«Don Bosco educatore»: la pedagogia
che risponde a errori e incapacità di oggi.
La sua santità e la sua straordinaria pedagogia fondata sul Vangelo autentico hanno permesso tutto questo. «Chiunque legga la Vita di Don Bosco», leggiamo nel capolavoro appena uscito dalle Edizioni Piane, Don Bosco educatore del salesiano padre Pietro Ricaldone (pp. 772, € 35,00) , «si persuade facilmente che egli fedele alle aspirazioni celesti, volle che tutto il suo lavoro per la gioventù e per le anime – ai Becchi, a Chieri, a Torino; da pastorello e da piccolo saltimbanco; da chierico, da prete e da fondatore della Società Salesiana – fosse, in ogni tempo e circostanza, mosso dal più puro amore, e vivificato dalla carità» (p. 96).
Padre Ricaldone (1870-1951) è stato il quarto successore di don Bosco quale Rettore Maggiore della congregazione salesiana, dal 1932 al 1951, che conobbe di persona il Padre e Maestro dei giovani e fu anche il fondatore dell’Università Pontificia salesiana. Durante il suo mandato potenziò le case salesiane, i seminari, i centri professionali e portò a termine la canonizzazione di don Bosco e di madre Maria Mazzarello, cofondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Proprio a lui dobbiamo la stesura del formidabile saggio pedagogico, teorizzazione applicata del Metodo educativo del più grande pedagogista di tutti i tempi, san Giovanni Bosco, definito Padre e Maestro dei giovani.
Un padre mirabile: sicuro, fermo, amabile. «L’Amore, da lui voluto», dichiara padre Ricaldone, «come scopo e strumento dell’apostolato educativo, è sempre l’amore purissimo che solo può attingersi alla sorgente dell’infinito Amore. E il Santo non si stanca di ripetere che l’anima, l’essenza, il principio supremo del suo sistema educativo è la carità, giungendo spesso ad affermare compendiosamente: “Il sistema preventivo è la carità”» (p. 97).
Il «Sistema preventivo» di don Bosco, se preso alla lettera, è sempre vincente. Esso si basa su tre colonne: Ragione, Religione, Amorevolezza. Il fondatore dei Salesiani (san Francesco di Sales fu il suo grande riferimento teologale) scrisse di pedagogia e fu soprattutto nella prassi che egli diede i frutti del suo metodo preventivo. Sulle tre colonne enunciate egli edificò un’architettura educativa e formativa d’eccellenza, capace di trarre il meglio dai bambini e dai giovani (arte della maieutica) nella libertà della Verità di Cristo.
Don Bosco era padre autorevole, mai autoritario: a lui era sufficiente lasciare il suo tricorno sulla cattedra per mantenere il silenzio in classe quando era chiamato d’urgenza. E al suo ritorno, nessuno veniva trovato fuori posto o schiamazzante. Il suo segreto era essere padre sapiente, dove la saggezza si alleava al volere il meglio per i propri figli, sintetizzabile in: «Essere dei buoni cristiani e degli onesti cittadini». Lascia scritto: «La pratica di questo sistema è tutta appoggiata sopra le parole di San Paolo, che dice: Caritas benigna est… Omnia suffert, omnia sperat, omnia sustinet: La carità è benigna e paziente; soffre tutto, ma spera tutto, e sostiene qualunque disturbo. Perciò soltanto il cristiano può con successo applicare il sistema preventivo» (Regolamento, 90). Rileggendo le pagine che don Bosco scrisse sul suo sistema preventivo, le sue conferenze, i suoi discorsi della Buona Notte ai ragazzi dell’Oratorio di Valdocco e molte sue lettere del voluminoso Epistolario, una cosa si prova innanzitutto «una soavità ineffabile» (p. 97). Questi documenti, insieme alle Costituzioni, i Regolamenti delle Case salesiane, i Ricordi da lui scritti al figlio prediletto don Michele Rua (1837-1910), allorché lo inviò a fondare la prima Casa salesiana fuori Torino, a Mirabello Monferrato (AL), costituiscono la Magna charta della pedagogia fondata da san Giovanni Bosco, tutti pervasi e profumati di purissima carità. L’educatore salesiano, sia Direttore o Consigliere o Catechista o Maestro o Assistente o rivestito da qualsiasi altra carica, è, e deve sempre essere, nel pensiero di don Bosco, persona della carità paolina (il fuoco dell’Amore Infinito nell'anima), perché quando «illanguidisce l’amore, le cose non vanno più bene!» (p. 97).
