Il 2 gennaio, quando non ricorre la Domenica, nel Calendario Liturgico Antiquior, si celebra il Nome del Signore. Secondo il Calendario liturgico del Novus Ordo, ricorre il 3 gennaio: la ricorrenza è stata ripristinata da Giovanni Paolo II, dopo l'abolizione a causa della Riforma liturgica.
Innanzitutto per devozione, ma anche per uscire da una cronaca fin troppo amara su tutti i fronti, ripropongo l'articolo che segue sulla bellissima ricorrenza di oggi.
Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato
il Nome che è al di sopra di ogni altro nome;
perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami
che
Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Fil 2,91-12)
Fu San Bernardino da Siena a incentrare la predicazione sul Nome di Gesù, ideando il trigramma IHS, in alfabeto greco ΙΗΣ, Nomen sacrum (tra i Nomina sacra), con le prime tre lettere del nome di Gesù in greco antico (ΙΗΣΟΥΣ).
Nel Rito Romano Antico, è celebrata nella domenica tra il 2 e il 5 gennaio compresi (o il 2 gennaio dove l'Epifania non è festa di precetto o se nessuna domenica cade tra il 2 e il 5 gennaio).
Nel Rito Ambrosiano la memoria dell'imposizione del nome a Gesù è stata assommata alla solennità dell'Ottava di Natale nella Circoncisione del Signore (1º gennaio), in cui si legge come Vangelo il brano di Lc 2,18-21 che menziona entrambi i segni rituali. Si conserva nel messale ambrosiano il formulario per la messa votiva del Santissimo Nome di Gesù.
Inserisco, per la nostra devozione il testo delle Litanie del SS. Nome di Gesù, composte nell’ambito della predicazione di san Bernardino da Siena e di san Giovanni da Capestrano, propagatori della devozione al Nome Divino. Furono approvate per l’uso privato dei fedeli prima da Papa Sisto V nel 1585 e poi, nella forma attuale, da Pio IX nel 1862. Papa Leone XIII ne estese l’uso pubblico alla Chiesa universale e le inserì nel Rituale Romano.
Di seguito alle Litanie trovate il testo di dom Guéranger sulla ricorrenza.
Litanie del SS. Nome
Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
– nei cieli, sulla terra e sotto terra. (Phil 2, 10)
Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi
– nei cieli, sulla terra e sotto terra. (Phil 2, 10)
Kýrie, eléison. Christe, eléison. Kýrie, eléison. Iésu, audi nos. Iésu, audi nos. Iésu, exáudi nos. Iésu, exáudi nos. Pater de cœlis, Deus, miserére nobis. Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis. Spíritus Sancte, Deus, miserére nobis. Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis. Iésu, Fili Dei vivi, miserére nobis. Iésu, splendor Patris, miserére nobis. Iésu, candor lucis ætérnæ, miserére nobis. Iésu, Rex glóriæ, miserére nobis. Iésu, sol iustítiæ, miserére nobis. Iésu, Fili Maríæ Vírginis, miserére nobis. Iésu amábilis, miserére nobis. Iésu admirábilis, miserére nobis. Iésu, Deus fortis, miserére nobis. Iésu, Pater futúri sæculi, miserére nobis. Iésu, magni consílii Ángele, miserére nobis. Iésu potentíssime, miserére nobis. Iésu patientíssime, miserére nobis. Iésu obœdientíssime, miserére nobis. Iésu, mitis et húmilis corde, miserére nobis. Iésu, amátor castitátis, miserére nobis. Iésu, amátor noster, miserére nobis. Iésu, Deus pacis, miserére nobis. Iésu, áuctor vítæ, miserére nobis. Iésu, exémplar virtútum, miserére nobis. Iésu, zelátor animárum, miserére nobis. Iésu, Deus noster, miserére nobis. Iésu, refúgium nostrum, miserére nobis. Iésu, pater páuperum, miserére nobis. Iésu, thesáure fidélium, miserére nobis. Iésu, bone pastor, miserére nobis. Iésu, lux vera, miserére nobis. Iésu, sapiéntia ætérna, miserére nobis. Iésu, bónitas infiníta, miserére nobis. Iésu, via et vita nostra, miserére nobis. Iésu, gáudium Angelórum, miserére nobis. Iésu, rex Patriarchárum, miserére nobis. Iésu, magíster Apostolórum, miserére nobis. Iésu, doctor Evangelistárum, miserére nobis. Iésu, fortitúdo Mártyrum, miserére nobis. Iésu, lumen Confessórum, miserére nobis. Iésu, púritas Vírginum, miserére nobis. Iésu, coróna sanctórum ómnium, miserére ... Propítius esto, parce nobis, Iésu. Propítius esto, exáudi nos, Iésu. Ab omni malo, líbera nos, Iésu. Ab omni peccáto, líbera