Vi salutiamo, o Maria, piena di grazia, in questo giorno in cui vi allietate dell’onore che vi fu attribuito. L’incomparabile vostra purezza attirò gli sguardi del sommo creatore di tutte le cose e la vostra umiltà lo fece venire nel vostro seno; la sua presenza accresce la santità della vostra anima e la purità del vostro corpo. Con quali delizie sentite il figlio di Dio vivere della vostra vita e prendere dalla vostra sostanza il nuovo essere cui si unisce per nostro amore! Ecco, è già stretto tra voi e lui il legame noto soltanto a voi: è il vostro creatore e voi ne siete la madre; è il vostro figlio e voi siete una sua creatura. Davanti a lui si piega ogni ginocchio, o Maria! Perché è Dio del cielo e della terra; ma pure ogni creatura s’inchina davanti a voi, perché lo portaste nel vostro seno e lo allattaste; sola tra tutti gli esseri, voi potete chiamarlo, come il Padre celeste: “Mio figlio!”. O donna incomparabile, voi siete lo sforzo supremo della potenza divina: accogliete dunque l’umile sottomissione del genere umano, che si gloria di voi più che gli stessi angeli, perché avete il suo stesso sangue e la medesima natura. O novella Eva, figlia dell’antica, senza peccato! Per la vostra obbedienza ai divini decreti salvaste la vostra madre e tutta la sua fìgliolanza, ridando l’innocenza perduta al padre vostro e all’intera sua famiglia. Il Signore che portate ci assicura tutti questi beni, ed è per voi che noi lo possiamo avere; senza di lui noi rimanemmo nella morte e senza di voi egli non potrebbe riscattarci, perché in voi attinge il sangue prezioso che ne sarà il pegno. La sua potenza protesse la vostra purezza nell’istante dell’Immacolata concezione, nella quale si formò il sangue di un Dio per la perfetta unione tra la natura divina e quella umana.
Oggi, o Maria, si compie la divina profezia dopo l’errore: «Porrà inimicizia fra la donna e il serpente». Finora gli uomini temevano il demonio e, nel loro traviamento, erigevano ovunque altari in suo onore. Ma oggi il vostro terribile braccio abbatte il suo nemico. Voi l’avete battuto per sempre con l’umiltà, la castità e l’obbedienza; e non potrà più sedurre le nazioni. Per voi, o nostra liberatrice, siamo stati strappati al suo potere, in preda al quale potremmo ancora essere gettati solo dalla nostra perversità e ingratitudine. Non lo permettete, o Maria! Aiutateci! E se, in questi giorni di emendazione, proni ai vostri piedi, riconosciamo che purtroppo abusammo della grazia celeste, di cui voi diveniste il canale nella festa della vostra Annunciazione, fateci rivivere, o Madre dei viventi, per la vostra potente intercessione al trono di colui che oggi diventa vostro figlio in eterno.
O Figlia degli uomini, o nostra cara sorella, per il saluto dell’arcangelo, per il vostro verginale turbamento, per la fedeltà al Signore, per la prudente umiltà, per il vostro consenso liberatore, vi supplichiamo, convertite i nostri cuori, fateci sinceramente penitenti, preparateci ai grandi misteri che stiamo per celebrare. Oh, quanto saranno dolorosi per voi, o Maria! Come sarà breve il passaggio dalle gioie dell’Annunciazione alle tristezze della Passione! Ma voi volete far rallegrare l’anima nostra pensando alla felicità del vostro cuore, quando lo Spirito divino vi coprì con le sue ali e il figlio di Dio fu anche vostro figlio. Perciò, restiamo tutto il giorno vicino a voi, nell’umile casa di Nazaret. Tra nove mesi Betlemme ci vedrà prostrati, coi pastori e i Magi, ai piedi di Gesù Bambino che nascerà per gioia vostra e per la nostra salvezza; allora, noi ripeteremo insieme agli angeli: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini di buona volontà!
Dom Prosper Guéranger* * *
Coloro che si consacrano alla Santa Vergine hanno «una singolare devozione per il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo, il 25 marzo, che è il mistero proprio di questa devozione, perché questa devozione è stata ispirata dallo Spirito Santo:
- per onorare e imitare la dipendenza ineffabile che Dio Figlio ha voluto avere da Maria, per la gloria di Dio Padre e per la nostra salvezza, dipendenza che appare particolarmente in questo mistero in cui Gesù Cristo è prigioniero e schiavo nel seno della divina Maria e in cui dipende da lei in tutte le cose;
- per ringraziare Dio delle grazie incomparabili che ha fatto a Maria e particolarmente di averla scelta come sua degnissima Madre, scelta che è stata fatta in questo mistero».
Ecco il mistero dell’Annunciazione, in cui troviamo la Vergine «già piena di grazia quando fu salutata dall’arcangelo Gabriele». Una grazia di cui Maria «fu ricolma con sovrabbondanza quando lo Spirito Santo stese su di lei la sua ombra ineffabile. Poi crebbe talmente di giorno in giorno e di momento in momento in quella duplice pienezza, che raggiunse un grado di grazia immenso e inconcepibile» (n. 44).