È proprio attraverso questa Magna charta che padre Ricaldone ha redatto con competenza e brillantezza un manuale che non dovrebbe mancare a nessun insegnante, docente, educatore (compresi i genitori) della contemporaneità in cui gli educatori, spesso e volentieri, si adeguano alle linee della pedagogia che si fonda sulle linee montessoriane (liberali e massoniche), progressiste e globaliste, dove trova spazio l’indottrinamento dell’ideologia gender e dove le discipline umanistiche vengono deformate e conformate al pensiero rivoluzionario, pervicacemente e violentemente anticristiano.
Don Bosco è stato Maestro di scuola, ma soprattutto di anime! È l’anima, infatti, che ha maggior necessità di essere formata: conoscenza e scienza crescono bene laddove c’è un’anima razionale che viene curata e formata alla luce della religione cattolica. Con sano realismo ed equilibrio realizzò una pedagogia per i piccoli e i ragazzi legata ai principi del Vangelo e alle direttive del magistero della Chiesa di sempre. Perfettamente conscio che la natura umana è corrotta dal peccato originale, quindi più propensa al peccato, al vizio, alla terra piuttosto che alla bontà, alle virtù e al trascendente, agiva sui giovani prevenendo mali e peccati, piuttosto che agire nella repressività o nel liberalismo, entrambi sistemi coevi del suo tempo. Il liberalismo, abbracciato dalle nuove teorie pedagogiche, ha infettato il mondo della scuola con le sue rivolte contro l’autorità paterna, la gerarchia scolastica e i metodi pedagogici di stampo cattolico. Di fronte ai fallimenti nella famiglia e nella scuola da parte delle idee rivoluzionarie, distruttrici e dissolvitrici della corretta ed equilibrata formazione della persona – a 19/20 anni si è già persone fatte, pronte o non pronte ad affrontare la vita – non possiamo che affidarci ad una pedagogia certa e dai risultati benefici che aprono a quella domanda tanto semplice quanto fondamentale: “Chi sarò e cosa farò da grande?”.
Utilizzava frequentemente la massima di san Francesco di Sales: «Si prendono più mosche con un cucchiaio di miele che non con un barile di aceto». Applicando le regole del Vescovo savoiardo per condurre le anime al Dio dell’Amore, si avvaleva costantemente, con il sorriso e la sana allegria, dell’amorevolezza paterna. Solo il cuore può rendersi padrone dei cuori: il Cuore del Dio Uno e Trino batteva in lui, ecco perché conquistava con grande facilità. Infatti, non amava le creature per fini umani, ma solo e sempre per amor di Dio e per far loro del bene. «Ciò che più di tutto attrae i giovanetti», insegnava ai maestri e professori salesiani, «sono le buone accoglienze: per ottenere buoni risultati nell'educazione della gioventù, bisogna studiare il modo di farsi amare, per farsi poi temere» (p. 99). Soltanto così può essere resa feconda l’opera educativa per una Civiltà cristiana.
Il 26 settembre 1868 disse: «Dopo aver messo in pratica tutte le Regole della Casa, procurate anche di farle osservare ai giovani… Nello stesso tempo trattateli con grande carità nell'avvisarli… Andate sempre con quelli che hanno bisogno di essere consolati, cogli infermi, e ispirate loro coraggio, animateli alla pazienza… Ciò fate non solamente con quei tali che piacciono, che sono buoni, che han molto ingegno, ma anche con quelli che sono di poca virtù, di poco ingegno, e anche con i cattivi. Non è scritto nel Vangelo aver detto Gesù che i sani non han bisogno del medico?» (p. 99).