nos, Iésu. Ab ira tua, líbera nos, Iésu. Ab insídiis diáboli, líbera nos, Iésu. A spíritu fornicátionis, líbera nos, Iésu. A morte perpétua, líbera nos, Iésu. A negléctu inspiratiónum tuárum, líbera nos, Iésu. Per mystérium sánctæ Incarnátionis túae, líbera nos, Iésu. Per nativitátem tuam, líbera nos, Iésu. Per infántiam tuam, líbera nos, Iésu. Per diviníssimam vitam tuam, líbera nos, Iésu. Per labóres tuos, líbera nos, Iésu. Per agóniam et passiónem tuam, líbera nos, Iésu. Per crucem et derelictiónem tuam, líbera nos, Iésu. Per languóres tuos, líbera nos, Iésu. Per mortem et sepultúram tuam, líbera nos, Iésu. Per resurrectiónem tuam, líbera nos, Iésu. Per ascensiónem tuam, líbera nos, Iésu. Per sanctíssimae Eucharístiæ institutiónem tuam, líbera nos, Iésu. Per gáudia tua, líbera nos, Iésu. Per glóriam tuam, líbera nos, Iésu. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Iésu. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Iésu. Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis, Iésu. Iésu, audi nos. Iésu, audi nos. Iésu, exáudi nos. Iésu, exáudi nos. Orémus. Dómine Iésu Christe, qui dixísti: “Pétite, et accipiétis; quáerite, et inveniétis; pulsáte, et aperiétur vobis”, quæsumus, da nobis peténtibus diviníssimi tui amóris afféctum, ut te toto corde, ore et ópere diligámus, et a tua nunquam láude cessémus. Sancti nóminis tui, Dómine, timórem páriter et amórem fac nos habére perpétuum: quia nunquam tua gubernatióne destítuis quos in soliditáte túæ dilectiónis instítuis: Qui vivis et regnas in sæcula sæculórum. Amen. |
Signore, pietà. Cristo, pietà. Signore, pietà. Gesù, ascoltaci. Gesù, ascoltaci. Gesù esaudiscici. Gesù esaudiscici. Padre celeste, Dio, abbi pietà di noi. Figlio, Redentore del mondo Dio, pietà di noi Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi. Gesù, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi. Gesù, Splendore del Padre, abbi pietà di noi. Gesù, candore della luce eterna, pietà di noi Gesù, re di gloria, abbi pietà di noi. Gesù, sole di giustizia, abbi pietà di noi. Gesù, Figlio della Vergine Maria, pietà di noi Gesù amabile, abbi pietà di noi. Gesù ammirabile, abbi pietà di noi. Gesù. Dio forte, abbi pietà di noi. Gesù, padre del secolo futuro, abbi pietà di noi. Gesù, Angelo del gran consiglio, pietà di noi Gesù potentissimo, abbi pietà di noi. Gesù pazientissimo, abbi pietà di noi. Gesù obbedientissimo, abbi pietà di noi. Gesù, mite ed umile di cuore, abbi pietà di noi. Gesù, amante della castità, abbi pietà di noi. Gesù, che tanto ci ami, abbi pietà di noi. Gesù, Dio della pace, abbi pietà di noi. Gesù, autore della vita, abbi pietà di noi. Gesù, esempio di ogni virtù, abbi pietà di noi. Gesù, sostenitore delle anime, abbi pietà di noi. Gesù, nostro Dio, abbi pietà di noi. Gesù, nostro rifugio, abbi pietà di noi. Gesù, Padre di ogni povero, abbi pietà di noi. Gesù, tesoro di ogni credente, abbi pietà di noi. Gesù, buon Pastore, abbi pietà di noi. Gesù, vera luce, abbi pietà di noi. Gesù, eterna Sapienza, abbi pietà di noi. Gesù, infinita Bontà, abbi pietà di noi. Gesù, nostra Via e nostra Vita, abbi pietà di noi Gesù, gioia degli Angeli, abbi pietà di noi. Gesù, Re dei Patriarchi, abbi pietà di noi. Gesù, Maestro degli Apostoli, abbi pietà di noi Gesù, Luce degli Evangelisti, abbi pietà di noi. Gesù, fortezza dei Martiri, abbi pietà di noi. Gesù, sostegno dei Confessori, abbi pietà di noi Gesù, purezza delle Vergini, abbi pietà di noi. Gesù, corona di tutti i Santi, abbi pietà di noi. Sii indulgente, perdonaci, Gesù. Sii indulgente, esaudiscici, Gesù. Da ogni male, liberaci, Gesù. Da ogni peccato, liberaci, Gesù. Dalla Tua ira, liberaci, Gesù. Dalle insidie del diavolo, liberaci, Gesù. Dallo spirito impuro, liberaci, Gesù. Dalla morte eterna, liberaci, Gesù. Dal non accogliere le tue ispirazioni, liberaci, Gesù. Per il mistero della Tua santa incarnazione, liberaci, Gesù. Per la Tua nascita, liberaci, Gesù. Per la Tua infanzia, liberaci, Gesù. Per la Tua vita tutta divina, liberaci, Gesù. Per le Tue fatiche, liberaci, Gesù. Per la Tua agonia e passione, liberaci, Gesù. Per Tua Croce ed abbandono, liberaci, Gesù. Per