La Grazia può raggiungere chiunque. Bella Dodd era l'astro nascente del comunismo americano e riuscì a far infiltrare oltre mille giovani in seminario per diventare sacerdoti... ma la Provvidenza aveva altri piani per lei
Fulton Sheen e la conversione della comunista americana
di Rino Cammilleri
Il venerabile Fulton John Sheen era un pastore della tempra di sant'Ambrogio: inflessibile sulla dottrina, paterno con l'umana debolezza, predicatore eccezionale (fu proprio ascoltando i sermoni di sant'Ambrogio che sant'Agostino si convertì).
Sono note le sue trasmissioni prima radio e poi televisive con cui batteva ogni record di ascolti e teneva avvinti milioni di americani, anche non cattolici.
A differenza dei telepredicatori protestanti, la sua non era un'esposizione apocalittica, con uso di toni drammatici e abbondanza di riferimenti all'Inferno. No, solo logica e paradossi alla Chesterton, di cui tra l'altro era amico. E, soprattutto, un sapiente intercalare di fine umorismo, inframmezzando nei punti giusti quelle battute di cui il pubblico americano è ghiotto. Uomo di profonda cultura, trovava anche il tempo di aggiungere agli impegni come arcivescovo i numerosi libri che ancora oggi istruiscono gli incerti e rianimano gli sfiduciati.
Una donna promettente
Molti quelli che dovettero a lui la conversione. Come Clare Boothe Luce, poi famosa e battagliera ambasciatrice statunitense a Roma. E la meno nota (leggendo il seguito si capirà perché) Bella Dodd, la cui conversione non fu inferiore in importanza - importanza sociale e politica, intendo; dal punto di vista spirituale, infatti, hanno tutte la stessa importanza - e sulle cui tracce mi sono messo incuriosito da un articolo sull'agenzia Aletheia.org del 6.12.22.
«Bella» perché era italiana e si chiamava Isabella. Per l'esattezza Maria Assunta Isabella Vissono ed era lucana di Picerno, in provincia di Potenza. Nata nel 1904, si accorse anche lei che gli americani non amavano gli immigrati che non si sforzavano di integrarsi. A cominciare dal nome. Dei suoi tre, il secondo non era americanizzabile. Il primo si, ma lei, tendente all'ateismo, non lo prese nemmeno in considerazione. Invece, «Bella» agli americani ricordava i tempi del saloon del vecchio West. E Bella fu. «Dodd» era il cognome del marito, che mantenne anche dopo il divorzio perché sempre meglio di Vissono. Sveglia e portata agli studi, grazie a una borsa di studio statale poté frequentare la prestigiosa Columbia University. Si laureò in giurisprudenza e divenne avvocato, nonché docente di scienze politiche all' Hunter College di New York. In breve fu a capo della New York State's Teachers Union, l'associazione che riuniva i docenti dello Stato. Animo battagliero e da suffragetta, nel 1932 si iscrisse al partito comunista americano (CpUsa), scalandone la cima, tanto che in dieci anni arrivò a far parte del consiglio nazionale.
Il partito come religione
Grazie all'amico Fiorello LaGuardia, sindaco di New York, riusciva ad avere tutti i congedi sul lavoro che le servivano per dedicarsi al suo vero scopo nella vita: l'attivismo nel partito. Nel 1930, nel corso di un lungo viaggio in Europa, conobbe John Dodd, con il quale si sposò nello stesso anno. Durante la Guerra civile spagnola lui e lei si attivarono per spedire quanti più volontari potevano a combattere nelle file dei repubblicani. Nel 1940 lui abbandonò il tetto coniugale per imprecisate divergenze ideologiche. Dopo avere visto film Come eravamo, con Barbra Streisand e Robert Redford (un classico), sospetto che lui, pur comunista, a un certo punto non ne abbia potuto più del fanatismo di lei. Ancora dieci anni, anzi nove, ed ecco la mazzata finale: venne espulsa dal partito. La scusa ufficiale fu che lei, avvocato, aveva assunto le difese di un proprietario contro il suo affittuario. Un avvocato comunista dalla parte di un padrone? Non sia mai. L'affittuario doveva essere anche nero, tant'è che le appiopparono della «razzista» e infine, come tutti gli epurati a sinistra, della «fascista». Il che lascia pensare che Bella fosse incappata in una delle tante purghe interne Stalin-style con cui periodicamente i comunisti rinnovano i ranghi.