Comprerò senz'altro il libro di Padre Ricaldone. Ho una grande devozione per San Giovanni Bosco e vedo l'ora di ritornare a venerarlo al Santuario dell'Ausiliatrice.
RispondiElimina“Pregate, pregate piu' che potete, per i vostri cari e per chi non conoscete. Nel mondo ce' tanta sofferenza che voi non immaginate nemmeno. Il dolore e cosi' forte che faccio fatica a reggerlo.”
RispondiEliminaPadre Pio.
Lo scempio scolastico a cui assistiamo da decenni chiede di essere affrontato con grande serietà. Si rincorre il mondo nei contenuti e nei metodi, ma non si finisce di peggiorare. Occorre altro. Occorre la vocazione. Come occorre la vocazione per diventare padre e madre. Ma la vocazione oggi non si sa più che cosa sia neanche dentro le strutture religiose. Predominano invece volontarismo e sentimentalismo politicamente corretti e perpetuamente aggiornati. Bisogna riscoprire la vocazione cattolicamente intesa sia per essere padri, madri, maestri, maestre. Bisogna tornare a riscoprire la vocazione dopo essere stati frastornati, sviati, manipolati da un mondo che persegue solo la sua distruzione e dannazione.
RispondiElimina«Se mai un giorno (diciamo così per una mera ipotesi) la Roma materiale dovesse crollare, se mai questa stessa Basilica Vaticana, simbolo dell'una, invincibile e vittoriosa Chiesa cattolica, dovesse seppellire sotto le sue rovine i tesori storici, le sacre tombe che essa racchiude, anche allora la Chiesa non sarebbe né abbattuta né screpolata; rimarrebbe sempre vera la promessa di Cristo a Pietro, perdurerebbe sempre il Papato, l'una indistruttibile Chiesa fondata sul Papa in quel momento vivente. Così è. La Roma aeterna in senso cristiano soprannaturale è superiore alla Roma storica. La sua natura e la sua verità sono indipendenti da questa».
RispondiEliminaPio XII ai giovani, 30 gennaio 1949
https://gloria.tv/post/Mg8SMZY2GVmJ2dUgYRTyXamzW
RispondiEliminaSi trovano all' Iper tosano . Occhio....
... e costano anche cari...
Dopo aver messo il naso, corpo anima e spirito, in diversi tipi di scuole un giorno ho capito perché nel tempo erano state fondate intere congregazioni religiose unicamente votate all insegnamento. Perché la dedizione è totale e totalizzante, a voler essere seri, non si tratta di un lavoro come un altro, il sacerdote, il medico, il maestro sono lavori, professioni diverse. Bisognerebbe approfondire tutti gli aspetti di queste diversità di cui non siamo più consapevoli presi come siamo dalla quantità, dalla velocità, dall apparenza, da mille attività che pretendiamo di svolgere in contemporanea.
RispondiEliminaNumeri impietosi per la chiesa tedesca. La stessa iperattiva in un cammino sinodale che somiglia al ballo sul Titanic.
RispondiEliminaSolo 48 candidati al sacerdozio per il 2022
Sono i frutti del Vaticano II
RispondiElimina"Chi non ama la sua talare resisterà ad amare il suo servizio a Dio? Il prossimo non sostituisce Dio! Non è soldato chi non ama la sua divisa." (Card. Giuseppe Siri)
RispondiEliminaIl filosofo Padre Tiziano Tosolini: «La versione più estrema del pensiero scientifico crede che l’homo sapiens evolverà in “homo technologicus”. Ma le domande esistenziali restano. E il Web non è capace di fornire risposte adeguate».
RispondiEliminaL'imitazione di Cristo si basa sulla conoscenza del Padre, frutto della fede, e del Suo piano salvifico; chi possiede questa conoscenza è ricolmo di gioia e prova il desiderio si ricambiare l'amore di Dio, uniformandosi alla Sua bontà e dimostrandolo concretamente nel rapporto quotidiano con il prossimo.
RispondiElimina................
I cristiani dunque, pur nella consapevolezza del carattere limitato e precario dell'esistenza terrena, non solo non rinunciano a impegnarsi nel mondo, ma vi svolgono un ruolo essenziale, poiché è Dio stesso che ha assegnato loro questa sublime missione, cui non è lecito venir meno.