le Tue sofferenze, liberaci, Gesù. Per la Tua morte e sepoltura, liberaci, Gesù. Per la Tua Risurrezione, liberaci, Gesù. Per la Tua Ascensione, liberaci, Gesù. Per l’istituzione della santissima Eucarestia, liberaci, Gesù. Per le Tue gioie liberaci, liberaci, Gesù. Per la Tua gloria, liberaci, Gesù. Agnello di Dio, che prendi su di te i peccati del mondo, perdonaci, Gesù. Agnello di Dio, che prendi su di te i peccati del mondo, esaudiscici, Gesù. Agnello di Dio, che prendi su di te i peccati del mondo, abbi pietà di noi, Gesù. Gesù, ascoltaci. Gesù, ascoltaci. Gesù, esaudiscici. Gesù, esaudiscici. Preghiamo Signore Gesù Cristo, che hai detto: «Chiedete e otterrete, cercate e troverete, picchiate c vi sarà aperto»; concedici, te ne preghiamo, il Tuo divinissimo amore, affinché Ti amiamo con tutto il cuore, con la parola e con le opere, né mai cessiamo dal lodarti. Del Tuo santo Nome, o Signore, facci avere insieme timore ed amore perenne; perché non privi mai della Tua speciale provvidenza coloro, che stabilisci nel solido fondamento dell’amor Tuo. Tu che vivi e regni per i secoli dei secoli. Cosi sia. |
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Festa del Santissimo Nome di Gesù
Per celebrare questa festa, fu dapprima scelta la seconda domenica dopo l'Epifania, che ricorda il banchetto delle nozze di Cana. È nel giorno nuziale che la Sposa assume il nome dello Sposo, e questo nome d'ora in poi testimonierà che essa appartiene a lui. La Chiesa, volendo onorare con un culto speciale un nome per essa così prezioso, ne univa dunque il ricordo a quello delle Nozze divine. Oggi, essa riallaccia all'anniversario stesso del giorno in cui fu imposto, otto giorni dopo la nascita, la celebrazione di quell'augusto Nome.
L'antica alleanza aveva circondato il Nome di Dio di un profondo terrore: quel nome era per essa tanto formidabile quanto santo, e l'onore di proferirlo non spettava a tutti i figli d'Israele. Dio non era ancora stato visto sulla terra a conversare con gli uomini, non si era ancora fatto uomo lui stesso per unirsi alla nostra debole natura: non potevano dunque dargli quel Nome d'amore e di tenerezza che la Sposa dà allo Sposo.
Ma quando è giunta la pienezza dei tempi, quando il mistero d'amore è sul punto di apparire, scende innanzitutto dal cielo il Nome di Gesù, come un anticipo della presenza del Signore che deve portarlo. L'Arcangelo dice a Maria: "Gli imporrai il nome di Gesù"; ora Gesù vuoi dire Salvatore. Quanto sarà dolce a pronunziarsi, questo nome, per l'uomo che era perduto! Questo solo Nome quanto riavvicina già il cielo alla terra! Ve n'è forse uno più amabile o più potente? Se a questo divin Nome ogni ginocchio deve piegarsi in cielo, in terra e nell'inferno, vi è forse un cuore che non si commuova d'amore al sentirlo pronunciare? Ma lasciamo descrivere a san Bernardo la potenza e la dolcezza di questo Nome benedetto. Ecco come egli si esprime in proposito nel suo xv Sermone sul Cantico dei Cantici:
"Il Nome dello Sposo è luce, cibo, medicina. Esso illumina, quando lo si rende noto; nutre, quando vi si pensa in segreto; e quando lo si invoca nella tribolazione, procura la dolcezza e l'unzione. Percorriamo, di grazia, ognuna di tali qualità. Donde pensate che si sia potuto diffondere nell'universo intero la grande e improvvisa luce della Fede, se non dalla predicazione del Nome di Gesù? Non è forse per la luce di quel Nome benedetto che Dio ci ha chiamati alla sua stessa mirabile luce? Illuminati da essa, e vedendo in quella luce un'altra luce, sentiamo san Paolo che ci dice giustamente: Voi eravate una volta tenebre; ma ora siete luce nel Signore.
Ma il Nome di Gesù non è soltanto luce, è anche cibo. Non vi sentite dunque riconfortati ogni qual volta richiamate al vostro cuore quel dolce Nome? Che altro c'è al mondo che nutra tanto la mente di colui che Lo pensa? Che cos'è che, allo stesso modo, ristori i sensi indeboliti, dia energia alle virtù, faccia fiorire i buoni costumi e mantenga gli onesti e casti affetti? Ogni cibo dell'anima è arido se non è imbevuto di quest'olio, è insipido se non è condito con questo sale.
