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lunedì 13 marzo 2023

Nigro signanda lapillo: dieci anni fa la catastrofica elezione del Bergoglio, "il Papa Buonasera".

Nigro signanda lapillo: dieci anni fa
la catastrofica elezione del Bergoglio, "il Papa Buonasera".

Vorrei sperare che la tifoseria papista dei kattoliconi da salotto abbia ricevuto sufficienti docce fredde da capire la situazione della Chiesa oggi. E considerata la bergoglizzazione del collegio cardinalizio, temo un suo successore anche se fosse qualificato come "super conservatore" (giacché occorre una virata di 180°, visto che anche 179° significa andare alla deriva e preservare tanti danni del gesuitismo gesuitante).

«...possiamo sperare che prima o poi il ritorno sul Soglio di un Pontefice santo e ortodosso sani questa situazione dichiarandolo illegittimo, invalido, nullo, al pari del Conciliabolo di Pistoia... Il Novus Ordo non merita quindi alcun emendamento, alcuna “riforma della riforma”, ma la sola soppressione e abrogazione...» (mons. Viganò due mesi fa). E.P.

25 commenti:

  1. Esattamente 10 anni orsono, nel pomeriggio del 13 marzo 2023, veniva eletto "vescovo di Roma" Jorge Mario Bergoglio.
    Che si è presto rivelato come uno dei personaggi più nefandi dell'intera storia spirituale dell'umanità.
    Modernista, panteista, relativista, indifferentista, odiatore della Trascendenza e del Sacro, bestemiatore seriale, persino idolatra manifesto. Peggio di lui nessuno mai, forse nemmeno quel Benedetto IX che san Pier Damiani, che certo era un santo ma non un un papolatra, definì "puzza del mondo, vergogna dell'umanità".
    Nemmeno Benedetto IX infatti era giunto a venerare pubblicamente, come ha fatto Bergoglio, un idolo pagano, la Pachamama.
    Ma la Pachamama è solo il vertice della lunga serie di nefandezze bergogliane, che da vero seguece del mondo nel senso evangelico, non si è fatto mancare una sola menzogna, da quella meticcista a quella sodomista a quella sierista, da proclamare a gran voce.
    Oltre che esplicito ammiratore di Emma Bonino ed Ursula von der Leyen, l'argentino biancovestito si riconosce come seguace del dodicesimo apostolo, quello dei trenta denari, il Giuda, di cui tiene bene in vista l'effige dietro alla sua scrivania. Dovrebbe anche riconoscersi legittimo successore di Caifa.
    E ciò nonostante, nonostante l'infinito squallore luciferino dell'uomo Bergoglio e della sua cerchia, la crisi della Chiesa non inizia il 13 marzo del 2013, ma almeno mezzo secolo prima, col Vaticano II. Bergoglio è il frutto marcio e avvelenato, non l'albero malato.
    Anche alcune delle nefandezze bergogliane erano già state compiute dai sui vicini predecessori, da lui infatti fatti santi a tempo di record, perchè non si possa più tornare indietro.
    Infine Bergoglio, questo assassino dello spirito, è una sciagura infinita e una punizione atroce, ma è anche un 'opportunità. Perchè divide il grano dal loglio. Nessun cattolico autentico minimamente informato può infatti non sentirsi tradito dai suoi gesti e dalle sue parole. E quindi non cominciare a capire, perlomeno a intuire, l'immensa tragedia della crisi della Chiesa, e quindi a interrogarsi sulle sue cause.
    Martino Mora

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  2. Fabrizio Fabbri
    Sentiti ora al tg1 ben tre servizi sui 10 anni di pontificato di Papa Bergoglio e da tali servizi sembra che il Papa non governi più la Chiesa cattolica, corpo mistico di Cristo Verbo di Dio fatto carne.
    No! sembra che al posto di questi vecchi dogmi , Trinità Cristo, croce, peccato, grazia inferno, paradiso purgatorio, con Bergoglio sia sorta una nuova Chiesa con nuova religione, una religione dei sogni di ciascuno, di fratellanza, in cui tutti siano inclusi e nessuno discriminato, poveri , omosessuali, carcerati, immigrati credenti di altre religioni...
    Cristo non è mai stato nominato in questi tre servizi del tg1 sulla Chiesa di Bergoglio!!!!