...........
A chi infatti ama Dio, sarà concesso il Regno dei cieli, da Lui promesso nel Suo amore per gli uomini.
(Da: A Diogneto)
E così sia.
“La Storia Sacra facile da imparare” di S. Giovanni Bosco, in nuova edizione
RispondiEliminahttps://www.radiospada.org/2021/01/la-storia-sacra-facile-da-imparare-di-s-giovanni-bosco-in-nuova-edizione/
In offerta speciale insieme ad altri libri del santo e "Don Bosco educatore" fino a domani: https://www.radiospada.org/2023/01/don-bosco-educatore-in-offerta-fino-al-31-gennaio-anche-con-altri-libri-del-santo/
L amore poggia sul sacrificio di se stessi, allora diventa sacro. Gesù Cristo ne è l esempio primo e unico. Quando diciamo, dopo aver fatto il nostro meglio per xy invano: mi ha tolto tutti i sentimenti, vuol dire che tra questi sentimenti molti non erano Amore, tipo quello di Gesù Cristo.
RispondiEliminahttps://scuolaparentalesanpancrazio.it/
RispondiEliminaO.T. ma non del tutto
RispondiEliminaÈ stato ampiamente riportato che Papa Francesco ha detto ai seminaristi di Barcellona, in Spagna, in un discorso non scritto, che non devono “essere clericali, perdonare tutto”. Questo deve avvenire anche “se vediamo che non c’è intenzione di pentirsi, dobbiamo perdonare tutto”. Negando l'”assoluzione” a qualcuno che non è pentito, “diventiamo veicolo di un giudizio malvagio, ingiusto e moralistico”. I sacerdoti che negano l’assoluzione a chi non è pentito sono “delinquenti”.
Nella neo-chiesa lo apostroferebbero come il solito fanatico ultracattolico, nemico del dialogo e dell'ecumenismo, salvo poi scoprire che si tratta di un grande santo della Chiesa Cattolica...
RispondiEliminaSAN GIOVANNI BOSCO, oltre che essere un propagatore della fede è stato anche un suo difensore contro diversi errori : quelli dei maomettani, degli ortodossi, dei protestanti, dei massoni, dei rivoluzionari. Ci sono diversi suoi scritti SUGLI ERRORI DEI PROTESTANTI, eccone uno.
"Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti e di tutti gli altri eretici non hanno i caratteri della vera Chiesa. Non sono una, perché non hanno la medesima fede, nè la medesima dottrina, nè uno stesso capo. Anzi è difficile trovar due ministri di una medesima setta eretica, i quali vadano d'accordo sopra i punti principali di loro credenza.
Quindi ne avvengono continue divisioni in cose di massima importanza. La sola Chiesa protestante, non molto dopo la sua fondazione, era già divisa in più di dugento sette.
Dove possono mai avere unità di fede?
Non sono sante, perché rigettano tutti od in parte i Sacramenti, da cui solo deriva la vera santità; professano più cose contrarie al Vangelo, ripugnanti a Dio medesimo.
In tutte le vite degli eretici, degli increduli, degli apostati, non si può citare un Santo, neppure un miracolo. Che anzi i principali autori delle sette si deturparono con vizi e delitti.
Calvino e Lutero asserivano fin da' loro tempi che i cattolici erano assai migliori dei riformati. Ed Erasmo, caldo promotore del protestantismo, ebbe a dire che tutti gli uomini illustri della Riforma, ben lungi dal far miracoli, non hanno nemmeno potuto guarire un sol cavallo zoppo.
Non sono cattoliche, perché sono ristrette in alcuni luoghi, ed in questi luoghi medesimi cangiano la loro dottrina a seconda dei tempi. Neppure sono cattoliche riguardo al tempo, giacchè, paragonate alla Religione Cattolica, contano pochi secoli di esistenza, non oltrepassano l'epoca de' loro fondatori, niuna si estende fino a Gesù Cristo.