Quando voi mi scrivete, il vostro dire non ha per me alcun sapore, se non vi leggo il Nome di Gesù. Quando discutete o parlate con me, tutto il vostro discorso non ha per me alcun interesse se non vi sento risonare il Nome di Gesù. Gesù è miele alla mia bocca, melodia al mio orecchio, giubilo al mio cuore; ed oltre a questo, una medicina benefica. Qualcuno di voi è triste? Che Gesù venga nel suo cuore, passi di qui nella sua bocca, e subito, alla venuta del Nome divino che è vera luce, scompare ogni nube, e torna il sereno. Qualcuno cade nel peccato oppure incorre, disperando, nei lacci della morte? Se invoca il Nome di Gesù, non comincerà subito a respirare e a vivere nuovamente? Chi mai restò nell'indurimento del cuore come fanno tanti altri; o nel torpore delle gozzoviglie, nel rancore o nel languore del tedio? Chi mai, avendo in sé esaurito la sorgente delle lacrime, non l'ha sentita d'improvviso scorrere più abbondante e più soave, appena è stato invocato Gesù? Qual è quell'uomo che, timoroso e preoccupato in mezzo ai pericoli, invocando quel Nome di forza non abbia sentito subito nascere in sé la fiducia e svanire la paura? Chi è colui, vi chiedo, che sbattuto e vacillante in balia dei dubbi, non ha all'istante - lo dico senza esitare - visto risplendere la certezza all'invocazione di un Nome così luminoso? Chi, nell'avversità, mentre era in preda alla sfiducia, non ha ripreso coraggio al suono di quel Nome di valido aiuto? Sono queste infatti le malattie e i languori dell'anima ed esso ne è il rimedio.
Certamente, e posso provarvelo con quelle parole: Invocami, dice il Signore, nel giorno della tribolazione, e io ti libererò, e tu mi onorerai. Nulla al mondo arresta così decisamente l'impetuosità dell'ira e riduce ugualmente la gonfiezza della superbia. Nulla guarisce così perfettamente le piaghe della tristezza, comprime le irruenze della dissolutezza, spegne la fiamma della cupidigia, estingue la sete dell'avarizia, e distrugge tutti gli stimoli delle passioni disoneste. In verità, quando io nomino Gesù, ho davanti un uomo dolce e umile di cuore, benigno, sobrio, casto, misericordioso, in una parola splendente di ogni purezza e santità. È lo stesso Dio onnipotente che mi guarisce con il suo esempio, e mi rinforza con la sua assistenza. Tutte queste cose echeggiano nel mio cuore quando sento risuonare il Nome di Gesù. Così, in quanto è uomo, io ne ricavo degli esempi per imitarli, e in quanto è l'Onnipotente, ne ricavo un sicuro aiuto. Mi servo di quegli esempi come di erbe medicinali, e dell'aiuto come d'uno strumento per tritarle, e ne faccio così una mistura tale che nessun medico potrebbe farne una simile.
O anima mia, tu hai un antidoto eccellente, nascosto come in un vaso, nel Nome di Gesù! Gesù, infatti è un nome salutare e un rimedio che non risulterà mai inefficace per nessuna malattia. Che esso sia sempre nel tuo cuore, e nella tua mano: di modo che tutti i tuoi sentimenti e tutti i tuoi atti siano diretti verso Gesù".
Questa è dunque la forza e la soavità del santissimo Nome di Gesù, che fu imposto all'Emmanuele il giorno della sua Circoncisione; ma, siccome il giorno dell'Ottava di Natale è già consacrato a celebrare la divina Maternità, e il mistero del Nome dell'Agnello richiedeva solo per sé una propria solennità, è stata, istituita la festa di oggi. Il suo primo promotore fu nel XV secolo, san Bernardino da Siena, che stabilì e propagò l'usanza di rappresentare, circondato di raggi, il santo Nome di Gesù ridotto alle sue prime tre lettere JHS, riunite in monogramma. Questa devozione si diffuse rapidamente in Italia, e fu incoraggiata dall'illustre san Giovanni da Capistrano, dell'Ordine dei Frati Minori al pari di san Bernardino da Siena. La Santa Sede approvò solennemente tale omaggio al Nome del Salvatore degli uomini, e nei primi anni del XVI secolo Clemente VII, dopo lunghe istanze, accordò a tutto l'Ordine di san Francesco il privilegio di celebrare una festa speciale in onore del santissimo Nome di Gesù.
