Lepanto, 7 ottobre 1571
"Non appena in Occidente si sparse la voce della prossima uscita della flotta turca, papa Pio V decise che quella era l'occasione buona per realizzare un progetto che sognava da tempo: l'unione delle potenze cristiane per affrontare gli infedeli in mare con forze schiaccianti, e mettere fine una volta per tutte alla minaccia che gravava sulla Cristianità. Quando divenne sempre più evidente che la tempesta era destinata a scaricarsi su Cipro, il vecchio inquisitore divenuto pontefice volle affrettare i tempi". È la primavera del 1570. Un anno e mezzo dopo, il 7 ottobre 1571, l'Europa cristiana infligge ai turchi una sconfitta catastrofica. La flotta cristiana, la Lega Santa, sconfigge la flotta dell'impero ottomano. La metà delle navi proveniva della Repubblica di Venezia. L'altra metà erano dell'Impero spagnolo, dello Stato Pontificio, della Repubblica di Genova, dei Cavalieri di Malta, del Ducato di Savoia, del Granducato di Toscana, del Ducato di Urbino, della Repubblica di Lucca, del Ducato di Ferrara e del Ducato di Mantova. Lepanto fu la prima grande vittoria di un'armata o flotta cristiana contro l'Impero ottomano che da qui iniziò il suo lento declino culminato nel 1683 con la sconfitta alle porte Vienna.
E anche oggi ci rivolgiamo alla Madonna del Rosario perché abbiamo bisogno di una nuova Lepanto451 anni fa ... l'invincibile nemico che avanzava tra flutti colorati di sangue ... la fede e il coraggio ... un grande Papa che unì la flotta ... il Rosario.... e l'Europa fu salvata ... i tentativi islamici di conquistarla vennero stroncati un secolo più tardi a Vienna dopo mille anni di guerre... da qualche anno la situazione è cambiata: non più gli assalti militari ma l'emigrazione di massa, il terrorismo, la crisi demografica, la sostituzione etnica e il lassismo dei nostri governi ci fanno rischiare la rivincita dei maomettani. E ora c'è anche una guerra che sembra farsi sempre più minacciosa!
Lo scorso anno l'Italia, si è unita a Paesi di tutto il mondo in una sorta di “Lega Santa delle Nazioni” per fare un fronte unito nella “battaglia spirituale” in difesa della dignità della persona umana, della vita, del matrimonio, della famiglia e della libertà religiosa. Molti hanno aderito all'invito di organizzare un Rosario nella propria città. Così ci sollecitava il card. Raymond Burke:
Oggi la Chiesa si trova di fronte a una minaccia molto più grande degli ottomani: una grave crisi di apostasia e depravazione di sacerdoti, vescovi e laici all'interno della Chiesa. Siamo sotto attacco da parte "degli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti" (San Paolo, Ef 6:12). Mentre nel mondo civile le forze anticristiche sembrano avere la meglio in una società sempre più minacciata dall'inversione dei valori e dalla tecnocrazia oligarchica che sta soffocando la nostra civiltà.
Proprio come l'Europa si è rivolta alla Vergine 451 anni fa per essere liberata dagli Ottomani, abbiamo bisogno di una nuova Lepanto. Anche quest'anno uniamoci nel Rosario per una nuova Lepanto!
7 ottobre 1571.
RispondiEliminaLe migliori vittorie si ottengono sotto la Regina dei Martiri, la sola Regina.
I turchi di oggi sono il modernismo, l'apostasia, la pornografia, l'irreligione.
Il Santo Rosario sola ed unica arma per salvare l'Europa.
E il mondo.
"NON VIRTUS NON ARMA NON DUCES SED MARIA SS. ROSARII VICTORES NOS FECIT".
RispondiEliminaLEPANTO 1571
Per ricordare la vittoria di Lepanto, San Pio V istituì la festa sotto il titolo della Vittoria nel primo anniversario della stessa (7 ottobre 1572). Gregorio XIII, due anni dopo, la confermava e le dava il nome di "Festa del Santo Rosario".