Non sono apostoliche, perché non professano, anzi rigettano molte cose dagli Apostoli credute ed insegnale. Niuna delle società eretiche può vantare i suoi antecessori fino agli Apostoli. Finalmente non sono unite al Romano Pontefice che è successore di S. Pietro, Capo e Principe degli Apostoli."
ANTICONCLAVE GENIALE
RispondiEliminaOggi si è tenuto l'anticonclave che doveva eleggere il vero successore di BXVI e che, invece, pare abbia eletto Francesco, di fatto riconoscendolo come capo.
Noi ridiamo ma in realtà è una mossa geniale.
Nominare Francesco come legittimo erede nonostante sia considerato usurpatore rivela al mondo la vera natura di questo pontificato.
Infatti esiste un Dottor Francesco, buono e legittimo Papa, e un Mr Bergoglio che con la luna piena si trasforma con abbondante crescita di setole che dopo aver ululato dal balcone della loggia delle benedizioni vaga di notte, cercando poveri e sventurati istituti tradizionali accordisti da sottoporre a Traditionis Custodes.
O forse che ha svelato l'esistenza di un alter Bergoglio, tipo il sosia di Paolo VI, che viene tenuto nelle segrete, assieme ad un un'ultracentenario Montini?
Quindi abbiamo appurato l'esistenza di questo dualismo; l'anticonclave aveva lo scopo di potenziare Dottor Francesco.
Sarà riuscito nel suo intento?
Attendiamo il prossimo ciclo lunare per saperlo.
UN FATTO POCO CONOSCIUTO DELLA VITA DI DON BOSCO: LA SUA LETTERA ALL'IMPERATORE FRANCESCO GIUSEPPE
RispondiEliminaOggi, 31 gennaio, celebriamo la festa liturgica di San Giovanni Bosco. Ricordato come l'Apostolo della gioventù e impareggiabile educatore, il santo piemontese è meno ricordato per le sue simpatie politiche, fermamente ancorate nel campo ultramontano e tradizionalista.
Un fatto della sua vita, in concreto, è poco conosciuto. Nel 1873, egli ebbe un sogno profetico in cui Nostro Signore le comunicò un messaggio da trasmettere a Francesco Giuseppe, Imperatore d'Austria. La Divina Provvidenza dava istruzioni al Sovrano asburgico su come salvare se stesso, l'Austria e l'Impero. Insomma, su come fare la Contro-Rivoluzione.
Ecco il testo della lettera, accompagnato da alcuni commenti di Plinio Corrêa de Oliveira:
https://www.atfp.it/biblioteca/articoli-di-plinio-correa-de-oliveira/75-brani-scelti/2436-un-fatto-poco-conosciuto-della-vita-di-don-bosco-la-lettera-all-imperatore-francesco-giuseppe
RispondiEliminaSan G. Bosco e Francesco Giuseppe
Dopo l'unione con l'Ungheria (1867) detta "Compromesso" (Ausgleich), fatta dopo i disastri del 1866 patiti contro la Prussia, Francesco Giuseppe si era circondato di ministri protestanti e aveva cominciato uno svecchiamento dei suoi Stati però all'insegna dell'anticlericalismo. Si voleva dare alla Chiesa e alla religione la colpa dell'inferiorità austriaca di fronte alla Prussia potenza tedesca emergente.
Non aveva voluto accettare il dogma dell'infallibilità papale promulgato dal VAticano I ed anzi aveva denunciato il Concordato con la Chiesa, stilato nel 1855. In quegli anni introdusse anche il matrimonio civile anche se solo per i matrimoni misti; si disse, anche per influenza della moglie. Laicizzò sempre più l'insegnamento.
INsomma, si fece promotore di una politica ostile alla Chiesa, che provocò a più riprese l'ira di Pio IX. Per certi aspetti, l'Austria sembrava voler ritornare al "giuseppismo".
Forse la lettera di Don Bosco lo ammoniva a mutar rotta?
Incidentalmente, per quanto riguarda le comunità italiane suo impero, cominciò, dopo la perdita del Veneto, una politica sottilmente persecutoria, dando istruzione che si favorisse ovunque a loro danno l'elemento slavo (Dalmazia, Istria) e quello tedesco (Alto Adige - Tirolo del Sud, Trentino).