Roma estese successivamente questo favore a diverse Chiese ma doveva venire il momento in cui ne sarebbe stato arricchito lo stesso Ciclo universale. Fu nel 1721, dietro richiesta di Carlo VI imperatore di Germania, che il Papa Innocenzo XIII decretò che la festa del santissimo Nome di Gesù fosse celebrata in tutta la chiesa, e la fissò allora alla seconda Domenica dopo l'Epifania.
DIVOZIONE AL SANTISSIMO NOME DI GESÙ
RispondiEliminaQuesto Nome adorabile che significa SALVATORE, è il più grande, il più venerabile, il più potente di tutt'i nomi: più grande perché è il nome proprio del Figlio di Dio incarnato; più venerabile perché ricorda quanto egli ha fatto e patito per la nostra salute; più potente perché colla sua invocazione si sono operati e si operano di continuo i più grandi prodigi sui demonj mettendoli in fuga, sopra gli infermi risanandoli da ogni male, sopra i morti chiamandoli a nuova vita, sopra il Cielo piegandolo ai nostri desiderj, sopra tutta la natura facendola servire ai nostri bisogni. San Pietro infatti, per guarire lo storpio che stava alla porta speciosa del tempio di Gerusalemme, non fece altro che dirgli: Nel Nome di Gesù sorgi e cammina. San Gregorio Nazianzeno, scrivendo a un certo Nemesio, gli dice nei termini i più formali: Non è a stupire dei prodigi che si narrano operati colla semplice invocazione del Nome di Gesù, dacché io stesso ne ho sotto gli occhi le prove più luminose. Io non pronuncio mai questo Nome che tosto non vegga fuggire, e con grande schiamazzo, lo spirito maligno da chiunque egli aveva preso a dominare, il che ho pure sperimentato facendo il segno della Croce su quelle cose di cui avea egli preso possesso, e ciò anche facendolo soltanto in aria. Tertulliano nel secondo secolo scriveva, al capo 23 del suo Apologetico: Se voi trovate un cristiano che col solo invocare il Nome di Gesù sopra un infelice indemoniato non lo liberi subito dalla invasione, fatelo tosto morire che noi ce ne dichiariamo contenti!
Ma il Nome di Gesù non è soltanto potente a liberarci dai mali del corpo; lo è assai più per provvedere a tutti i bisogni del nostro spirito. A somiglianza dell'olio, esso serve a illuminarlo, a nutrirlo, a rinforzarlo, a raddolcirlo.
Sant'Alfredo nella prefazione alla sua opera Dell'amicizia spirituale, e Sant'Agostino nel libro III delle sue Confessioni, protestano che, malgrado l'amore del sapere da cui erano divorati, non trovavano mai gusto nel leggere quei libri in cui non incontravano il Nome così consolante di Gesù. San Paolo vi era così affezionato che lo nominò più di 270 volte nelle sue epistole. San Francesco d'Assisi si accendeva nel volto ogni qualvolta gli avveniva di nominarlo, e raccomandava ai propri fratelli di mettere in luogo decente tutte quelle carte, per piccole e lacere che fossero, in cui trovassero scritto questo gran Nome. Santa Giovanna Francesca di Chantal se lo impresse di propria mano con ferro rovente sul proprio petto. Sant'Ignazio lo elesse a stemma del suo Istituto. Il Padre Bernardino de Bustis, frate minore, compose in onore di questo Nome un uffizio particolare che Clemente VII nel 1530 permise di recitare ai 14 di gennajo. Questa permissione fu pure accordata nel 1645 all'ordine de' Certosini per la seconda Domenica dopo l'Epifania. Benedetto XIII poi nel 1727 l'estese a tutta la Cristianità.
Nessuno però fu così zelante a promuovere la divozione al Nome di Gesù come San Bernardino da Siena. Egli non predicava mai nelle diverse città d'Italia, che non invitasse a questa divozione i suoi uditori; mostrando in un piccolo quadro che seco sempre portava, il Nome di Gesù a modo di un sole tutto circondato da raggi. E ciò con ragione, imperocché, siccome il sole illumina, riscalda, feconda tutta la terra, così il Nome di Gesù illumina le tenebre della nostra mente, riscalda gli affetti del nostro cuore, e feconda di sante operazioni la nostra vita. Alcuni censurarono questa pratica di San Bernardino, ma, esaminata la causa per ordine di papa Martino V in una conferenza tenuta nella chiesa del Vaticano nell'anno 1427, San Giovanni da Capistrano la difese sì bene che fu solennemente approvata.