RispondiElimina«Festa del Sacratissimo Rosario della Beata Vergine Maria e così pure la commemorazione di Santa Maria della Vittoria, la quale, per decreto del Sommo Pontefice San Pio V, ogni anno si fa, per la insigne vittoria riportata in questo stesso giorno dai Cristiani nel combattimento navale contro i Turchi, mediante l’aiuto della medesima Santissima Madre di Dio.»
(dal "Martirologio Romano")
Per quella pietà veramente divina, che Voi mostraste per tutta la Cristianità, allorquando per liberarla dai disordini più scandalosi e le eresie più fatali, nonché dai castighi imminenti per parte della Divina giustizia, disarmaste il braccio già alzato del vostro Divin Figlio e, comparendo al vostro buon servo, il Patriarca Domenico, gli faceste il dono del Vostro Santo Rosario perché ne inculcasse la recita a tutto il mondo, predicandolo come mezzo più efficace per estirpare le eresie, correggere i vizi, e meritare la Divina Misericordia, intercedete a noi tutti, cara Madre Maria, di praticare costantemente e con vero spirito di fervore una devozione così santa e potente.
Amen
RispondiEliminaIl Santo Rosario è indispensabile ma da solo non basta: bisogna anche combattere, come appunto accadde a Lepanto. I caduti cristiani furono circa 7000, la metà quasi veneziani, una cifra notevole, anche se i caduti turchi furono tra i venti e i trentamila.
Bisogna esporsi per la fede, attaccare pubblicamente il nemico che si è oggi infiltrato nei ranghi, corrompendo la Chiesa, ribattere le aberrazioni di governi civili anticristiani eppure guidati da cattolici, anzi da "cattolici" del tipo di Draghi, che sta infilando decreti pro agenda Lgbt etc nelle sue ultime sedute (forse per far contento Bergoglio e i suoi accoliti, oltre a piddini e 5 stelle - FdI ha già protestato - il Giornali di oggi).
Giusto ricordare che senza l'aiuto divino a Lepanto non si sarebbe vinto. Ricordiamo però anche l'aspetto militare vero e proprio, la necessità di avere forze armate efficienti, di creare o comunque mantenere una tradizione militare.
O.
7 ottobre 1571, la Madonna del Rosario venne in soccorso del vero occidente
RispondiElimina7 Ottobre 1571
RispondiEliminaAncora c erano guerrieri cristiani come Mosè Davide i Maccabei
Che la Regina del santo rosario ci aiuti
Una cosa poco nota di Lepanto è che Elisabetta I, "regina" d'Inghilterra, non appena seppe la notizia della Vittoria cattolica comandò feste nel regno.
RispondiEliminaLa stessa cosa che aveva fatto per la vittoria a Malta di 6 anni prima con tanto di orazioni anglicane di ringraziamento.
Elisabetta, quella che sventrava i cattolici.
Charlie Bunga Banyangumuka su Fb
Octobris 7 Beatæ Mariæ Virginis a Rosario
RispondiElimina("Gaudeamus omnes")
Gaudeamus omnes in Domino, diem festum celebrantes sub honore beatæ Mariæ Virginis: de cujus solemnitate gaudent Angeli et collaudant Filium Dei. (Ps. 44, 2) Eructavit cor meum verbum bonum: dico ego opera mea Regi.
V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen. – Gaudeamus (usque ad Ps.).
RispondiEliminaSul massacro dei quadri turchi a Lepanto, voluto dai Veneziani.
Bisogna spiegarne il motivo.
Per qual motivo? Poco prima della battaglia da una nave commerciale incrociata tutta la flotta cristiana aveva appreso quello che i turchi avevano fatto a Cipro: le torture terribili e l'esecuzione infame inflitta a MA Bragadin, che non abiurò, morendo da martire + l'uccisione di tutti i quadri veneziani presi prigionieri, tra i quali molti comandanti capaci, provenienti anche da altre parti d'Italia. Avevano inflitto perdite enormi ai turchi, durante l'assedio di Famagosta. Il comandante turco aveva dato la sua parola sul rispetto dei prigionieri.