H.
"Le Chiese de' Valdesi e de' Protestanti e di tutti gli altri eretici non hanno i caratteri della vera Chiesa.
RispondiEliminaNon sono una, perchè non hanno la medesima fede, nè la medesima dottrina, nè uno stesso capo. Anzi è difficile trovar due ministri di una medesima setta eretica, i quali vadano d'accordo sopra i punti principali di loro credenza.
Quindi ne avvengono continue divisioni in cose di massima importanza. La sola Chiesa protestante, non molto dopo la sua fondazione, era già divisa in più di dugento sette.
Dove possono mai avere unità di fede?
Non sono sante, perchè rigettano tutti od in parte i Sacramenti, da cui solo deriva la vera santità; professano più cose contrarie al Vangelo, ripugnanti a Dio medesimo.
In tutte le vite degli eretici, degli increduli, degli apostati, non si può citare un Santo, neppure un miracolo. Che anzi i principali autori delle sette si deturparono con vizi e delitti.
Calvino e Lutero asserivano fin da' loro tempi che i cattolici erano assai migliori dei riformati. Ed Erasmo, caldo promotore del protestantismo, ebbe a dire che tutti gli uomini illustri della Riforma, ben lungi dal far miracoli, non hanno nemmeno potuto guarire un sol cavallo zoppo.
Non sono cattoliche, perchè sono ristrette in alcuni luoghi, ed in questi luoghi medesimi cangiano la loro dottrina a seconda dei tempi. Neppure sono cattoliche riguardo al tempo, giacchè, paragonate alla Religione Cattolica, contano pochi secoli di esistenza, non oltrepassano l'epoca de' loro fondatori, niuna si estende fino a Gesù Cristo.
Non sono apostoliche, perchè non professano, anzi rigettano molte cose dagli Apostoli credute ed insegnale. Niuna delle società eretiche può vantare i suoi antecessori fano agli Apostoli. Finalmente non sono unite al Romano Pontefice che è successore di S. Pietro, Capo e Principe degli Apostoli."
San Giovanni Melchiorre Bosco
"Ricordatevi che l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte, e non ce ne mette in mano le chiavi". Buona festa di Don Bosco! Protegga e ispiri i nostri giovani!
RispondiEliminaDon Paolo
I salesiani odierni invece, i successori di S.Giovanni Bosco, insegnano le moderne colte eresie ratzingeriane:
RispondiElimina"La figliolanza divina di Gesù, secondo la fede ecclesiale, non poggia sul fatto che Gesù non abbia alcun padre terreno; la dottrina della divinità di Gesù non verrebbe intaccata qualora Gesù fosse nato da un normale matrimonio umano."
https://notedipastoralegiovanile.it/index.php?option=com_content&view=article&id=13113:2017-12-24-21-15-41&catid=459&Itemid=101
«Protestanti valdesi, e voi tutti che vivete separati dalla Chiesa Cattolica, aprite gli occhi sopra l’immenso abisso che vi sta aperto finché vivete separati dalla vera religione: la Chiesa Cattolica qual madre pietosa vi stende amorosa le braccia: venite e ritornate!»
RispondiEliminahttps://www.radiospada.org/2022/01/don-bosco-apostolo-della-conversione-degli-eretici/
San Giovanni Bosco, un grande Santo controrivoluzionario che, nelle sue visioni, aveva previsto questa crisi della Chiesa.
RispondiElimina
RispondiEliminaArruolare san Giovanni Bosco fra i "controrivoluzionari" alla dr. Plinio è come minimo riduttivo.
Un grande santo come lui è al di sopra di queste etichette politiche.
Dopo la fondazione del Regno d'Italia e anche dopo il 1870 non sembra comunque essersi battuto per il ritorno allo statu quo ante.