...segue
RispondiEliminaMerita pure attenzione ciò che il Sigonio nella Vita di Nicolò Albergati vescovo di Bologna racconta di San Bernardino. Predicando questo gran Santo contro del giuoco, invitò tutti gli uditori a portare a lui tutte le carte e tutti i dadi, onde gettarli al fuoco. Il consiglio fu accettato. Tutti portarono a lui le carte e tutti i dadi che avevano, e il Santo, a vista di tutti, consegnò tutto alle fiamme. Il fabbricatore di questi oggetti andò a fare grande lagnanza perché colla soppressione di quel giuoco egli non poteva più vendere gli oggetti della sua professione; ed era ridotto alla miseria. San Bernardino lo ascoltò colla sua solita carità, indi gli disse: Ebbene, fate a mio modo, stampate delle immagini del Nome di Gesù, e riparerete con queste la vostra perdita. Questo consiglio fu profezia. Colla vendita delle imagini suggerite dal Santo fece quel negoziante sì gran fortuna che migliorò di molto la propria sorte.
I Concilj poi, anche generali, e i sommi Pontefici, che premura non dimostrarono per la glorificazion di questo Nome! Un concilio d'Avignone, e un altro di Beziers nel secolo XVI concedettero Indulgenza di 100 giorni a chiunque con vero pentimento de' propri falli chinasse il capo in segno d'ossequio al sentir nominar Gesù, la qual pratica antichissima si trova confermata con decreto particolare nel Concilio Ecumenico di Lione. Sisto V, confermando la disposizione avignonese, portò i giorni dell'Indulgenza a 20, e Pio VII, a quello di 100. Pio IV eresse una pia Confraternita confermata da San Pio V, e da Urbano VIII arricchita di Indulgenza Plenaria per la festa della Circoncisione, con altra di 100 giorni per ogni volta che uno dei confratelli riuscisse ad impedire o un giuramento temerario o qualche bestemmia. Innocenzo XIII con decreto 12 luglio 1723, ne stabilì formalmente la festa in tutta quanta la Chiesa nella seconda Domenica dopo l'Epifania, e concesse Indulgenza Plenaria applicabile ai Defunti, a tutti quelli che confessati e comunicati assisteranno in detto giorno alla Messa solenne; e Pio IX, il 3 giugno 1856, accordò che per acquistare questa Indulgenza basti assistere alla Messa anche solo Conventuale celebrata senza diacono e suddiacono, dove questa tiene luogo della solenne nelle chiese parrocchiali. Clemente XIII poi, il 5 settembre 1759 confermò l'Indulgenza già accordata da Sisto V e Benedetto XIII, per tutti coloro, i quali salutandosi l'uno coll'altro dicano: Sia lodato Gesù Cristo, e si risponda: E sempre sia lodato.
Per sempre più animarvi a professare a un Nome così santo la divozione che merita, conchiuderò colle parole di San Francesco di Sales nella lettera 301 che scrisse ad una pia vedova: Io ho tanta fretta che non ho agio di scrivervi se non la grande parola di nostra salute Gesù. Oh qual balsamo egli sparge su tutte le potenze dell'anima nostra! Quanto saremmo felici se non avessimo altro nell'intelletto, fuorché Gesù, altro che Gesù nella memoria, altro che Gesù nella volontà! Gesù sarebbe in tutti noi e noi saremmo tutti in Gesù. Proviamoci adunque! Pronunziamolo sovente come possiamo. Se al presente non possiam farlo che balbettando, verrà il tempo in cui lo pronunzieremo assai bene. Io non so dirvi in che consista il pronunziar bene questo nome, vi dirò solo che per esprimerlo converrebbe avere una lingua di fuoco. E questa lingua l'acquisteremo coll'esercizio costante della divozione che ci farà divenir sempre più ardenti di santa carità.
"Gesù, Maria, Giuseppe" .7 SETTE ANNI DI INDULGENZA Ogni volta che si recita con fede la pia invocazione ai Santi Nomi.
RispondiEliminaSe poi si aggiunge anche "VI AMO, SALVATE ANIME" ogni volta si offre all'onore di Dio una riparazione sufficiente per 100 (CENTO) Bestemmie.
Il nome di Gesù se predicato illumina, se meditato nutre, se invocato allevia e fortifica (S.Bernardo)
RispondiEliminaNon senza ragione che lo Spirito Santo paragona il nome dello sposo all’olio e che ispira alla sposa di gridare allo sposo “ Il tuo nome è un’olio diffuso” (Cant. 1,3). Infatti l’olio illumina, nutre, serve ad ungere. Esso alimenta il fuoco, nutre il corpo, allieva il dolore; esso è una luce, un alimento, un rimedio. Considera ora se ciò non è lo stesso per il nome dello Sposo. Se predicato illumina, se meditato nutre, se invocato allevia e fortifica. Esaminiamo singolarmente ciascuna di queste qualità. Da dove pensate sia originata questa così grande e repentina luce della fede, se non dalla predicazione del nome di Gesù? Non è forse attraverso la luce di questo benedetto nome che Dio ci ha chiamati alla sua ammirabile Luce. Non è a quelli che sono illuminati dallo splendore di questo nome e che vedono in questa luce la Luce divina che san Paolo a buon titolo dice: “Eravate un tempo tenebre, ma ora siete luce nel Signore” (Ef. 5,8)
Infine lo stesso Apostolo ha ricevuto ordine di portare questo nome davanti ai re, ai gentili, ai figli di Israele. Ed egli portava questo nome come una fiaccola e ne illuminava la sua patria e dappertutto gridava: “ E’ gia notte inoltrata e il giorno si avvicina. Svestiamoci dunque delle opere che si compiono nelle tenebre e rivestiamoci delle armi della luce; camminiamo dignitosamente come in pieno giorno” (Rm.13,12-13). Egli mostrava a tutti la luce sul candelabro annunciando in ogni luogo Gesù e Gesù crocifisso. Come questa luce rifulse e offuscò col suo bagliore gli occhi di tutti gli astanti, quando, uscendo come un lampo dalla bocca di Pietro, essa consolidò le gambe e le piedi di uno storpio e rese la vista a molti ciechi spirituali? Forse che essa non sparse fiamme quando Pietro disse: “In nome di Gesù Cristo Nazareno, alzati e cammina” (At. 3,6).