Erano già imbarcati sulle navi ma lui li fece sbarcare e massacrare. Nessuno abiurò.
Sapute queste cose, i Veneziani resero ai turchi la pariglia, uccidendo tutti i quadri che si erano salvati dalla battaglia.
Bisogna spiegare la causa del fatto, altrimenti sembra una crudeltà gratuita. Fu una rappresaglia, crudele ma giustificata come risposta alle atrocità ottomane.
Con il pesante scacco subito a Malta seguito alla disfatta di Lepanto, la potenz navale turca cominciò a declinare: stava diventando una forza, alleata ai barebareschi, che mirava a dominare tutto il Mediterraneo. Restò forte nel Mediterraneo orientale ma non superiore a quella veneziana. Hanno notato storici turchi contemporanei che, dopo Lepanto, le provincie costiere dell'impero ottomano cominciarono a sottrarsi ad impegni navali, a mandare i loro uomini a combattere sulle navi del Sultano.
L'importanza strategica di Lepanto è fuori discussione.
I contrasti tra Spagnoli e Veneziani impedirono di proseguire la campagna in modo da cercare di annientare la nuova ed inesperta flotta turca, comandata però dall'esperto Uluch Ali, rinnegato calabrese, barbaresco. La colpa della mancata continuazione fu soprattutto della Spagna, che non si curava del Mediterraneo orientale, per ostilità a Venezia, unico Stato italiano rimasto indipendente, anche di fatto dal dominio spagnolo nella penisola.
H
Eh sì, nei tempi precedenti alla sua sordida decadenza, l'Europa gli invasori che tentavano di occuparla via mare li poteva respingere, mentre oggi, complice l'influsso di ideologie che ci hanno gravemente minati nello spirito e nella ragione, si ritiene che questi invasori li si debba accogliere per obblighi morali; sarà, purtroppo, la Storia ad indicarci che cosa realmente abbia significato questa vergognosa resa unilaterale della nostra civiltà ...
RispondiEliminaRegina del Santo Rosario, in questi tempi di così grande empietà, manifesta la tua potenza con i segni delle tue vittorie, e dal trono, ove siedi dispensatrice di perdono e di grazie, pietosamente guarda la Chiesa, il Vicario di Cristo e ogni ordine di ecclesiastici e laici e il mondo intero.
RispondiEliminaAffretta l’ora della misericordia, anche se le nostre innumerevoli colpe vanno sempre più maturando l’ora del castigo. A noi supplichevoli, ottieni la grazia di vivere da giusti in terra per raggiungere tra i giusti in Cielo, mentre, o Madre nostra, ti salutiamo e acclamiamo: Regina del Santo Rosario, prega per noi. Amen
Salve Regna.
Non fu una vittoria che fece da spartiacque, come, al contrario Vienna 1683 (nei 20 anni successi gli Austriaci comandati da Eugenio di Savoia li annichilirono). Il turco fino a Lepanto faceva paura, più che per le sue conquiste per l'alternativa di "mondo" che proponeva ai cristiani: una koinè di popoli e culture tutte mescolate insieme (analogie con oggi sono ovvie) che però, la storia ci insegna portarono ad una passività ed una decadenza fatali. I cattolico, nel pieno della controriforma avevano bisogno di dimostrare che uniti erano potenti. Vincere con l'ausilio, qui chiaro e tondo, di un aiuto divino (nonostante la superiorità tecnologica che però può essere sempre merito della Provvidenza), fu un ottimo risultato.
RispondiEliminaPurtroppo per noi, all'epoca i cattolico erano di più, più fervorosi e disposti a lottare nel vero senso del termine.
L'anonimo delle 7:20
RispondiElimina"Non fu una vittoria che fece da spartiacque come quella a Vienna del 1683.."