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  3. La messinscena del 13 marzo 2013
    Un conclave pilotato da un gruppo di prelati, che nel 2005 ha giá cercato di portare al Soglio Pontificio il suo candidato preferito.
    Vedi la Costituzione Apostolica "Universi Dominci Gregis":
    81. I Cardinali elettori si astengano, inoltre, da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse od altri impegni di qualsiasi genere, che li possano costringere a dare o a negare il voto ad uno o ad alcuni. Se ciò in realtà fosse fatto, sia pure sotto giuramento, decreto che tale impegno sia nullo e invalido e che nessuno sia tenuto ad osservarlo; e fin d'ora commino la scomunica latae sententiae ai trasgressori di tale divieto. Non intendo, tuttavia, proibire che durante la Sede Vacante ci possano essere scambi di idee circa l'elezione.
    82. Parimenti, vieto ai Cardinali di fare, prima dell'elezione, capitolazioni, ossia di prendere impegni di comune accordo, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato. Anche queste promesse, qualora in realtà fossero fatte, sia pure sotto giuramento, le dichiaro nulle e invalide.

    10 anni dopo il buio totale...

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  4. Oggi è il decimo anniversario del pontificato di Francesco. Elenchiamo solo alcuni momenti salienti di quel decennio:
    • contraddire la legge naturale, la Scrittura e la tradizione della Chiesa sulla pena di morte
    • firmare documenti indifferentisti e pluralisti ad Abu Dhabi e in Kazakistan
    • sventrare e liberalizzare la Pontificia Accademia per la Vita e l'Istituto Giovanni Paolo II al Laterano
    • seminare massiccia confusione morale ed errori con “Amoris Laetitia” e le linee guida ai vescovi argentini
    • invio di messaggi contrastanti su problemi LGBTQ
    • coprire gli abusi sessuali e promuovere/proteggere gli abusatori
    • attaccare il rito romano antico e i fedeli e il clero che vi aderiscono
    • manipolare molteplici sinodi come Cavalli di Troia per il progressismo, culminando nel Sinodo sulla Sinodalità
    • manovrare e trattare con la Cina comunista a spese della Chiesa sotterranea
    • promozione delle donne ai istituzioni ecclesiastiche
    • rinnovare la Curia Romana secondo principi dubbi
    • denigrare la costituzione divina della Chiesa deponendo e togliendo potere ai vescovi
    • distruggre la vita religiosa contemplativa e rubare proprietà monastiche
    • lottare costantemente contro la tradizione, gli assoluti morali, la sussidiarietà
    Questo così su due piedi. Sono sicuro che si potrebbero aggiungere tanti altri punti. Infatti ho scritto un libro a riguardo: il secondo volume de "La strada dall'iperpapalismo al cattolicesimo".
    Bisognerebbe aggiornarlo quasi settimanalmente se si cercasse la completezza.
    Questo è il pregevole "Curriculum Vitae" di questa macchia sulla Chiesa di Cristo e disgrazia della cattedra di Pietro.
    C'è, però, un "aspetto positivo" per il quale non dobbiamo mancare di ringraziare la Divina Provvidenza. È di grande aiuto per noi che l'avversario n°1 della Messa antica sia innegabilmente tra i peggiori papi della storia e sicuramente il più liberale, progressista, modernista, e semplicemente cattivo e spregevole. Immaginate se avessimo un Papa santo come Pio X, regale come Pio XII, gentile come Giovanni Paolo I, carismatico come Giovanni Paolo II, o profondo come Benedetto XVI, ma che porta avanti quest'agenda attuale (la mente vacilla al pensiero).
    Così com'è, l'attuale in carica e il suo messaggio sono dello stesso tipo. Non è difficile rifiutare il diavolo quando appare non come un angelo di luce ma, beh, semplicemente com'è, corna, coda, zoccoli e tutto il resto. In un mondo dove c'è tanta confusione e ambiguità, possiamo ringraziare Dio per averci reso facile questo particolare "discernimento".
    Il Signore nella Sua misericordia ci conceda un Papa secondo il Suo Cuore.
    Dixi. (Peter Kwasniewski su Fb - traduzione mia)

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  5. 10 anni che me lo trovo colazione, pranzo e cena a martellarmi le tempie su migranti, poveri, pace e amore ecc.. continuamente e ossessivamente. Non c'è nulla di pastorale nel suo operato, anzi, è un anti apostolato e il fatto che a elogiarlo come clericoni sono coloro che ideologicamente sono anticlericali vale più di 1000 parole.

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  6. Mi criticano ché non ho simpatia per Francesco ma la statua di Lutero in san Pietro?