Ora il nome di Gesù non è solo luce ma anche nutrimento. Non ti senti forse fortificato ogni qual volta lo richiami alla mente? Chi è chi nutre tanto lo spirito di colui che vi pensa? Chi è chi, parimenti, ristora gli animi affaticati, corrobora le virtù, sviluppa abitudini buone ed oneste, favorisce caste disposizioni? Ogni nutrimento dell’animo è secco, se non è infuso in questo olio, è insipido se non è condito da questo sale. Se scrivi, il tuo racconto non ha per me alcun sapore se non vi leggo il nome di Gesù. Una conferenza o un colloquio non hanno gusto per me se non vi sento risuonare il nome di Gesù. Gesù è miele per la bocca, melodia per l’udito, giubilo per il cuore. Ma questo nome è ancora un rimedio. Qualcuno di noi è triste? Che Gesù venga nel suo cuore, che da là passi alla sua bocca. Ed ecco appena questo divino nome è apparso come un astro che sorge e diffonde la sua luce, ogni nube si dilegua, ritorna il sereno. Qualcuno cade nel peccato? Di più, per la disperazione, corre verso i lacci della morte? Forse se invocherà questo nome di vita, non ricomincerà subito a respirare e vivere?
SANTISSIMO NOME DI GESU’
S.BERNARDO
Sermo 15 super Cantica circa medium
Breviario Romano, Mattutino, Letture del II Notturno
Dio sia benedetto.
RispondiEliminaBenedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo.
Benedetto il Nome di Gesù.
Benedetto il suo Sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo Preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la Gran Madre di Dio, Maria Santissima.
Benedetta la sua Santa e Immacolata Concezione.
Benedetta la sua gloriosa Assunzione.
Benedetto il nome di Maria, Vergine e Madre.
Benedetto San Giuseppe, suo Castissimo Sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.
“A quanti l’hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”.
RispondiEliminaEcco la bella notizia. Perché è venuto? Perché gli uomini diventino figli di Dio. Ora l’uomo non vive più per Dio, ma vive di Dio, e con Lui e come Lui va verso gli altri. E’ dentro le nostre ferite, le nostre piccolezze, le nostre solitudini che prende carne l’eternità di Dio. E’ dentro le nostre gioie che il Verbo di Dio pianta la sua tenda.
"Non possiamo da noi essere perfetti come il Padre nostro che è nei cieli, ma lo dobbiamo per corrispondere al compito della nostra natura. Noi non lo possiamo, ma possiamo seguire Lui, Gesù, aderire a Lui, come sue membra, "diventare suoi". Se noi apparteniamo a Lui come sue membra allora diventiamo per partecipazione ciò che egli è: la sua bontà diventa la nostra "
RispondiElimina(J.Ratzinger, Guardare Cristo)
ATTO DI ABBANDONO A GESU'
RispondiEliminadi Don Dolindo Ruotolo
Gesù alle anime:
- Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà. Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in me, produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose.
Abbandonarsi a me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, volgendo poi a me una preghiera agitata perché io segua voi, e cambiare così l'agitazione in preghiera. Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero dalla tribolazione, e rimettersi a me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, nell'altra riva.
Quello che vi sconvolge e vi fa un male immenso è il vostro ragionamento, il vostro pensiero, il vostro assillo ed il volere ad ogni costo provvedere voi a ciò che vi affligge.
Quante cose io opero quando l'anima, tanto nelle sue necessità spirituali quanto in quelle materiali, si volge a me, mi guarda, e dicendomi: "pensaci tu", chiude gli occhi e riposa! Avete poche grazie quando vi assillate per produrle, ne avete moltissime quando la preghiera è affidamento pieno a me. Voi nel dolore pregate perché io operi, ma perché io operi come voi credete... Non vi rivolgete a me, ma volete voi che io mi adatti alle vostre idee; non siete infermi che domandano al medico la cura, ma, che gliela suggeriscono. Non fate così, ma pregate come vi ho insegnato nel Pater: "Sia santificato il tuo nome", cioè sii glorificato in questa mia necessità; "venga il tuo regno", cioè tutto concorra al tuo regno in noi e nel mondo; "sia fatta la tua volontà", ossia PENSACI TU.