Fece da spartiacquae per quella che riguarda la potenza navale ottomana, che dopo Lepanto non fu più la stessa. Questo è un aspetto che viene in genere trascurato. A metà del Cinquecento la marea turca sembrava inarrestabile anche sul mare. Avevano inflitto alcune pesanti sconfitte alle flotte cristiane (p.e. nel 1560 alle Gerbe, davanti alla Tunisia) con l'ausilio dei Barbareschi (e grazie allo scarso appoggio dato dagli spagnoli ai veneziani) e fatto poderose scorrerie anche nel Med Occ. Avanzavano nell'Adriatico, minacciando Venezia e Ancona, loro obiettivo Roma, che non nascondevano. Nel 1536 il Re di Francia (Francesco I) aveva tradito, alleandosi con loro e concedendo per un certo tempo Tolone come base al feroce Ariadeno Barbarossa, un rinnegato mezzo greco, formidabile comandante, però. IL disegno francese era quello di reagire allo "accerchiamento" asburgico alleandosi con la potenza turca per prendere gli Asburgo su due fronti.
Nel giro di sei anni, dal 1565 al 1571, la potenza turca, che sembrava inarrestabile, subì una battuta d'arresto decisiva.
Nel 1565 Solimano il Magnifico tentò la conquista di Malta, difesa dai Cavalieri di S. Giovanni da lui espulsi da Rodi e incardinati da Carlo V appunto a Malta, da dove, con le loro piccole ma audaci flotte conducevano una guerra di corsa assai molesta contro il naviglio turco (sulla rotta da Alessandria a Costantinopoli), ripagando l'Islam aggressore con la sua stessa moneta, anche se non con l'identica crudeltà. La conquista di Malta era un passaggio obbligato della strategia offensiva dei turchi: avrebbe praticamente chiuso ai cristiani il Med Orient. e aperto la porta di quello Occidentale. Inoltre avrebbe messo in pericolo la Sicilia, granaio della Spagna imperiale nonché bastione difensivo dell'Italia contro l'Africa. L'assedio, dopo un'epica e feroce lotta durata circa 4 mesi finì in un clamoroso smacco per gli ottomani, che dovettero reimbarcarsi decimati dai combattmenti e dalle malattie, intimoriti da un modesto corpo di spedizione italo-spagnolo sbarcato in tardivo soccorso.
L'anno dopo Solimano riprese la via di Vienna, che era stata assediata inutilmente nel 1525, con un formidabile esercito ma dovette attardarsi inaspettatamente parecchi giorni per conquistare la fortezza di Szigetvár in Ungheria, difesa dall'eroico conte croato Nicola Zriny. Durante l'assedio il Sultano, sempre più irato per il prolungarsi dell'intoppo, che durò un mese e finì con una carica suicida di Zriny e dei resti della guarnigione seguita dall'esplosione della fortezza sui turchi assalitori, morì all'improvviso, stroncato da un colpo apoplettico (1566). La spedizione si arenò e Vienna fu di nuovo salva. [Segue]
[Si è fatto tardi, se Mic me lo consente continuerò domani]
H.
RispondiElimina"All'epoca i cattolici erano più fervorosi e disposti a lottare nel vero senso del termine.."
Certamente, ma li incitavano al combattimento sacerdoti di santa vita e pronti a morire per Cristo.
I preti "ecumenici" e "arcobaleno" di oggi erano di là da venire, sono loro, papi conciliari in testa, che hanno tradito la fede con il loro falso ecumenismo, le loro ipocrite aperture, la svendita di tutto il passato della Chiesa, le lore Messe fintocattoliche etc etc.
I comandanti sono passati al nemico, l'esercito si è sbandato.
Bisognerebbe che un corpo scelto di ufficiali superstiti ristabilisse l'ordine nella Gerarchia e ricominciasse daccapo.
Z.
RispondiEliminaAncora sull'importanza strategica della vittoria di Lepanto - 2.
Il successore di Solimano attaccò e conquistò Cipro, ricco possedimento veneziano, con le vicende che sappiamo (1571).
La strapotenza navale ottomana, che ormai minacciava apertamente l'Italia (c'era stato lo sbarco ad Otranto nel 1480, non dimentichiamolo, impresa fallita soprattutto per la morte del Sultano e le conseguenti lotte civili nell'impero), provocò l'iniziativa della Lega Santa tra le potenze mediterranee, Francia esclusa, da parte di san Pio V, personalità formidabile, il quale fece anche gravi sacrifici economici per sostenerla.
