Madre di misericordia
Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto, né vacillerebbe la mia alleanza di pace; dice il Signore che ti usa misericordia. (Isaia 54, 10)
L’ardire dei santi infonde ardire anche a noi. Così scrive S.Bernardo, uno dei più grandi cantori di Maria. Ed il suo ardire lo facciamo nostro, con grande fiducia e confidenza! «Noi, certamente, siamo tuoi servi e ci congratuliamo con te per tutte le tue virtù. Ma soprattutto per una, per quella che tu usi verso di noi. Lodiamo certamente la tua Verginità, ammiriamo la tua umiltà, ma la tua misericordia, quella che riesce tanto cara ai miseri, noi la abbracciamo con amore, la ricordiamo tanto frequentemente, la invochiamo molto spesso. Questa, infatti, ha ottenuto la restaurazione del genere umano e la salvezza di tutti gli uomini».
L’ardire dei santi ci infonde coraggio e certezza. Coraggio ad elevare anche noi la nostra supplica alla Madre della misericordia, certezza di essere da lei esauditi: ne siamo convinti, Maria è il porto della misericordia e nessuno può naufragare mentre ha raggiunto quel porto o sta navigando verso di esso. Come potrebbe essere diversamente?
Lei ha generato colui che si fece uomo non per cercare i santi ma i peccatori; colui che si immolò per preparare il banchetto nuziale per tutti i pentiti e gli ammalati bisognosi del suo amore e della sua misericordia.
(Itinerario Mariano tratto da “Con Maria amabile Maestra” di don Nicola Giordano – Edizioni Vivere in)
ERA IMPOSSIBILE PER L'UOMO DISCENDERE PIU' IN BASSO, NE' DI SALIRE PIU' IN ALTO DOVE GESU' CRISTO LO HA ELEVATO (S,GIOVANNI CRISOSTOMO)
RispondiEliminaGesù Cristo salendo al cielo offrì al Padre le primizie della nostra natura e il Padre ha perfettamente gradito questa offerta, tanto a riguardo della dignità di Colui che la presentava che in considerazione della purezza dell’offerta senza macchia. Infatti egli l’ha ricevuto dalle sue stesse mani e l’ha posto alla sua destra. A quale natura Dio ha detto: Siedi alla mia destra (Ps.109,1), sii partecipe della mia sede. A quella che aveva ascoltato dalla sua bocca queste parole: Sei terra e in terra ritornerai (Gen.3,19).
Non era abbastanza per essa elevarsi al di sopra dei cieli, di essere ricevuta tra gli angeli: questo onore, benché ineffabile, non era così magnifico. Essa è stata elevata al di sopra degli angeli e degli arcangeli, al di sopra dei cherubini e dei serafini, né si era arrestata se non quando si è vista assisa sul trono della Maestà divina. Non vedi lo spazio immenso che separa il cielo dalla terra? O piuttosto cominciamo da più basso. Non vedete quale distanza infinita via sia dall’inferno alla terra, dalla terra al cielo, dal cielo aereo al cielo empireo, e di là agli angeli, agli arcangeli, a tutte le dominazioni celesti fino al trono del Re dell’universo. Gesù Cristo ha fatto superare tutta questa distanza alla nostra natura e l’ha elevato a questa altezza. Esaminate in quale abisso essa era scesa e a quale eccelsa gloria essa è risalita. Era impossibile per l’uomo discendere più in basso, né di salire più in alto dove Gesù Cristo lo ha elevato.
E ciò che San Paolo voleva far intendere dicendo “ Colui che è disceso è quel medesimo che è pure asceso” E ancora: “Discese nelle regioni inferiori della terra e ascese al di sopra di tutti i cieli” (Ef.4,9-10). Imparate quindi che cosa è salito al ciel con Gesù Cristo, quale è la natura che egli ha elevato sì in alto. Infatti desidero trattenermi su questo argomento affinché, nel ricordare il genere umano, conosciamo con somma ammirazione la divina clemenza che con grande larghezza alla nostra natura donò sommo onore e gloria che oggi di fronte a tutti e in modo più eminente meritarono di essere rivelati. Gli angeli e gli arcangeli hanno visto oggi la nostra natura assisa sul trono del Sommo Re, risplendente di gloria immortale.
[ LUNEDI' DOPO L'ASCENSIONE ]
S.GIOVANNI CRISOSTOMO,
Sermo de Ascensione Domini, tom.3
Breviario Romano, Mattutino, Lezioni del II Notturno