PREGHIERA A SAN GIOVANNI BOSCO
RispondiEliminaO San Giovanni Bosco, padre e maestro della gioventù,
che tanto lavorasti per la salvezza delle anime, sii nostra guida nel cercare il bene delle anime nostre e la salvezza dei prossimo; aiutaci a vincere le passioni e il rispetto umano; insegnaci ad amare Gesù Sacramentato, Maria Ausiliatrice e il Papa; e implora da Dio per noi una buona morte, affinché possiamo raggiungerti in Paradiso.
Amen.
10 consigli di Don Bosco ai genitori
RispondiElimina1. Valorizza tuo figlio. Quando è rispettato e stimato, il giovane progredisce e matura.
2. Credi in tuo figlio. Anche i giovani più “difficili” hanno bontà e generosità nel cuore.
3. Ama e rispetta tuo figlio. Mostragli chiaramente che sei al suo fianco, guardandolo negli occhi. Siamo noi ad appartenere ai nostri figli, non loro a noi.
4. Loda tuo figlio ogni volta che puoi. Sii sincero: chi di noi non gradisce un complimento?
5. Comprendi tuo figlio. Il mondo oggi è complicato e competitivo. Cambia ogni giorno. Cerca di capire questo. Forse tuo figlio ha bisogno di te e aspetta solo un tuo gesto.
6. Gioisci con tuo figlio. Come noi, i giovani sono attratti da un sorriso; l'allegria e il buonumore attirano i bambini come il miele.
7. Avvicinati a tuo figlio. Vivi con tuo figlio. Vivi nel suo ambiente. Conosci i suoi amici. Cerca di sapere dove va, con chi è. Invitalo a portare gli amici a casa. Partecipa amichevolmente alla sua vita.
8. Sii coerente con tuo figlio. Non abbiamo il diritto di esigere dai nostri figli atteggiamenti che noi non abbiamo. Chi non è serio non può esigere serietà. Chi non rispetta non può esigere rispetto. Nostro figlio vede tutto questo molto bene, forse perché ci conosce più di quanto noi conosciamo lui.
9. Prevenire è meglio che punire tuo figlio. Chi è felice non sente la necessità di fare ciò che non è giusto. Il castigo ferisce, il dolore e il rancore restano e ti separano da tuo figlio. Pensa due, tre, sette volte prima di castigare. Mai con rabbia. Mai.
10. Prega con tuo figlio. All'inizio può sembrare “strano”, ma la religione ha bisogno di essere alimentata. Chi ama e rispetta Dio amerà e rispetterà il prossimo. Quando si tratta di educazione, non si può mettere da parte la religione.
I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione.
RispondiEliminaPerciò riguardate come gran nemico dell'anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa religione.
San Giovanni Bosco
San Giovanni Bosco diceva ai suoi giovani: «L’angelo custode ha molto più desiderio di aiutarvi di quanto voi ne abbiate nell’essere aiutati da lui … In ogni afflizione accorrete a lui con fiducia ed egli vi aiuterà». Nella sua “Autobiografia” parla del fatto straordinario di un cane che gli apparve per trent’anni senza che mai lo vedesse mangiare. Aveva l’aspetto di un lupo, era alto un metro e il santo lo chiamava Grigio. Lo salvò dalla morte in diverse circostanze: Don Bosco riteneva si trattasse del suo angelo custode. Dice ad esempio: «Una sera buia e ormai molto inoltrata, tornavo a casa solo e con non poca paura, quando vedo vicino a me un grosso cane che a prima vista mi spaventò. Però non mi minacciava con atteggiamenti ostili, anzi mi faceva moine come se io fossi il suo padrone. Entrammo subito in ottimo rapporto e mi accompagnò fino all’oratorio. Lo stesso fatto si ripeté molte altre volte, cosicché posso dire che Grigio mi ha fornito servigi importanti … Non ho mai conosciuto il suo padrone, ma per me fu una vera provvidenza in molti pericoli che incontrai».
RispondiEliminaPREGHIERA A MARIA
RispondiEliminacomposta da San Giovanni Bosco
O Maria, Vergine potente,
Tu grande illustre presidio della Chiesa;
Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani;
Tu terribile come esercito schierato a battaglia;
Tu sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo;
Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze
difendici dal nemico e nell'ora della morte
accogli l'anima nostra in Paradiso!