La conversione
Solo che per lei il partito era tutto. La sua vita, la sua ragione di esistere e vivere. Per esso aveva rinunciato a ogni cosa, perfino a suo marito. E ora? II senso di sbandamento, solitudine, straniamento, angoscia, delusione che deve provare qualcuno finito in tale situazione deve essere abissale. Ovviamente, i vecchi compagni le fecero il vuoto attorno. Solo che non ne aveva altri. Intanto la stampa si era impadronita del suo caso. Bella era stata un'esponente di sinistra molto in vista e ben nota per le sue battaglie. Nel 1951, a New York, dove lei stava, arrivò come vescovo ausiliare Fulton Sheen. Non si sa bene in quale occasione i due si incontrarono. Tra i compiti nel partito, Bella Dodd aveva anche quello di infiltrare comunisti nei seminari cattolici. Perciò doveva avere qualche dimestichezza con il palazzo vescovile. Ma questa volta qualcosa si era rotto e si ritrovò a singhiozzare sulla spalla del magnetico Sheen. E poi, non si sa come, in ginocchio nella cappella dove lui l'aveva portata. Scrisse in seguito che non avrebbe saputo dire come e perché, ma si era inginocchiata disperata e si era rialzata con una pace profonda nel cuore. Sheen, dopo, le disse che lei aveva odiato il cristianesimo perché non lo conosceva. Era laureata, aveva il dovere di studiarlo. E cosi fu. Bella Dodd, sotto la guida del vescovo, compì la sua istruzione catecumenale e il 7 aprile 1952, lunedì della Settimana Santa, ricevette il battesimo dalle mani di Sheen nella Cattedrale.
Un piano per sovvertire la Chiesa
Scrisse un libro, School of Darkness, nel quale spiegò come il comunismo proponeva una specie di religione della giustizia sociale che faceva presa sui semplici. E anche sui cattolici, che erano più attenti alle istanze degli ultimi. Parlò dei potentati economici, non solo americani, che finanziavano il comunismo per plasmare e soggiogare le masse, e soprattutto distruggere il cristianesimo. Per quest'ultimo scopo, secondo le direttive di Mosca, lei stessa aveva convinto "almeno 1.200 giovani" a entrare nei seminari, onde farli diventare sacerdoti e vescovi per corrodere la Chiesa dall'interno. Perché la Chiesa cattolica? Perché era la meglio organizzata anche sul piano internazionale. Quando venne convocata al Senato per riferire di queste attività, dichiarò che sapeva di almeno quattro cardinali che in Vaticano lavoravano per il partito comunista. Alla commissione senatoriale raccontò di come i comunisti fossero presenti in numerosi uffici legislativi del Congresso e in alcuni gruppi che fornivano consigli di settore al Presidente. Oltre alle presenze nei sindacati e altre istituzioni di rilievo, naturalmente. Bella Dodd morì nel 1969, a causa di un intervento chirurgico.
Titolo originale: Il vescovo e l'agit-prop Fonte: Il Timone, aprile 2023 (n. 227) - Pubblicato su BastaBugie n. 818
Ieri sera sugli aggiornamenti del notiziario di Google leggo dell invito di Luca Barbareschi al programma televisivo della conduttrice signora Venier. Non sapendo esattamente chi fosse Luca Barbareschi ho guardato la sua scheda su Wikipedia: attore, regista, produttore imprenditore, deputato e altro. In questo programma televisivo lui stesso ha parlato della sua vita privata e pubblica, un punto mi ha particolarmente colpito del racconto televisivo da lui fatto :la violenza subita nella scuola dei gesuiti a Milano, quando aveva sette anni fu portato da due consacrati in una stanza dove uno lo tenne fermo e l altro lo violento... Pur non avendo alcuna simpatia oggi per i gesuiti questa notizia, dopo avermi inizialmente colpito e disgustato, mi ha fatto sorgere dei sospetti, a Milano c è una sola scuola dei gesuiti con una ottima reputazione, frequentata prevalentemente dall alta borghesia che ha ampi mezzi per intervenire in ogni situazione, gli atti di violenza solitamente sono di uno ad uno, che ci sia un sistema di tal genere in una scuola, non so, mi risulta tuttavia che oggi il personale insegnante è, se non tutto, quasi tutto laico. A questo punto mi è tornato alla mente il film di Bellocchio presentato a Cannes, e la visita personale di Bergoglio a Saxa Rubra... Molti sono ora i punti interrogativi che mi sono sorti.