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  7. «Il “novus ordo” non merita quindi alcun emendamento, alcuna “riforma della riforma”, ma la sola soppressione e abrogazione...» (mons. Viganò due mesi fa).

    Non sono d’accordo.
    Per me la prospettiva resta sempre quella della riforma della riforma: perché la Chiesa cattolica non è nata sessant’anni fa (prospettiva dei neomodernisti e progressisti), ma non è neanche morta sessant’anni fa (prospettiva dei sedevacantisti e di certi tradizionalisti radicali).
    La riforma liturgica è stata fatta male; ma questo non toglie che una riforma (certo molto diversa da questa) si potesse e si dovesse fare.
    La Chiesa non può approvare e imporre una "lex orandi" che sia, non solo difettosa, ma radicalmente inaccettabile dal punto di vista della dottrina ortodossa (si vedano tutti i manuali, preconciliari, di teologia dommatica): un'ipotesi del genere si può ammettere quindi solo se si ammette la tesi sedevacantista, che però è a sua volta insostenibile perché, a tacer d'altro, implicherebbe un'eclisse sostanziale della Chiesa di Cristo, del papato e dell'episcopato cattolico, per un periodo molto lungo, più di mezzo secolo.
    Attenzione a non cadere dalla padella nella brace, dal neomodernismo in uno scisma inconsapevole. Criticare, e anche molto duramente, è giustissimo e doveroso, ma ci vuole una consapevolezza teologica che a molti purtroppo manca.
    Certe posizioni poco giustificabili, come per esempio appunto una condanna assoluta, come eretico e invalido o poco meno, del “novus ordo”, rischiano d'essere il maggior regalo che facciamo ai modernisti.
    Quanto a monsignor Viganò, è senza dubbio un uomo intelligente e in buona fede, ma mi sembra, francamente, un po' squilibrato. E lo dico con tutto il rispetto.
    Prudenza!

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    1. Dare dello squilibrato con "tutto il rispetto" è abbastanza comico, sembra una frase di Totó. A me invece il suo commento sembra quello di uno che ha iniziato a capirci qualcosa da poco, e già vuol dare lezioni. Anche a pastori veri come Viganò.

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    2. Mons. Viganò è "un po' squilibrato"? E lei, invece, che cos'è? La messa-cena protestante moderna è puro veleno e il veleno non è mai buono, nemmeno se mischiato alla crema chantilly.

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    3. Sarebbe sufficiente utilizzare il vetus ordo come de facto viene applicato oggi. Neanche io sono d'accordo che dobbiamo tornare al modo di servire indicato nel Baldeschi perché semplicemente certi contesti non esistono più. Il NO andrebbe sicuramente abolito ma non senza prima aver ridato dignità al VO e spiegato che non è solo una questione di forma ma di sostanza perché è diverso il tipo di cattolico che ne risulta. Solo accettando che i cattolici oggi non sono ortodossi il VO potrà essere accolto come qualcosa di salutare e necessario. Altrimenti vi sarà un rigetto che genererà un fenomeno di resistenza uguale e contrario all'attuale con l'aggravante che verrà sostenuto dal mondo e dal suo decaduto principe.

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  8. I dieci anni del pontificato di Papa Bergoglio possono essere riassunti in un concetto o, per meglio dire, letti alla luce di un'insegna ben precisa.
    La pastorale (sotto cui rientra una vasta gamma di implicazioni, dalla mera amministrazione parrocchiale alle applicazioni della Dottrina sociale cattolica) precede il rigore dottrinale in termini di urgenza per la Chiesa.
    Mi sono fatto allora l'idea che il miglior modo per essere cattolici tradizionalisti sia essere cattolici dell'integralità e quindi obbiettori radicali di questo assunto.
    Integrali, cioè, tanto nel rigore dottrinale quanto nello slancio pastorale; innamorati della Carità quanto lo si è della Liturgia; primi nella difesa della teologia morale anche nelle sue manifestazioni sociali; capaci, in definitiva, di far risuonare il Canto del Vangelo nel silenzio della disperazione delle nostre strade piene di miseria umana, dolore e devastazione.

    Ecco mi piacerebbe che dieci anni dopo, oltre a ripeterci come il concetto guida di questo pontificato sia sbagliato, ammettessimo di non esserne affatto stati una confutazione convincente.

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  9. Bergoglio non è il Papa. Personalmente ne sono convinto oltre ogni ragionevole dubbio e credo che ciascuno ne dovrà rispondere per la parte che gli compete. Inutile fingere di non saperlo aspettando che passi, mentre nel frattempo la Chiesa è in rovina.