Amen
La sinistra, che ha perso le elezioni, governa ancora il Paese con le sue idee.
RispondiEliminaItalia: la maggioranza si schianta contro la 194
DiStefano Fontana
https://vanthuanobservatory.com/2023/01/27/italia-la-maggioranza-si-schianta-contro-la-194/?utm_source=Subscribers&utm_campaign=fa4a41594b-EMAIL_CAMPAIGN_2023_01_27_04_14&utm_medium=email&utm_term=0_-fa4a41594b-%5BLIST_EMAIL_ID%5D
Dal 1978 ad oggi con la diabolica e iniqua legge 194, in Italia sono stati uccisi oltre 6 milioni di bambini nel grembo materno con l'aborto chirurgico volontario.
"Chi non impedisce un male ne è complice".
Seneca
https://gloria.tv/post/TLZ33VBMtube1mDMkbGDHLmUq
Chi si e' opposto?
L egemonia culturale è stata tutta o quasi di importazione, perché noi eravamo indietro e dovevamo essere portati avanti, naturalmente l indietritudine era tutta a causa della Chiesa, anche se non detta questa era la causa capitale. Così siamo stati sommersi, per andare avanti, da tutte le sessuali aberrazioni globali scritte, recitate, filmate;per non dire della incomunicabilità altro tormentone che tuonava cupo sui nostri anni verdi, eppoi la rivoluzione e l impegno politico che richiedeva la conoscenza dettagliata di tutte le rivoluzioni svoltesi sui campi, nelle risaie, nelle fabbriche, nelle piazze del globo... Finalmente ritrovammo la strada verso la Chiesa... Ormai anche lei con smanie avanguardiste!???
RispondiEliminaTra i famosi sogni di don Bosco vi fu quello della triste premonizione per casa Savoia.
RispondiEliminaQuando nel 1854 il Parlamento Subalpino si preparava a ratificare leggi contro la Chiesa che prevedevano l’incameramento dei suoi beni e la soppressione dei conventi, don Bosco mandò a dire a Re Vittorio Emanuele che ciò sarebbe stato pagato, dinanzi a Dio, dalla sua famiglia.
Poco tempo dopo, don Bosco ebbe due sogni. Nel primo vide un valletto di corte che gridava: “Grande notizia! Gran funerale a corte!” Don Bosco comprese il sogno e mandò un avvertimento al Re, ma questi non lo volle prendere in considerazione.
Passarono cinque giorni e il sogno si ripeté. Lo stesso valletto disse: “Annunzia: non più un gran funerale a corte, ma grandi funerali a corte!” Il Santo scrisse nuovamente al Re ammonendolo di non promulgare leggi contro la Chiesa. Il Re andò su tutte le furie.
Don Bosco rispose rammaricandosi, ma precisando che non poteva nascondere la verità.
E infatti il 12 gennaio del 1855 il rintocco delle campane diffuse per la città di Torino la notizia della morte improvvisa della regina madre, Maria Teresa, vedova di Carlo Alberto. Ella aveva appena 54 anni.
Pochi giorni dopo, il 20 gennaio, moriva la nuora della regina madre, Maria Adelaide, alla giovane età di 33 anni.
Quello stesso giorno vennero amministrati gli ultimi sacramenti al cognato di Maria Adelaide, Ferdinando di Savoia, Duca di Genova. Questi, padre della futura regina d’Italia, Margherita, morirà l’11 febbraio.
E, dopo questi fatti –ma troppo tardi- Vittorio Emanuele dovette ammettere la grande santità di don Bosco.
Coloro che chiamate protestanti non sono altri che i discepoli di un monaco cattolico chiamato Lutero a cui non piaceva l'andamento della chiesa del tempo. Oggi i tradizionalisti rischiano la stessa scomunica se non accettano le disposizioni di Papa Francesco
RispondiEliminaUna trollata immane.
RispondiEliminaLutero era eretico. E Francesco è un papa anomalo che eresie ne ha collezionate diverse...
Chi lo critica resta fedele al papato ma non può disobbedire alla Tradizione bimillenaria custode della Rivelazione apostolica...