Si venne quindi il 7 ott 1571 alla famosa giornata di Lepanto, nel greco Golfo di Patrasso, nella quale l'intera flotta turca, di quasi 200 galee (tranne una parte dei Barbareschi loro alleati) fu cancellata dalle acque: 170 galee distrutte o catturate, 30.000 turchi morti o feriti (circa 25.000 i morti), 3000 prigionieri. Le perdite cristiane non furono leggere: quasi 8000 morti e 21.000 feriti. In compenso, furono liberati 15.000 cristiani incatenati al remo delle galee turche.
Nota bene: più che all'azione voluta dai supremi reggitori (tranne il Papa e i Veneziani chiusi nell'angolo dai turchi) l'imprevista battuta d'arresto degli ottomani fu dovuta soprattutto al coraggio e alla determinazione di pochi quali il Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, il francese Jean de la Valette, anima e mente della disperata e vittoriosa resistenza; del conte Zriny, che ebbe il fegato di resistere per un mese all'enorme esercito turco invasore, certo di non uscirne vivo; la determinazione a combattere dei comandanti veneziani a Cipro e a Lepanto o di Marcantonio Colonna, nobile romano, imposto con felice scelta dal Papa al comando delle galee dal papa stesso ingaggiate e schierate; infine del coraggio e dell'ardire di Don Giovanni d'Austria, figlio naturale dell'imperatore Carlo V (ebbe una relazione da vedovo con una donna tedesca nubile). Don Giovanni decise fermamente per la battaglia contro l'atteggiamento cauto e attendista del fratellastro, Filippo II di Spagna, "el rey prudente", come veniva chiamato, sempre attento, come Carlo V del resto, agli equilibri strategici, che per la Spagna si fermavano al Mediterraneo Occidentale, sulla verticale Meridione d'Italia-Messina-Malta-Tripoli.
Dobbiamo ricordare : nei combattimenti mediterranei contro l'aggressore islamico notevole fu il contributo di sangue italiano, che non mancò anche in altri settori. A Malta, sui circa 9000 difensori al comando di La Valette (contro quasi 40.000 turchi e alleati africani), 5000 erano residenti maltesi e 4000 fanti siciliani, toscani, marchigiani, mentre su 600 Cavalieri, 171 erano di lingua italiana, 200 francese, 130 circa spagnola e tedesca. Dei difensori solo 600 sopravvissero. A Lepanto, su 80.000 "genti di guerra, di capo e di remo" delle flotte cristiane, vi erano 20.000 fanti italiani assoldati dalle varie potenze accanto a 8.000 fanti spagnoli. Le perdite maggiori le ebbero i veneziani con più di 4000 morti, un salasso notevole. (segue).
H.
RispondiEliminaAncora sull'importanza strategica della vittoria di Lepanto - 3
Ancor oggi storici competenti sminuiscono il valore di quella vittoria, che invece fu grandissimo. Dopo la disfatta cristiana alle Gerbe in Europa si era sparso il terrore dell'invasione turca dell'Italia e di Roma: un incubo del quale si compiacevano solo i protestanti più fanatici, come i calvinisti (considerati da tutti una quinta colonna turca - il Gran Sultano protestò violentemente con la Francia per il massacro degli Ugonotti nel giorno di san Bartolomeo). La fece festeggiare, la vittoria di Lepanto, persino l'eretica Elisabetta d'Inghilterra, dotata però di fine intuito politico. Si capì subito che quella straordinaria vittoria aveva spezzato l'egemonia mediterranea che gli ottomani stavano conquistando. Certo si sarebbe dovuta sfruttare, la grande vittoria, per cercare di distruggere l'inesperta flotta turca ricostruita in tempi rapidissimi da Costantinopoli, la possibilità c'era nonostante l'abile strategia difensiva attuata da Ulugh Ali.