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  10. Condivido, come sempre, l'intervento di Martino Mora forse solo il finale mi sembra un po' ottimistico.
    Mons. Viganò è ben sano di mente ed ha totalmente ragione.
    Ogni tanto esce qualcuno che per la smania di sentirsi "equilibrato"cerca di dare un colpo al cerchio ed uno alla botte.
    Antonio

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    1. Concordo... gli 'equilibrati' si chiamano conservatori...

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  11. Quasi quasi viene voglia di dare ragione a Cionci, almeno in qualche passaggio del suo libro, sicuramente non è o non fa il papa, segue direttive ben precise fin da quando era dall'altra parte del mondo magari ci fosse rimasto, ma ormai è qui, imperversa tutto il giorno, anche chi, come me, non segue news tv, è costretto a subirselo, come il Festival di S.Remo, cerco di limitare possibili contatti col tipo, ma è dura, da quella malefica sera di 10 anni fa sono entrato in un tunnel in cui non vedo spiragli.....Maledetta primavera mi viene da dire, resta solo pregare che passi.......

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  12. I commenti della neo setta sedevacantista del trio sciagura Minutella-Cionci-Fusaro non mancano mai quando si parla di Bergoglio. A loro modo sono bergogliocentrici.

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  13. leonardolugaresi
    Una cosa molto ben detta (a proposito dei famosi dieci anni).

    Sono del tutto disinteressato alle celebrazioni del Decennio che per qualche giorno tengono banco nei circoli ecclesiastici sui media e in rete (molto meno nel “mondo di fuori”, che ha altro a cui pensare, direi). Quindi non ne avrei parlato affatto. Però mi è capitato sott’occhio questo articolo del Sismografo – dunque di una testata non certo sospettabile di essere “contro” – che mi pare talmente pieno di buon senso che sarebbe un peccato non condividerlo. Se per caso ci fosse qualcuno che è solito passare di qui ma non ha dimestichezza con quel sito (enormemente più frequentato del nostro piccolo blog), ecco il link:

    http://ilsismografo.blogspot.com/2023/03/vaticano-dieci-anni-del-pontificato-di.html

    Sottolineo in particolare questo passaggio: «La questione è un’altra: Francesco ha un gigantesco bagaglio di opinioni personali su tutto e in ogni momento. Lungo questi dieci anni ha scritto una specie di romanzo personale sul cosmo. La realtà è sempre come la vede lui e come la descrive lui. Le analisi sono sempre quelle che propone lui. Le domande sono sempre quelle che lancia lui. Le soluzioni sono sempre quelle che lui offre alla Chiesa [e] al mondo. Insomma, questo decennio della vita della Chiesa – che però è un attimo nella sua storia bimillenaria – ha una sola esclusiva referenzialità: il Papa stesso».

    A me pare davvero difficile non riconoscere l’aderenza di questa descrizione alla realtà. Tradotto in termini ancora più semplici e popolari, mi pare che il Sismografo dica che Francesco “fa il papa di testa sua”. Il che è una semplice constatazione; del tutto rispettosa e per nulla offensiva, come ogni semplice constatazione è per sua natura. Di conseguenza, non deve affatto stupire, né tantomeno offendere, che i passeggeri della barca di Pietro si sentano più o meno rassicurati circa la sua navigazione a seconda della stima che hanno della testa del timoniere (che non è oggetto di un dogma di fede), dato che costui trascura le carte nautiche, le regole dell’arte e l’esperienza dei precedenti nocchieri. Beati quelli che se ne fidano ciecamente e vedono davanti a sè una navigazione trionfale! Gli altri stanno molto peggio, e onestamente non si può rimproverarli per questo: tuttavia, la certezza dell’inaffondabilità del veicolo (garantita dall’armatore!), permette anche a loro di vivere con un fondo di serena letizia le forti preoccupazioni che, dato il mare in tempesta e gli scogli che affiorano da ogni parte, comprensibilmente li tormentano.