RispondiEliminaChe ci faceva un ebreo come Barbareschi in una scuola cattolica?
RispondiEliminaDa quello che ho letto del resoconto televisivo, lui nasce a Montevideo da madre ebrea che lo abbandonò quando aveva 4/5 anni. Forse il padre era cattolico, non so,non era scritto. Chi può vada a rivedere questa trasmissione e stia attento. Si possono capire dettagli importanti.
EliminaPremesso che le scuole Cattoliche hanno SEMPRE Accolto studenti di tutte le religioni, sono le
RispondiEliminascuole di altre confessioni che si regolano diversamente Stando a Wiki, non si dice che sia Ebreo: Biografia
È nato a Montevideo, in Uruguay. Barbareschi cresce a Milano con il padre Francesco Saverio Barbareschi, che era ingegnere e imprenditore con un passato da partigiano (nome di battaglia Luca e partigiano ****bianco****- cioè cattolico- nella brigata Passerini a Varese) e la madre Maria Antonietta Hirsch, un'economista ***di origine ebraica, che li abbandona quando Luca a 7 anni***.
https://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Barbareschi#cite_note-35:~:text=31%20maggio%202009,pp.%C2%A086%2D90.
RispondiElimina@29 maggio, 2023 08:11
RispondiEliminaSpara spara nel mucchio, qualcosa restera'.
Naturalmente anche il regista Zeffirelli confesso' pubblicamente la stessa cosa, non capisco che gliene viene a raccontare a tutti i propri fatti personali e a non averli denunciati quando e se avvennero.
È ebreo praticante?
RispondiElimina«Abbastanza».
Rispetta la kasherut?
«Sono molto zigzagante, ma quando lo faccio per qualche giorno mi sento molto meglio».
E lo Shabbat?
«Lo Shabbat è sacro».
Davvero non lavora il sabato?
«Solo la sera, a teatro. In realtà non dovrei andarci il venerdì dopo il tramonto, ma faccio un’eccezione. Alle 22 finisco e torno a casa».
Anche sua moglie, Elena Monorchio, è ebrea?
«No, lei è calabrese, che è peggio: è molto ortodossa. Ma insieme facciamo Shabbat, Chanukkah, Pesach e la Conta dell’Omer».
Essere praticante non le ha impedito di inciampare, più di una volta.
«Solo chi cade si può rialzare».
https://www.corriere.it/cronache/22_febbraio_15/luca-barbareschi-ho-vissuto-un-attico-accanto-whoopi-goldberg-figli-potrei-averne-800-bebb779c-8ab2-11ec-afd5-bce3c64c5293.shtml
Non si tratta di sparare nel mucchio, sono successi dei fatti ravvicinati che potrebbero avere tra loro dei nessi ed andrebbero almeno messi in ordine cronologico: andata del Papa a Saxa Rubra, presentazione del film su infanzia di Don Mortara, intervista in televisione al signor Luca Berbareschi. Tutto qui. Ci sono nessi o non ci sono? Potrebbero esserci.
RispondiElimina"Se siete credenti non andate a vedere il film "Rapito". Rimarreste troppo male."
RispondiEliminaPeccato che sia un film. Peccato che la storia di Mortara l'abbia già scritta Mortara stesso - un po' più credibile, forse, di Bellocchio. Peccato che, da "Il nome della rosa" a "Il Codice da Vinci", passino e siano passati gli anni, anzi i decenni, ma il trucchetto per un po' di successo facile resti sempre quello: sparare sulla Chiesa cattolica.