«Il mondo - dice sant’Agostino - era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l’ha dato a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria. Dio Spirito Santo ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno dei primi ministri della sua corte» (n. 16).
«Colui che È volle venire in mezzo a ciò che non è, perché ciò che non è diventi Dio o Colui che È. Questo Egli ha fatto in modo perfetto dandosi e sottomettendosi interamente alla giovane Vergine Maria, senza cessare di essere nel tempo Colui che È da tutta l’eternità. Così, pur essendo un nulla, noi possiamo divenire simili a Dio con la grazia e la gloria, per mezzo di Maria, offrendoci a lei in modo così perfetto e totale da non essere più niente in noi stessi, ma tutto in lei, senza timore di ingannarci» (n. 157).
(Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, San Luigi Maria Grignion di Montfort)
Il più eccelso degli angeli fu mandato dal cielo per dir «Ave» alla Madre di Dio.
RispondiEliminaAl suo incorporeo saluto vedendoti in lei fatto uomo, Signore, in estasi stette,
acclamando la Madre così:
Ave, per te la gioia risplende;
Ave, per te il dolore s’estingue.
Ave, salvezza di Adamo caduto;
Ave, riscatto del pianto di Eva.
Ave, tu vetta sublime a umano intelletto;
Ave, tu abisso profondo agli occhi degli angeli.
Ave, in te fu elevato il trono del Re;
Ave, tu porti colui che il tutto sostiene.
Ave, o stella che il sole precorri;
Ave, o grembo del Dio che s’incarna.
Ave, per te si rinnova il creato;
Ave, per te il Creatore è Bambino.
Ave, Vergine e Sposa!
Ben sapeva Maria d’esser Vergine sacra e così a Gabriele diceva:
“Il tuo singolare messaggio all’anima mia incomprensibile appare:
da grembo di vergine un parto predici, esclamando: Alleluia!”.
Desiava la Vergine di capire il mistero e al nunzio divino chiedeva:
“Potrà il verginale mio seno mai dare alla luce un bambino? Dimmelo!”.
E quei riverente acclamandola disse così:
Ave, tu guida al superno consiglio;
Ave, tu prova d’arcano mistero.
Ave, tu il primo prodigio di Cristo;
Ave, compendio di sue verità.
Ave, o scala celeste che scese l’Eterno;
Ave, o ponte che porti gli uomini al cielo.
Ave, dai cori degli angeli cantato portento;
Ave, dall’orde dei demoni esecrato flagello.
Ave, la luce ineffabile hai dato;
Ave, tu il «modo» a nessuno hai svelato.
Ave, la scienza dei dotti trascendi;
Ave, al cuor dei credenti risplendi.
Ave, Vergine e Sposa!
(Dall’inno Akathistos)
Angelus Dómini nuntiávit Mariæ.
RispondiEliminaEt concépit de Spíritu Sancto.
Ave Maria...
Ecce ancílla Dómini.
Fiat mihi secúndum verbum tuum.
Ave Maria...
Et Verbum caro factum est.
Et habitávit in nobis.
Ave Maria...
Ora pro nobis, sancta Dei génetrix.
Ut digni efficiámur promissiónibus Christi.
Orémus.
Grátiam tuam, quǽsumus, Dómine, méntibus nostris infunde; ut qui, Ángelo nuntiánte, Christi Fílii tui incarnatiónem cognóvimus, per passiónem eius et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum.
Amen
I dipinti dll'Annunciazione sono indubbiamente tra i più bei quadri a tema religioso dell'intera storia della pittura, in particolare di quella italiana...
RispondiEliminasono bellissime le considerazioni S. Luigi G. de Monfort sul mistero dell'Incarnazione, però....
RispondiEliminachiedo a mic, circa questa proposizione:
«Colui che È volle venire in mezzo a ciò che non è, perché ciò che non è diventi Dio o Colui che È"
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non è eccessivo e rischioso dire che "ciò che non è" = l'umanità possa diventare Colui che è, cioè diventare proprio Dio ? non dice "simile a Dio"...
Sì lo avevo notato anch'io, ma interpretato nel senso di "configurazione" a Cristo Signore...
RispondiEliminaSub tuum praesidium confugimus,
RispondiEliminaSancta Dei Genetrix;
nostras deprecationes
ne despicias in necessitatibus;
sed a periculis et a malis cunctis libera nos
semper Virgo gloriosa et benedicta.
S Luigi Grignion ha sempre un linguaggio molto acceso e iperbolico. Per es chiama Maria SS "la divina Maria", per la sua altissima dignità e per l'insondabile grandezza della sua santità, ma nessuno potrebbe credere che egli la consideri una divinità, come del resto emerge dalle sue opere, in cui la Madonna appare come pura creatura e dunque "puro nulla" al cospetto di Dio, anche se elevata a inimmaginabile altezza, al di sopra dei Serafini. Quindi è chiaro che vuol dire che ,pur rimanendo creature, parteciperemo della Natura divina. Così come il legno infuocato rimane pur sempre legno.
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