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  14. Tira e molla tira e molla..14 marzo, 2023 20:15

    DON NICOLA BUX SUL CELIBATO ECCLESIASTICO
    https://gloria.tv/post/8N1KZufK8se3Dkff6agMgX6yr

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  15. "La rivoluzione non odia il Papa Re, che per colpire più sicuramente il Papa Pontefice. Essa sa al pari di noi che il Papa Re è il Papa materialmente indipendente, è il Papa inviolabile. Il Papa inviolabile è il Papa libero di dire tutta la verità e di scagliare l’anatema contro gli spogliatori ed i despoti, a prescindere dall’altezza di lor persona. La rivoluzione che, sotto mostra di libertà e di eguaglianza, non è che la spogliazione ed il despotismo vivente, non può sopportare la dignità reale nel Pontefice; la sua esistenza è per lei una questione di vita o di morte". (Mons. de Ségur)

    👉 https://www.radiospada.org/2023/02/novita-offerta-speciale-la-rivoluzione-guardata-negli-occhi-dei-mons-gaume-e-de-segur-un-libro-che-racconta-il-futuro/

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  16. # IL papa Re è papa materialmente indipendente, inviolabile, libero di dire tutta la verità...

    Retorica. Il potere temporale è condizione necessaria ma non indispensabile per la libertà d'azione del papato. Quando Leone Magno inviò la sua famosa lettera al Concilio di Calcedonia, il Tomo Leonis, che fissava in modo perfetto il dogma contro le eresie cristologiche circolanti e fu spontaneamente acclamata dal Concilio al grido di "questa è la voce di Pietro!", il papa non aveva nessun potere temporale. Eravamo nell'AD 451. Ezio alleato ai Goti riuscì a sconfiggere Attila in Gallia, ma costui riapparve poco dopo in Italia, al Nord. Al di qua del Po c'era l'esercito romano, al di là la peste. Leone Magno assieme ad altri alti dignitari fu mandato dall'imperatore, che stava a Ravenna, a parlamentare col barbaro invasore, che si ritirò, ricevendo forse anche sacchi di monete.
    Roma, come il resto dell'impero in Occidente era in balia dei barbari. Fatto fuori Ezio, essi dilagavano. Nel 455 i VAndali ariani saccheggiarono Roma disarmata e semideserta per parecchi giorni, affrontati sempre da Leone Magno, che riuscì sicuramente a limitare i danni.
    Che libertà d'azione aveva Leone Magno? Formalmente l'impero esisteva ancora al suo tempo. Nei fatti c'era l'anarchia. Il potere temporale è stato utilissimo alla Chiesa per la sua sopravvivenza nei secoli dell'Alto Medioevo. E anche dopo, anche se in modo minore. Ha contribuito però a molti mali (simonia, nepotismo, mondanizzazione del clero, dipendenza dalle concessioni di re e poteri civili). Nel 1527, con il Sacco di Roma, fatto dalle truppe imperiali (spagnole e luterane), quel potere subì un colpo mortale. Lo Stato della Chiesa sopravvisse solo perché era lo Stato del Papa.
    Nella prima metà del Settecento l'Italia fu percorsa in lungo e in largo da eserciti austriaci, spagnoli, francesi e qualche volta piemontesi che si combattevano tra loro infierendo a piacimento sulle disgraziate popolazioni indifese. I tre più antichi Stati italiani, Genova, Venezia, il Papa, erano tre cadaveri, aspettavano solo il becchino. Che cominciò ad iniziare la sua opera verso la fine del secolo con le invasioni giacobine prima, napoleoniche poi.

    Il Papa ritiene giustamente di dover sempre avere un potere temporale per esercitare al meglio la sua missione. Con la Conciliazione del 1929 lo ha di nuovo riavuto, un microstato, adatto però alle necessità dei tempi moderni. Durante l'occupazione nazista di Roma tale ricostituito potere ha protetto efficacemente la Chiesa.
    Il papa è inviolabile etc anche se non è papa-re. Far dipendere la natura del papato dall'esistenza di un suo potere temporale significa diminuirlo. E avere poca fiducia nell'azione dello Spirito Santo.
    H

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    1. Ma è ovvio che non riguarda l'essenza del Papato il potere temporale. Resta il fatto che è molto utile che ci sia, come lei afferma,e che siano stati sempre i nemici della Chiesa a propugnare ipocritamente una sua dimensione unicamente "spirituale"

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  17. Con il vostro permesso ..16 marzo, 2023 10:30

    Trentunesimo giorno (16 Marzo)
    PREPARAZIONE ALLA CONSACRAZIONE
    A SAN GIUSEPPE

    Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

    Pater, Ave, Gloria

    A te, o beato Giuseppe

    MEDITAZIONE (sul testo proposto giorno per giorno)

    Impegno missionario e Fioretto della giornata (indicati alla fine della meditazione)

