In una conferenza al Seraphicum il 7 novembre, monsignor Pierbattista Pizaballa, Patriarca latino di Gerusalemme spiega come l’enciclica di Papa Francesco è stata ricevuta in Medio Oriente. Qui l'indice degli articoli su 'Fratelli tutti' e qui quello sulla Dichiarazione di Abi Dhabi.
Già detto e ripetuto, ma giova ribadirlo. Siamo tutti "fratelli" in quanto siamo tutti creature di Dio, non figli. Si tratta, dunque, di una fratellanza solamente creaturale. Dio, infatti, ha UN SOLO FIGLIO, NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO. Noi cristiani, innestati a Cristo mediante la fede e il battesimo, siamo figli adottivi di Dio e non solo sue creature. Chi non è cristiano, pertanto, non è figlio adottivo di Dio, ma solo creatura di Dio. Se, dunque, diciamo che "siamo tutti figli di Dio", cadiamo nell'apostasia per il fatto che neghiamo implicitamente che Gesù è l'Unigenito figlio di Dio e che noi cristiani, e solo noi cristiani, siamo "figli adottivi" di Dio grazie a Gesù.
Quanto all'importanza dei gesti è direttamente proporzionale alla loro inquietante rivoluzionaria portata anticristica, al pari dei documenti.
Fratelli tutti non è letta nel mondo islamico, più importanti i gesti del Papa
«Nel mondo Islamico non vi è alcuna recezione del documento Fratelli Tutti, perché non è conosciuto. Non è stato e non sarà letto nelle scuole, non sarà usato nelle moschee e nei centri di studio islamici. Non c’è alcun interesse a leggere e conoscere i documenti che provengono dalle Chiese cristiane, Santa Sede inclusa. Certo ci sono qua e là, studiosi e religiosi “specializzati” nel dialogo inter-religioso che hanno letto e forse anche commentato l’enciclica papale».
Con la schiettezza e l’onestà intellettuale che gli è universalmente riconosciuta, monsignor Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è intervenuto lunedì 7 novembre presso la biblioteca del Seraphicum a Roma per commentare appunto l’enciclica Fratelli tutti. Il Patriarca non nega il valore dell’enciclica e nemmeno che vi sono singole «persone o istituti, che costituiscono un interessante presenza culturale del territorio, aperta al dialogo e al confronto critico, ma che poca o nessuna influenza hanno sulla vita reale della popolazione». Si tratta, aggiunge, «per lo più di studiosi “laici” o comunque non appartenenti al sistema religioso ufficiale islamico e alle varie istituzioni religiose». E così la catena di recezione dell’enciclica non arriva a penetrare il popolo.
«Le istituzioni religiose islamiche, inoltre, pur con qualche eccezione», spiega Pizzaballa, «non si occupano di dialogo interreligioso e del confronto con le altre fedi religiose. Si occupano prevalentemente di questioni interne, dei problemi legati alla vita civile e religiosa dei loro Paesi, ai temi che coinvolgono le loro rispettive popolazioni. Se rivolgono la loro attenzione all’Occidente o fuori dal Medio Oriente, è quasi sempre per motivazioni legate alla custodia dei valori religiosi islamici: la questione dell’uso del velo proibito in Francia, ad esempio, o del valore delle sentenze dei tribunali islamici in Gran Bretagna».
Il Patriarca ha offerto «alcune delle motivazioni per comprendere perché non c’è stata una grande diffusione per l’enciclica di Papa Francesco», pur essendo scritta pensando anche ai musulmani. «Non si tratta necessariamente di atteggiamento di rifiuto o di polemica. Semplicemente il pensiero è incentrato su dinamiche completamente diverse rispetto all’Occidente europeo e alle Chiese cristiane».
Molto di più, dice ancora Pizzaballa, è la figura di papa Francesco a colpire il mondo musulmano. «L’incontro di Papa Francesco ad Abou Dhabi, ad esempio, ha avuto un impatto enorme nella coscienza pubblica araba levantina. Probabilmente nessuno ricorda cosa si sono detti i due protagonisti dell’incontro, né leggeranno il testo che hanno firmato, ma certamente tutti ricordano l’incontro e il comune desiderio di lavorare insieme. Quei gesti aiutano enormemente a creare un ambiente positivo, anche se non ci si deve illudere che tutto cambi con i ritmi che magari noi ci aspettiamo. In una terra dove le tradizioni e la memoria sono parte costitutiva delle varie identità comunitarie, i cambiamenti sono sempre processi lunghi». - Fonte
"In una terra dove la terra e le tradizioni....I cambiamenti sono sempre processi lunghi". Mi è salito il magone unito a molta molta invidia. Non so voi. Magari fosse ancora così qui. Provo una strana nostalgia, nonostante non abbia mai vissuto in un ambiente così visto che ho, purtroppo, 32 anni.