Ma la Spagna non voleva avvantaggiare Venezia, unico Stato italiano rimasto effettivament libero dal suo dominio. Le flotte controllate da Madrid (sue proprie, genovesi, napoletane) avevano quasi sempre la raccomandazione di non impegnarsi in battaglia assieme ai veneziani contro i maomettani nelle campagna navali condotte in comune in quegli anni, spesso su istigazione del papa ("No sepan Venecianos que Su Majestad tracte de que no se pelée").
Non si trattava di viltà ma di miope ed egoistico calcolo politico.
Ma appare fantasioso credere che, dopo Lepanto, le potenze cristiane avrebbero addirittura potuto abbattere l'impero ottomano, sbarcando a Costantinopoli e altrove, come pure si è letto. Quell'impero restava fortissimo e bisognava batterlo per via di terra. La vittoria di Lepanto fu un massimo, conseguito con enorme sforzo grazie all'iniziativa di un pontefice eccezionale come san Pio V.
Il valore strategico di quella vittoria risulta anche da altre considerazioni. Se avessero vinto, i turchi, da decenni all'offensiva sempre più audace anche sul mare, alleati i temibili Barbareschi, avrebbero fatto del Medit. un Mare Turcicum, cosa che avrebbe comportato di sicuro un loro attacco diretto a Roma. Una disfatta così totale come quella di Lepanto, tale da far sparire di colpo oltre alle navi anche i migliori quadri della flotta, ebbe anche un profondo effetto sul piano morale: "Dopo Lepanto, le forze delle province [dell'impero ott.] fecero tutto il possibile per evitare di partecipare alle campagne navali"(storici turchi moderni).
I Barbareschi tornarono a privilegiare l'amata pirateria. Continuarono ad infierire ma perdendo il collegamento strategico con la flotta turca, la quale per alcuni decenni rimase praticamente inattiva, per le operazioni strategiche e non riuscì ad imporsi nel Med. Orient. su quella veneziana come si vide nella dispendiosa e lunghissima conquista di Creta, finita nel sett. 1699. (segue)
H.
RispondiEliminaAncora sull'importanza strategica della vittoria di Lepanto - 4
Due anni dopo Lepanto, vedendosi abbandonata di fatto dagli spagnoli, che non mostravano alcun desiderio di chiudere nell'angolo l'inesperta flotta turca, nonostante le opportunità presentatesi, la Serenissima, che si trovava anche in una difficile situazione economica, fece inaspettatamente la pace con il Sultano.
Una pace onerosa e, si disse, vergognosa. Un tradimento della causa, provocato tuttavia, a ben vedere, dal comportamento ambiguo e sleale
del "rey prudente", che con i veneziani cercava sempre di menare il can per l'aia. Filippo II tenne la flotta spagnola a Messina nel 1572 mentre i veneziani e le navi al servizio del Papa cercavanio inutilmente di provocare i turchi a battaglia. Nel 1573 mandò Don Giovanni d'Austria alla conquista di Tunisi che tuttavia Ulugh Ali riprese l'anno dopo, fidando sul numero cioè impiegando tutta la sua numerosa flotta e un gran corpo di spedizione.
La situazione si stabilizzò con il Nordafrica in mano ai Musulmani, Malta ai cristiani, un trattato tra Fil. II e il Sultano, fra quest'ultimo e Venezia, che perse Cipro e pagò una forte indennità ma per decenni non fu molestata da flotte turche nei suoi traffici, fonti della sua ricchezza, le cui vie di terra erano tutte in mano ottomana.
Nel Medit. Orientale imperversò la guerra di corsa dei Cavalieri di Malta e di quelli toscani di S. Stefano contro i turchi, che combatterono senza brillare contro Austria e Persia, concedendo alla fine trattati di pace per loro svantaggiosi: l'Asburgo riuscì a conservare parti di Ungheria e non dovette più pagare il tributo annuo al Sultano.
Gli Asburgo furono distratti dalla Guerra dei Trent'anni. I turchi si rifecero sotto, puntando di nuovo su Vienna. Ma sul fiume Raab subirono una tremenda disfatta dagli imperiali con eccezionalmente alleati i francesi (cavalleria), comandante il modenese Raimondo Montecuccoli, uno dei migliori generali del tempo (10 ag. 1664).
