Sacra Scrittura. S. Gerolamo è il primo della fila ed il più grande. Fino adesso nessuno lo ha superato, anche se nei nostri tempi molti vorrebbero fare il capofila. S. Gerolamo è stato l’uomo saggio che ha tratto dalla Parola di Dio cose nuove e cose vecchie...
Che cosa egli indica con tutta la sua vita?...
L’indicazione sua è la Parola di Dio; ne abbiamo letto un tratto... “Ricordiamoci che la Sacra Scrittura è stata divinamente ispirata, quindi è di Dio. L’autore è Dio. Colui che ha ispirato è eterno; conosce il passato, il presente e il futuro; abbraccia il primo e l’ultimo piano delle cose”. Noi con tutta la nostra scienza siamo limitati in uno stretto arco delle cose. Dio no. Egli è la prima e l’ultima causa. Ecco la ricchezza della Parola di Dio. In queste parole di Dio è raccolto il sospiro, l’animo anelante di tutti i tempi e di tutti gli uomini. Ecco perché è possibile trarre da queste parole di Dio indefinitamente, senza essere mai esausti, cose nuove e cose vecchie.
Ma c’è dell’altro: la Parola di Dio è sempre accompagnata dalla Grazia di Dio. Mentre io stavo leggendola, non era soltanto il suono della mia voce che mi portava questo; ma insieme al suono della voce c’era una Grazia divina, che è grande e può essere più grande per la nostra buona volontà.
Niente è più saggio - permettetemi di dire: niente è più furbo -, della Parola di Dio. Questa è l’indicazione che ci dà S. Gerolamo oggi.
(card. G. Siri, omelia all’Istituto Gaslini, 30 settembre 1975)
Grazie per chi ci ricorda San Girolamo.
RispondiEliminaQualcuno saprebbe dirci cos'avrebbe detto dello yoga?
Ci fu un periodo in cui venivano considerati demoniaci i sigari ed il caffè…che facciamo allora?
EliminaDove sarà la profanazione…la chiesa è la casa di Dio vicino agli uomini ed è la casa anche degli uomini.
RispondiEliminaAll’inizio si celebrava in casa, in stanze in cui si mangiava e si dormiva, eppure nessuno gridava allo scandalo.
È la chiesa uscita dal concilio di Trento ad essere incommmensurabilmente bacchettona. Invece di amare Dio, insegnano ad averne paura, come se fosse sempre lì con la frusta a tenere gli uomini in riga.
La chiesa dei tempi di san Girolamo era ancora una chiesa che faceva tesoro di ogni parola scritta dagli apostoli. E gli apostoli non erano certo favorevoli a nuove dottrine.
RispondiEliminaQuello che un ignorante come il sottoscritto sa, è che san Tommaso era arrivato sulle coste dell'India.
Poi , secoli dopo , con l'arrivo dell'islam si persero i contatti.
Ma cosa sia successo in India non lo so.
Ora la società indù è divisa in caste. Se un indù della casta più bassa, cioè quella degli intoccabili si converte al cristianesimo esce dal meccanismo delle caste.
Quindi gli echi di quanto avviene in India ci riportano ad una persecuzione da parte degli indù verso i neo cristiani. Secondo alcuni vescovi ortodossi esiste un rapporto biunivoco tra le posizioni yoga e gli dei del Pantheon indù.
Ma questi dei, che non sono né santi né angeli sono in realtà demoni.
Quindi buona vecchia cara ginnastica non yoga.
Ci siamo…per voi è tutto demoniaco! Ahahaha
EliminaNulla ti turbi, nulla ti sgomenti.
RispondiEliminaTutto passa, Dio non si muta.
La pazienza tutto raggiunge.
A chi ha Dio nel cuore non manca nulla: Dio solo basta!
Il tuo desiderio sia vedere Dio,
Il tuo timore perderlo,
Il tuo dolore non possederlo,
La tua gioia sia ciò che può portarti verso di Lui
E vivrai in una grande pace.
Santa Teresa di Gesu
La conversione dei Paria è persino peggiore dell'appartenenza alla casta stessa, in India il BJP al potere è in mano ad estremisti Indù che odiano tutti quanti non lo siano, sono stati tolti i privilegi di cui godevano alle suore missionarie di Madre Teresa, in Kerala ed altri stati del sud sono state cacciate, ogni giorno vengono distrutte chiese cristiane, moschee e quant'altro, siamo al livello dei talebani, brutta la vedo con il Pakistan, ha la bomba atomica proprio come l'India, qui non si vede l'ora di sganciarle.......
RispondiEliminaCLAUDIA KOLL : MEDITAZIONE ORIENTALE E YOGA AVVICINANO L'INFERNO
RispondiEliminaClaudia Koll confessa: “La meditazione orientale mi aveva condotto nelle grinfie del demonio”. Lo Yoga e la meditazione orientale sono due pratiche diffusissime anche in occidente, fanno parte di quella cultura new age che si è introdotta all’inizio degli anni novanta e che si è diffusa a macchia d’olio nei primi dei duemila divenendo al giorno d’oggi parte del background culturale della società occidentale laica. Sia lo Yoga che la meditazione orientale sono degli esercizi che aiutano le persone a migliorare la respirazione in modo tale da centrare la mente, portarla ad uno stadio di rilassatezza che troppe volte è minato dallo stress della vita moderna, ma si tratta solo di questo? Secondo il Papa Emerito in realtà sono degli esercizi preparatori all’evocazione di presenze spiritiche che distolgono le persone dalla ricerca di Dio per basare la vita sulla forza interiore. Questo meccanismo è lo stesso che ci allontana dalla religione e ci espone all’attacco demoniaco, infatti, una volta abbandonato il sentiero di luce che Dio ci mostra, ci si trova soli a combattere contro il male, una lotta impari che può essere affrontata solamente con l’aiuto di nostro Signore, di questo si è accorta anche Claudia Koll.
Fonte: Pontorno Cesare
Claudia Koll, forte della sua esperienza di lavoro con Tinto Brass, è diventata un’esperta di vita spirituale.
EliminaClaudia Koll è notoriamente convertita da anni e può ben dare la sua testimonianza...
EliminaE' strano tante cose, fatti, filosofie mi hanno tentato, l'Oriente mai, solo Confucio mi è parso abbordabile per la mia mente, per lo meno per quello che ne lessi.
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