Nel Concistoro tenutosi la settimana scorsa a Roma – su cui abbiamo segnalato le dichiarazioni dei Cardinali Brandmüller [qui] e Müller [qui] – è emerso un altro punctum dolens: una forzosa assenza di spicco, quella del cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, prigioniero del regime comunista cinese.
Come noto (qui - qui) a maggio scorso il cardinale Zen è stato arrestato per aver difeso i diritti umani sia a Hong Kong che in Cina con l’accusa di “collaborazione con potenze straniere” – reato penale ai sensi della legge sulla sicurezza – poi ridotta all’accusa di non aver registrato correttamente una fondazione per fornire assistenza legale agli attivisti democratici detenuti. Ora è in attesa del processo che dovrebbe iniziare il 19 settembre ed evidentemente è per questo che non ha potuto lasciare il paese per recarsi a Roma.
Il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede, ha espresso il suo rammarico per la mancanza di attenzione da parte dei partecipanti all’incontro cardinalizio riguardo alla vicenda della persecuzione del card. Zen, che il 13 gennaio scorso ha compiuto 90 anni.
Lo riporta Il Messaggero (qui) con le parole del card. Müller che lamenta come nessuno, al Concistoro, abbia affrontato “il gravissimo problema del nostro fratello Zen”. Né il Decano del Collegio Cardinalizio, né il Segretario di Stato Pietro Parolin, né il Santo Padre. Per lui non c’è stato alcun documento di solidarietà, nessuna iniziativa di preghiera.
“È evidente il timore di interferire in una questione come questa, che ha a che fare con i rapporti con la Cina”, ha aggiunto Müller. Tuttavia, spera e si augura che il card. Zen - che non aveva fatto mancare cocenti critiche per com'è stata condotta la vicenda degli accordi Sino/Vaticani (vedi) - non venga “abbandonato”. Conclude il Card. Müller: «Se necessario la Chiesa dovrebbe criticare anche i potenti di questo mondo. E poi l'esempio di Pio XII dovrebbe averci insegnato qualcosa, non si può sacrificare sempre la verità. ...La paura ad intervenire su un argomento del genere che ha a che fare con i rapporti con la Cina è scontata, a parer mio. La situazione con Pechino è complessa, le informazioni qui arrivano parziali e, purtroppo, non sono tutte buone e trionfali. La Chiesa clandestina attualmente in tante zone è perseguitata e si trova a far fronte a vescovi patriottici più obbedienti allo stato ateo di Pechino che non al Papa. Il silenzio su Zen riscontrato al concistoro non vorrei che fosse indicativo del fatto che questo cardinale anziano venga consacrato, sacrificato sull'altare della ragion di stato, per difendere e portare avanti l'accordo diplomatico con Pechino. Io intravedo questo rischio e provo dolore».
"... Né il Decano del Collegio Cardinalizio, né il Segretario di Stato Pietro Parolin, né il Santo Padre..."
RispondiEliminaLa chiesa calò da tempo le braghe con la Cina e con molti altri ancora. Non si può aspettare un comportamento cattolico da chi segue un'altra agenda. Costoro ed i loro referenti hanno un fitto pelo e sotto/pelo sullo stomaco, per questo sono assurti ad alte cariche. Mettevi l'anima in pace, se qualcuno di loro si convertisse sarebbe fatto fuori e i gerarchi cattolici lo sanno. Certamente anche il Cardinale Zen lo sa e non si illude affatto su questa chiesa. Se qualcuno ha un recapito del Cardinale Zen, gli faccia arrivare insieme alle nostre preghiere, il nostro affetto e il nostro attento restare informati su di lui.
Comunque restiamo informati anche sul vaticano, ma senza ormai nessuna illusione. Loro parlano un'altra lingua mondano/truffaldina che ritengo importante per tutti noi non approfondire assolutamente. Toccata e fuga.
"... Né il Decano del Collegio Cardinalizio, né il Segretario di Stato Pietro Parolin, né il Santo Padre..."
RispondiEliminaLa chiesa calò da tempo le braghe con la Cina e con molti altri ancora. Non si può aspettare un comportamento cattolico da chi segue un'altra agenda. Costoro ed i loro referenti hanno un fitto pelo e sotto/pelo sullo stomaco, per questo sono assurti ad alte cariche. Mettevi l'anima in pace, se qualcuno di loro si convertisse sarebbe fatto fuori e i gerarchi cattolici lo sanno. Certamente anche il Cardinale Zen lo sa e non si illude affatto su questa chiesa. Se qualcuno ha un recapito del Cardinale Zen, gli faccia arrivare insieme alle nostre preghiere, il nostro affetto e il nostro attento restare informati su di lui.
Comunque restiamo informati anche sul vaticano, ma senza ormai nessuna illusione. Loro parlano un'altra lingua mondano/truffaldina che ritengo importante per tutti noi non approfondire assolutamente. Toccata e fuga.
I"papi" (o presunti tali ) del post-Vat/secondo spero, prego e mi auguro che in Paradiso ci siano andati. Se ciò è avvenuto, è stato perchè si sono PENTITI del loro operato e NON a causa di esso.
RispondiEliminaIl loro comportamento NON è stato esemplare e, quindi NON SONO santi, ma anime per cui pregare.
Sante parole Cardinale Muller. La Chiesa di Cristo non può piegarsi al regime cinese. D'altra parte cosa possiamo aspettarci da un Vaticano che tempo fa ha negato l'udienza al cardinale Zen, in attesa a piazza San Pietro per giorni, e non è stato ricevuto. I veri seguaci di Cristo non sono amati.
RispondiEliminaEleonora Valerioti
Le alte sfere hanno ben altro a cui pensare... nessuno si scomoderà... devono inchinarsi al potere
RispondiEliminaMariella Leone
Le parole di papa Francesco sul volo di ritorno dal Kazakistan suonano come un abbandono del cardinale Zen al suo destino per salvare il dialogo con la Cina. Ma rappresentano anche una impostazione del rapporto con la Cina molto politica e poco religiosa.
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