RispondiEliminaHo vissuto, e sto vivendo neo perfetto occidente decadente e globalizzato, eredità lasciatami dai miei genitori e dalla loro sciagurata generazione di deboli e viziati.
L'anonimo delle 7:20
"Una cosa mi è chiara.
RispondiEliminaDio è fuori dal quadro di questo ignobile processo sinodale.
Lo Spirito Santo non c’entra assolutamente nulla.
Tra i protagonisti di questo processo ci sono per me un po’ troppi difensori del matrimonio gay, persone che non pensano davvero che l’aborto sia un problema e non si mostrano mai davvero difensori del ricco credo della Chiesa, volendo soprattutto essere graditi al loro ambiente secolare.
Non è pastorale, non è amorevole.
La gente vuole risposte sincere.
Non vuole tornare a casa con altre domande.
State allontanando le persone dalla salvezza".
(Monsignor Rob Mutsaerts, vescovo ausiliare della diocesi di s-Hertogenbosch, Paesi Bassi)
Sante parole. Mi sto segnando in un libriccino i nomi dei Vescovi che sono degni di questo sacro mandato. Degni non "secondo me" ma secondo la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Elenco che, data la mia conoscenza estremamente parziale, mi è di grande consolazione. Per me, e questo si posso dire "per me", sono la prova che il Signore sulla Barca di Pietro dorme ma, essendo Dio, è vigile e tutto controlla. È lecito obiettare che dovrei crederci per fede, bastandomi le promesse di Cristo al riguardo, ma come preferisco avere a disposizione le 5 prove dell'esistenza di Dio di San Tommaso, così preferisco avere queste, sul governo del Signore, magari non altrettanto autorevoli data la mia pochezza ma per me ripeto, di grande consolazione.
Eliminaanche i gesti, per essere evangelici, devono essere provocatori (vedi azioni simboliche dei profeti), devono indicare le vie di Dio attraverso il Figlio suo, diversamente sono gesti inutili.
RispondiEliminaCastellaz Giovanni
Ho trovato molto interessante questa conferenza del Prof.Stefano Fontana, specialmente per me (ignorante)quando alla fine parla della famigerata "inculturazione". Anche se ormai sappiamo pressoche' tutto del Vat.II, ve la propongo, quanto a me la ri-ascoltero'per gustarla meglio.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=2c2GeiG0eC4
Il Concilio Vaticano II e le variazioni della Dottrina sociale (Convegno Vaticano II)
Santa giornata di S.Martino!
Penso che anche la chiesa di Roma dovrebbe dialogare di meno e fare più proselitismo. Come fa appunto l'Islam.
RispondiEliminaProselitismo? Una pratica vietata severamente dalla neochiesa! Mi direte: ma prima si faceva così, lo facevano già gli apostoli e i cristiani!! È vero!! Ma, vi ricorda la neochiesa, non vanno seguiti, perché erano tutti .... preconciliari!!
EliminaAnche il dialogo è diventato cosa poco seria, a forza di parlarne si è svuotato ancor prima di aprire bocca. Siamo in una società fatua, vanesia, pretenziosa, collerica per la sua vuotezza di cui non vuol prendere atto.
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RispondiEliminaI mussulmani non leggono i testi cristiani o di qualsiasi altra religione né tantomeno i loro documenti.
Per loro, nel Corano c'è già tutto.
Contano indubbiamente i gesti. IL gesto sciagurato di Giovanni Paolo II che fece l'atto di baciare in segno di rispetto l'edizione lussusuamente rilegata del Corano offertagli in omaggio da una delegazione mediorientale, fu ripetuto all'infinito dalle televisioni dei Paesi mussulmani. Fece un'impressione enorme. Ai loro occhi significava che "il papa di Roma", come lo chiamano, si inchinava alla legge di Allah e del suo Profeta.
Z.
Lamb non può non saperlo, ma evidentemente certi sabotatori della dottrina della Chiesa hanno particolarmente bisogno di fingere di avere l’appoggio dell’autorità di Benedetto XVI: lo odiano, ma non ne possono fare a meno.
RispondiEliminahttps://lanuovabq.it/it/contraccezione-paglia-riapre-il-fronte-cambiare-si-puo