I turchi, da un secolo, dovevano difendersi anche dall'espansione russa verso il Mar Nero, da loro finora controllato.
Ripresero la via di Vienna ancora una volta, per esser disfatti nel 1683 alla famosa battaglia di Kahlenberg, collina fuori la città, decisa la battaglia dalla carica della cavalleria pesante polacca.
Da quel momento cominciò la controffensiva cristiana che portò alla riconquista dell'Ungheria. La battaglia decisiva fu però quella di Zenta, sul Tibisco, il 10 ag. 1697. I turchi si erano ripresi, avevano ripreso Belgrado, vinto un'importante battaglia a Seghedino. Ma a Zenta, furono sorpresi da Eugenio di Savoia, che aveva forze minori, mentre attraversavano il fiume e massacrati, l'esercito praticamente distrutto.
Secondo gli storici, da quel momento il loro declino militare fu inarrestabile, nonostante conservassero sempre la capacità di vincere battaglie e di battersi con la consueta tenacia e valore.
In questo quadro, la catastrofe di Lepanto è stata, io credo, l'inizio del declino, anche se lento e combattuto, trattandosi di un formidabile impero. (fine)
H.
Grazie, Historicus!
RispondiElimina
RispondiEliminaPrego. Grazie per lo spazio concesso.
Rievocare le vicende storiche, per quanto drammatiche, è sempre affascinante, non è vero? Sono sempre diverse e come nuove eppure sono sempre le stesse, poiché l'uomo è sempre il medesimo, nella grandezza e nella miseria.
Ci vorrebbe adesso, per noi cattolici, una Lepanto spirituale, se così posso dire, volta a far piazza pulita degli errori e dei tradimenti che stanno infestando da ormai tanto tempo la Santa Chiesa.
Continuiamo a Dio piacendo la battaglia con le nostre modeste forze, sperando che un giorno il vento cambi, all'improvviso, come all'inizio della Battaglia di Lepanto, quando il vento che soffiava gagliardo in poppa ai maomettani di colpo, MIRACOLOSAMENTE si mise a soffiare gagliardo in poppa ai cristiani, mutamento che sicuramente contribuì alla loro vittoria.
H.
«Amate il Rosario, ditelo con affetto e divozione. Questo è il testamento che lascio a voi in mia memoria»
RispondiEliminaPio IX
@8 ottobre 2022 21:21
RispondiElimina"Ci vorrebbe adesso, per noi cattolici, una Lepanto spirituale, se così posso dire, volta a far piazza pulita degli errori e dei tradimenti che stanno infestando da ormai tanto tempo la Santa Chiesa."
Chissa,' forse nascera' un nuovo Giona a predicare il pentimento a tutto il popolo, e, come auspicava qualche tempo fa Mons.Schneider, un nuovo consesso per ristudiare,rivedere,ricontrollare, revisionare, riesaminare, rifare,correggere ,la pietra d'inciampo vat.II "che infiniti addusse lutti agli Achei".
Il silenzio degli islamici di tutto l'occidente europeo difronte alle centinaia di omicidi commessi dalla dittatura islamica iraniana è vergognoso(saranno addirittura d'accordo con la repressione come eran d'accordo con gli atti di terrorismo ).
RispondiEliminaIl silenzio dei Stati europei, della Ue e dell'Onu difronte ai crimini islamici iraniani e' supervergognoso, schifoso
L'islam è barbarie, quel che sta avvenendo in Iran lo evidenzia perché la strage mostruosa fatta dai pasdaran dell'ayatollah Khamenei è proprio in difesa di regole eticoreligiose islamiche e la rivolta dei cittadini, specie adolescenti, giovani e donne è contro tali regole .
La rivolta iraniana è un evento di portata enorme, mondiale, perché è un grande segno di crisi della religione islamica che si pensava fortissima e verso cui in Europa e nel mondo c'è un gran timore per via del ben noto terrorismo islamico