(Giuliano Guzzo)
E speriamo che tutti questi e gli altri della stessa loro congrega trovino un Fulton Sheen sulla propria strada.
RispondiEliminaPer sentire la voce ebraica sul film di Bellocchio si può leggere la lettera del rabbino capo di Roma Riccardo di Segni al direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Integralmente riprodotta su informazionecorretta.com.
RispondiEliminaIl rabbino sembra non apprezzi la tempistica dell'uscita del film che sembra voler rinfocolare i sentimenti anticattolico di un tempo diverso da quello attuale in cui i rapporti ebraico cristiani sono , almeno all'apparenza' migliorati.
Ricordiamo anche l opera di Ariel Toaff sulle Pasque di sangue, edizione 2007.
Elimina«E oggi, nella sua festa, chiediamoci: io sono docile all’armonia dello Spirito? Oppure perseguo i miei progetti, le mie idee senza lasciarmi plasmare, senza farmi cambiare da Lui? Il mio modo di vivere la fede è docile allo Spirito o è testardo? Attaccato in modo testardo alle lettere, alle cosiddette dottrine che sono soltanto espressioni fredde della vita?».
RispondiEliminaInsomma, se sei attaccato alla dottrina sei testardo, tradizionalista, indiestrista, rigido, se sei aperto a cambiare tutto sei aperto allo Spirito, tipo i vescovi tedeschi.
Avrei altro da dire, ma mi trattengo, altrimenti farei più danni di un vulcano in eruzione.
Continuate pure sulla vostra strada, voi che vi rifiutate di vedere ciò che è ovvio anche a un cieco. Cadere dalla pianta sarà molto doloroso.
RispondiEliminaOrmai è diventata una moda: continue rivelazioni su violenze sessuali subite 30 o 40 anni prima, senza testimoni, in genere da preti o morti o adesso anziani. In alcuni casi queste testimonianze tardive si sono rivelate veritiere. Ma in altri, abbiamo solo la parola della supposta vittima contro quella del supposto carnefice.
Nel frattempo continua a crescere l'elefante nella stanza, il mammuth del quale è proibito parlare: l'omosessualità, che, nelle forme di sodomia e pederastia è la vera responsabile di questi scempi.
Di deve rigorosamente parlare di pedofilia, senza distinguere.
Questo impone la neolingua.
La Gerarchia della Chiesa però non reagisce, lascia da decenni che l'intera Chiesa venga continuamente infangata.
Il fatto è che i nemici della Chiesa sono attivi anche dentro la Chiesa, oggi.
La mia ipotesi è questa : da lontano due narratori di storie si sono spalleggiati, pubblicamente, senza darlo a vedere, un vecchio malato ritrova il piglio degli ideali giovanili e a modo suo interviene sulla pubblica narrazione, Dio solo sa come!
RispondiEliminaNuova Zelanda. Liturgia al sapor di cioccolato...episcopale
RispondiEliminahttps://blog.messainlatino.it/2023/05/nuova-zelanda-liturgia-al-sapor-di.html#more
Per i tempi che corrono si tratta di una storia degna della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze. I preti di adesso sono tutt'altra cosa. Guardate il blog di don Paolo Cugini, un prete che conosco bene poiché abbiamo frequentato la stessa scuola superiore, una buonissima persona, e vi si rizzeranno i capelli! Ormai il modello di Chiesa che piace a noi - e che, per la verità, è quello in tutto e per tutto conforme al Vangelo, agli scritti dei Padri e ai documenti pontificali (fino a Pio XII) e non una nostra predilezione - non esiste più ed è sconosciuto alla stragrande maggioranza delle persone. Il nostro modello di Chiesa non ritornerà mai più. Salvo un miracolo. Al quale io non credo più, essendo trascorso ormai troppo tempo senza vedere qualche miglioramento. Anzi! Purtroppo con l'avanzare dell'età si perdono gli entusiasmi giovanili e non c'è nessuna frasettina al rosolio che riesca a convincermi del contrario. Nemmeno alla vodka!