    Preghiera biblica o tradizionale (riportata in calce alla meditazione)

    Litanie a san Giuseppe

    Trentunesimo giorno: l’ombra del Padre
    Per trenta giorni, in onore del numero di anni che, secondo la tradizione, san Giuseppe trascorse sulla terra con il Figlio di Dio, abbiamo meditato sulle virtù e sulle beatitudini in rapporto a Lui. Consideriamo ora le Sue relazioni con le tre Persone della Trinità beata. Rispetto al Padre, anzitutto, Egli ne è, per così dire, l’ombra, cioè l’uomo che ne fa scorgere le perfezioni invisibili in modo sensibile. Di qui deriva la Sua particolare eccellenza fra gli altri Santi: in Lui risplende la purezza, la bellezza, la prudenza, la saggezza, l’amore, la misericordia e la giustizia di Dio Padre; le Sue antiche origini ne richiamano altresì l’eternità.

    Se san Giuseppe fu immagine della paternità divina per l’umanità santissima del Verbo incarnato, a maggior ragione lo è per noi. La funzione paterna da Lui esercitata si assimila in qualche modo alla prima sia in ragione del suo modello, sia a motivo del suo oggetto: l’uno e l’altro sono infatti Persone divine. Tale suprema somiglianza con il Padre celeste spiega l’efficacia della Sua intercessione, riconosciuta e sperimentata da Santi di prima grandezza: come Lui, anch’Egli veglia, protegge, provvede, corregge, sprona, guida, incoraggia e consola.

    Per questo san Giuseppe è stato proclamato Patrono della Chiesa militante; anche ogni famiglia, piccola Chiesa domestica, può eleggerlo a protettore. Nascosto e silenzioso, è stato da Dio tenuto in riserva per il combattimento degli ultimi tempi, nei quali la Provvidenza ha decretato di rivelarlo pienamente. Fatti prendere per mano da Lui e poniti sotto il Suo manto per essere protetto dalle inedite minacce del mondo e dagli assalti dei demoni, che hanno di Lui terrore.

    IMPEGNO MISSIONARIO: farò conoscere meglio la figura e il ruolo di san Giuseppe sia nell’opera della salvezza che nell’epoca attuale.

    FIORETTO: senza farlo notare, provvedo a una necessità concreta di familiari, parenti o conoscenti.

    O glorioso san Giuseppe, sposo di Maria,
    accordateci la Vostra paterna protezione,
    Ve ne supplichiamo per il Cuore di Gesù Cristo.
    Voi, la cui potenza infinita si estende a tutte le nostre necessità
    e sa renderci possibili le cose più impossibili,
    aprite i Vostri occhi di padre sugli interessi dei Vostri figli.
    Nella difficoltà e nella pena che ci opprimono,
    ricorriamo a Voi con fiducia;
    degnateVi di prenderci sotto la Vostra caritatevole guida
    e regolate per noi questo affare così importante e difficile,
    causa di tutte le nostre preoccupazioni.
    Fate che il suo esito felice torni a gloria di Dio
    e al bene dei Suoi devoti servitori.
    Così sia.
    (San Francesco di Sales)

    https://crociatasangiuseppe.blogspot.com/p/trentunesimo-giorno-17-marzo.html?m=0

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  18. Ugo Toti
    Un Pontificato degno corollario del nefasto Concilio Vaticano II ; 10 anni di eresie ,apostasie, idolatrie ,assoggettamento ai desiderata del Nuovo Ordine Mondiale, tanta ignoranza teologica -filosofica ! Infine tanto autoritarismo e decisioni contraddittorie ! Cosa manca ?

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  19. M. Veneziani:
    "Lo avremmo voluto padre del suo tempo più che figlio; albero più che frutto e frutto più che foglia al vento del presente."

    Proprio più niente da aggiungere o commentare.

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  20. # Murmex

    Ma l'intervento riportava il potere temporale alla natura stessa del papato, ne faceva una cosa sola, il che non è.
    Il papato ha cominciato a costruirsi il potere temporale dopo la fine della Guerra Gotica, tra il VI e il VII secolo. Alla fine della guerra gotica era solo un ducato bizantino (il ducato romano). Solo lentamente e lottando il papa si è reso indipendente dai bizantini (per i quali era un suddito ribelle) e si è poi salvato dai longobardi, grazie soprattutto all'intervento dei franchi. Con le sue forze e quelle di principi locali e a volte con quelle imperiali è riuscito a resistere anche ai saraceni.

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