Se mi dite davvero: "sia fatta la tua volontà", che è lo stesso che dire: "pensaci tu", io intervengo con tutta la mia onnipotenza, e risolvo le situazioni più chiuse. Ecco, tu vedi che il malanno incalza invece di decadere? Non ti agitare, chiudi gli occhi e dimmi con fiducia: "Sia fatta la tua volontà, pensaci tu". Ti dico che io ci penso, che intervengo come medico, e compio anche un miracolo quando occorre. Tu vedi che l'infermo peggiora? Non ti sconvolgere, ma chiudi gli occhi e di': "Pensaci tu". Ti dico che io ci penso
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RispondiEliminaE' contro l'abbandono la preoccupazione, l'agitazione e il voler pensare alle conseguenze di un fatto.
Ci penso solo quando chiudete gli occhi. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, confidando solo negli uomini. Voi siete insonni, voi volete tutto valutare, tutto scrutare, a tutto pensare, e vi abbandonate così alle forze umane, o peggio agli uomini, confidando nel loro intervento. E' questo che intralcia le mie parole e le mie vedute. Oh, come io desidero da voi questo abbandono per beneficarvi, e come mi accoro nel vedervi agitati! Satana tende proprio a questo: ad agitarvi per sottrarvi alla mia azione e gettarvi in preda delle iniziative umane. Confidate perciò in me solo, riposate in me, abbandonatevi a me in tutto. Io faccio miracoli in proporzione del pieno abbandono in me, e del nessuno pensiero di voi; io spargo tesori di grazie quando voi siete nella piena povertà! Se avete vostre risorse, anche in poco, o, se le cercate, siete nel campo naturale, e seguite quindi il percorso naturale delle cose, che è spesso intralciato da satana. Nessun ragionatore o ponderatore ha fatto miracoli, neppure fra i Santi.
Opera divinamente chi si abbandona a Dio.
Quando vedi che le cose si complicano, di' con gli occhi dell'anima chiusi:
"Gesù, pensaci tu".
E distràiti, perché la tua mente è acuta... e per te è difficile vedere il male. Confida in me spesso, distraendoti da te stesso. Fa' così per tutte le tue necessità. Fate così tutti, e vedrete grandi, continui e silenziosi miracoli. Ve lo giuro per il mio amore. Io ci penserò ve lo assicuro. Pregate sempre con questa disposizione di abbandono, e ne avrete grande pace e grande frutto, anche quando io vi faccio la grazia dell'immolazione di riparazione e di amore che impone la sofferenza. Ti sembra impossibile? Chiudi gli occhi e di' con tutta l'anima: "Gesù pensaci tu". Non temere ci penso io. E tu benedirai il mio nome umiliandoti. Mille preghiere non valgono un atto solo di fiducioso abbandono: ricordatelo bene. Non c'è novena più efficace di questa:
O Gesù m'abbandono in Te, pensaci tu!
"Gesù, Maria, Giuseppe" ha detto...
RispondiElimina"Gesù, Maria, Giuseppe" .7 SETTE ANNI DI INDULGENZA Ogni volta che si recita con fede la pia invocazione ai Santi Nomi.
Se poi si aggiunge anche "VI AMO, SALVATE ANIME" ogni volta si offre all'onore di Dio una riparazione sufficiente per 100 (CENTO) Bestemmie.
03 gennaio, 2023 09:19
La fonte cui deriva la prima notizia e' l'Enchiridion Indulgentiarum del 1952.
La fonte della seconda è una Rivelazione Privata a Suor Consolata Bretone .
Gesù una volta mi disse: ”Figlia mia, se stai provando un grande dolore e non riesci a pregare, se sei turbata e confusa, se sei stata ferita, se ti senti abbattuta e senza forza, dimmi semplicemente con fiducia e amore: ”Gesù, Gesù!”. Sentendo pronunciare il mio Nome, gli angeli, i santi e mia Madre Immacolata si inchinano adorandomi e l’inferno si chiude, perché l’inferno è sotto il potere di Dio e deve inchinarsi davanti al mio Nome. Nelle Sacre Scritture infatti si legge che al Nome di Gesù si inchinano il Cielo e la terra. Non pensi allora che l’invocazione del mio Nome sia una potente preghiera? Se durante il tempo consacrato alla preghiera non sei in grado di fare o dire nulla pronuncia il mio Nome ad ogni tuo respiro. In questo modo preghi benissimo e puoi ottenere tutto”.
RispondiElimina(Gesù a Sr Maria Natalia Magdolna)