RispondiElimina
RispondiEliminaMa Bellocchio è o stesso regista de "I pugni in tasca"; lo stesso che ha lanciato l'attrice Laura Antonelli, molto apprezzata a suo tempo per le sue forme più che per il suo (esiguo) talento? Forse mi confondo con qualcun altro?
Un regista sempre di sinistra, provocatorio cosiddetto...
Adesso arruolato a pieni voti nella truppa della macchina mediatica che continua a gettare fango sull'intera Chiesa, falsando (in questo caso) i dati della storia, i fatti.
Ogni opera d arte o di scienza ha per autore un essere umano, così come è. Nel cinema c è un
Eliminafolto gruppo al lavoro, le ricerche storiche finiscono in questo grande calderone di persone dove ognuno mette il suo lavoro, il suo genio, il suo sentimento, infine seguendo il formatosi spirito di gruppo guidato dalla regia.
Bellocchio è il regista dei Pugni in tasca, ma riguardo a chi ha lanciato la carriera di Laura Antonelli si confonde, probabilmente, con Salvatore Samperi che la diresse in Malizia. Altro regista che, dietro a una patina artistica e atteggiandosi ad anticonformista antisistema, ha sempre portato avanti la narrativa dei veri "padroni del vapore".
EliminaQuanto a Laura Antonelli, non sia troppo severo con lei: fu una povera anima che pagò in maniera durissima i suoi sbagli e, dopo aver perso tutto, trovò Dio.
Visione TV
RispondiEliminaConte e Speranza la fanno franca.
Dedicato a coloro che ingenuamente (ma non sempre) credevano e continuano a credere in qualsivoglia giustizia, e che adesso diranno, tanto per consolarsi, che esiste pure la giustizia divina. Aspetta e spera!
Forse solo loro sanno se e quanto sono stati pagati, mi auguro che il rimorso li rimorda fino agli ultimi minuti della vita sulla terra, per avere il tempo di chiedere sinceramente perdono a Dio e a tutti quelli che hanno prima ingannato, poi ammazzato. Auguro loro un costante rimorso purificatore lungo tutto il tempo che rimane loro di vivere.
EliminaDraghi non viene mai citato, anche se è entrato in corsa, la sua responsabilità è pari se non maggiore degli altri due, che nei suoi confronti sono dei bamba, Draghi e Mattarella, forse la sfangheranno davanti agli uomini, ma davanti a Dio, Uno e Trino, mai!
Elimina
RispondiEliminaGrazie del memento. IL regista della Antonelli era Samperi.
Giusto.
Filmacci erano, per dirla tutta.
Per le cosiddette dive del cinema non è che ci si può commuovere più di tanto, pensando alla loro vita fallita (per tante di loro).
ADesso, con la retorica del #Me too fanno tutte le vittime.
Ma glielo aveva ordinato il medico di fare quella carriera? Non lo sapevano a cosa andavano incontro, che l'ambiente era infame?
Lo spirito maligno direbbe: lo sapevano perfettamente, per questo si sono presentate. Sapendo di non aver talento, puntavano sfacciatamente sul loro fisico, quello era l'unico talento che avevano.
Cosa ne dici, Azazello? hi, hi, che ridere, la virtù offesa di queste fanciulle, tutte vergini e ingenue, si capisce, al loro primo incontro con il produttore maialone...
La povera Antonelli, forse alla fine alcoolizzata, come (credo) Anita Ekberg e molte altre, alla fine ha trovato Dio.
Mi ricordo di un articolo di tanti anni fa che ne parlava. Ma quale Dio, questo è il punto...
Comunque, speriamo sinceramente che si sia salvata. Almeno alla fine si è pentita.
Gli spettacoli, la pubblicità, i rotocalchi tutti parlano alla vanità, alla goduria, al potere del danaro, alla violenza, veleni per chi non è ancora interiormente formato. Non stupiamoci poi dello smarrimento dei giovani, che oggi sono seriamente disturbati anche dall uso precoce e continuo di internet.
EliminaRecentemente sto rivalutando il modo di andar per strada, dritti per la via, senza guardare di qua e di là, ai giovani e alle giovani dovrebbe essere insegnato. Ciondolare per la strada non va bene.
RispondiElimina